martedì 14 settembre 2021

L'estate che è stata.

Siamo solo al 14 settembre.

Ufficialmente è ancora estate ma, si sa, con la ripresa della scuola cambia tutta la prospettiva.

Quest'anno non ho fatto neppure la foto ai bimbi il primo giorno, perché per un altro anno con mascherina e distanze, per me c'è poco da festeggiare, perciò ho preferito non enfatizzare.

                                 

Il senso di iniziare un nuovo anno, che da sempre mi trasmette settembre, c'è comunque.

Sono mesi che non scrivo su questo mio diario virtuale.

La verità è che il discorso Covid mi ha fatto passare la voglia di scrivere e leggere on line.

Preferisco coltivare rapporti veri e fare piazza pulita di chi pare non capire e non c'è modo di incontrare davvero, per guardarsi negli occhi.

Se però lasciassi il vuoto, in questo mio spazio che ho alimentato per anni in modo costante, me ne pentirei.

                                              

Dunque provo a mettere di nuovo nero su bianco ciò che è stato, ciò che voglio ricordare. Che è molto.

E' stata un'estate dal clima altalenante, in cui abbiamo usato poco la piscinetta di casa ed il lago, però li abbiamo usati.




E' stata l'estate in cui i bambini hanno tolto, qualche volta, giubbotti salvagenti, braccioli e tavoletta e sono stati a galla senza, in mare ed in piscina.



E' stata un'estate di orto, innaffiature, semina, tagli e raccolti. E ovviamente cucina.

Abbiamo avuto le nostre soddisfazioni, pur avendo commesso alcuni errori di "progettazione" dell'orto.


Va bene  così, è stato divertente e utile.

E' stata un'estate di vestitini, fiocchi per capelli e canotte.

E' stata l'estate di Artù, venuto a portare ancor più confusione dove già ce ne era!

                                 

E' stata un'estate di colore e fiori, seminati, piantati, acquistati, curati e ammirati.

Soprattutto gialli e arancioni, i preferiti miei e dei due maschi "grandi" di casa.

 

 Ma anche "fuffia", come piacciono a Principessa e blu o azzurri, come sceglie sempre Orsetto.



E' stata un'estate di centro estivo, quello vicino a casa, quello che già ci aveva salvato umore, lavoro e estate lo scorso anno.

                                                

E' stata un'estate di montagna. 

Meno che lo scorso anno, ma comunque lei, la montagna, è stata senza dubbio una delle protagoniste indiscusse di questi mesi. Anche sotto pioggia e grandine. Anche in tenda.


Tra Valle d'Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Ticino.

In montagna abbiamo fatto di tutto, dai parchi avventura, alla color-run, al ponte tibetano, alle nostre amate escursioni.


                                                                  

E' stata un'estate di bici. 

Più ancora che in tutti gli anni precedenti.

Allenamenti, gare, giri in bici tra i monti ed al mare, tranquille biciclettate in compagnia e competizioni adrenaliniche, su strada e in MTB, tifo sfegatato e allegra compagnia.






La bici, in assoluto, è stata la protagonista. Anzi, le bici, visto che ormai giriamo con cinque bici.

E' stata un'estate di cene e pranzi con gli amici, ogni volta che gli impegni sportivi di cui sopra hanno lasciato uno spiraglio.

                                     

Per vedere gli amici, il tempo e le occasioni non bastano mai.

E' stata un'estate di festeggiamenti, visti i numerosi compleanni che nella nostra famiglia cadono in estate. 

E' stata la nostra ventesima estate insieme, per me e l'Alpmarito.

E' stata l'estate in cui abbiamo conosciuto la nostra nuova nipotina, che in realtà ha già un anno.

E' stata un'estate di allergia, che a sospendere i vaccini e le cure perché l'unica priorità dei medici è il Covid, non ha aiutato. E' stata un'estate di perdite, per lo stesso motivo appena indicato.

E' stata un'estate con vacanza, non baciata dalla meteo ma caratterizzata, questo sì, da un'ottima cucina e dalle scoperte, per i miei figli, delle meraviglie culinarie del Nord Italia

  

E' stata un'estate con il MARE che mancava da anni. Non molto, non troppo, ma c'è stato.

                                   

E' stata un'estate a riveder le cugine friulane (e anche i cugini, ma la maggioranza è femmina ;-)), che mi erano molto mancati.

E' stata un'estate con pochissimi musei (però belli), nessuna città d'arte, niente cinema e solo un accenno di teatro.


Così vogliono le scelte di Governo e, se da un lato mi spiace per i miei figli, per quanto mi riguarda negli anni ne ho visitati ed apprezzati talmente tanti che posso resistere ancora un po' senza e so di poter insegnare ai miei bimbi ad apprezzare arte e cultura anche in un Paese che rema contro.

E' stata un'estate all'aperto, come già era stato l'inverno. E salute e umore, come al solito, ne hanno giovato.

E' stata un'estate di yoga, pranayama e meditazione. Anche in vacanza. 

                                                   

E' stata un'estate di letture, ma non c'è posto qui per scriverle tutte.

E' stata un'estate lunga ma sempre troppo corta, perché per quanto mi piaccia l'autunno, non sono mai pronta al suo arrivo!

E' ancora estate e voglio viverla fino in fondo.

                                                  

Poi sarà quel che sarà, tanto come al solito ho molti dubbi, ma anche poche paure e la vita si fa beffe dei nostri programmi.

E la vostra estate, come è stata? La considerate già finita o ne assaporate ancora gli ultimi scampoli?

venerdì 14 maggio 2021

Le letture dei gemelli: "Un piccolo passo" e "Raccontami qualcosa di bello prima di fare la nanna"

 


"Un piccolo passo"  scritto ed illustrato da Simon James



e "Raccontami qualcosa di bello prima di fare la nanna" di Joyce Dunbar e Debi Gliori


Questi due albi illustrati per bambini (dai 3 anni) mi sono stati consigliati dalla maestra della scuola dell'infanzia di Orsetto e Principessa ed è stato un consiglio molto azzeccato: sono bellissimi!

Entrambi hanno come protagonisti il rapporto tra fratelli o fratello/sorella, l'affetto profondo e  la dolcezza ed entrambi contengono un saggio insegnamento.

Nel primo, "Un piccolo passo", tre anatroccoli sono soli nel bosco e devono tornare a casa dalla mamma, che però è lontana.

Il più piccolo è in difficoltà, così il maggiore lo aiuta a proseguire, spiegandogli che il segreto per arrivare ovunque si voglia andare è semplice: procedere "UN PASSO" alla volta, fino alla meta.

E così, passo dopo passo, anche il piccolo anatroccolo arriverà dalla sua mamma e, reso forte dal suo successo, si butterà in acqua per primo senza paura.


Un messaggio forte espresso con un testo semplice, delicato e particolare, che i miei bimbi hanno amato fin dalla prima lettura.


Nel secondo albo, "Raccontami qualcosa di bello prima di fare la nanna", è sera ed è ora di fare la nanna ma la piccola Matilde ha paura del buio e teme di fare un brutto sogno. 


Il fratellone, Tommy, le suggerisce di pensare a qualcosa di bello, assicurandole che in tal modo non farà brutti sogni. Matilde però non ci riesce e chiede aiuto al fratello che l'accompagna per casa, facendole notare la sua bella tutina che l'attende per uscire il giorno dopo, il cibo nella dispensa, che l'attende per la colazione, i suoi giocattoli, che stanno dormendo e sognando tanti nuovi giochi da fare con Matilde quando sarà mattina e perfino la notte, che attende il giorno che è in giro per il mondo.

E il mattino, che aspetta che Matilde dorma per poi risvegliarsi...con queste "cose belle" a rassicurarla, Matilde finalmente si addormenta serena, tra le braccia del suo fratellone.

Una storia dolcissima, che aiuta a capire come il buio e la notte siano una condizione transitoria e necessaria per far spazio alla luce ed al giorno, in un ciclo infinito di cui non bisogna aver paura. 

Non solo, un racconto che invita a guardare gli oggetti quotidiani in modo diverso e originare, apprezzando la bellezza della loro funzione.

Insomma, due albi consigliatissimi.

D'altro canto, sono entrambi di  autori per l'infanzia molto apprezzati e conosciuti. Debi Gliori, in particolare, noi la conoscevamo per "Ti voglio bene anche se...", uno degli albi per bambini più belli della nostra libreria di casa !

Con questo post partecipo all'appuntamento del venerdì del libro ideato da Paola.

venerdì 30 aprile 2021

Le letture dei gemelli: "Lei ci sarà sempre", per la festa della mamma

 "Lei ci sarà sempre", di Thierry Lenain e Manon Gauthier,

ed. Il leone verde piccoli, gennaio 2020, pag. 24



Una piccola chicca.

Un albo delicato, poetico, ricco di amore, in cui un figlio ricorda la sua mamma e la sua costante presenza in tutti i momenti della sua vita. 

Non nelle occasioni ufficiali, in cui la presenza materna è quasi scontata,  ma nella quotidianità di un bambino, dalla gravidanza al primo passo, ai giochi insieme.

Perché: "..Lei ci sarà sempre."



Il messaggio e la delicatezza di questo libro mi hanno conquistata e sono piaciuti moltissimo anche ai miei bimbi, a cui io l'ho letto e riletto e riletto ancora ma utilizzando il verbo essere al tempo presente.

Le illustrazioni, copertina a parte (che è molto dolce e mi ha attratto subito) hanno un  tratto un po' "spigoloso" e una prevalenza dei toni del verde (colore che  amo solo nella vegetazione) che non me le ha fatte apprezzare molto. 

Questione di gusto personale, perché sono comunque espressive e rendono bene il senso del testo.



Un albo da leggere, per la festa della mamma o semplicemente per spiegare che l'amore di una madre non muore mai.

Con questo post, come di consueto, partecipo all'appuntamento con il venerdi' del libro di Paola.

martedì 20 aprile 2021

Mi manchi tanto





Sono passati 23 lunghi anni, eppure è come se fosse ieri.

Mi manchi, nonno.

Mi mancherai sempre.


Quando penso a tutte le parole che avrei voluto ancora dirti, alle attività ed esperienze che avremmo potuto ancora fare insieme;

quando penso ai miei figli, ai tuoi bisnipoti, che non hai potuto neppure immaginare;

quando penso ai momenti importanti della mia vita a cui non hai potuto partecipare, almeno non con una presenza tangibile;

quando penso a ciò che non ho fatto in tempo ad imparare da te;

quando vorrei chiederti consiglio e posso solo discorrere nella mia mente ed ipotizzare le tue risposte;

mi manca il respiro e affiorano le lacrime.


Mi manchi.

Ci sono situazioni, luoghi, odori e gesti che all'improvviso, in un lampo, mi riportano da te, facendo affiorare ricordi forti, vividi.

Allora la mente si illumina ma lo stomaco si chiude.



Sei sempre con me, in qualche modo. 

Sei nei tuoi bisnipoti, in qualche modo.

Eppure vorrei potessi essere con noi da vivo.


Mi manchi, anche se il ricordo di tutto ciò che mi hai dato, con il tuo affetto, la tua presenza, i tuoi gesti, le tue parole ed il tuo esempio, mi sostiene dolcemente.

Ti voglio bene nonno, te ne vorrò sempre.





venerdì 16 aprile 2021

Le letture del ricciolino biondo: "Alpinisti da favola" di Denis Falconieri e Rossella Scalise

Per il consueto appuntamento con il venerdì del libro ma anche per far sognare la mente e sollevarsi dal clime claustrofobico delle attuali restrizioni,  vorrei consigliare un libro sulle conquiste delle più alte cime del mondo che hanno "scritto la storia":

 "Alpinisti da favola" di Denis Falconieri e Rossella Scalise,

ed. Babale, 2018, pag. 42


Questo volume è una raccolta di 20 brevi racconti che, pagina dopo pagina, trasportano i lettori, adulti e bambini (ma dai 7-8 anni), alla scoperta degli alpinisti, delle alpiniste e persino degli animali che per primi hanno raggiunto le vette di montagne ritenute un tempo invincibili, dai nostri vicini Monte Bianco, Gran Paradiso  e Cervino alla Marmolada, dal Kilimangiaro, all'Everest fino all'Aconcagua.


I protagonisti sono uomini e donne di diversa provenienza geografica e estrazione sociale, accumunati da una comune passione: l'alpinismo e la voglia di esplorazione.

Non mancano gli animali: Cagliostro, l'asino che arrivò in vetta al Gran Paradiso, la piccola beagle che scalò il Monte Bianco e un misterioso gatto arrivato sul Cervino.

Perchè curiosità e grinta non conoscono distinzioni.

Le illustrazioni sono molto particolari ed evocative, forse non particolarmente attraenti per i bambini ma di certo molto belle per il gusto adulto.

Personalmente avrei preferito che i racconti fossero più articolati e lunghi ma come antologia di conquiste, con storie molto particolari e poco conosciute, va bene anche così.

P.S. Acquistando il libro una parte del ricavato sarà devoluto a Sanonani Onlus, associazione valdostana nata nel 2015 per aiutare i bambini nepalesi (www.sanonai.house).

venerdì 9 aprile 2021

Le letture dei gemeli: MANGIA I PISELLI !

 Per questo appuntamento del venerdì con i libri, ideato da Paola, voglio consigliarvi un libro per bambini che è piaciuto tantissimo a Orsetto e Principessa ma anche a Ricciolino e....a me ed al papà.

"MANGIA I PISELLI" di Kes Gray & Nick Sharratt, 

ed. Salani 2002


E' veramente geniale nella sua semplicità e, per certi versi, ripetitività.

E' un piccolo albo illustrato che permette di immedesimarsi nel bambino, di "sentire" il punto di vista di un bimbo apparentemente capriccioso e testardo, mettendo a nudo l'incoerenza e la contraddittorietà che talvolta abbiamo come genitori e spesso anche l'inutile severità dello sguardo adulto.

Nel contempo, aiuta i bambini ad esprimersi, a spiegare ai genitori il loro punto di vista, in modo estremamente efficace. 

Il tutto, facendo sorridere i genitori e ridere i bambini e affrontando un tema molto caldo in tutte le case....convincere i bambini a mangiare cibi sani, anche se per alcuni di loro non proprio gustosi.

Un po' come "La famiglia cacca" (di cui avevo scritto qui), che affrontava lo stesso piccolo problema quotidiani di molte famiglie sempre con divertimento ma con un approccio ed un obiettivo diverso.

Vi basti sapere che al termine della prima lettura (per poi lo abbiamo riletto, riletto, riletto ancora, sera dopo sera dopo sera...ormai è un must), Principessa mi ha guardato ed ha esclamato: "Ecco, mamma, capito?" e i fratelli le hanno fatto eco: "E' proprio così".

Se poi riuscite a leggerlo imitando il tono arrabbiato del bimbo e il tono prima paziente, poi scocciato, poi esasperato e infine quasi disperato della madre, la lettura ad alta voce sarà ancora più bella.

E' ora di cena, la piccola Daisy è tavola con un piatto di piselli davanti ma non vuole mangiarli. "Mangia i piselli", dice la mamma (osservate anche come è abbigliata..), ma Daisy non è affatto facile da convincere e....non posso proprio svelare di più.

Al terime della lettura, vi sentirete molto più comprensivi (se genitori) e compresi (se bambini) e riderete insieme.

Insomma, molto consigliato per bimbi dai 2 anni in su!



venerdì 26 marzo 2021

Le letture di Mamma Avvocato: "Il ragazzo che cavalcava il vento" di Leonardo Soresi

I libri che parlano di sport mi ispirano sempre molto perchè credo che lo sport sia una grande scuola di vita.

C'è stato un periodo in cui ho corso regolarmente, con molte difficioltà ma innegabili soddisfazioni, pur facendolo a livello puramente amatoriale e con tempi da tartaruga appena svegliatasi dal letargo ;-). 

In quel periodo ho letto alcuni libri di podisti che mi hanno motivato (come non menzionare il classico "L'arte di correre" di Murakami), colpito (come "Correre o morire" di Kilian Jornet), interessato (come l'imperdibile "Born to run") o semplicemente divertito e coinvolto (ad esempio "Corro perchè mia mamma mi picchia" o "Parli sempre di corsa" ).

Poi ho evitato, perchè sapendo di non poter tornare a correre, almeno non a breve, mi intristivo.

Quando tra i titoli prenotabili in biblioteca ho trovato questo romanzo, però, non ho resistito.

"Il ragazzo che cavalcava il vento" di Leonardo Soresi,

ed. Ponte delle Grazie, 2014, pag. 266


Il protagonista è un giovane indio tarahumara che ha appena compiuto 16 anni, Javier, che con un paio di huarache (i tradizionali sandali di pelle di cervo), che vive nel canyon del Barranca del Cobre, nel cuore del Messico, insieme al padre.

 Avevo letto dei tarahumara, straordinari corridori, in "Born to run" e quindi sapevo già qualcosa di questa popolazione, che vive in estrema povertà in condizioni difficili, lottando contro i trafficanti di droga che vorrebbero impadronirsi delle loro terre, la polizia corrotta e spesso anche il pregiudizio ed  il disprezzo degli altri messicani.

Nella vicenda narrata nel libro c'è tutto questo ma anche un'interessante protagonista femminile, Juanita, e soprattutto, c'è la corsa, protagonista indiscussa insieme ai sentimenti, alle motivazioni, alle fatiche ed alle gioie di chi ne è appassionato. 

Javier si allena per rarahipa, una corsa ad eliminazione, in cui vince chi non si ferma e che costituisce un vero e proprio rito di iniziazione all'età adulta per i giovani maschi (perchè le ragazzem, anche se vogliono, non possono partecipare). 

"Anzi, era probabile che il rarahipa sarebbe stata l'ultima esperienza che avrebbero compiuto insieme, l'ultimo ricordo comune prima della partenza i Santiago per Chihuahua. E già subito dopo il via si erano separati: nuno davanti e uno in coda  al gruppo. Uno a tirare calci fuoriosi alla palla, non aspettando altro che tutto questo finisse per potersene andare via. L'altro in coda ad aspettare invece chissà cosa: non certo la gloria, nè la vttoria. Forse solo un pizzico di magia, quella che ricopre come polvee d'ali di farfalla i sogni dei bambini che giocano." pag. 42

Lo corre, si confronta con i suoi avversari, anche con chi ha scelto di emigrare e: ... "Come tutti i tarahumara che si erano trasferiti fuori dal nayon, era divorato dalla smania di dimenticare le proprie radici, abbracciando ogni novità che veniva dal mondo esterno. Per lui la corsa non era altro che una formula matematica, in cui solo il meglio allenato e il più esperto potevano vincere. Non capiva che c'era quancosa d'altro: il fuoco, la passione, l'imprevedibilità del destino. Javier sapeva che la vita non era solo tecnica e razionalità: era soprattutto fatta di carne e sangue e di un sogno nasconto in fondo al cuore."  (pag. 52)

E lo sa anche un bianco che vive nel canyon e deciderà di aiutare Javier e la sua ragazza, Juanita, a proteggere la terra che anch'egli ama e ha scelto, anche se questo significherà allenare il giovane per la più difficile ultramaratona americana, la Western States.

Ovviamente gli ostacoli saranno molti, a partire dalla reciproca diffidenza, allo sforzo fisico al passaggio della frontiera da clandestini ma anche lo sconforto, il dolore, il senso di colpa, la pressione altrui.

 "L'unico (consiglio) che posso darti è quello di non adagiarti a fare la vita che fanno quasi tutti, amando poco, lottando poco, lasciando che il tempo scorra senza fare nulla. Ne ho incontrati troppi che hanno vissuto così, e che continuano a raccontarsi giorno dopo giorno che quel poco che hanno combinato è dovuto alla mancanza di talento o alle circostanze sfavorevoli. No, la ragione del poco che facciamo sta sempre in noi. Siamo noi che ci accontentiamo e non tentiamo di vivere i nostri sogni più grandi, nascondendoci dietro la scusa del realismo e del senso pratico." (pag. 264).

Il finale, a sorpresa, è emozionante.

Un libro che è una storia di fantasia ma scritta da chi la Western State Endurance Run, la 100 miglia più importante del mondo tra le monatgne della Sierra Nevada, l'ha corsa davvero e come primo italiano, nel giugno del 2009.

Un romanzo che rammenta quanto sia potente la forza di un sogno, se ci si impegna con tutti se stessi per cercare di realizzarlo.

"La vita non è fare una somma o risolvere un'equazione che ha un solo risultato. Vivere significa cercare di dipingere, ogni giorno, un pezzetto di un quadro, con i pochi colori che ci sono stati dati. Per questo penso che tu possa farcela", pag. 163

Questo è il mio consiglio per il consueto appuntamento con il venerdì del libro, ideato da Paola.