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martedì 9 febbraio 2016

Il Mini Carnevale Storico e la mia piccola guardia romana

Giovedi' pomeriggio, come di consueto, il ricciolino biondo ha partecipato alla rappresentazione del Carnevale storico del Paese, dei bambini della sua scuola materna, con l'ausilio dei genitori, degli insegnanti e dei protagonisti del Carnevale "vero" dell'anno precedente.

E' stato un successo, anche quest'anno: i bambini si sono divertiti, i piu' grandi erano emozionati dal ruolo principale a loro assegnato, il ricciolino era piu' consapevole del significato della sfilata e di tutta la messinscena, il pubblico di parenti e amici dei bambini era numerosissimo.

Una bella festa che ha offerto momenti di emozione, orgoglio e partecipazione ai genitori e gioco ai bimbi, in attesa che, questa sera, bruci il diavolo grande appeso al Ponte Romano dall'Epifania !

Le guardie romane, tra cui c'era il Petit Prince di casa, felice di poter disporre di mantello, lancia e scudo!



 I personaggi sono stati presentati uno a uno da questo palco, davanti al Municipio, esattamente come i grandi, per poi sfilare per le vie del Paese.






La Banda Musicale ha accompagnato i momenti salienti della festa..


Fino al rogo del piccolo diavolo preparato dalle maestre!



Inutile dire che era il momento piu' atteso da tutti i bimbi, che in coro scandivano: "Brucia il diavolo, brucia il diavolo, brucia il diavolo !"
E poi, a fare merenda tutti insieme !


p.s. Tra l'altro, quest'anno come ninfa, personaggio femminile principale del Carnevale, tra i piccolio è stata sorteggiata una bimba del Marocco, orgogliosissima, come i suoi genitori, in prima fila a fotografarla. Segno che, se si vuole integrare ed essere integrati ed i numeri non sono eccessivi in rapporto alla popolazione locale, si puo' riuscire bene.

E da voi che mi leggete, esistono tradizioni simili? La scuola organizza feste di Carnevale in piazza ?

venerdì 29 gennaio 2016

Prepariamoci al Carnevale leggendo!

Il Carnevale, per me la festa più divertente ed importante dell'anno, e' ormai alle porte.
Dopo l'uscita di pifferi e tamburi dell'Epifania, dopo la prima uscita dei piccoli Abbà dei rioni, Ivrea si sta preparando alla battaglia, si montano reti, si appendono bandiere, si sparge sabbia per i cavalli.

A Pont St. Martin, il diavolo penzola dal ponte romano già dall'Epifania, alla scuola materna fervono i preparativi per il Carnevale storico dei piccoli, che coinvolgerà anche il Petit Prince, naturalmente, e il vestito in maschera per la sfilata di quest'anno è in arrivo.
E allora, anche le letture devono adeguarsi!




Giulio è un piccolo eporediese (così si chiamano abitanti di Ivrea) che ama il Carnevale e racconta con i suoi occhi di bambino l'attesa della battaglia, le emozioni vissute ed il clima della città nel lungo fine settimana carnevalesco, spiegando come tutti, a vario titolo e nei modi più diversi, partecipino attivamente a quella che è (e dovrebbe sempre rimane) a tutti gli effetti una grande festa popolare, la festa del "popolo eporediese."
Leggendolo, si può avere un assaggio dei momenti salienti del Carnevale e, soprattutto, di ciò che esso rappresenta per Ivrea.



E se state per criticare "lo spreco di arance" del carnevale di Ivrea, mordetevi la lingua ed  informativi prima di parlare, magari anche leggendo con i bambini quest'altro libro, che racconta il viaggio dei "proiettili rossi" dalla Calabria al Canavese e l'importanza del loro acquisto per l'economica dei produttori (perchè le arance vengono comprate e dagli arancieri iscritti alle varie squadre di tiro o dei carri da getto).





Se venite a visitare Ivrea, non dimenticate di visitare il suo Castello e i dintorni: il Canavese è ricco di atttrazioni, tra cui i suoi numerosi laghi e la Serra Morenica.

Soprattutto, però, nei giorni di Carnevale non dimenticate di indossa il berretto frigio. 
Quello originale, non una semplice fascia rossa o un qualunque corpicapo dello stesso colore. Non è lo stesso.






p.s. Potete trovare entrambi i libri in vendita nelle libreria di Ivrea, oppure qui.

E se ve lo state domandando, no, anche questo post non è sponsorizzato, bensì frutto della voglia di festeggiare insieme!







lunedì 17 agosto 2015

Il Castello dalle Rosse Torri e la mia città

"....Salve Piemonte! A te con melodia

mesta da lungi risonante, come

gli epici canti del tuo popol bravo,

scendono i fiumi.

Scendono pieni, rapidi, gagliardi,

come i tuoi cento battaglioni, e a valle

cercano le deste a ragione di gloria

ville e cittadi:

...

Ivrea la bella che le rossi torri

specchia sognando a la cerulea Dora

nel largo seno, fosca intorno e' l'ombra

di re Arduino"...

Ode al Piemonte, di Giosuè Carducci.

Non è onore che abbian avuto tutte le cittadine, quello di essere menzionate da così insigne poeta.

Ivrea, l'antica Eporedia, di origine romana e fondata nel 100 a.c., si'.

Ed in effetti, benché non sia nota come meta turistica, ma solo come città della Olivetti e della Battaglia delle Aarance, ha molto altro da offrire, come tutto il verdissimo Canavese.

Ci si può specchiare nei laghi che circondano la città, numerosi e ameni, tra cui il Lago Sirio, il più grande del gruppo dei cinque laghi.

Passeggiare sul Lungo Dora, estate ed inverno.

Si possono ammirare le sue piazze principali, Piazza Ottinetti, tutta in porticato (qui durante la serata delle bande musicali, a Carnevale) e quella che tutti gli eporediesi chiamano "Piazza di Città" o "Pizza del Municipio" ma in realtà ha un nome (anzi due) molto più altisonante (nella foto, sempre a Carnevale, con la neve).

Notare lo scorpione, simbolo di una delle squadre degli aranciere, gli Arduini, ma anche della città, visto che c'è ne erano tantissimi.
 

E poi c'è "il Borghetto", con il suo "ponte vecchio", il borgo antico della città, dove tirano le arance i Tuchini, la mia squadra.

Come non menzionare la Serra Morenica, il rilievo morenico di origine glaciale, risalente al quaternario, che è la formazione di questo tipo più lunga d'Europa (circa 20 km)?

Foto tratta da Wikipedia

È ancora, la torre di Santo Stefano, in origine campanile dell'omonima abbazia benedettina del XI secolo, nel centro del paese,


Le vie principali, pedonali e non, rigorosamente a cubetti, i resti dell'anfiteatro romano ed il Duomo, sorto nel IV secondo lo sui resti di un antico tempio pagano.

nelle vicinanze del Duomo, il Castello dalle Rossi Torri, voluto da Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde, nel 1385.

Domenica scorsa, vi abbiamo portato il nano, che ogni volta che ci passavamo sotto in auto, ormai da un anno a questa parte, immancabilmente ce lo chiedeva!

Purtroppo è privo di arredi, perché dal XVIII al 1970 e' stato adibito a prigione. Mia madre, che frequentava il collegio delle suore di fronte ad esso, d'altro lato della piazza, lo ricorda bene.

Si può visitare solo un'ala, al piano terra, osservando celle e cunicoli, tuttavia la visita e' suggestiva, perché i volontari che fanno da guida sono preparati e nei pannelli esplicativi inseriti nelle stanze si possono leggere notizie curiose ed interessanti, oltre a vedere una curata riproduzione in legno del castello stesso.

Il nostro ricciolino biondo, ne è stato entusiasta e, anche se sembrava non ascoltasse, a fine visita mi ha prontamente fatto notare che la torre che stavo guardando era quella maestra distrutta dall'esplosione indotta nella stessa (dove erano conservate le munizioni) da un fulmine, nel giugno 1676. Le fonti parlavano di un numero dai 59 agli 80 morti e di oltre cento case danneggiate. Quindi, stava ascoltando eccome!

La tenuta "originale" del biondino e' solo opera sua, tengo a precisarlo!

A dire il vero non era la sua prima visita, poiché ero andata con l'Alpmarito, dopo tantissimi anni di chiusura al pubblico, quando il nano era appena nato e in braccio al suo papà (l'interno non è accessibile con il passeggino ma si visita in poco tempo, quindi non è impossibile tenere i bimbi in braccio o, meglio ancora, in fascia) e, siccome era una giornata di apertura eccezionale, per le giornate del FAI del primavera, ci avevano consentito l'accesso a più locali di quelli solitamente visibili.

Comunque, è stata una bella occasione culturale, per ricordare, far conoscere al mio ricciolino un pezzo delle nostre radici e accorgersi del bello che c'è intorno a noi.

P.s. Il castello e' visitabile la domenica pomeriggio dal 1 maggio a metà ottobre, oltre al 1 maggio e 15 agosto, dalle 15,00 alle 18,30 o, su prenotazione, in gruppi. Qui le info.

 

 

sabato 21 marzo 2015

Musica è... (pianoforti, sassofoni, tradizione bandistica e bambini).

La zona in cui viviamo ha una tradizione bandistica di tutto rispetto.
Quasi ogni paesino ha la sua banda, oppure i pifferi. A volte entrambi.
Nel paese in cui risiediamo ed in quello limitrofo, vi sono due scuole musica affiliate al Liceo Musicale del capoluogo di provincia, che formano maestri di musica e musicanti, futuri membri della banda locale o semplici appassionati musicisti.
Nella mia cittadina di origine, c'è il liceo musicale, la banda municipale ed i pifferi.
Sia nel carnevale di Ivrea che in quello di Pont Saint Martin banda e pifferi hanno un ruolo fondamentale e non mancano marce e pifferte, con tanto di gruppi ospiti e gemellaggi.



  Carnevale di Pont Saint Martin

 Io ho sempre amato la musica, pur essendo stonata, con poco orecchio e scarso senso del ritmo.
Trsite ammetterlo ma è cosi'.
Il solfeggio, per me, era una tortura.
Eppure suonare e' una delle attività che mi dà più gioia nella vita.
Produrre musica, essere artefici di quella meravigliosa emozione che ti cresce dentro quando senti le note risuonare, quella sintonia ed empatia profonda che solo la musica può regalare, secondo m,e e' semplicemente meraviglioso.
Anche se suonare, soprattutto suonare bene, costa fatica, sacrificio e dedizione.


                                                           Pifferata del lunedi' sera, carnevale di Ivrea

Lo so io, nel mio piccolo.
Ho iniziato suonando una pianola Yamaha, a circa 8 anni, per poi passare al pianoforte, non appena i miei genitori hanno capito che ci tenevo davvero.
Ho smesso di prendere lezioni quando mi sono iscritta all'Universita' e per frequentarla o viaggiavo quasi tutti i giorni o stavo direttamente nella città dell'Ateneo.
Poi, andando a convivere, il pianoforte e' rimasto a casa dei miei e io ho praticamente smesso anche di suonarlo saltuariamente.
Perché senza costanza non c'è soddisfazione e fa male al cuore sentirti dentro la musica e non riuscire a renderla realtà.
Però il pianoforte mi è rimasto dentro.
Sogno il giorno in cui la casa nuova sarà ultimata e lui tornerà ad essere una presenza quotidiana,  a portata di mano.
Sempre che i miei me lo lascino portare via!!!

Nel frattempo, ascolto la radio, i cd e le cassette (già, io in auto ho - anzi avevo fino a ieri -  un mangia cassette!) in occasione di ogni viaggio in auto e molto spesso anche a casa o mentre lavoro in ufficio.
Quando ero ragazzina, per anni, la domenica pomeriggio sono andata a sentire concerti di musica classica dell'orchestra sinfonica giovanile del Piemonte, con il mio miglior amico.
Ed era pura gioia, trasporto, atmosfera (almeno per me, il mio amico qualche volta apprezzava, altre quasi si addormentava!)

Lo sa l'Alpmarito,
che suonava il sassofono nella banda del paese, talmente numerosa, varia e di alto livello da partecipare a tanti raduni bandistici anche internazioni, vincendo pure, e suonare a livello di una vera e propria orchestra.
Per molti anni, il suo impegno e' stato tale che era membro anche della banda di un altro paese e dell'orchestra nazionale dei Vigili del Fuoco, con il quale ha suonato a Roma, alla Festa della Repubblica, ed al Lingotto di Torino.
Mi scocciava non poter mai uscire insieme il venerdì sera, perché lui aveva le prove, però ammiravo la sua costanza, la sua capacità ed adoravo andare ai suoi concerti ed esibizioni, tutte, sempre.
Lui alla fine si è stancato degli impegni, forse diventati davvero troppi, soprattutto in un momento di forte impegno negli studi e nel lavoro.
Tuttavia, credo che un po' gli dispiaccia ancora.

Quando ero incinta, oltre a suonare ogni volta che passavo dai miei, non parlavo con il fagiolino ma cercavo di ascoltare la musica, con una mano sulla pancia.
Alternavo rock e country alla classica.
Quando il nano ha compiuto un anno, io e l'Alpmarito gli abbiamo regalato un tamburo e uno xilofono ed uno dei primi miei acquisti per lui e' stata una tastiera da lettino.


Fra un paio d'anni, abbiamo in programma di proporgli l'iscrizione al corso di gioco- musica organizzato dalla scuola di musica del paese e sono contenta che alla materna facciano tutte le settimane lezione di ritmo e percussioni.

Spero sinceramente che la musica diventi una parte importante della sua vita, un elemento della stessa, possibilmente come musicista attivo (amatoriale va benissimo, non è che pretendo un vero professionista, anzi forse sarebbe troppo) ma va bene anche come ascoltatore, purché consapevole !
E voi?
Suonate? Vi piace la musica?
Sperate di trasmettere questa passione ai vostri figli? E se si', che strada avete scelto per avvicinarli alla musica?

giovedì 5 marzo 2015

Febbraio

Dall'idea di Mamma Piky (il bel banner e' suo) e sulla scia dei "trenta di'" mensili di Shulalala e degli "ultimamente", sempre mensili, dii Verdeacqua, vi racconto il mio febbraio "in pillole".

È stato un mese corto solo calendarsticamente parlando: nella realtà è sembrato non finire mai.

Io e l'Alpmarito abbiamo lavorato come dei matti, sommersi da scadenze ed impegni.
Ho affrontato sfide professionali importanti e pure emotivamente coinvolgenti e la soddisfazione di farcela, almeno quella, e' stata tanta.

In compenso ho rimediato mal di stomaco e mal di testa a gogo' e le discussioni in casa sono state all'ordine del giorno.
L'insonnia, poi, orami e' una compagna fissa e non si profilano miglioramenti all'orizzonte.

Siamo scampati al l'influenza, almeno a febbraio...cosa ci riserverà marzo ancora non si sa.
Non siamo scampati al raffreddore, in compenso, nè alle preoccupazioni per la salute dei familiari più anziani.

L'Alpmarito, nel tempo libero, ha lavorato alla casa nuova a ritmo sostenuto, inchiodando assi, piazzando travi, tirando su muri ecc., scoprendo nel fatello un valido aiutante e rinsaldando un legame che ha avuto alti e bassi.

Abbiamo vissuto intensamente il Carnevale:
quello di Ivrea, con il nostro piccolo Tuchino ed il tiro delle arance, che come al solito ci ha visto in prima linea, io anche con un'amica blogger a cui ho cercato di mostrare la magia di una tradizione e di una fa festa unica;

quello di Pont Saint Martin,  tra diavoli, ninfe, carri e piccoli amici in festa,

e quello storico dei piccoli, a cui il nano ha partecipato per la prima volta, facendoci anche apprezzare una volta di più la dimensione del piccolo paese.



 Senza farci mancare pifferate,


erate di presentazione dei personaggi, spettacoli pirotecnici e serate inmaschera.
Perché anche con un bambino piccolo, si può. Basta ridisegnare gli orari e attrezzarsi di bici senza pedali e spalle forti!!!
E pazienza se a volte faceva freddo e nevicava o pioveva: ci sono luoghi in cui il clima è sempre più difficile del nostro, eppure mica vivono tappati in casa!

Ho corso poco, pochissimo, fermata dal vento (quello si', vero nemico) e dagli impegni carnevaleschi e lavorativi.
In compenso abbiamo dedicato tutte le nostre domeniche allo sci di fondo, come già a gennaio.
Il nano ha dimostrato equilibrio e capacità insolite in un bimbo di tre anni, imparando molto con il corso, noi abbiamo sfruttato la sua ora di lezione per darci dento con gli sci e macinare chilometri di aria fredda, silenzio, fatica, soddisfazione ed endorfine.
Tutti e tre ci siamo divertiti un mondo.




Ho capito di aver trovato un'amica nuova e chi trova un'amica, trova un tesoro.

Ho cucinato la mia prima millefoglie e anche una specie di tiramisù, che si presentava male ma era
buonissimo.



Abbiamo goduto delle nevicate e non perso nessuna occasione per giocare tra i fiocchi e fotografarli.



Abbiamo "perso" il nostro aiuto domestico, trovato giusto un anno fa e che da qualche mese già veniva due ore sole ogni quindici giorni ed ora nulla: così, il nostro weekend e' tornato ad accorciarsi e le nostre serate ad allungarsi, per stare dietro a tutto.
E no, non è che ci riusciamo tanto bene.

Sono piovuti inviti per matrimoni.
Non siamo ancora ai numeri dello scorso anno, ma poco ci manca e visto che siamo solo a febbraio....
Inutile aggiungere che il mio biondino non vede l'ora di mangiare e festeggiare, noi siamo felicissimi per gli amici e un po' meno per le nostre tasche ma va bene comunque: le occasioni di questo tipo sono sempre le benvenute!

Il nostro desiderio più grande non si è ancora avverato ma, seppur tristi e delusi, non smettiamo di crederci.

Entrambe le auto di casa danno seri segnali di cedimento ai chilometri a cui le sottoponiamo da anni e stiamo disperatamente cercando una soluzione che ci consenta di far fronte alla emergenza "quattro ruote".

Io ho fatto lunghe chiacchierate di sfogo con le amiche, l'Alpamarto ha sfogato le sue tensioni in discussioni casalinghe e in tutto questo, il nano ha iniziato a risponderci in modo insolente e provocatorio.
Salvo poi tornare di colpo un angioletto biondo e sorprendendoci con massime di saggezza che proprio non ti aspetti da un treenne.

E poi è cresciuto, tantissimo, in altezza (lasciandomi con tre pigiami e canottiere corte e nessun sostituto, così, da un giorno all'altra) e in maturità.
Io e la mia amica F., pensate un po', abbiamo persino scoperto che i nostri figli si sono sposati in un bar, con officiante il primo amore di lei, che pare non sia disturbato dall'idea di un trio.
Però: "Non preoccuparti mamma. Ho anche bevuto il caffè. Non siamo stati a sposarci senza prendere nulla!"
Per dire, se questa non è una crescita precoce!!

Infine, credo di essermi meritata una laurea ad honorem in architettura e meccanica: non si contano più le case ed i veicoli di Lego Duplo che io ed il nano costruiamo giornalmente, dando prova di una capacità, di una creatività e di un pizzico di follia costruttiva che neanche Le Corbusier!!!
Solo che al posto del calcestruzzo, usiamo i mattoncini colorati più famosi al mondo.


Ah, dimenticavo: in un mese intero, credo di essere arrivata in orario a prendere il mio biondino a scuola giusto una volta, penso per puro caso.
Ormai le maestre progettano il mio linciaggio collettivo, lo vedo dai loro sguardi.
Ed il brutto è che hanno proprio ragione!!!