Nick Hornby
Vorrei saper scrivere una recensione che sia insieme
sintetica ed incisiva, che sappia trasmettere tutta la bellezza di questo libro
ed il mio entusiasmo per la sua scoperta.
Vorrei essere capace di spingervi a uscire di casa,
recarvi nella prima libreria che incontrerete sul vostro cammino e comprarlo,
per poi tornare a casa, sedervi su un divano con una tazza di thè o caffè e
leggerlo d’un fiato.
Vorrei, ma non trovo le parole.
Qusto romanzo mi ha lasciato letteralmente senza
parole, ieri sera, quando l’ho finito (dopo tre sere di seguito in cui faticavo
a staccarmi), esattamente come nel 2005, la prima volta che l’ho letto.
Perchè? Perchè è un concentrato di saggezza e
divertimento, umorismo, ironia e tragicità.
Perchè è scritto a quattro voci, quelle dei quattro
protagonisti, spesso in forma volutamente sgrammatica e con tante espressioni
di dubbia finezza (tradotto: è piano di parolacce) ma è vero e sincero, frasco
e rivelatore.
Sembra di esserci davvero, al bar con quei quattro.
E’ la storia di quattro aspiranti suicidi, che nulla
hanno in comune se non l’aver avuto l’idea di suicidarci, tutti e quanti
contemporaneamente e nello stesso modo.
Non temete: non vi deprimerete, semmai il contrario.
Perchè non c’è nulla di scontato nei dialoghi e
nelle riflessioni dei protagonisti, nulla di scontato nella trama della storia.
Perchè immedesimarsi nella altrui infelicità, spesso
è la migliore delle terapie.
Secondo me, è il libro perfetto per quei giorni,
quei momenti, in cui l’umore è a terra o non riuscite a dormire per le
preoccupazioni (non pensate, però, che vi aiuti a prendere sonno!).
“Fino ad allora, buttarsi era sempre stata
una scelta teorica, una via di fuga, il gruzzoletto in banca nel caso di vacche
magre. E poi all’imporovviso, il gruzzolo è sparito...o meglio, non l’avevamo
mai avuto.” (pag. 211).
“E’ forse per la prima volta negli ultimi
mesi ho ammesso giustamente una cosa, una cosa che sapevo che era nascosta
proprio giù, nei miei visceri, o in un angolo del cervello....insomma, dentro a
un posto dove potevo ignorarla. Quello che ho ammesso era: non avevo voglia di
suicidarmi perchè odiavo la vita, ma perchè l’amavo. E il nocciolo della
questione, per me, è che questo è il sentimento di un sacco di gente che pensa
di uccidersi: credo che anche Maureen e Jess e Martin si sentano così. Loro
amano la vita, ma gli è andato tutto a culo completo, ed è per quello che li ho
incontrati, ed è per quello che non ci siamo ancora divisi. Siamo andati sul
tetto perchè non trovavamo anocra la via per tornarci, nella vita, e ritrovarsi tagliati furoi così...bè, cazzo,
capo, è roba che ti distrugge. Quindi non è tanto un gesto di nichilismo,
quanto di disperazione. E’ eutanasia, non omicio.” (pag. 264/265).
ok allora esco :-)
RispondiEliminaBene, mi fa piacere!!!
Eliminae benvenuta!
Ci sei riuscita anche con me! Per la tua appassionata recensione e anche per il fatto che adoro Nick Hornby e questo mi manca ;-)
RispondiEliminaGrazie, è un onore! Questo è il più bello dei tre che ho letto (gli altri due sono "Tutto per una ragazza" e "Come diventare buoni")..mi manca "Alta fedeltà", tu l'hai letto? Se sì, aspetto la tua recensione!
Eliminami mancava...e lo adoro anche io...grazie della dritta
RispondiEliminaGrazie a te di essere passata di qui! Se ti piace l'autore, questo lo troverai di sicuro bellissimo.
Eliminami manca anche a me e corro a vedere se qui ce l'hanno..... grazie per la dritta
RispondiEliminaveronica
Felice di essere stata d'aiuto! Corri, corri!
EliminaLo segno nella lista dei libri da leggere quanto prima :-) passi per le espressioni di dubbia finezza se il contenuto del libro ha un valore!!!
RispondiEliminaPS: Buona festa della mamma, cara :-)