Visualizzazione post con etichetta montagna. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta montagna. Mostra tutti i post

giovedì 26 luglio 2018

Escursioni con il passeggino: da Issime a Gaby, Valle di Gressoney

La contemporanea presenza dei gemellini e del mio ginocchio rotto, hanno reso indispensabile, questa estate, trovare passeggiate in montagna percorribili con il passeggino o meglio, nel nostro caso, il carrellino/passeggino da bici.



Il nostro passeggino gemellare, infatti, non è adatto per gli sterrati o i sentieri, anche se buoni, mentre lo è il carrettino che, aggiungendo una ruota davanti, si trasforma da porta bimbi per bici a passeggino.


Nei giorni scorsi siamo stati in Valle di Gressoney (AO), la mia vallata vadostana preferita, poichè mia seconda casa sin dall'infanzia.
Gerani montani!


Abbiamo parcheggiato ad Issime, all'incirca a metà vallata, 960 metri.s.l.m e dunque adatto anche a anziani e bambini piccoli.
Il paesino è grazioso ed accogliente, dotato di un'area pic nic, di vasti prati e di un parco giochi ben fornito, che già incantava il ricciolino quando era piccolo (anche ora, a dire il vero).

Ricciolino e papà nella vecchia casetta del parco giochi di issime, ora ancora più grande e bella!
Parcheggiata l'auto in uno dei numerosi paercheggi (liberi), abbiamo preso la stradina sterrata che costeggia il fiume Lys, in direzione Gaby (sono presenti cartelli segnalatori): tempo previsto 45 minuti fino alla pineta di Gaby, un'ora fino al paese.




Noi abbiamo impiegato un pò di più, anche perchè abbiamo fatto camminare un pò anche Orsetto e Principessa....

 
e ci siamo fermati nei diversi punti di installazione di giochi (tronchi di legno che si muovono, scivolo, altalene, struttura tubolari), aree pic nic e fontane - dunque l'acqua fresca non manca - che si incontrano lungo il cammino e che costituiscono sicuri luoghi di svago e riposo per i bambini
.


Nella pineta (dotata anche di campo da bocce, da calcio, vicino ristorante/bar e tavoli da pic nic, fontana e raccolta differenziata dei rifiuti), noi ci siamo seduti sull'erba nella zona parco giochi a consumare il nosro pranzo al sacco in tranquillità e far giocare i tre monelli.
Area gioco lungo il percorso Issime-Pineta di Gaby
 I giochi della pineta di Gaby (AO)






Poi abbiamo proseguito fino al paese di Gaby,  altezza min. 982 metri s.l.m. , per berci un caffè e infine rientrare dallo stesso sentiero (abbandonato a tratti perchè volevo fotografare fiori e fieno, tanto l'erba era già stata tagliata).







Al ritorno abbiamo preso il nostro solito acquazzone estivo ma nulla di grave..arrivati a Issime era già tornato il sole e la voglia di gustarci un gelato e un'altro caffè!!!!




Dunque, se siete alla tricerca di passeggiate tranquille da fare con i piccolissimi o i piccoli non abituati a camminare tanto o in MTB, eccovi una idea.
 

ATTENZIONE: negli anni scorsi non c'erano mai state, invece quest'anno anche in Valle d'Aosta vi sono le zecche. In particolare, nell'area giochi e pic nic di Issime, io stessa ed altre mamme ne abbiamo viste, dunque controllate voi stesse e i bimbi al ritorno a casa.



sabato 3 giugno 2017

Le lettura di Mamma Avvocato: tra alpinisti e cantanti

E' qualche giorno che non scrivo: lavoro freneticamente per fare tutto il possibile prima del parto (pura utopia...), continuo con visite ed esami (oltre a passare un intero pomeriggio al pronto soccorso), riempio scatoloni, libero cassetti subito occupati da tutine e bodies freschi di bucato, accedno lavatrici ecc. ecc.), cerco di riposare quando posso. Che poi tutto dipende da cosa si intende per riposo.
Comunque.
Non sono più riuscita a scrivere, però ho continuato a leggere e oggi vorrei consigliarvi tre libri che mi sono piaciuti molto, di cui due a tema montagna.
Perché parrà strano, ma più fa caldo più io sogno le cime!!!

"La montagna dentro" di Herve' Barmasse

ed. Laterza, pag. 225



"Alcune persone sembrano non capire che l'esistenza è un cammino, un'evoluzione, una crescita."

"Ognuno di noi nella propria vita lascia, nel bene o nel male, una traccia: non c'è bisogno di gesti eroici, bastano piccole azioni che nella maggior parte delle persone parranno sciocchezze, inutilità. Come scalare le montagne.
Ma sono quelle cose di poco conto per gli altri, e per noi di importanza vitale, quelle in cui noi crediamo, alle quali diamo un senso, a rendere la nostra vita differente, unica. A regalarci la felicità". Pag. 224

Barmasse è un alpinista valdostano che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, perchè frequenta la palestra di arrampicata dove andiamo noi.
Inoltre, tiene regolarmente conferenze in Valle ed ogni volta, ascoltarlo è un piacere.
Perchè sa essere coinvolgente, sa trasmettere la sua passione e la sua filosofia di vita e di scalata, di alpinismo, che poi è esattamente quella che apprezziamo io e l'Alpmarito e che, se avessimo dedicato la vita all'alpinismo, avremmo abbracciato.
Scalate in vie possibilmente nuove, anche su montagne non famose ma ancora inesplorate, salite "in stile alpino", ovvero veloci e con la sola attrezzatura indipensabile, senza corde fisse, portatori, ossigeno ecc. ecc. , anche in solitaria.
Il libro racconta alcune delle sue imprese, le ragioni delle sue scelte ed il suo modo di concepire la vita in montagna, senza tralasciare le difficoltà, la perdita di amici e i numerosi infortuni.
Al centro, il Cervino, montagna simbolo e re della "sua vallata".
Un Cervino su cui l'Alpmarito è già salito due volte e che io ancora non ho avuto occasione di affrontare (non volendo affidarmi ciecamente ad una guida ma preferendo provare a scoprirlo con l'Alpmarito, contando sulle nostre capacità, come sempre abbiamo fatto fino ad ora).


Una lettura adatta a tutti gli amanti della montagna.

 ***

"L'ultimo abbraccio della montagna" di Silke Unterkircher, con Cristina Marrone

ed. Bur, pag. 216



"Non mi sono mai pentita di averlo lasciato andare, anche l'ultima volta. Se avessi chiesto a Karl di non partire, di rinunciare all'avventura, forse lui oggi sarebbe ancora qui, accanto a me. Ma non sarebbe stato l'uomo, un po' sopra le righe, ma unico e speciale, che ho conosciuto e amato..(...). Aveva nel cuore la sete dell'infinito. Io l'ho sempre saputo. Ed è per questo che ho accettato le angosce delle separazioni, le lunghe assenze, le ore di ansia e trepidazione, quando non avevo più sue notizie..." pag. 203

"Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c'è la vita. Io lo chiamo il mistero del quale nessuno di noi ha la chiave..." Karl Unterkircher

Non si tratta di un'autobiografia, come il libro precedente, ma della storia delle ascensioni e della vita di un altro grande alpinista, questa volta altotesino, raccontati dalla sua compagna, rimasta vedova, con tre bimbi piccoli da crescere, nel 2008, a seguito della caduta di Karl in un crepaccio sul Nanga Parbat.

Non è, pero', un libro intriso di tristezza, tutt'altro. E' il racconto di un grande uomo che "aveva nel cuore la sete dell'infinito" , delle sue avventure e dei suoi sogni, nonchè il racconto di un amore di coppia forte, disinteressato, profondamente altruista.



Come il libro di Barmasse, anche questo è perfetto per gli amanti della montagna ma anche per chiunque voglia capire il perchè di avventure ed imprese che, a chi non ha mai visto l'alba sorgere su un ghiacciaio o non ha mai provato la soddisfazione di raggiungere una cima di roccia, forse sembrano eccessivamente rischiose od insensate.

***

"Fuori e dentro il borgo" di Luciano Ligabue, 

ed. Baldini&Castoldi, "I tascabili", pag. 179


 Una raccolta di racconti, ciascuno relativo ad un ricordo, ad un episodio del passato vissuto direttamente dal cantante o dai suoi amici.

Tutti ambientati nel borgo emiliano di origine di Ligabue, con protagonisti personaggi tanto stravaganti e sopra le righe da apparire incredibili. 
La musica, la vita sociale, la droga e le pazzie di una generazione.
Da leggere anche senza necessariamente seguire l'ordine dei racconti, per ritrovarsi immersi in un'atmosfera particolare e intuire da dove arrivano le canzoni "del Liga", uno dei miei cantanti preferiti!

Da due dei racconti del libro è nata, nel 1998, la sceneggiatura del film "Radiofreccia". Se non lo avete ancora visto, fatelo.

Per gli amanti del genere!

Con questo post, seppur con un giorno di ritardo, partecipo all'appuntamento con il Venerdi' del Libro di Home Made Mamma.






mercoledì 5 aprile 2017

Alpe di Siusi: escursione circolare alla Bullaccia. Alto Adige: cronache di viaggio

Il nostro viaggio in Alto Adige della scorsa estate è stato un'alternanza di musei, bicicletta ed escursioni.
Che siamo una famiglia che ama la montagna, in inverno ed in estate, credo sia ormai noto.
Non ci limiato, però, alle vicine Alpi e quando possiamo esploriamo anche le Dolomiti.

Così, in vacanza in Alto Adige, non abbiamo potuto esimerci dall'andare a vedere la famosa  
Alpe di Siusi.


Dopo aver parcheggiato a Siusi (1.000 mt), abbiamo preso la funivia del Compaccio, arrivando a quota 1850 mt in pochi minuti.


Purtroppo, a dispetto delle nostre intenzioni, l'ora non era proprio l'ideale, dal momento che erano già le 11 passate (d'altro canto, eravamo partiti da Bolzano, che non è proprio dietro l'angolo) e, nonostante fosse l'inizio di settembre, facesse molto caldo.

Tuttavia la giornata era troppo bella per non sfruttarla e non cercare di allontanarci dalla folla e dall'eccessiva urbanizzazione, che secondo noi un pò deturpa lo straordinario paesaggio offerto dall'Alpe Siusi (pur essendo funzionale al turismo di massa  sul quale molti vogliono comprensibilmente vivere).

La vista, davvero magnifica, spazia dal Sassopiatto e Sassolungo, due formazioni rocciose suggestive e maestose, su cui io e l'Alpmarito eravamo saliti con ferrate e attorno a cui avevamo girato con  amici nel corso di una settimana di vacanza nel periodo "ante ricciolino"...


...all'altopiano dello Sciliar, anch'esso già visitato nella scorsa occasione.


Riempiti gli occhi di cotanta bellezza, zaino in spalla, ben rifornito di panini, acqua e crema solare, siamo partiti per compiere
 l'escursione circolare sull'altopiano della Bullaccia ( Puflatsch)
segnalata prima con n. 14 e poi con il segnavia "PU"





1) Da Compaccio, anzichè percorrere il sentiero 14, noi  abbiamo subito deviato verso la stazione a monte della cabinovia Bullaccia Gondola, ove vi è un ampio ristorante, per raggiungere la piattaforma panoramica posta appena sopra. Il percorso è una vera e propria strada sterrata, chiusa al traffico ma comoda anche per i passeggini e quasi pianeggiante.

2) Poi siamo tornati verso il sentiero segnavia "PU", ben visibile, per salire alla Filln Kreuz (mt. 2.130), ovvero la croce di Filln, anche in questo caso tramite una carrozzabile ampia.
Fino a questo punto l'affollamento non accennava a dominuire, anche perchè il dislivello da Compaccio  è minimo (circa 200 mt) e dunque è un percorso adatto a tutti.

3) Dopo una sosta, siamo ripartiti lungo il costolone dell'altopiano (segnavia PU), alla volta della "Panca delle streghe", un punto panoramico che prende questo nome dalla leggenda secondo cui l’immensa schiena dello Sciliar era un’amato punto d’incontro per queste streghe. Le panche delle streghe sono infatti delle speciali formazioni di roccia che hanno la forma di una poltrona con bracciolo e schienale, situate proprio in quel punto, sopra Bullaccia
Il dislivello è sempre minimo anche in questo tratto ma il numero dei turisti aveva già iniziato a diminuire, nonostante ne valesse la pena!


Se fino a quel punto la passeggiata è fattibile anche con passeggini adatti a sterrato, da lì in poi, come si vede nella foto, la strada diventa sentiero, seppur molto ampio e privo di pericoli per i bambini.

3) Superata la vicina Goller Kreuz, Croce Goller, nei pressi della quale abbiamo consumato il nostro pic nic,  siamo dunque giunti all'Arnika Hutte, perfetta per una pausa caffè (o pranzo, a giudicare dal numero di avventori), anche per il parco giochi annesso.


4) Poi il sentiero si è fatto per un tratto di nuovo strada sterrata, conducendoci, sempre seguendo il segnavia "PU", alla Puflatschhutte ed, infine, riportandoci al punto di partenza, tra boschetti (finalmente, dopo tanto sole e tratti aperti!), ampi prati e baite ben tenute, con un sentiero a tratti più ripido ma anche una vegetazione più rigogliosoa e variegata.




Superata la panca delle streghe e, soprattutto, dopo l'Arnika Hutte, non c'era praticamente più gente a percorrere il sentiero, che pure regala scorsi bellissimi.


5) Dalla baita Puflarschhutte, seguendo il segnavia 14, siamo infine rientrati alla stazione di arrivo della cabinovia del Compaccio, pe rientrare, a malincuore, a Siusi.


Nel cuore e negli occhi, le immagini di montagne magnifiche e di una bella passeggiata.

Info pratiche: il  dislivello in salita è minimo e la quota non è elevata rispetto a quella abituale delle escursioni nelle Alpi (max. dislivello 2174 mt.) però l'escursione è piuttosto lunga come sviluppo (leggendo sui vari siti turistici della zona ho letto distanze dai 7,5 km ai 10 km perchè si possono anche accorciare alcuni tratti, ad esempio evitando la nostra deviaziono o le panche delle streghe): i cartelli indicavano un totale di 3 ore, noi ne abbiamo impiegate 4, compresi, però, pic nic e diverse soste, sia per godere del panorama, sia per far riposare e giocare il ricciolino, sia per merende e spuntini, sia per scattare le 200 fotografie che mi sono portata a casa!

Dunque una passeggiata adatta anche ai bambini piccoli, purchè che camminino un pò e senza passeggino (che si può comunque usare fermandosi all Filln Krauz o alla Panca delle Streghe). 

Unici aspetti negativi? 
L'affollamento, nonostante fossero i primi di settembre, per il primo tratto di gita; l'assenza di fontane e corsi di acqua che, in una giornata caldissima e in un'estate particolarmente arida come la scorsa, avevano reso il paesaggio poco verdeggiante e decisamente brullo; il caldo davvero notevole perchè, appunto, l'escursione è praticamente per intero sotto il sole.
E' quindi necessario portarsi una buona scorta di liquidi, crema solare e cappellino!

Noi ci siamo portati il pranzo al sacco perchè non sapevamo cosa avremmo trovato e fin dove il ricciolino avrebbe camminato. Tenete comunque presente che il costo della cabinovia non è indifferente (Euro 32 andata e ritorno due adulti, il ricciolino era ancora gratis), quindi può essere anche un modo per risparmiare. In alternativa, però, c'è abbondanza di punti ristoro tra cui scegliere!

Rientrati a valle, merita una passeggiata nel piccolo centro di Siusi, raggiungibile dalla cabinovia in 5/10 minuti a piedi, attraversando il ponte (via ben segnalata, comunque).





Insomma: una meta troppo gettonata per i nostri gusti un pò da "montanari solitari" ma che vale davvero una visita e una o più escursioni, dal momento che, partendo dall'Alpe Siusi, vi è l'imbarazzo della scelta, sia in direzione  Monte Piz, verso il lato che affaccia su Sassopiatto e Sassolungo, sia in direzione Giogo, sul versante che guarda lo Sciliar, nonchè nella direzione Bullaccia (che si erge sopra la Val Gardena) che abbiamo preso noi!

N.B. Il post NON è sponsorizzato.

giovedì 3 novembre 2016

In montagna anche con le nuvole, in Valle di Chaporcher (AO)

Normalmente si va a camminare in montagna con il bel tempo.
Il cielo azzurro e limpido ed il sole caldo piacciono praticamente a tutti e, ovviamente, non è il caso di avventurarsi sul ghiacciaio o anche solo per boschi in condizioni di temporale o tempo pessimo, soprattutto dove non si conosce e con i bambini.

Tuttavia, se il cielo è semplicemente coperto e si prospetta qualche goccia di pioggia ma nessun temporale, le escursioni semplici si possono affrontare comunque, anche con i bambini.

E secondo me, ne vale la pena.

Perchè è bello camminare nel tepore del proprio piumino.


Perchè foglie e sentieri bagnati hanno un loro fascino ed un loro odore peculiare, odore d'autunno e di pioggia.


Perchè ogni tanto, tra le nuvole o la nebbiolina, si intravede il sereno. Ed è ancora più bello.


Perchè domina un silenzio che d'estate non c'è.


Perchè puoi immaginare più facilmente come fosse, in passato, vivere tra alpeggi e mulattiere e percorrerle per necessità e non per svago, con qualunque tempo.


Perchè è maggiore il gusto dell'avventura e della scoperta, soprattutto se la nebbiolina umida un pò svela e un pò nasconde (ma il sentiero è ben visibile e segnalato, altrimenti meglio tornare indietro).


E poi si possono pestare tappeti di foglie, raccoglier castagne, scovare funghetti. Con un pò di fortuna.

Così, anche quando il tempo non è proprio dei migliori (ma neppure dei peggiori), si può camminare in montagna comunque, senza salire troppo di quota e vestendosi bene.
Noi l'ultima volta siamo stati in Valle di Champorcher (AO), a pochi chilometri da casa.
Abbiamo percorso il sentiero che, imboccato dalla località Outre L'Eve (segnavia n. 4), con una salita in mulattiera di circa 15 minuti, conduce al gruppo di baite denominato "Tendzon", ove si trova il primo bivio.

Si può proseguire dritti in salita, per raggiungere il lago di Vercoche, il Lac de Chilet, il Lac Cournouy e il Col de la Fricolla, oppure svoltare a destra, prendendo il sentiero 2, che conduce all'abitato di Champorcher, Loc. Chardonney, dove d'inverno si trova la pista di sci di fondo, oltre agli impianti di risalita per lo sci alpino e, d'estate, si può passeggiare per le rive del torrente, fermarsi per un pic nic all'area attrezzata o fare sosta al parco giochi.


Noi, con i bambini, il poco tempo a disposizione prima del pranzo ed il tempo incerto, abbiamo optato per Chardonney. 
Scoprendo così un sentiero che non avevamo mai percorso, in mezzo ad una pietraia (prestare attenzione alla caduta di sassi), con tanto di ponticello, parapetti in legno nuovi e corda fissa nei passaggi scivolosi (comunque privi di particolare difficoltà, secondo me).



La vista, sulla valle, mostrava l'abitato sottostante.


In un'oretta siamo giunti a Chardonney.





Poco prima, però, abbiamo fatto una piccola deviazione, segnalata, che in pochi passi ci ha portato a vedere "La Goilli di Pourtset".



E mentre iniziava a piovigginare, noi siamo arrivati all'abitato e abbiamo mangiato nell'unica trattoria aperta in quel finire di stagione.

Perchè anche questo è uno dei lati postivi di andar per sentieri in autunno o comunque in giornate dal clima non ottimale: hai la scusa pronta per abbandonare i panini e gustarti una polenta, una zuppa o qualsiasi altra specialità del luogo. Meglio ancora se in compagnia di amici.

In fondo, te la sei meritata!

All'inizio dell'autunno, il giardino di una casa mostrava ancora queste splendide fioritture.