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giovedì 12 novembre 2015

Maglia d'autunno

Le sfumature di giallo e di arancio delle foglie, il verde dei prati e di qualche albero, il marrone delle castagne e dei ricci, il rosso delle vigne, l'arancione di zucche e cachi..e l'aria fredda della sera e del mattino.

Per godermi il sole, quando non batte caldo a mezzogiorno, posso contare su un completo cappellino e guanti, che ho realizzato io stessa e mia nonna ha cucito.

Ecco i miei guanti senza dita, per guidare più facilmente, bici e auto!

E il cappellino stile basco morbido.

Anche il tablet ha bisogno di proteggersi dal freddo (e dai graffi), così con la lana avanzata mia nonna mi ha confezionato questa originale custodia!

Che ne dite, ci intoniamo con la stagione?!?

 

mercoledì 4 novembre 2015

Allegria in bagno

Qualche giorno fa, riordinando l'armadio della biancheria, sono saltati fuori alcuni asciugamani che avevo ricamato prima della nascita del ricciolino biondo, anzi, addirittura prima del matrimonio, che mia nonna aveva accuratamente cucito, realizzando anche la cornice con una passamaneria in tinta.
Mio figlio se ne è innamorato, rendendomi molto orgogliosa della mia fatica, e mi ha costretto ad usarli "subito".
Questa settimana ha scelto per se' quello blu, assegnando a me quello granata e a mio marito quello verde.
E il bagno, ha tutto un'altra fascino!
I bambini, a volte, sanno meglio di noi che le cose belle bisogna godersele subito!
I vantaggi di usare asciugamani "normali" e di cucirvi dopo i ricami a punto croce su tela Aida. Secondo me sono molteplici: si può scegliere tra una più ampia gamma di prodotti, costano meno, si ricamano in modo più comodino e quando si rovineranno, si potrà scucire il ricamo e ricucirlo su un altro asciugamano.
Si', perché il punto croce richiede molte ore di lavoro ma poi, una volta realizzato il lavoro, resiste nel tempo, anche in caso di lavaggi frequenti a 60 gradi!
E meno male, perché oggi non credo avrei più la pazienza di iniziare dei lavori così lunghi!

mercoledì 28 ottobre 2015

Uncinetto e voglia di fare felici le persone care

Le scorse settimane mi hanno regalato molti momenti di malattia o, comunque, di forma fisica alquanto zoppicante.
Così non ho corso, approfittando del tempo in più per riprendere in mano gomitoli di filo, creatività, ferri da maglia ed uncinetto.



Dopo la fascia in maglia per i ricciolini del piccolo di casa, ho creato e confezionato, per la prima volta INTERAMENTE con le mie mani (non sono ricorsa alla santa nonna neppure per la chiusura del lavoro), un cappellino per l'Alpmarito, che lo chiedeva da anni (da quando, cioè, in rapida successione,di cappellini creati con le mie manine e confezionati dalla nonna, ne ha persi due).

Ho scelto colori autunnali, che si intonassero alle passeggiate nei boschi ed alle castagne, che piacessere a lui e consentissero a me di finire anche qualche gomitolo avanzato.

Ed ecco il risultato di cotanta fatica:



Che ne dite, vi piace ?


Non paga, ho cercato su Pinterest qualche idea per un cappellino adatto al ricciolino biondo.

Ne ho trovati tantissimi, solo che mia suocera, a cui ho mostrato le foto, mi ha rubato l'idea e battuto sul tempo, con un pò di delusione mia ma tanta gioia del biondino di casa.

In effetti, il risultato è stato strepitoso !


Tartaruga ninja "Raffaello" a spasso!!



 E ora ? E' in lavorazione una striscia a punto croce, sempre a tema tartarughe ninja, per l'ennesimo bavaglino necessario alla mensa della scuola.
E sul punto croce, in casa non mi batte nessuno!


lunedì 19 ottobre 2015

Rimedi per riccioli ribelli

Il ricciolino biondo ama i suoi capelli e non è particolarmente propenso a tagliarli.

Tuttavia, periodicamente, crescendo, tendono a finirgli negli occhi.

Così, dopo aver visto a scuola delle bimbe con il cerchietto o delle fascette per capelli, me ne chiesta una verde, "come un pirata"!

Io ho pensato di approfittarne per riprendere in mano ferri e gomitoli e garantirgli le orecchie al caldo, in vista dei primi freddi.

Il risultato è tutt'altro che ottimo, si vede che sono arrugginita ed avrei dovuto lavorare le striscia di colore in un'altra direzione. Inoltre, i colori sono frutto della scelta del ricciolino combinata al riciclo dei gomitoli avanzati, tuttavia mio figlio ne è stato entusiasta e ora la sfoggia con orgoglio.

E a me questo basta!

 

 

venerdì 2 ottobre 2015

"L'euforia delle cime"

"L'euforia delle cime" di Anne-Laure Boch, Ediciclo editore, pag. 91


Un saggio breve dal linguaggio scorrevole, una analisi accurata e acuta della passione per l'alpinismo e della sua storia e un quadro sociologico degli alpinisti che cattura e lascia il segno.
L'incipit di questo libro, scritto da una filosofa e appassionata di montagna, sembra il racconto delle mie mattine al rifugio, prima di una ascensione. Dire che mi sono ritrovata nelle sue parole, nelle emozioni e sensazioni che racconta, e' dire poco.
Quel che penso anche io, ma non sarò mai capace di dire altrettanto bene, lo troverete in parte in queste pagine.
Ma il saggio e' tutto interessante, vero. E si legge d'un fiato.
"L'alpinismo e' la ricerca di un equilibrio tra il troppo e il troppo poco. Troppo difficile, o non abbastanza. Troppo pericoloso, o privo di interesse. Troppo frequentato o troppo isolato.Troppo lungo o troppo corto. All'arrivo, e' l'eccitazione - o la delusione - a segnalare se si è raggiunto o no il limite tanto agognato: il superamento di se'." Pag. 82
"In effetti, la montagna e' l'ambito ideale per tentare questa esperienza, fondamentale nell'immaginario occidentale. la semplice organizzazione dello spazio che caratterizza le regioni montane desta in noi un simbolismo tra i più diffusi, comune all'architettura, al sogno, alla percezione infantile, all'inconscio in generale e alla lingua in particolare. Non si dice forse "discendere dentro di se'" ed "elevarsi al di sopra di se'"? In questo simbolismo spaziale la montagna ha un posto a parte.Essa non è soltanto un luogo caratteristico, ma è lo spazio organizzato in base ad un ordine evidente in cui domina la dimensione verticale.La montagna ha un'unità, una personalità. La sua sagoma immensa e' quasi antropomorfica. Affrontare questa entità mostruosa significa confrontarsi con una scala di valori immediatamente materializzata, in cui ciò che vale di più e' posto al di sopra di ciò che vale di meno..." Pag. 83
Unica avvertenza? Non credete a quel che si dice, non solo qui ma in giro: le grandi prime sulle Alpi non si devono affatto a nobiluomini di città o almeno non solo, così come oggi i più forti rocciatori, arrampicatori ed alpinisti non sono sempre quegli uomini o donne che si vedono sulle riviste di settore o sui giornali.
I più forti sono spesso "i locals" e perfetti sconosciuti/e che in montagna ci vivono o ci lavorano. Solo che non lo sa nessuno, se non i loro amici o compaesani. Perché loro non fanno notizia e, comunque, quasi mai ad uno di loro verrebbe in mente di scrivere ad un giornale della loro ascensione, scalata, cascata. A loro basta farle, non hanno bisogno di riconoscimenti e approvazione altrui.
A ciascuno le sue motivazioni ed il proprio bisogno di gloria.
"Io stessa sono partita all'assalto delle montagne credendo ingenuamente di andare a conquistare il mondo; ed è il mio mondo interiore che mi si è rivelato al termine della ricerca. La tentazione di onnipotenza si è persa per strada. Se ne lamenteranno solo coloro che non hanno avvertito quell'euforia delle cime che è la più bella delle ricompense." Pag. 91
Se state cercando una motivazione per andare in montagna, questo libro fa per voi.
Se amate "andare in montagna", vi ritroverete in questo libro.
Se non riuscite a capire perché mai una persona dovrebbe "correre rischi" per arrivare in cima o scalare o arrampicare sul ghiaccio, questo libro vi aprirà gli occhi. E magari vi farà venire voglia di provare!
Con questo post, partecipo al Venerdì del Libro di Paola.

mercoledì 24 giugno 2015

Riflessioni sull'influenza che abbiamo sui nostri figli, anche nelle scelte sportive e l'arrampicata a tre anni

L'ultimo fine settimana è stato caratterizzato da tanta arrampicata e un pò di montagna.

Il mio ricciolino biondo ci ha chiesto di andare ad arrampicare anche fuori, con la corda e, siccome qualche tempo prima avevamo acquistato l'apposito casco anche per lui, lo abbiamo accontentato.

Ne è rimasto entusiasta, lui che fino a settembre aveva timore della corda.
Tanto entusiasta che domenica, dopo la passeggiata in montagna, questa volta in compagnia di altre due bimbe, ha voluto tornarci.
Siamo arrivati alla domenica sera completamente distrutti, anche perchè in più il venerdì ed il sabato sera eravamo stati fuori, facendo più tardi del solito.

La felicità negli occhi del mio bambino ed il suo sorriso, così come l'espressione concentrata e seria nell'arrampicare, comunque, è stata impagabile.

Per dare il buon esempio, siamo stati costretti ad indossare il casco per tutto il tempo anche noi, nonostante in falesia non lo avessimo mai fatto e facesse un caldo assurdo, e a rivedere nodi e manovre almeno tre volte, perchè con la sicurezza non si scherza.




In tanti, semplici curiosi e scalatori, si sono complimentati con il nostro piccolino, alimentando così il suo ego già piuttosto sviluppato !!!
Per fortuna, la stanchezza lo ha aiutato a ridimensionarsi.

Sia sabato che domenica, però, prima di andare io e mio marito abbiamo cercato di fargli un discorso, perchè capisse che saremo stati contenti di assecondarlo, ma solo se era un suo desiderio reale, perchè noi gli avremmo sempre voluto bene comunque, anche se con gusti diversi.
Insomma, che non doveva per forza arrampicare per compiacerci o stare con noi!!

Non vorremmo  impedirgli di essere se stesso o di trovare la sua strada, il suo sport, le sue passioni, di limitarlo anzichè aiutarlo a spiccare il volo.

La verità, però, è che forse questi discorsi trovano il tempo che trovano.
Sia io che mio marito ci diciamo che l'importante è che sia felice, che potrà praticare lo sport che vorrà, purchè con impegno e costanza, che non importa se sarà proprio il calcio (che non amiamo per nulla) e non ciò che appassiona anche noi.
Perchè l'importante non è lo sport che si sceglie di fare, ma il fatto di praticarlo seriamente e divertendosi, perchè sarà sempre e comunque una palestra di vita.

In cuore nostro, tuttavia, non possiamo fare a meno di sperare che ci somigli un pò, di riuscire a trasmettergli le nostre stesse passioni, anche solo per poter stare insieme  in quei momenti.
Ci sforziamo di prendere in considerazione altre possibilità ma a volte mi rendo conto che alcuni sport neppure mi vengono in mente.
Ora è ancora piccolo, però sento già parlare le madri di altri compagni più grandi, di corsi di danza, nuoto, calcio, basket, atletica ecc. e penso che vorrei dargli la possibilità di scegliere, facendo però io un pò di selezione prima!

Non so più a quale incontro per genitori ho sentito l'esperto di turno spiegarci che i bambini, fino ai sei anni di età, sono come delle spugne e l'influenza dei genitori è al massimo.
Tendono ad immedesimarci ed imitarci in tutto e per tutto, desiderando compiacerci e cercando il nostro affetto, per poi allontanarsi progressivamente e infine, scontrarsi con i genitori nell'adolescenza, al fine di costruire il proprio io individuale.

Ecco, è un processo attualmente molto evidente, nel nostro ricciolino biondo.

Ed allora, ci siamo chiesti che male ci sia a cercare di indirizzarlo verso le attività che più ci appassionano, gli sport che ci sembrano presentino un ambiente più sano, che pensiamo sviluppino doti più utili o permettano il contatto con la natura, piuttosto che la socializzazione.
Perchè potremo farlo per pochi anni, poi ci troveremo un adolescente con ogni probabilità "bastian contrario", che andrà allo stadio a vedere le partite solo perchè a noi non piacciono!!!

Nello stesso tempo, visto che tanto la montagna quanto l'arrampicata, come la bici da corsa o lo sci, non sono attività prive di rischi, io ho anche timore che spingendolo a praticarle, da grande possa farsi male o spingersi oltre quello che per me è un rischio accettabile per lui (ossia, quasi zero!).

Insomma, dobbiamo goderci il momento, pur cercando di trasmettere il messaggio che lo ameremo sempre e comunque, per quel che è e fa, anche se diverso da me o da suo padre e, per quanto mi riguarda, pure senza fargli percepire il peso delle mie paure.
Facile, no?

E voi, cosa ne pensate ? Vi siete posti il problema? Come state affrontando la scelta dello sport o delle altre attività extrascolastiche per i vostri figli?

Di sicuro c'è, comunque, domenica ci siamo goduti la gitarella in compagnia.
Siamo tornati a Traversella, in Valchiusella, Piemonte (TO), dove ho trascorso tante settimane estive della mia infanzia con i miei nonni.
Ne avevo già parlato perchè è un luogo splendido.

Questa volta, essendo in compagnia di una coetanea e della sorellina più piccola, il ricciolino biondo non si è mai fatto prendere a spalle dal papà, neppure in discesa dopo pranzo, e anzi ha spesso preso per mano l'amichetta per aiutarla a camminare.
Anche il ricorso ai bon bon magici di Supermann è stato alquanto ridotto!!



Il simpatico Troll, chiamato Climbo (poichè nei dintorni ci sono tante vie di roccia per i climber), che accoglie gli escursionisti al Rifugio Bruno Piazza.



Gli incontri interessanti non mancano mai!!



mercoledì 6 maggio 2015

Gli occhi di un amico innamorato

Ad aprile si è sposato un nostro caro amico e mi ha chiesto di fargli da "fotografa " per la giornata.
Raccolta l'attrezzatura, comprata una nuova scheda di memoria, ho atteso con timore e nervosismo il gran giorno, temendo di sbagliare e sprecare momenti preziosi ed irripetibili, per via della luce sbagliata, del diaframma troppo aperto o chiuso, della priorità di tempi sbagliata, della mia incapacità.

E' stata una giornata intensa, faticosa, fisicamente e mentalmente: ho scattato tanto, immortalato tutto e tutti, cercato inquadrature particolari, rubando attimi, studiando pose, cercando di cogliere la naturalezza ed i sentimenti.

















E ho capito la responsabilità che devono sentirsi addosso i fotografi quando realizzano questo tipo di servizi!
Il risultato finale a loro sembra  piaciuto molto, mentre io avrei molto da criticare e migliorare (d'altro canto, il mio mestiero è un'altro!).






Il più bel complimento ricevuto, però, è arrivato dalla sposa, che mi ha confessato che era così felice e rideva così di cuore perchè per una volta era a suo agio davanti all'obiettivo, perchè non si sentiva in imbarazzo davanti a me, un'amica.
E' stato un matrimonio civile semplice, con pochi invitati, curato nei minimi dettagli e con un menù eccellente, ottimi vini ed un rinfresco/aperitivo molto valdostano.



Il mio ricciolino biondo, a parte una scenata capricciosa tra la cerimonia e l'inizio del pranzo, si è comportato benissimo ed ha portato molta pazienza, rendendosi perfino utile!


E' stata la giornata di un amico che, da quando lo conosciamo, è sempre stato vicino a me ed all'Alpmarito, di quelli su cui si può sempre contare.
E di una nuova amica, la sposa, che è entrata nella sua vita rendendolo felice e che siamo ben lieti di aver conosciuto e di poter ora frequentare.











Soprattutto, però, sono stati gli occhi di due amici innamorati.

E ho sentito, una volta di più, che la felicità può essere molta contagiosa e nulla scalda il cuore più della gioia delle persone a cui vuoi bene.