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venerdì 18 maggio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "Ancora dalla parte delle bambine"

Ancora dalla parte delle bambine” di Loredana Lipperini, con prefazione di Elena Giannini Belotti, 

ed. 2007, Feltrinelli, serie bianca, pag. 279



Aspettavo di leggere questo saggio da anni, ovvero da quando è uscito.
E’ sempre stato nella mia lista di letture eppure, chissà perché, non era mai il momento giusto per cercarlo.
Poi con il trasloco la posizione dei miei libri si è rivoluzionata e mi è saltato all’occhio un saggio letto quando ancora aspettavo il ricciolino, o forse prima: Dalla parte delle bambine” di Elena Giannini Belotti.
Mi sono ricordata quanto mi avesse colpita e fatta riflettere e l’ho riletto, questa volta con la consapevolezza di avere tra figli da crescere e un po’ più di esperienza da madre per capire anche quanti sforzi abbia compiuto la mia per crescere una donna “non stereotipata”.

È così tornata la voglia di cercare quello che è una sorta di naturale continuazione di quel saggio (infatti pubblicato con una interessante prefazione della Giannini Belotti), peraltro scritta da una giornalista e scrittrice di cui apprezzo il blog e di cui ho amato, per ciò che mi ha trasmesso, un altro saggio (“Di mamme c’e n’è più d’una”, di cui ho parlato qui).

È stata una lettura appassionante ma anche difficile.
Non perché il testo non sia scorrevole o chiaro. Lo è.
Difficile perché descrive una realtà scomoda, un’arretratezza disarmante, una società che mi spaventa.
L’indagine a tutto tondo della Lipperini esamina dati, statistiche, studi ma anche, soprattutto, contenuti di libri scolastici, letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, blog, programmi televisivi, offerta cinematografica per bambini e il mondo della famiglia, cercando di comprendere che fine abbia fatto il femminismo, la ricerca della parità tra i sessi, l’emancipazione femminile, le conquiste dei decenni antecedenti, ponendo in un luce una realtà sconcertante: le bambine di oggi non sognano in più in grande, come la generazione che le aveva precedute, bensì aspirano a  diventare veline, ballerine, cantanti, ovvero di usare il proprio corpo per un ottenere successo economico e fama mediatica, oppure si ripiegano nell’universo domestico, ancora.

Dalla prefazione di Elena Giannini Belotti: “Gli uomini, un temo certi della loro superiorità, basata sulla nullità e sulla sottomissione femminile, oggi sono disorientati e spesso a disagio per l’emergere della inattesa è fastidiosa soggettività delle donne. Basta poco perché reagiscano aggressivamente, dato che le roccaforti del potere politico ed economico restano tuttora saldamente nelle loro mani: basta che le ragazze siano più brave a scuola, studino meglio e più a lungo di loro, provvedano in proprio alla loro sopravvivenza, vadano in giro sole la notte, viaggino ovunque. basta che rivendichino la propria indipendenza, pretendano di assumere decisioni, prendano l’iniziativa di separarsi da un marito, un fidanzato, un amante, un compagno con cui non vanno più d’accordo. L’autrice riporta alcuni casi di omicidi efferati di donne accaduti di recente nel nostro paese proprio a causa delle loro pretese di autonomia, che si scontrano con il patologico bisogno di possesso maschile, e riferisce che le donne ammazzate dagli uomini sono più di cento ogni anno. Per non parlare degli stupri che si succedono quotidiano. Un massacro che continua nell’indifferenza generale: se accadesse il contrario, cioè se cento uomini venissero uccisi ogni anno dalle donne, ci sarebbero furibonde interrogazioni parlamentari e misure di sicurezza eccezionali, compreso il coprifuoco.
Qualcuno si è mai posto la questione di quanto sia più alto il costo sociale degli uomini rispetto a quello delle donne, a causa dei loro comportamenti? I crimini di ogni genere commessi dagli uomini sono il 95%, quelli femminili il 5%, e in queste proporzioni è suddivisa la popolazione carceraria, e si sa che un detenuto costa più che se fosse alloggiato in un albergo di lusso….
Basta considerare quello che succede a ogni partita di calcio, non solo nelle grandi città, ma ormai anche mi piccoli centri…un costo altissimi, tolto dalle tasche dei contribuenti, comprese le donne, estranee a simili violenze.
Ma c’e dell’altro. La maggioranza degli incidenti stradali è causata da maschi in età dai 18 ai 25 anni che ammazzano se stessi e il prossimo per eccesso o gare di velocità o per guida spericolata  che non rispetta le regole, e se non uccidono provocano mutilazioni e invalidità permanenti……. Qual è il prezzo in sofferenza e denaro di simili misfatti per l’intera collettività? Questa ennesima discriminazione, che scarica anche sulle donne gli alti costi sociali dovuti a patologici comportamenti maschili, non viene nemmeno lontanamente presa in considerazione…”

Soprattutto, però, l’autrice, come già la precedente studiosa, esamina le cause di questa realtà, le spinte ed i modelli che vengono proposti alle bambine fin dalla più tenera infanzia.
Modelli sconcertanti, che noi stesse, donne e mamme di oggi, dovremmo riconoscere e saper filtrare, per non perpetrare la catena della inferiorità di sesso, per crescere individui davvero liberi di trovare il proprio ruolo nella vita, maschi e femmine che siano.

“A monte del reggiseno a vista e delle labbra gonfie che anche la più intelligente delle ospiti di un dibattito si sente, a differenza dei colleghi maschi, obbligata a esibire, c’ è il malinteso concetto per cui un essere umano che ha raggiunto la presunta liberazione dagli stereotipi possa usare i medesimi per divertirsi. Sarebbe bellissimo, se fosse davvero così:……ma giocare con i simboli, e con gli stereotipi, presuppone una consapevolezza così potente e così granitica del gioco medesimo che è molto difficile non restarne scottati.” Pag. 33

Perché “..negli ultimi anni si è smesso di parlare di persone e si è ricominciato a parlare di maschi e di femmine…” , come scrive la Lipperini (pag. 34), perché semplici frasi all’apparenza innocue, scelte quotidiane che sembrano insignificanti, per noi e per i nostri figli, possono diventare macigni sulle spalle delle bambine (e dei bambini), perché serie televisive o cartoni che ci fanno ridere o sorridere, passioni infantili per bambole o giochi che osserviamo con condiscendenza, libri che proponiamo convinta siano innocui, veicolano messaggi sessisti di cui bisogna essere consapevoli, per poterne almeno in parte neutralizzare gli effetti

“Strette in una morsa fra un universo femminile che sembra gratificarsi della propria oscenità e un’altra cospicua parte del medesimo che agita lo spettro moralizzatore della censurata, la nuova bambina - che in quel mondo è comunque immersa anche se guarda solo dvd della Disney - ha quantomeno la sensazione di una confusione crescente nel mondo degli adulti.” Pag. 34

Riferendosi a riviste idealmente destinate a bambine di asilo e elementari, l’autrice spiega come siano studiati per attrarre un pubblico sempre più giovane, facendone precocemente consumatori e usando termini e contenuti copiati dalle riviste per adulte, suggerendo alle piccole lettrici come piacere agli altri e , contemporaneamente, con palese ipocrisia, sottolineando la necessità del benessere interiore.

“Comunque, nelle letture destinate alle bambine di oggi c’e qualcosa di peggio rispetto al modello di virtuosa bellezza che da sempre è loro riservato: è l’identificazione del loro destino con lo scopo, ben misero, di impegnarsi per rendersi piacevoli. Il prima possibile.” Pag. 200

Attenzione, però: l’autrice ribadisce più volte come non vada ne’ demonizzato il mezzo (blog, Facebook , chats, TV, videogiochi ecc.) con cui sono veicolati modelli e informazioni, ne’ al contrario idolatrato, come accade ad esempio con i testi scolastici, bensì sia necessario valutare i contenuti di volta in volta proposti.

Il pericolo maggiore, infatti, è quello di cercare, ancora una volta, facili capi espiatori, anziché assumersi le proprie responsabilità o svolgere un faticoso lavoro di critica e scelta quotidiana.

A conferma, dati recenti dell’Istat ribadiscono che ‘le attività di pulizia e riordino della casa, e quelle relative alla preparazione dei pasti, risultano di competenza quasi esclusivamente femminile (il  90 % delle ore dedicate a queste attività è svolto dalle donne).’ E all'impegno domestico va sommato quell’insieme di oneri che abitualmente non vengono conteggiati, e che Pruna elenca ricordando che in termini economici, secondo uno studio americano, valgono 110.000 euro l’anno. Lo stipendio di un dirigente d’azienda.” Pag. 48

Non manca neppure un’analisi dei problemi alimentari che affliggono sempre più adolescenti e giovanissime, con riferimenti a studi e testi sull’argomento.

Le bambine perfette, sognate da madri rese ansiose dalla nuova implacabile spinta verso l’antico destino di specie (senza che abbiano potuto sperimentare altro fino in fondo), si ribellano.
Anche i bambini, certo. Solo che, ricordano Grimaldi e Urciuoli, i maschi tendono ad agire e a spostare all’esterno il proprio disagio; le femmine sono più portate a indirizzarlo verso l’interno e a focalizzarlo sul proprio corpo. Come è stato suggerito loro da quando sono nate.
In più, il corpo femminile è diventato centrale nella nostra società, e sulle bambine pesa ‘un atteggiamento di giudizio che automaticamente lega il corpo al valore della persona: le ragazze belle sono quelle che hanno successo.’…. Tutto questo è semplicemente troppo. I nuovi adolescenti, scrivono i due psicologi, non hanno più paura di sbagliare eni comportamenti, bensi di non essere all’altezza di quel che viene loro chiesto da quando ricevono in dono la prima Palestrina multisensoriale:’La cosa fondamentale per i giovani adulti di oggi è essere in grado di affrontare brillantemente ogni situazione, offrire sempre un’ottima prestazione e soprattutto concluderla con successo.’ 
E dal momento che sin dall’infanzia sono soprattutto le bambine a essere ingabbiate nell’imperativo della capacità e della diligenza, molte di loro, drammaticamente, si rifiutano.” Pag. 261

In sintesi, un saggio  che merita di essere letto, riletto, meditato.

Questo è il mio consiglio di lettura per il venerdì del libro.


venerdì 4 maggio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: Sophie Kinsella

                                      
"La mia vita non proprio perfetta"
&
"Sorprendimi!"  


di Sophie Kinsella
  
Se c'è un modus operandi nel mio modo di leggere, è certamente l'alternanza tra romanzi di svago, romanzi di spionaggio o legal thriller e biografie/autobiografie, specialmente legate alla montagna o allo sport.
Questo venerdì vi consiglio due romanzi di Sophie KLinsella, conosciuta come l'autrice di "I love shopping" ed altri titoli della stessa serie, che non mi sono piaciuti.
Io apprezzo molto, invece, per i restanti suoi romanzi, di cui infatti scrivo sovente.

Perchè mi piace? Perchè la sua scrittura consente di "staccare" ed evadere, ridere e sorridere, però non in modo frivolo.
L'umorismo e le situazioni esagerate vissute dalle protagoniste, infatti, nascondono sempre, a mio parere, una satira feroce della società attuale, con le sue manie, le sue contraddizioni, le sue mode e i suoi problemi, che siano lo sfrenato consumismo, l'incapacità di intrattenere relazioni durature soddisfacenti, le difficoltà lavorative, i disturbi alimentari o il conflitto intergenerazionale, l'ossessione per il "naturale" e "biologico" ecc.
La scrittura fluida e ironica consente dunque di riflettere, se lo si desidera, e lascia un certo retrogusto amaro, senza però mai deprimere, perchè a trionfare, alla fine, sono sempre l'intraprendenza, l'autenticità e l'amore.

Nel primo di questi romanzi, una ragazza di campagna che vuole diventare una londinese doc in carriera nel mondo del marketing, racconta la sua difficile vita in un ufficio di serpi velenose, capi isterici, appartamenti condivisi, difficioltà economiche e  pendolarismo "da battaglia", fino alla svolta obbligata: il ritorno nel verde del Somerset e un'idea imprenditoriale da sviluppare con successo, tenendo presente quello che piace ai "cittadini".
Ovvero, come ci diciamo sempre anche io e l'Alpmarito osservando i turisti della montagna: avere l'illusione di essere a contatto con la natura ed una vita semplice, rigorosamente "bio", senza rinunciare davvero a nessun dei "comfort" della città, dalla connessione wi-fi alle docce calde, dalla pulizia al cibo preferito. Il tutto sentendosi parte di una élite privilegiata.
Le disavventure della protagonista la porteranno, in realtà, al successo ed all'amore ma solo grazie alla sua intraprendenza e tenacia (e questo non è banale).

Il secondo romanzo invece, prende spunto da una visita medica di routine, affrontata da una coppia proprio nel giorno del loro anniversario di matrimonio.
Il verdetto è più che positivo: spettano loro altri 68 anni di buona salute, tenuto conto delle statistiche.
Fantastico! O no?!? 
Di colpo la prospettiva appare noiosa a Dan e Sylvie, genitori di due gemelle, lavoratori e coppia consolidata, che decidono di correre ai ripari inventandosi delle "sorprese" reciproche per vivacizzare la vita matrimoniale.
Peccato che, rompendo gli equilibri, saranno loro a restare sorpresi (e non in positivo), da incomprensioni e segreti a lungo taciuti.
Servirà aprire davvero gli occhi, andando oltre le immagini idealizzate dei familiari e del coniuge, costruite nel tempo, per ritrovare unità ed un rapporto davvero autentico.

Buone letture!!!

Con questo post partecipo all'appuntamento del venerdi del libro di Home Made Mamma.



 

venerdì 27 aprile 2018

Le letture del ricciolino biondo: i classici dell'antichità per bambini


"Odissea. I viaggi di Ulisse" di Omero, illustrazioni di Tony Wolf, ed. Dami, Giunti Editore, 2007

44 pagine arricchite dalle allegre ed inconfondibili illustrazioni di Tony Wolf, che raccontano il viaggio di Ulisse in nove capitoli, di cui sono protagonisti i personaggi di Omero rappresentanti da aninali: Odiesso e sua moglie, non a ncaso astute volpi, i proci, ovviamente porci, Eumeo, il fedele servitore e così via. 


Un libro che ben riassume gli episodi salienti del viaggio dell'eroe, da un breve riassunto dell'antefatto (la guerra di Troia): lo sbarco nel paese dei Lotofagi, il famossissmo inganno al ciclope Polifemo, la trasformazione in maiali dei marinari sull'isola della maga Circe, le sirenem Scilla e Cariddi, il naufragio sull'isola dei Feaci e l'incontro con Nausicaa ed, infine, il ritorno a casa, il ricongiugimento familiare e la vendetta contro i Proci.
Il ricciolino si è appassionato moltissimo alle avventure di Ulisse che, a distanza di milenni, ancora incantano i lettori.
A mio parere perfetto dai 5 anni.

Terminata la lettura, al ricciolino è sorta la curiosità di scoprire la storia della guerra di Troia, l'Iliade, e poi approfondire il racconto dell'inganno del cavallo di Troia, ordito da Odisseo ( o Ulisse che dir si voglia), tramite due libri diversi:

"Iliade. La guerra di Troia" di Omero, illustrazioni di Libico Maraja, ed. Dami, Giudnti Editore, collana "Miti Oro" , 2013


Un albo illustrato pensato per bambini più grandicelli, poichè più lungo (77 pagine) e utilizzante un lessico molto ricco e preciso, che però, con qualche spiegazione aggiuntiva, ha conquistato anche il ricciolino.
Il suo magior pregio, a mio parere, sono le illustrazioni particolareggiate e mature e la fedeltà del racconto all'originale, pur nella sintesi richiesta dall'albo illustrato, con suddivisione in canti della narrazione.

Temevo che le battaglie ed i lutti di cui è costellata l'Iliade potessero disturbare il ricciolino o che trovasse strano il continuo intervento divino nelle vicende umane, invece mi sbagliavo: ha ascoltato e gustato la lettura come un bel racconto, chiedendo informazioni e ammirando il coraggio degli eroi omerici, senza stupirsi più di tanto della presenza di dei antropomorfi.
I bambini sanno avere molta più immaginazione e fantasia di noi!

Della stessa serie (comprendente anche altri titoli classici e dal prezzo competitivo , 9,90 Euro) abbiamo preso ora in prestito anche:

"Eneide. Le avventure di Enea" di Virgilio, illsutrazioni di Piero Cattaneo, ed. Dami, Giunti Editore, 2013, collana "Miti Oro", pag. 93.


Confesso che ho voglia anche io di iniziarlo, poichè dei tre poemi quello narrante la storia di Enea, il fondatore di Roma, è quella di cui ho meno memoria e che ricordo, all'epoca dello studio, di aver apprezzato meno.
Chissà se, dunque, la lettura in versione sintetica ed illustrata, saprà farmi venir il desiderio di rileggere il poema e, soprattutto, se piacerà al ricciolino quanto Iliade ed Odissea.

Per approfondire la narrazione dell'inganno del cavallo di Troia, abbiamo trovato questo libro, in edizione economica (8 Euro) e tascabile, dalle illsutrazioni stilizzate (non bellissime, per il mio gusto, ma espressive):

"Il cavallo di Troia", di Sabina Colloredo, ed. EL, collana "Che storia!", aprile 2017


Nonostante il titolo, si tratta in realtà di un riassunto sintetico (77 pagine) dell'intera Iliade: dalla storia di Elena e Paride alla conquista della città da parte dei greci, grazie, appunto, all'astuto trucco di Ulisse del cavallo di Troia.


A mio parere perfetto anche come primo approccio, per invogliare i bambini ad una lettura più approfondita dell'Iliade: la scrittura è infatti piacevole e molto scorrevole, con un lessico adatto anche a bimbi di cinque/sei anni.

Per completare il panirama dei classici dell'antichità, leggiamo, in ordine casuale, anche la versine breve di alcuni miti greci, nella raccolta ricevuta in dono per Natale dal ricciolino già un paio d'anni fa:

"Miti greci per bambini",  
narrati da Heater Amery, illustrati da Libnda Edwards, ed. Usborne


16 storie, dal vaso di Pandora al volo di dedaro e Icaro, dal labirinto di Rero e del Minotaur alla storia di Eco e Narciso alle fatiche di Eracle.
La lunghezza di ciascun mito è perfetta per brevi letture serali, accompagnate da piccole illustrazioni vivaci, con testi su sfondo colorato.


Il formato tascabile lo rende comodo da portare in borsa però, a mio parere, la qualità dei riassunti dei miti lascia un pò a desiderare: alcuni sono comprensibili, altri sono troppo estrapolati dal contesto e brevi per cui, se non si conoscono gli antefatti o la storia dei protagonisti, si fatica a comprenderli.

Cambiando periodo storico ma rimanendo sul classico, al ricciolino è piaciuto molto anche:

"La leggenda di merlino e i cavalieri della tavola rotonda",

illustrato da Tony Wolf, ancora una volta una ed. Dami per Giunti Editore, collana "Pimi classici per i più piccoli", 1998 (ma ne esiste una versione più recente), pag. 44.

 


Come di consueto per gli albi illustrati da Tony Wolf, le illustrazioni sono vivaci, allegre e accattivanmti, i protagonisti animali. La lettura è scorrevole e consente di conoscere la storia re Artu', della spada nella roccia e della tavola rotonda, attraverso la voce narrante di Mago Merlino.




E voi, conoscete altre versioni di classici dell'antichità o avete letture a tema da consigliarci perchè ritenete siano imperdibili?
Il ricciolino (ed io) attende i vostri consigli!

Con questo post, torno con piacere a partecipare all'appuntamento del venerdìdel libro di Paola!

venerdì 2 marzo 2018

Le letture del ricciolino biondo: tra draghi gelosi, piccoli cavalieri e fiabe classiche per prime letture autonome

Le letture del ricciolino biondo: tra draghi gelosi, piccoli cavalieri e fiabe classiche per prime letture autonome


Il ricciolino quest’anno ha imparato a leggere autonomamente in stampatello maiuscolo.
Inciampa ancora e la sua lettura è incerta ma, grazie ad una simpatica raccolta di fiabe ed ai libri della Pimpa, da qualche giorno ogni sera è lui stesso ad abbandonare i cartoni per leggere, a me ed ai suoi fratellini, nel lettone, qualche pagina ad alta voce, acquistando così via via maggior sicurezza.
La raccolta in questione è:

 “Io leggo da solo. Le fiabe per primi lettori”, ed. DeAgostini, 2017



Ci è stato regalato a Natale da un'amica insegnante di lettere al liceo, che ha una nipotina poco più grande del ricciolino ed ha colto nel segno.
Le illustrazioni sono vivaci ed espressive, le fiabe classiche, anche se con qualche variazione, sono sintetizzate per non risultare troppo lunghe e scritte, con pagine non troppo piene, in stampatello maiuscolo con caratteri grandi, così da facilitare le prime letture, non annoiare e non far perdere il filo del racconto ai bambini, pur restando complete e non eccessivamente brevi.
Il formato è maneggevole.


La raccolta, che comprende  sei fiabe ( I tre porcellini, La regina delle Nevi, Pinocchio, Cenerentola, Cappuccetto Rosso ed Hansel e Gretel), consente di accedere, scaricando gratuitamente l’apposita App (su App Store e Google Play), agli audiolibro di ciascuna storia e ad alcuni giochini per tablet relativi alle storie, dal riordino delle sequenze, al memory, ad una specie di flipper ecc. E’ inoltre possibile registrare la propria voce che legge la fiaba, per poi farla ascoltare al bambino (o registrare il piccolo lettore).
Insomma, un completamento tecnologico carino che può stimolare la lettura e divertire per qualche minuto (mio figlio non regge molto davanti ad uno schermo, a meno che non si tratti di cartoni!)


Naturalmente, terminata la lettura autonoma, è l’ora di quella della buonanotte di Mamma o papà.


In questo periodo, il ricciolino ama molto le storie di Federico Della Bretella Depantalon, un piccolo e simpatico nobile vissuto nel Medioevo, appartenente ad una famiglia poverissima ma felice, alle prese con avventure che richiedono molto coraggio: una notte nella foresta, a caccia con papà e accerchiati dai lupi, il brigante strappabraccia che ha rapito mamma e sorellina, un torneo di giovani cavalieri e la scuola dell’abbazia, dove si nasconde un segreto. 
Soprattutto, però, Federico deve confrontarsi con Martino, l’antipatico e spocchioso figlio del ricco duca, che gliene combina delle belle e lo prende in giro, chiamandolo con i nomi più strani.
Federico, però, è sveglio è bravissimo a maneggiare il suo spadino di legno e alla fine, trionfa sempre.




Quattro libriccini:
Il segreto dell’abbazia”, 
“La notte dei lupi”, 
“Il torneo di Tristelandia”, 
“Il brigante Strappabraccia”, 
 di Dodier Dufresne e illustrati da Didier Balicevic, Lapis edizioni, di 45 pagine ciascuno, 
proprio carini, da leggere in una sera o due, con un lessico ricercato, arricchiti  un piccolo glossario ed un mini quiz al fondo, per “testare” l’attenzione dei giovani lettori e apprendere nuovi vocaboli.
Consigliato, dai sei anni, a piccoli/e cavalieri/cavallerizze coraggiosi/e!


Restando in tema “cavalieri”, un albo illustrato della casa editrice Babalibri, 2008,

“La principessa, il drago e il prode cavaliere” di Geoffroy De Pennart

Protagonista del racconto è il drago Giorgio, da sempre al servizio della principessa Maria, maestra elementare, e della sua famiglia.
Giorgio è contento del suo ruolo e, quando alla scuola fa improvvisamente capolino un cavaliere, Giulio, farà di tutto per allontanarlo dalla sua principessa.
Peccato che il cavaliere sia davvero coraggioso e, più viene lasciato nei pasticci, più dia prova di grande valore, facendo innamorare Maria!
A Giorgio, non resterà che battere in ritirata, restando a vegliare sulla principessa brontolando.
Dello stesso autore e casa editrice, esiste anche “Giorgio, il drago geloso”, altrettanto simpatico, se non addirittura di più!
Maria sta per sposare il cavaliere Giulio che Giorgio proprio non sopporta, decidendo di scappare dal castello.

Diventerà un attore di film di successo ma si accorgerà, anche, di quanto poco importi di lui ai produttori e di quanto, invece, manchi alla principessa Maria ed al prode Giulio.
Così, alla fine, farà ritorno a casa, dalla nuova coppia.
Due storie insolite, con protagonisti lontani dagli stereotipi e pieni di sentimenti, postivi e negativi, ed efficaci illustrazioni.


Con questo post partecipo al “Venerdì del libro” di HomeMadeMamma.

venerdì 9 febbraio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "L'informatore", "Il libro dei Baltimore" e "Le petit grumeau illustre''"

Eccomi qui, a partecipare di nuovo all’appuntamento ideato da Home Made Mamma, “il venerdì del libro”.

Avrete mica pensato che fossi a corto di letture di cui parlare?
Se sì, vi siete sbagliati perché ne ho tantissime!

Iniziamo dai primi due libri del 2018:

L’informatore” di Jhon Grisham

Io amo i romanzi di Grisham, sia per lo stile narrativo, sempre preciso, accattivante e dal ritmo veloce, sia per i temi trattati.
Di solito si tratta di legal thriller, come in questo caso, ma l’autore si è cimentato con successo anche in altri generi romanzeschi.
L’esito per me è sempre positivo: lettura scorrevole e appassionante.
Questo titolo non fa eccezione.
Gli ingredienti della narrazione sono un giudice corrotto che fa affari con gli indiani e la malavita, due avvocati investigatori appartenenti ad un ufficio statale deputato al controllo della legalità dell’operato dei giudici (che nel sistema statunitense sono eletti, non scelti per concorso), due omicidi, un innocente nel braccio della morte, una spia e due “intermediari”, pronti a svelare un gigantesco caso di corruzione.
Un libro che sicuramente apprezzeranno gli amanti del genere.
***

Il libro dei Baltimore” di Joel Dicker, 
ed. La Nave di Teseo, 2016, pag. 587

Riconoscete l’autore? È lo stesso de “La verità sul caso Herry Quebert”, un successo editoriale che aveva diviso i lettori tra critici ed amanti e che io avevo apprezzato molto ( qui  trovate il mio post sul romanzo).
Il rischio per me, leggendo un altro titolo dello stesso scrittore, era di incorrere in una cocente delusione.
Fortunatamente, non è stato affatto così.
Anche questo romanzo, infatti, secondo me è molto riuscito.
Non quanto il primo, poiché l’io narrante è sempre uno scrittore che parla del suo romanzo, in questo caso incentrato sulla sua infanzia, che racconta con una continua alternanza di episodi presenti e passati: dunque la stessa tecnica già utilizzata nel libro precedente.

Tuttavia non ci si perde affatto e le quasi 600 pagine di questo romanzo, certamente non poche, scorrono una dopo l’altra senza annoiare mai.
Soprattutto, però, il libro è contemporaneamente la storia di una grande amicizia tra tre ragazzi e una ragazza, e la storia di due famiglie, i Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair, con a “capo” due fratelli.
I primi sono ricchi, vivono in un quartiere di lusso e nel lusso, hanno una casa estiva negli Hamptons e sono perfetti (professionisti di successo, gentili, generosi, buoni, belli ed eleganti), osannati dai genitori.
I secondi appartengono alla classe media e, pur vivendo bene e apparendo senza macchia, non brillano quanto i primi e perdono sempre “la sfida” agli occhi dei genitori
Marcus, il protagonista, appartiene i Goldman di Montclair e, inizialmente, ne soffre, vergognandosi a tratti della sua famiglia relativamente più povera. 
Egli non è altri che lo scrittore de “La verità sul caso Harry Quebert”.
Con questo romanzo, Marcus acquista un passato, lo si segue negli anni d’oro dell’infanzia con i due cugini di Baltimore (in realtà non entrambi consanguinei), Hillel e Woody, ed alle prese con l’amore comune a tutti e tre, Alexandra. 
Lo si ritrova adulto, scrittore di successo, e si viaggia con lui nel passato, a scoprire la storia della straordinaria amicizia dei cugini Goldman e i fatti che portarono alla “Tragedia”.
Un evento svelato solo alla fine del romanzo ma che, lo si comprende subito, ha segnato in modo indelebile la vita di tutti i Goldman, ribaltando le apparenze e, soprattutto, l’opinione che Marcus ha di se stesso e della sua famiglia.
Insomma, un romanzo che tiene incollati alle pagine, se anche a voi piacciono le saghe familiari e le storie di amicizia.

Infine, per farsi due risate, un libro a fumetti che mi ha allietato durante gli ultimi giorni dell’anno:

Le petit grumeau illustre’. Chroniques d’une apparenti e maman” di Nathalie Jamard, ed. Michel Lafon, 2009.






Una serie di vignette che si presentano da sole e che raccontano, in modo ironico e, a tratti, tragicamente vero, le piccole e grandi difficoltà delle mamme, soprattutto alle prese con il primo figlio ed i “dolori” delle primipare.

sabato 16 dicembre 2017

Le letture del ricciolino biondo: tra simpatici pirati, sostitute di Babbo Natale, mostri amanti della sporcizia, bambine geniali e ...topigli!

Il ricciolino sta crescendo e ora inizia a leggere qualche parole in stampatello.
Non abbiamo perso il gusto per le letture della buonanotte ma, ormai, accanto ai classici albi illustrati e qualche libretto "da piccoli" che continua ad adorare, il bimbo grande di casa pretende storie un po' più articolate.
Da qualche tempo, quindi, affianchiamo gli albi a letture più lunghe, divise "a puntate".
Ultimamente, le migliori sono state queste:

"Il pianeta dei topigli" di Renata Schiavo Campo, ed. Mondadori, collana "Libro per ragazzi".


Un libro un po' datato (1989), che è stata forse la mia prima lettura autonoma. E' consigliato dagli otto anni ma, se lo leggono mamma e papà, va bene anche prima.
La storia è particolarmente simpatica ed originale, ambientata in un pianeta acquistato da una coppia che, prima del trasferimento, ordina all'apposita " fabbrica" , degli animali da compagnia che creeranno non poco scompiglio, a causa delle condizioni ambientali del pianeta.
Tra l'altro, cibandosi dei buonissimi frutti - torta pasticcera che crescono spontanei nel luogo.
Chiamato a rimediare, l'aiutante inventore che sostituisce il capo in vacanza, combinerà un bel po' di pasticci, combinando specie animali tra loro senza mai chiedersi cosa ne pensino le povere bestie.
Per forutna, il capo inventore tornerà appena in tempo per rimediare, ricompensando gli sventurati proprietari del pianeta e salvando i malcapitati gatti "geneticamente modificati".

"Chi ha rubato la barba al pirata Barbagrossa? " di Bernhard Lasshan, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie bianca, dai sei anni (malgrado purtroppo non sia in stampatello maiuscolo).




Carine le illustrazioni e diversa dalle solite questa storia di pirati bambini che ha subito attratto il ricciolino e che si può leggere sia in due sere, sia tutta d'un fiato.

"Matilde" di Roald Dahl


Ormai un classico, che non ha bisogno di presentazione!
Noi lo abbiamo letto in una collana creata in occasione del centenario dell'amore nascita dell'autore e, mentre per me è stato come ritrovare un piccolo gioiello, per il ricciolino è stato un innamoramento.
La storia gli è piaciuta tantissimo, perché si è immaginato in classe con Matilde, ha avuto paura della sadica direttrice come lei, si è dispiaciuto per la situazione famigliare della bambina e ha riso felice delle sue "vendette", soddisfatto del finale.

Infine, un romanzo di una trilogia conosciuta:
 "Inkiostrik, il mostro dello zainetto" di Ursel Sheffler, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie azzurra, dai sette anni,



Un mostro amante della sporcizia che si nutre di inchiostro che, come "Matilde" , ci ha tenuto compagnia per diverse sere di seguito, portandoci con il suo amico vagabondo per città, campagna, circo e...prigione! Fino al successo del vagabondo come poeta ed alla sua conversione all'igiene e pulizia, non gradita dal piccolo Inkiostrik!

Visto il periodo, voi farti mancare un titolo natalizio? Certo che no!
E allora ecco:


"Mamma Natale" di Marco dI Tillo, ed. Mursia, collana "Il becco giallo"




Un libro illustrato di una serie che ho molto amato da bambina, per le vivaci illustrazioni colorate e, quando si trattava di classici, i sunti ben costruiti.
Anche questo titolo ci ha soddisfatto, con una storia divertente da leggere tutta d'un fiato: Babbo Natale ha la febbre alta proprio la sera della Vigilia ed il medico gli vieta di uscire. Come salvare il Natale? Ecco che Babbo decide di chiedere aiuto alla sorella.
Peccato che Mamma Natale viva in un'isola tropicale, odii il freddo, i vestiti pesanti e soprattutto...i camini sporchi!
Alla fine, comunque, con l'aiuto della renna Camilla e di un amico inventore, riuscirà a portare a termine con successo la sua missione e rendere felici tutti i bambini del mondo!
Con questo post partecipo, con qualche ora di ritardo, all'appuntamento del venerdì del libro di Paola.