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giovedì 10 settembre 2015

Il rientro - ovvero l'arte di viaggiare in tre per 11 giorni solo con il bagaglio a mano - e sopravvivere

E siamo tornati.
Sono sopravvissuta alla partenza, con un incidente al mio mignolo destro due giorni prima dell'aereo, che mi ha costretto zoppicante nel mio primo giorno di vacanza e continua a farmi male dopo quindici giorni. Forse rotto, forse no, comunque dolorante e gonfio da far paura.
Sono sopravvissuta alla preparazione delle valigie. In questo momento, a pensarci, non mi viene in mente niente di più odiosi del preparare e disfare le valigie.
Quest'anno, però, mi sono superata.
A causa delle paturnie dell'Alpmarito, ho dovuto stipare l'occorrente per 11 giorni via per tre in tre bagagli a mano, senza neanche la borsetta o la reflex fuori.
Abbiamo sfiorato la separazione e io mi sono ridotta all'oro di un esaurimento nervoso, però, alla fine, ci è stato dentro tutto.
Con tutto intendo proprio tutto: tavoletta da nuoto, canotto e pallone gigante gonfiabili, occhialini, occhiali da vista di riserva per due quattro asciugamani grandi, un accappatoio piccolo, costumi, vestiti, felpe, giochi vari, SECCHIELLO, PALETTA E RASTRELLO (giuro!), reflex + compatta con obiettivi, caricabatterie ecc., due campi da corsa per me, uno per l'Alpmarito, 11 cambi completi per il nano, due libri a ciascuno (quattro sottili per il nano), medicine per me (e certificato medico autorizzativo), beauty, borsone da spiaggia piegato, borsetta per me, un paio di infradito e un paio di scarpe di ricambio ciascuno, ecc. Ecc. Ecc.

Prove alla mano, però, se no non ci credo.
Siamo sopravvissuti a problemi con il noleggio auto, al caldo torrido ed alla assoluta mancanza di connessione internet, smartphone e tablet, nonché navigatore.
E questo, devo dire, è stato un bene.
Certo, sono volati insulti per cercare di orientarsi con cartine stradali tradizionali e senza, abbiamo perso un po' di tempo girando a vuoto però...abbiamo staccato davvero, tanto che ora fatico a pensare di connettermi di nuovo per ragioni non lavorative.
Il rovescio della medaglia e' che ora siamo oberati di lavoro e non parlo solo di lavatrici.
Solo a smaltire mail e pec, credo impiegherò due settimane.
Quindi abbiate pazienza, ho tanto da raccontare, foto da mostrare, libri di cui parlare, le mie impressioni sulla Sardegna da condividere. Però con calma, prima il dovere.
Ed i matrimoni.
Eh si, perché il secondo dell'anno e' andato (e presto vi racconterò come ho vissuto il matrimonio sardo!), domenica avremo il terzo e il sabato prossimo il quarto.
Tre matrimoni in tre settimane. Anche questo, credo sia una specie di record.
Tra il fresco decisamente prematuro, gli impegni sociali, l'ultima settimana a casa del nano ed il lavoro, soffro di trauma da rientro. Aiuto!!!



mercoledì 24 giugno 2015

Riflessioni sull'influenza che abbiamo sui nostri figli, anche nelle scelte sportive e l'arrampicata a tre anni

L'ultimo fine settimana è stato caratterizzato da tanta arrampicata e un pò di montagna.

Il mio ricciolino biondo ci ha chiesto di andare ad arrampicare anche fuori, con la corda e, siccome qualche tempo prima avevamo acquistato l'apposito casco anche per lui, lo abbiamo accontentato.

Ne è rimasto entusiasta, lui che fino a settembre aveva timore della corda.
Tanto entusiasta che domenica, dopo la passeggiata in montagna, questa volta in compagnia di altre due bimbe, ha voluto tornarci.
Siamo arrivati alla domenica sera completamente distrutti, anche perchè in più il venerdì ed il sabato sera eravamo stati fuori, facendo più tardi del solito.

La felicità negli occhi del mio bambino ed il suo sorriso, così come l'espressione concentrata e seria nell'arrampicare, comunque, è stata impagabile.

Per dare il buon esempio, siamo stati costretti ad indossare il casco per tutto il tempo anche noi, nonostante in falesia non lo avessimo mai fatto e facesse un caldo assurdo, e a rivedere nodi e manovre almeno tre volte, perchè con la sicurezza non si scherza.




In tanti, semplici curiosi e scalatori, si sono complimentati con il nostro piccolino, alimentando così il suo ego già piuttosto sviluppato !!!
Per fortuna, la stanchezza lo ha aiutato a ridimensionarsi.

Sia sabato che domenica, però, prima di andare io e mio marito abbiamo cercato di fargli un discorso, perchè capisse che saremo stati contenti di assecondarlo, ma solo se era un suo desiderio reale, perchè noi gli avremmo sempre voluto bene comunque, anche se con gusti diversi.
Insomma, che non doveva per forza arrampicare per compiacerci o stare con noi!!

Non vorremmo  impedirgli di essere se stesso o di trovare la sua strada, il suo sport, le sue passioni, di limitarlo anzichè aiutarlo a spiccare il volo.

La verità, però, è che forse questi discorsi trovano il tempo che trovano.
Sia io che mio marito ci diciamo che l'importante è che sia felice, che potrà praticare lo sport che vorrà, purchè con impegno e costanza, che non importa se sarà proprio il calcio (che non amiamo per nulla) e non ciò che appassiona anche noi.
Perchè l'importante non è lo sport che si sceglie di fare, ma il fatto di praticarlo seriamente e divertendosi, perchè sarà sempre e comunque una palestra di vita.

In cuore nostro, tuttavia, non possiamo fare a meno di sperare che ci somigli un pò, di riuscire a trasmettergli le nostre stesse passioni, anche solo per poter stare insieme  in quei momenti.
Ci sforziamo di prendere in considerazione altre possibilità ma a volte mi rendo conto che alcuni sport neppure mi vengono in mente.
Ora è ancora piccolo, però sento già parlare le madri di altri compagni più grandi, di corsi di danza, nuoto, calcio, basket, atletica ecc. e penso che vorrei dargli la possibilità di scegliere, facendo però io un pò di selezione prima!

Non so più a quale incontro per genitori ho sentito l'esperto di turno spiegarci che i bambini, fino ai sei anni di età, sono come delle spugne e l'influenza dei genitori è al massimo.
Tendono ad immedesimarci ed imitarci in tutto e per tutto, desiderando compiacerci e cercando il nostro affetto, per poi allontanarsi progressivamente e infine, scontrarsi con i genitori nell'adolescenza, al fine di costruire il proprio io individuale.

Ecco, è un processo attualmente molto evidente, nel nostro ricciolino biondo.

Ed allora, ci siamo chiesti che male ci sia a cercare di indirizzarlo verso le attività che più ci appassionano, gli sport che ci sembrano presentino un ambiente più sano, che pensiamo sviluppino doti più utili o permettano il contatto con la natura, piuttosto che la socializzazione.
Perchè potremo farlo per pochi anni, poi ci troveremo un adolescente con ogni probabilità "bastian contrario", che andrà allo stadio a vedere le partite solo perchè a noi non piacciono!!!

Nello stesso tempo, visto che tanto la montagna quanto l'arrampicata, come la bici da corsa o lo sci, non sono attività prive di rischi, io ho anche timore che spingendolo a praticarle, da grande possa farsi male o spingersi oltre quello che per me è un rischio accettabile per lui (ossia, quasi zero!).

Insomma, dobbiamo goderci il momento, pur cercando di trasmettere il messaggio che lo ameremo sempre e comunque, per quel che è e fa, anche se diverso da me o da suo padre e, per quanto mi riguarda, pure senza fargli percepire il peso delle mie paure.
Facile, no?

E voi, cosa ne pensate ? Vi siete posti il problema? Come state affrontando la scelta dello sport o delle altre attività extrascolastiche per i vostri figli?

Di sicuro c'è, comunque, domenica ci siamo goduti la gitarella in compagnia.
Siamo tornati a Traversella, in Valchiusella, Piemonte (TO), dove ho trascorso tante settimane estive della mia infanzia con i miei nonni.
Ne avevo già parlato perchè è un luogo splendido.

Questa volta, essendo in compagnia di una coetanea e della sorellina più piccola, il ricciolino biondo non si è mai fatto prendere a spalle dal papà, neppure in discesa dopo pranzo, e anzi ha spesso preso per mano l'amichetta per aiutarla a camminare.
Anche il ricorso ai bon bon magici di Supermann è stato alquanto ridotto!!



Il simpatico Troll, chiamato Climbo (poichè nei dintorni ci sono tante vie di roccia per i climber), che accoglie gli escursionisti al Rifugio Bruno Piazza.



Gli incontri interessanti non mancano mai!!



martedì 23 settembre 2014

Perché corro.

Fondamentalmente amo lo sci, l'arrampicata, il nuoto, l'alpinismo, il ciclismo.
Eppure corro.
Ho iniziato la primavera dell'anno scorso. Poi l'Alpmarito e' partito per il Portogallo, lasciandomi sola con le carte e le trattative per l'acquisto di casa, la recentissima separazione dei miei genitori, il dolore di mia madre, la notizia della malattia di una delle mie migliori amiche, il nano in preda alla nostalgia e il caldo torrido...e va be', a fine luglio ho mollato, per riprendere ad aprile di quest'anno.
Come la volta scorsa, sono partita puntando a correre venti minuti di seguito, indipendentemente dai kilometri, anche perché non ho un orologio gps.
Obiettivo: perdere peso e prepararmi un po' di gambe in vista delle escursioni estive, anche perché con le mie allergie stare a dieta e' un incubo.
Me ne sono fregata di tabelle e allenamenti, ho iniziato e basta, dicendomi che in fondo sono stata un'atleta e meno di venti minuti sarebbe stato troppo degradante (Piccolo particolare trascurabile: ho fatto tanti anni di agonismo, e' vero, ma nella scherma, mica nell'ateltica leggera!!!)
Comunque ho sputato sangue ma ci sono riuscita e piano piano ho incrementato distanze e minuti, ci ho preso un pochino più di gusto (anche se non credo sarà mai uno dei miei sport preferiti) e passando dalle due alle tre volte a settimana, lavoro e nano permettendo, ovviamente. Ho interrotto giusto una settimana ad agosto.
PERCHÉ?
Continuo a chiedermelo, ogni volta.
Infatti, nonostante la costanza e l'allenamento, una cosa non è cambiata: continuo a fare una fatica del diavolo e a percepire il movimento della corsa come masochismo puro!!!
Comunque:
A. Non serve attrezzatura specifica, bastano delle ottime scarpe. Il resto è utile ma non indispensabile.
Tolta tale spesa, e' gratis. Niente abbonamenti e ingressi, tessere o assicurazioni.
B. Esco di casa e corro, senza perdere tempo in spostamenti e senza essere vincolata agli orari di palestra/ piscina, che nel mio caso sono pure lontane almeno venti minuti (a viaggio) da casa.
C. Si può praticare ovunque.
D. A mio parere, sembra lo sport con il miglior rapporto "tempo impiegato/benefici ricavati", salvo sci di fondo e sci alpinismo, ma per quelli servono la neve, attrezzatura e spostamenti. Per stancarti a nuoto o in bici si ha bisogno di almeno un'ora, un'ora e trenta. Correndo, già 30 minuti servono


I PRO.
1. I primi sei mesi non ho avuto alcuna variazione di peso, però i benefici nel tono muscolare di gambe e glutei si sono visti sin da subito.
Ora, ho finalmente perso gli ultimi due chili rimasti dalla gravidanza. Più altri due/ tre. In poco più di un mese (perché il mio corpo si sia deciso all'improvviso e tutto d'un colpo non lo so). Ancora una e sarò tornata al peso di quando mi sono sposata, il minimo mai raggiunto e quando stavo, complessivamente, meglio.
Conservare i risultati e' tutta un'altra storia ma, intanto, me la godo.
2. Sono più rilassata. Quando corro regolarmente, ovvio (perché dopo un po' la corsa da dipendenza). Quindi sono un po' (non fa miracoli, eh!) più paziente con il nano e con i clienti e mi sento più serena;
3. I vestiti mi stanno meglio e mi sento meglio nella mia pelle = l'umore ci guadagna. Non è un discorso di peso ma di senso di benessere psico fisico, non so se riesco a spiegarmi;
4. Riesco a lasciar vagare i pensieri, nella mezz'ora/ ora che dedico alla corsa. Un po' come mi capitava nuotando. E dopo mi sento più leggera;
5. È un momento solo mio o, al massimo, mio e dell'Alpmarito;
6. È un buon pretesto per ascoltare un po' di musica in santa pace, cosa che a casa non riesco più a fare.
E pazienza se e' da aprile che sento le stesse canzoni, perché non ho ancora trovato il tempo di cambiare compilation. Non si può avere tutto nella vita!!!
7. Mi consente di stare in mezzo al verde. Perche corro prevalentemente su asfalto ma sono circondata da prati e mi godo il verde e l'azzurro del cielo, la visione delle montagne intorno a me e le nuvolette...e colgo ogni raggio di sole e ogni refolo di vento (che qui non manca mai e di solito non è mai "carezzevole"). È questo e' bello.
8. Sviluppo utili endorfine (vedi sopra).
9. La mia fame nervosa e' sensibilmente diminuita. Mangio meno ma, soprattutto, meglio. Perché ho più voglia di frutta e verdura, meno di carboidrati e zuccheri. E finalmente bevo di più.
10. Regolarizza la mia attività intestinale. Sembra una cavolata ma per una che ha tonsilliti ricorrenti = cicli di antibiotici frequenti, e assume sempre farmaci (contro l'allergia), non è vantaggio da poco.
11. Riesco più facilmente a stare dietro al nano in bicicletta o a scattare in caso di pericolo imminente!
I CONTRO?
Ci sono, ovviamente, come in tutte le cose.
1. Se lo sapesse la mia allergologa mi ucciderebbe. Giuro.
2. Se lo scoprisse la mia allergologa mi ucciderebbe. Giuro. Perciò non diteglielo!
3. Soffro di dolori vari ai piedi, alle ginocchia, alle articolazioni, persino alle spalle. Ho cambiato scarpe ma non basta. E poi ci sono i dolori muscolari. Sani, per carità, ma ne farei anche a meno.
4. Più vestiti da lavare (per fortuna non si stirano) e docce da fare.
5. Sotto la pioggia, con gli occhiali, correre fa schifo.E pure paura, se si tratta di un temporale. Provare per credere.
6. Da' dipendenza.
Quindi, se non corro per troppi giorno, vado in crisi da astinenza e divento nervosa, stile sindrome pre mestruale.
7. Preso dall'iniziale entusiasmo, rompi le palle a tutti parlando di corsa. E scopri che vanno pure più forti di te!
Il rimedio? Sfogarsi nel gruppo facebook di runningformommies (utilissimo, peraltro)!

mercoledì 3 settembre 2014

Lo sport a casa mia

Prendo spunto dai post di Mary Doc e  Mamma Orsa Curiosona  per ribadire quanto lo sport sia importante, a casa mia.

Che amiamo la montagna, lo sci in tutte le sue salse  e varianti (anche quelle più faticose), le scarpinate e l'arrampicata, credo che ormai lo abbiate capito.

In passato, però, io ho fatto anche danza classica e scherma, oltre a tennis (molto saltuarimente) ed all'onnipresente nuoto, una delle costanti della mia vita.
Ci andavo tre volte alla settimana e mi ha accompagnato in gravidanza e nel post parto, aiutandomi a rimanere in forma  rilassarmi.
In piscina ho avuto molte piacevoli sorprese e riflettutto molto, nel bene e nel male.

Per questo abbiamo portato il nano a fare acquaticità fin dai primi mesi, continuando a cicli di otto lezioni con costanza almeno due volte l'anno.
Contiamo di fare lo stesso anche quest'anno.

C'è la bici, nostra e del nano, compagna di tante avventure, viaggi e ore di svago.

E la corsa, a cui mi sono dedicata dallo scorso anno, più che per tentare di tornare in forma che per passione, che correre non mi piace ancora molto.
Però il gruppo di facebook, running for mammies, aiuta.
Come le scarpe nuove, ovvio. Quale migliore scusa per un pò di shopping?

Infine l'arrampicata, in palestra e fuori, anche a scopo "educativo".
Ci portiamo il nano da quando è nato, perchè stia con noi e giochi sul tappetone.
Ora che è cresciuto, scalare con lui intorno è più difficile, tra la paura che qualcuno gli caschi in testa, le richieste di aiutarlo a salire e la sua voglia di partecipare.
Però è bellissimo vederlo apprezzare, osservare come prende confidenza con il suo corpo, come scopre il senso della verticalità.
In fondo, salire è uno degli istinti prinmordiali dell'uomo, in senso fisico e metaforico.

Ho già raccontato della festa della palestra che frequentiamo lo scorso anno.
Ora vorrei drivi che quest'anno è andata ancora meglio.
Ed è così, a parte il fatto che sto invecchiando e sono sempre più fuori allenamento.

La palestra, nata dalla voglia di fare e l'idea di un fortre arrampicatore locale, per l'allenamento dei climbers dei dintorni e come luogo di ritrovo "sano" per i bambini e ragazzi del paese è da sempre autogestita.
Io e l'Alpmarito siamo stati tra i primi ad esserci e crederci, anche se con la nascita del nano il tempo da dedicarle si è ridotto e abbiamo, per così dire, lasciato "ai giovani".
Il ritorno c'è stato, soprattutto in termini di afflusso di ragazzi e bambini, consentendo il trasferimento in uno spazio più ampio, che si apre su un bel prato.

E la festa è stata al contempo occasione per celebrare la chiusura della stagione e l'apertura dei nuovi locali.
Il nano ha partecipato a modo suo, un pò infastidio da tutta la gente che affollava la parete.



Ha disegnato, giocato con le macchinine, arrampicato con le sue scarpette (poco), girato in bicicletta (molto)...





...fuggendo ogni tanto al vicino parco giochi, per qualche acrobazia...
Noi?
Noi abbiamo gareggiato, tra una chiacchera e l'altra, tra una corsa per cercare il nano e l'altra, tra un gioco e l'altro...

Ci siamo sentiti scarsi e vecchiotti ma anche tanto, tanto orgogliosi del nostro ometto.



E poi ci siamo divertiti, abbiamo mangiato bene (grigliata seria, eh!!!) e ci siamo goduti lo spettacolo delle finali, perchè di gente forte ce n'era davvero tanta!!!










Che gesti!