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All'inizio dell'autunno, il giardino di una casa mostrava ancora queste splendide fioritture. |
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giovedì 3 novembre 2016
In montagna anche con le nuvole, in Valle di Chaporcher (AO)
lunedì 31 ottobre 2016
#Scintille di gioia (nonché "bignami" degli ultimi tempi) n. 5
La settimana appena trascorsa è stata ricca di impegni, pregna di stress e piena di lavoro ma anche di tanti piccoli momenti di soddisfazione e gioia.
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Foto Di |
Per ricordarli, oggi partecipo all'iniziativa "scintille di gioia" di Silvia.
Ecco le mie scintille:
1. Soddisfazioni sportive. Domenica scorsa ho partecipato ad una gara di corsa di quasi novembre chilometri per beneficienza. Nonostante fossi molto raffreddata, sono riuscita a correre con un tempo molto migliore al mio solito per i primi sei chilometri e, nonostante gli ultimi due, anche a causa di una salita e dell'allegria, abbia dovuto rallentare, sono stata molto soddisfatta di avercela fatta. E poi ho corso con mio padre a fianco per gran parte della gara (era lui a "tirarmi") e condividere una passione con lui mi ha fatto bene.
In palestra di roccia, tra lo scorso venerdì equello appena trascorso, ho chiuso i miei primi boulder verdi della stagione. Probabilmente solo chi arrampica può comprendere ma vi assicuro che vedere che l'impegno costante, seppur limitato ad una volta alla settimana, da i sui frutti, regala una gioia intensa. In più, condivido questi appuntamenti in palestra con l'Alpmarito, il ricciolino biondo, che intanto arrampica a e gioca spensierato, e degli amici. È questo è il massimo
Sempre sul fronte sportivo, i miei tempi nella corsa finalmente migliorano, anche aggiungendo ogni tanto qualche chilometro. Ed è una bella sensazione.
E poi abbiamo pedalato, tutti e tre insieme, in mezzo ai prati e le sterrate, tra le foglie tinte di giallo ed arancione ed i ricci e l'umidità della terra d'autunno, con il sole caldo ad indorare il paesaggio.
2. Gioie materne. Abbiamo riesumato dalla cantina della nonna uno scatolone di Lego "da grandi" appartenuto a me ed ai miei fratelli e io ed il ricciolino biondo abbiamo passato delle ore intense nel ricostruire tante piccole creazioni "vintage". Un ritorno all'infanzia, tra i ricordi, ed un momento di gioco divertente con il mio bambino che mi piace tantissimo (anche perché mi permette di evitare per un po' gli scontri con le macchinine e le battaglie tra supereroi!)
3. Piaceri culinari. E' stata una settimana all'insegna del buon cibo e del buon vino. Il che non va tanto bene. Considerando che la linea influisce un po' sulle prestazioni di cui al punto 1 però, ogni tanto, va bene così!
Abbiamo mangiato dei buonissimi pizzoccheri con cavolo e patate al forno da una coppia di amici, innaffiandolo con vino e chiacchiere, ho cucinato e gustato le prime vellutate di zucca della stagione con il ricciolino biondo e sperimentato una vellutata di cavolfiore e patate che ci è piaciuta moltissimo e che rifaremo presto.
Abbiamo partecipato ad un'altra festa di compleanno di un amichetti del ricciolino, tra patatine e piacevoli chiacchiere, ed avuto amici a cena per una bella polenta (con vino e spazzatino, ovviamente).
Insomma, bagordi.
E poi, soprattutto, ho festeggiato il giorno dei morti (seppur in anticipo, visto che oggi è domani io e l'Alpmarito abbiamo anche da lavorare e lui sarà via) in famiglia, con la fantastica e tradizionale zuppa di cavoli di mia nonna!
Un gusto che non si può descrivere!
Ah, quasi dimenticavo: l'Alpmarito è stato con noi un intero fine settimana! Evento che non si verificava più dalle vacanze estive e dunque degno di nota.
E voi? Avete vissuto Scintille di Gioia?
Se volete partecipare, le regole, tratte dal blog di Silvia, sono queste:
Come fare?
1- utilizzando l'hastag #scintilledigioia condividete con una foto su Instagram, Facebook, Twitter e/o un post sul blog tre momenti felici vissuti la settimana precedente;
2-nominate il mio blog e date le istruzioni su come partecipare;
3- invitate chi volete a partecipare a questo bellissimo gioco;
4- inviatemi i vostri momenti felici alla mail fiorellinosn@gmail.com mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che io non me ne perda nemmeno uno!
venerdì 28 ottobre 2016
"Spy story love story" e "La meccanica del cuore" : le letture di Mamma Avvocato
Dovendo scegliere, direi che quello che mi è piaciuto di più, è il primo, visto che ne ho preferitp lo stile.
"Spy Story Love Story" di Nicolai Lilin
"Sta pensando che la memoria e' un corpo unico, non può essere mutilata, ridotta a pezzettini. O
vive integralmente o muore per intero. Continuano a volare tutti verso l'incognito, le mostre orbite
si intrecciano all'infinito, e la nostra memoria. A quanto pare. Vale quanto una scarica elettrica nel
vuoto assoluto: e' tutto e niente allo stesso tempo." Pag. 248
Di Nicolai Lilin avevo già letto, parlandone sul blog, la trilogia autobiografica composta da "Educazione siberiana" (da cui è anche stato tratto un film), "Caduta libera" ed "Il respiro del buio".
Un romanzo introspettivo, che scava nelle coscienze di Alesa e Ivan, ma nello stesso tempo cattura con il ritmo serrato delle azioni, in puro stile thriller, con un racconto diretto e crudo eppur sentimentale.
"La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu
avevo paura di niente, un cui potevo salire sul missile rosa dell'amore senza allacciare la cintura.
Oggi sono più grande e anche più ragionevole, ma di colpo non oso più tentare il grande salto
verso colei che per me avrà sempre dieci anni...." pag. 138
Con questo post partecipo all'appuntamento del "Venerdì del libro" di Home Made Mamma.
giovedì 27 ottobre 2016
La scuola "giusta": noi siamo stati fortunati
Non che sia possibile un confronto con quella realtà, essendo scontato che nella quasi totalità delle scuole dell'infanzia e dei nidi non accada nulla di simile, ovviamente.
Però ogni tanto mi raccontano particolari di altre scuole materne dove, ad esempio, le maestre non accompagnano i bimbi in bagno, non puliscono loro il sederino, non li cambiano di abiti se si sono bagnati o sporcati (e non parlo dei bimbi di cinque anni ma anche di quelli di tre), non tagliano gli alimenti ai pasti, impongono ai genitori di mandare i figli senza scarpe con i lacci, senza gonne, senza maglie o pantaloni con bottoni, senza collant ecc ecc., per fare meno fatica ed in più non lasciano entrare i genitori nelle aule per prendere o portare i piccoli (non ho capito perché, mi auguro sia una questione di igiene).
Tutte richieste e rifiuti che sarebbero state impensabili nella scuola che io ed i miei fratelli abbiamo frequentato anni fa e, fortunatamente, anche in quella del ricciolino e che vengono motivati con la scusa che le maestre sono educatrici laureate, non assistenti o bidelli.
Proprio la scorsa settimana c'è stata la seconda riunione con le insegnanti dall'inizio dell'anno, con la spiegazione di quello che sarà il "tema dell'anno", le informazioni sulla programmazione ed i progetti che cercheranno di attuare e l'elezione dei rappresentanti di classe.
Una situazione che mio figlio percepisce come ingiusta quanto noi genitori, come ha detto più volte.
E questo non mi è piaciuto per nulla e a nulla è valso parlarne con le educatrici.
Che comprendano che persone diverse hanno approcci diverse, compiono scelte educative diverse e non sempre in sintonia, che tuttavia vanno accettati.
Che capiscano che non sempre si può scegliere, che ci sono tanti sistemi e ambienti a cui bisogna adeguarsi, pur guardando a tutte le regole con spirito critico.
Penso sia importante imparare a confrontare e giudicare ma anche guardare le cose da altri punti di vista, mettersi nei panni degli altri, ascoltare le motivazioni e rispettare anche ciò che non si condivide, quando è necessario.
L'entusiasmo, l'allegria e la voglia di fare si respira sempre.
Anche se sono umane e qualche volta, ai miei occhi, sbagliano.
martedì 25 ottobre 2016
L'Alpe Sitte, ai piedi del Monte Rosa, con un bambino
E per me non c'è nulla di più bello.
Perchè è sul Monte Rosa che ci sono quasi tutti i 4.000 su cui sono salita (anche se il battesimo è stato svizzero).
Perchè vi ho trascorso tantissime giornate estive ed invernali, da bambina.
Perchè è una vallata a sè, come i suoi abitanti !
Quel che è certo, è che ci torno appena posso.
In quanto a passeggiate, c'è solo l'imbarazzo della scelta e probabilmente neppure in tutta la vita riuscirò a percorrere tutti i sentieri.
Alcuni, però, mi piacciono più di altri ed a distanza di anni ho voglia di ripercorrerli, per ritrovare ricorsi, emozioni e sensazioni.
Come questo o il secondo raccontato qui.
O come quello che abbiamo percorso una delle ultime domeniche di inizio autunno.
venerdì 21 ottobre 2016
"Notti in bianco e baci a colazione": le letture di Mamma Avvocato
"Notti in bianco, baci a colazione" di Matteo Bussola
Ho letto questo libro, che vorrei consigliare oggi per l'appuntamento con il venerdì del libro di Paola, dopo aver letto questo post entusiasta di Maria Elena.
Io l'ho letto in pochi giorni e poi riletto con più calma, per assaporarlo.
"Gibran in una nota poesia diceva che i genitori sono come l'arco dal quale, come frecce viventi, i figli vengono lanciati in avanti.
La cosa che Gibran non ha detto è che ogni figlio è una freccia a due punte. Quando la scocchi, la prima punta si allontana veloce da te, seguendo la propria traiettoria in un futuro che non ti appartiene. La seconda, invece, viene scagliata all'indietro e si conficca per sempre nel tuo petto di genitore, per ricordarti che resterai arciere anche senza frecce, e che quel dolore che sentivi incombere come un presagio fin dal suo primo giorno, ora è qui per non andarsene mai più e scandirà il resto della tua vita.
Ogni padre e ogni madre sono accumunati da una ferita che non si rimargina.
Quella ferita è più forte perfino dell'amore che li ha uniti e li unisce. E' ciò che li ha trasformati da amanti in arcieri, da complici in reduci. E quella punta di freccia inestraibile è ciò che permetterà per sempre ai loro cuori, nonostante tutto, di continuare a battere come fossero uno." Pag. 169
giovedì 20 ottobre 2016
Idee regalo (per sè o per gli altri) a punto croce, parte seconda
Vi avevo avvisato che non mi mancano le idee, vero?
Ecco allora altri spunti per piccoli ma preziosi doni...ovviamente anche da fare a se stessi o alla propria casetta, se preferite!
I copri barattoli, per le marmellate, per il miele ma anche, perchè no, per il caffè, il sale, le caramelle ecc.. se possibile da donare insieme al vasetto, meglio se con miele nostrano e/o marmellate fatte in casa con la propria frutta.
Sono davvero rapidi e veloci, basta un po' di tela Aida, nastrini di raso colorati, filo da cucito per l'orlo e matassine da ricamo.I soggetti, di solito in tema con il barattolo, sono proporzionati al poco spazio a disposizione, quindi si lavorano molto rapidamente.
I vassoi, ideali per dare un tocco personale ad oggetti anonimi o per rendere speciale qualunque vassoio e servire con stile.
Insomma, se siete alla ricerca di un regalo a basso costo ma ad alto impatto emotivo, magari per Natale, mettetevi subito all'opera!
Di tempo, cura e cuore ce ne vogliono, ma la soddisfazione sarà grande.
Oppure, semplicemente, create per rendere piu' accogliente il vostro nido.
E voi, avete altre idee per ricamare in cucina o per piccoli doni a punto croce? Se si', fatemelo sapere!!!
mercoledì 19 ottobre 2016
La stanchezza delle mamme #ohmammachestanchezza # stormoms
La stanchezza delle mamme la scorgi nei loro occhi rassegnati la mattina e non c'è trucco o correttore che possa nasconderla.
La stanchezza delle mamme la comprendi dai sospiri e dai gesti affaticati, quando svestono il loro bimbo davanti all'armadietto, per infilargli le ciabattine per la scuola.
E la intravedi in fondo agli occhi, quando si voltano dopo l'ultimo abbraccio o saluto, solo in parte oscurata dall'ondata di affetto e nostalgia che le coglie.
La stanchezza delle mamme è il loro passo pesante, mentre accompagnano i bimbi alla macchina o su e giù per le scale, con la loro cartella sulle spalle e ascoltano il racconto della giornata che irrompe come fiume in pieno o, nonostante tutto, si sforzano di ottenerlo, un racconto.
La stanchezza delle mamme, a volte, è venata di sudore, lacrime e singhiozzi, quando aiutano a preparare i bambini negli spogliatoi, prima del corso di nuoto o danza o calcio, quando non c'è medicina che basti a calmare l'ennesima tosse o starnuto, dopo l'ennesimo risveglio della notte.
È nascosta dietro sorrisi, saluti, carezze, parole gentili, perché il dolore o la delusione che a volte si portano dentro non deve turbare il loro bambino.
La stanchezza delle mamme è quella che le fa crollare in un sonno senza sogni alle nove e mezza di sera, di fianco ai figli, con il libro della buonanotte appoggiato alla meglio sul comodino accanto.
E poi le sveglia alle cinque del mattino, con i pensieri di ciò che ancora va fatto, delle corse della giornata che le attendono, con le liste mentali e le preoccupazioni.
Si intuisce nei gesti meccanici di preparazione dei pasti, nel bavaglino da allacciare, nell'ennesimo pannolino da cambiare, nelle doccia da fare, nelle scadenze e negli appuntamenti da ricordare.
La stanchezza delle mamme emerge dai loro volti, all'uscita della scuola. Quando il sollievo per la fine della giornata lavorativa si mischia alla consapevolezza che non è ancora finita, che la fatica vera deve ancora venire ma, con essa, anche il bello.
La stanchezza delle mamme e' in ogni cambio di respiro notturno, ogni rumore di piedini nudi sul pavimento, ogni richiesta di acqua, bagno, cibo o conforto.
La stanchezza delle mamme la puoi quasi toccare, quando guardi i volti in attesa dal pediatra, un bimbo piagnucoloso o impaziente al loro fianco e la certezza che toccherà di nuovo, ancora.
La vedi nei passi delle neomamma, con la loro carrozzina immacolata e il loro bebè addormentato dentro, sempre quieto e pacifico, finché e purché continuano a camminare.
E poi la senti dalla loro voce, quando rispondono all'ennesimo passante o conoscente, che il loro è un bambino bravissimo ma che: "Si, insomma, come tutti i bambini, a volte non dorme e piange tanto, sa com'è, è normale."
La stanchezza delle mamme la percepisci in farmacia, quando chiedono altre gocce per le coliche prescritte dal pediatra, una crema per le irritazioni vista in pubblicità, lo sciroppo della tosse consigliato dal medico, le pillole omeopatiche sussurrate da un'amica, il rimedio che l'alto giorno al parco quella mamma che sembrava tanto sicura di se' ha nominato e allora forse vuol dire che è il migliore e nel dubbio lo si compra.
La stanchezza delle mamme fa capolino tra i loro discorsi, al parco o fuori dalle scuole, un po' svelata in cerca di solidarietà, un po' nascosta per pudore.
La intuisci al bar, guardando i tavolini in cui gruppetti di madri, quando possono, cercano di affogare il sonno in chiacchiere, risate, caffè o cappuccino, prima di ripartire per i rispettivi impegni.
La stanchezza delle mamme è quella che le fa crollare su una sedia mentre osservano i bambini giocare alla festa di compleanno, una delle tante, pensando a quanto sia ingiusto che a tre/ quattro/ cinque anni abbiano una vita sociale più attiva della loro e nello stesso tempo gongolando di orgoglio materno per il loro bambino così amato.
Ed è la stessa stanchezza che le fa consegnare il bambino con il regalo sulla porta di casa del festeggiato e scappare via veloce, dopo un saluto, quando il figlio è già grandicello. Perché la aspettano ore di libertà preziose e non importa se saranno consacrate alla spesa o i lavori domestici, perché per una volta sarà sola.
La stanchezza delle mamme la riconosci dai libri sull'educazione accatastati sul comodino, dalle lavagne in cucina fitte di impegni, dalle domande intrise di dubbi nei forum e nelle chat, dagli articoli sui siti e sui blog che parlano di maternità.
La stanchezza delle mamme è nei chilometri macinati a piedi, in auto, con i mezzi pubblici, da e per la scuola, per e da i corsi sparsi in giro per quartieri, paesi e lande desolate, da e per riunioni, pediatri, farmacie, negozi di giocattoli e alimentari, scorrazzando se stesse e i bambini nei mille impegni della settimana, giorno dopo giorno.
La stanchezza delle mamme è, spesso e insospettabilmente, il motore di nuotate e corsi di fitness rubati alla pausa pranzo, di corse all'alba nelle città o tra le campagne addormentate, di momenti di yoga serali praticati tra una risposta all'ennesima domanda e un abbraccio consolatorio.
È fatta anche di ricami nel cuor della notte, di torte la domenica mattina, di ore a stirare davanti alla TV, di canzoncine per bambini imparate a memoria o inventate sul momento, di cartoni animati visti e rivisti centinaia di volte.
E' nelle sacche e negli zaini da preparare al volo, nei quaderni e diari da controllare, nella merenda preferita del figlio da acquistare, nei continui rimbrotti e richiami e anche nei no.
Quelli che aiutano a crescere, quelli di cui non si può fare a meno ma anche quelli che scappano quando non se ne può più.
La stanchezza delle mamme non fa distinzioni di età o condizioni economiche o livello culturale.
Colpisce tutte, indistintamente. Chi più chi meno ma con una trasversalità impressionante.
A volte, la stanchezza delle mamme esplode forte e chiara, negli urli isterici, nelle punizioni esagerate, in quello scapaccione di cui si pentiranno per l'intera giornata, nei "basta, non ne posso più!" gridati allo specchio del bagno, nelle litigate con gli automobilisti, le altre mamme, i mariti e chiunque passi di lì al momento sbagliato.
La stanchezza delle mamme spesso è riflessa negli occhi degli insegnanti, degli altri genitori, degli amici, dei passanti che le incrociano.
La stanchezza delle mamme è anche quella delle nonne che, con entusiasmo, amore e generosità ma anche con il peso degli anni di più, corrono in aiuto dei loro nipotini e delle loro figlie o nuore, figli o generi.
La stanchezza delle mamme è fisica ma anche e soprattutto mentale.
La stanchezza delle mamme, in molte famiglie, somiglia tanto a quella dei papà.
La stanchezza delle mamme è amara e dolce allo stesso tempo, dura e persistente come lo strato di ghiaccio perenne in alta quota ma capace di sciogliersi al primo sorriso come la neve al sole di primavera.
La stanchezza delle mamme, forse, è immensa perché immenso è il bene che vogliono ai loro figli.
#ohmammachestanchezza #stormoms