"Gli ultimi giorni dei nostri padri" di Joel Dicker, pag. 462, Bompiani, 2015
e che io ho amato,
dopo "Il libro dei Baltimore", che mi è piaciuto quasi quanto il precedente,
non molto dopo "La scomparsa di Stephanie Mailer",
un pò meno belli dei primi due macomunque apprezzato e consigliato,
sono tornata a leggere un libro di Joel Dicker, in realtà il primo da lui pubblicato.
Lo scrittore è stato all'altezza delle mie aspettative, anche se con un romanzo dal ritmo decisamente più lento, con meno suspense e molto più triste rispetto a ciò a cui mi ero abituata, ben differente dai tre già citati.
Nessun assassinio da scoprire, nessun segreto nascosto che il lettore vedrà svelato solo alla fine, bensì una storia di amore e di guerra, di spie e affetto filiale, di amicizia e di legami.
Forse è proprio questo il filo conduttore delle narrazioni di Quebert, l'attenzione per i legami sentimentali e il loro riflesso sulle scelte di vita dei protagonisti.
In questo caso, l'accento è posto sulle fragilità e debolezze umane, ma anche sugli atti di eroismo e amore che gli uomini sono capaci di compiere, quando posti di fronte ad un bivio drammatico: restare umani e rischiare la morte o vivere rinnegando la propria umanità.
Una lettura forte, intensa, che in me ha lasciato il segno e dunque vi consiglio.
e
"L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" di Alice Basso, pag. 271, ed 2015
Ho deciso di cercare questo romanzo dopo le recensioni di "Datemiunam" e devo dire che non ne sono rimasta delusa, anche se mi aspettavo di più.La trama è originale, l'ambientazione per me familiare e piacevole (il centro storico di Torino), così come il fatto che al centro ci siano libri e scrittori, visto che io sono una buona lettrice.
La protagonista femminile, Vani Sarca, ed il Commissario sono personaggi accattivanti ed intriganti ed è facile sviluppare empatia per loro, così come è facile prendere in antipatia il belloccio scrittore di successo in crisi da pagina bianca e l'avido capo della casa editrice.
Tuttavia, l'enfasi sulla descrizione del carattere di Vani, che nei fatti si comporta in modo anomalo proprio rispetto a tale descrizione, mi è parsa noiosa ed esagerata.
Ho capito che l'autrice intende sottolienare la straordinarietà degli eventi che la travolgono ma a mio parere non c'era bisogno di insistere tanto.
Il testo è comunque scorrevole, divertente ed intrigante.
Non all'altezza dei libri di Alessia Gazzola, di cui ricorda un pò lo stile, però certamente non male. Cercherò altre avventure della serie.
Belli i tuoi suggerimenti! Mi segno i titoli perchè ultimamente ho letto libri un po' deludenti. Buona giornata!
RispondiEliminaPoi fammi sapere se ti sono piaciuti, mi raccomando!
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