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mercoledì 5 aprile 2017

Alpe di Siusi: escursione circolare alla Bullaccia. Alto Adige: cronache di viaggio

Il nostro viaggio in Alto Adige della scorsa estate è stato un'alternanza di musei, bicicletta ed escursioni.
Che siamo una famiglia che ama la montagna, in inverno ed in estate, credo sia ormai noto.
Non ci limiato, però, alle vicine Alpi e quando possiamo esploriamo anche le Dolomiti.

Così, in vacanza in Alto Adige, non abbiamo potuto esimerci dall'andare a vedere la famosa  
Alpe di Siusi.


Dopo aver parcheggiato a Siusi (1.000 mt), abbiamo preso la funivia del Compaccio, arrivando a quota 1850 mt in pochi minuti.


Purtroppo, a dispetto delle nostre intenzioni, l'ora non era proprio l'ideale, dal momento che erano già le 11 passate (d'altro canto, eravamo partiti da Bolzano, che non è proprio dietro l'angolo) e, nonostante fosse l'inizio di settembre, facesse molto caldo.

Tuttavia la giornata era troppo bella per non sfruttarla e non cercare di allontanarci dalla folla e dall'eccessiva urbanizzazione, che secondo noi un pò deturpa lo straordinario paesaggio offerto dall'Alpe Siusi (pur essendo funzionale al turismo di massa  sul quale molti vogliono comprensibilmente vivere).

La vista, davvero magnifica, spazia dal Sassopiatto e Sassolungo, due formazioni rocciose suggestive e maestose, su cui io e l'Alpmarito eravamo saliti con ferrate e attorno a cui avevamo girato con  amici nel corso di una settimana di vacanza nel periodo "ante ricciolino"...


...all'altopiano dello Sciliar, anch'esso già visitato nella scorsa occasione.


Riempiti gli occhi di cotanta bellezza, zaino in spalla, ben rifornito di panini, acqua e crema solare, siamo partiti per compiere
 l'escursione circolare sull'altopiano della Bullaccia ( Puflatsch)
segnalata prima con n. 14 e poi con il segnavia "PU"





1) Da Compaccio, anzichè percorrere il sentiero 14, noi  abbiamo subito deviato verso la stazione a monte della cabinovia Bullaccia Gondola, ove vi è un ampio ristorante, per raggiungere la piattaforma panoramica posta appena sopra. Il percorso è una vera e propria strada sterrata, chiusa al traffico ma comoda anche per i passeggini e quasi pianeggiante.

2) Poi siamo tornati verso il sentiero segnavia "PU", ben visibile, per salire alla Filln Kreuz (mt. 2.130), ovvero la croce di Filln, anche in questo caso tramite una carrozzabile ampia.
Fino a questo punto l'affollamento non accennava a dominuire, anche perchè il dislivello da Compaccio  è minimo (circa 200 mt) e dunque è un percorso adatto a tutti.

3) Dopo una sosta, siamo ripartiti lungo il costolone dell'altopiano (segnavia PU), alla volta della "Panca delle streghe", un punto panoramico che prende questo nome dalla leggenda secondo cui l’immensa schiena dello Sciliar era un’amato punto d’incontro per queste streghe. Le panche delle streghe sono infatti delle speciali formazioni di roccia che hanno la forma di una poltrona con bracciolo e schienale, situate proprio in quel punto, sopra Bullaccia
Il dislivello è sempre minimo anche in questo tratto ma il numero dei turisti aveva già iniziato a diminuire, nonostante ne valesse la pena!


Se fino a quel punto la passeggiata è fattibile anche con passeggini adatti a sterrato, da lì in poi, come si vede nella foto, la strada diventa sentiero, seppur molto ampio e privo di pericoli per i bambini.

3) Superata la vicina Goller Kreuz, Croce Goller, nei pressi della quale abbiamo consumato il nostro pic nic,  siamo dunque giunti all'Arnika Hutte, perfetta per una pausa caffè (o pranzo, a giudicare dal numero di avventori), anche per il parco giochi annesso.


4) Poi il sentiero si è fatto per un tratto di nuovo strada sterrata, conducendoci, sempre seguendo il segnavia "PU", alla Puflatschhutte ed, infine, riportandoci al punto di partenza, tra boschetti (finalmente, dopo tanto sole e tratti aperti!), ampi prati e baite ben tenute, con un sentiero a tratti più ripido ma anche una vegetazione più rigogliosoa e variegata.




Superata la panca delle streghe e, soprattutto, dopo l'Arnika Hutte, non c'era praticamente più gente a percorrere il sentiero, che pure regala scorsi bellissimi.


5) Dalla baita Puflarschhutte, seguendo il segnavia 14, siamo infine rientrati alla stazione di arrivo della cabinovia del Compaccio, pe rientrare, a malincuore, a Siusi.


Nel cuore e negli occhi, le immagini di montagne magnifiche e di una bella passeggiata.

Info pratiche: il  dislivello in salita è minimo e la quota non è elevata rispetto a quella abituale delle escursioni nelle Alpi (max. dislivello 2174 mt.) però l'escursione è piuttosto lunga come sviluppo (leggendo sui vari siti turistici della zona ho letto distanze dai 7,5 km ai 10 km perchè si possono anche accorciare alcuni tratti, ad esempio evitando la nostra deviaziono o le panche delle streghe): i cartelli indicavano un totale di 3 ore, noi ne abbiamo impiegate 4, compresi, però, pic nic e diverse soste, sia per godere del panorama, sia per far riposare e giocare il ricciolino, sia per merende e spuntini, sia per scattare le 200 fotografie che mi sono portata a casa!

Dunque una passeggiata adatta anche ai bambini piccoli, purchè che camminino un pò e senza passeggino (che si può comunque usare fermandosi all Filln Krauz o alla Panca delle Streghe). 

Unici aspetti negativi? 
L'affollamento, nonostante fossero i primi di settembre, per il primo tratto di gita; l'assenza di fontane e corsi di acqua che, in una giornata caldissima e in un'estate particolarmente arida come la scorsa, avevano reso il paesaggio poco verdeggiante e decisamente brullo; il caldo davvero notevole perchè, appunto, l'escursione è praticamente per intero sotto il sole.
E' quindi necessario portarsi una buona scorta di liquidi, crema solare e cappellino!

Noi ci siamo portati il pranzo al sacco perchè non sapevamo cosa avremmo trovato e fin dove il ricciolino avrebbe camminato. Tenete comunque presente che il costo della cabinovia non è indifferente (Euro 32 andata e ritorno due adulti, il ricciolino era ancora gratis), quindi può essere anche un modo per risparmiare. In alternativa, però, c'è abbondanza di punti ristoro tra cui scegliere!

Rientrati a valle, merita una passeggiata nel piccolo centro di Siusi, raggiungibile dalla cabinovia in 5/10 minuti a piedi, attraversando il ponte (via ben segnalata, comunque).





Insomma: una meta troppo gettonata per i nostri gusti un pò da "montanari solitari" ma che vale davvero una visita e una o più escursioni, dal momento che, partendo dall'Alpe Siusi, vi è l'imbarazzo della scelta, sia in direzione  Monte Piz, verso il lato che affaccia su Sassopiatto e Sassolungo, sia in direzione Giogo, sul versante che guarda lo Sciliar, nonchè nella direzione Bullaccia (che si erge sopra la Val Gardena) che abbiamo preso noi!

N.B. Il post NON è sponsorizzato.

giovedì 30 marzo 2017

Per musei con i bambini: il MUSE di Trento

Nel corso della nostra ultima vacanza, ormai risalente all'estate scorsa, andando in Alto Adige, tra un'escursione e l'altra, abbiamo dedicato qualche giorno anche a visitare i musei della zona, tra cui, rientrando verso casa, il MUSE di Trento, ovvero il nuovissimo Museo delle Scienze.



Era nella mia personale lista di luoghi di cultura da visitare dopo averne letto benissimo su molti blog e siti, per cui l'ultimo venerdì di vacanza, avevo programmato di passarlo proprio lì.

Non ne sono rimasta affatto delusa nonostante tre grandi difetti, che vi evidenzio subito: l'affollamento (era il primo venerdì di settembre eppure c'era tantissima gente, decisamente troppa per girare e guardare con calma, soprattutto nella zona dedicata ai giochi scientifici da provare); la coda per il biglietto ed il costo dello stesso (minore di quello di molti altri musei meno spaziosi e ben tenuti, va detto, ma comunque non economico, pensando a chi ha più figli sopra i sei anni di età) ed il suo essere...troppo grande e troppo ricco!


Ben sei pianti più la terrazza!

Eh già, perchè è talmente vasto da risultare, anche per noi adulti, molto difficile da apprezzare interamente, mentre ne varrebbe davvero la pena! Immaginate poi con un bambino di quattro anni...
Certo, questo "difetto" è in realtà anche un "valore aggiunto" della struttura, dal momento che è impossibile annoiarsi o non trovare nulla che possa interessare grandi e piccini!

Il piano interrato è dedicato alla nascita della vita, con scheletri di dinosauri ed altri animali preistorici che hanno affascinato il ricciolino, nonchè vasche con pesci variopinti ed una serra tropicale
Quando vi siamo stati noi c'era anche una mostra temporanea di dipinti dedicati agli animali a rischiod i estinzione, davvero notevole.



Nel piano terra si trova sia lo Science Center, con una ventina di postazioni interattive per divertirsi e "testare" i principi scientifici base dal vivo (e qui il ricciolino avrebbe voluto trascorrere ore!) - non solo per bambini, eh! - sia il Maxi Ooh, uno spazio dedicato ai bimbi dagli 0 ai 5 anni acocmpagnati da almeno un genitore (ingresso a apagamento con biglietto aggiuntivo), per "sperimentare i sensi attraverso i sensi"
Noi non ci siamo stati, sia perchè il ricciolino si sentiva troppo grande per questo sia perchè il programma della visita era già abbastanza ricco.


Il primo piano è quello che io ho trovato più interessante, non tanto per la parte dedicata alla preistoria alpina - che non ha nulla a che vedere con il Museo Archeologico di Bolzano, interamente dedicato a questo tema ed a Otzi ma comunque è un assaggio che è piaciuto al ricciolino ed all'Alpmarito, soprattutto il video riguardante la caccia degli uomini preistorici, decisamente crudo, dal quale io sono fuggita- bensì per quella relativa ai cambiamenti climatici, alla sostenibilità ambientale ed al riciclo, con la "sfera attiva" esplicativa.


Certo, in questa sezione il ricciolino ha compreso poco, nonostante i nostri sforzi di spiegazioni ma...a ciascuno ciò che è adatto all'eta!

Sempre al primo piano c'è la parte dedicata ai "dietro le quinte della ricerca", che ha attratto più l'Alpmarito di me.

Il secondo piano, anch'esso molto interessante per me e l'Alpmarito ma, credo, per tutti gli italiani adulti, parla di geologia, miniere e, soprattutto, rischio ambientale: dai vulcani attivi, agli eventi sismici, alle innondazioni e le dighe, agli eventi valanghivi ed alle frane.
Un modellino sul funzionamento della diga e una sorta di quiz interattivo sui comportamenti da tenersi in caso di emergenza e sulle valanghe, hanno catturato l'attenzione del ricciolino a lungo, così come le foto e gli schermi esplicativi.



 Il terzo e quarto piano, dedicati il primo alla natura alpina (con 26 ambienti ed animali diversi, ad indicare la straordinaria varietà della vita alpina) ed alle strategie degli animali e tutti gli organismi viventi per adattarsi ai cambi di stagione, ed il secondo ai ghiacci ed ai climi più rigidi, con animali tassidermizzati, attrezzatura alpina datata e moderna e breve storia delle più famose spedizioni esplorative, la fiaccola olimpica ecc., sono forse i più immediati e facili da comprendere ed apprezzare.
Al terzo piano vi è anche uno spazio, gratuito, dedicato al bosco ("Esplora il bosco!") per i bambini dai 4 ai 9 anni, soli o accompagnati: in pratica una stanza attrezzata con peluche di animali del bosco da abbracciare ed installazioni gioco da provare, oltre a contenitori e supporti di varia forma con reperti da manipolare e osservare e  strumenti di misurazione

 
Per una pausa dedicata ai bambini, a cui non si può dire che il MUSE non abbia pensato!

Al quarto pianto c'è anche un tunnel, detto " Esperienza glaciale", di dieci metri, in cui sdraiarsi per sperimentare, con un video proiettato su tutta la mezza sfera delle pareti e del soffitto, l'effetto volare sulle Alpi e poi di essere travolti da una valanga.
Davvero impressionante (ma non proprio piacevole per chi tale sensazione l'ha vissuta o sfiorata davvero!).
Sempre al quarto piano, se non ricordo male, vi è una postazione con telecamera dinnanzi alla quale mettersi in posa per poi inviarsi o inviare, via mail, una cartolina virtuale dal MUSE a casa. Per gli amanti dei selfie e dei social!!!


Vale infine la pena uscire in terrazza, per ammirare la Valle dell'Adige a 360° gradi, e poi lasciar sfogare gambe e mente nel giardino interno, ove si trova anche un bell'orto botanico aperto gratuitamente



ed il Castello, in cui vengono tenute mostre temporanee a pagamento.



Noi ci siamo limitati a guardarlo da fuori e lasciar correre l'irrequieto ricciolino prima di rimontare in auto!





Il MUSE è facilmente raggiungibile, dal momento che rimane un pò fuori dal centro e dotato di ampio parcheggio (che mi pare di ricordare non fosse a pagamento per i visitatori) sotterraneo indicato. Inoltre nei paraggi ci sono almeno un paio di bar e due osterie/tavola calda in cui fermarsi a mangiare qualcosa, oltre al bar interno al museo. Vi consiglio, però, di evitare le ore di punta dei pasti.
Nei servizi igienici del museo vi è il distrubutore di acqua naturale a disposizione dei visitatori.
Infine, nel museo c'è anche uno shop per giochi, peluche e libri a tema. I prezzi sono quelli tipici di questi negozi.

Inoltre, a cinque minuti c'è l'area verde del quartiere, con il moderno parco giochi...sempre che i vostri figli abbiano ancora energie dopo la visita!


 Per programmare la visita, organizzarla o reperire qualsiasi altra informazione,tra cui quelle relative a laboratori ed eventi, per adulti e bambini, guardate sul sito ufficiale, che mi pare molto completo!

QUESTO POST NON E' SPONSORIZZATO, bensì il frutto della voglia di condividere una bella esperienza fatta con il ricciolino.
Perchè per la cultura e l'apprendimento, ogni occasione è preziosa.


lunedì 7 novembre 2016

Scoprire Otzi e la storia con un bambino, al Museo Archeologico dell'Alto Adige. Alto Adige: cronache di viaggio.

Nel corso del nostro viaggio estivo in Alto Adige non ci siamo dedicati solo ad escursioni e cascate, ma anche alla storia ed ai musei.

Uno dei musei che più ha colpito il ricciolino è stato senza dubbio il Museo Archeologico dell'Alto Adige, nel centro di Bolzano.

Già entrarci è stata una piccola avventura.
Avevamo appena avuto i biglietti (che sono delle cartoline con immagini di reperti del museo che si possono spedire - una bellissima idea!) e ritirato la borsa negli appositi armadietti che è suonato l'allarme e ci hanno evacuato, con calma ed ordine.

Devo ammettere che un pò di batticuore, memori dei purtroppo ormai numerosi attentati terroristici, lo abbiamo avuto, prima di capire che si trattava di una esercitazione anti incendio.
Inutile aggiungere che il ricciolino ha apprezzato l'arrivo del camion dei pompieri a sirene spiegate ed il diversivo!!!

Rientrati dopo un paio d'ore, abbiamo visitato i quattro piani del Museo che ruota intorno a  
OTZI, The Iceman, ovvero l'Uomo venuto dal ghiaccio.


 La famosissima mummia, perfettamemte conservata in una teca, è senza dubbio l'attrazione centrale del museo ed a ragione!
E' davvero impressionante avvicinarsi, ad uno ad uno, allo sportello che consente di osservarlo nella sua attuale dimora e vedere: un corpo completo, non un mucchietto di ossa!
L'esposizione descrive, con i vari reperti rinvenuti con la mummia o risalenti alla stessa epoca, la storia di quest'uomo ritrovato casualmente nel 1991 nei ghiacciai della Val Senalese e vissuto oltre 5.300 anni fa.

Una scoperta che suscito un clamore mediatico eccezionale di cui ho ricordo diretto (all'epoca avevo nove anni e vedevo regolarmente i telegiornali con i miei genitori) e che scatenò anche una contesa tra Italia e Austria per decidere chi avrebbe avuto l'onore di ospitarla, con tanto di ricalcolo dei confini in alta quota e definitiva attribuzione all'Italia.

Viene spiegato come avvenne la straordinaria scoperta, quali furono le reazioni della stampa, gli studi compiuti sulla mummia ed il suo corredo ma anche quali sono le tecniche ed i presidi di emergenza utilizzati dal Museo Archeologico per garantire la conservazione in assoluta sicurezza della mummia.



E poi vi sono i resti (molto più ampi di quanto immaginassi) dei suoi abiti di pelliccia e di pelle e del suo copricapo, le armi e il resto del suo equipaggiamento e, ovviamente, Otzi è anche il pretesto per descrivere la vita degli uomini nell'Età del Rame, con tante curiosità sul loro stato di salute, sulla dieta, sullo stile di vita.
Purtroppo, non è possibile scattare fotografie in tutto il piano in cui è conservata la mummia (permesso nel resto del museo), ma è un prezzo che vale la pena pagare per vederla, a mio parere.


Le notizie curiose sono tantissime.

Sapevate, ad esempio, che già Otsi era intollerante al lattosio e che gli uomini della sua epoca già soffrivano di malattie considerate "moderne", come la gotta?

 Oppure che a 45 anni, per l'epoca, si era decisamente anziani?


Il museo è interattivo e moderno e cattura davvero l'attenzione di grandi e piccini.


Per i bambini,c'è un'area dedicata ad ogni piano, con piccoli giochi che aiutano a comprendere quanto spiegato, come indossare una ripoduzione degli abiti di Otzi e percepirne peso e calore, i fili ricavati dal libro di tiglio da intrecciare per ricavare un canestro, il puzzle di corteccia di betulla come quello con cui Otzi aveva realizzato la sua "borsa" o foglietti su cui dare la propria versione.....dell'omicidio di Otzi!


E già, perchè quello di Otzi è sicuramente uno dei primi gialli della storia e solo dal 2001 si sa che la sua morte non fu per nulla accidentale.
Il percorso espositivo coinvolge il visitatore nella scoperta dei risultati delle indagini effettuate...

..svelando tanti particolari che fanno percepire questo nostro antenato di 5.300 anni fa come un conoscente.

Anche se più bassino di noi!


La riproduzione a grandezza naturale di Otzi è davvero suggestiva e ben fatta.

Il ricciolino biondo non si è annoiato e ci ha seguiti di buon grado nella visita, seppure apprezzando e comprendendo solo ciò che era adatto alla sua età.

Il terzo piano del museo ospita, dal 02.02.2016 e sino al 14.01.2018, una interessantissima mostra sul rame ("Heavy Metal"), il cui ingresso è compreso nel biglietto di ingresso, con nozioni sugli usi passati e attuali del rame, la sua composizione, le sue caratteristiche, i costi e modi di estrazione, per terminare con una esposizione di monili di questo prezioso metallo.



Questa è stata l'unica parte della struttura che abbiamo visitato da soli io e l'Alpmarito, mentre il ricciolino si divertiva nell'area bimbi, ad ingresso gratuito, al primo piano. 
Una zona davvero ben fornita di giochi in materiali naturali e angoli morbidi (possono accedere anche i genitori, basta togliere le scarpe) che ispirava relax.


Con le assistenti il ricciolino ha giocato e realizzato un bel collage "in tema" con quanto visto nel museo.


Ovviamente, abbiamo fatto anche una piccola tappa allo shop, per cartoline, segnalibro e "stickers".


Insomma, se andate in Alto Adige o in Trentino, vi consiglio di visitare Bolzano, di cui ho intenzione di parlarvi e il Museo Archeologico dell'Alto Adige. Se la storia vi interessa o se avete bambini in età scolare, sicuramente aprezzerete la tappa.

p.s. Il museo è chiuso il lunedì, ci sono sconti per famiglie, l'ingresso è gratuito per bambini sotto i sei anni ed è possibile utilizzare un'audioguida multimediale (le lingue utilizzate sono italiano, inglese e tedesco) a 4 Euro, che noi però non abbiamo provato. In ogni caso, i cartelli esplicativi sono ben fatti e completi.
Il museo si raggiunge a piedi dalla stazione del treno ed è in centro.

Post non sponsorizzato.

martedì 11 ottobre 2016

Alto Adige: cronache di viaggio. Vilpiano tra mele, cascate e montagne.


Durante la nostra vacanza in Alto Adige, abbiamo posto il nostro "campo base" in un accogliente campeggio a Vilpiano, frazione di Terlano (BZ), un paesino a metà strada tra Bolzano e Merano.
 
Noi ci siamo capitati per caso ma la scelta si è rivelata ottima.
Il luogo, infatti, è vicino alla pista ciclabile che collega Bolzano a Merano, dunque l'ideale per noi, bici muniti.
E' a circa venti chilometri da entrambe le città, così da rendere facile visitarle entrambe ed immerso tra il verde dell'Altopiano del Salto e le vastissime estensioni di meleti.
Una quantità davvero incredibile di filari di alberi di mele, che coprono chilometri.




A Vilpiano, oltre ad esserci la funivia che porta a Meltina, si trova una bellissima CASCATA, che se passate in zona vi consiglio di andare a vedere, perchè si raggiunge in cinque minuti a piedi su una strada sterrata (anche con il passeggino).




Noi ci siamo stati un pomeriggio, dopo una mattinata di relax nella piscina del campeggio, per poi salire un tratto del sentiero (segnavia n. 1), molto ripido, che conduce proprio a Saltonetto presso Meltina (ve lo avevo detto che volendo si poteva evitare la funivia!)



Sarà che io da sempre adoro le cascate ma...sono rimasta incantata!



Io ed il ricciolino, giunti più o meno a metà percorso, siamo poi tornati indietro per via dell'ora tarda e del caldo torrido, dopo aver giocato a lungo con le foglie ed i rametti trovati sul posto.


Perchè volendo, ci si può divertire davvero con poco, basta essere in mezzo alla natura!!


L'Alpmarito ha proseguito di corsa fino in cima, per poi tornare a recuperarci alla base.

Si tratta di un sentiero ben tenuto ma decisamente ripido (ci sono comunque 1.000 mt di dislivello), con una prima parte in un fitto bosco.
Secondo me è un pò esposto per i bambini piccoli, seppur solo in alcuni tratti, in cui è quindi meglio tenerli per mano.



Regala comunque degli scorsi panoramici molto belli.


Se volete fermarvi in zona, questo è il campeggio dove abbiamo alloggiato, dotato di piscina, tavolo da ping pong e tavoli da pic nic, campo da tennis e ristorante/pizzeria. Noi lo abbiamo trovato pulito e tranquillo.