Una delle nostre ultime escursioni è stata una camminata in
Valle di Champorcher, in una zona poco frequentata ma magnifica, che ci ha regalato grandi soddisfazioni... e una bella scarpinata!
Innanzi tutto per i meravigliosi paesaggi, tra bosco, prati, alpeggi, ruscelli da attraversare e con cui giocare e rinfrescarci, e poi ancora cascatelle e ripidi pendii..
Siamo partiti da Outre L'Eve, mt.1230, che si ragggiunge svoltando a sinistra a metà circa della SS che sale da Hone a Champorcher, all'altezza di Mellier e, imboccato il sentiero segnavia n. 4, dopo poco (15 minuti), con una salita poco ripida su una bella mulattiera, abbiamo incontrato l'alpeggio di Porte, indicato come "Tendzon", a 1346 mt.
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Alpe Montaz |
Da li', tra il sentiero di destra e sinistra abbiamo scelto a caso il sentiero di destra, seguendo il
segnavia n. 4F, direzione Vercoche (a sinistra, si andava invece al Lac de Chilet).
Superato il primo capriccio di Orsetto, che ci è valso lo sguardo di disapprovazione di una coppia di giovani escursionisti (chiaramente senza figli) e una piu' ripida salita in un altro bosco, siamo sbucati su un vasto pianoro, attraversato dal torrente Vercoche.
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Alpe Vercoche |
Sosta per giocare con l'acqua, riposare e, naturalmente, mangiare, all'altezza di alcuni alpeggi (questi vuoti) a circa 1880 mt, all'Alpe Vercoche.
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Pianoro e Alpe Vercoche |
Poi, dopo che una coppia nelle vicinanze ci ha sconsigliato di proseguire perchè a loro dire la salita era troppo dura per i bambini e comunque non saremmo mai riusciti a fare il giro dall'altra parte, abbiamo proseguito in direzione del lago, con l'idea di tentare un giro circolare, prima su un sentiero bucolico tra prati e alberi in riva al torrente, quasi pianeggiante,
poi per il
ripido tratto di salita finale, fino ai
2230 mt della fine del pendio, in cui Orsetto ha dato il meglio di sè come piccolo alpinista e Principessa e il ricciolino il peggio, tempestandoci di lamenti.
Un'ora di fuoco che pero' ci ha portati dinanzi ad uno splendido lago, incastonato in una conca tra le montagne: il Lac de Vercoche, mt. 2216.
In un
luogo solitario (dal bivio sopra l'alpeggio degli asinelli al Lac Vercoche abbiamo incontrato tre persone di numero)
e selvaggio, ci siamo immersi nella natura e nel silenzio...
No ecco, il silenzio no, perchè tra i "sono stancaaaa!" di Principessa, le lagne di Orsetto e i "ho male alle gambe, ho sonno, ho fame" del ricciolino, l'ultimo tratto impegnativo di salita è stato davvero snervante.
Pero' lo rifarei mille volte, saro' sincera, per godere dello spettacolo che ci si è aperto sul lago di Vercoche, nella conca omonima.
Invece di ridiscendere dallo stesso sentiero, abbiamo deciso di tentare di prendere la cabinovia in discesa dal versante a lato, ovvero la
Laris - Chardonney e, per farlo, abbiamo percorso un lungo traverso, tra pietraie e sabbietta, ben tracciato e sufficientemente largo da camminare in sicurezza ma a tratti esposto per i bambini (
segnavia n. 5).
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La linea dritta che si intravede tagliare il pendio a metà altezza, è l'ultimo tratto di sentiero esposto |
In cima, appena sotto la
Bec de Laris, ammirato "l'ometto" segnavia con le pietre, ci siamo accorti che ci mancava una ripida discesa su sentiero su roccia instabile, fino ai prati ed alle stazioni degli impianti sciistici di Champocher.
Vista magnifica e un solo altro escursionista incrociato.
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Il lac de Vercoche nella conca visto da sotto la Bec de Laris |
Purtroppo, per quanto il sentiero fosse ben tenuto, le mie ginocchia doloranti e la stanchezza dei tre piccoli escursionisti, nonchè la sete che ci ha portato a frequenti soste, ci hanno fatto perdere per un soffio (10 minuti), l'ultima discesa.
E quindi un'altra ora, originariamente non prevista, ad aggiungersi alla
salita ed alla precendente discesa, giu' per la stradina che
costituisce d'inverno la pista di sci di rientro.
A quel punto l'Alpmarito ha dovuto prendere a spalle a turno Principessa
ed Orsetto ma il ricciolino era tornato baldanzoso e in piu' abbiamo
incontrato due belle marmottine uscite per un giretto tra i prati dopo
il rientro a casa degli escursionisti (tranne noi e un altro gruppetto).
Siamo arrivati a Champorcher, loc. Chardonney, 1510 mt, che erano ormai le 19,00, con i bambini molto stanchi.
Abbiamo quindi optato per una pizza sul posto, con l'idea di aspettare poi al parco giochi che l'Alpmarito scendesse a recuperare l'auto a Outre L'Eve e risalisse a recuperarci.
I bambini, pero', tra pizza e giochi alla vicina fontana, avevano recuperato energie e non hanno voluto saperne di aspettare senza il papà.
Cosi' ci siamo rimessi tutti in cammino per un'altra scarpinata (in discesa almeno) nell'ultima mezz'ora di luce, niente meno che sul
Sentiero degli Orridi del torrente Ayasse (segnavia 2/4H da Chardonney, ma dopo il primo tratto in piano che costeggia il torrente, bisogna prendere il bivio per "Sentiero degli Orridi" per non trovarsi sul sentiero che collega l'alpeggio Porte con Champorcher, ovvero il 4H)!
300 mt di dislivello negativo facile e ben tracciato ma ripido e un po' scivoloso.
Tra l'altro, il torrente Ayasse è lo stesso che, scendendo, si puo' ammirare con le sue gole e salti nel
"Giro dei 6 ponti" di Pontboset, ove si trova l'orrido di Ratus (
qui il racconto della nostra escursione) e nel sentiero "
Le tre goye di Hone" (ne ho parlato
qui) da Hone.
Sono certa, comunque, che sul momento Orsetto e Principessa abbiano rimpianto la loro scelta.
Siamo arrivati all'auto camminando a passo sostenuto in discesa, con i bambini allo stremo che sono crollati immediatamente in auto e il buio sopraggiunto poco dopo.
Inutile aggiungere che a quel punto sulla strada del rientro non c'era piu' traffico, nonostante fosse domenica sera!
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Artanzia minore, astrantia minor, pianta montana rara in vda perchè predilige terreni calcarei. |
| Io l'adoro. |
Bilancio dell'avventura:
oltre 1000 mt di dislivello positivo,
piu' di 4 h di camminata in salita (ma con due bimbi di tre anni che si sono fatti prendere a spalla a turno solo negli ultimi 100 mt di salita, per cui calcolate 3 h),
crica 2 ore e mezza in discesa,
12 h totali fuori casa
e paesaggi ancora in gran parte sconosciuti (almeno d'estate) e molto belli.
p.s. Dopo tanta fatica, eramo convinti che il giorno dopo i bambini avrebbero fatto storie ad alzarsi per il centro estivo e che per un po' avrebbero storto il naso al pensiero di andare a camminare in montagna, invece alle 6.30, puntuale come un orologio svizzero, Principessa era in piedi, seguita alle 7.00 dai due maschietti di casa.
E il fine settimana dopo, alla proposta di andare in montagna dallo zio per fare un'altra passeggiata, non hanno neppure protestato, anzi.
Io, per contro, ho avuto male alle gambe per tre giorni!