Quest'anno, ben prima che si scatenasse il panico da Coronavirus, avevamo deciso di partecipare attivamente al Carnevale di Pont Saint Martin, sfilando in una delle Insulae, dedicando solo un giorno al Carnevale di Ivrea.
Una decisione dettata dall'età di Orsetto e Principessa (finalmente in grado di sfilare ma non ancora di tirare le arance ma neppure più di stare buoni e tranquilli sul passeggino a osservare noi ed il ricciolino farlo) e dalla compagnia di amici del ricciolino.
Mai come quest'anno, però, avrei voluto essere a Ivrea.
Essere anche io, in Borghetto, nell'unico giorno di tiro, ed in giro per la città, al seguito di Mugnaia e Generale in abito civile, dopo l'annullamento delle restanti giornate del Carnevale.
Non tutti gli eporediesi e gli arancieri sono stati d'accordo con la forma di protesta pacifica che si è svolta tra le strade e le piazze della città. Non tutti hanno apprezzato la disobbedienza all'ordinanza.
Io, per varie ragioni che non starò qui a spiegare, sì.
Invece non c'ero fisicamente (con la testa e con il cuore, però...) ed ero a Pont Saint Martin.
E' andata bene anhche così.
Sfilare è stato bello, così come partecipare attivamente alla festa.
E anche gli altri giorni, quelli dei carri allegorici e dei gruppi a piedi, hanno reso felici i bambini e noi con loro.
Ci siamo stancati, divertiti e siamo stati in compagnia.
Insomma, il Carnevale è stato lo stesso di sempre, a Pont Saint Martin (AO) e la Valle d'Aosta ha continuato a vivere e lavorare come sempre (eccetto per il cospicuo numero di milanesi e dintorni che, a loro volta disobbedendo di fatto alle regole dettate dal Governo, hanno approfittato delle chiusure di scuole e uffici per venire in montagna o al carnevale o a fare incetta di generi alimentari nei supermercati dei dintorni...)
E' stato il Carnevale dell'Insula Lys, per noi...
della corse delle bighe...
dello zucchero filato...
e dei costumi...
delle mimose...
dei coriandoli...
delle parate...
...del carnevale dei piccoli e del rogo del loro diavolo...
ed è stato bello.
Mi sono mancate le casacche verdi e rosse, i corvi neri, i pifferi e tamburi di Ivrea e le arance.
Ho la certezza, però, che il prossimo anno me le godrò ancora più intensamente e con me anche tutti gli eporediesi che amano il Carnevale.
Infine, il mio pensiero va a chi, con l'annullamento, non ha perso solo una festa ma ha subito un danno economico non solo ad Ivrea, ma in giro per tutta l'Italia, forse ingiustificato.