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mercoledì 4 luglio 2018

Ultimamente...tra maggio e giugno

Ultimamente…tra maggio e giugno

Finalmente vacanze!

Ultimamente la stagione di mountain bike  del ricciolino è iniziata e lo ha fatto con il botto: terzo posto al Grand Prix regionale, la sua prima coppa “ufficiale” ed una giornata che, se è stata faticosissima per noi (ore sotto il sole ad attendere, senza un prato o un parco giochi per far giocare i piccoli), è stata però divertentissima per lui e la sua squadra, con cui si sta integrando pian pano.
Naturalmente ci è toccato comprare un’altra bici, perché l’allenamento intensivo le distrugge, ma lui ci ha messo molto del suo, dimostrando di tenerci più di ogni altra cosa.
Segno di un passione forte e bella.

Atleta in gara, in un punto più semplice del percorso. In quelli difficili, ero troppo in asnia per fotografare!
E poi ha partecipato ad un’altra gara, questa volta di corsa, vincendo un bel barattolo di Nutella. Ancora meglio della coppa!

Rimonta in salita

Ristoro post corsa

Ultimamente ho conosciuto dal vivo un'amica blogger e la sua famiglia, visitando con lei (per me di nuovo, ma ne vale sempre la pena) il Forte di Bard e facendo merenda in compagnia. Una giornata perfetta, nonostante la pioggia torrenziale!

Ultimamente è finalmente finita la scuola e, con esse, le corse mattutine. 
Non è che ora si batta la fiacca o si faccia tanto più tardi, anzi.
Però non c’e più l’ansia di quella maledetta campanella, il volto scocciato della maestra all’ingresso.
Il passo si fa più rilassato, i gemelli li accompagniamo in due (io ed il ricciolino) al nido, dove meno educatrici, ma anche meno bambini, permettono due chiacchiere in più al mattino.

I compiti delle vacanze, comunque, li abbiamo già iniziati e sono inflessibile.
Perché non li condivido ma, visto che li hanno dati, si fanno e da subito.
Perché agosto saranno a casa anche i gemelli e, qualche giorno, anche il papà e allora vorrei che fosse solo famiglia e letture, non pagine su pagine da compilare.





Ultimamente il ricciolino si è costruito uno scudo, dopo aver visto un combattimento dal vivo con armi del Medioevo.





C’e’ stata l’ultima riunione dell’anno alla primaria, in cui mi sono morsa la lingua, perché tanto è inutile discutere con chi mai cambierà idea e poi il ricciolino stesso crescerà durante l’estate, dunque come sarà a settembre lo vedremo a settembre.

Pagella peraltro ottima e sono soddisfazioni, soprattutto per lui.

 

 Ultimamente il caldo ha svelato braccine e gambotte dei piccoli...con quelle fossette irresistibilmente tenere, che adoro!



Ultimamente c’e stata la cena in pizzeria con i compagni di classe ed i rispettivi genitori, un’uscita senza gemelli, rimasti a casa con il papà.
Mi sono bevuta una birra media e ho chiacchierato, ma soprattutto ascoltato ed osservato e, anche se sono genitori ancora pressoché sconosciuti, è stata una serata molto piacevole e una buona occasione di socializzazione.

Ultimamente ho ricominciato a praticare yoga regolarmente, seppur con tempi diversi a seconda delle giornate. 
E ho scoperto quanto mi sia mancato, quanto dia dipendenza sentirsi bene, dopo.
Sogno anche di tornare a correre e in piscina, ma le ginocchia scricchiolano ed il tempo manca sempre, quindi niente. 
Per ora.
Cappella tra i monti sopra Tour d'Hereraz

Ultimamente dormo poco, pochissimo.
 Se non sono i denti di una, è la febbre dell’altro, il sonnambulismo del primo, qualche simpatico virus gastrointestinale che non va in vacanza o il mal di schiena, i ciucci che spariscono, inghiottiti dai lettini anche se si illuminano al buio, oppure il pannolino che non tiene.
Il risultato, comunque, è che sono esausta da troppo tempo e non vedo luci in fondo al tunnel.
Cerco di vivere alla giornata, combattendo il sonno, aggravato dagli antistaminici, a suon di caffè e sequenze di yoga energizzanti.


Ultimamente abbiamo grigliata carne nel giardino di amici, in una domenica di sole e relax. Poi abbiamo passeggiato insieme nel bosco, in montagna.
 Ed è stato veramente bello, per noi e per i bambini.




Ci siamo persi la festa della birra di San Giovanni, a Gressoney. Lo scorso anno perché stavo partorendo, questo perché i bambini erano ko.
Non resta che sperare nel prossimo giugno.

Ultimamente la mia nipotina più grande ha festeggiato la cresima, ha sostenuto l’esame di terza media e  conquistato un podio ad una gara di equitazione.
E a me vederla crescere così, allegra, buona e serena, fa bene al cuore.
Peraltro un’altra nipotina ha finito le elementari, la terza la scuola materna.
Il quarto nipote, invece, è elettrizzato da un torneo di calcio, la sua passione, in cui pare la sua squadra abbia sbaragliato.
Piccoli grandi traguardi.
Ultimamente ci sono state riunioni, giornate a porte aperte e festa di fine anno al nido dei gemelli. Esperienze fantastiche, davvero, di cui parlerò.

Ultimamente lavoro di nuovo parecchio, seppur con una sorta di part time obbligato. Ma va bene così.

Ultimamente la mia principessa ha imparato a mangiare da sola, di tutto, a pezzetti. Mangia con le mani, dal suo piattino. 
Dopo, è indispensabile il bagnetto per lei ed il lavaggio di pavimento per la cucina (e non solo) però vederla mangiare di gusto, così, è emozionante, oltre che un’altra tappa verso l’indipendenza.
Ultimamente sarebbe stato il compleanno di mio nonno, che manca ormai da troppi anni, senza che il dolore sia svanito.

Ultimamente i piccoletto hanno iniziato a pronunciare bene “Mamma” e “Papà”, qualche volta anche “Nonna” e fanno “no” con la testa; entrambi bevono dal bicchiere con il beccuccio e la principessa ha mosso i suoi primi passi autonomi sabato scorso.
Poi non ha più replicato, ma ormai il momento è vicino per entrambi.

Ultimamente, una domenica, ho praticato yoga al Forte di Bard, all’aperto, con mia madre nel tappetino accanto, guidata da due diverse brave maestre: un’ora di torsioni ed una di aperture, con stili diverse ma ugualmente efficaci.
Ne avevo bisogno davvero ed è stata una esperienza molto gratificante, che spero di ripetere il prossimo anno.



Ultimamente abbiamo festeggiato il primo compleanno dei gemelli, in famiglia, con una millefoglie per due e pasticcini, che i piccoli hanno mostrato di apprezzare molto.
Già un anno, eppure, per molti versi, solo un anno.

36 anni con una buona meringata!
Ultimamente abbiamo festeggiato anche il mio, di compleanno.
In sordina, come accade ormai da anni. Però almeno con la meringata che mi piace tanto, che lo scorso anno era mancata, visto che non ero riuscita ad andare a prendermela.
E sono già 36, con due figli in più e un crociato anteriore in meno.
Io, comunque, non me lo sento addosso.

Ultimamente siamo stati al compleanno dei figli di una cara amica, in giardino. I bambini si sono divertiti molto e io ho potuto finalmente stare un po' con lei.
Perché alla fine, sono sempre gli affetti ad essere sacrificati dalla routine infernale della settimana. E non è giusto.

Ultimamente la piccola principessa e il ricciolino sono sempre più uniti, complici ed affettuosi
E lui rimane un fantastico fratello maggiore, anche se qualche volta ne combina qualcuna delle sue per ottenere attenzioni esclusive.
 
Fratello e sorella


Ti porto io in bici, sorellina!

Tutto questo tra maggio e giugno.


lunedì 18 giugno 2018

Il Museo delle Alpi e l'amicizia che da virtuale diventa reale

delle tante mostre ed eventi che ha ospitato e ospita, del suo essere una straordinaria fortezza da cui si gode di una splendida vista e della sua scenografica presenza che domina la bassa Valle D'Aosta, ho già scritto.



Così come ho scritto del suo essere diventato un polo museale importante, che attrae migliaia di 

 e turisti ogni anno.
Non credo di aver mai spiegato, però, che una delle esposizioni che contiene in via permanente è il Museo delle Alpi.
Un museo che consente un viaggio virtuale nel cuore delle 
Alpi, con uno sguardo che spazia dal paesaggio, alla fauna, alle spiegazioni geologiche, alla storia dell'alpinismo, alla etnografia.
Gli spazi espositivi comprendono abiti e costumi, ambientazioni, oggetti di uso quotidiano del passato, illustrazioni, video, fotografie e, ovviamente, scritti didascalici, nonché un separato percorso dedicato a bambini (non piccolissimi con i gemelli, direi dai 5/6 anni) e ragazzi, pensato per far loro provare la sensazione di salire 
in montagna in cordata ("Le Alpi dei ragazzi").




Un museo che si può visitare in un'ora/un'ora e mezza con i bambini più piccoli, ma anche dedicando più di due ore se si ha la pazienza di leggere e guardare per intero i video e che, a mio parere, costituisce davvero un tassello irrinunciabile di un viaggio in Valle D'Aosta (oltre che una meta perfetta per le giornate di brutto tempo).


Parimenti suggestiva è la passeggiate nel borgo di Bard e la salita pedonale al Forte, lungo la vecchia carrozzabile, sia per il panorama di cui si gode, sia per l'aria fresca, sia per il vecchio bivacco "Giuseppe Lampugnani", che dopo anni (dal 1939 al 2011) di onorato servizio sul Bianco, a 3860 mt di quota, è stato pensionato ed installato su una delle lastre di roccia su cui è costruito il Forte (da poco, nei pressi del bivacco, hanno anche aggiunto un paio di tavoli in legno per una zona pic nic nel verde sotto le mura).

Se poi la visita avviene in compagnia di amici speciali, tanto meglio!
Noi, ormai troppe settimane fa, ci siamo stati nuovamente con una blogger che seguo da tempo e con cui sentivo un feeling che la nostra conoscenza dal vivo ha confermato: Elisabetta e la sua bella famiglia!

I nostri bimbi grandi si sono trovati e hanno iniziato a chiacchierare ed esplorare il museo senza particolari timidezze ma tutti e tre i bimbi (forse dovrei dire cinque, visto che i gemelli non si sono certo lamentati!) si sono divertiti un mondo soprattutto nel tragitto di salita e discesa dal Forte.
Si', perché abbiamo beccato un vero diluvio, con il classico vento freddo e forte della zona. 
Purtroppo un paio degli ascensori panoramici sono stati messi fuori uso dall'acqua (il che non è accettabile - detto per inciso- stante le risorse umane ed economiche di cui dispone il Forte, che dunque dovrebbe saper gestire queste avversità con una pronta riparazione) e quindi ci è toccato scendere a piedi, con il passeggino gemellare.
Ci siamo raffreddati ed inzuppati fino al midollo ma la merenda a casa spero abbia un po' ristorato i nostri ospiti e, soprattutto, "l'avventura" ha estasiato i bambini, quasi quasi felici della "tempesta"!

Ecco, è stata una di quelle giornate in cui ti accorgi che le amicizie virtuali possono essere potentissime e che il web è uno strumento di incontro formidabile...a cui far seguire un abbraccio dal "vivo"!
Come al solito, ho innondato di parole www.elisabettagrafica.blogspot.itElisabetta e suo marito e non sono stata una perfetta padrona di casa, perché troppo presa dalla conversazione....spero però che lei abbia capito che sono stata felicissima della loro visita e che la porta di casa nostra è sempre aperta.

Grazie Elisabetta per la giornata che avete reso felice nonostante il brutto tempo!!!

P.s. Non ho foto del nostro incontro e della visita al museo, perché eravamo tutti troppo impegnati a conoscerci, chiacchierare e...bagnarci!

Le immagini che vedete, dunque, sono state scattate in altre occasioni.

giovedì 1 febbraio 2018

L'importanza di "sentirsi a casa" e di gesti e parole gentili

L’importanza di “sentirsi  a casa”

Sono cresciuta in una cittadina di provincia e ormai da molti anni vivo in un paesino, ad una ventina di chilometri di distanza dalla mia cittadina di origine.
Nel tempo, soprattutto grazie alla nascita del ricciolino ed al suo percorso scolastico, mi sono creata una rete di conoscenze e amicizie in zona, pur mantenendo alcuni degli “amici di prima”.

Questo luogo ha i suoi difetti, così come ne aveva la mia cittadina di origine e come credo abbia ogni luogo al mondo, tuttavia mai come nell’ultimo anno appena trascorso, ho capito quanto sia stata fortunata a incontrare qui, sul mio cammino, persone meravigliose e generose come quelle che ci sono state vicino.
Mamme e  papà di amichetti e compagni di scuola del ricciolino, ma anche maestre, educatrici, amici, che nell’ultimo periodo di gravidanza e dopo il parto, ci hanno telefonato, mandato messaggi, sono venuti a trovarci, ci hanno portato regali, cibo, invitato a cena e dato aiuto concreto, anche facendo divertire il ricciolino o, più semplicemente, facendomi percepire il loro l'interessamento ed il loro calore.

Loro sono stati più efficaci di una medicina.

Il ricovero pre parto in ospedale è stato pesante e improvviso ma, in quel momento, ero talmente preoccupata per la salute dei piccoli e per i problemi logistici da affrontare, che non avevo neppure molta voglia di parlare. 
Il mio ricovero post parto ed il periodo di TIN del mio orsetto, per quanto breve, è stato devastante, fisicamente e psicologicamente. 
Avevo solo voglia di piangere e di sfogarmi, un po' per il fisiologico calo di ormoni, un po' per le fortissime emozioni che dovevo in qualche modo esternare ed elaborare, un po’ per la paura del piccolo in TIN, non ultimo per la nostalgia per il ricciolino, per la stanchezza già accumulata e che continuava ad aumentare, per le difficoltà di organizzazione ecc.
In ospedale, poi, non c’era alcun modo di avere un po’ di privacy e io non riuscivo a parlare o piangere dinnanzi a tutte quelle persone estranee che, o stavano lavorando, o erano a loro volta alle prese con le loro emozioni, positive e negative e certo non avevano voglia di ascoltare/ vedere le mie
Un giorno ho avuto occasione di parlare con la psicologa di supporto dei genitori dei piccoli in  TIN e le ho detto che dopo tre settimane in quello ospedale, in una città che non era la mia, con il caldo assurdo di quei giorni ed il ricciolino lontano, sentivo che sarei stata meglio e avrei ritrovato le forze solo tornando a casa.
Lei mi ha detto che non sarebbe stato così facile.

Perché non sapeva, non poteva sapere, quel che avrei trovato a casa.

Non è stato facile, certo. 
Non lo è ancora e ancora so di non aver “digerito” tutto quel che abbiamo affrontato nell’ultimo periodo (non parlo solo di eventi negativi, eh, anche le forti emozioni felici!) e la stanchezza non ci ha mai abbandonato e spesso sembra sopraffarmi.
Anche perché nuovi contrattempi e problemi di salute continuano a sorprenderci e sfiancarci.
Però.

Mi hanno dimessa di venerdì, primo pomeriggio. 
Era l’ultimo giorno di scuola materna del ricciolino e noi siamo arrivati a prenderlo, direttamente dall’ospedale, nell’ultima mezz'ora utile, con la sua sorellina (orsetto era ancora ricoverato in TIN).
La sera stessa, siamo stati a vedere il ricciolino e gli altri bimbi al concerto di percussioni organizzato dalla scuola.
Ero dimagrita, mal messa e stravolta, ma mi sono sentita a casa, euforica di essere con il ricciolino, di poter salutare le maestre al termine del bellissimo percorso scolastico e, soprattutto, ho sentito la forza dell’affetto sincero di tante persone non appartenenti alla cerchia familiare e da cui non mi aspettavo tanta attenzione.
E ho continuato a sentirlo nei giorni e nei mesi successivi.
Così come ho sentito forte e chiara la vicinanza di tante amiche virtuali conosciute tramite questo piccolo spazio in rete.

E niente, avevo ragione: mi sono sentita subito meglio e più forte.
Non so se è quando sarò in grado di ricambiare e se sono stata capace di far sentire la mia gratitudine agli amici ed ai conoscenti per ciò che hanno fatto per me, per noi.
Non so se il cerchio di affetto che ci ha circondati sia dipeso da luogo in cui viviamo, dal nostro stile di vita e da quello delle persone che frequentiamo, o da semplice fortuna o se sia sempre così.

Però so che non dimenticherò e non finirò mai di essere riconoscente per chi ci ha aiutato e per tutti quelli hanno avuto per noi gesti gentili e parole di incoraggiamento ed affetto.

giovedì 18 maggio 2017

Piccole grandi gioie

Piccole, grandi gioie della vita. 
Rigorosamente NON in ordine di importanza:

1) il messaggio via web di un'amica ormai expat da anni, incinta come me ma di una settimana in meno, che chiede come va e ti aggiorna e si aggiorna sulle reciproce ecografie del terzo trimestre;

2) la telefonata di una cugina che abita dall'altra parte del Nord Italia, ma è come se fosse qui, che arriva puntuale per sapere come è andata la suddetta eco; e poi io richiamo per sapere come è andata la prima comunione della sua bimba;

3) le e-mail di altre due amiche, che si informano su come sto e sull'andamento della gravidanza. Ed è subito scambio di foto e chiacchere virtuali;

4) un pacco che giunge a sopresa, con una lettera di accompagnamento che mi commuove e tanti pensierini fatti con il cuore (e le mani), da un'amica "virtuale". E mi scopro a pensare che sono questi gesti spontanei e generosi a rendere una persona speciale ed a illuminare la tua vita;

5) vestitini e body che tornano a riempiere la cassettiera, culle che oltrepassano di nuovo la porta di casa, offerte di prestiti di ovetto, abbigliamento ecc. che piovano da ogni dove, generosamente;

6) una udienza che mi aveva tolto il sonno che va bene;

7) un pranzo fuori con un'amica d'infanzia, a metà settimana. Un'ora e trenta che vola chiaccherando e che, dopo, mi fa sorridere e canticchiare per tutto il pomeriggio;

8) una merenda in tardo pomeriggio con gelato in giardino, al sole, con il ricciolino che gioca con amichetto e sorella e noi mamme che parliamo e ci rilassiamo. E l'ora di cena arriva in un lampo;

9) i sandali di nuovo ai piedi. E non importa se questi ultimi non sono perfetti e non ho messo lo smalto. Basta poterli portare;

10) i movimenti dei miei due fagiolini, frequenti e forti, che mi ricordano che loro ci sono. E mi rassicurano (e va bene così, anche se spesso mi svegliano);

11) il ricciolino biondo, con la sua divisa, quella della squadra di bici. Felice.



lunedì 31 ottobre 2016

#Scintille di gioia (nonché "bignami" degli ultimi tempi) n. 5

La settimana appena trascorsa è stata ricca di impegni, pregna di stress e piena di lavoro ma anche di tanti piccoli momenti di soddisfazione e gioia.

Foto Di

Per ricordarli, oggi partecipo all'iniziativa "scintille di gioia" di Silvia.

Ecco le mie scintille:

1. Soddisfazioni sportive. Domenica scorsa ho partecipato ad una gara di corsa di quasi novembre chilometri per beneficienza. Nonostante fossi molto raffreddata, sono riuscita a correre con un tempo molto migliore al mio solito per i primi sei chilometri e, nonostante gli ultimi due, anche a causa di una salita e dell'allegria, abbia dovuto rallentare, sono stata molto soddisfatta di avercela fatta. E poi ho corso con mio padre a fianco per gran parte della gara (era lui a "tirarmi") e condividere una passione con lui mi ha fatto bene.

In palestra di roccia, tra lo scorso venerdì equello appena trascorso, ho chiuso i miei primi boulder verdi della stagione. Probabilmente solo chi arrampica può comprendere ma vi assicuro che vedere che l'impegno costante, seppur limitato ad una volta alla settimana, da i sui frutti, regala una gioia intensa. In più, condivido questi appuntamenti in palestra con l'Alpmarito, il ricciolino biondo, che intanto arrampica a e gioca spensierato, e degli amici. È questo è il massimo

Sempre sul fronte sportivo, i miei tempi nella corsa finalmente migliorano, anche aggiungendo ogni tanto qualche chilometro. Ed è una bella sensazione.

E poi abbiamo pedalato, tutti e tre insieme, in mezzo ai prati e le sterrate, tra le foglie tinte di giallo ed arancione ed i ricci e l'umidità della terra d'autunno, con il sole caldo ad indorare il paesaggio.

2. Gioie materne. Abbiamo riesumato dalla cantina della nonna uno scatolone di Lego "da grandi" appartenuto a me ed ai miei fratelli e io ed il ricciolino biondo abbiamo passato delle ore intense nel ricostruire tante piccole creazioni "vintage". Un ritorno all'infanzia, tra i ricordi, ed un momento di gioco divertente con il mio bambino che mi piace tantissimo (anche perché mi permette di evitare per un po' gli scontri con le macchinine e le battaglie tra supereroi!)

 

3. Piaceri culinari. E' stata una settimana all'insegna del buon cibo e del buon vino. Il che non va tanto bene. Considerando che la linea influisce un po' sulle prestazioni di cui al punto 1 però, ogni tanto, va bene così!

Abbiamo mangiato dei buonissimi pizzoccheri con cavolo e patate al forno da una coppia di amici, innaffiandolo con vino e chiacchiere, ho cucinato e gustato le prime vellutate di zucca della stagione con il ricciolino biondo e sperimentato una vellutata di cavolfiore e patate che ci è piaciuta moltissimo e che rifaremo presto.

Abbiamo partecipato ad un'altra festa di compleanno di un amichetti del ricciolino, tra patatine e piacevoli chiacchiere, ed avuto amici a cena per una bella polenta (con vino e spazzatino, ovviamente).

Insomma, bagordi.

E poi, soprattutto, ho festeggiato il giorno dei morti (seppur in anticipo, visto che oggi è domani io e l'Alpmarito abbiamo anche da lavorare e lui sarà via) in famiglia, con la fantastica e tradizionale zuppa di cavoli di mia nonna!

Un gusto che non si può descrivere!

Ah, quasi dimenticavo: l'Alpmarito è stato con noi un intero fine settimana! Evento che non si verificava più dalle vacanze estive e dunque degno di nota.

E voi? Avete vissuto Scintille di Gioia?

Se volete partecipare, le regole, tratte dal blog di Silvia, sono queste:

Come fare?

1- utilizzando l'hastag #scintilledigioia condividete con una foto su Instagram, Facebook, Twitter e/o un post sul blog tre momenti felici vissuti la settimana precedente;

2-nominate il mio blog e date le istruzioni su come partecipare;

3- invitate chi volete a partecipare a questo bellissimo gioco;

4- inviatemi i vostri momenti felici alla mail fiorellinosn@gmail.com mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che io non me ne perda nemmeno uno!

 

martedì 9 agosto 2016

#Scintille di gioia 09.08.2016






Oggi, anche se in ritardo, vorrei raccontarvi le mie "scintille di gioia", momenti felici vissuti la settimana precedente.
Ne ho bisogno perchè ieri "ho vinto un altro giro di antibiotici".
Eh sì, l'08 agosto sono riuscita a prendermi l'ennesima tonsillite.
Avendo da lavorare e ricevere, ieri ho retto in ufficio tutto il giorno, ritrovandomi la sera con 39 di febbre e dovendo stare a letto oggi, mentre mio figlio è al lago con la nonna (per fortuna per lui).

 
Ripensare ai momenti felici trascorsi nell'ultima settimana è quindi la migliore medicina:
 
1. l'arrampicata. Siamo stati ad arrampicare una sera dopo l'uscita dal centro estivo del ricciolino biondo, l'unico giorno in cui c'era anche l'Alpmarito ed è stata una bellissima serata di svago estiva, che ha reso una giornata "ordinaria" speciale, per noi e per il ricciolino stesso. E poi ci siamo stati di domenica, approfittandone per stare con i nostri amici e fare un pic-nic in loro compagnia, lasciando giocare i bimbi;
 

 
2.  Le feste di compleanno. Abbiamo festeggiato due compleanni, quello di mia madre e quello di un amichetto del ricciolino dai tempi del nido. Nel primo caso, siamo stati a cena da lei, finalmente, dopo tanto tempo, tutti e tre noi fratelli insieme; nel secondo, c'è stata una allegra festa al giardinetto pubblico, con tiro alla fune, ruba bandiera e corse...semplicissimo, all'aria aperta e per questo divertentissimo per i bambini. Per noi è stato piacevole poter chiaccherare con genitori con cui ormai c'è una bella sintonia;

3. La gita a Leolandia. Siamo stati a Leolandia, per accontentare il ricciolino biondo che lo ciedeva dalla scorsa estate: entrati alle 10, siamo usciti alle 19.30, esausti ma felici. 
La gioia del ricciolino penso sia facile da immaginare, anche perchè questa  era anche in compagnia di una sua amichetta, cosa che ha consentito a noi di stare con i suoi genitori, con i quali andiamo molto d'accordo, trascorrendo una bellissima giornata.
In questa occasione, poi, a differenza della precedente (di cui ho raccontato qui), abbiamo visto anche acquario e rettilario e lo spettacolo di Masha e Orso (che però ha un pò deluso i bimbi, forse a quattro anni troppo grandi per il tipo di spettacolino).
Per la gioia di mio figlio, avendo ormai superato i 105 cm di altezza (105,5 senza scarpe), ha potuto fare TUTTE le attrazioni del parco, tranne tre (che richiedono i 120 cm) e quindi anche tutte quelle che la volta precedente gli erano precluse (comunque poche rispetto al numero totale). Ne era soddisfattissimo perche si è sentito "grande"!
 




Purtroppo, però, credo sia stato il continuo bagnarsi e asciugarsi, sole e acqua di Leolandia ad avermi dato il colpo di grazia.
O forse è solo la stanchezza accumulata!
 
"Scintille di gioia" è una bella iniziativa di Silvia, del blog "Scintille di gioia", appunto.
 
Se volete partecipare, le regole del gioco sono queste:
Come fare?
1- utilizzando l'hastag #scintilledigioia condividete con una foto su Instagram, Facebook, Twitter e/o un post sul blog tre momenti felici vissuti la settimana precedente;
2-nominate il mio blog e date le istruzioni su come partecipare;
3- invitate chi volete a partecipare a questo bellissimo gioco;
4- inviatemi i vostri momenti felici alla mail fiorellinosn@gmail.com mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che io non me ne perda nemmeno uno!

mercoledì 13 luglio 2016

La voglia di stare insieme agli amici "storici" e la falesia di Pontey

Quando si terminano gli studi, si inizia a lavorare e poi magari si va a convivere o ci si sposa, spesso si perdono degli amici e dei conoscenti per strada.
Non è questione di volontà o di affetto, è questione di orari, abitudini, necessità, distanze fisiche che cambiano.
Quando si diventa genitori, poi, se ne vanno un'altro buon numero di amici e conoscenti.
Perchè diventa difficile fare un discorso, anche telefonico, senza mille interruzioni, perchè ai bisogni ed orari del proprio figlio si sommano quelli, ovviamente mai coincidenti, dei figli degli altri, perchè certe attività che si facevano insieme non si prestano ad essere fatte con i bambini, degli uni o degli altri o di entrambi.
Cosi' le occasioni di incontro si diradano e, unendoci anche gli inevitabili imprevisti (dalla varicella al mal di denti, all'influenza alle feste di compleanno o agli impegni sportivi ecc. ecc.), finisce che si è già soddisfatti se ci si riesce a vedere una o due volte all'anno.

Secondo me, allora, bisogna cercare di venirsi incontro. Continuare a tentare con inviti e proposte e sperare che anche gli altri facciano lo stesso con noi, anche se abbaimo dovuto rifiutare tre volte di seguito.
Capita, allora, di organizzare di andare ad arrampicare in una falesia vicino a casa di amici, che cosi' magari ci si riesce ad incontrare, anche solo per un caffè e due chiacchere.




E' quello che abbiamo fatto andando alla falesia di Pontey (AO), al Mont Chaillon, che tra l'altro è perfetta per le famigliole, sia per la comodità e sicurezza dell'accesso, sia per il livello di difficoltà dei monotiri.


Infatti, parcheggiata l'auto lungo la strada, superato l'abitato di Pontey (autostrada A5, uscita Chatillon), basta scendere 5 minuti per un sentiero tra gli alberi (da imboccarsi nei pressi del piccolo cartello che indica la falesia) per arrivare ad un'ampia radura, con tavolo per pic nic e il prato per sedersi e/o giocare, tra un monotiro e l'altro, senza particolari pericoli, per giunta potendo godere dell'ombra poichè, nonostante l'esposizione a sud, Pontey è posta sul lato nord della valle.


Ci sono una quindicina di monotiri, dal 3c, i primi due sulla sinistra, perfetti per i bambini ("zig zag" e "la placca della lucertola")  al 6a+ ("la pancia"). I gradi secondo me sono giusti, con prevalenza di quarti (dal 4 a al 4c), due 5a, un 5b (la quarta via da sinistra) e un 5 c (il secondo e ultimo tiro della terza via da sinistra, sotto 3c), tutti piuttosto corti (sui 15 metri) la roccia è molto bucherellata in alcune zone e placca appaggiata in altre e a me piace molto soprattutto perchè è un posto molto tranquillo.


 
Insomma, perfetto per i principianti e per le prime uscite dopo l'inverno!
N.B. Meglio indossare il casco o stare lontani dalla base della parete sotto le prime vie a destra, che "scaricavano" un po' di sassolini.

Nel nostro caso, è stato bellissimo far provare a scalare anche il figlio dei nostri amici, coscritto del nostro, osservarlo muovere i primi passi sulla roccia e vederlo felice e soddisfatto.




Solo un paio d'ore insieme, perchè loro potevano solo appena dopo pranzo e noi il pomeriggio dovevamo correre ad una comunione, ma ne è valsa la pena, nell'attesa di vedersi con piu' tranquillità in altre occasioni o di tornare ad arrampicare a Pontey senza l'incalzare dell'orologio!

p.s. Se non conoscete l'arrampicata e siete curiosi di saperne di piu' su "come funziona", provate a leggere la mia piccola guida.

E a voi, capita mai di rincorrere e/o farvi rincorrere dagli amici, pur di vederli? Quante volte al'ano riuscite a vedere gli stessi amici?E' cambiato il vostro rapporto con loro?

domenica 3 gennaio 2016

Capodanno semplice

Ormai da anni, il nostro tradizionale capodanno in due e' una cena con un gruppo di amici, a casa di una coppia di essi, in mezzo alla neve.

In origine, andavamo in quota, il piatto forte era la burguignonne, accompagnata da una adeguata quantità di vino, con i botti della mezzanotte, su cui non ci risparmiavamo.

Poi arrivarono i primi bimbi e i cani, la bourguignonne fu sostituita da piatti preparati da ciascuna coppia è portato in loco, per evitare incidenti ai piccoli, la quantità di botti diminuì e pure l'alcol, almeno per le mamme (a cui poi toccava guidare per tornare a casa).

Qualche volta, visto l'alto tasso di neonati, alla mezzanotte arrivammo a stento, mezzi addormentati sul divano.

Da allora, il numero di bimbi e' sempre aumentato, il piacere di stare insieme e' rimasto invariato.

Quest'anno, però, noi abbiamo dovuto abbandonare, perché la mia tosse/raffreddore non accenna a passare, nonostante antibiotici, aerosol, cortisonici, mucolitici e sedativi presi in quantità da ormai tre settimane. E siccome nel gruppo e' arrivata da poco più di venti giorni una nuova piccolina, proprio non potevo correre il rischio di attaccarle non meglio identificati virus e batteri.

Così abbiamo improvvisato una pizza con altri amici e la loro bambina, a casa.

Ed è stato un benvenuto al 2016 semplice, sereno, allegro e gioioso.

Il ricciolino biondo entusiasta, tra balli sfrenati, travestimenti e giochi, l'atmosfera giusta.

 

E io non avrei voluto essere da nessuna altra parte.

Solo, tutti noi avremmo preferito un countdown sulle reti Rai e Mediaset, che abbiamo acceso dieci minuti prima della mezzanotte, decente, al posto dei soliti ormai vecchi cantanti italiani e delle loro canzoni, peraltro spesso in dialetto, anziché nella lingua nazionale....decisamente un'immagine dell'Italia di cui non vado fiera e in cui nessuno di noi si è riconosciuto: che tristezza!

Le recite improvvisate dei nostri bimbi, per fortuna, ci hanno salvato!

BUON 2016!

 

P.s. E voi avete visto la TV? Cosa avete pensato di quei programmi?