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lunedì 7 marzo 2022

Non ho più scritto. Sto, cercando l'equilibrio.

Non ho più scritto.

C'è stato Natale, c'è stato Capodanno, c'è stato l'inverno, c'è stato Carnevale. O meglio, qualche piccolo festeggiamento carnevalesco, non un vero carnevale.

E d'altro canto, il Carnevale, prima di diventare una festa cristiana, era il periodo dei culti dionisiaci greci e dei saturnalia romani: E' la festa di fine inverno, della sovversione del rigido ordine sociale, della ribellione, del ribaltamento dei ruoli e delle maschere, almeno per pochi giorni. Una festa di libertà e catarsi.

Come può trovare spazio una tale festa in un momento storico in cui è vietato opporsi all'opinione dominante, imposta dallo Stato e veicolata dai media? Come si può sovvertire l'ordine sociale per scherzo, in un momento in cui fioccano regole su regole, limiti su limiti, uno più assurdo dell'altro, e l'ordine sociale è già stato ribaltato e divelto?

Insomma, il clima attuale in Italia non lascia spazio al Carnevale, se non come momento di vacanza simil estiva, ma più breve. Non sia mai che ci si riabitui a libertà e ironia e si osi stare insieme, mescolati e senza gerarchie!

Dunque qualche coriandolata in maschera per i bambini ed è finita qui.

Iniziano a fiorire gli alberi, spuntano i germogli e le prime bulbose si aprono, la neve è quasi un ricordo, le festività natalizie archiviate.

E io non ho più scritto.

Eppure la vita è continuata e abbiamo vissuto momenti di gioia, incontrato amici, praticato sport, persino viaggiato un poco. Eppure ne avrei da scrivere!

Solo che al momento non ho più voglia di condividere, così, sul web, in modo indistinto. Con persone di cui ho perso stima, figuriamoci con sconosciuti.

Non so come facciano, i più, a vivere così, volutamente ignari e insensibili. 


Peccato non siano solo affari loro. Eppure va così.

Io mi ritaglio spazio per la vita, triblando nostalgia, superando la rabbia, talvolta cadendo verso la rassegnazione, tirando un sospiro e buttandomi nel presente, a godere di nuovi rapporti e di vecchi, riscoperti ancor più preziosi e sinceri, cogliendo ogni occasione di felicità per me e la mia famiglia e chiudendo fuori, come posso, il resto. Cercando di prendermi cura di noi.

E intanto medito sui prossimi passi.

Perchè di notte, quando mi sveglio chiedendomi che futuro attende i miei figli, è dura.

Poi sorge l'alba e torno a vedere tutta la bellezza che c'è. E ad allenare il fisico e la mente.

In fondo, dicono che sia la pazienza la virtù dei forti. Mi tocca imparare a coltivarla, come si fa con la terra in primavera, preparando orti e frutteti.

E restando, frattanto, in equilibrio, per non scivolare sul ghiaccio insidioso.



martedì 23 marzo 2021

Intanto che il tempo passa

 Le settimane trascorrono e forse questa sarà l'ultima con le scuole aperte per i miei bimbi, perchè la zona rossa si avvicina a grandi passi. A mano che le proteste di piazza dei giorni scorsi e i numerosi studi che confermano che non c'è correlazione tra frequenza della scuola in presenza e contagi (perlomeno nella fascia d'età fino alle medie), compiano il miracolo.

Intanto, però, si cerca di lavorare e vivere il più pienamente possibile, per quel che queste restrizioni consentono e fra una quarantena e preventiva e l'altra, ovviamente.

Questo blog è nato come un diario in rete e quindi mi sembra giusto annotare quel che accade.

I bimbi crescono e Orsetto, soprattutto, in questo periodo ancor più dei suoi fratelli.

Domenica, primo giorno di primavera, ha imparato anche lui a pedalare, senza rotelle.

Così adesso siamo tutti e cinque ciclisti!

A vederlo, soprattutto da dietro, è facile confonderlo con il Ricciolino ed infatti ogni tanto le maestre della scuola dell'infanzia si confondono e lo chiamano con il nome del fratellone. Lui non se la prende.

D'altro canto, adesso i due maschietti giocano spesso insieme, alla lotta o con le macchinine o con le carte dei Pokemon o di Dragonball. 

Principessa si cambia vestiti almeno tre volte al giorno, scegliendo con cura abbinamenti e capi che le piacciano. In questo è pari pari al fratellone alla stessa età. O anche ad adesso, visto che il Ricciolino continua a farlo.

Non c'è giorno che non indossi una gonna o un vestito, meglio se con i brillantini o con i volant o perlomeno plissettata, preferibilemente in tutte le tonalità del rosa e del viola, con qualche concessione al rosso.

Spesso la sera indossa il pigiama (ovviamente o rosa o viola) e poi sopra il tutù da ballerina o la gonna con le luci al led che le ha regalato il mio sobrio fratellino. Poi mi chiede di mettergli video di ballerine con la musica classica e semplicemente balla, in salotto. E che nessuno la disturbi!


Code, trecce e codini sono una richiesta continua. Le scarpette da ballerina, le sue pantofole di casa.

Poco le importa di rompere un paio di collant al giorno e di tornare a casa con la gonna strappata o sporca di terra e erba, lei deve vestirsi "da ballerina" anche a scuola.

Da un lato, mi dispero, dall'altro sono contenta che si senta libera di esprimere se stessa, giocare in ogni modo e andare in bici anche con la gonna, il tutù o qualunque altro abbigliamento desideri.

Orsetto è l'unico che fa poche storie per gli abiti, indossa quasi tutto, purchè i pantaloni siano morbidi e le scarpe "da corsa". Ha bucato il piumino in mille punti infilandosi nelle siepi della scuola e perde piume mentre cammina. Lui ne ride di gusto, felice. In generale però è molto meno pasticcione di sua sorella, pur essendo molto fisico nel gioco. La sua amichetta del cuore è sempre la stessa e quando la nomina lo fa con aria sognante. Però mentre fino allo scorso anno giocava anche molto da solo, ora preferisce i suoi amichetti della scuola dell'infanzia.

Orsetto e Principessa hanno sviluppato un linguaggio tutto loro, fatto di giochi "per finta" che riprendono giorno dopo giorno  e di cui solo loro riescono a tenere il filo. 

La loro complicità è bellissima, da osservare. Anche se ogni tanto si picchiano, litigano e si mettono in castigo a vicenda.

Principessa appena torna a casa da scuola si aggrappa al ciuccio ed al suo doudou. Li molla solo mentre è immersa in un gioco. Quando cerchiamo di riservarli all'ora della nanna, ci guarda dall'alto dei suoi tre anni e mezzo e ci dice: "Ma sto giocando alla bambina piccola PER FINTA, il ciuccio ed il pupazzo MI SERVONO perchè sono una bebè".

E quindi niente, la furbizia va premiata e vince lei.

Quando siamo in ritardo e Orsetto si lancia in uno dei suoi interminabili capricci di puntiglio, piangendo sdraiato per terra, fino a che non minaccio di lasciarlo dove è e di andarmene, Principessa si mette a piangere anche lei implorando di non lasciarlo, perchè "è il mio fratellino!" e facendomi sentire una mamma di m....

E' molto protettiva verso Orsetto, che la premia lasciandole decidere 2 volte su 3 quale gioco fare e facendosi comandare quasi a bacchetta.

Il Ricciolino ha imparato ad usare le scarpe da ciclismo con gli attacchini, usa ogni pezzo di asfalto per allenarsi con lo skate e sogna gare di bici tutte le notti. E' praticamente autonomo nello studio, anche se io insisto per fargli fare più esercizi di francese, farlo leggere, scrivere e ripetere le lezioni, quando ha c'è tempo. La stagione di sci nordico lo ha aiutato a stare bene e gli è piaciuta molto.

 Senza non so come avremmo fatto.

E' un periodo in cui legge molto da solo, oltre alle nostre letture serali a due. 

Legge sia in francese che in italiano, soprattutto se si tratta di fumetti, da Tex a Topolino ad Asterix e Obelix.

Negli ultimi weekend in casa ci siamo ridati al giardinaggio

Abbiamo seminato in ogni tipo di vasetto fiori e vegetali vari, fatto talee e trapiantato fiori e viti. Messo resi e creato aiuole. Il prossimo passo sarà ingrandire il minuscolo orticello dell'anno scorso.


Qualche soddisfazione il giardinetto ce la regala. Soprattutto perchè la bellezza della natura è qualcosa che mi stupisce sempre e ha sempre il piacere di rischiararmi l'umore.

Io sto cercando di trovare uno spazio quotidiano per una breve meditazione e anche se fatico molto, sono 10 minuti che mi regalano un sonno migliore.

E poi mi sono data allo studio della prima serie di Asthanga Yoga. Prima o poi mi stufero' di ripetere sempre la stessa sequenza ma per ora ogni giorno è diverso, perchè ogni giorno compio progressi o noto particolari da correggere.

Manca sempre tanto, troppo. Soprattutto mancano stare con gli amici e lo sport. Questa notte ho sognato di nuotare e sentivo persino l'odore del cloro sulla pelle, la sensazione di pressione al naso durante le virate e..niente, mi sono svegliata quasi piangendo da quanto mi manca. Orsetto e Principessa chiedono sempre più spesso quando andremo in piscina ed in palestra d'arrampicata insieme. Il Ricciolino guarda le rocce e domanda quando potremo tirare fuori corda e imbrago. 

Abbiamo collezionato una serie infinita di merende, cene ed inviti a casa nostra ed a casa di nostri amici e amichetti dei bambini promessi per "quando si potrà", per le quali dovremmo poter rivivere l'anno che abbiamo di fatto perso. E invece.

 Cerco di vivere nel presente ma continuo a temere il futuro incerto. I bambini, intanto, crescono e, quando abbiamo bisogno di tirarci su il morale, prepariamo una torta, impastiamo una pizza, compriamo il gelato e andiamo a passeggiare o pedalare nei campi.


Crostata cioccolata e pere per la festa del papà

lunedì 15 marzo 2021

Riflessioni sparse del momento.


Questo post sarà confuso e arrabbiato.

Però ho bisogno di scriverlo.

Ho troppa voglia di urlare e piangere per ciò che non riesco a farmi andare bene, a "digerire".

In qualche modo ho bisogno di buttarlo fuori.

 Il lavoro. Non il mio, il lavoro in generale. 

Ci sono professioni, posizioni e mestieri tutelati ed altri no. 

Non mi interessa perchè e per come la stuazione sia quella che è, mi interessa il fatto che il Covid sia stato l'ennesima occasione sprecata per modificare lo status quo, per portare davvero uguaglianza.

E invece è ormai un anno che c'è chi gode di congedi, non retribuiti o  parzialmente retribuiti, permessi, malattie e diritto allo smart working e chi non ha nulla di ciò. Chi lo smart working non lo vuole proprio, perchè in realtà è multiworking, eppure è obbligato.

Chi percepisce uno stipendio intero sempre, che lavori 8 ore in presenza o 4 a casa o non lavori proprio e chi non ha neppure più la possibilità di lavorare o di trovarlo, un lavoro.

Chi ha diritto di assentarsi e rinviare se si prende il Covid o è in quarantena e chi questo diritto non lo ha e deve pagarsi un sostituto, sperando di averne le risorse, di trovarlo e che lavori bene.

Chi ha la pensione o il reddito di cittadinanza senza aver mai lavorato o avendo lavorato per una manciata di anni e chi non ne maturerà mai il diritto, perchè appunto non può lavorare. 

E sorvoliamo sugli importi della pensione e dei sussidi e sulla disuguaglianza interna, tra chi ha contribuito e chi no.

Chi è stato vaccinato perchè fa un certo mestiere e poi è a casa comunque, molto spesso costretto, anche se vorrebbe essere in presenza.

E non è che il mal comune sia mezzo gaudio. 

Io non voglio che si tolga a chi ha più tutele, vorrei che si dessero a tutti gli stessi diritti. E invece continuano ad esserci lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. 

Tra questi ultimi, anche chi un lavoro fuori casa non lo ha e quindi si pretende che faccia di tutto e di più e per giunta in silenzio.

La scuola.

Io ho frequentato 5 anni di elementari a tempo pieno con due maestri che si alternavano. Sempre gli stessi. I miei maestri erano "I" maestri, per me. Io per loro non ero solo un nome sul registro. A distanza di quasi 30 anni vengono ancora alle nostre cene di classe, se li incontro si ricordano i nomi dei miei fratelli, la professione che esercito, dove vivo o si informano di tutto. Erano un punto fermo.

Le questioni tra compagni si risolvevano in classe, tra compagni spontaneamente e, se necessario, compagni e maestri. Non con note o colloqui. E vi assicuro che funzionava.

Mio figlio di maestri e maestre in 4 anni ne ha già cambiati, per fortuna non tutti, non la maggior parte.

A molti studenti italiani è andata decisamente male.

 Durante il primo lockdown,  lui li ha sentiti dopo tre settimane in una vidoechiamata di gruppo di 45 minuti, una volta a settimana. Adesso  la DAD viene attivata solo se è a casa tutta la classe (se no e-mail o registro elettronico per i compiti a casa), rigorosamente con il programma che ha deciso la scuola (e chissene se non funziona con un altro marchio di pc o su quelli più obsoleti), nell'orario che ha deciso la scuola.

In altre scuole, funziona diversamente, in alcuni posti meglio, in altri peggio. Scuola che vai, situazione che trovi e le famiglie devono far andar bene tutto.

Non metto in discussione la preparazione o la bontà delle insegnanti, perchè noi siamo fortunati in questo.

Eppure mi sembra non ci sia un particolare rapporto, effettiva vicinanza.

Era arrabbiato, mio figlio, quando a Pasqua dell'anno scorso si è sentito augurare "Buona Pasqua" . Perchè cosa c'era di bello in quella Pasqua chiusi in casa con la propria famiglia stretta (nella migliore delle ipotesi) e basta, da un mese ormai? E d'altro canto, cosa dire a questi bambini, al di là dallo schermo?

Ai piccoli è andata meglio, con videochiamate e messaggi. E senza il rpoblema di DAD, compiti e didattica,certo. 

Non è scuola dell'obbligo, ma spiegalo a bimbi di due anni e mezzo che l'educatrice con cui stavano mezza giornata o tutto il giorno cinque giorni su sette, da quando avevano sei mesi, di punto in bianco non la possono più vedere e toccare? Non è un trauma psicologico? Non è un pò come essere abbandonati? E il sentimento di queste educatrici, che con i bimbi che accudiscono sviluppano un forte rapporto affettivo?

La scuola che apre - chiude- riaprirà o forse no. Perchè chi ci crede più?

In cui non si sa il giorno prima che libri verranno usati il giorno dopo perchè si preferisce decidere all'ultimo in base a come va, però i bambini dovrebbero imparare a programmarsi compiti e studio e dividiamo tutti i mille fascioletti da foderare. Pero' si portano tutti a scuola, perchè non si sa.

In cui  non si può scegliere con chi giocare perchè  "bisogna giocare con tutti" , anche con chi magari proprio non ti piace o si lamenta sempre con la maestra se non si fa come dice lui/lei, ma con il Covid giocare rigorosamente senza toccare nessuno, senza toccare la palla o altro, con la mascherina e possibilmente a distanza.

Una scuola in cui a  giugno, quando erano aperti i centri estivi, i bimbi frequentavano i parchi giochi, mezza Italia ricominciava a viaggiare e stare al mare o con gli amici, non ci si poteva incontrare tutti neppure per un saluto informale perchè la singola dirigente scolastica non era d'accordo e questo prevaleva su tutto.

La scuola che doveva spostarsi all'aperto, rinnovarsi, migliorare per sfuggire al contagio ed invece si sta comunque sempre in aula e con sempre più divieti e limiti ed è la prima ad essere chiusa, quando i numeri salgono, come se in fondo, fosse cosa da poco.

La scuola, in cui è stata reintrodotta la materia "educazione civica", con fondamenti di diritto, che chiede a bambini delle elementari di firmare (ripeto, minori di anni 16, firmare) un patto di "corresponsabilità" in cui i bambini stessi si obbligano a monitorare il proprio stato di salute e segnalare i compagni che non rispettano le regole. 

Tra delazione ed omertà, forse c'è una via di mezzo?

In cui un anno fa veniva imposto addirittura quando far mangiare la frutta o lo yogurt (merenda obbligatoria da portarsi da casa), se come merenda del mattino o del pomeriggio perchè: "La scuola deve educare, anche in campo alimentare !"  (come se tutti avessero le stesse esigenze nutrizionali e lo stesso metabolismo, peraltro). 

L'anno dopo, visto che c'è il Covid, non si lavano neppure più i denti dopo pranzo, la merenda ognuno faccia come pare e in mensa un trionfo di monouso e rifiuti.

La scuola dei protocolli, ma solo quando fanno comodo, e dell'ipocrisia, in cui bambini ed insegnanti si barcamenano come possono, cercando di sopravvivere e magari lasciare un pò di spazio alla didattica. Tradizionale, ovviamente.

Perchè poi, in tutto questo, io mi preoccupo del bisogno di socialità e confronto con i coetanei dei miei figli, ovviamente perchè "non ho capito che c'è chi è in TI o in una bara, ci sono altre priorità, loro hanno tutta la vita davanti, pensa alle cose serie"  ; ho necessità di "parcheggiarli" a scuola perchè "sono un genitore degenere che non sa educare i propri figli e li ha fatti solo per sbolognarli" ; mi preoccupo anche che imparino qualcosa perchè "sono il tipico prodotto di una società in cui conta solo il nozionismo e sfornare piccoli robot che producano un domani un reddito e si mantengano".E già, mi avete beccata.

I vaccini

Io credo nella libertà di scelta, soprattutto in termini sanitari. 

Ciò posto, vogliamo procurarci o no questi benedetti vaccini, svizzeri, inglesi, italiani, russi o americani che siano, purchè siano?

Vogliamo consentire a chi vuole correre il (relativo) rischio, di vaccinarsi?

Vogliamo proteggere i più anziani e fragili che continuano a morire o solo guadagnare consensi elettorali (ah già , votare è fuori discussione da anni) vaccinando per categorie, dipendenti pubblici del comparto sanità, scuola e forze armate in primis?

E poi pure la popolazione carceraria, prima dei pensionati?

Senza considerare l'età, se abbiano davvero maggior probabilità di ammalarsi, se abbiano già una sorta di immunità (seppur temporanea da malattia o no) ecc.

E poi comunque chiudiamo i reparti ospedalieri e le scuole e mandiamo ai domiciliari i carcerati, vaccinazioni o non vaccinazioni effettuate.

Ma tranquilli: "Potenzieremo il sistema di vaccinazione e tracciamento!" Da domani, sempre da domani.

Leggo le notizie, cerco di capire cosa capita o nonn capita all'estero e non mi capacito.

I criteri e le zone

Semplicemente, non se ne può più.

Non se ne può più di annunci al venerdì o alla domenica sera, per regole che forse valgono dal giorno dopo, forse ci concedono il fine settimana per abituarci. Forse no perchè poi la gente "se ne approfitta" o forse sì "perchè lo avemamo promesso".

Non se ne può più delle "cinquanta sfumature di arancione" , con regole sempre diverse, da sommarsi alle ordinanze regionali, provinciali, comunali, che ovviamente il cittadino deve scovare, leggere ed interpretare.

Decreto o dpcm, opinioni del CTS o scelta della forza politica del momento....in ogni caso, confusione su confusione.

Senza contare la nuovissima fonte del diritto italiano: "Le faq del Governo"!

Il mio insegnante di diritto costituzionale si starà rivoltanto nella tomba.

D'altro canto, siamo passati dall'Europa unita al divieto di circolazione fuori dal Comune di residenza, domicilio o abitazione (prego, scelgasi un criterio tra i tre, tanto non si capisce neppure quale prevalga), passando per la "frontiera regionale" e le zone rosse provinciali (ma non dovevano essere abolite? Ah no, solo sulla carta) eppure dopo un anno, un anno intero, la situazione non è che sia migliorata molto.

E' colpa dei cittadini che non rispettano le regole. 

E allora andateli a cercare, magari fuori dallo stadio o a pregare per la morte di Maradona, o per le vie dello shopping (pero' che comprino e paghi con la carta, mi raccomando, perchè se no c'è evasione e poi i negozi chiudono e via così), se proprio pensate sia colpa loro, non impedite a tutti gli altri poveri cittadini allo stremo della resistenza psichica di passeggiare in parchi e giardini, in campagna o in montagna o sul lungo mare, o ai bambini di scendere dallo scivolo o andare in altalena.

E intanto, vaccinate, tracciate e curate. INvece di promettere e parlare, che tanto ormai la credibilità  è evaporata.

I medici

Qui si apre un mondo. Quelli che curano seguendo il protocollo, quelli che prescrivono diversamente, quelli che continuano a visitare e quelli che manco rispondono al telefono.

Quelli negazionisti e quelli terrorizzati. Quelli che parlano in tv o sul web e quelli che fanno ciò che possono, come possono, in silenzio.

Quelli che, a sentir loro "gli ospedali sono pieni, lavoriamo con ritmi disumani" e altri, che lavorano nello stesso posto, che rassicurano: "non è vero niente, è occupato solo il 20% dei posti letto, sono i colleghi che ora che devono lavorare si lamentano".

Quelli che serve la vitamina D, quelli per cui preghiere e tachipirina curano tutto e quelli che se non inizi subito con un cocktail di farmaci non hai speranza.

Io so solo che sono estremamente disorientata. Confusa, spaventata e disorientata.

Continuo ad avere fiducia ma è sempre più un atto di fede.

Virologi / infettivologi / opinionisti / giornalisti e politici.

Niente. Li considero tutti alla stessa stregua e non li sopporto proprio più. 

Non intendo sprecare altre parole, per loro.


E...basta.

Adesso vado a seminare piantini di verdure e fiori e fare yoga, i primi perchè "non si sa mai", i secondi perchè c'è bisogno di bellezza e colore (non sulla mappa dell'Italia) e la terza perchè ho necessità di sviluppare endorfine e la palestra di arrampicata e la piscina sono ancora chiuse, per dpcm. No anzi, forse per decreto. Vabbè.




giovedì 7 gennaio 2021

Quel che voglio ricordare del 2020

 Poco fa ho letto questo post di Mamma Piky, ho riflettuto su come commentare e realizzato che, di questo 2020, io ho comunque molto da ricordare.


Non scrivero' qui quello che desidero lasciarmi alle spalle, anche perché ho i miei dubbi che il 2021 me lo consentirà e poi quanto sia delusa, triste ed arrabbiata l'ho scritto spesso su facebook.

Adesso voglio mettere nero su bianco tutto cio' che di piacevole, positivo, gioioso c'è stato.

E' facile. Ho stampato da poco 500 fotografie e mi basta scorrere per ricordare:


1. I primi due mesi del 2020, con la neve, lo sci di fondo, gli amici con cui festeggiare, visti a pranzo o a cena o per una cioccolata calda o un panino sulla neve.

2. La fiera di Sant'Orso a Donnas, a fine gennaio e i venerdi' sera ad arrampicare in palestra, fino ai 

primi di marzo.

3. Il Carnevale di Pont Saint Martin, che abbiamo festeggiato, per quanto mi riguarda spensierati, mentre quello di Ivrea si fermava. E che è stato il primo che Orsetto e Principessa ricordano, almeno un po'.

Il primo in cui come famiglia abbiamo fatto parte di un rione e sfilato in bianco e verde, godendoci ogni momento.

4. La primavera, comunque sbocciata in tutti i suoi colori e calori, con le prime fioriture, le passeggiate nei campi, i piccoli in bicicletta quando si poteva uscire, le grigliate noi cinque in terrazza e i nostri "percorsi ginnici casalinghi"


5. L'approfondimento della conoscenza con alcuni vicini di casa e la conferma che nel nostro paesino si sta bene. 

6. Gli esperimenti culinari e di orto coltura.

7. La caccia la tesoro di Pasqua, la gioia delle fragole con la panna e del gelato artigianale a domicilio.

8. Il rapporto con le educatrici del nido, anche a distanza.

9. I festeggiamenti in famiglia per il mio compleanno, per quello dei gemelli e di mia suocera e poi ancora per mio fratello, mia madre, di un amico ecc., nel corso dell'estate.

10. Il centro estivo del paese, che ha salvato la sanità mentale di tutti e cinque noi ma mia e del ricciolino in primis.

11. Il ciclismo del ricciolino, che è partito arrancando ed in ritardo, con meno bimbi e qualche screzio ma alla fine ci ha confermato che abbiamo scelto un club sportivo di brave persone in cui lui si diverte sempre.

12. L'unica gara di bici del ricciolino e la giornata con gli altri genitori.

13. Il saluto al parco ai compagni del nido e alle educatrici, che ho faticato ad organizzare, con altre mamme e molti mal di pancia ma di cui è valsa in pieno la pena.

14. Gli amici, quelli che ci sono sempre, anche a distanza e in pandemia. 

15. Il lago, seppur con modalità macchinose di prenotazione e una stagione a dir poco dimezzata, ma comunque lago.

16. Lo yoga, una abitudine quotidiana che non voglio abbandonare e che nei mesi della chiusura ho approfondito.

17. Il corso di musicalità di Orsetto e Principessa, finché hanno potuto frequentarlo.

18. Alcune piccole grandi conquiste della crescita dei miei cuccioli: l'abbandono del ciuccio e del pannolino di giorno anche per Orsetto, Principessa che impara a andare in bici, con i pedali e senza rotelle.

19. Dicembre, con un Natale diverso ma comunque non solitario, con tanta neve e tutto lo sci di fondo che ci è stato possibile, anche per Orsetto e Principessa.

20. Anche e soprattutto le tante escursioni in montagna, in Piemonte, in Valle d'Aosta ma anche in Ticino, sia solo noi cinque, sia con parenti, sia con amici.

La montagna non ci delude mai ! 



Non aver viaggiato durante le vacanze ha avuto infatti come rovescio della medaglia ancora piu' gite tra prati, boschi e monti, che ci hanno regalato molte soddisfazioni.

Insomma, un 2020 per moltissimi versi da dimenticare (anche se dubito che ci riusciremo) ma per tanti altri da ricordare, per fortuna!

E voi, cosa volete ricordare dell'ultimo anno?




venerdì 18 settembre 2020

Si è chiuso un ciclo.

Orsetto e Principessa hanno iniziato da una manciata di giorni la scuola dell'infanzia, dopo più di due anni di nido. 

Entrati a 6 mesi anagrafici all'asilo (qui, il loro inizio), per loro era una seconda casa e, le educatrici di riferimento, molto più che delle "tate". 

 Immaginate dunque il loro smarrimento e la tristezza, a non poter piu' frequentare a causa del lockdown e non poter neppure piu' giocare con i loro amichetti, piccoli e grandi. 

Durante l'estate, quando il nido ci ha comunicato che non avrebbero riaperto, al loro sentimento si è unita la mia nostalgia ma anche la rabbia ed la tristezza di una madre che c'era già passata e aveva vissuto con intensa emozione i saluti finali (come dimenticare il giugno in cui ha concluso il mio primogenito?), la festicciola di fine anno , l'inserimento alla scuola materna (già vissuto con il ricciolino e rivelatosi importante) e dunque sapeva ciò di cui erano stati privati i suoi figli e lei stessa.

Alcuni mi hanno detto che esageravo, a sentirmi così. Alcuni non hanno compreso. 

Francamente chi non c'era già passato non sapeva neanche cosa si perdeva, per cui logicamente non capiva. 

O forse si trattava solo di persone prive di una sensibilità come la mia (ovvero non insensibili ma diverse, magari più proiettate per carattere nel futuro, meno sentimentali oppure più pratiche o con figli che manifestano meno certi tipi di emozioni o che comunque non avevano avuto lo stesso attacamento alle educatrici...insomma, il mondo è vario!) 

Altri invece hanno provato sentimenti simili ai miei ed a quelli dei miei figli. In ogni caso, per me era importante "chiudere il ciclo", accompagnando i miei bambini verso la loro nuova avventura dopo aver salutato compagni ed educatrici e in qualche modo "celebrato il passaggio". 

E poi volevo avere l'opportunità di ringraziare le educatrici e la direttrice per tutto ciò che, in questi anni, avevano donato a me ed ai bambini. E non è stato poco!!!

Siccome non ero la sola a desiderarlo, alla fine io ed altre mamme abbiamo preso l'iniziativa e, al di fuori dei canali ufficiali, in luogo pubblico e neutro e in orario non lavorativo, abbiamo organizzato una semplice merenda di saluto tra bimbi dell'ultimo anno, genitori ed educatrici. 

All'inizio il timore era che molti non avrebbero aderito, spaventati di creare un "assembramento" o di problemi lavorativi con le istituzioni scolastiche. 

Soprattutto temevo che ci trovassimo in pochi, come era accaduto con la merenda organizzata alla primaria. 

Invece è stato un successo. Sicuramente anche per la maggiore intelligenza dei genitori dei bimbi coinvolti che per la maggiore intelligenza e sensibilità delle educatrici del nido, rispetto alle maestre della primaria del ricciolino, molto assenti già durante il lockdown. 

Hanno aderito quasi tutti e mancava solo una delle educatrici e solo perchè in viaggio. 

  C'è stata la merenda portata dai genitori e la consegna dei regali alle maestre, che ci hanno sorpreso consegnando i "diplomi" di bimbo grande ai bambini presenti ma anche, per chi ha partecipato, un libretto con foto e descrizione personalizzata del progetto "educativa domiciliare" dell'estate (ne ho accennato qui).

 Il tutto in uno spazio abbastanza ampio da consentire di non affollarsi e, per gli adulti, la mascherina, senza tante discussioni. 

 Insomma, è bastato volerlo ed organizzarlo, a dispetto dei limiti e paletti della istituzione. 

 I bambini si sono ritrovati, hanno giocato di nuovo insieme e salutato le educatrici, noi mamme e papà abbiamo potuto confrontarci, scambiarci i contatti e riannodare i fili della conoscenza. 

Ecco. Non è stato come sarebbe stato se il virus e le regole non ci avessero messo lo zampino e come era stato per il ricciolino o ad ottobre, ma è stato comunque emozionante e ha permesso di "chiudere il ciclo" in bellezza. Ci voleva! 

E ora...un nuovo inizio, ovviamente doppio. 


 

P.s. Anche voi avete organizzato qualcosa di simile? O lo hanno fatto le scuole? Come è andata? Per voi era importante?

mercoledì 16 settembre 2020

11 "cose" che mi mancheranno dell'estate 2020

Dopo avervi raccontato le 13 cose che non mi mancheranno di questa strana estate, eccomi a dirvi cosa, invece, mi mancherà quando arriveranno autunno ed inverno:

1 - La sensazione di una ritrovata libertà.

Libertà di non dover piu' pensare, ad ogni spostamento, se sono ancora all'interno del mio Comune o della Regione. Libertà di varcare il confine nazionale ma, soprattutto, libertà di andare a trovare i miei cari, libertà di correre, andare in bicicletta, arrampica

re e andare in montagna.

Eh già, perchè durante il periodo di chiusura la sensazione, per me, era quella di solitudine e soffocamento e, forse per questo, poter di nuovo uscire è stata una sensazione bellissima, assaporata e goduta come forse mai prima.

 

2 - Le escursioni in montagna. 

Mai tante come quest'anno, in cui abbiamo scelto di non andare al mare o altrove e di rimanere principalmente nella nosra zona, salvo un paio di puntatine oltre confine.

Lunghe, brevi, con o senza impianti di risalita, a colli, laghi e rifugi, con e senza amici.

Una escursione piu' bella dell'altra, perchè viviamo in un luogo splendido.

Anche se cerchiamo di vivere la montagna anche d'inverno e ci piace, le escursioni del periodo estivo per me sono sempre indimenticabili.


3 - Le festicciole con i parenti.

Non che non festeggiassimo i compleanni dei membri della famiglia, pero' quest'anno, dopo tanti mesi distanti fisicamente, abbiamo tutti fatto il possibile per ritrovarci dinnanzi ad una torta, un vassoio di pasticcini o una coppa di gelato, per celebrare come si deve i nostri affetti.

 

E anche in questo caso, io mi sono goduta di piu' del solito queste festicciole.



4 - I pranzi ed i pic nic in terrazza.

In primavera ci siamo attrezzati con cio' che avevamo a disposizione e, dovendo restare in casa, abbiamo vissuto per la prima volta la nostra terrazza, trasformandola in uno spazio di gioco per i bambini, per la ginnastica dei grandi e, soprattutto, per i pranzi all'aria aperta.

Non tutto insieme, si intende, trattandosi di un terrazzino, pero' si puo' proprio affermare che lo abbiamo utilizzato ed è stato un piacere.

5 - L'orto e i fiori.

Piantati un po' per gioco e un po' per disperazione, i semi ed i fiori trovati qua e là ci hanno dato gran soddisfazione.

 

Sarà stata la fortuna dei principianti o l'amore e la cura quotidiana che ci abbiamo messo ma, alla fine, la soddisfazione mia e dei bambini è stata tanta.


 

6 -  La bicicletta.

Mancherà soprattutto al ricciolino, finita la stagione di mountain bike, come gli è mancata tantissimo nella primavera in cui il club sportivo non ha potuto iniziare l'attività consueta.

Mancherà pero' anche a me ed ai piccoli, sempre piu' abili sulle loro biciclettine senza pedali.

Non mancherà al mio ginocchio che, ahimè, sembra patirla. 


 

7- I laghi ed i bagni nei laghi.

Mi mancano tutti gli anni, a dire il vero, alla fine dell'estate.

Perchè in qualche modo sono sempre stati parte della mia infanzia, da quando la domenica mattina i miei genitori ci svegliavano presto per andare a fare sci nautico al lago di Viverone o per i pomeriggi di caldo e acqua trascorsi al lago Sirio,

o ancora, per le giornate in cui il nonno portava me e mio fratello a pesca con lui al lago di Meugliano o per le gite in montagna in cui ogni lago o torrente era buono per mettere i piedi a bagno!

 

Insomma, in qualche modo, i laghi del Canavese e di montagna sono parte della mia primavera/estate ed in inverno mi mancano sempre un po'.

 

8 - I vestiti estivi

Leggeri, colorati, spesso piu' comodi di quelli invernali. In estate i miei vestiti mi rispecchiano di piu' e mi sento libera in maglietta e pantaloncini corti o con canotte e gonne colorate, per non parlare dei sandali!

In inverno, invece, l'abbigliamento è piu' serioso, per necessità lavorative e perchè c'è molto meno scelta di capi e colori.

 

9 - Le gambotte scoperte e le fossette sulle braccine dei miei bimbi.

Mi mancheranno, si', perchè in estate i vestitini corti le lasciano scoperte e loro  stanno crescendo. La prossima estate, probabilmente, le fossette sui gomiti saranno sparite e le gambe saranno piu' magre, già da "grandi".

E comunque tutti infagottati è piu' difficile stringerli, abbracciarli e sentire l'odore della loro pelle.



10 - La luce solare

L'autunno è una stagione che mi piace e anche l'inverno ha i suoi perchè, tuttavia la luce primaverile ed estiva non ha eguali e mi mancherà, eccome, cosi' come mi mancheranno le giornate piu' lunghe e il calore del sole.

 

11- Il centro estivo e le educatrici del nido

 Questa estate, a nido chiuso e senza i centri estivi ordinari per il grande, abbiamo dovuto e voluto (perchè i miei figli avevano bisogno di stare con altri bimbi, a giocare all'aperto) fare ampio ricorso al centro estivo, per tutti e tre i bambini.

Dopo un inizio non semplice, di adattamento e ricerca del centro giusto, i bambini si sono trovati benissimi in uno vicino a casa e in cui anche io, da mamma, ho trovato tanta empatia, accoglienza e sorrisi.

Provo tanta gratitudine per il centro estivo, che c'è stato dove il pubblico ha fallito o non è stato messo in grado di fare, ma anche per le educatrici del nido che, con il progetto di "educativa domiciliare", sono riuscite a riprendere il contatto con i piccoli e accompagnarli piu' gradualmente verso la scuola dell'infanzia, pur avendo a disposizione solo una manciata di ore.

 



E poi...mi mancheranno anche altri aspetti dell'estate, di questa estate, pero' questi mi sembrano i principali.

E a voi, cosa mancherà di piu'?

sabato 5 settembre 2020

13 "Cose" che NON mi mancheranno dell'estate 2020

Con le prime pioggie, il clima è cambiato e l'aria sa già d'autunno, soprattutto al mattino.
E a me coglie la malinconia, perchè con le chiusure imposte non abbiamo potuto vivere la primavera e quindi "la bella stagione" è stata proprio breve, anche se particolarmente soleggiata.


Per vincere la tristezza che mi prende al pensiero che in un batter d'occhio ci troveremo a tirar fuori piumini e piumoni, mi sono soffermata a pensare a cio' che NON mi mancherà, di questa estate 2020.

L'acqua. In tutte le sue declinazioni, sempre protagonista dell'estate.

Eccoli!

1) L'incertezza che pervade ogni ambito.
Ad esempio sull'inizio della scuola. Quando, con che orari e modalità ecc. A 10 giorni dal previsto inizio, non ci sono certezze nè indicazioni ufficiali delle scuole dei miei tre figli.
Si vive giorno per giorno, con fatica e improvvisando e io questa maniera, sempre piu' un'abituadine, la detesto.

2) Il lavaggio di costumi, asciugamani e pantofole dopo i bagni al lago, in piscina o al mare.
Quanto arrivo a casa la sera, con la cena ancora da preparare e/o i bambini da cambiare e mettere al letto con il lungo rito di toilette, letture, coccole e saluti, sono cosi' stanca che ne farei volentieri a meno. E invece, si lava, peraltroin gran parte necessariamente a mano.
Odioso!

3) Le zanzare, sempre e comunque presenti. Lo so che arrivano inevitabilmente tutti gli anni, non si scampa ma altrettanto sicuramente so che non mi mancheranno affatto (a meno di poterle scambiare con le cimici, perchè in fondo preferisco ancora le zanzare alle malefiche puzzolenti!)

4) La "mascherina" . 
 Da portare con sè, da ricordare a figli e marito, da lavare, da sostituire, da aggiustare, da mettere e togliere, a seconda di usi, leggi e costumi locali. 


5) Prato, fiori ed orto da irrigare ed erbacce da strappare. Tutti i giorni, almeno una volta al giorno.

6) Il dover prenotare sempre e comunque.
Dal parrucchiere, al ristorante, al rifugio, all'accesso al lago, all'ambulatorio medico, persino in banca e negli uffici pubblici (ammesso che fossero aperti, a dire il vero evento molto raro). anche

7) L'impossibilità di cura e prevenzione. A parte il pronto soccorso ed il medico di base/pediatra (comunque previo appuntamento da concordare - altro tempo speso cosi'), tutto il resto è rimasto sospeso, ben oltre la fine dell'emergenza ospedaliera. E ancora la normalità è lontana.
Le tasse e le imposte, pero', le ho dovute pagare lo stesso, guarda caso.

8) L'inusuale affollamento delle montagne. Oltre ogni immaginazione e non per turisti entusiasti di darsi all'escursionismo o ammirare la natura ma per gente che le ha scelte come "ripiego" e talvolta trattate con sufficienza e maleducazione.
Di loro si puo' tranquillamente fare a meno e spero che il prossimo anno scelgano altre mete oppure, visto che spesso decantano i luoghi da cui provengono, addirittura se grandi città inquinate e trafficate, che ci restino anche d'estate.

9) L'impossibilità di viaggiare serenamente all'estero. Senza rischiare quarantene al rientro, senza essere additati come "untori" solo per aver scelto una meta piuttosto che un'altra, senza retorici quanto falsi nazionalismi per convincere gli italiani a restare in Italia, senza tira e molla sulle date di riapertura delle frontiere.


10) Le macchie di frutta e di gelato. I frutti estivi macchiano e sono spesso molto difficili da mandare via dai vestiti. Idem il gelato, specialmente al cioccolato. E i bambini, si sa, si sporcano spesso. Cosi' non c'è estate senza qualche maglietta che rimane irreparabilmente "pataccata". Grrrrr !

11) La paranoia, la cattiveria e l'egoismo, che mai come in questa estate ho visto emergere.
E se da un lato mi ha reso piu' amara la vita, mi ha anche aiutato a fare pulizia. E non parlo di armadi.

12) Le docce giornaliere.
Non tanto le mie, quanto quelle da fare ai gemelli e da ricordare al ricciolino biondo! Non che d'inverno non ci laviamo ma non è proprio una doccia quotidiana per tutti.

13) Piu' di tutto, pero', non mi mancheranno le assenze. 

Dei parenti che avresti voluto andare a trovare.
Dei riti che avrei voluto celebrare, come la fine dell'asilo nido, la cena di classe alla primaria ecc., ma anche le feste e sagre estive, i festeggiamenti dei santi patroni, i concerti, le gare sportive, le tavolate di amici al ristorante, le grigliate in tanti ecc.

Orchidea solitaria,fioritura tardiva  

Resiste la speranza che la prissma estate sarà diversa, che sapremo lasciarci tutto questo alle spalle. Speranza flebile ma pur sempre speranza. Perchè l'ottimismo va alimentato.

 E a voi, cosa NON mancherà, di questa estate?





mercoledì 29 luglio 2020

E' una estate strana.

E' una estate strana.
Iniziata in ritardo, perchè non poter uscire, non poter incontrare amici e famiglia, non poter andare in montagna, non è estate.



Il Governo, con le sue decisioni, ci ha rubato tanto, troppo. In primis la primavera, ma non solo.
Esperienze, riti, gite, vissuti, momenti insieme che non si possono recuperare. Per cosa? Per una pessima gestione di un problema sanitario.
Questa cosa non mi va giu' e so già che non dimentichero', non perdonero', neppure coloro che continuano a ripetere che fosse inevitabile agire cosi' (forse perchè hanno paura a guardare in faccia la realtà?) non per quattro settimane o persino 8 settimane ma per quattro mesi, non solo dove c'era l'emergenza ma ovunque.
Che poi in gran parte sono gli stessi che ora raccontano o postano foto di vacanze, spiagge affollate, festicciole per i bambini, aperitivi con gli amici e gite di gruppo. Perchè adesso è liberi tutti e "chissene" di cosa è stato portato via, basta andare in vacanza, no? Con la mascherina al collo, come un collare.

Inutile scriverne ancora, comunque.

E' una estate strana ma ora è estate.
Da qualche giorno troppo afosa ma fino a poco fa di un caldo sopportabile ed anzi molto piacevole e rispetto ad altri anni direi che è stato un giugno ed inizio luglio di lusso, quanto a clima.
Grazie meteo!
E adesso sopporto in silenzio, che tanto lo so che ad ottobre rimpiangero' il caldo, quindi faccio scorta.

E' una estate strana, ma la montagna chiama e noi rispondiamo tutte le settimane.
D'altro canto, ci sono solo da poco gli allenamenti in bici del ricciolino nel weekend ma le gare non si possono fare, quindi se da un lato dispiace per lui, che viveva ogni gara come la festa collettiva che era (e per fortuna!), dall'altro riusciamo a fare le nostre amate camminate e quindi va bene cosi', cogliamo solo gli aspetti positivi e sorridiamo tra i monti. Perchè mica sipuo' sempre essere tristi ed arrabbiati! Voglio collezionare giornate belle, sempre.

E' una estate strana.
Senza il nido, che ci sarebbe stato sempre tranne due settimane di agosto.
Manca, tantissimo, a me ed ai piccoletti di casa.
E' uno strazio quando ne parlano, senza neppure sapere che ci sarebbe stata anche la loro festa, la loro recitina finale e la consegna dei diplomi di "grandi".
Un rito mancato, che mi fa male e fa male alle educatrici e non importa se in tanti non capiscono il mio dolore, la tristezza dei miei figli. Noi sappiamo.

Eppure c'è del buono: i centri estivi.
 



Lavoretti realizzati al centro estivo e con le educatrici a domicilio


La prima settimana, nel primo che ha aperto, non è andata benissimo per i piccoli, molto meglio per il grande.
Troppo ossessivo il richiamo all'igiene ed i controlli, assurdamente lunghe le entrate e uscite scaglionate (per dire, noi pagavamo dalle 8.00 alle 17.00 ed entravano alle 9.30, altri entravano alle 8.00 ed uscivano alle 16.00..), scarsissimo il contatto fisico con bambini che comunque sono piccoli.
Poi ha aperto come centro estivo quello che era un nido privato, a due passi da casa, ed è andato tutto bene.
Il grande frequenta full time e non vuole piu' smettere, continua ad aggiungere settimane, che quest'anno paghiamo volentieri perchè lui ne ha davvero bisogno.
I piccoli purtroppo fanno solo alcune giornate ma sono felici e io tranquilla che siano in buone mani.
Ci sono le regole anti-Covid ma applicate con intelligenza e umanità, senza ossessionare nessuno e dopo 4 settimane stanno/stiamo tutti bene.
Avercene luoghi cosi'.

La regione Valle d'Aosta, invece, per quanto concerne l'infanza a mio parere questa estate ha sbagliato in pieno. Una delusione per il pubblico di una regione considerata virtuosa che ci porteremo dietro e non dimenticheremo a settembre.

Poi c'è il mini progetto (mini er numero esiguo di ore e settimane interessate)  "educatrici a domicilio", sulla cui assurdità di fondo non mi esprimo ma in cui le educatrici e la dirigente del nido hanno messo il cuore, investendo tempo e professionilità e affetto li' perchè di fare altro non hanno loro consentito.
E noi lo apprezziamo molto, cosi' come i piccoli.

E' una estate strana, in cui si rincorrono voci e numeri ma certezze per settembre non ce ne sono.
E allora si vagliano ipotesi. E allora ho incubi notturni e ansie sulle spalle.
Cerco di essere sorda, di scacciare il pensiero e concentrarmi sul presente, sull'estate.

E' una estate strana e stiamo andando a trovare piu' spesso l'Alpmarito in Svizzera ed è bello, rilassante, rispetto all'Italia.

E' una estate strana, in cui orto e giardino ci stanno dando soddisfazioni insperate, gli elettrodomestici si rompono a tradimento (mannaggia a loro!) e non riusciamo a fare tutti i lavori che avevamo programmato pero' qualche piccola miglioria si' e, anche in questo caso, sono comunque belle soddisfazioni.





E' una estate strana, la prima in cui ho deciso che i compiti delle vacanze assegnate (tra cui un plastico di pianure e colline, che anche no) non sono prioritari perchè comunque inutili per colmare i mesi di mancata didattica e lontanza delle insegnanti ed allora preferisco insistere io su pochi apprendimenti ed il resto pazienza.
La nostra amarezza per la c.d. DAD è tanta, soprattutto per l'atteggiamento della scuola, pero' è giusto che non sia il ricciolino a farne le spese e che si goda l'estate.

E' una estate strana, pesante, iniziata già stanca, non spensierata come dovrebbe e con poco tempo libero per noi adulti ma è estate e cerchiamo di godercela il piu' possibile.

D'altro canto, è la prima estate in cui mi fiorisce la violetta in vaso o, per meglio dire, in cui la violetta in vaso sopravvive all'inverno e persino rifiorisce.

E' una estate strana, ma comunque piena e viva.

Se non fosse che sono cosi' stanca, che a volte non vorrei alzarmi dal letto, che lo sogno da quando mi alzo al mattino, che non riesco a riprendermi, sarebbe pure una bella estate, nella sua stranezza.
P.s. Consigli per recuperare energie che non siano andare in vacanza senza i figli? (Mi piacerebbe molto, ma proprio non c'è modo).