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giovedì 11 febbraio 2016

Carnevale di Ivrea 2016

Essere eporediese significa vivere il Carnevale.
Alcuni (pochi) lo detestano, la maggioranza lo ama e lo attende un anno intero.
Tutti,  alla fine, comunque lo vivono.
Perchè è l'evento dell'anno, che sconvolge la città, la trasforma, blocca traffico e attività, trasfigura e sovverte i ruoli.

Quest'anno, per me, è stato ancora più bello e coinvolgente, perchè alle emozioni che mi trasmette da sempre, si è aggiunta quella di conoscere la Mugnaia, il personaggio femminile principale, l'eroina della città per i giorni di festa, nonchè il Toniotto, ossia il marito della Mugnaia, un amico d'infanzia, e una delle damine della Mugnaia, niente meno che parente.


Non ho potuto vivere il Carnevale momento per momento, come avrei voluto, perchè la presenza del Petit Prince e la necessità di far divertire anche lui e farlo stare anche con i suoi amici di scuola ci hanno costretto a saltellare tra i due Carnevali, però me la sono goduta.

C'e' stata la sera della presentazione della Mugnaia (il cui nome rimane segreto tranne che agli invitati alla presentazione e alla cerchia dei familiari, che lo vengono a sapere con un minimo di anticipo), a cui ho partecipato da vicino per la prima volta.
Solennità, commozione, cerimoniale, eleganza e allegria, insieme.


C'è stato l'orgoglio per la spendida damina..




La piazza gremita, la distesa di cappelli frigi, l'emozione negli occhi della prescelta e degli amici e conoscenti.



L'uscita sul balcone e l'acclamazione degli eporediesi.


L'inizio della sfilata del corteo storico e delle squadre degli arancieri...


 una Mugnaia ed un Toniotto 2016 che migliori di così, non avrebbero potuto essere.

E naturalmente, la battaglia, anche sotto la pioggia battente della domenica e del martedì.
Perchè a Carnevale, gli arancieri, i pifferi e tamburi, il corteo storico, il pubblico: non li ferma niente e nessuno.




Il "mio" Borghetto addobbato a festa, ogni anno in modo diverso e originale ma sempre di rosso e verde vestito.








Le arance pronte, per grandi e piccini..



Il mio piccolo Tuchino impegnato a "ricaricare", tirare e, naturalmente, rifocillarsi!




E anche io, quando lui è tornato a casa con la nonna, vinto dalla stanchezza e stufo di prendere arance addosso, in piazza, a sfogarmi.


Perchè tirare le arance, essere lì, con la tua divisa, tra la gente della tua squadra, uniti dalla voglia  comune di dare battaglia e contemporaneamente fare festa, pronti a tirare con forza, passione, impegno, durezza, precisione, ma senza rabbia, senza cattiveria, è quasi catartico.
Ti prende, ti cattura, ti fa dimenticare la quotidianità, anche i lividi che a volte ti porti a casa.
Ti lascia solo la voglia.
La voglia di esserci l'anno successivo,
quella voglia che si accende nel cuore al primo suono di pifferi e tamburi, nella fredda giornata dell'Epifania, 
quella voglia che il fuoco di tre giorni di battaglia estingue solo temporaneamente.

Perchè il Carnevale è questo, una festa di popolo in cui i ruoli cessano di essere quelli quotidiani, in cui volendo ci si può lasciare andare. 
E ritrovi in piazza i conoscenti, compagni di scuola, di sport, gli amici di sempre, quelli con cui tiravi già da bambina, poi diventati ragazzi come te e poi adulti e ora, tornati magari da luoghi lontani di lavoro e residenza apposta per la feste, nella zona del tiro dedicata ai bambini, con i loro figli, a trasmetter loro la tradizione.


Anche se nei giorni successivi, tocca lavare, strofinare e ancora lavare, divise, stivali, borse e scarpe, con quell'odore di arancia amara un pò asprigna nelle narici che rimane a lungo, sugli abiti, nelle piazze, tra le vie della città.



Anche questo, però, in fondo fa parte del gioco e della magia del Carnevale di Ivrea.


martedì 9 febbraio 2016

Il Mini Carnevale Storico e la mia piccola guardia romana

Giovedi' pomeriggio, come di consueto, il ricciolino biondo ha partecipato alla rappresentazione del Carnevale storico del Paese, dei bambini della sua scuola materna, con l'ausilio dei genitori, degli insegnanti e dei protagonisti del Carnevale "vero" dell'anno precedente.

E' stato un successo, anche quest'anno: i bambini si sono divertiti, i piu' grandi erano emozionati dal ruolo principale a loro assegnato, il ricciolino era piu' consapevole del significato della sfilata e di tutta la messinscena, il pubblico di parenti e amici dei bambini era numerosissimo.

Una bella festa che ha offerto momenti di emozione, orgoglio e partecipazione ai genitori e gioco ai bimbi, in attesa che, questa sera, bruci il diavolo grande appeso al Ponte Romano dall'Epifania !

Le guardie romane, tra cui c'era il Petit Prince di casa, felice di poter disporre di mantello, lancia e scudo!



 I personaggi sono stati presentati uno a uno da questo palco, davanti al Municipio, esattamente come i grandi, per poi sfilare per le vie del Paese.






La Banda Musicale ha accompagnato i momenti salienti della festa..


Fino al rogo del piccolo diavolo preparato dalle maestre!



Inutile dire che era il momento piu' atteso da tutti i bimbi, che in coro scandivano: "Brucia il diavolo, brucia il diavolo, brucia il diavolo !"
E poi, a fare merenda tutti insieme !


p.s. Tra l'altro, quest'anno come ninfa, personaggio femminile principale del Carnevale, tra i piccolio è stata sorteggiata una bimba del Marocco, orgogliosissima, come i suoi genitori, in prima fila a fotografarla. Segno che, se si vuole integrare ed essere integrati ed i numeri non sono eccessivi in rapporto alla popolazione locale, si puo' riuscire bene.

E da voi che mi leggete, esistono tradizioni simili? La scuola organizza feste di Carnevale in piazza ?

venerdì 29 gennaio 2016

Prepariamoci al Carnevale leggendo!

Il Carnevale, per me la festa più divertente ed importante dell'anno, e' ormai alle porte.
Dopo l'uscita di pifferi e tamburi dell'Epifania, dopo la prima uscita dei piccoli Abbà dei rioni, Ivrea si sta preparando alla battaglia, si montano reti, si appendono bandiere, si sparge sabbia per i cavalli.

A Pont St. Martin, il diavolo penzola dal ponte romano già dall'Epifania, alla scuola materna fervono i preparativi per il Carnevale storico dei piccoli, che coinvolgerà anche il Petit Prince, naturalmente, e il vestito in maschera per la sfilata di quest'anno è in arrivo.
E allora, anche le letture devono adeguarsi!




Giulio è un piccolo eporediese (così si chiamano abitanti di Ivrea) che ama il Carnevale e racconta con i suoi occhi di bambino l'attesa della battaglia, le emozioni vissute ed il clima della città nel lungo fine settimana carnevalesco, spiegando come tutti, a vario titolo e nei modi più diversi, partecipino attivamente a quella che è (e dovrebbe sempre rimane) a tutti gli effetti una grande festa popolare, la festa del "popolo eporediese."
Leggendolo, si può avere un assaggio dei momenti salienti del Carnevale e, soprattutto, di ciò che esso rappresenta per Ivrea.



E se state per criticare "lo spreco di arance" del carnevale di Ivrea, mordetevi la lingua ed  informativi prima di parlare, magari anche leggendo con i bambini quest'altro libro, che racconta il viaggio dei "proiettili rossi" dalla Calabria al Canavese e l'importanza del loro acquisto per l'economica dei produttori (perchè le arance vengono comprate e dagli arancieri iscritti alle varie squadre di tiro o dei carri da getto).





Se venite a visitare Ivrea, non dimenticate di visitare il suo Castello e i dintorni: il Canavese è ricco di atttrazioni, tra cui i suoi numerosi laghi e la Serra Morenica.

Soprattutto, però, nei giorni di Carnevale non dimenticate di indossa il berretto frigio. 
Quello originale, non una semplice fascia rossa o un qualunque corpicapo dello stesso colore. Non è lo stesso.






p.s. Potete trovare entrambi i libri in vendita nelle libreria di Ivrea, oppure qui.

E se ve lo state domandando, no, anche questo post non è sponsorizzato, bensì frutto della voglia di festeggiare insieme!