Non è un manuale sulle tecniche di corsa, anche se contiene dei suggerimenti utilissimi.
Non è un romanzo, perché anche se c'è un preciso filo logico, ci sono molte storie nella storia.
È una biografia, un romanzo, un libro motivazionale, un insieme di racconti ed un trattato di biologia e antropologia, tutto insieme.
È la storia di un personaggio quasi mitologico, Caballo Blanco, di allenatori "illuminati", di una popolazione messicana che vive isolata nei canyons correndo, i Tarahumara, di "pazzi" ultramaratoneti, di grandi uomini e grandi donne, di scoperte scientifiche e filosofiche, di evoluzione della specie umana e di arte della corsa, di gare e lotta per la sopravvivenza in ambienti bellissimi ma anche ostili, di consigli sull'alimentazione e di movimento come scuola di vita.
Il tutto scritto da un giornalista corrispondente di guerra per l'Associated Press e collaboratore di "Men's Health" , spinto ad un viaggio in Messico da infortuni legati alla corsa amatoriale, che passerà da correre tre volte alla settimana pochi km a finire una gara di 80 km in territorio estremo.
Scoprendo il segreto dei grandi corridori e, soprattutto, il segreto di una vita più felice e pacifica.
E niente: dovete leggerlo.
"Un anno dopo gli attacchi dell'11 Settembre la corsa di fondo è diventata improvvisamente lo sport all'aperto in più rapida espansione nel paese. Forse si tratta solo di coincidenze. O forse c'è un grilletto nella psiche umana, una risposta codificata che attiva la nostra prima è più grande abilità di sopravvivenza quando sentiamo che i predatori ci sono alla calcagna. La corsa (prima di avere l'età per cominciare a fare sesso) e' la principale fonte di piacere per i sensi e di sollievo contro lo stress. L'equipaggio mento necessario e il desiderio ci vengono forniti di serie: tutto quello che dobbiamo fare e' lasciarci andare e goderci il viaggio." Pag. 19
"..Come si accende l'interruttore interno che ci ritrasforma nei Corridori Nati che eravamo in passato? Quando dico "in passato" intendo non la storia della nostra specie, ma anche quella della nostra vita individuale. Ricordate quando eravate piccoli e vi urlavano di smetterla di correre, di andare piano? Facevate ogni gioco alla massima velocità, correvate come pazzi calciando le lattine vuote, giocando a nascondino o attaccando gli avamposti nella giungla del cortile del vicino. Metà del divertimento era dovuta al fatto che facevate ogni cosa a un ritmo di record, e con ogni probabilità quello è stato l'ultimo periodo della vostra vita in cui siete stati rimproverati per essere troppo veloci.
Era questi il vero segreto dei Tarahumara: non avevano mai scordato cosa vuol dire amare la corsa. Ricordavano che la corsa e' stata la prima delle belle arti dell'umanità, il nostro atto originario di creazione ispirata. ..." Pag. 127
Nessun commento:
Posta un commento
Un commento educato è sempre gradito!