"Ollie ed i giocattoli dimenticati" di William Joyce,
ed. Rizzoli, febbario 2018, Euro 18, pag. 294
Ho preso questo libro in biblioteca con l'intenzione di leggerlo la sera ad alta voce al ricciolino.
Invece, essendo lui preso dagli ultimi volumi della serie della "Scuola dei pirati", ho finito per leggerlo da sola.
Ed ho fatto bene perchè mi è piaciuto moltissimo.
E' tenero, delicato, forte.
La voce narrante è quella di un pupazzo, Ollie, un coniglietto/orsetto fatto a mano da una mamma mentre aspetta la nascita del suo bambino, con un campanellino per cuoricino.
Non un pupazzo qualunque, però, ma un doudou, uno di quei pupazzi destinati a diventare il compagno di vita dell'infanzia di un bambino, in grado di accompagnarlo dalla culla.
Insomma, "UN PREFERITO".
Ed Ollie diventa subito il preferito di Billy, il bimbo a cui capisce di appartenere, tornando con lui a casa dall'ospedale, scoprendo il mondo, imparando a mangiare, parlare, vivere "Grandi Venture".
Ollie rispetta il "Codice dei Giocattoli" ed è pronto a prendersi cura del bimbo a cui appartiene ad ogni costo, come gli ha chiesto la mamma di Billy donandolo al suo bambino.
Anche Billy, però, è sinceramente affezionato a lui, come solo chi ha avuto, nell'infanzia, una bambola o un pupazzo preferito può capire.
Così, quando Ollie viene rapito dai cattivissimi Grinfi, per essere portato dal loro malvagio Zozo, un ex clown arrabbiato con i bambini ed i loro "preferiti" per motivi che scoprirete leggendo il libro, Billy scappa di casa nella notte per andare a cercarlo.
E così affronta davvero una "Grande Ventura" molto "illegale" (ovvero contraria alle regole dei genitori), nella Fiera Oscura, in un mondo che è quello reale ma è anche della fantasia, dove i giocattoli hanno sentimenti e parole e anche gli oggetti gettati in una discarica possono lottare per sconfiggere i malvagi, ricordando con nostalgia i bei tempi in cui erano utili.
Un racconto bellissimo, che narra con linguaggio infantile il mondo di un bambino visto dal punto di vista, alquanto verosimile, del bimbo stesso e del suo piccolo compagno di avventure, insegnando con tenerezza e dolcezza la forza dei sentimenti dei bambini, l'importanza di prendersi cura reciprocamente gli uni degli altri, il senso della cura di sè ma anche degli oggetti che ci circondano e dell'ambiente.
Un libro sulla potenza del legame tra bambini e giocattoli preferiti, sull'importanza dell'immaginazione ma anche dei ricordi d'infanzia, nello sviluppo e nellacrescita.
Non so se per il clima natalizio o perchè con la seconda maternità sono definitivamente diventata ultra emotiva ma io, leggendolo, non ho potuto che ricordare con tanto affetto la mia bambola preferita, ricevuta alla nascita e ancora con me, e il doudou del ricciolino, nel suo letto ancora ora, nonchè pensare con amore ai piccoli draghetto e giraffa che stanno accompagnando la prima infanzia dei gemelli.
Se anche voi, nell'infanzia, avete avuto un giocattolo preferito o lo hanno i vostri figli (e voglio sperare che sia così), questo libro vi piacerà.
Se non lo avete, invece, ne capirete l'importanza.
Le numerose illustrazioni sono dello stesso scrittore, uno dei cofondatori della società di animazione Moonbot Studios, il cui sito io sono andata a sbirciare appena terminata la lettura della storia.
Con questo post partecipo al consueto appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma.
Nessun commento:
Posta un commento
Un commento educato è sempre gradito!