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giovedì 8 novembre 2018
Culla n. 7
giovedì 4 ottobre 2018
Festa dei nonni: ricordando i miei
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Foto dal web |
Soprattutto se promosse da uno Stato come il nostro, che tenta di addossare ai nonni prestazioni di assistenza che sarebbe il primo a dover garantire, a giudicar dai testi di legge, dalle intenzioni dei politici e dal livello di tassazione che ci è imposta.
Molto ci sarebbe da scrivere, sul valore e sulla funzione dei nonni, sull'importanza del legame nonni - nipoti, sulle mie speranze quando guardo i miei figli e in merito al mio futuro ...ma non importa.
Oggi (sì, lo so, con due giorni di ritardo) ho deciso di concedermi il tempo di pensare con calma, almeno per un pò, ai miei nonni ed a quello che hanno significato per me.
Di nonni ne ho avuti, di fatto, solo due. E nessun nonno bis.
I miei nonni paterni, infatti, sono mancati entrambi giovani, quando ero ancora molto piccola.
Ho un solo ricordo della nonna, forse costruito attraverso racconti familiari, più che registrato personalmente, e poche fotografie.
Non è che fossero poco presenti, è solo che la loro vita è terminata troppo presto, rispetto a quando è cominciata la mia.
Io, però, sono qui anche grazie a loro.
Ho avuto la fortuna di nonni materni eccezionali.
Mio nonno se ne è andato ormai da anni, ancora giovane, per colpa di una malattia bastarda che mi ha tolto quel poco di fede che nutrivo, ma c'è stato.
C'era, quando sono nata.
C'era, quando ho imparato a camminare,ad andare in bicicletta, quando ho preso la varicella al mio primo Natale, quando ho imparato a parlare.
C'era, soprattutto, all'uscita da scuola, per portarmi agli allenamenti di scherma ed in piscina, ad accogliermi sulla soglia a casa, a farmi compagnia quando i miei uscivano, per venirmi a prendere da amichetti, per portarmi in montagna o in campagna, per regalarmi fiori e lasciarmi fare danni nel suo orto.
C'erano i pomodori maturi, le fragoline selvatiche, le violette che mi portava.
C'era ai pranzi in famiglia del weekend, nelle ricorrenze ma anche praticamente tutti i giorni d'estate, per molti anni.
Mi ha insegnato moltissimo, mi ha aiutato tantissimo.
Eravamo molto diversi ma anche molto legati, come scrivevo ormai quattro anni fa, ricordandolo in questo piccolo spazio mio.
C'è ancora, nei miei ricordi, gesti, pensieri.
C'è, in me.
Mia nonna è una donna forte di carattere, che ha affrontato a testa alta molte difficoltà e dolori, molti lutti prematuri.
E' estremamente sensibile, un pò permalosa, molto dolce con nipotini e bis nipoti, sempre disponibile.
Lei è un pò il mio faro, il mio esempio e modello.
Non si ferma mai, non smette mai di fare, creare, rassettare, muoversi, esserci.
E io penso sempre a quanto tempo in più vorrei trascorrere con lei.
Ora ha occhi solo per i bis nipoti (cinque!) e, forse, è giusto così.
Lei c'era quando c'era mio nonno e ha avuto la fortuna di festeggiare con lei anche la patente, la maturità, la laurea triennale e quella specialistica, nonchè l'esame di abilitazione.
Lei ha tenuto in braccio il mio primogenito appena nato, subito dopo il papà e mia madre.
Lei ha tenuto in braccio la mia principessa appena nata, subito dopo il papà e mia madre.
Spesso, in occasione di compleanni e festività, accompagna i suoi regali con bigliettini meravigliosi, pieni del suo amore e della sua tenerezza.
Lei è colei che mi ha insegnato a fare a maglia (anche se l'allieva non è molto diligente, nonnina!), le basi dell'uncinetto (che però non è tanto nelle mie corde) ed il punto croce, che è rimasto una mia passione.
Lei stira in modo che i vestiti sembrino nuovi di zecca.
Lei legge talmente tanto da far impazzire la bibliotecaria, secondo me!!!
Un giorno mio fratello minore mi ha detto: "Tu e F. siete più fortunati di me. Voi avete vissuto più momenti accanto al nonno, avete costruito più ricordi di quanto ho potuto fare io."
E' vero e non dovremmo dimenticarci mai che l'affetto delle persone che amiamo, il tempo che trascorriamo con loro, è quanto di più prezioso ci sia nella vita.
Grazie nonni.
E grazie mamma, meravigliosa nonna per i miei bambini.
martedì 3 ottobre 2017
Ritrovarsi. 25 anni dopo.
lunedì 8 maggio 2017
Il flusso dei ricordi
mercoledì 20 luglio 2016
ORGOGLIO (e tanti ricordi)
Una giornata che ci ha regalato gioia e orgoglio.
Ieri il mio fratellino si è laureato.
Ed è stato, semplicemente, orgoglio e felicità per la sua emozione, la sua gioia, il suo sollievo.
E già che c'ero, io ieri ho sognato, in grande.
giovedì 8 ottobre 2015
I ricordi, emozionanti sui nostri figli
Tu lo sai, a volte ti presti, altre scappi o protesti, stufo della mia macchina fotografica.
Così oggi, a letto con le placche in gola e la febbre, sfoglio e risfoglio gli album di foto, i foto libri e tutte le migliaia di foto che ho stampato, in questi tuoi primi quasi quattro anni di vita.
Sei entrato nei miei pensieri e nei miei ricordi ancora prima di nascere, quando eri poco più che un ammasso di cellule e ti chiamavo fagiolino.
Ricordo quando ho annunciato la mia gravidanza ai nonni, i miei genitori, ed alla nonna bis: eravamo in cucina, a casa loro ed io ero in procinto di partire per andare a Roma a sostenere l'esame da Notaio.
Ricordo l'annuncio a mio fratello ed a mia cognata, il viaggio a Roma, il terrore che i metal detector e lo stress da esame potessero danneggiarti, tu che eri solo da cinque settimane dentro di me e ancora fuori non si vedeva e non lo sapeva nessuno.
Ricordo le nausee, i mal di schiena, la prima volta che io ed il tuo papà abbiamo sentito il tuo cuoricino battere veloce.
Ti ho strapazzato non poco, in pancia. Ho continuato a nuotare tre volte a settimana, anche quattro, fino alla 39 settimana, sono andata in udienza persino il giorno della fatidica "scadenza", ho fatto 500 km ad andare e 500 a tornare per un funerale in famiglia e pochi di meno per partecipare ad un matrimonio, alla trentottesima settimana.
Eppure tu stavi comodo, visto che hai aspettato 15 giorni dalla scadenza per nascere.
Ricordo il calore del tuo corpo sul mio, la stanchezza e l'incredulità di quando sei nato, la mia preoccupazione che fossi "tutto intero", che mi ha fatto dimenticare anche di chiedere se eri maschio o femmina, perché noi non avevamo voluto saperlo.
Ricordo la prima volta che ho cercato di cambiarti, insieme a mia madre, tu con la tua tutina grigia morbida ed un berretto di cotone rosa, perché quello azzurro lo avevano sporcato facendoti il bagnetto.
Ricordo le notti angosciose in ospedale, quando non sapevo cosa fare di te, per te, volevo solo
dormire e sentirti sereno, accanto a me, e invece camminavo con te urlante per i corridoi, cercando di capire come nutrirti, come calmarti.
Ricordo quando ho scritto il tuo nome per la prima volta, sul modulo per la denuncia della nascita, al primo piano dell'ospedale.
Ricordo il tuo colorito giallognolo per l'ittero, la tua testolina pelata fino ai 18 mesi, il tuo primo bagnetto, la tua prima volta in piscina, a 5 mesi, e la tua prima passeggiata in montagna sul porte- enfante, sempre a 5 mesi. Ricordo la bronchiolite a quattro mesi, L'antibiotico e l'aereosol, i pianti disperati delle prime settimane, quando il mio latte non bastava mai e tu avevi fame, fame da morire, mentre tutti ci dicevano che erano coliche.
E quando alla fine ho ceduto alle "aggiunte" e da un giorno all'altro, sei rinato: niente più ittero, niente più pianti disperati ad ogni ora, niente più perdite di peso. Ricordo il mio senso di colpa misto a sollievo.
Ricordo il tuo primo Natale, con la tutina ed il cappellino rosso, in braccio al prozio ed alle nonne bis, commossi.
Ricordo il tuo primo compleanno, la prima volta che ti sei tirato in piedi, aggrappandoti alla testiera del nostro letto, a nove mesi e quando hai iniziato a camminare, a 10 mesi, senza mai gattonare prima.
Ricordo l'orgoglio di guardarti crescere, di vederti forte e sano, di portarti in giro, per mano.
Il tuo primo viaggio in aereo, la prima volta al mare, la prima nevicata, il primo sorriso, le prime parole ed il primo omogeneizzato, ma anche la prima volta in bici, la prima giornata di asilo nido, la prima volta che hai dormito dalla nonna, la prima volta sugli sci, le serate in palestra di arrampicata, la prima giornata alla scuola dell'infanzia ecc. ecc. ecc.
Perché, con te, ogni prima volta e' un ricordo prezioso che mi è rimasto dentro.
Ma non basta.
Nel mio cuore ci sono una multitudine di altre immagini, istantanei di momenti con te che ho avuto la fortuna di vivere, gesti che so essere tuoi, espressioni buffe, pianti, modi di muoverti e parlare che non dimenticherò mai, sensazioni che non si possono spiegare ed emozioni di mamma che solo un altro genitore può capire.
E basta una foto, il suono di un carillon, il colore di un vestito, un odore, a risvegliare istantaneamente la mia mente ed il mio cuore, facendomi pensare a te e ringraziare la vita.
Perché tu esisti.
Con questo post, dico la mia sul tema del mese delle Stormoms, #Ricordidimamma.Trovate qui tutte le informazioni per fare altrettanto e scambiare ricordi!
lunedì 10 agosto 2015
Oggi come allora, sul sentiero dei ricordi: da Fondo a Tallorno ed alla Pera diiij Cros
Vi ho trascorso intere settimane d'estate, anno dopo anno, con il mio fratellone e due o tre amici, sia "vacanzieri" sia "del posto".
Costruivamo dighe di sassi nelle guie, per poi farci il bagno, facevamo pic - nic sul roccione, quello piatto piatto lungo lungo che facevamo a gara a trovare, giocavamo a carte stesi su una coperta, saltavamo da una roccia all'altra, spesso a torso nudo e, ovviamente, scalzi.
La nonna, a sorvegliarci, leggere e giocare con noi.
A volte ci andavamo a piedi, la lunga strada stretta tutta curve che ci pareva un viaggio nel viaggio, le rarissime auto a cui fare attenzione, gli scherzi ed i giochi.
Altre era il nonno a portarci o a riportarci indietro, andando o tornando da una giornata di pesca, su e giù per il torrente.
C'erano occasioni in cui si saliva anche per i sentieri, oppure momenti di freddo, fame o temporale che ci spingevano a trovare riparo del baretto della frazione, con i giochi di legno (la trottola!) e le torte sempre buonissime. O il gelato. Aspettando il ritorno del nonno e, quindi, il rientro in auto.
Alcuni giorni si saliva un pò sul sentiero, fino ad arrivare, con il nonno, alla grande cascata con la guia profonda.
Ci sono foto di me, mio fratello maggiore e mio nonno alla cascata, altre più recenti di me, mio fratello maggiore e pure il mio fratellino, sempre con il nonno, alla cascata.
E poi c'è la foto di quando ci sono tornata con il mio ragazzo, quello che ora è mio marito.
Non ho foto di quando, l'ultima volta, la cascata con il roccione in pratica non c'era più, devastata dall'ennesima strada poderale.
Eppure la frazione è rimasta la stessa e la rete dei sentieri, i borghi, il bar, il torrente, le guie e il roccione piatto, ci sono ancora.
E rivederli, questa volta con mio figlio, mio marito e mia madre, è stata pura emozione.
Pensando a te, nonnino.
E meditare un pò.
I ricordi felici della nostra infanzia ce li portiamo nel cuore, non intaccati dal tempo. Se poi si associano a luoghi bellissimi che hanno conservato, almeno in gran parte, il loro fascino, allora è magia.
venerdì 3 ottobre 2014
"La casa nel bosco" e "Yoga per mamma e bambino"
Anzi, di libri sullo yoga che consentono a noi mamme di coinvolgere anche i nostri bimbi, trasformando lo yoga in una occasione per stare insieme, stare bene e divertirsi.
Dopo il libro Illustrato di qualche tempo fa, Yoganimo , ho scovato in biblioteca questo "manuale", adatto sia ai bimbi piccolissimi (per aiutare le loro mamme a rilassarmi e ritrovare elasticità), sia ai più grandicelli (secondo me, anche oltre i tre anni indicati), con posizioni più complesse e impegnative (ma sempre a portata di bimbo).
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma
mercoledì 11 giugno 2014
#parto da qui. Praticamente, la gestazione di un elefante.
lunedì 21 aprile 2014
Una violetta in carta di giornale
Per ricordare, per sfogarmi, per affogare le lacrime.
Non fu l'unica, ma fu l'ultima.
Tante ne avevo scritte, nei mesi passati, come se mettere nero su bianco il dolore, come se cercare con cura le parole, potesse aiutare. Standoti vicino, in quei giorni, ho capito che non esiste un dio o, se esiste, e' sordo al nostro dolore e non ci possiamo fare affidamento.
Sono passati 16 anni ormai e il tempo che ho passato con te e' uguale a quello che ho passato senza di te.
Eppure non devo fare alcuno sforzo per rivederti, per ricordarti, e' come se fossi ancora qui, con me, ad aspettarmi fuori da scuola, in macchina, con un mazzetto di violette selvatiche in carta di giornale, perché rimangano fresche, vive.
Sei sempre stato presente, parco di parole ma ricco di gesti affettuosi, integro, onesto e pratico.
Eravamo così diversi, eppure così vicini, io che amavo leggere e studiare, tu che amavi la terra ed i lavori manuali, io che parlavo sempre, tu che mi insegnavi il valore del silenzio e dell'ascolto.
E forse non è un caso che io mi sia innamorata dell'Alpmarito, per molti aspetti simile a te, secondo me.
Avrei voluto che mi vedessi prendere la patente, avrei voluto che mi vedessi dopo la maturità ed alla laurea.
Che mi vedessi diventare avvocato, che fossi presente al mio matrimonio, che conoscessi questo tuo nipotino che porta il tuo stesso nome, non per tradizione ma perché lo sai, il tuo nome mi è sempre piaciuto, anche se a te non piaceva affatto.
Avrei voluto che mi vedessi in quei momenti, felice, perché solo questo ti importava, non i titoli di studio, le medaglie o i riconoscimenti.
Il mio e' un dolore egoistico, come sempre il dolore di chi rimane. Lo so, ma non posso farci nulla.
Perché mi manchi.
Perché ti voglio bene.
venerdì 4 aprile 2014
Yoga per bambini....illustrato!!!
In sostituzione, grazie ad una maestra originale e ad una palestra scalcinata, facevamo yoga.
Ho imparato il saluto al sole, una tecnica del rilassamento, tante posizioni distensive ma, soprattutto, ho acquistato consapevolezza del mio corpo e sperimentato l'elasticità delle membra (che, ahimè, ora ho perso).
Non ho mai dimenticato quel periodo e, negli anni, quando la tensione e lo stress erano eccessivi, sono tornata a praticare in casa, grazie ad un libro videocassette tutorial ed i miei ricordi. Frequentare un corso di yoga e' ancora uno dei miei desideri più costanti, però per ora ho privilegiato altro.
Così, quando in biblioteca ho trovato questo libro cartonato e plastificato (quindi a prova di bimbo) coloratissimo e accattivante, non ho resistito: e' stato amore a prima vista!
Purtroppo dubito che ne esista una versione italiana però non scoraggiatevi, e' scritto in un francese molto semplice e in più delle parole si può tranquillamente fare a meno!!
Peccato che il nano non ne sia stato così entusiasta o meglio, non abbia resistito oltre due posizioni, ma credo sia semplicemente perché è ancora piccolo ed era la prima volta.
Riproverò fra qualche mese, magari d'estate fuori sull'erba, per potenziale gli effetti benefici della pratica e divertirlo e divertirci ancora di più!
Con questo post partecipo al Venerdì del libro di Home Made Mamma ( Venerdi' del libro: das Auge vom Bodensee).
venerdì 21 marzo 2014
"Il bordo vertiginoso delle cose"
Gianrico Carofiglio, " Il bordo vertiginoso delle cose", ed Rizzoli, 2013, 315 pagine.
Carofiglio e' un autore che ho conosciuto e apprezzato attraverso i romanzi della serie dell'Avv. Guerrieri, che sentivo in qualche modo vicini alla mia realtà, per affinità di professione, seppur ambientati in un'atmosfera così diversa e dai ritmi molto più lenti e "allungati" rispetto a quelli cui siamo abituati ad altri latitudini (non fosse altro che per ragioni di clima ed orari).
Non avevo idea di cosa aspettarmi da questo romanzo così diverso, dal titolo particolare, così ho iniziato la lettura con poche aspettative, temendo un senso di straniamento, quasi una delusione.
Lo straniamento c'è stato, la delusione no.
La trama non è particolarmente ricca di avvenimenti ma la scrittura poetica, quasi sospesa, suggestiva e riflessiva, che già mi era piaciuta negli altri romanzi, e' la stessa, la scelta accurata di lessico e sintassi, idem, in un libro che ti prende per mano e ti conduce per le strade di Bari, sfondo di un lungo percorso a ritroso nel tempo e nello spazio,alla ricerca, insieme al protagonista, Enrico (che si rivolge al lettore in seconda persona singolare) del te stesso studente e adolescente, rievocando un anno di vita e frammenti di esperienze.
Io ho sentito quella nostalgia e quel senso di stupore che mi prendono sempre quando mi capita di confrontare la me stessa di allora con quella di oggi, di rievocare la forza dei sentimenti (la prima cotta, le amicizie, le interrogazioni, le ansie prestazioni sportive) dell'infanzia e dell'adolescenza e di chiedermi come e' che sono diventata così, se era questo il futuro che immaginavo, cosa e' successo a quelli che sono stati compagni del mio percorso di crescita. Insomma, quella distanza e quell'aurea di mistero che neppure facebook può colmare, anzi, sembra amplificare, gettando qua e la' pillole di informazioni slegate le une dalle altre e non verificate.
Enrico sta prendendo un caffè al bar, una mattina, quando l'occhio gli cade su una notizia di cronaca nera: un nome, un mare di ricordi.
Fa la valigia spinto da una forza invisibile e parte, per tornare in quella che una volta era la sua città e ricordare, rievocare, cercare.
Risposte, soprattutto su se stesso, attraverso la supplente di filosofia, il compagno di classe che milita nella sinistra estrema, l'amica di sempre, il rapporto con i genitori, il fratello così diverso ma ugualmente caro, la prima macchina da scrivere tanto desiderata, le cotte dell'adolescenza ecc.
Di più non posso svelare senza rovinare il gusto di questa lettura, assolutamente consigliata.
"Qualcuno si chiede per quale motivo si studi la filosofia, cioè una disciplina che in apparenza non ha alcuna utilità pratica. Ebbene, la filosofia serve a 'non dare per scontato'. Nulla. La filosofia e' uno strumento per capire quello che ci sta attorno - per capire quello che ci sta dentro probabilmente e' più efficace la letteratura -, ma capiamo davvero quello che ci sta attorno se non diamo per scontato la verità che qualcun altro ha pensato di allestire per noi.
Fare filosofia - cioè pensare - significa imparare a fare e a farsi domande.Significa non avere paura delle idee nuove. Significa non fermarsi alle apparenze. Significa essere capaci di dire di no a chi vorrebbe imporci il suo modo di pensare e di vedere il mondo. Cioè a chi vorrebbe pensare per noi.....ve ne sto parlando perché e' un grande racconto sulla capacità di dire di no, che è una delle manifestazioni fondamentali del pensiero e della libertà."
Un concetto forse scontato ma così importante da ricordare a noi stessi, tutti i giorni, quando ci troviamo a camminare sul bordo vertiginoso delle cose.
Con questo post e questo romanzo, che consiglio di leggere, partecipo all'iniziativa del Venerdì del Libro di Home Made Mamma.