mercoledì 27 maggio 2015

Una grotta da Guinness dei Primati (la Grotta Gigante) e le osmize

Durante la nostra Pasqua in Friuli, abbiamo avuto l'occasione di visitare una meraviglia della natura:

la Grotta Gigante di Sgonico, in provincia di Trieste
e poi di rifocillarci in una caratteristica osmiza

Dopo le bellissime grotte di Toirano e l'apprezzamento dimostrato dal ricciolino biondo di casa e dopo aver ammirato, non ancora mamma, le grotte di Postumia, non potevamo certo farci sfuggire questa altra grotta !

A pochi chilometri da Trieste, vicina alla panoramica strada costiera ed al Castello di Miramare, questa grotta calcarea, nel cuore del Carso triestino, di 10 milioni di anni, è profondissima  (la base di trova 156 metri sotto il la superficie e in un punto, non visitabile, raggiunge quasi il livello del mare, dopo una discesa di 160 metri).
La visita fa fare un dislivello di 101 mt, con ben 500 scalini (abbastanza scivolosi, perchè l'umidità è al 96%) per scendere e .....altrettanti per salire!

Se avete un bimbo, perciò, mettetevi e mettetegli scarpe comode o contate, se è piccolo, di avere uno zaino porta bimbo o di mettervelo a spalla.
Vi assicuro, però, che ne varrà la pena perchè vi troverete dinnanzi ad uno spettacolo magifico, che le foto rendono solo in minima parte.




La visita è guidata, in gruppi purtroppo numerosi (perciò è difficile sentire le spiegazioni), però c'è tempo per guardarsi intorno e osservare..

"La parte più imponente della cavità è rappresentata dalla Grande Caverna, una camera sotterranea di forma ellissoidale alta 98,5 m, lunga 167,3 m e larga 76,3 m, il cui fondo si trova a 115 m sotto la superficie e circa 160 m sopra il livello del mare. Per le sue eccezionali dimensioni la Grotta Gigante è stata inserita nel 1995 nel Guinness dei Primati come grotta turistica contenete la sala più grande al mondo”.



La particolare forma e l’enorme volume della Grande Caverna sono probabilmente dovuti alla fusione di due antiche gallerie sovrapposte. Sarebbe infatti crollato in epoche remote il pavimento di roccia che separava due distinte cavità, dando origine all’unica enorme sala oggi esistente." (dal sito ufficiale della Grotta Gigante, dove trovate tutte le informazioni utili per la visita)


 Le stalagtiti e le stalagmiti sono affascinanti !
Quanto ai tubi di plastica trasparenti che vedete nella foto, sono lunghi 95 metri e proteggono fili d'acciaio che, fissati alla roccia del soffitto, tengono sospesi due pendoli geodetici che misurano el inclinazioni e oscillazioni delle roccie, amplificandole di 40.000 volte e quindi consentendo di percepire anche movimenti per noi assolutamente impercettibili.
I dati vengono raccolti dall'Università degli Studi di Trieste e consentono di studiare terremoti, maree terresti, oscillazioni libere della Terra, fenomeni idrologici e deformazioni termiche.
Inoltre, sono collegati ad un sismografo che fa parte della rete di rilevazioni dei terremoti del Nord Italia.

Sullo sfondo vedete le scalinate per salire, a zig zag...non male, vero ?



 Quasi alla fine della salita (le scale sono protette da reti metalliche), si trova un belvedere, da cui affacciarsi sui 95 mt del fondo della grotta.
La temperatura interna è costante a 11 gradi ma a salire...si suda, anche considerando l'umidità !!
All'ingresso dell'area si trova la biglietteria ma anche un centro di accoglienza dei visitatori ed il museo speleologico dove ingannare l'eventuale attesa (noi siamo arrivati appena prima di una visita e quindi non lo abbiamo visto), in mezzo ad un'area verde. Poco lontano c'è anche un bar ristoro.

Io, però, dopo tanta fatica, vi consiglio di andare a cercare un'osmiza o osmizza, come abbiamo fatto noi!

Cos'è? Una sorta di osteria tipica friulana, cantina o locali dove si consumano prodotti del luogo, si beve vino locale e si fa  quella che in Piemonte si chiama "merenda sinoira", una cena/pranzo - merenda, con piatti semplici ma super saporiti.

Il nome dereva dalla storia, addirittura all'epoca di Carlo Magno, quando l'Istria e Trieste (all'epoca Tergeste) entrarono a far parte del Regno Franco. Pare che Carlo Magno concedesse ai viticoltori di vendere direttamente il loro vino segnalando tale attività con l'esposizione di una frasca di edera e cos' anche in epoca mediovale.
Poi, nel periodo di dominazione sburgica, alla fine del 1700, un decreto permise agli agricoltori di vendere vino sfuso e generei alimentari prodotto in casa, senza dazi, per un periodo di otto giorni per volta,
 Il termine osmizza (in sloveno osmica - pronuncia: osmizza) viene da osem che significa “otto” e indicava la durata della concessione del periodo di apertura, di otto giorni appunto, delle osmizze.




Anche oggi le cantine del Carso non sono sempre aperte, poichè il periodo di apertura consentita è legato alla produzione di vino.
Quindi conviene accertarsi delle aperture (ad esempio, qui).
Anche in questo caso, devo dire che ne vale la pena!!!


 Il vino era ottimo, era "terrano", un vino DOC della provincia di Triste e del Carso della Gorizia, nonchè della zona di Sesana, in Slovenia,  dal sapore robusto, come piace a me.
Si sposava con i piatti semplici e buonissimi !


Il locale, con panche e stufa a legna, faceva sentire a casa.
Inoltre, la tranquillità di questi luoghi li rende apprezzabili anche dai bambini, come il cibo.





Noi, con la scusa che fuori pioveva e faceva freddo e avevamo percorso 1000 scalini, ci siamo lasciati un pò andare con cibo e vino, nonchè con chiacchere in compagnia (il gruppetto di ragazzi vicino a noi avranno pensato che eravamo due madri, io e mia cugina, snaturate!!).ù

E comunque, questo viaggio mi ha convinto una volta di più che l'Italia in fatto di cibo e vino è al top  (e pure a bellezze naturali, non è certo messa male!!!).





lunedì 25 maggio 2015

Domeniche in montagna, dove si nasconde la serenità: da Donnas a Verale (AO) ed a Albard di Bard

Ieri abbiamo fatto la nostra terza escursione non invernale della stagione (per dire estiva, è ancora presto).

Non nascondo che dedicare la domenica alle passeggiate in montagna, da quando c'è il nostro biondino è molto faticoso, anche psicologicamente.
Il difficile inizia già nella scelta della meta: non troppo in alto, non troppo freddo, non troppo lunga, con sentiero non troppo esposto e possibilmente, con qualche distrazione sul cammino o all'arrivo, che si tratti di un parco giochi vicino al posteggio dell'auto, di una cappella votiva o un borgo suggestivo, da trasformare nella casa di magici amici, di mucche al pascolo o di un bel panorama, di ruscelli da attraversare in modo avventuroso o alberi secolari da scoprire.

Perchè portare un bimbo in montagna significa innanzi tutto adattarsi a lui, ai suoi ritmi, alle sue capacità ed alle sue gambette, e poi distrarlo continuamente.
Perchè i bimbi non si stancano, semplicemente si annoiano se non stimolati.

Poi bisogna preparare gli zaini, vestirsi, fare colazione, preparare l'occorrente per i panini e infine, se tutto va bene, dopo un'ora e mezza di preparativi, si potrà salire in auto.

Al ritorno poi, la faccenda si complica, perchè dopo aver disfatto gli zaini, c'è la cena o la merenda da preparare e la doccia per tutti che ci attende, oltre alle normali incombenze domestiche.

Mi chiedo spesso se ne valga la pena, se non sia meglio limitarsi a fare due passi dietro casa o stare in casa a godersi il divano o il tappeto con i giochi.
Immancabilmente, però, quando mi trovo sul sentiero, la risposta è sempre SI', ne vale la pena.

Volete sapere perchè? La risposta è nelle foto che ho in casa, quelle in cui sorrido felice, con amici, con mio figlio, con l'Alpmarito.
O sono in viaggio o sono in montagna.

Perchè è lì che trovo più facilmente la mia dimensione, che trovo me stessa, anche se attraverso la fatica e la scomodità.
Perchè è lì che percepisco la libertà, quella di scegliere dove andare, cosa fare, chi essere.
Perchè è lì che ciascuno è solo se stesso, con i propri limiti, le proprie capacità ed il proprio carattere e le sovrastrutture sociali possono essere lasciate indietro.
Perchè siamo nati per muoverci, per toccare, per esplorare.
Anche a tre anni.



Perchè le piccole fragoline selvatiche sono infinitamente più buone di qualsiasi grossa fragolona coltivata.



 Perchè qualunque ramoscello caduto, è meglio di qualunque spada di plastica.

 Perchè una cappella votiva su un roccione,
in mezzo al bosco,
significa che in quel luogo, uomini vissuti anni A.C., andavano a pregare la Dea Madre. E la spiritualità si respira davvero.

Ed è meglio di qualunque parco divertimenti. Basta giocare e osservare il mondo con occhi curiosi.

Donnas (AO)

Magari cercando di individuare dall'altro la propria casa, la propria scuola,  in mezzo alle altre.

Osservando il colore del cielo, le foglioline di diversa forma e colore, la meraviglia dei fiori primaverili...
Donnas e Pont Saint Martin (AO)


la vita in tutte le sue forme...


ed in tutti i suoi colori..


A volte prende un pò di nostalgia, pensando che non tanto tempo fa, forse giusto due o tre generazioni prima di noi, questi luoghi erano pieni di vita, gioia, calore, speranza, fatica, dolore, risate, tristezza...pieni di vita umana.

E ora sono abbandonati, in nome di un progresso che non è sempre tale.






"Grazie montagna per avermi dato lezioni di vita, perchè faticando ho appreso a gustare il riposo, perchè sudando ho imparato ad apprezzare un sorso di acqua fresca, perchè stanco mi sono fermato e ho potuto ammirare la meraviglia di un fiore, la libertà di un volo di uccelli, respirare il profumo della semplicità, perchè solo, immerso nel tuo silenzio, mi sono visto allo specchio e, spaventato, ho ammesso il mio bisogno di verità e amore.
Perchè soffrendo ho assaporato la gioia della vetta percedendo che le cose vere, quelle che portano alla felicità, si ottengono solo con fatica. E chi non sa soffrire, mai potrà capire."(Battistino Bonali).



Sullo sfondo, il forte di Bard



Info: siamo partiti da "Albard di Donnas", raggiungibile imboccando la strada che sale dietro il Municipio di Donnas, dalla statale che collega Donnas ad Aosta (seguite i cartelli), per poi parcheggiare ad Albard, dove si trova anche questo bel parco giochi, con tanto di fontana di acqua fresca e panchine...

 Si imbocca la sterrata, che presto diventa sentiero, per "Verale", che si raggiunge in circa un'ora e mezza di salita (noi ne abbiamo impiegate quasi due con il ricciolino biondo).

Superato il borgo fotografato, si giunge in poco tempo ad un bivio, si può proseguire verso la cima oppure scendere ad Albard di Bard nel bosco, per poi rientrare alla macchina seguendo i tornanti della strada asfaltata in discesa, così da effettuare un percorso circolare.

Oppure si può ridiscendere dalla stessa via della salita.
Se vi servono altre informazioni, sarò felice di fornirvele!


"Ogni cima che raggiungi, non è altro che una tappa intermedia." (Seneca)




venerdì 22 maggio 2015

"La famiglia cacca" , dieci pinguini, dolci mostri e, ancora cacche !


Oggi, per il Venerdi del Libro, ho voglia di parlare di quattro libri per bambini.

Il primo, è una simpaticissima scoperta che abbiamo fatto al Salone del Libro di Torino.



C'era una volta una famiglia di...cacche ! Che però mangiavano le verdure e quindi erano molto forti, dei campioni....

Al mio ricciolino biondo è piaciuto moltissimo, anche perchè originale, maneggevole e dalla storia semplice ma carina.

Per i bimbi che hanno problemi con le verdure e con certi vocaboli!!!


Il secondo è un pop-up per imparare a contare, illustrato benissimo, con protagonisti dieci piccoli pinguini e...finale a sorpresa !!!


Lascio parlare le immagini...




Il terzo è il famosissimo "Chi me l'ha fatto in testa ?"
A me è piaciuta molto, questa talpa che si trova a investigare sulle cacce (tanto per restare in tema) e così facendo scopre che non tutti gli animali "la fanno uguale".
Divertente  ed istruttivo, anche se devo ammettere che il nano non ne è stato affatto entusiasta.




E per i più piccoli, un libro cartonato che mio figlio continua anche adesso, ogni tanto, a prendere in prestito in biblioteca o farsi leggere, segno che lo ha molto colpito.
Io lo trovo molto tenero !!!



Che ne dite ? C'è ne sono per tutti i gusti, vero ?