"Che tuffo, la vita!" di Tania Cagnotto con Stefano Bizzotto, prefazione di Giorgio Cagnotto, ed. Limina, euro 16,00, pag. 178
Ho sempre amato leggere le storie degli sportivi, dagli alpinisti, famosi e meno famosi, ai corridori, ai tennisti, ai nuotatori.Trovo che gli sportivi agonisti o tutti coloro che fanno dello sport un mestiere e una ragione di vita, abbiamo molto da insegnare a noi "comuni mortali". Come i musicisti, del resto.
Perché gli sportivi conoscono il valore della fatica, dei sacrifici, delle rinuncie.
Sono maestri di determinazione, costanza e ambizione.
Si impegnano sempre al massimo per costruire ogni successo, perché dietro ogni medaglia o ogni vetta conquistata ci sono anni di lavoro duro.
E c'è passione, tanta passione.
Se poi si tratta di atleti che non ricorrono al doping e non sono disposti a giocare scorretto mai, pur di vincere, allora per me sono dei modelli e divento curiosa di "conoscerli" un pochettino.
Se sono sport che amo anche io, tanto meglio.
Per questo, saputo dell'esistenza di questa autobiografia, non ho resistito e l'ho comperata, senza rimanerne delusa.
Ho letto la storia di una giovane atleta italiana che tante volte ho guardato in TV, all'Olimpiade, ai Mondiali ed agli Europei, una storia di determinazione e amore per i tuffi, una storia di lavoro familiare, con padre e madre allenatori che, però, a leggere le parole di Tania, non le hanno mai imposto nulla o fatto pesare nulla.
Ho letto di un ambiente "pulito", con qualche invidia, molta sana competizione e tanta amicizia, un ambiente naturalmente internazionale in cui il linguaggio universale e' quello dello sport e degli allenamenti.
E' incredibile come i grandi campioni sappiano essere sicuri di se' e delle proprie capacità ma non arroganti, sappiano mantenere la calma e giocarsi il tutto e per tutto in pochi secondi e, nel contempo, essere umili e "normali" nella vita privata.
Come sappiano affrontare le sconfitte e scrollarsi di dosso le delusioni per ripartire con serenità e carica.
Leggendo questo libro ho avuto l'ennesima conferma che nessun successo e' frutto del caso, che devi avere un pizzico di fortuna e la giusta predisposizione innata fisica e mentale: il resto, però, e' sudore e fatica.
E ogni tanto, ricordarselo fa bene!
Dopo il libro di Federica Pellegrini e questo di Tania Cagnotto, so già che alle Olimpiadi di Rio le guarderò gareggiare con ancora più ammirazione e speranza.
"Adesso dico una cosa che magari non farà piacere agli amici nuotatori. Ritengo i tuffi uno sport più divertente e meno monotono del nuoto. Questo andare avanti e indietro in una vasca, tutti i giorni, non è il massimo della vita. Ammiro chi ha fatto questa scelta, ma io credo che non resisterei a lungo....
Mi rendo conto che dicendo che i tuffi non sono monotoni qualcuno potrebbe obiettare: cosa c'è di più monotono di un doppio salto mortale e mezzo eseguito dieci, cento, mille volte?Effettivamente dopo una quindicina d'anni di agonismo quello che facci assomiglia molto ad un film visto e rivisto. In fondo faccio sempre le stesse cose, non solo in piscina ma anche nella fase di preparazione a secco. Però, pensate ad un bambino: cosa c'è di più divertente di un tuffo in acqua, anche un semplice capofitto? Date un'occhiata a una piscina qualsiasi, mi riferisco a quelle aperte al pubblico. Ci sono, immancabili, i cartelli che segnalano il divieto di tuffarsi dai bordi, eppure troverete sempre qualcuno che approfitta di un attimo di distrazione del bagnino per aggirare questo divieto. Penso che sia più citante un tuffo fatto di nascosto rispetto ad un giro di pista nell'atletica o a dieci vasche di nuoto...."
"..e' vero che io, dopo anni e anni di agonismo, eseguo lo stesso programma tutti i santi giorni, però ogni tuffo e' diverso dall'altro. C'è sempre una sbavatura, un particolare, un'imperfezione sulla quale devi lavorare. .." (Pag. 20)
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