giovedì 18 aprile 2019

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
Ho sentito la notizia che uno dei pompiere intervenuti è rimasto gravemente ferito e,
per un attimo, ho pensato al valore incommensurabile di una cattedrale con mille di storia alle spalle, rispetto alla breve vita di un essere umano.
Per un attimo solo, perchè nessun monumento, per me, vale una vita e spero per lui,
mentre i media non sembrano interessati a dare sue notizie.
Ho appreso di commenti e polemiche provenienti da paesi extra europei, nei quali si diceva che non c'è stato lo stesso clamore mediatico e la stessa "gara di solidarietà" che si è vista nelle ultime ore quando si è trattato di monumenti più distanti da noi, di intere popolazioni in difficoltà
E ho pensato, non solo per un attimo, che siano tutte cavolate: l'uguaglianza delle emozioni e reazioni non esiste e non credo proprio che sarebbe un bene inventarla.
Potremmo ancora vivere, se soffrissimo per la morte di ogni uomo, donna e bambino, ogni istante, come soffriamo quando a lasciarci è un nostro caro?!?

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
Ho riflettuto sul potere dei simboli, sulla forza della bellezza, sull'importanza dell'arte e sull'influenza della storia nella nostra identità, individuale e collettiva.
Ho pianto, pensando a ciò che è andato irrimediabilmente in fumo, a ciò che i miei figli non potranno mai vedere come l'ho visto io, come era.

Quanto poco ci vuole, a distruggere? Una vita, una casa, una scuola, una strada, un bosco, un mare, una montagna, una cattedrale?
Quanto tempo e impegno ci vuole, invece, a creare? Una vita, una casa, una scuola, una strada, un bosco, un mare, una montagna, una cattedrale?

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
E neppure per un attimo, ho pensato al fatto che in fondo sia un luogo di culto cattolico, mentre io sono atea. Ci ho pensato solo ora, leggendo sui social alcuni commenti. Perchè per me, non ha nessuna importanza, a differenza che per altri.

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
Ho ricordato:
noi due e quella Pasqua a Parigi di tanti anni fa,
con pochi soldi in tasca, nessuna carta di credito e le valigie smarrite da una compagnia aerea che è fallita pochi mesi dopo essere nata,
i pranzi a base di crepes, le cene di raclette ed i ristoranti esotici,
ancora sconosciuti alla provincia italiana,
il freddo pungente di un aprile che somiglia a questo e i maglioni pesanti nelle stesse valigie,
gli alberghi a due stelle con la moquette di dubbia pulizia e gli addetti all'accoglienza scortesi.
Noi due e quella Pasqua a Parigi,
in cui nulla era perfetto, eppure noi eravamo felici,
tra una passeggiata in centro ed il riposo sulla panchina davanti alla Sorbonne,
un giro in bateau-mouche e la salita sulla Torre Eiffel,
gli acquisti nelle librerie e la vista da Montmartre

Ho visto Notre-Dame bruciare, attraverso lo schermo.
Ho ascoltato le parole di Emmanuel Macron.
E ho ricordato:
noi due e quella Pasqua a Parigi di tanti anni fa,
abbracciati davanti a Notre-Dame,
l'amore nel cuore e la meraviglia negli occhi.

7 commenti:

  1. A me è venuto in mente il mio viaggio di nozze, tra aprile e maggio, quando siamo saliti su quei gradini per scalare le torri... e anche io ho pensato che i miei figli non vedranno ciò gli avrei voluto mostrare... ma poi ho pensato che ci sono cose più gravi, gente che ha perso tutto, gente che combatte contro la morte con tutte le forze e che questo si consuma nel più totale silenzio... non un servizio in TV, una parola sui giornali, non un euro per loro... l'arte è un bene prezioso, ma difendere l'essere umano è decisamente più importante, e forse più difficile che ricostruire Notre Dame.

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    1. sicuramente c'è di molto peggio ma, purtroppo, non si possono salvare tutto e tutti e certe notizie a me colpiscono piu' di altre.

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  2. Si parla sempre per esclusione. Ma si può avere tutto. Si può piangere per una cattedrale, e per un solo, piccolo uomo sul marciapiede. La vera evoluzione sarà quando ognuno avrà posto per accogliere l'emotività degli altri: sono sicura che a ognuno risuonino cause diverse, vibrino corde diverse. Ma siamo così tanti, che se ognuno investe in ciò in cui si sente maggiormente toccato, il mondo sarà migliore. E si comincia lasciando a parte il giudizio. Grazie Giulia per questo post che mi ha dato molto.

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    1. prego @Maddalena. Avevo bisogno di scriverne, di condividere. Non so se si possa piangere per tutti ma certamente anche nella diversità sta la bellezza dell'umanità ed ognuno, come ben scrive, è toccato da corde diverse.

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  3. Per me invece Notre Dame era proprio "la mia chiesa". Ho vissuto a Parigi per alcuni anni, abitavo in rue Danton 10, molto vicino alla cattedrale, ed e' li' che andavo a Messa tutte le domeniche. Alle undici e mezza chiudevano la navata centrale... "C'est pour la Messe? Allez y alors madame, vite!!" mi diceva l'addetto alla sicurezza... E dopo la Messa giravamo dietro, sosta ai giardinetti e bistrot sull'Ile de Saint Louis. Quanti ricordi!
    Ecco, per me e' stato proprio un colpo al cuore... e sono felice che la struttura abbia resistito e che la cattedrale potra' essere ricostruita.
    E' vero, ognuno vive le cose in modo diverso, secondo le proprie esperienze. Grazie per questa riflessione <3

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    1. Eh sì. Certo, per te, deve essere stato un colpo al cuore ancor di più. Speriamo che la ricostruzione renda onore alla sua bellezza.

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    2. Speriamo!! Io spero davvero che la rifacciano il piu' possibile uguale

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