Visualizzazione post con etichetta libri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta libri. Mostra tutti i post

venerdì 15 giugno 2018

Le letture di Mamma Avvocato: da O'Carroll a Niven, dalla Gamberale alla Gazzola, passando per l'America

Tra i libri letti ultimamente, non tutti mi hanno piacevolmente colpito.
Altri sì.

"Agnes Brown mamma" di Brendan O'Carroll, ed. Neri Pozza, in primis.
Un romanzo che racconta la vita di una donna irlandese semplice, un po' sboccata ma certamente vera, una
lavoratrice indefessa, madre precocemente vedova di cinque figli, che si arrangia come può, tra amicizia, fatiche e sogni.
La figura della protagonista, per me, è semplicemente meravigliosa, dipinta in modo efficace in modo tale da catturare l'attenzione e l'empatia dei lettori.

L'ultimo romanzo di John Niven, "Invidia il prossimo tuo".

Come mi era successo per i precedenti libri di questo autore  ( è stato un colpo di fulmine: sagace, originale, forte, coinvolgente, ironico.
Una lettura che cattura e, secondo me, fa riflettere sulla nostra e altrui esistenza, costringendoci a prendere atto anche dei nostri lati pazzi e dei nostri difetti, ad ammettere con noi stessi sentimenti negativi più comuni di quanto siamo disposti a riconoscere.
Certo è che, rispetto ai romanzi precedenti ("Le solite sospette", "A volte ritorno ", "Maschio bianco eterno"), il cinismo aumenta ulteriormente.
E come dare torto all'autore? Come non prendere atto di scomode verità per correggere il tiro?
La trama è in apparenza semplice: due ex compagni di scuola e amici si ritrovano a distanza di molti anni e colui che sembrava una promessa del rock si ritrova barbone, mentre quello che sembrava destinato ad una vita mediocre e fallimentare, ha ottenuto tutto, dal successo professionale
a quello famigliare.
Peccato che la voglia di compiere una buona azione e, forse, anche un desiderio inconscio di rivalsa, ribalti la situazione. Provvisoriamente o definitivamente? E perché? Non ve lo dico, vi rovinerei il gusto della lettura!

Alcuni mi hanno divertito e fatto trascorrere ore di piacevole svago, senza tuttavia entusiasmarmi.






Tra questi, "Te', zucchero e segreti" di Nancy Naigle,
che ricordo per la trama originale, condita da mistero e situazioni da thriller, pur restando tendenzialmente un romanzo d'amore, oltre che per le due ricette contenute  in fondo.


E poi "Adesso" di Chiara Gamberale,
scritto bene e dalla trama non scontata, come i suoi precedenti romanzi, però non tale da colpirmi, come invece avevano fatto "Qualcosa"' "Per dieci minuti" e "La luce nelle case degli altri".
Forse per il semplice motivo che non sono riuscita ad immedesimarmi in nessuno dei personaggi, poiché la mia attuale situazione sentimentale è troppo distante da quella di ciascuno di essi.
Inoltre, ho trovato un po' faticoso seguire le vicende dei diversi protagonisti, tra cui "saltano" i capitoli.
Una nota curiosa: la vera protagonista di questo romanzo è una dei condomini che aveva "adottato" la giovane Mandorla in "La luce nelle case degli altri".


Infine, "Arabesque" di Alessia Gazzola.
Si tratta della continuazione della serie dedicata al medico legale Alice Allevi, di cui ho già scritto in passato (potete trovare i miei post sui precedenti romanzi cliccando sulla etichetta "Alessia Gazzola" o con lo strumento "cerca").
Indubbiamente mi è piaciuto e mi ha divertito, come i precedenti romanzi, però senza più stupirmi davvero ne' nelle reazioni dei personaggi, ne' per il mistero da risolvere.
Anche in questo caso si tratta di un libro che può essere letto da solo, poiché la trama è autosufficiente. 
Tuttavia, solo con una lettura in successione si possano cogliere pienamente i comportamenti e le riflessioni della protagonista, che presuppongono una minima conoscenza del suo passato, soprattutto sentimentale.


Ecco dunque i miei consigli di lettura per questo appuntamento con il venerdì del libro.

domenica 3 giugno 2018

Di teatro per bambini, di combattimenti di spada medioevali, di libri non compresi, di stanchezza, di eventi a pagamento, di bibliotecari volenterosi: insomma, di tutto !

Il tempo mi manca sempre.
Sempre.

Di mille cose da fare per forza ed altre mille che vorrei fare, solo la metà delle prime trovano spazio.
Arrivo al fine settimana spompa, arrivo alle sei di sera, ogni giorno, sognando che siano già le dieci, per avere tutti a nanna. E magari crollare pure io.

La verità è che sono organizzata. Organizzatissima.
Eppure non basta mai.

La stanchezza, lo sconforto, hanno il sopravvento nove volte su dieci. Non posso crollare, eppure dentro spesso e volentieri crollo, emotivamente stravolta, quasi vuota.

In testa scrivo centinaia di post. Poi non trovo modo di scriverne davvero neppure uno, il tempo passa e quando ci ripenso, appaiono fuori luogo, superati. Anche per me.
E rinuncio.
A volte sono avvenimenti che vorrei mettere nero su bianco per ricordare, altre riflessioni che vorrei condividere, altri ancora consigli o sconsigli. 
È frustrante lasciarli andare, per quanto a posteriori possano apparire insignificanti o lo siano davvero per chi legge (ditemi di no, vi prego!)

In questi giorni, ad esempio, ad Ivrea è in programma “La grande invasione”, una manifestazione letteraria con eventi per grandi e piccoli, incontri con scrittori, laboratori, letture ad alta voce.
Sono anni che si svolge e con il ricciolino, una cara amica e i suoi figli, ci siamo stati spesso, divertendoci.
Questa volta, però, il programma è solo on- line, gli eventi sono praticamente tutti su prenotazione e si deve pure pagare, 2 euro a bimbo per ciascuno.
Non è tanto. Però io mi sono anche stufata di pagare sempre tutto in più, a parte.
Oltre alle tasse.
Nonostante siano eventi culturali, nonostante si usino spazi pubblici, nonostante il grosso del lavoro lo facciano volontari, nonostante lo scopo ultimo sia anche vendere (e infatti finisci per comprare libri, se non subito, qualche giorno dopo) e far consumare (gelati, bibite, acqua ecc.) e infatti consumi.
Ecco. 
Tutto si paga in più, a parte, oltre.
E a fine mese si fa sempre più fatica.

Peraltro, lo dico anche se non piacerà a molti leggerlo, in una città rossa da sempre, dove tutti si sentono tanto democratici, progressisti, aperti e acculturati. 
Dove si professa solidarietà e inclusione. E poi pagano pure i bambini, per stare in uno spazio pubblico a sentire parlare di libri o leggere. Vabbè.

Per contro (pane al pane e vino al vino), quest’anno siamo stati a teatro, sempre ad Ivrea, ad una bella rassegna pensata apposta per i bambini. 
Non gratuita ma, visto l’uso del teatro e la bravura delle compagnie coinvolte, decisamente ad un prezzo onesto.







La rassegna (cinque spettacoli per bimbi dai 3 ai 7 anni) e tre per i ragazzini (dai 7 anni), diluiti in sei mesi, avrebbe potuto essere gestita meglio a livello di vendite dei biglietti e degli abbonamenti (concentrata in un pomeriggio, solo in contanti, con fila di ore che si è gentilmente sciroppata la mia amica- grazie!- e con pagamento in contanti), però il livello degli spettacoli è stato eccellente, per varietà e bravura degli attori.

C’e’ stato Pinocchio, in una rappresentazione modernizzata ma fedele nelle scene all’originale, in cui tre giovani attori, con materiale di uso comune, hanno realizzato uno spettacolo veramente bello e coinvolgente.

Poi un cantafavole, che ha suonato, recitato e raccontato tre storie diverse, a sfondo natalizio, tenendo incollati alle sedie bambini (compatibilmente con l’età ) e adulti, da solo, per l’intera ora dello spettacolo.

La durata, infatti, di max un’ora senza pause, per ogni incontro, è  stata pensata per i bambini e ha funzionato.

Uno spettacolo di animazione su nero (ovvero in pratica senza fondale) che ha raccontato la storia vera di Becco Di Rame, un’oca da guardia coraggiosa che ha appassionato e colpito i bambini (e non solo), messa in scena in modo molto particolare da due bravissimi attori, senza che neppure comparissero in scena (se ben ricordo).


E poi Lulu’, teatro di narrazione e figura, anche esso senza sfondo e fondale, eppure d’effetto.
Infine “Un amico accanto”.

La storia di un dragone messa in scena da due donne. Brave. Davvero.
Solo che lo spettacolo ci ha intristito, letteralmente.
Poiché è stato tratto liberamente da un racconto per bambini, siamo andati a cercare il libro di biblioteca.
Questo.




L’autore è famoso soprattutto per “Capitan Mutanda”.
Attenzione, ora vi racconterò la storia di un “Amico accanto”, per dirvi perché non l’ho capita.
Siete avvertiti.

Un draghetto solo al mondo, stufo di stare solo, per l’appunto, parte alla ricerca di un amico. 
Non solo non lo trova, ma un serpente dispettoso gli fa credere che una mela sappia parlare e voglia essere sua amica.
Solo che un tricheco monello, a cui il draghetto l’aveva affidata nella sala d’aspetto del dottore, mentre andava in bagno, chiedendogli di averne cura un momento, se la mangia, lasciando solo il torsolo.

La mela è dunque morta, viene seppellita dal draghetto, di nuovo solo e molto triste, nel giardino.
Qualche anno dopo, è cresciuto un albero di mele ed il draghetto ha finalmente di nuovo delle amiche.
Mele. 
Silenziose.
Stagionali.
Destinate a essere mangiate o a marcire.

Niente. A me è venuto da piangere per la cattiveria del serpente e del tricheco, per la solitudine del draghetto e per la sua disperazione. Così come per il finale.
Idem per il ricciolino.

Voi che morale ci trovate? Oppure, semplicemente, cosa ne pensate?
Aiutatemi a trovare motivo di letizia nella storia, per favore.

Comunque il prossimo anno io e la mia amica speriamo di riuscire a riprendere l’abbonamento per la rassegna teatrale.
Perché per i bambini sono state bellissime esperienze e per noi, al piacere degli spettacoli, si è aggiunto quello di avere un appuntamento fisso in cui incontrarci.
Infatti non ne abbiamo perso uno, ci sono andata anche con la gamba immobilizzata dal tutore, mentre la strada, ovviamente acciottolata, era gelata per il freddo e la pioggia, e pur dovendo saltellare su una gamba sola per arrivarci.

Un’altra bella iniziativa a cui abbiamo partecipato io ed il ricciolino, è stata organizzata dalla biblioteca del paesello e consiste in letture ad alta voce gratuite (con burattini, scenette, il teatro delle ombre e altri “stili” sempre diversi), un pomeriggio al mese, seguiti da piccoli laboratori.

Ecco. Queste per me sono iniziative culturali lodevoli, che regalano intrattenimento di valore, sviluppano la creatività e fanno stare bene insieme. Perciò, agli organizzatori di “Bambini a teatro” ad Ivrea e ai bibliotecari della Valle D'Aosta, io dico grazie, anche a nome di mio figlio.

P.s. Cosa abbiamo fatto al posto di andare alla “Grande invasione”? Siamo stati per un pomeriggio, per la prima volta, alle “Ferie medioevali” di Pavone Canavese (TO), a vedere, (gratuitamente il sabato, la domenica gli adulti avrebbero pagato tre euro), bravissimi schermidori combattere alla moda del Medioevo all’ombra del Castello (con scenografiche e pesantissime armature, cotte di maglia ed elmi e spade da 1,5 kg l’una), guardare abili giocolieri e giocoliere che hanno divertito tutti, ammirare aquile, falconi, poiane e gufi con i loro bravi falconieri, mangiare il gelato e passeggiare tra persone in costume.
Una manifestazione piccola ma davvero molto carina  che, ovviamente, ha conquistato il ricciolino, tornato a casa con una spada di legno in più, un’idea per il suo compleanno e il progetto dello scudo che vuole fabbricarmi nei prossimi giorni con l’aiuto di suo padre.

Insomma, abbiamo fatto centro!





venerdì 18 maggio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "Ancora dalla parte delle bambine"

Ancora dalla parte delle bambine” di Loredana Lipperini, con prefazione di Elena Giannini Belotti, 

ed. 2007, Feltrinelli, serie bianca, pag. 279



Aspettavo di leggere questo saggio da anni, ovvero da quando è uscito.
E’ sempre stato nella mia lista di letture eppure, chissà perché, non era mai il momento giusto per cercarlo.
Poi con il trasloco la posizione dei miei libri si è rivoluzionata e mi è saltato all’occhio un saggio letto quando ancora aspettavo il ricciolino, o forse prima: Dalla parte delle bambine” di Elena Giannini Belotti.
Mi sono ricordata quanto mi avesse colpita e fatta riflettere e l’ho riletto, questa volta con la consapevolezza di avere tra figli da crescere e un po’ più di esperienza da madre per capire anche quanti sforzi abbia compiuto la mia per crescere una donna “non stereotipata”.

È così tornata la voglia di cercare quello che è una sorta di naturale continuazione di quel saggio (infatti pubblicato con una interessante prefazione della Giannini Belotti), peraltro scritta da una giornalista e scrittrice di cui apprezzo il blog e di cui ho amato, per ciò che mi ha trasmesso, un altro saggio (“Di mamme c’e n’è più d’una”, di cui ho parlato qui).

È stata una lettura appassionante ma anche difficile.
Non perché il testo non sia scorrevole o chiaro. Lo è.
Difficile perché descrive una realtà scomoda, un’arretratezza disarmante, una società che mi spaventa.
L’indagine a tutto tondo della Lipperini esamina dati, statistiche, studi ma anche, soprattutto, contenuti di libri scolastici, letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, blog, programmi televisivi, offerta cinematografica per bambini e il mondo della famiglia, cercando di comprendere che fine abbia fatto il femminismo, la ricerca della parità tra i sessi, l’emancipazione femminile, le conquiste dei decenni antecedenti, ponendo in un luce una realtà sconcertante: le bambine di oggi non sognano in più in grande, come la generazione che le aveva precedute, bensì aspirano a  diventare veline, ballerine, cantanti, ovvero di usare il proprio corpo per un ottenere successo economico e fama mediatica, oppure si ripiegano nell’universo domestico, ancora.

Dalla prefazione di Elena Giannini Belotti: “Gli uomini, un temo certi della loro superiorità, basata sulla nullità e sulla sottomissione femminile, oggi sono disorientati e spesso a disagio per l’emergere della inattesa è fastidiosa soggettività delle donne. Basta poco perché reagiscano aggressivamente, dato che le roccaforti del potere politico ed economico restano tuttora saldamente nelle loro mani: basta che le ragazze siano più brave a scuola, studino meglio e più a lungo di loro, provvedano in proprio alla loro sopravvivenza, vadano in giro sole la notte, viaggino ovunque. basta che rivendichino la propria indipendenza, pretendano di assumere decisioni, prendano l’iniziativa di separarsi da un marito, un fidanzato, un amante, un compagno con cui non vanno più d’accordo. L’autrice riporta alcuni casi di omicidi efferati di donne accaduti di recente nel nostro paese proprio a causa delle loro pretese di autonomia, che si scontrano con il patologico bisogno di possesso maschile, e riferisce che le donne ammazzate dagli uomini sono più di cento ogni anno. Per non parlare degli stupri che si succedono quotidiano. Un massacro che continua nell’indifferenza generale: se accadesse il contrario, cioè se cento uomini venissero uccisi ogni anno dalle donne, ci sarebbero furibonde interrogazioni parlamentari e misure di sicurezza eccezionali, compreso il coprifuoco.
Qualcuno si è mai posto la questione di quanto sia più alto il costo sociale degli uomini rispetto a quello delle donne, a causa dei loro comportamenti? I crimini di ogni genere commessi dagli uomini sono il 95%, quelli femminili il 5%, e in queste proporzioni è suddivisa la popolazione carceraria, e si sa che un detenuto costa più che se fosse alloggiato in un albergo di lusso….
Basta considerare quello che succede a ogni partita di calcio, non solo nelle grandi città, ma ormai anche mi piccoli centri…un costo altissimi, tolto dalle tasche dei contribuenti, comprese le donne, estranee a simili violenze.
Ma c’e dell’altro. La maggioranza degli incidenti stradali è causata da maschi in età dai 18 ai 25 anni che ammazzano se stessi e il prossimo per eccesso o gare di velocità o per guida spericolata  che non rispetta le regole, e se non uccidono provocano mutilazioni e invalidità permanenti……. Qual è il prezzo in sofferenza e denaro di simili misfatti per l’intera collettività? Questa ennesima discriminazione, che scarica anche sulle donne gli alti costi sociali dovuti a patologici comportamenti maschili, non viene nemmeno lontanamente presa in considerazione…”

Soprattutto, però, l’autrice, come già la precedente studiosa, esamina le cause di questa realtà, le spinte ed i modelli che vengono proposti alle bambine fin dalla più tenera infanzia.
Modelli sconcertanti, che noi stesse, donne e mamme di oggi, dovremmo riconoscere e saper filtrare, per non perpetrare la catena della inferiorità di sesso, per crescere individui davvero liberi di trovare il proprio ruolo nella vita, maschi e femmine che siano.

“A monte del reggiseno a vista e delle labbra gonfie che anche la più intelligente delle ospiti di un dibattito si sente, a differenza dei colleghi maschi, obbligata a esibire, c’ è il malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi. Sarebbe bellissimo, se fosse davvero così:……ma giocare con i simboli, e con gli stereotipi, presuppone una consapevolezza così potente e così granitica del gioco medesimo che è molto difficile non restarne scottati.” Pag. 33

Perché “..negli ultimi anni si è smesso di parlare di persone e si è ricominciato a parlare di maschi e di femmine…” , come scrive la Lipperini (pag. 34), perché semplici frasi all’apparenza innocue, scelte quotidiane che sembrano insignificanti, per noi e per i nostri figli, possono diventare macigni sulle spalle delle bambine (e dei bambini), perché serie televisive o cartoni che ci fanno ridere o sorridere, passioni infantili per bambole o giochi che osserviamo con condiscendenza, libri che proponiamo convinta siano innocui, veicolano messaggi sessisti di cui bisogna essere consapevoli, per poterne almeno in parte neutralizzare gli effetti

“Strette in una morsa fra un universo femminile che sembra gratificarsi della propria oscenità e un’altra cospicua parte del medesimo che agita lo spettro moralizzatore della censurata, la nuova bambina - che in quel mondo è comunque immersa anche se guarda solo dvd della Disney - ha quantomeno la sensazione di una confusione crescente nel mondo degli adulti.” Pag. 34

Riferendosi a riviste idealmente destinate a bambine di asilo e elementari, l’autrice spiega come siano studiati per attrarre un pubblico sempre più giovane, facendone precocemente consumatori e usando termini e contenuti copiati dalle riviste per adulte, suggerendo alle piccole lettrici come piacere agli altri e , contemporaneamente, con palese ipocrisia, sottolineando la necessità del benessere interiore.

“Comunque, nelle letture destinate alle bambine di oggi c’e qualcosa di peggio rispetto al modello di virtuosa bellezza che da sempre è loro riservato: è l’identificazione del loro destino con lo scopo, ben misero, di impegnarsi per rendersi piacevoli. Il prima possibile.” Pag. 200

Attenzione, però: l’autrice ribadisce più volte come non vada ne’ demonizzato il mezzo (blog, Facebook , chats, TV, videogiochi ecc.) con cui sono veicolati modelli e informazioni, ne’ al contrario idolatrato, come accade ad esempio con i testi scolastici, bensì sia necessario valutare i contenuti di volta in volta proposti.

Il pericolo maggiore, infatti, è quello di cercare, ancora una volta, facili capi espiatori, anziché assumersi le proprie responsabilità o svolgere un faticoso lavoro di critica e scelta quotidiana.

A conferma, dati recenti dell’Istat ribadiscono che ‘le attività di pulizia e riordino della casa, e quelle relative alla preparazione dei pasti, risultano di competenza quasi esclusivamente femminile (il  90 % delle ore dedicate a queste attività è svolto dalle donne).’ E all'impegno domestico va sommato quell’insieme di oneri che abitualmente non vengono conteggiati, e che Pruna elenca ricordando che in termini economici, secondo uno studio americano, valgono 110.000 euro l’anno. Lo stipendio di un dirigente d’azienda.” Pag. 48

Non manca neppure un’analisi dei problemi alimentari che affliggono sempre più adolescenti e giovanissime, con riferimenti a studi e testi sull’argomento.

Le bambine perfette, sognate da madri rese ansiose dalla nuova implacabile spinta verso l’antico destino di specie (senza che abbiano potuto sperimentare altro fino in fondo), si ribellano.
Anche i bambini, certo. Solo che, ricordano Grimaldi e Urciuoli, i maschi tendono ad agire e a spostare all’esterno il proprio disagio; le femmine sono più portate a indirizzarlo verso l’interno e a focalizzarlo sul proprio corpo. Come è stato suggerito loro da quando sono nate.
In più, il corpo femminile è diventato centrale nella nostra società, e sulle bambine pesa ‘un atteggiamento di giudizio che automaticamente lega il corpo al valore della persona: le ragazze belle sono quelle che hanno successo.’…. Tutto questo è semplicemente troppo. I nuovi adolescenti, scrivono i due psicologi, non hanno più paura di sbagliare eni comportamenti, bensi di non essere all’altezza di quel che viene loro chiesto da quando ricevono in dono la prima Palestrina multisensoriale:’La cosa fondamentale per i giovani adulti di oggi è essere in grado di affrontare brillantemente ogni situazione, offrire sempre un’ottima prestazione e soprattutto concluderla con successo.’ 
E dal momento che sin dall’infanzia sono soprattutto le bambine a essere ingabbiate nell’imperativo della capacità e della diligenza, molte di loro, drammaticamente, si rifiutano.” Pag. 261

In sintesi, un saggio  che merita di essere letto, riletto, meditato.

Questo è il mio consiglio di lettura per il venerdì del libro.


venerdì 4 maggio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: Sophie Kinsella

                                      
"La mia vita non proprio perfetta"
&
"Sorprendimi!"  


di Sophie Kinsella
  
Se c'è un modus operandi nel mio modo di leggere, è certamente l'alternanza tra romanzi di svago, romanzi di spionaggio o legal thriller e biografie/autobiografie, specialmente legate alla montagna o allo sport.
Questo venerdì vi consiglio due romanzi di Sophie KLinsella, conosciuta come l'autrice di "I love shopping" ed altri titoli della stessa serie, che non mi sono piaciuti.
Io apprezzo molto, invece, per i restanti suoi romanzi, di cui infatti scrivo sovente.

Perchè mi piace? Perchè la sua scrittura consente di "staccare" ed evadere, ridere e sorridere, però non in modo frivolo.
L'umorismo e le situazioni esagerate vissute dalle protagoniste, infatti, nascondono sempre, a mio parere, una satira feroce della società attuale, con le sue manie, le sue contraddizioni, le sue mode e i suoi problemi, che siano lo sfrenato consumismo, l'incapacità di intrattenere relazioni durature soddisfacenti, le difficoltà lavorative, i disturbi alimentari o il conflitto intergenerazionale, l'ossessione per il "naturale" e "biologico" ecc.
La scrittura fluida e ironica consente dunque di riflettere, se lo si desidera, e lascia un certo retrogusto amaro, senza però mai deprimere, perchè a trionfare, alla fine, sono sempre l'intraprendenza, l'autenticità e l'amore.

Nel primo di questi romanzi, una ragazza di campagna che vuole diventare una londinese doc in carriera nel mondo del marketing, racconta la sua difficile vita in un ufficio di serpi velenose, capi isterici, appartamenti condivisi, difficioltà economiche e  pendolarismo "da battaglia", fino alla svolta obbligata: il ritorno nel verde del Somerset e un'idea imprenditoriale da sviluppare con successo, tenendo presente quello che piace ai "cittadini".
Ovvero, come ci diciamo sempre anche io e l'Alpmarito osservando i turisti della montagna: avere l'illusione di essere a contatto con la natura ed una vita semplice, rigorosamente "bio", senza rinunciare davvero a nessun dei "comfort" della città, dalla connessione wi-fi alle docce calde, dalla pulizia al cibo preferito. Il tutto sentendosi parte di una élite privilegiata.
Le disavventure della protagonista la porteranno, in realtà, al successo ed all'amore ma solo grazie alla sua intraprendenza e tenacia (e questo non è banale).

Il secondo romanzo invece, prende spunto da una visita medica di routine, affrontata da una coppia proprio nel giorno del loro anniversario di matrimonio.
Il verdetto è più che positivo: spettano loro altri 68 anni di buona salute, tenuto conto delle statistiche.
Fantastico! O no?!? 
Di colpo la prospettiva appare noiosa a Dan e Sylvie, genitori di due gemelle, lavoratori e coppia consolidata, che decidono di correre ai ripari inventandosi delle "sorprese" reciproche per vivacizzare la vita matrimoniale.
Peccato che, rompendo gli equilibri, saranno loro a restare sorpresi (e non in positivo), da incomprensioni e segreti a lungo taciuti.
Servirà aprire davvero gli occhi, andando oltre le immagini idealizzate dei familiari e del coniuge, costruite nel tempo, per ritrovare unità ed un rapporto davvero autentico.

Buone letture!!!

Con questo post partecipo all'appuntamento del venerdi del libro di Home Made Mamma.



 

venerdì 27 aprile 2018

Le letture del ricciolino biondo: i classici dell'antichità per bambini


"Odissea. I viaggi di Ulisse" di Omero, illustrazioni di Tony Wolf, ed. Dami, Giunti Editore, 2007

44 pagine arricchite dalle allegre ed inconfondibili illustrazioni di Tony Wolf, che raccontano il viaggio di Ulisse in nove capitoli, di cui sono protagonisti i personaggi di Omero rappresentanti da aninali: Odiesso e sua moglie, non a ncaso astute volpi, i proci, ovviamente porci, Eumeo, il fedele servitore e così via. 


Un libro che ben riassume gli episodi salienti del viaggio dell'eroe, da un breve riassunto dell'antefatto (la guerra di Troia): lo sbarco nel paese dei Lotofagi, il famossissmo inganno al ciclope Polifemo, la trasformazione in maiali dei marinari sull'isola della maga Circe, le sirenem Scilla e Cariddi, il naufragio sull'isola dei Feaci e l'incontro con Nausicaa ed, infine, il ritorno a casa, il ricongiugimento familiare e la vendetta contro i Proci.
Il ricciolino si è appassionato moltissimo alle avventure di Ulisse che, a distanza di milenni, ancora incantano i lettori.
A mio parere perfetto dai 5 anni.

Terminata la lettura, al ricciolino è sorta la curiosità di scoprire la storia della guerra di Troia, l'Iliade, e poi approfondire il racconto dell'inganno del cavallo di Troia, ordito da Odisseo ( o Ulisse che dir si voglia), tramite due libri diversi:

"Iliade. La guerra di Troia" di Omero, illustrazioni di Libico Maraja, ed. Dami, Giudnti Editore, collana "Miti Oro" , 2013


Un albo illustrato pensato per bambini più grandicelli, poichè più lungo (77 pagine) e utilizzante un lessico molto ricco e preciso, che però, con qualche spiegazione aggiuntiva, ha conquistato anche il ricciolino.
Il suo magior pregio, a mio parere, sono le illustrazioni particolareggiate e mature e la fedeltà del racconto all'originale, pur nella sintesi richiesta dall'albo illustrato, con suddivisione in canti della narrazione.

Temevo che le battaglie ed i lutti di cui è costellata l'Iliade potessero disturbare il ricciolino o che trovasse strano il continuo intervento divino nelle vicende umane, invece mi sbagliavo: ha ascoltato e gustato la lettura come un bel racconto, chiedendo informazioni e ammirando il coraggio degli eroi omerici, senza stupirsi più di tanto della presenza di dei antropomorfi.
I bambini sanno avere molta più immaginazione e fantasia di noi!

Della stessa serie (comprendente anche altri titoli classici e dal prezzo competitivo , 9,90 Euro) abbiamo preso ora in prestito anche:

"Eneide. Le avventure di Enea" di Virgilio, illsutrazioni di Piero Cattaneo, ed. Dami, Giunti Editore, 2013, collana "Miti Oro", pag. 93.


Confesso che ho voglia anche io di iniziarlo, poichè dei tre poemi quello narrante la storia di Enea, il fondatore di Roma, è quella di cui ho meno memoria e che ricordo, all'epoca dello studio, di aver apprezzato meno.
Chissà se, dunque, la lettura in versione sintetica ed illustrata, saprà farmi venir il desiderio di rileggere il poema e, soprattutto, se piacerà al ricciolino quanto Iliade ed Odissea.

Per approfondire la narrazione dell'inganno del cavallo di Troia, abbiamo trovato questo libro, in edizione economica (8 Euro) e tascabile, dalle illsutrazioni stilizzate (non bellissime, per il mio gusto, ma espressive):

"Il cavallo di Troia", di Sabina Colloredo, ed. EL, collana "Che storia!", aprile 2017


Nonostante il titolo, si tratta in realtà di un riassunto sintetico (77 pagine) dell'intera Iliade: dalla storia di Elena e Paride alla conquista della città da parte dei greci, grazie, appunto, all'astuto trucco di Ulisse del cavallo di Troia.


A mio parere perfetto anche come primo approccio, per invogliare i bambini ad una lettura più approfondita dell'Iliade: la scrittura è infatti piacevole e molto scorrevole, con un lessico adatto anche a bimbi di cinque/sei anni.

Per completare il panirama dei classici dell'antichità, leggiamo, in ordine casuale, anche la versine breve di alcuni miti greci, nella raccolta ricevuta in dono per Natale dal ricciolino già un paio d'anni fa:

"Miti greci per bambini",  
narrati da Heater Amery, illustrati da Libnda Edwards, ed. Usborne


16 storie, dal vaso di Pandora al volo di dedaro e Icaro, dal labirinto di Rero e del Minotaur alla storia di Eco e Narciso alle fatiche di Eracle.
La lunghezza di ciascun mito è perfetta per brevi letture serali, accompagnate da piccole illustrazioni vivaci, con testi su sfondo colorato.


Il formato tascabile lo rende comodo da portare in borsa però, a mio parere, la qualità dei riassunti dei miti lascia un pò a desiderare: alcuni sono comprensibili, altri sono troppo estrapolati dal contesto e brevi per cui, se non si conoscono gli antefatti o la storia dei protagonisti, si fatica a comprenderli.

Cambiando periodo storico ma rimanendo sul classico, al ricciolino è piaciuto molto anche:

"La leggenda di merlino e i cavalieri della tavola rotonda",

illustrato da Tony Wolf, ancora una volta una ed. Dami per Giunti Editore, collana "Pimi classici per i più piccoli", 1998 (ma ne esiste una versione più recente), pag. 44.

 


Come di consueto per gli albi illustrati da Tony Wolf, le illustrazioni sono vivaci, allegre e accattivanmti, i protagonisti animali. La lettura è scorrevole e consente di conoscere la storia re Artu', della spada nella roccia e della tavola rotonda, attraverso la voce narrante di Mago Merlino.




E voi, conoscete altre versioni di classici dell'antichità o avete letture a tema da consigliarci perchè ritenete siano imperdibili?
Il ricciolino (ed io) attende i vostri consigli!

Con questo post, torno con piacere a partecipare all'appuntamento del venerdìdel libro di Paola!