giovedì 31 gennaio 2019

Ad un anno dall'infortunio e sette cose (+1) che mi ha insegnato

Un anno ed un giorno fa mi sono rotta il ginocchio andando a sciare con mio figlio.
Una banale caduta, i legamenti forse ancora lassi per la recente gravidanza e parto, la forma fisica tutt'altro che perfetta, nonostante mi sentissi bene e...emipiatto tibiale rotto, crociato anteriore rotto, menisco a frammenti.


Un infortunio che mi ha costretto a rallentare, visto che fermarmi proprio non potevo.

Due gemelli di sette mesi che avevano appena iniziato il nido, un figlio di sei alle prese con la prima elementare, il lavoro da libera professionista che stava finalmente riprendendo ritmo, dopo lo stop forzato del post partum, una casa in cui ci eravamo trasferiti da quattro mesi, ancora da adattare a noi e con qualche lavoro di troppo in sospeso. Scuola, ufficio, nido e supermercati raggiungibili solo in auto.
L'infortunio mi è sembrato una tragedia, che si sommava alla stanchezza per i mesi precedenti ed alla fatica quotidiana.
Soprattutto, però, ho avuto paura di perdere un pezzo importante della mia personalità: la voglia di praticare sport.
Ho avuto paura di non poterlo più fare, di non tornare mai più "come prima", proprio quando pensavo che, essendoci riuscita dopo la prima gravidanza, anche la seconda non sarebbe stata un grosso problema.
Proprio quando mi stavo riprendendo dai primissimi mesi in simbiosi con i gemelli.

E' passato un anno, non ho ancora avuto modo di farmi operare e questa paura non se ne è ancora andata. Se ne sta sempre lì, in un angolo della mia mente.
Anche stanchezza e sconforto prendono spesso il sopravvento, perchè la salute (nostra e di chi amiamo), inutile girarci intorno, è davvero ciò che c'è di più importante nella vita.

Eppure è passato un anno e io cammino, anche in salita ed in discesa, anche per un'ora o due e riesco anche a portare il porte-enfant in piano senza grossi postumi al ginocchio, faccio le scale e guido senza alcun problema.
Pratico yoga facendo quasi tutte le posizioni, un giorno ho anche corso mezz'ora.
Il dolore c'è, specie dopo gli sforzi, spesso il ginocchio si gonfia, è comunque fastidioso sempre, pure a riposo, ma è sopportabile.
Non ho ancora avuto il coraggio di provare a sciare (fondo, non certo ancora discesa) ma è perchè aspetto la neve giusta.
Arrampico, seppur con il timore di cadere male sul tappeto.
Non sono tornata come prima, non so ancora se e quanto riuscirò a fare sport e se e quando potrò farmi operare. Nè se sia davvero necessario.
Però, sport a parte, conduco una vita normale. Mi è andata bene.

Eppure anche questa esperienza negativa mi ha insegnato molto:

1) ho capito che detesto aver bisogno di aiuto e dipendere agli altri e comunque, l'aiuto di cui necessiti non arriverà mai nelle forme che vorresti, per il semplice fatto che ciascuno di noi ha abitudini e modi di "fare le cose" diversi.
Tuttavia, io sono fortunata perchè mia madre, mia nonna e i genitori di mio marito ci hanno supportato molto. Senza di loro, non sarei riuscita ad affrontare gli impegni quotidiani, a spostarmi, a portare i bambini al nido ed a scuola ecc.
Ho dunque avuto ulteriore conferma della loro vicinanza.
Lo stesso posso dire per alcuni preziosi amici, che si sono rivelati davvero tali. 
Alcuni una volta di più, altri senza che me lo aspettassi.
Non solo mi hanno dato una mano in modo pratico ma mi sono stati vicino anche emotivamente, con telefonate, visite, messaggi ecc.
Senza di loro, forse oggi non sorriderei così.
In altre parole, le persone che ti circondano sono fondamentali;

2) ho capito che non bisogna rimandare piccoli incombenti domestici e cure personali che per noi fanno la differenza tra sentirsi a posto ed essere a disagio, perchè ogni volta che esci di casa, non sai se ci tornerai con tutte le gambe e braccia funzionanti! 
E tornarci infortunati vedendo che ciò a cui teniamo non è a posto aggrava le cose.
Parlo di particolari, gesti piccoli ma fondamentali per sentirci a posto.
Per questo, se già prima mi dava fastidio, ora non sopporto di uscire di casa con il letto sfatto, le briciole sul pavimento della cucina o le tazze nel lavello, nè di non mettermi la crema per il viso (unica ruotine di bellezza che rispetto!).
Insomma,"mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi", come mi ha sempre detto mia nonna!

3) trovare una baby sitter è difficile. Trovarla per dei neonati è difficilissimo. Trovarla per due neonati e con la patente e la capacità di portarli in giro è una impresa impossibile. Almeno qui.
Non c'è stato nulla da fare: o non potevano gestirne due o non potevano portarli a/dal nido.
Poter guidare è dunque fondamentale, crearsi una rete di sostegno prima di averne bisogno anche;

4) i clienti non hanno pietà, mai. Nè se stai partorendo, nè se stai allattando due gemelli, nè se sei infortunata. Tu per loro sei solo un mezzo, ti pagano (o magari neppure quello) e dunque devi esserci sempre e comunque.
E allora bisogna ricordarsi che non viviamo per lavorare ma lavoriamo per vivere e che non saranno i clienti a ricordarci, ma la nostra famiglia ed i nostri amici.
Insomma, insieme alla seconda gravidanza, questo infortunio mi ha convinto che non sarò mai una perfetta donna in carriera, perchè la vita per me è soprattutto alto, pur apprezzando il mio lavoro;

5) trovarsi bene con il sistema sanitario nazionale ed i medici in generale è questione di fortuna, geografia e denaro. 
Ci sono ospedali migliori e peggiori, come pure medici più competenti e meno competenti e se non hai mezzi economici e aiuto per trovare la struttura ed il medico giusto, può capitare che le prescrizioni mediche e le diagnosi siano sbagliate e apportino più danni che benefici.
Io nel complesso sono stata fortunata ma...chi non lo è altrettanto?
Molto funziona, però non basta. Con il livello di tassazione italiano, il c.d. sistema sanitario nazionale non può essere così disomogeneo e frammentario, npn è giusto;

6) "la necessità aguzza l'ingegno" è un detto che ha molto più di un fondo di verità. 
Ad esempio, io usavo la sedia con le rotelle da scrivania per portare i gemelli in giro per casa e cavarmela da sola.
Il solo problema è che non sai cosa ti servirà prima di averne bisogno. Però gli essere umani sono davvero intelligenti e possono molto se costretti, quindi..abbiate fiducia, una soluzione si trova;

7) Io sono forte. E capace. Talmente forte e capace da riuscire a sorridere e scherzare anzichè esprimere dolore, mentre aspetto i soccorsi e i nonni, per non far preoccupare mio figlio; da rimanere sola in casa durante i giorni feriali della settimana con un ginocchio immobilizzato, due stampelle e tre figli, di cui due ancora incapaci di camminare; da affrontare fisioterapia, difficoltà e visite pensando positivo; da ripartire sempre.
Non così forte da riuscire a dimenticare, però; non abbastanza da riuscire sempre a trattennere le lacrime ripensando ai mesi difficili che ho trascorso in passato.
Ho capito che sono forte e capace. Però certe volte esserlo è sbagliato, perchè poi rischi di metterci il triplo ad elaborare gli eventi e di trascinarti lo sconforto per troppo tempo. E questo non fa bene.

Comunque, caro ginocchio, in primavera voglio provare a correre e pedalare e, non appena possibile, tornare a sciare!



domenica 27 gennaio 2019

Il coro femminile di Chilbury: le letture di Mamma Avvocato

Dopo i bei libri letti nel 2018, il 2019 è iniziato bene, con un romanzo storico al femminile che mi è piaciuto molto e voglio consigliare per questo venerdì del libro, molto in ritardo, visto che è già domenica!

"IL CORO FEMMINILE DI CHILBURY" di Jennifer Ryan



La vicenda è ambientata in un paesino del Kent, Inghilterra, durante la seconda guerra mondiale.
Tutti gli uomini abili alle armi sono al fronte e quelli rimanenti, insieme alle donne, lavorano per l'industria bellica, nella logistica o prestano aiuto in campo medico.

La paura dell'invasione, l'eventualità che la situazione possa precipitare da un momento all'altro ed i giovani possano non tornare vivi dal fronte, produce cambiamenti significativi nella mentalità degli abitanti, in primis le donne.
Infatti, da angeli del focolare, esse si trovano a dovere anche lavorare fuori casa e gestire faccende normalmente appannaggio degli uomini, acquistando consapevolezza delle proprie capacità e del proprio valore e, in molte, apprezzando anche l'inaspettata possibilità di esercitare un mestiere e godere di maggior indipendenza.
Non solo: i costumi si fanno più rilassati e, comunque, le storie d'amore sfociano in matrimoni rapidi, per godere di una vita che sembra appesa ad un filo.
Cambiamenti che sentono e vivono le donne di Chilbury, cantanti nel coro misto del paese che non si arrendono alla sua chiusura quando gli uomini partono o muoiono e decidono di dare vita al primo coro femminile del paese ed addirittura di gareggiare in una competizione coristica.
Nella musica ed in una insegnante anticonformista, trovano forza ed unità, orgoglio e conforto.
Le loro vicende personali si intrecciano, creando uno spaccato di vita quotidiana non privo di intrighi e drammi, che cattura il lettore.
Ci sono relazioni amorose, violenze domestiche, gelosie fraterne, omosessualità, maternità, sacrificio, arte, interessi economici e determinazione, in un romanzo in cui sono i personaggi femminili ad emergere, mentre gli uomini sembrano in buona parte sconcertati e incapaci di fronteggiare i cambiamenti, se non combattendo al fronte.

Consigliato, soprattutto alle donne.

mercoledì 23 gennaio 2019

19 mesi di voi

19 mesi fa, a quest'ora, ero in ospedale in attesa che mi comunicassero se avevano deciso di farvi nascere.
Faceva caldissimo ed io ero stremata e preoccupata, non per il parto ma per le vostre possibili condizioni di salute, mentre il papà era ancora a lavoro, all'estero.



18 mesi fa avrei voluto scrivere di voi, di come siete diventati, come feci ai 18 mesi del ricciolino.
La frenetica attesa del Natale, però, me lo ha impedito.
Poco importa, 18 o 19 mesi non fa molta differenza, non è neppure un compleanno.
Eppure ho voglia di scrivere di voi, perchè nei mesi trascorsi dal vostro arrivo è cambiato molto e voi siete cresciuti così tanto che sembra incredibile e sfogliando le foto dell'ultimo anno appena stampate stento a farmene una ragione.
E allora lo faccio oggi, che sono trascorsi 19 mesi da quando siete nati.
E io non voglio dimenticare nulla, di come siete adesso.

La nostra vita si è modificata di nuovo, non più come con l'arrivo del ricciolino, come scrissi, perchè alcuni cambiamenti si verificano solo con la prima maternità, che ti rivoluziona la vita in modo irreversibile, però comunque molto.
Perchè siete arrivati insieme, perchè c'era già il ricciolino, per il necessario trasloco, per la vostra lieve prematurità, perchè l'auto è diventata stretta, perchè essere in cinque non è come essere in tre.
Perchè ogni figlio è unico. 
Perchè mi avete dimostrato che è vero quel che si dice, che davvero "l'amore non si divide ma si moltiplica"
Perchè siete voi, un vulcano di energia e tenerezza.

E' finito  il tempo dell'allattamento, della sterilizzazione, dello svezzamento e delle culle. 
E' finito il tempo senza asilo nido e sono passati i primi mesi di adattamento post parto.
La fatica e la stanchezza ci sono ancora e so che rimarranno ancora a lungo.
Anche perchè due insieme non è come uno per volta, avere dei gemelli è  lavoro al quadrato, non doppio e non credete a chi afferma il contrario, senza averlo provato.
Però è anche vedervi crescere insieme, in parallelo.


Tu, la mia principessa, che parlotti velocissima, con un linguaggio tutto tuo, eppure hai una capacità espressiva non comune e riesci a farti capire da chiunque, tra mimica facciale e gestualità.
Tu, che sgridi i tuoi fratelli con tono materno, muovendo il ditino indice e ripetendo: "No no no!!" con la tua vocetta ben udibile.
Tu, che dispensi sorrisi ma sei più avara di risate di pancia.
Tu, che hai il senso del ritmo e balli felice ogni volta che senti una canzone.
Tu, che per le nonne e le nonne bis in particolare, nutri una adorazione ed una preferenza senza pari, seconda solo a quella che ha manifesti per il ricciolino.
Tu, che spesso ti siedi a "leggere" i tuoi libri sul tappetto, la poltroncina o il lettone, oppure ci prendi per mano, ci guidi al divano e ti presenti con un libro, per sfogliarlo con noi.
Tu, che sei curiosa e possessiva con le tue bambole e guai se il tuo fratellino le usa.
Tu, che pure ti preoccupi che il tuo fratellino abbia il cappello di lana in testa prima di uscire, che raccogli il suo doudou quando lo getta a terra, che gli fai le "care" sulla testolina e condividi i bicchieri d'acqua.
Tu, che più autonoma di tuo fratello ed affettuosa senza essere coccolona.
Tu, che ami farti stendere la cremina e ti accarezzi soddisfatta la pancina dopo mangiato.
Tu, che il cibo non basta mai e nulla può transitare sulla tavola o essere mangiato in tua presenza da chiunque senza che tu chieda di assaggiarlo.
Tu, che iniziato lo svezzamento e finito l'allattamento, di latte non ne hai più voluto sapere ma porgi a tuo fratello il suo biberon colmo tutte le sere, sapendo che lui lo adora.
Tu, che giochi con i bambini più grandi a semplici giochi di ruolo e rimani più alta e più pesante del tuo fratellino.
Tu, che non cammini ma corri sempre, come tuo fratello maggiore.
Tu, che non chiedi ma fai direttamente e dei divieti te ne infischi.
Tu, che hai un caratterino tutto pepe e allegria, i capelli che ti vanno negli occhi e la pelle delicata.
Tu, che i vestitini vanno bene solo se sono corti poco più di una maglietta, perchè non vuoi essere intralciata nei movimenti.
Tu, che hai il terrore dei cani e non capiamo perchè.
Tu, che in braccio resisti pochi secondi, perchè il moto perpetuo è la tua modalità di essere, eppure ti addormenti da sola di botto nel tuo lettino.
Tu, così inizialmente diffidente con gli estranei ma poi così fedele negli affetti.
Tu, che cerchi sempre i tuoi fratelli e non vuoi uscire di casa senza di loro.
Tu, che adori toglierti e metterti pantaloni, calze e pantofole e poi giri scalza.
Tu, che sei la mia principessa, così unica, così simile eppure così diversa dal ricciolino.



Tu, mio orsetto dolce, che passeresti le giornate in braccio e ti aggrappi a noi come un piccolo koala.
Tu, che sorridi poco ma scoppi spesso in risate di pancia, sonore e contagiose.
Tu, che sei un gran coccolone e pur di goedere di abbracci e carezze sei disposto a stare in braccio quasi a chiunque.
Tu, che quando vedi tua sorella ballare, ti muovi a ritmo e batti il piedino a terra.
Tu, che parlotti poco ma ti canticchi da solo.
Tu, che sei più piccolo e leggero di tua sorella ma forte come un torello.
Tu, che cammini piano ma non ti stanchi facilmente.
Tu, che cerchi sempre la tua sorellina e non vuoi andare da nessuna parte senza di lei.
Tu, che per tuo padre e tuo fratello nutri un'ammirazione senza pari.
Tu, che mangeresti sempre in braccio e solo dolci e latte.
Tu, che al biberon sera e mattina non rinunci mai.
Tu, che ci fai sudare per convincerti ad assaggiare qualcosa di nuovo perchè tutta la diffidenza che non hai con le persone la riversi invece nel cibo.
Tu, il re delle sceneggiate con pianti disperati, lacrime e rotolamenti a terra, senza alcun motivo.
Tu, che non sopporti la giacca, il cappello, le maglie, le calze, praticamente niente  e protesti ogni volta che ti lego al seggiolino.
Tu, che ronferesti per ore, se tua sorella non ti svegliasse appena possibile.
Tu, che ti ammali più facilmente di tua sorella ma sopporti stoicamente visite, esami e medicine.
Tu, che con il tuo viso angelico ed i tuoi occhi azzurri incanti tutti e poi combini marachelle di ogni tipo.
Tu, che colto sul fatto assumi un'espressione di innocente stupore e ti fingi indaffarato a tutt'altra occupazione che quella vietata.
Tu, che tocchi tutto e tutto osservi ma silenziosamente. 
Tu, che piangi e piagnucoli continuamente ma poi ti dimostri temerario e coraggioso.
Tu, che imiti il papà ed il fratellone con i tuoi martelli, metri e accessori da cucina, aiutato da tua sorella.
Tu, che hai un'ottima manualità fine e capisci tutto ma fai solo quello di vui hai davvero voglia in quel momento.
Tu, che indichi con il dito e vuoi un bacino per far passare il male, per smettere di piangere.
Tu, che subisci le angherie di tua sorella e degli altri bambini,  lasciando perdere e cambiando gioco o piangendo e cercando rifugio tra braccia adulte, eppure quando ti impunti davvero non c'è altrui determinazione che tenga.
Tu, che sei il mio piccolo koala, così unico, così simile eppure così diverso da tua sorella e da tuo fratello.



19 mesi di voi.







 

lunedì 21 gennaio 2019

Scintille di gioia per contrastare il blue monday

Il lunedì più nero dell'anno, stando all'opinione mediatica, sta giungendo al termine e non è stato affatto così nero.
Però neppure facile.
Nessun lunedì lo è. Anzi, a pensarci bene, non lo è nessun giorno della settimana lavorativa, visto che tutti iniziano con corse e finiscono con me stremata ed esasperata che sgrido tutti per farli dormire, quando in realtà avrei voluto terminare la giornata con una di quelle immagini da film, tutto coccole, sorrisi e letture (che poi c'è anche tutto quello, però inframezzato da rimproveri e incitamenti a vestirsi, lavarsi i denti, tranquillizzarsi, non strappare i libri ecc. ecc., conditi dai miei sensi di colpa).

Insomma, oggi ho proprio bisogno di ripensare alle scintille di gioia della scorsa settimana, per addolcire l'inizio di questa.

Eccole:

- Giovedì sera siamo stati a cena da mia madre, per la felicità dei bambini e della nonna bis. Dovevo portare il mio telefono in riparazione e dunque ci toccava la trasferta serale in città, anche se dopo la scuola e per poco, però in questo modo lo abbiamo trasformato in un momento di gioia per i bambini e piacere per noi adulti.
Infatti sembrerà una sciocchezza ma le cene da sola con i bambini sono il momento delle giornate che mi pesa di più e in cui mi sento più sola. Quando ho compagnia, è maggormente facile e, comunque, meno pesante;

- sabato pomeriggio ero di nuovo sola a casa con i gemelli e, mentre loro dormivano, ho preparato l'impasto per ben quattro teglie di pizza. Sono stata soddisfatta del risultato perché è venuta ancora più soffice e leggera del solito e, in più, l'abbiamo condivisa con un amichetto e compagno di corso di sci del ricciolino e la sua famiglia, con cui andiamo molto d'accordo. È stata quindi una bella serata in amicizia;

- domenica a Donnas (AO) si è svolta la tradizionale fiera del legno di Sant'Orso (ne ho parlato qui) e noi siamo riusciti ad andarci all'ora di pranzo (che abbiamo anticipato per poter godere della fiera quando c'è un po' meno afflusso) con tutti e tre i bambini, usando due zaini porta bimbi.
È stata una triplice gioia: 
vedere la sorpresa e curiosità dei gemelli dinnanzi all'oggettistica in legno ed alle splendide sculture e accompagnare il ricciolino a scegliersi con cura un prezioso coltellino con il manico intagliato a mano;
poter osservare le magnifiche opere di arte e di artigianato esposte, fermandosi a chiccherrare con artisti e conoscenti incrociati nel borgo;
per me, riuscire a portare uno dei piccoli sullo zaino per un paio d'ore senza avvertire male al ginocchio infortunato.
Certo non è come farlo su un sentiero di montagna, specie in discesa, però è una piccola conferma che non tutto è perduto e che, anche in attesa della operazione, qualcosa si può ancora fare!
(Per la cronaca, di notte ho poi avuto un attacco di mal di testa da dolore cervicale pazzesco, ma questa è mancanza di abitudine a portare il dolce peso del pargoletto, mica altro!)
Infine, il giro alla fiera è terminato in una merenda nella vicina casa di amici, tra budino del caseificio, chiacchere, bugie di carnevale e caffè!

Ripensando a questi momenti, mi faccio forza per affrontare anche il domani!

E voi, che scintille di gioia avete vissuto? È stato davvero un lunedì nero o neanche poi tanto?

P.s. "scintille di gioia" è una idea di Silvia. Per partecipare basta nominare il suo blog, condividere il post  o una foto con l'hastag #scintilledigioia su Instagram, Facebook, Twitter, raccontando tre momenti felici vissuti la settimana precedente e mandare una e- mail a fiorellinosn@gmail.com mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che Silvia non si perda nessuna "scintilla di gioia" ! 

venerdì 18 gennaio 2019

Le letture del ricciolino biondo: " LOTTA Combinaguai sa fare tutto" di Astrid Lindgren

" LOTTA Combinaguai sa fare tutto" di Astrid Lindgren

Immagino che tutti conosciate la simpaticissima Pippi Calzelunghe e la scrittrice che l'ha inventata, Astrid Lindgren.

Forse, però, non sapete che ha scritto molti romanzi e racconti per bambini, tra cui le avventure di Lotta, un'altra piccola protagonista femminile dal carattere forte e volitivo, buona ma biricchina.

Questo bel libro, con illustrazioni vivaci, è stato pubblicato da Mondadori solo  recentemente ma le tre storie che contiene risalgono al 1977 e sono godibilissime.

 

A me ed al ricciolino sono piaciute molto. 

Lotta è la minore di tre figli e vive in Svezia, tra il verde d'estate e la neve d'invernp, con i suoi genitori.

E' convinta di saper fare tutto, soprattutto quello che fanno la sorella ed il fratello maggiori e, per dimostrarlo, correrà qualche rischio. La fortuna però la assiste, insieme ad una buona dose di inventiva e quindi riuscirà sempre nei suoi intenti, più o meno!

Ecco dunque il mio consiglio di lettura per genitori e bambini, con cui partecipo al consueto appuntamento con il venerdì del libro ideato da Paola.

mercoledì 16 gennaio 2019

Mamma avvocato in cucina: lasagne in bianco con le zucchine

Per la serie "Mamma Avvocato in cucina", torno a scrivere una ricetta, provata questo autunno e piaciuta talmente tanto alla mia piccola "truppa" che è diventata un fisso dei nostri menù più o meno ogni quindici giorni.


Si tratta di LASAGNE IN BIANCO, con carne trita, zucchine e besciamella.
A causa delle mie allergie, infatti, ho cercato di inventarmi una alternativa alle lasagne tradizioni che non contenesse nè pomodoro nè erbe particolari o noci, ovvero non fosse la versione al ragù o al pesto ma, nello stesso tempo, fungesse da PIATTO UNICO appetitoso per soddisfare le esigenze nutrizionali ed il palato dei tre piccoli di casa.

Ingredienti (dosi per tre adulti)

- 500 gr di carne trita, possibilmente un pò grassa (io non amo quella magra sceltissima, che mi sembra sappia di poco) ma non troppo;
- 6 o 7 zucchine medie;
- una confezione di sfoglie di pasta fresca all'uovo già pronte all'uso;
- 250 gr di besciamella;
Volendo strafare, parmigiano reggiano o grana padano da grattuggiare sopra.

Procedimento
Lavatee le zucchine, tagliarle a rondelle e cuocerle in padella, con olio o burro - come preferite - e un pò di sale; quasi a fine cottura aggiungete nella padella la carne trita e fatela rosolare qualche minuto.


Lasciate raffreddare.



Quindi disponete nella teglia da forno che avete scelto uno strato di sfoglia, mischiate nella padella zucchine e trita con la besciamella (lasciandone da parte un cucchiaio o due da mettere sull'ultima sfoglia)  emetteteuno strato di carne e zucchine sulla sfoglia all'uovo fino all'altezza desiderata, coprite con un altro strato di sfoglia all'uovo e poi stendete il composto in un altro strato e così via per due o tre volte.
Chiudete con uno strato di sfoglia su cui versare ancora un paio di cucchiai di besciamella e, se volete, su cui grattuggiare parmigiano o grana.
Infornate a 180 ° per 20/30 minuti.

La lasagna in bianco è servita!


P.S. Il punto forte di questo piatto per me è che si possono cuocere zucchine e trita già durante la giornata, se si ha un momento, e poi assemblare rapidamente con la besciamella e la sfoglia solo una mezz'ora prima di cena. Ed è presto pronto!


lunedì 14 gennaio 2019

Presepi nel Borgo 2018: Bard (AO)

Nelle vacanze natalizie appena trascorse avrei voluto visitare qualche casa di Babbo Natale o qualche mercatino caratteristico ma, purtroppo, non ci siamo riusciti. 
In compenso, però, non ci siamo negati due giri per presepi: uno a Montestrutto 

ed uno a Bard (AO).

Bard è un borgo antico, abbracciato alla roccia e dominato dal Forte, ormai famoso polo museale della Valle d'Aosta, che ospita musei permanenti (il Museo delle Alpi, Le alpi dei ragazzi ed ora anche Le prigioni del Forte) e molte mostre temporanee, da quelle fotografiche a quelle pittoriche ad esposizioni più inusuali (come quella sugli Avengers di cui vi ho parlato in passato), ma anche manifestazioni storiche (come la Napoleonica) e sportive (tra cui un appuntamento con lo yoga).


Dall'8 dicembre all'Epifania, lungo le vie lastricate del borgo, che conducono in salita dall'incrocio con la strada statale al Municipio, si possono ammirare numerosi presepi di diversi materiali e fatture.


Molti partecipano al concorso per la designazione del migliore dell'anno e, prendendo nota del numerino che li contraddistingue, potrete votarli in un'apposita sala del Municipio, nella piazza principale del paese, davanti alla chiesa.


Nella sala, peraltro, si trova ogni anno una ricca esposizione di bellissimi presepi creati da artisti locali, prevalmente in pietra ollare e/o legno, anch'essi in concorso, nonchè una collazione di piccoli presepi del mondo, che affascina sempre i bambini.


Andandoci di giorno, è possibile osservare con maggiore tranquillità e temperature più gradevoli, sia il borgo che i presepi e visitare anche quelli della sala municipale, però di sera, con le lucine accese, l'atmosfera è più natalizia e magica.
L'ideale sarebbe andare due volte, magari tra una visita al Forte ed una cena!


Info utili
Per accedere a Bard ed al Forte è necessario lasciare l'auto in uno degli ampi parcheggi segnalati a Bard o a Hone. L'uscita autostradale più vicina è quella di Pont Saint Martin (AO).
La strada è in salita ma la passeggiata è affrontabile con i bambini tranquillamente ed anche con i passeggini, tenuto conto che è abbastanza ampia e chiusa al traffico veicolare per quasi tutte la giornata e serata, con fasce orarie in cui è permesso il transito delle auto dei residenti  indicate all'ingresso per paese.
Sia nel vicino paese di Hone sia nello stesso borgo di Bard, si trovano alcuni caffè e ristoranti.

Post non sponsorizzato.

venerdì 11 gennaio 2019

I libri del 2018: la mia personale (ed un pò stramba) classifica

Il 2018 è giunto al termine ed oggi è venerdì, giorno della settimana dedicato al consueto appuntamento con i libri, grazie alla rubrica del venerdì del libro ideata da Paola (a cui partecipo con questo post).

Questa volta, però, non voglio scrivere di un libro solo ma, come già fatto nel 2017, consigliarvi qualche piacevole lettura tramite una persona classifica dei miei libri preferiti del 2018.
Pronti? 

Iniziamo con il dire che quest'anno mi sono fermata ad un totale di 38 libri, contro i 50 dello scorso anno.
Va detto, però, che oltre ai miei, ho letto innumerevoli libri per bambini piccolissimi tutte le sere e romanzi e serie per bambini al ricciolino, giorno dopo giorno. 
Lo spazio dedicato alle letture personali si è dunque un pò ridotto, ma non senza lati positivi, perchè anche in quell'ambito ho scovato molte chicche letterarie.

Ed allora, riprendendo in parte le categorie dello scorso anno:
  • Il premio “trama più divertente ed originale” rimane saldamente a John Niven, con "Invidia il prossimo tuo" che però si merita il podio anche come "romanzo più dissacrante”;
  • Il riconoscimento "autore più pazzo" (si fa per dire, ovviamente) va a Nicolai Luilin, con "Il marchio ribelle";
  • il premio “interesse storico” lo assegno a “Viaggio nel passato" di Teresa Rolla, per l'ambito locale ed al saggio "Ancora dalla parte delle bambine" di Loredana Lipperini per l'ambito nazionale (e non sollo), a pari merito con la raccolta "Perfino catone scriveva ricette" di Eva Cantarella;
  • "miglior thriller" a "L'effetto Susan" di Peter Hoeg, ma come miglior "legal thriller" rimane incontrastato "L'informatore" di Jhon Grisham;
  • l miglior romanzo (senza altra specificazione) è stato "Il libro dei Baltimore" di Joel Dicker;
  • il premio "libri per bambini/ragazzi belli anche per gli adulti" va senza dubbio a "Ollie ed i giocattoli dimenticati" di William Joyce, che per me è davvero splendido, ma anche "Olga di carta. Jum fatto di buio" di Elisabetta Gnone, è stata una scoperta piacevolissima;
  • il premio “commozione portami via” va ad Agnes Brown mammadi Brendan O'Carrol;
  • il riconoscimento speciale nella categoria "il trionfo dei sentimenti" se lo contendono "Le tre del mattino" del sempre magistrale Gianrico Carofiglio, e "Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone;
  • coppa “romanzo classico da non perdere” senza dubbio ad “I tre moschiettieri” di Alexander Dumas;
  • medaglia “libri sulla maternità/paternità”  a “La vita fino a te” di Matteo Bussola;
  • tra i libri “leggeri eppure che meritano” vincono “Dieci piccoli infami" di Selvaggia Lucarelli, "Ragione e sentimento" di Stefania Bertola e "Sorprendimi!" di Sophie Kinsella;
  • la "medaglia all'ottimismo" va tutta all'atleta Bebe Vio, con "Se sembra impossibile, allora si può fare" ;
  • il premio “non so in che categoria collocarlo ma vale la pena leggerlo” spetta a Il consolatore di Jostein Gaarder;
  • per "miglior biografia/autobiografia" non ho dubbi: "Born to run" di Bruce Springsteen, veramente imperdibile per chi ama la musica;
  • la medaglia all' inquietudine va invece a "La distanza tra le stelle" di Lily Brooks - Dalton
  • il podio per la "rilettura che ci voleva" quest'anno va assegnata al breve e divertente romanzo "Il mistero dell'uomo barbuto. Come fu' che Babbo Natale sposò la Befana" di Andrea Vitali, ancora una volta piaciuto anche al ricciolino.
Tra i saggi e manuali, il posto d’onore a: Mamme con la partita IVA" di Valentina Simeoni, di cui non ho ancora scritto (ma mi sono ripormessa di farlo presto).
E poi "La biologia delle credenze" di Bruce H.Lipton, ed. Macro Ed., 2007: un testo a metà tra il medico e lo spirituale che è stato una folgorazione e mi ha profondamente colpita.


Infine, bocciato senza appello, per me, "Tre volte te" di Federico Moccia.
P.S. Di molti dei libri sovra menzionati, ho parlato su questo diario virtuale in occasione del venerdì del libro: se vi interessa, potete trovare i relativi post usando il campo per la ricerca a lato pagina o usando le "etichette".


Quanto a voi, quali sono state le vostre migliori letture del 2018? Quali le sorpresa e quali le delusioni? Aspetto i vostri commenti, se vi va!

mercoledì 9 gennaio 2019

Le festività appena trascorse....


Le festività di Natale sono terminate e la ripresa dei consueti ritmi è stata ed è con il botto, tutta in salita (vi dico solo che sono tre notti che non dormo decentemente, ovvero dalla sera dell'Epifania, appunto).


Babbo Natale, a cui avevo scritto questa lettera, ha decido di esaudire parzialmente uno solo dei miei desideri, forse quello che meno dipendeva da lui...: qualche foto decente dei bambini, infatti,  è venuta ma mica tante e nessuna di gruppo!


La neve è arrivata in anticipo, il tempo di un pomeriggio, in cui peraltro ero impegnata in uffio, poi è scomparsa anche dalle montagne: perdurano caldo anomalo, vento e siccità, oltre a diffondere malattie ed allergie. Un paesaggio montano desolante, per ora.


I piccoli si sono ammalati giusto il 23 dicembre, costringendoci ad una visita al pronto soccorso la Vigilia di Natale, per ottenere una diagnosi, in vista degli incontri con parenti anche anziani, bambini piccoli e donne incinte.

Non abbiamo aspettato praticamente neppure cinque minuti ma la pediatra di turno ci ha lasciato con il dubbio: bocca - mani - piedi oppure eczema atopico con infezione batterica della pelle? Nel dubbio un ciclo di antibiotico per entrambi, pustole a deturpare i piccoli e tanto comprensibile fastidio e lamentosità da parte loro.


Insomma, questo Natale non passerà agli annali per essere stato tra i più fortunati, anche se ho ricevuto regali azzeccati.

In compenso Babbo Natale ha sommerso di bei giochi e vestiti i bambini ed i piccoli di casa hanno accolto con piacere ed entusiasmo la novità dei doni da spacchettare e dei dolci da gustare.



La buona tavola, come di consueto, l'ha fatta da padrona e noi tutti non ci siamo certo tirati indietro.


I riti natalizi sono stati rispettati, dalla cena della Vigilia al pranzo di Santo Stefano e della Epifania, passando per il cibo offerto a Babbo Natale ed alla Befana, a volte con apposite tovagliette natalizie, a volte senza tanti fronzoli ma molto sentimento.

In foto quel che è rimasto..


Anche la produzione di biscotti quest'anno è stata  particolarmente riuscita, con due diverse ricette!
E altri ne abbiamo ricevuti con piacere...

Tradizionali
Con farina di castagne















 













Come da tradizione, siamo stati accolti in tante case, dalla Valle d'Aosta al Piemonte, per aprire pacchetti, magiare e bere a dismisura ma, soprattutto, per godere delle chiacchere e del calore del reciproco affetto.

Ogni tanto abbiamo anche camminato, per rigenerare i polmoni e dare tregua allo stomaco.
Perchè di bei panorami, per fortuna, anche senza neve ne abbiamo molti intorno.





















Siamo stati al matrimonio di un'amica torinese, eccezionalmente senza figli, nessuno dei figli!

Mitici gianduiotti torinesi come bomboniere
Location molto particolare e davvero elegante

  








Abbiamo visto molti amici, oltre ai parenti: dal 22 al 6 gennaio, tra merende sinoire, saluti di auguri, passeggiate insieme e caffè in compagnia. Di questi incontri, però, io non ne ho mai abbastanza!

Anche il Capodanno è stato festeggiato, con una bella bourguignonne tra amici (o meglio, una fondue chinoise, che altro non è che la bourguignonne con il brodo vegetale anzichè l'olio)  e qualche stella d'artificio che ha acceso i visetti dei bambini.


Nella zona della letteratura per l'infanzia della biblioteca civica comunale


E poi...

Il ricciolino e l'Alpmarito sono stati a pattinare ad Ivrea, mentre io ingannavo l'attesa con un'amica e i bambini in biblioteca.









 abbiamo visto ben tre DVD in quindici giorni (non ridete, per noi e è un recordo!)- tra l'altro, ma quanto è bello il film di animazione  "Coco" ?!? Ci ha incantati e commossi! -








abbiamo fatto colazione da "Balla" (nota pasticceria eporediese) e rispettato i turni nella palestra di arrampicata, 



fatto merenda con le nonne e lo zio lungo il lago di Viverone (e sembrava di essere a marzo/aprile),



letto libri di Natale,

e portato il ricciolino a sci di fondo, facendo provare per la prima volta anche Orsetto e Principessa...







insomma, tante attività apparentemente ordinarie ma insieme.

Due rimpianti
- non aver visto tutti gli amici che avremmo voluto, pur avendo cercato di fare il possibile per incastrare le disponibilità;
- avere un'unica mia foto con i bambini di tutto il periodo natalizio.
Purtroppo, infatti, se non scatto io non scatta nessuno e, così, è come se facessi sempre solo da spettatore invisibile. O forse voce narrante, che è già meglio.
Mi consolo riguardando altre foto, che mi sembrano particolarmente riuscite, come questa...