Visualizzazione post con etichetta nuoto. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta nuoto. Mostra tutti i post

martedì 19 novembre 2019

Il galateo del nuotatore educato in 12 punti

Nuotare mi piace, tantissimo.
Nuotare ha indubbi vantaggi e pure qualche svantaggio.
Nuotando, mi sento viva.

E' indubbio, però, che se tutti i nuotatori rispettassero alcune semplici regole, nuotare e frequentare le piscine sarebbe ancora più piacevole.
Ecco, allora, il mio personale e semi serio GALATEO DEL NUOTATORE

 

1. Non rubare la tavoletta altrui. 

In tutte le piscine sono a disposizione tavolette e pull buoy (ovvero quegli affari che si mettono in mezzo alle gambe per tenerle ferme e allenare le braccia).
Basta prenderli e appoggiarseli a bordo vasca, prima di tuffarsi.
Eviterete così di interrompere l'allenamento degli altri nuotatori più accorti, rubando loro la tavoletta proprio quando devono fare la vasca solo gambe e costringendoli a perdere tempo e prendere freddo per uscire a cercarsene un'altra.
Naturalmente, una volta finito di nuotare, tavoletta e ...utilizzati vanno riposti, non lasciati a formare una montagna a bordo vasca. Ricordatevi che i bagnini non sono facchini!

2.  Ricordate che la piscina è un luogo di allenamento, non un bar o casa vostra

Potete tranquillamente decidere di andare in acqua per nuotare solo una manciata di vasche, di nuotare in compagnia di amiche o di usare l'acqua come galleggiante mentre vi riposate ma ricordate: la maggior parte degli utenti va in piscina per NUOTARE, non per chiaccherare o stare a mollo, dunque evitate di formare assembramenti semi permanenti di amici a fondo vasca per chiaccherare o di distendervi in panciolle come sul divano di casa vostra.

3. Fate la doccia prima di entrare in acqua

Anche questa dovrebbe essere una regola sacra e scontata ed invece...non vi dico quante volte mi è venuta l'allergia in acqua (sì, avete capito bene, immersa nel cloro della piscina) perchè è entrato accanto a me un nuotatore o una nuotatrice evidentemente cosparso di profumo e/o olii o creme profumate, che non si era lavato via prima di entrare.
Senza considerare, ahimè, la puzza di sudore.
Ecco, anche no. Abbiate pietà degli altri e, soprattutto, delle regole dell'igiene.

4. Rispettate il ritmo altrui e scegliete la corsia adeguata al vostro livello

Non tutti nuotano alla stessa velocità, anche solo per una questione di stile scelto.
E' normale così.
Pero', prima di scegliere la corsia per il nuoto libero e/o partire ogni volta da bordo vasca, gettate l'occhio e valutate l'altrui ritmo, lasciando il passo a chi viaggia più veloce, per quella vasca o per tutte, a seconda dei casi, e scegliendola corsia adeguata al ritmo che pensate di tenere ed al vostro livello (veloce, medio o lento).
In alcune piscine, c'è una apposita indicazione sulle corsie, in altre no ma vale la stessa regola.
Ricordate che non c'è nulla di male ad andare piano, non è sintomo di vergogna, anzi.
Anche perchè vi garantisco che non è piacevole nè nuotare con qualcuno che ti sfiora continuamente i piedi perchè ti raggiunge mentre tu disperatamenti cerchi di accellerare il ritmo per non essere schiacciato, nè dover passare improvvisamente dallo stile libero alla rana per rallentare o, addirittura, doversi fermare a metà vasca ad aspettare che proceda quello davanti.

5. Prima di entrare in acqua, assicuratevi che gli altri nuotatori della corsia vi abbiano notato

Appoggiate con ordine ciabattine e tavoletta sul bordo, vicino alla corsia in cui entrerete, sedetevi un attimo sul bordo a sistemarvi gli occhialini, fate evenutale riscaldamento..quello che volete ma, mentre osservate il ritmo altrui per regolarvi come indicato al punto 4, fate registrare la vostra presenza agli altri nuotatori della corsia, così che si regolino di conseguenza.
Sembra inutile ma non lo è ed è meglio accorgersene prima di farsi male in uno scontro inatteso!

6. Non disturbate il nuotatore che nuota !

C'è chi nuota per restare in forma o mettersi in forma, chi per fare fiato, chi per sfogarsi e scaricarsi, chi per allenare specifiche parti del corso, chi per allenare il cuore, chi con tabelle da seguire e chi senza.
Non ha importanza, voi tenete a mente che ciascuno ha piacere di tenere il suo ritmo e di raggiungere il proprio obiettivo e dunque, se non è fermo a bordo vasca a guardarvi speranzoso, non cercate a tutti i costi di attaccare bottone.
Non è gradito!
Se invece lo fate e l'altro/l'altra gradisce, rinviate le chiacchere ad un caffè al bar post nuoto, anzichè formare il gruppetto vociferante di cui al punto due.

7. Virate e attrezzi sì, ma con criterio. Ovvero: occhio a non fare male agli altri

I nuotatori abituali arrivano ad un punto in cui decidono di cronometrare i propri sforzi o intensificare l'allenamento con l'ausilio di attrezzi o rendere più efficace la nuotata con le virate.
Capisco benissimo.
Pero' ricordate che non siete soli, in corsia.
Quindi virate a fine vasca, palette e/o pinne alle mani ai piedi, orologi sportivi al polso...fate quello che ritenete ma solo se siete in grado di farlo e usarli senza dare botte ai malcapitati nuotatori che vi passano di fianco o sono fermi a fine vasca!
Non conto più i lividi che mi sono ritrovata, soprattutto in testa o sulle mani, a fine nuotata, a causa di virate errate, orologi o pinne date in testa con bracciate troppo larghe o scompagnate.
Piuttosto allenatevi quando la corsia è libera o evitate (come peraltro faccio io).

8. Non ci si ferma a metà vasca nè in fondo in posizione centrale

Dovrebbe essere scontato eppure purtroppo non lo è.
Se dovete fermarvi, a meno che non vi colga un terribile crampo, fatelo a fine corsia e mettendovi bene di lato, possibilmente nell'angolo a destra, per non intralciare gli altri nuotatori.

9.  Sorpassi solo in sicurezza

Se tutti rispettassero le regole n. 4, 6  e 8, non ci sarebbe neppure bisogno di sorpassare ed invece...
Io adoro sorpassare e non mi da alcun fastidio venire sorpassata, anzi, se capita registro chi è stato e dalla vasca successiva lo faccio sempre passare avanti.
Sorpassare, però, non vuol dire tirare botte sul fianco al nuotatore sorpassato o fare un frontale con quello che sopraggiunge dalla corsia opposta, quindi fatelo con prudenza e solo se è possibile senza danni.
E ricordate: prima o poi capiterà anche a voi di essere sorpassato e sorpassare, quindi comportatevi come vorreste che facessero gli altri con voi.

10. Mantenete il senso di marcia giusto e non invadete la corsia opposta.

La linea centrale blu e i galleggianti laterali servono a questo: a delimitare corsie e senso di marcia e a servire da linee guida per mantenere l'allineamento mentre si nuota.
Dunque guardatele e viaggiate sempre il più possibile vicini al bordo esterno, senza mai oltrepassare neppure con le bracciate  o i piedi (ad esempio mentre nuotate a rana) la linea mediana.
E controllate il senso di marcia tenuto dagli altri utenti della piscina e della corsia, prima di tuffarvi, così da adeguarvi ed evitare di nuotare contromano.
Vi garantisco che succede, eccome.
Tenete presente che ci sono due criteri di norma utilizzati dagli utenti:
 - o nuotare partendo dalla corsia a destra e ritornando su quella di sinistra, ovvero in circolo e in direzioen antioraria, tenendo sempre la destra, che è il sistema  più diffuso e quello da usare obbligatoriamente se si è in più di due (questo però vale in Italia, perchè so che in altri stati europei e non si viaggia in senso orario o in una corsia orario ed in quella di fianco antiorario ecc.);
oppure, se si è solo in due, dividendo la corsia in due nel senso della lunghezza e viaggiando avanti e indietro ciascuno sempre nella sua metà;
Immaginate di essere in auto: viaggereste in contro senso o a metà strada? No vero? (Si spera!). Tenete la destra? Sì, vero? (Si spera!).
Fate lo stesso in acqua.

11. Sorridete e chiedete scusa

Nonostante le migliori intenzioni, l'attenzione e l'osservanza scrupolosa delle regole, può comunque capitare di intralciare o urtare gli altri nuotatori.
Ebbene. Scusatevi e sorridete e sorridete e siate clementi con chi si scusa.
Anche perchè capita a tutti, prima o poi, di sbagliare o essere vittima di errori e un pò di gentilezza distende gli animi e rende più piacevole la permanenza in piscina e la condivisione degli spazi.

12. Non riempite docce e pavimenti di capelli !

Ora, io ho i capelli lunghi e ne perdo tantissimi, perciò sono certa che molti finiscano ad intasare la doccia della piscina o per terra mentre li asciugo e che, come a me, capiti a moltissime altre donne e pure a qualche uomo.
In parte è inevitabile, in parte no, se ci sforziamo tutti di raccogliere con la mano i capelli e gettarli nei cestini o nel water, toglierli dal filtro della doccia prima di uscire e gettarli nei cestini o nel water e fare lo stesso con quelli che rimangono su pettini e spazzole.
Perchè non so a voi, ma a me fa abbastanza schifo trovarmi un sacco di capelli miei e altrui sotto le ciabatte e sui piedi, dopo doccia e vestizione.

E ora, a voi la parola: altro da aggiungere?
Confessate: voi quale regola /e rispettate meno ?

lunedì 14 ottobre 2019

Nuoto dunque sono

Nuoto dunque sono


Ho portato il ricciolino in piscina e, per un fortunato incastro, sono riuscita a nuotare un’oretta anche io.
E mentre nuotavo, pensavo a come il nuoto sia una delle costanti della mia vita, pari forse solo alla frequentazione della montagna.

Nuotavo quando ero piccina, con il giubbotto salvagente o i braccioli, al lago e al mare.
Nuotavo da bambina, nella piscina comunale, in corsi collettivi con un’insegnante severissima che non scalfiva il mio divertimento.
Nuotavo alla scuola elementare, con il maestro Marcello, che era anche istruttore di nuoto e che ci portava tutti gli anni per dieci lezioni.
Nuotavo mentre facevo anche danza classica.
Nuotavo quando ormai avevo lasciato la danza e facevo scherma.
Nuotavo quando alla scherma si era unito il pianoforte.
Nuotavo quando mia madre incinta del mio fratellino mi guardava dalla gradinata.
Nuotavo quando mio fratello maggiore aveva già smesso da un pezzo e il piccolo iniziava a camminare.
Nuotavo da ragazzina, con la scuola media, al lago d’estate, in corsi collettivi in piscina.
Nuotavo quando iniziavo ad avere il ciclo e a chiedermi come conviverci in acqua.
Nuotavo anche se mi faceva venire l’otite.
Nuotavo anche quando soffrivo spesso di sinusite.
Nuotavo durante la mia prima vacanza senza genitori, ospite di un’altra famiglia al mare.
Nuotavo al liceo, con la classe, alle gare di istituto, interscolastiche e provinciali, ma anche il pomeriggio dopo la scuola o il sabato mattina, che ci fossero amiche oppure no.
Nuotavo nel periodo dell’Universita’, nelle piscine di Torino qualche volta, quando tornavo a casa sempre, sfruttando le ore di “nuoto libero” e gli abbonamenti scontati per studenti.
Nuotavo mentre quasi tutto il mio tempo libero era impegnato con quello che ora è mio marito, ad arrampicare in palestra o in falesia.
Nuotavo nel periodo della pratica forense, tre volte a settimana in pausa pranzo, andando e tornando a piedi, trangugiando un panino al volo nel tragitto.
Ed era bello perché si era formato un bel gruppo di amici, tra i frequentatori abituali della piscina, a forza di macinare bracciate fianco a fianco nella pausa risicata. Ci chiamavamo “i giannuotatori” e qualcuno ancora lo sento.
Nuotavo ogni volta che ne avevo l’occasione, nel weekend o nelle serate libere, quando lui non era a casa o avevamo bisogno dei nostri spazi.
Nuotavo tanto mentre studiavo per l’esame da avvocato, prima lo scritto, poi l’orale, l’ansia da smaltire, in qualche modo.
Nuotavo mentre iniziavo la professione, ancora in pausa pranzo, ancora tre volte a settimana, spesso con i giannuotatori.
Nuotavo mentre speravo nell’arrivo di un bambino.
Nuotavo incinta, dalla prima settimana all’ultima, che tanto il fagiolino non voleva saperne di uscire e bisognava stimolarlo.
E lui, che non sentivo mai muovere, in acqua sembrava ballare di gioia.
Nuotavo senza prendermi alcuna infezione come temeva il ginecologo, senza sentire dolori o contrazioni ma moderando lo sforzo quel tanto che bastava.
Nuotavo da neomamma, ritagliandoli uno spazio di cui avevo un disperato bisogno.
Nuotavo dopo il corso di acquaticita’, poche vasche rubate mentre il papà lavava e rivestiva il ricciolino.
Nuotavo durante i suoi primi corsi di nuoto senza genitori, nella corsia di fianco, sbirciandolo con orgoglio.
Nuotavo mentre speravo in un’altra maternità che sembrava non sarebbe mai arrivata.
Nuotavo dopo ogni mese trascorso senza novità, per vincere la delusione è sentirmi forte, ancora.
Nuotavo dopo il test positivo, in attesa della visita e pure dopo, pur avendo saputo che erano due o forse, proprio per questo.
Nuotavo in gravidanza, finché me lo hanno consentito.
Nuotavo dopo il parto, ormai raramente ma intensamente.
A pensarci bene, nuotavo anche nella pancia di mia mamma, 
come dicono facciano tutti i fagiolini nel loro liquido amniotico.
Nuoto ancora, quando posso.
È cambiata la frequenza e la velocità, non le sensazioni e la voglia di nuotare.
Nuoto e ogni volta, è come se non avessi mai smesso.

Nuoto e intanto penso.
Nuoto dunque penso.
Cogito, ergo sum.
Nuoto, dunque sono.


Sono, e penso che finché potrò andare a nuotare, continuerò ad essere io.

mercoledì 15 febbraio 2017

Facciamo il punto

E così, in un lampo (si fa per dire) siamo arrivati a metà febbraio.
Cosa è accaduto nel frattempo, oltre a quello che ho già scritto in questo spazio virtuale?
Di tutto, eventi brutti ed eventi belli,  soddisfazioni quotidiane e altrettante preoccupazioni, però oggi ho voglia di mettere "nero su bianco" solo le note felici, perchè è questo ciò che voglio ricordare.

Il ricciolino ha finito il corso di nuoto a dicembre e quest'anno non ha mai fatto storie per andarci, perchè c'erano anche i suoi amichetti.
Ha imparato poco, perchè il gruppo era decisamente disomogeno e l'insegnante meno brava di quella degli anni scorsi, però ha fatto movimento, si è divertito e io ho approfittato dei 40 minuti di lezione per un pò di nuoto libero. Quindi il bilancio è comunque positivo.
Per qualche strano motivo, non ho scattato una foto in tutto il corso e ora me ne pento.
Sarà per il prossimo giro.



Sempre a dicembre, è iniziato lo sci di fondo.
Quest'anno abbiamo iscritto il ricciolino allo sci club, anzichè "comprare" il pacchetto di lezioni collettive.
Il rapporto costo/numero di lezioni è migliore, lui ha compagni fissi, l'insegnante (peraltro una giovane cugina) è sempre la stessa, l'orario più comodo e la qualità stessa delle lezioni è decisamente migliore di quella delle collettive pensate per "i turisti" (il che secondo me è assurdo).



Abbiamo però curato di scegliere quello tra gli sci club della zona meno votato all'agonismo, cosicchè non ci sono pressioni di sorta e questo ci piace.
Il ricciolino va volentieri (a parte un giorno in cui si è lanciato in una scenata madre), noi giriamo per la pista a nostra volta.



La durata delle lezioni è aumentata, dall'ora del primo anno, all'ora e mezza dell'anno scorso, alle due ore attuali. D'altro canto, il ricciolino è cresciuto e dunque è in grado di reggere un "carico" di lavoro maggiore (la componente "esercizi sotto forma di gioco" è comunque rimasta fondamentale, come è giusto che sia).
Anzi.


Finisce sempre che ha ancora energie da vendere e quindi vuole rimanere a sciare con noi oppure giocare con la neve con gli altri bambini.
Poi, appena salito in macchina, crolla.
Tutto ok, dunque.
Nelle ultime settimane ha finalmente nevicato ed il paesaggio ora assomiglia a quello che è normale attendersi in montagna d'inverno.



Tra gennaio e domenica scorsa il ricciolino ha partecipato anche a due gare di corsa da 400 mt l'una, in sterrato nella campagna, accompagnato dal nonno.
Io sono andata a vederlo alla seconda ed è stato bellissimo osservare con quanto impegno i piccoli atleti si riscaldavano e gareggiavano, in un clima di complicità e divertimentoche mi è piaciuto.

riscaldamento con il nonno


L'arrivo
Il ricciolino è stato soddisfatto del risultato perchè, come mi ha spiegato, aveva "fatto del suo meglio" (come gli chiediamo sempre noi di fare, di qualunque attività si tratti), perchè aveva "superato tanti bimbi grandi come lui" (i più piccoli non li considera) anche se altri ancora erano arrivati prima, i suoi "compagni di squadra" più grandi avevano fatto il tifo per lui e...io avevo portato due toast al prosciutto da mangiare subito dopo, perchè a lui il pane e marmellata che offrono "fa schifo e ho sempre fame"!!!

Il cibo e la pulizia delle scarpe infangate sono infatti stati la sua prima preoccupazione al traguardo.

tecnica di pulizia delle scarpe del ricciolino

Insomma, lo spirito sano dello sport per ora sembra averlo compreso!
In più, hanno premiato con la medaglia tutti i bambini, con loro grandissima soddisfazione.





Infine, i preparativi per il Carnevale si sono fatti pressanti.
Alla scuola materna è già tutto organizzato per la sfilata del Carnevale storico dei piccoli, sul ponte romano del paese il diavolo è stato appeso e quello della scuola, che sarà bruciato al termine della sfilata, preparato.
Ogni giorno i bambini ripassano le canzoni del Carnevale, seguono settimanalmente il "corso di percussioni" della scuola, per preparsi allo spettacolino e provano per la sfilata, con i ruoli ormai assegnati (a sorteggio).
Strade e scuola del paese si sono riempite di bandiere e anche nella mia cittadina le vie e le piazze si sono riempite dei colori delle squadre.



Domenica siamo stati a vedere l'uscita degli Abbà (i piccoli rappresentanti dei rioni cittadini) ad Ivrea, abbiamo controllato che le divise fossero pronte ed il ricciolino ha potuto esercitarsi al tiro in Piazza Ottinetti, con palline morbide arancioni, provando anche l'ebrezza di tirare da un carro!!!



Un'esperienza che lo ha entusiasmato e cercheremo di ripetere la prossima domanica, quando sarà riorganizzato in attesa dell'inizio della vera battaglia!



E per ora, questo è tutto!
E voi, come avete trascorso le ultime settimane? Qualche evento degno di nota con i vostri bambini?

giovedì 11 agosto 2016

I momenti piu' belli

I momenti piu' belli, a volte, giungono inaspettati
I momenti piu' belli, a volte, sgorgano da idee nate per caso
I momenti piu' belli, a volte, sono i piu' semplici,
i piu' spontanei, i piu' "normali".
I momenti piu' belli, quasi sempre, sono insieme.
 Insieme a te.


Come dipingere sotto il sole, in giardino, a torso nudo, pantaloncini strappati e strapazzati, i colori a dita e piena libertà.

Espressione, scoperta, esperimenti cromatici, risate, arte allo stato grezzo, libertà di sporcarsi..







Piedini e manine, piedoni e manone, di bimbo, di mamma, di cuginetti...e un grande foglio steso al sole, mentre la bocca si riempie di more mature appena colte...

..e allora si puo' lasciare spazio alla fantasia, vestire i panni del supereroe, ridendo mentre le dita dipingono il pancino...


Come tuffarsi nelle acque verde e scure del lago, tenendo per la prima volta li' le sue manine nelle tue, vederlo agitare le gambe, prendere confidenza e vincere la paura, con un giubbotto salvagente piu' grande di lui ma dalla perfetta tenuta...perchè sulla sicurezza non si scherza..


...e poi, finlamente, lo scivolo giallo che lancia nel lago...un attimo senza respiro e poi una risata liberatoria...e ancora e ancora..



un momento in acqua, un momento in sabbiera, un momento in pedalo'...



E non essere al mare ma ancora in città, perde completamente di importanza.

Come i giri in bicicletta nel verde, con mamma e papà, sfidando il vento e guardando l'orizzonte..




...perchè i momenti piu' belli sono energia pura. Sempre.



venerdì 29 aprile 2016

"Che tuffo, la vita!" di Tania Cagnotto

"Che tuffo, la vita!" di Tania Cagnotto con Stefano Bizzotto, prefazione di Giorgio Cagnotto, ed. Limina, euro 16,00, pag. 178
Ho sempre amato leggere le storie degli sportivi, dagli alpinisti, famosi e meno famosi, ai corridori, ai tennisti, ai nuotatori.
Trovo che gli sportivi agonisti o tutti coloro che fanno dello sport un mestiere e una ragione di vita, abbiamo molto da insegnare a noi "comuni mortali". Come i musicisti, del resto.
Perché gli sportivi conoscono il valore della fatica, dei sacrifici, delle rinuncie.
Sono maestri di determinazione, costanza e ambizione.
Si impegnano sempre al massimo per costruire ogni successo, perché dietro ogni medaglia o ogni vetta conquistata ci sono anni di lavoro duro.
E c'è passione, tanta passione.
Se poi si tratta di atleti che non ricorrono al doping e non sono disposti a giocare scorretto mai, pur di vincere, allora per me sono dei modelli e divento curiosa di "conoscerli" un pochettino.
Se sono sport che amo anche io, tanto meglio.
Per questo, saputo dell'esistenza di questa autobiografia, non ho resistito e l'ho comperata, senza rimanerne delusa.
Ho letto la storia di una giovane atleta italiana che tante volte ho guardato in TV, all'Olimpiade, ai Mondiali ed agli Europei, una storia di determinazione e amore per i tuffi, una storia di lavoro familiare, con padre e madre allenatori che, però, a leggere le parole di Tania, non le hanno mai imposto nulla o fatto pesare nulla.
Ho letto di un ambiente "pulito", con qualche invidia, molta sana competizione e tanta amicizia, un ambiente naturalmente internazionale in cui il linguaggio universale e' quello dello sport e degli allenamenti.
E' incredibile come i grandi campioni sappiano essere sicuri di se' e delle proprie capacità ma non arroganti, sappiano mantenere la calma e giocarsi il tutto e per tutto in pochi secondi e, nel contempo, essere umili e "normali" nella vita privata.
Come sappiano affrontare le sconfitte e scrollarsi di dosso le delusioni per ripartire con serenità e carica.
Leggendo questo libro ho avuto l'ennesima conferma che nessun successo e' frutto del caso, che devi avere un pizzico di fortuna e la giusta predisposizione innata fisica e mentale: il resto, però, e' sudore e fatica.
E ogni tanto, ricordarselo fa bene!
Dopo il libro di Federica Pellegrini e questo di Tania Cagnotto, so già che alle Olimpiadi di Rio le guarderò gareggiare con ancora più ammirazione e speranza.
"Adesso dico una cosa che magari non farà piacere agli amici nuotatori. Ritengo i tuffi uno sport più divertente e meno monotono del nuoto. Questo andare avanti e indietro in una vasca, tutti i giorni, non è il massimo della vita. Ammiro chi ha fatto questa scelta, ma io credo che non resisterei a lungo....
Mi rendo conto che dicendo che i tuffi non sono monotoni qualcuno potrebbe obiettare: cosa c'è di più monotono di un doppio salto mortale e mezzo eseguito dieci, cento, mille volte?Effettivamente dopo una quindicina d'anni di agonismo quello che facci assomiglia molto ad un film visto e rivisto. In fondo faccio sempre le stesse cose, non solo in piscina ma anche nella fase di preparazione a secco. Però, pensate ad un bambino: cosa c'è di più divertente di un tuffo in acqua, anche un semplice capofitto? Date un'occhiata a una piscina qualsiasi, mi riferisco a quelle aperte al pubblico. Ci sono, immancabili, i cartelli che segnalano il divieto di tuffarsi dai bordi, eppure troverete sempre qualcuno che approfitta di un attimo di distrazione del bagnino per aggirare questo divieto. Penso che sia più citante un tuffo fatto di nascosto rispetto ad un giro di pista nell'atletica o a dieci vasche di nuoto...."
"..e' vero che io, dopo anni e anni di agonismo, eseguo lo stesso programma tutti i santi giorni, però ogni tuffo e' diverso dall'altro. C'è sempre una sbavatura, un particolare, un'imperfezione sulla quale devi lavorare. .." (Pag. 20)

domenica 24 gennaio 2016

Giocando in acqua...una nuova piscina

Nuotare resta una mia passione, per tanti motivi.

Una passione a cui, ultimamente, ho troppo poco tempo (e salute) da dedicare.
Una passione che ho cercato e cerco di trasmettere al ricciolino biondo, da quando l'ho portato a fare acquaticità a quattro mesi.
Così, anche se il corso settimanale di nuoto è sospeso sino a primavera, ogni tanto colgo l'occasione per un pomeriggio in acqua.

D'altro canto, avevo promesso a me stessa ed all'insegnante di far mantenere al Petit Prince l'abitudine alla piscina che faticosamente aveva riconquistato.
E' anche un modo per trascorrere alcune ore fuori casa ma al caldo, in inverno, consentendo al ricciolino di sfogare tutta la sua energia.
Se poi, per farlo, posso anche scoprire posti nuovi, meglio ancora, no?

Così, durante le vacanze natalizie, siamo andati alla scoperta di una piscina un pò lontana da casa ma vicina all'abitazione di una coppia di amici, che ci è piaciuta molto: quella di Variney, nel comune di Gignod, a cinque minuti da Aosta.

L'ingresso è un pò più caro di quello a cui siamo abituati, però la struttura è pulitissima e moderna, con grandi vetrate che danno sull'esterno, come gli impianti sportivi che avevo notato nel Nord Europa.




 A me, personalmente, piace molto guardare fuori nuotando, soprattutto d'inverno. Mi regala l'impressione di essere protetta in un bozzolo caldo.


Soprattutto, però, al piano inferiore ha una piscina dedicata ai bambini ricca di giochi e attrattive (pare si possano anche organizzare compleanni, visto che uno era in corso).



L'acqua non è così bassa da permettere ai piccoli come il ricciolino di toccare il fondo, però è molto calda.
Perchè è piaciuta tanto al nano?

Per questo gioco!


Un manubrio a cui appendersi per lanciarsi in acqua...semplice ma geniale!


Non voleva più smettere e abbiamo dovuto letteralmente trascinarlo via!

Inoltre, grazie alla presenza dei nostri amici, è venuto in acqua anche l'Alpmarito, di solito allergico alla piscina, permettendomi di passare mezz'ora nelle vasche per gli adulti del piano superiore, a nuotare.

Mentre noi ci divertivamo al caldo, fuori si faceva buio e nevicava.


Se passate da Aosta o verrete a visitarla con i bambini o senza, sappiate che esiste anche questa struttura (e questo parco giochi ), può sempre tornarvi utile.
Volendo, ci sono anche sauna e bagno turco, anche se non ho provato, non essendone un'amante.

Nelle strutture vicino a voi, ci sono piscine per bimbi attrezzate? Tra un corso e l'altro, riuscite a protare i vostri figli o farvi una nuotata?