“Biberon al pimbo” di Maria Cristina
Saccuman, Sironi Editore
Un
saggio breve (190 pag.) ma denso: di informazioni, suggerimenti, dati,
spiegazioni scientifiche, eventi reali, storie vere.
Non
posso che condividere le conclusioni dell’autrice: una volta che si sa, è
impossibile fingere ignorare.
E
questo libro insegna molto, troppo per essere riassunto in poche righe.
Eppure
vorrei che lo leggeste, che tutti lo leggessero, genitori e non, nonni e non,
per proteggere proprio i più deboli e indifesi, i bambini, i figli nostri e
altrui, e le donne in gravidanza.
Perchè,
come scrive la Dott.ssa Saccuman
a pag. 188: “E’ impossibile separare la
loro salute da quella dell’ambiente che li circonda. Impossibile isolarli in
una zona protetta. Non ci si salva da soli, e non si salva solo il proprio
bambino”.
Il
saggio è diviso in capitoli, dedicati ognuno ad una fonte di inquinamento: il
piombo, l’argento liquido, gli organici persistenti (POP e PCB), particolato,
carbonio e e ozono, DDT e pesticidi, le
plastiche.
Sostanze
a cui possiamo cercare di sfuggire, che possiamo ridurre, che possiamo
neutralizzare parzialmente, ma non evitare, perchè sono ovunque intorno a noi.
E
leggendo ho avuto la possibilità di conoscerle e conoscere qualcosa dei loro
effetti, incredibilmente devastanti, sullo sviluppo dei bambini.
Il
bello di questo libro è che aiuta a far luce su episodi di inquinamento
accaduti molto vicino a noi, nel tempo e nello spazio, come quello creato da
una nota azienda di Brescia, che fa sì che dal 2002 ogni sei mesi il Comune di
Brescia ordini alla popolazione di evitare “ogni
operazione che comporti il contatto con il terreno o l’inalazione di polveri da
esso provenienti”, con conseguente divieto di toccare la terra, scavare,
giocare, calciare un pallone, anche nei parchi pubblici; o l’Ilva di Taranto,
con gli effetti riscontrati nel latte materno delle donne del posto; l’esplosione
dell’ICMSE di Meda nel luglio del 1976, con rilascio di diossina che esplica i
suoi effeti sul funzionamento della tiroide di figli di quelle che all’epoca
erano solo bambine, partoriti anche trent’anni dopo l’esposizione; i cetacei
arenatisi nella spiaggia di Foce Varano, nel Gargano, il 10.12.2009, morti per
inquinamento da POP e PCB; la
SLOI di Trento, una fabbrica ormai chiusa da 30 anni ma di
cui rimangono 24 ettari
contaminati dal piombo e 180 tonnellate di teatrile disperse nel terreno; senza
tralasciare i casi esteri, europei e non.
La
parte che mi ha colpito di più, devo dire, forse perchè mamma da poco, è quella
relativa all’inquinamento riscontrato nel latte materno e l’esposizione al
piombo derivante da vernici sgretolate, magari di vecchi giochi o vecchie case,
per non tacere dei giocattoli al piombo ritirati dal mercato nell’agosto del
2007, dopo che un numero imprecisato di esemplari era già stato venduto (e si
parla di sottomarini Elmo, macchinine Cars, bambole di Dora l’esploratrice con
marchi Mattel e Fisher Price, che denunciarono immediatamente l’accaduto).
Alla
fine, però, le conclusioni dell’autrice sono meno allarmistiche di quanto ci si
potrebbe aspettare: non solo il mondo, o meglio, parte di esso, sta diventando
più sicuro e la salute ambientale sta diventando un tema “caldo” e attuale, con
la promozione di un’approccio “d’insieme” alle problematiche, ma si può fare
molto, come singoli esoprattutto, con azioni globali.
E
quando ci si muove, gli effetti benefici sono immediati.
Il
compito degli adulti? “Cercare le
informazioni, discriminare, spingere perchè si agisca nella giusta direzione.
Ci tocca anche mantenere il senso delle proporzioni: ricordare che la povertà
può essere potente come il piombo, che ai bambini servono cose interessanti da
fare, da vedere e di cui parlare, e qualcuno che li ami abbastanza e possa
condividere un pò del loro mondo.” (pag. 190, ultimo capoverso).
Leggendo,
infatti, si scopre che stimoli adeguati sono in grado di contrastare l’effetto
delle sostenze inquinanti sullo sviluppo del cervello fetale e neonatale,
riducendo l’impatto sul QI, la memoria e le altre funzioni, e che i benefici
del latte materno superano quasi sempre gli effetti negativi della
contaminazione.
Io,
da parte mia, cerco di fare la mia parte consigliando questo saggio, che ho
letto e riletto, dopo averlo trovato per caso sullo scaffale di un
supermercato.
Tornerò
a parlarne.
Questo
post partecipa all’inizativa di Home Made Mamma, il Venerdì del libro: http://www.homemademamma.com/2013/05/31/venerdi-del-libro-stuart-little/