lunedì 7 marzo 2022

Non ho più scritto. Sto, cercando l'equilibrio.

Non ho più scritto.

C'è stato Natale, c'è stato Capodanno, c'è stato l'inverno, c'è stato Carnevale. O meglio, qualche piccolo festeggiamento carnevalesco, non un vero carnevale.

E d'altro canto, il Carnevale, prima di diventare una festa cristiana, era il periodo dei culti dionisiaci greci e dei saturnalia romani: E' la festa di fine inverno, della sovversione del rigido ordine sociale, della ribellione, del ribaltamento dei ruoli e delle maschere, almeno per pochi giorni. Una festa di libertà e catarsi.

Come può trovare spazio una tale festa in un momento storico in cui è vietato opporsi all'opinione dominante, imposta dallo Stato e veicolata dai media? Come si può sovvertire l'ordine sociale per scherzo, in un momento in cui fioccano regole su regole, limiti su limiti, uno più assurdo dell'altro, e l'ordine sociale è già stato ribaltato e divelto?

Insomma, il clima attuale in Italia non lascia spazio al Carnevale, se non come momento di vacanza simil estiva, ma più breve. Non sia mai che ci si riabitui a libertà e ironia e si osi stare insieme, mescolati e senza gerarchie!

Dunque qualche coriandolata in maschera per i bambini ed è finita qui.

Iniziano a fiorire gli alberi, spuntano i germogli e le prime bulbose si aprono, la neve è quasi un ricordo, le festività natalizie archiviate.

E io non ho più scritto.

Eppure la vita è continuata e abbiamo vissuto momenti di gioia, incontrato amici, praticato sport, persino viaggiato un poco. Eppure ne avrei da scrivere!

Solo che al momento non ho più voglia di condividere, così, sul web, in modo indistinto. Con persone di cui ho perso stima, figuriamoci con sconosciuti.

Non so come facciano, i più, a vivere così, volutamente ignari e insensibili. 


Peccato non siano solo affari loro. Eppure va così.

Io mi ritaglio spazio per la vita, triblando nostalgia, superando la rabbia, talvolta cadendo verso la rassegnazione, tirando un sospiro e buttandomi nel presente, a godere di nuovi rapporti e di vecchi, riscoperti ancor più preziosi e sinceri, cogliendo ogni occasione di felicità per me e la mia famiglia e chiudendo fuori, come posso, il resto. Cercando di prendermi cura di noi.

E intanto medito sui prossimi passi.

Perchè di notte, quando mi sveglio chiedendomi che futuro attende i miei figli, è dura.

Poi sorge l'alba e torno a vedere tutta la bellezza che c'è. E ad allenare il fisico e la mente.

In fondo, dicono che sia la pazienza la virtù dei forti. Mi tocca imparare a coltivarla, come si fa con la terra in primavera, preparando orti e frutteti.

E restando, frattanto, in equilibrio, per non scivolare sul ghiaccio insidioso.



2 commenti:

  1. Giulia come ti comprendo...a te è rimasta la rabbia a me invece è arrivata la rassegnazione, perché credo che non ci sia più un punto di ritorno, non tornerà più come prima e la maggior parte della gente non lo vede, oppure lo vede e gli va bene così. Io non mi ritengo una che capisce più degli altri ne che tutti glia altri siano pecore, però un fatto è certo, la democrazia è quasi scomparsa e non solo per la questione dei vaccini o del green pass, è proprio un movimento lento (ma non più di tanto) e inesorabile e questo è un fatto. DI questo sono spaventata perché è vero che stiamo assistendo a momenti storici estremi ma sono momenti che hanno tutti un legame tra di loro: l'assenza di democrazia e questo, basta ora spostare l'occhio a nord est per vederlo, è pericoloso.

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  2. Ciao. Ti capisco bene. Tutte le fasi che hai passato tu le ho attraversate e le sto attraversando anch'io. Probabilmente è vero che tutte le cose sono legate, ma non voglio neanche più pensare al covid ... ho temuto, ho obbedito per il bene di chi amo e di tutti in realtà, e mi sono vista fare beffe della mia obbedienza. Basta, io mi sono rotta. Ma quello che sta accadendo da un mese a questa parte mi lascia totalmente annichilita ... Io ho visto cadere il muro di Berlino, cavolo! Io ho gioito, ho pianto, ho cantato alla libertà, ho sepolto la paura dell'atomica sotto quelle macerie! E quello che vedo, che sento dire ora, questo correre a braccia aperte (a me pare così) verso il conflitto, considerarlo inevitabile... io non posso sentirle queste cose. E la rabbia viene dal sentirmi totalmente inutile. Io non posso fare niente. Noi non possiamo fare niente, non vogliamo fare niente. Soffro per le mie figlie a cui mi ero illusa di regalare un futuro scintillante. Odio tutto il resto.

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