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domenica 3 giugno 2018

Di teatro per bambini, di combattimenti di spada medioevali, di libri non compresi, di stanchezza, di eventi a pagamento, di bibliotecari volenterosi: insomma, di tutto !

Il tempo mi manca sempre.
Sempre.

Di mille cose da fare per forza ed altre mille che vorrei fare, solo la metà delle prime trovano spazio.
Arrivo al fine settimana spompa, arrivo alle sei di sera, ogni giorno, sognando che siano già le dieci, per avere tutti a nanna. E magari crollare pure io.

La verità è che sono organizzata. Organizzatissima.
Eppure non basta mai.

La stanchezza, lo sconforto, hanno il sopravvento nove volte su dieci. Non posso crollare, eppure dentro spesso e volentieri crollo, emotivamente stravolta, quasi vuota.

In testa scrivo centinaia di post. Poi non trovo modo di scriverne davvero neppure uno, il tempo passa e quando ci ripenso, appaiono fuori luogo, superati. Anche per me.
E rinuncio.
A volte sono avvenimenti che vorrei mettere nero su bianco per ricordare, altre riflessioni che vorrei condividere, altri ancora consigli o sconsigli. 
È frustrante lasciarli andare, per quanto a posteriori possano apparire insignificanti o lo siano davvero per chi legge (ditemi di no, vi prego!)

In questi giorni, ad esempio, ad Ivrea è in programma “La grande invasione”, una manifestazione letteraria con eventi per grandi e piccoli, incontri con scrittori, laboratori, letture ad alta voce.
Sono anni che si svolge e con il ricciolino, una cara amica e i suoi figli, ci siamo stati spesso, divertendoci.
Questa volta, però, il programma è solo on- line, gli eventi sono praticamente tutti su prenotazione e si deve pure pagare, 2 euro a bimbo per ciascuno.
Non è tanto. Però io mi sono anche stufata di pagare sempre tutto in più, a parte.
Oltre alle tasse.
Nonostante siano eventi culturali, nonostante si usino spazi pubblici, nonostante il grosso del lavoro lo facciano volontari, nonostante lo scopo ultimo sia anche vendere (e infatti finisci per comprare libri, se non subito, qualche giorno dopo) e far consumare (gelati, bibite, acqua ecc.) e infatti consumi.
Ecco. 
Tutto si paga in più, a parte, oltre.
E a fine mese si fa sempre più fatica.

Peraltro, lo dico anche se non piacerà a molti leggerlo, in una città rossa da sempre, dove tutti si sentono tanto democratici, progressisti, aperti e acculturati. 
Dove si professa solidarietà e inclusione. E poi pagano pure i bambini, per stare in uno spazio pubblico a sentire parlare di libri o leggere. Vabbè.

Per contro (pane al pane e vino al vino), quest’anno siamo stati a teatro, sempre ad Ivrea, ad una bella rassegna pensata apposta per i bambini. 
Non gratuita ma, visto l’uso del teatro e la bravura delle compagnie coinvolte, decisamente ad un prezzo onesto.







La rassegna (cinque spettacoli per bimbi dai 3 ai 7 anni) e tre per i ragazzini (dai 7 anni), diluiti in sei mesi, avrebbe potuto essere gestita meglio a livello di vendite dei biglietti e degli abbonamenti (concentrata in un pomeriggio, solo in contanti, con fila di ore che si è gentilmente sciroppata la mia amica- grazie!- e con pagamento in contanti), però il livello degli spettacoli è stato eccellente, per varietà e bravura degli attori.

C’e’ stato Pinocchio, in una rappresentazione modernizzata ma fedele nelle scene all’originale, in cui tre giovani attori, con materiale di uso comune, hanno realizzato uno spettacolo veramente bello e coinvolgente.

Poi un cantafavole, che ha suonato, recitato e raccontato tre storie diverse, a sfondo natalizio, tenendo incollati alle sedie bambini (compatibilmente con l’età ) e adulti, da solo, per l’intera ora dello spettacolo.

La durata, infatti, di max un’ora senza pause, per ogni incontro, è  stata pensata per i bambini e ha funzionato.

Uno spettacolo di animazione su nero (ovvero in pratica senza fondale) che ha raccontato la storia vera di Becco Di Rame, un’oca da guardia coraggiosa che ha appassionato e colpito i bambini (e non solo), messa in scena in modo molto particolare da due bravissimi attori, senza che neppure comparissero in scena (se ben ricordo).


E poi Lulu’, teatro di narrazione e figura, anche esso senza sfondo e fondale, eppure d’effetto.
Infine “Un amico accanto”.

La storia di un dragone messa in scena da due donne. Brave. Davvero.
Solo che lo spettacolo ci ha intristito, letteralmente.
Poiché è stato tratto liberamente da un racconto per bambini, siamo andati a cercare il libro di biblioteca.
Questo.




L’autore è famoso soprattutto per “Capitan Mutanda”.
Attenzione, ora vi racconterò la storia di un “Amico accanto”, per dirvi perché non l’ho capita.
Siete avvertiti.

Un draghetto solo al mondo, stufo di stare solo, per l’appunto, parte alla ricerca di un amico. 
Non solo non lo trova, ma un serpente dispettoso gli fa credere che una mela sappia parlare e voglia essere sua amica.
Solo che un tricheco monello, a cui il draghetto l’aveva affidata nella sala d’aspetto del dottore, mentre andava in bagno, chiedendogli di averne cura un momento, se la mangia, lasciando solo il torsolo.

La mela è dunque morta, viene seppellita dal draghetto, di nuovo solo e molto triste, nel giardino.
Qualche anno dopo, è cresciuto un albero di mele ed il draghetto ha finalmente di nuovo delle amiche.
Mele. 
Silenziose.
Stagionali.
Destinate a essere mangiate o a marcire.

Niente. A me è venuto da piangere per la cattiveria del serpente e del tricheco, per la solitudine del draghetto e per la sua disperazione. Così come per il finale.
Idem per il ricciolino.

Voi che morale ci trovate? Oppure, semplicemente, cosa ne pensate?
Aiutatemi a trovare motivo di letizia nella storia, per favore.

Comunque il prossimo anno io e la mia amica speriamo di riuscire a riprendere l’abbonamento per la rassegna teatrale.
Perché per i bambini sono state bellissime esperienze e per noi, al piacere degli spettacoli, si è aggiunto quello di avere un appuntamento fisso in cui incontrarci.
Infatti non ne abbiamo perso uno, ci sono andata anche con la gamba immobilizzata dal tutore, mentre la strada, ovviamente acciottolata, era gelata per il freddo e la pioggia, e pur dovendo saltellare su una gamba sola per arrivarci.

Un’altra bella iniziativa a cui abbiamo partecipato io ed il ricciolino, è stata organizzata dalla biblioteca del paesello e consiste in letture ad alta voce gratuite (con burattini, scenette, il teatro delle ombre e altri “stili” sempre diversi), un pomeriggio al mese, seguiti da piccoli laboratori.

Ecco. Queste per me sono iniziative culturali lodevoli, che regalano intrattenimento di valore, sviluppano la creatività e fanno stare bene insieme. Perciò, agli organizzatori di “Bambini a teatro” ad Ivrea e ai bibliotecari della Valle D'Aosta, io dico grazie, anche a nome di mio figlio.

P.s. Cosa abbiamo fatto al posto di andare alla “Grande invasione”? Siamo stati per un pomeriggio, per la prima volta, alle “Ferie medioevali” di Pavone Canavese (TO), a vedere, (gratuitamente il sabato, la domenica gli adulti avrebbero pagato tre euro), bravissimi schermidori combattere alla moda del Medioevo all’ombra del Castello (con scenografiche e pesantissime armature, cotte di maglia ed elmi e spade da 1,5 kg l’una), guardare abili giocolieri e giocoliere che hanno divertito tutti, ammirare aquile, falconi, poiane e gufi con i loro bravi falconieri, mangiare il gelato e passeggiare tra persone in costume.
Una manifestazione piccola ma davvero molto carina  che, ovviamente, ha conquistato il ricciolino, tornato a casa con una spada di legno in più, un’idea per il suo compleanno e il progetto dello scudo che vuole fabbricarmi nei prossimi giorni con l’aiuto di suo padre.

Insomma, abbiamo fatto centro!





mercoledì 25 marzo 2015

A teatro, con Pinocchio.


La prima volta a teatro, per il mio ricciolino, è stata Pippi Calzelunghe, recitato da sola, con l'ausilio di immagini ed effetti sonori,  da una bravissima attrice,  nella biblioteca del paese.
Era primavera, il nano aveva 2 anni e mezzo, la sala era affollatissima e lui, dopo un pò, avrebbe voluto tornare a casa ma eravamo incastrati e non siamo potuti uscire.
Forse la storia non era ancora alla sua portata (mentre a me è piaciuta moltissimo) ma non deve essergli sembrato poi così male, perchè la seconda volta è venuto volentieri.

Ed è stato in un teatro vero, con Piripù Bibi, a giugno 2014.

Venerdì scorso, invece, nel salone polivalente del paese ( grazie all'organizzazione della biblioteca, sempre attivissima) siamo stati ad assistere a una rappresentazione teatrale su Pinocchio, ispirata a "La filastrocca di Pinocchio" di Gianni Rodari, messo in scena dalla Compagnia teatrale di Aosta, con Stefania Ventura e Livio Viano, tutta in rima.




Lei è stata bravissima, si vedeva molto bene (anche se il salone non è comodo come un teatro, ha però il lato positivo di garantire vicinanza tra scena e piccoli spettatori), però il nano non si è entusiasmato.
Era stanco e dopo i primi 30 minuti ha iniziato a patire, pur seguendo poi fino alla fine.
Ha raccontato alle nonne ed a noi che gli era piaciuto molto, però era stato troppo lungo.
Ciò che lo ha colpito di più e' stato un finto colpo di fucile a Pinocchio, con tanto di fumogeno e rumore e lo squalo.
Ora, ogni tanto chiede quando possiamo tornare a teatro!


A me lo spettacolo è piaciuto veramente tanto anche se, devo ammettere, per qualche ragione Pinocchio non è mai stata una delle mie storie preferite.
Io adoravo Cappuccetto Rosso, Barbablù e il Gatto con gli stivali o la storia di Pollicino.
Mio fratello piccolo amava i Tre porcellini.

Chissà perchè.
Pensandoci ora, forse quello che non mi ha mai convinto di Pinocchio è questa idea che contino più le buone intenzioni che i fatti, che il "pentimento" alla fine vada  sempre premiato, mentre chi è stato bravo fin dall'inizio, come il buon Geppetto, raccoglie tanti guai e nessuno lo premia.

O forse è solo che mi hanno ripetuto talmente tante volte che a dire bugie mi sarebbe venuto il naso lungo come Pinocchio, che il povero burattino ha finito per risultarmi un pò antipatico.

Soprattutto perchè già all'epoca avevo capito che gli adulti, di bugie, ne raccontano ancora più dei bambini, anche se con fini nobili e senza creare danni, e non mi capacitavo che loro potessere e io no.

In ogni caso, trovo che questi spettacoli siano un buon modo per educare al bello, alla musica, all'arte, ai valori della vita.
E naturalmente per divertirsi, a tutte le età!
Infatti la sala era strapiena (tra l'altro, era ad ingresso gratuito)!!!

E voi, amate il teatro? Vi portate i bambini?
E quali erano le vostre storie "classiche" preferite?

venerdì 14 novembre 2014

Tararì Tararera, signor Bastoncino e un giro in cantiere!

Dopo dieci giorni di assenza dal blog, torno per partecipare al Venerdi del Libro.

Sono stati giorni intensi, due settimane piene di impegni lavorativi, familiari, di amici, di feste, di sport.
Abbiamo festeggiato il piccolo di casa, ben quattro volte.
Ho partecipato alla mia prima gara di corsa.
Ho sfornato torte e ricevuto amici, gonfiato palloncini e fatto spese.
E poi ho lavorato tanto e dormito poco.

Di tutto questo, però, vi racconterò con calma.

Adesso voglio lasciare spazio ai libri.

Questo:


"TARARI' TARARERA" di Emma Bussolati, ed. Carthusia

Il primo di una serie di storie in lingua Piripù, una lingua speciale creata dall'autrice per i bambini ed i loro genitori.

Per leggere ad alta voce, per giocare con intonazioni, suoni e smorfie, per trasmettere emozioni attraverso la lettura di mamma e papà, per condividere con i nostri bimbi momenti magici, di fantasia e sentimenti.

Avevo già parlato di questi libri, conosciuti grazie ad un coinvolgente spettacolo teatrale a cui io ed il nano abbiamo partecipato, grazie alla mia amica. 
La stessa che ha regalato al nano questo libro per il suo compleanno (grazie!!!).
Era stata la nostra prima volta a teatro e la nostra prima volta con Piripù.

Questo libro è altrettanto bello, oltre che senza dubbio originale.



Piripù Bibi è alle prese con un'altra, educativa avventura, ovviamente a lieto fine!!
Consigliatissimo, magari come regalo di Natale.

Siccome, però, ho saltato un venerdì, oggi voglio recuperare e vi consiglio altri due libri per bambini

***
Un paio di settimane fa  (o forse un pò di più, ma non stiamo a fare i pignoli), nel nostro paesino si è svolto un mercatino di usato bimbi. 
Noi non abbiamo perso occasione per comprare, libri ovviamente.

Così, sugli scaffali del nano, sono arrivati questi due libri.




"Al cantiere" di Jonathan Emmett e Christyane Fox , ed. Usborne

è un libro pop up con i mezzi di lavoro in tridimensione, da sfogliare e guardare, studiare e scoprire.



 Inutile aggiungere che è stato un successone!!!!

"BASTONCINO" di Julia Donaldson e Alex Scheffler, Emme edizioni,

 è la storia del sig. Bastoncino.Attenzione: non un semplice rametto! 

Il sig. Bastoncino ha una famiglia ed una casa ma...dovrà vivere tante avventure, tutte in rima, prima di potervi tornare.

Dura la vita dei bastoncini, scambiati per rametti!!

Una storia che io ho trovato molto delicata e commovente, accompagnata da sei puzzle formato A4 con pezzi grandi, in un libro cartonato abbastanza robusto.




E visto che alla fine, sarà proprio Babbo Natale ad aiutare Bastoncino...credo sia la lettura/gioco perfetta per questi giorni di pioggia e freddo!!!




venerdì 6 giugno 2014

Un libro, uno spettacolo. "Piripu' Bibi!"

Giovedì scorso ricevo la telefonata inattesa di un'amica (una di quelle con la A maiuscola) che mi propone di portare i nostri bimbi (il nano e la sua bimba, coetanei) a Teatro, nella mia città, domenica.
C'è uno spettacolo tutto per loro in lingua Piripu'. Non capisco. Lei non ne sa molto ma dice che sembra interessante e divertente. Ovviamente mi fido, anche perché mi basta l'idea di trascorrere qualche ora insieme, e accetto subito.
Sarà la prima volta a teatro per il nano e ho un po' timore che possa non piacergli ma mi dico che se è pensato per i bimbi dai 2 anni in su, porteranno pazienza: abbiamo visto uno spettacolo di Pippi Calzelunghe con una attrice sola, bravissima, in biblioteca qualche tempo fa ma chiaramente l'ambiente era diverso, per il nano la storia era ancora troppo difficile da seguire e lo spazio eccessivamente affollato.
Il teatro G., invece, e' ampio ma accogliente.
Domenica arriviamo all'appuntamento trafelati, un po' in ritardo come al solito, ma tanto c'è ancora un po' da attendere. Mi stupisce e rincuora vedere tante famiglie con bimbi di ogni età così felici di poter assistere!
Poi i bimbi vengono fatti salire sul palco, perché lo spettacolo e' allestito e pensato per loro, mentre i genitori possono rimanere in platea.
Mentre la bimba della mia amica si lancia senza timore e, da seduta nel cerchio più esterno, alla fine dello spettacolo e' praticamente in prima fila che balla, il nano preferisce rimanere tra le mie braccia la maggior parte del tempo, salvo un paio di capatine sul palco. Va bene così, e' un bimbo a carburazione lenta e già lo prevedevo e comunque segue con attenzione lo spettacolo quasi fino alla fine (quando si mette a esplorare la sala e giocare con le macchinine ed un altro bimbo appena più piccolo, tra l'altro anche suo cuginetto, tra le sedie, senza però disturbare).
La scena e' una bella foresta di alberi di legno, i protagonisti burattini colorati che si muovono tra lenzuola bianche che creano giochi di ombre, le "attrici" che li manovrano molto brave, la narrazione semplice, anche se la lingua e' tutta inventata e io non capisco molto dalle parole, il risultato e' molto carino e piace a tutti i bimbi, soprattutto ai nostri!
Fuori, infatti non manchiamo di comperare uno dei tre libri della collana in lingua Piripu' da cui è tratto lo spettacolo, ovviamente lo stesso per entrambi, quello con il viola in copertina (la Bimba ha gusti precisi ed il nano la imita ammirato, anche perché il viola non gli dispiace affatto!).."Rulba Rulba!" di Emanuela Bussolati

E poi si avviano, piccoli lettori in crescita...

 Un gelato, giochi, chiacchiere, una passeggiata e il pomeriggio scorre via così, allegro e sereno, come i nostri bimbi, come la mia amica. Grazie!
La collana, Carthusia Edizioni, e' al momento composta di tre albi illustrati ideati e scritti da Emanuela Bussolati e pensati per la lettura genitori e figli, in una lingua "....adatta a fare le voci", a sussurrare o borbottare, a strozzare gli occhi e aggrottare le sopracciglia...una lingua speciale fatta di attenzione, di affetto e di voglia di mettersi in gioco..", come spiega la stessa autrice.
Ed e' davvero così!
All'inizio ammetto di essere rimasta molto spiazzata e di non aver ancora compreso appieno il significato di alcune parole però al nano piace molto e questa settimana se lo è fatto leggere in continuazione, rispondendo alla mia sciocca domanda: "secondo te, cosa significa: " Pole pole!", con l'ovvia risposta: "Mamma, pole pole, no? io capisco!"
Come a dire, da bravo bilinguista, che le lingue non vanno tradotte, ma comprese per come sono.

Gli altri titoli sono "Tarari' tararera....", Super Premio Andersen 2010 - Libro dell'anno, e "Badabum", prezzo Euro 14,90.

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma.