mercoledì 5 aprile 2017

Alpe di Siusi: escursione circolare alla Bullaccia. Alto Adige: cronache di viaggio

Il nostro viaggio in Alto Adige della scorsa estate è stato un'alternanza di musei, bicicletta ed escursioni.
Che siamo una famiglia che ama la montagna, in inverno ed in estate, credo sia ormai noto.
Non ci limiato, però, alle vicine Alpi e quando possiamo esploriamo anche le Dolomiti.

Così, in vacanza in Alto Adige, non abbiamo potuto esimerci dall'andare a vedere la famosa  
Alpe di Siusi.


Dopo aver parcheggiato a Siusi (1.000 mt), abbiamo preso la funivia del Compaccio, arrivando a quota 1850 mt in pochi minuti.


Purtroppo, a dispetto delle nostre intenzioni, l'ora non era proprio l'ideale, dal momento che erano già le 11 passate (d'altro canto, eravamo partiti da Bolzano, che non è proprio dietro l'angolo) e, nonostante fosse l'inizio di settembre, facesse molto caldo.

Tuttavia la giornata era troppo bella per non sfruttarla e non cercare di allontanarci dalla folla e dall'eccessiva urbanizzazione, che secondo noi un pò deturpa lo straordinario paesaggio offerto dall'Alpe Siusi (pur essendo funzionale al turismo di massa  sul quale molti vogliono comprensibilmente vivere).

La vista, davvero magnifica, spazia dal Sassopiatto e Sassolungo, due formazioni rocciose suggestive e maestose, su cui io e l'Alpmarito eravamo saliti con ferrate e attorno a cui avevamo girato con  amici nel corso di una settimana di vacanza nel periodo "ante ricciolino"...


...all'altopiano dello Sciliar, anch'esso già visitato nella scorsa occasione.


Riempiti gli occhi di cotanta bellezza, zaino in spalla, ben rifornito di panini, acqua e crema solare, siamo partiti per compiere
 l'escursione circolare sull'altopiano della Bullaccia ( Puflatsch)
segnalata prima con n. 14 e poi con il segnavia "PU"





1) Da Compaccio, anzichè percorrere il sentiero 14, noi  abbiamo subito deviato verso la stazione a monte della cabinovia Bullaccia Gondola, ove vi è un ampio ristorante, per raggiungere la piattaforma panoramica posta appena sopra. Il percorso è una vera e propria strada sterrata, chiusa al traffico ma comoda anche per i passeggini e quasi pianeggiante.

2) Poi siamo tornati verso il sentiero segnavia "PU", ben visibile, per salire alla Filln Kreuz (mt. 2.130), ovvero la croce di Filln, anche in questo caso tramite una carrozzabile ampia.
Fino a questo punto l'affollamento non accennava a dominuire, anche perchè il dislivello da Compaccio  è minimo (circa 200 mt) e dunque è un percorso adatto a tutti.

3) Dopo una sosta, siamo ripartiti lungo il costolone dell'altopiano (segnavia PU), alla volta della "Panca delle streghe", un punto panoramico che prende questo nome dalla leggenda secondo cui l’immensa schiena dello Sciliar era un’amato punto d’incontro per queste streghe. Le panche delle streghe sono infatti delle speciali formazioni di roccia che hanno la forma di una poltrona con bracciolo e schienale, situate proprio in quel punto, sopra Bullaccia
Il dislivello è sempre minimo anche in questo tratto ma il numero dei turisti aveva già iniziato a diminuire, nonostante ne valesse la pena!


Se fino a quel punto la passeggiata è fattibile anche con passeggini adatti a sterrato, da lì in poi, come si vede nella foto, la strada diventa sentiero, seppur molto ampio e privo di pericoli per i bambini.

3) Superata la vicina Goller Kreuz, Croce Goller, nei pressi della quale abbiamo consumato il nostro pic nic,  siamo dunque giunti all'Arnika Hutte, perfetta per una pausa caffè (o pranzo, a giudicare dal numero di avventori), anche per il parco giochi annesso.


4) Poi il sentiero si è fatto per un tratto di nuovo strada sterrata, conducendoci, sempre seguendo il segnavia "PU", alla Puflatschhutte ed, infine, riportandoci al punto di partenza, tra boschetti (finalmente, dopo tanto sole e tratti aperti!), ampi prati e baite ben tenute, con un sentiero a tratti più ripido ma anche una vegetazione più rigogliosoa e variegata.




Superata la panca delle streghe e, soprattutto, dopo l'Arnika Hutte, non c'era praticamente più gente a percorrere il sentiero, che pure regala scorsi bellissimi.


5) Dalla baita Puflarschhutte, seguendo il segnavia 14, siamo infine rientrati alla stazione di arrivo della cabinovia del Compaccio, pe rientrare, a malincuore, a Siusi.


Nel cuore e negli occhi, le immagini di montagne magnifiche e di una bella passeggiata.

Info pratiche: il  dislivello in salita è minimo e la quota non è elevata rispetto a quella abituale delle escursioni nelle Alpi (max. dislivello 2174 mt.) però l'escursione è piuttosto lunga come sviluppo (leggendo sui vari siti turistici della zona ho letto distanze dai 7,5 km ai 10 km perchè si possono anche accorciare alcuni tratti, ad esempio evitando la nostra deviaziono o le panche delle streghe): i cartelli indicavano un totale di 3 ore, noi ne abbiamo impiegate 4, compresi, però, pic nic e diverse soste, sia per godere del panorama, sia per far riposare e giocare il ricciolino, sia per merende e spuntini, sia per scattare le 200 fotografie che mi sono portata a casa!

Dunque una passeggiata adatta anche ai bambini piccoli, purchè che camminino un pò e senza passeggino (che si può comunque usare fermandosi all Filln Krauz o alla Panca delle Streghe). 

Unici aspetti negativi? 
L'affollamento, nonostante fossero i primi di settembre, per il primo tratto di gita; l'assenza di fontane e corsi di acqua che, in una giornata caldissima e in un'estate particolarmente arida come la scorsa, avevano reso il paesaggio poco verdeggiante e decisamente brullo; il caldo davvero notevole perchè, appunto, l'escursione è praticamente per intero sotto il sole.
E' quindi necessario portarsi una buona scorta di liquidi, crema solare e cappellino!

Noi ci siamo portati il pranzo al sacco perchè non sapevamo cosa avremmo trovato e fin dove il ricciolino avrebbe camminato. Tenete comunque presente che il costo della cabinovia non è indifferente (Euro 32 andata e ritorno due adulti, il ricciolino era ancora gratis), quindi può essere anche un modo per risparmiare. In alternativa, però, c'è abbondanza di punti ristoro tra cui scegliere!

Rientrati a valle, merita una passeggiata nel piccolo centro di Siusi, raggiungibile dalla cabinovia in 5/10 minuti a piedi, attraversando il ponte (via ben segnalata, comunque).





Insomma: una meta troppo gettonata per i nostri gusti un pò da "montanari solitari" ma che vale davvero una visita e una o più escursioni, dal momento che, partendo dall'Alpe Siusi, vi è l'imbarazzo della scelta, sia in direzione  Monte Piz, verso il lato che affaccia su Sassopiatto e Sassolungo, sia in direzione Giogo, sul versante che guarda lo Sciliar, nonchè nella direzione Bullaccia (che si erge sopra la Val Gardena) che abbiamo preso noi!

N.B. Il post NON è sponsorizzato.

lunedì 3 aprile 2017

#Scintille di gioia n. 7 (03.04.2017)

Sono settimane frenetiche e piene, purtroppo non tanto di impegni piacevoli.
Non sono mancati, tuttavia, momenti di felicità.
Così, questo lunedì, è questi utlimi che voglio ricordare!

Immagine dal web, foto di Robert Doisneau


1- una sera dopo la scuola il ricciolino mi ha accompagnato alla visita allergologica e dopo ci siamo fermati in città a mangiare al McDonald's (lui, io ho preferito soprassedere). Era contento, visto che per lui sono occasioni più uniche che rare. Soprattutto, però, siamo stati bene, io e lui insieme;

2- ho chiaccherato molto con altri genitori, sia una sera, in cui una coppia con un bimbo che ha molto legato con il ricciolino ultimamente, si è fermata a farlo giocare in giardino con noi e a cena, sia in occasione di una bella manifestazione sportiva "La festa del ciclismo" che il club sportivo che aveva frequentato lo scorso anno il ricciolino organizza per tutti i bimbi in questa stagione, a coronamento di tre mattinate di corso e giochi in bici offerti gratuitamente.
Ha diluviato ma i bimbi sono stati insieme e si sono divertiti comunque e noi genitori abbiamo "ciacolato" (ovvero chiaccherato) piacevolmente.
E poi il ricciolino aveva la sua bicicletta nuova (per lui), con gli ammortizzatori davanti ed i cambi funzionanti e ne era entusiasta!

3- domenica scorsa il ricciolino ha potuto indossare la sua divisa da running nuova, dono del nonno patito, e fare una garetta, anche se sotto il diluvio (come al solito!). Era così felice di sfoggiarla e del "pacco gara" che è valso il sacrificio dell'alzata mattutina a orario improbabile (anche per via del cambio dell'ora!).E poi è stata l'occasione per salutare un'amica che abita in zona!

4- infine, ieri abbiamo festeggiato con un pò di anticipo il compleanno dell'Alpmarito, con regalo pensato e scelto dal ricciolino con cura e amore, pasticcini portati da mia madre, pranzo in famiglia e...un bel pomeriggio alla mostra fotografica "Icones" di Robert Doisneau  al Forte di Bard (fino al 01.05.2017), solo io e l'Alpmarito, mentre la nonna ed il ricciolino visitavano il Museo delle Alpi.

Una mostra davvero ben fatta e allestita con maestria, per quel che è il mio parere di non addetta ai lavori, con fotografie che mi hanno messo il buonumore e fatto riflettere, oltre che un'occasione per stare un'ora io e lui, visitando con tutta calma!
E poi, gli scatti di Doisneau, il più celebre del quale è sicuramento "Le baiser de l'Htel de ville", sono vere opere d'arte, impossibile non rimanere incantati!
I miei preferiti sono stati questi.

Immagine tratta dal web, foto di Robert Doisneau

Immagine dal web, foto di Robert Doisneu


"Scintille di gioia" è una (buona) idea di Silvia. Queste le regole per partecipare!



Come fare?
1- utilizzando l'hastag #scintilledigioia condividete con una foto su Instagram, Facebook, Twitter e/o un post sul blog tre momenti felici vissuti la settimana precedente;
2-nominate il mio blog e date le istruzioni su come partecipare;
3- invitate chi volete a partecipare a questo bellissimo gioco;
4- inviatemi i vostri momenti felici alla mail fiorellinosn@gmail.com mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che io non me ne perda nemmeno uno!"

venerdì 31 marzo 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "L'invenzione delle ali" di Sue Monk Kidd

 "L'invenzione delle ali" di Sue Monk Kidd,

 ed. Mondadori, pag. 393, Euro 20,00


Ho preso in prestito questo libro in biblioteca su consiglio di Stefania, che ne aveva parlato benissimo, pur evidenziandone l'avvio un pò lento e la mole considerevole.

A me è piaciuto moltissimo ed ha catturato la mia attenzione fin dalle prime pagine, dal momento che adoro le storie che abbracciano un arco lungo della vita dei protagonisti, nonchè i romanzi storici.

Il fatto che fosse lungo, poi, mi ha rassicurato: iniziare un bel romanzo e divorarlo in poche ore può dare un senso di delusione molto forte, perchè vorresti stare in compagnia dei protagonisti ancora un pò!

Il libro racconta la storia del legame tra due bambine, poi ragazze e donne, molto diverse da loro. Un legame che può essere definito amicizia, in cui certamente vi è affetto ed interesse reciproco ma in cui non c'è parità, perchè Sarah è la figlia dei "padroni" e Monella è una delle piccole schiave di proprietà di famiglia, a lei "assegnata".
Nonostante la diversa condizione sociale ed il diverso stato, sembra essere Monella a dominare il rapporto tra le due bambine, fino alla fine.

E' una storia di crescita e formazione in una America del Sud in cui iniziano ad affacciarsi le ribellioni antischiaviste, il racconto di due vite e due famiglia, quella di Sarah e quella di Monella, differenti eppure entrambe problematiche.

Soprattutto, però, il romanzo riesce a narrare, attraverso la voce delle due ragazze, un capitolo per ciascuna, la lotta per l'abolizione della schiavitù e la rivendicazione della dignità umana delle persone di colore, nonchè le prime lotte femministe del 1800, coinvolgendo il lettore e trasportandolo in un'atmosfera d'altri tempi, a cercare di comprendere e non solo giudicare, pur parteggiando senza dubbio per gli abolizionisti.
Si nota, infatti, tutto il tormento che deve aver accompagnato la presa di consapevolezza dell'aberrante pratica della schiavitù e la difficoltà di rinunciare al proprio status sociale ed ai propri privilegi.

Molto interessante anche l'aspetto religioso della vicenda, nella contrapposizione tra presbiteriano e quaccheri.

E mentre si riflette e apprende un pò di storia, ci si commuove per il dolore di Monella e di sua madre, ci si indigna per le torture e le lacerazioni familiari, si parteggia per donne ricche, aristocratiche e teoricamente libere ma intrappolate per via del loro sesso, ci si preoccupa per le conseguenze di scelte forti e non convenzionali.

Sarah e sua sorella, Angelina Grimké, che da un certo punto del racconto acquista una importanza fondamentale, non sono infatti personaggi di pura invenzione, ma due donne realmente vissute a Charleston che ebbero il coraggio di abbracciare la fede quacchera e poi abbandonare anch'essa, per diventare le prime due agenti abolizioniste donne della storia americana, nonchè due pioniere del femminismo. E rinunciarono a tutto, dalla famiglia, alla patria, alla fede, per le loro idee.

Due eroine dipinte di chiaro scuro, con toni realistici che rendono il libro ancor più piacevole ed interessante.

Ovviamente la storia può essere letta anche solo come un romanzo di pura evasione, regalando ore di intrattenimento, dal momento che è coinvolgente e ben scritta.


Ecco dunque il mio consiglio per questo venerdì del libro, il consueto appuntamento ideato da Paola!!!


giovedì 30 marzo 2017

Per musei con i bambini: il MUSE di Trento

Nel corso della nostra ultima vacanza, ormai risalente all'estate scorsa, andando in Alto Adige, tra un'escursione e l'altra, abbiamo dedicato qualche giorno anche a visitare i musei della zona, tra cui, rientrando verso casa, il MUSE di Trento, ovvero il nuovissimo Museo delle Scienze.



Era nella mia personale lista di luoghi di cultura da visitare dopo averne letto benissimo su molti blog e siti, per cui l'ultimo venerdì di vacanza, avevo programmato di passarlo proprio lì.

Non ne sono rimasta affatto delusa nonostante tre grandi difetti, che vi evidenzio subito: l'affollamento (era il primo venerdì di settembre eppure c'era tantissima gente, decisamente troppa per girare e guardare con calma, soprattutto nella zona dedicata ai giochi scientifici da provare); la coda per il biglietto ed il costo dello stesso (minore di quello di molti altri musei meno spaziosi e ben tenuti, va detto, ma comunque non economico, pensando a chi ha più figli sopra i sei anni di età) ed il suo essere...troppo grande e troppo ricco!


Ben sei pianti più la terrazza!

Eh già, perchè è talmente vasto da risultare, anche per noi adulti, molto difficile da apprezzare interamente, mentre ne varrebbe davvero la pena! Immaginate poi con un bambino di quattro anni...
Certo, questo "difetto" è in realtà anche un "valore aggiunto" della struttura, dal momento che è impossibile annoiarsi o non trovare nulla che possa interessare grandi e piccini!

Il piano interrato è dedicato alla nascita della vita, con scheletri di dinosauri ed altri animali preistorici che hanno affascinato il ricciolino, nonchè vasche con pesci variopinti ed una serra tropicale
Quando vi siamo stati noi c'era anche una mostra temporanea di dipinti dedicati agli animali a rischiod i estinzione, davvero notevole.



Nel piano terra si trova sia lo Science Center, con una ventina di postazioni interattive per divertirsi e "testare" i principi scientifici base dal vivo (e qui il ricciolino avrebbe voluto trascorrere ore!) - non solo per bambini, eh! - sia il Maxi Ooh, uno spazio dedicato ai bimbi dagli 0 ai 5 anni acocmpagnati da almeno un genitore (ingresso a apagamento con biglietto aggiuntivo), per "sperimentare i sensi attraverso i sensi"
Noi non ci siamo stati, sia perchè il ricciolino si sentiva troppo grande per questo sia perchè il programma della visita era già abbastanza ricco.


Il primo piano è quello che io ho trovato più interessante, non tanto per la parte dedicata alla preistoria alpina - che non ha nulla a che vedere con il Museo Archeologico di Bolzano, interamente dedicato a questo tema ed a Otzi ma comunque è un assaggio che è piaciuto al ricciolino ed all'Alpmarito, soprattutto il video riguardante la caccia degli uomini preistorici, decisamente crudo, dal quale io sono fuggita- bensì per quella relativa ai cambiamenti climatici, alla sostenibilità ambientale ed al riciclo, con la "sfera attiva" esplicativa.


Certo, in questa sezione il ricciolino ha compreso poco, nonostante i nostri sforzi di spiegazioni ma...a ciascuno ciò che è adatto all'eta!

Sempre al primo piano c'è la parte dedicata ai "dietro le quinte della ricerca", che ha attratto più l'Alpmarito di me.

Il secondo piano, anch'esso molto interessante per me e l'Alpmarito ma, credo, per tutti gli italiani adulti, parla di geologia, miniere e, soprattutto, rischio ambientale: dai vulcani attivi, agli eventi sismici, alle innondazioni e le dighe, agli eventi valanghivi ed alle frane.
Un modellino sul funzionamento della diga e una sorta di quiz interattivo sui comportamenti da tenersi in caso di emergenza e sulle valanghe, hanno catturato l'attenzione del ricciolino a lungo, così come le foto e gli schermi esplicativi.



 Il terzo e quarto piano, dedicati il primo alla natura alpina (con 26 ambienti ed animali diversi, ad indicare la straordinaria varietà della vita alpina) ed alle strategie degli animali e tutti gli organismi viventi per adattarsi ai cambi di stagione, ed il secondo ai ghiacci ed ai climi più rigidi, con animali tassidermizzati, attrezzatura alpina datata e moderna e breve storia delle più famose spedizioni esplorative, la fiaccola olimpica ecc., sono forse i più immediati e facili da comprendere ed apprezzare.
Al terzo piano vi è anche uno spazio, gratuito, dedicato al bosco ("Esplora il bosco!") per i bambini dai 4 ai 9 anni, soli o accompagnati: in pratica una stanza attrezzata con peluche di animali del bosco da abbracciare ed installazioni gioco da provare, oltre a contenitori e supporti di varia forma con reperti da manipolare e osservare e  strumenti di misurazione

 
Per una pausa dedicata ai bambini, a cui non si può dire che il MUSE non abbia pensato!

Al quarto pianto c'è anche un tunnel, detto " Esperienza glaciale", di dieci metri, in cui sdraiarsi per sperimentare, con un video proiettato su tutta la mezza sfera delle pareti e del soffitto, l'effetto volare sulle Alpi e poi di essere travolti da una valanga.
Davvero impressionante (ma non proprio piacevole per chi tale sensazione l'ha vissuta o sfiorata davvero!).
Sempre al quarto piano, se non ricordo male, vi è una postazione con telecamera dinnanzi alla quale mettersi in posa per poi inviarsi o inviare, via mail, una cartolina virtuale dal MUSE a casa. Per gli amanti dei selfie e dei social!!!


Vale infine la pena uscire in terrazza, per ammirare la Valle dell'Adige a 360° gradi, e poi lasciar sfogare gambe e mente nel giardino interno, ove si trova anche un bell'orto botanico aperto gratuitamente



ed il Castello, in cui vengono tenute mostre temporanee a pagamento.



Noi ci siamo limitati a guardarlo da fuori e lasciar correre l'irrequieto ricciolino prima di rimontare in auto!





Il MUSE è facilmente raggiungibile, dal momento che rimane un pò fuori dal centro e dotato di ampio parcheggio (che mi pare di ricordare non fosse a pagamento per i visitatori) sotterraneo indicato. Inoltre nei paraggi ci sono almeno un paio di bar e due osterie/tavola calda in cui fermarsi a mangiare qualcosa, oltre al bar interno al museo. Vi consiglio, però, di evitare le ore di punta dei pasti.
Nei servizi igienici del museo vi è il distrubutore di acqua naturale a disposizione dei visitatori.
Infine, nel museo c'è anche uno shop per giochi, peluche e libri a tema. I prezzi sono quelli tipici di questi negozi.

Inoltre, a cinque minuti c'è l'area verde del quartiere, con il moderno parco giochi...sempre che i vostri figli abbiano ancora energie dopo la visita!


 Per programmare la visita, organizzarla o reperire qualsiasi altra informazione,tra cui quelle relative a laboratori ed eventi, per adulti e bambini, guardate sul sito ufficiale, che mi pare molto completo!

QUESTO POST NON E' SPONSORIZZATO, bensì il frutto della voglia di condividere una bella esperienza fatta con il ricciolino.
Perchè per la cultura e l'apprendimento, ogni occasione è preziosa.


mercoledì 29 marzo 2017

Moffoline per bambini ai ferri!

Qualche settimana fa (vabbè, siamo sinceri, ormai mesi fa), trovando un gomitolo di lana verde tutto solo soletto nel cesto del cucito, ho pensato di cimentarmi nella realizzazione di un paio di guanti per il ricciolino biondo.

Non ho seguito nessuno schema o istruzione, sono andata a fantasia, anche perché non trovavo nulla che mi soddisfacesse (spesso le spiegazioni fornite dalle riviste di maglia per bambini sono errate o incomprensibili ai principianti come me).
L'esperimento non è riuscito del tutto, però da esso ho imparato molto e so che la prossima volta sarà più facile.
E per questo che vorrei condividere con voi la mia creazione!


I guanti sono venuti un pò troppo lunghi e larghi per mio figlio (5 anni) quindi tenetelo presente, se volete provare.
Per la larghezza, ho usato prima 28 maglie e mi pareva stretto, poi 34 ed era troppo.
Dunque direi che 30 sono l'ideale!

Lavorate in altezza sei ferri per il bordo a due dritti e due rovesci, poi 18 ferri a maglia dritta, quindi separate dito e mano, lasciando 10 maglie per il primo e le restanti per la mano.
Io le maglie che tralascio le metto su una lunga spilla da balia da lana, così che non mi impiccino.
A posteriori, farei il guanto un po' più lungo sul polso, dunque qualche ferro in più prima di separare dito e mano.
Per il dito, arrivati a 15 ferri, iniziate a calare una maglia ogni ferro, per cinque ferri.
Per la mano, lavorare 28 ferri e poi calate una maglia a ferro per sei ferri, in modo da dare una forma più arrotondata a mano e dito.
Io nei miei ho fatto vari esperimenti, quindi il risultato è tutt'altro che uniforme.

Al prossimo paio, ridurrei il numero di ferri per dito e mano e inizierei a calare prima per più ferri, comunque tutto dipende dalla grandezza della manina.
L'unica soluzione è provare continuamente sul piccolo modello o sulla piccola modella!!!

Non sono pienamente soddisfatta del risultato finale, certamente pasticciato, però mio figlio lo ha preso come un dono bellissimo e prezioso, perchè ha visto che l'ho fatto appositamente per lui dedicandogli tempo ed amore, e io sono felice di essere riuscita a finire e capire come muovermi con meno errori al prossimo paio!!!

Quindi, da questo punto di vista, è stato un successo, oltre che una soddisfazione personale.

E voi, avete mai realizzato dei guanti ai ferri? Se sì, come? Devo giusto prepararne due minuscoli per il prossimo inverno!  ;-) !

venerdì 24 marzo 2017

Le letture del ricciolino biondo: "Fratellino Zuccavuota" ed "Il pancione della mamma"



Dopo l'annuncio della mia doppia gravidanza, non potevo non parlare di un paio di libri per bambini a tema che ci sono piaciuti moltissimo.

"Fratellino Zuccavuota", di Lucia Panzieri, 

ed. Lapis, Euro 12,00
 
Questo  albo è arrivato a casa nostra, dopo averlo ordinato con il prestito interbibliotecario regionale, solo l'altro ieri eppure il ricciolino se ne è già innamorato.
Io l'ho scelto perchè ricordavo opinioni positive lette sui blog che seguo (ora però non ricordo quali) e perchè mi sembrava originale.

Mi è piaciuto moltissimo per le illustrazioni, molto colorate, espressive e vivaci e per la storia particolare e dolce, che sembra esprimere bene il punto di vista ingenuo, sincero, fantasioso ed insieme pratico dei bambini.


Il protagonista, che parla in prima persona, è un futuro fratello maggiore. Appresa dai genitori la notizia che presto in casa arriverà un fratellino, egli inizia ad osservare la mamma e notare tanti suoi comportamenti nuovi, un pò strani: canticchia sull'autobus, sferruzza cappellini di lana a forma di coniglietto, si addormenta ovunque e, soprattutto, mette in tavola continuamente piatti a base di zucca!!!

Il bambino però decide di non lamentarsi e la asseconda, con il suo papà, perchè quest'ultimo gli ha svelato un segreto: la mamma vorrebbe tanto un fratellino dai capelli color zucca!

Al piccolo piacciono sia i capelli rossi che le lentiggini però ad un certo punto inizia a preoccuparsi che il fratellino possa nascere con la testa vuota come una zucca.
Non può permetterlo!
Allora mette a punto un piano per riempire la sua testa di parole e suoni e lo fa in modo buffo.



Finalmente il fratellino nasce e...ha i capelli color carota ma la testolina ben piena, con grande sollievo e soddisfazione del fratello maggiore, sicuro che sia anche merito del suo impegno!

Un testo tenero e divertente che mi ha fatto sorridere soprattutto quando, dinnanzi ai cappellini improbabili creati dalla mamma, il bambino si dispiace per il povero fratellino che dovrà indossarli ma non dice nulla, poichè il papà lo ha informato che le donne incinte sono molto sensibili e permalose!

Ed è proprio così!
 


***

"Il pancione della mamma. Tu dentro, io davanti" di Jo Witek e Christine Roussey,

ed. Gallucci, Euro 14,00



Anche questo libro è giunto a casa nostra dopo averne letto bene sul web e non ne siamo rimasti affatto delusi, pur se è piaciuto di più a me che al ricciolino biondo, rispetto al precedente.



Di grande formato e con le pagine spesse, è davvero molto poetico e dolce.



La protagonista è una bambina, che attende la nascita della sorellina e, intanto, parla al pancione della mamma,  che cresce pagina dopo pagina, con una finestrella che si apre e svela il fratellino in varie posizioni, che dorme, ride o si succhia il pollice.



Fino all'epilogo: il bimbo è nato e con il suo piagiamino è con la sorella, a fianco di mamma e papà.
La bambina è felice e vorrebbe gridare al mondo il suo amore per la creatura ed il suo orgoglio di sorella maggiore!


Commovente!

Due bei libri per aspettare insieme la nascita di un fratellino o di una sorellina: ecco il consiglio di lettura, mio e del ricciolino, per questo venerdì del libro.

E voi, avete altri libri a tema da consigliarmi?




giovedì 23 marzo 2017

Da mamma a....TRIS MAMMA !



Da mamma a....

(...ruolo di tamburi...)

...TRIS MAMMA !

Immagine dal web


Eh sì, l'ho detto.
Non solo sono in dolce attesa ma dentro di me stanno crescendo non una, bensì due vite!

Precisamente, un maschietto ed una femminuccia.

Poiché si tratta di una gravidanza bicoriale e biamniotica, ovvero con due sacche e due cordoni ombelicali, più che di gemelli mi hanno spiegato sarebbe meglio parlare di fratelli gemelli, perché è come se portassi avanti due gravidanze singole nello stesso momento, con quel che ne consegue in termini di crescita del pancione e dei piccoli.
A me dei termini non importa più di tanto: l'attesa e l'emozione sono doppie!
E' comunque, stando ai ginecologi, il tipo di gravidanza più tranquilla e sicura.

Qualcuno mi ha chiesto come il ricciolino biondo abbia accolto la notizia della gravidanza.
Ebbene.
Glielo abbiamo annunciato poco prima di Natale, poiché anche se non erano trascorsi i canonici tre mesi che si attendono di solito, sapevamo che le feste sarebbero state il momento adatto ad informare il parentado e volevamo che lui venisse a saperlo per primo, in "esclusiva".

Non abbiamo usato parole particolari, giochi o libri, semplicemente ci siamo seduti entrambi con lui e glielo abbiamo detto: si è illuminato, ha sorriso felice, con gli occhi colmi di gioia e poi si è messo a saltellare dall'entusiasmo.
E' stato l'unico, tra parenti, amici, conoscenti e persino rispetto a noi, a non stupirsi minimamente del fatto i fratellini che sarebbero stati addirittura due.
Anzi, mi ha chiesto perché non tre o quattro, perché a lui sarebbe piaciuto!!!

D'altro canto, era davvero tanto che il ricciolino attendeva un fratellino o una sorellina, anche se aveva capito che per noi non era facile spiegargli che non dipendeva dalla nostra volontà, perché quella c'era, ma dal caso, dalla vita, perché ogni concepimento è in se' qualcosa di magico e raro (basta guardare le statistiche sulle probabilità, per accorgersene).
Dunque non chiedeva ma lasciava intendere che era fiducioso che prima o poi sarebbe successo.

All'inizio, poi, il ricciolino era geloso della notizia, avrebbe voluto che la tenessimo tutta per noi è non lo dicessimo a nessuno.

Solo dopo, a distanza di qualche settimana e con il progredire della gravidanza, ha iniziato a manifestare le prime "preoccupazioni", chiedendoci se dopo la nascita dei gemellini avremmo ancora potuto andare in vacanza, dormire in tenda, praticare sport, andare in bici, frequentare la palestra di arrampicata ecc. e poi un paio di volte se ne è uscito con commenti su quanto sia noioso aspettare la loro nascita, perché io non posso più correre o andare in bici e in pattini con lui come prima.

Qualche volta, poi, ci chiede informazioni pratiche, ponendosi interrogativi su come sistemare i seggiolini in auto, quali usare, che passeggino, se mangeranno insieme o separati ecc.

In altre parole, un pò come noi!!!

La differenza è che lui, come è giusto che sia per i suoi cinque anni, la prende sul ridere ed è sereno e tranquillo.
Io di giorno riesco a tenere a bada l'ansia e vedo praticamente solo gli aspetti positivi e la realizzazione del nostro sogno, di notte mi sveglio in preda all'ansia, chiedendomi come farò a gestire tre figli (e credetemi, faccio sogni stranissimi in proposito), il lavoro, la casa (sperando tra l'altro di riuscire a traslocare in tempo), l'assenza dell'Alpmarito in settimana, se e quando riusciremo ancora a fare, tutti insieme e/o separatamente, ciò che ci piace...

Insomma, di notte le paure emergono, non facendomi riposare bene, mentre di giorno la razionalità è messa a tacere dall'emozione o, forse, al contrario mi aiuta a ridimensionare i problemi.
Come è stato per noi?

Io ero sola quando mi hanno detto, alla prima ecografia, che erano due. La gioia e l'emozione hanno subito preso il sopravvento e avevo le lacrime agli occhi.
Poi è subentrata l'incredulita' ed ancora adesso a volte mi dimentico che saranno due, altre invece mi sembra già che non potrebbe essere altrimenti, come se fossi abituata all'idea.
Di notte però...
L'Alpmarito invece non voleva crederci, pensava scherzassi e non sono certa che sia sia ancora ripreso dallo shock! 
La sua prima preoccupazione è stata per le macchine, o almeno una, che prima o poi ci toccherà cambiare....da buon maschietto a iniziato subito a pensare a modelli ed alternative!
Ora, invece, è concentrato quasi esclusivamente sulla casa nuova e sospetto sia anche un modo per non farsi sopraffare dall'idea di due neonati in arrivo.

Avrei ancora molto da scrivere e raccontare ma un pezzetto per volta, altrimenti mi faccio sopraffare dalle emozioni: doppia gravidanza, doppi ormoni, no?

E adesso, mamme di gemelli o comunque trismamme di bimbi piccoli che avete qualche consiglio da darmi...venite a me!!!