"La fatica non esiste" di Nico Valsesia, con Andrea Schiavon
ed. Mondadori, collana "Strade blu", pag. 12, 16,00 Euro, ebook disponibile
Probabilmente avrò già annoiato i miei lettori, a forza di proporre libri scritti da sportivi.
Tuttavia non posso farne a meno perchè, per me, sono indispensabili come i romanzi rosa, i gialli, i romanzi a tema legale e qualche saggio.
Mi piace variare e mi piace non solo immergermi in mondi di fantasia ma anche, seppur per il tempo di una lettura, nella realtà quotidiana di uomini e donne allo stesso tempo normali e straordinari, come molti sportivi sanno essere.
In questo caso non avevo mai sentito nominare l'autore ma solo una delle sue imprese: dal mare della Liguria alla cima del Monte Bianco in 16 ore e 35 minuti, prima in bici e poi a piedi. Un record mondiale.
Tuttavia non è per questo che ho cercato il suo libro ma perchè ho saputo che verrà presto a parlare ad una serata organizzata dalla biblioteca locale.
E io ci devo arrivare preparata, ovviamente!
Il titolo del libro, poi, mi ha subito incuriosita.
Così ho ordinato il suo romanzo e devo ammettere di essere rimasta sbalordita dal racconto delle sue imprese, senza dubbio "estreme" in termini di impegno e fatica.
Ancor di più, però, sono rimasta piacevolmente sorpresa dal leggere in quanti luoghi lontani lo hanno condotto le sue passioni e quante belle persone ha incontrato sul suo cammino.
Non ci sono solo record e sfide, c'è la voglia ed il gusto di scoprire e tentare, sin dall'infanzia, con quel pizzico di incoscienza e follia che può rendere davvero grandi!!!
"A mettere in fili gli incontri fatti così, in giro per il mondo, mi rendo conto di quanti sorrisi e aiuti abbia ricevuto da persone che non avevo mai visto prima e che non avrei mai più incrociato dopo. Certo, si sono anche gli episodi spiacevoli, i tentativi di furto e i tipi loschi da cui girare alla larga. Ma le persone disposte a darmi una mano ed a permettermi di andare avanti sono state di gran lunga più di quelle che mi hanno creato ostacoli. Credo che ciò abbia a che fare con la disponibilità verso il prossimo, che certi popoli non hanno perso.Poi, certo, caontato lo spirito e il modo con cui ci si presenta: un viandante a piedi o in bicicletta non è mai percepito come una minaccia. Anzi, cè la curiosità di sapere da dove arriva, com'è giunto sino a lì e dove lo porterà la sua tappa successiva. Così gli incontri divenano parte integrante del viaggio e una zuppa in scatola, condivisa davanti al fuoco, vale un firmamento di stesse Michelin. Perchè ci sono servizi che puoi comprarti con il denaro, ma ci sono terre in cui i soldi tornano a essere ciò che sono: carta che non può scaldarti, non può nutrirti e non può toglierti dai guai." (pag. 49).
"Credo che viaggiare insieme sia il modo migliore per conoscere una persona: sei lontano dal tuo ambiente quotidiano, dalle sicurezze e dalle comodità che scandiscono le tue giornate. Se poi il viaggio è in bicicletta, entri nel terriotiro della fatica, che trasforma le persone e da ciascuno tira fuori ciò che è nel profondo. Il sudore scioglie gli strati superficiali, quelli con cui ci camuffiamo al lavoro e, a volte, anche in mezzo agli amici. Più sei stanco, meno schermi hai. Sei tu, nel bene e nel male..." (pag. 22).
Tra l'altro, Nico Valsesia nomina una strategia che anche io utilizzo sempre, quando mi sento in difficoltà o affaticata, con le scadenze o gli impegni lavorativi, con la scrittura, in montagna e nello sport.
Non che sia una genialata ma sapere che la usa anche un atleta così, mi fa piacere!
"La parola magica è: "scomporre". Tutti gli obeitti ambizioni all'inizio possono sembrare irraggiungibili, ma dopo esserti convinto a partire, dipende da te. Per non farti schiacciare dal peso di un traguardo apparentemente lontanissimo devi creartene altri intermedi e più abbordabili, tappe mentali che gratifichino i tuoi sforzi e, al tempo stesso, ti facciano sentire la meta alla tua portata. Più vicino di ieri e più lontano di domani, fino al giorno a cui sei arrivato...." (Pag. 108)
"Troppe volte ci sentiamo schiacciati dalla quotidianità, eppure continuiamo nella stessa vita, senza avere il coraggio di fermarci. Per poi magari farci travolgere e mollare tutto, quando ormai la misura è colma. Meglio rallentare, prendersi un break e poi ripartire. Anche in una direzione diversa da quella che si stava seguendo." (pag. 109).
Se vi ho incuriositi, sappiate che Nico Valsesia ha anche un blog, all'interno del suo sito (oltre che un negozio di biciclette).
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