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lunedì 15 giugno 2015

Un'altra prima volta

La vita di una madre e' un susseguirsi di emozionanti prime volte: il suo primo pianto, la prima poppata, il primo bagnetto, il primo taglio di capelli, la prima pappina, il primo dentino, il primo giorno di nido, la prima notte dai nonni, il primo passo, la prima gita scolastica e....la prima gara.

Ieri, il mio ricciolino biondo ha partecipato alla sua prima competizione.

In realtà, si trattava di una bicicletta di 12 km nella mia cittadina, organizzata per tutti i bimbi nel programma degli Eporedia Active Days, che ogni anno fanno conoscere sport come arrampicata, immersione, canottaggio, Running, strett Boulder, parkour, slaklining, orienteering, Mountain bike, quali eventi collaterali a importanti gare di kayak, disciplina da sempre molto praticata nella zona.

Io ho pensato di iscriverlo comunque perché adora andare in bici ed al passaggio del giro di Italia aveva insisto a domandare quando avrebbe potuto partecipare anche lui.

Il nostro ometto ha vissuto l'evento come una vera e propria gara "di resistenza", in cui per vincere la medaglia bisognava arrivare alla fine e lui...e' arrivato!

Con lo zainetto con il suo nome e la maglietta più piccola che c'era, taglia 9/11 anni, con la borra certa da bici dei Barbapapa', il succo di frutto e i biscottini dentro lo zainetto (il bel "pacco gara" che gli hanno dato), oltre al suo peluche ed ai fazzoletti che si è aggiunto da solo, sempre addosso.


È stato il più piccolino a raggiungere il traguardo senza fermarsi subito con i "piccoli" e, anche se ad un certo punto abbiamo dovuto abbandonare il gruppo ed accorciare il percorso, ha pur sempre pedalato convinto per 9 km, incoraggiandosi da solo e con soste per acqua e succo di frutta !!!

E meno male, perché io stavo morendo! Io e l'Alpmarito, infatti, pensavamo che avrebbe avuto più difficoltà e quindi abbiamo pensato di seguirlo di corsa, per poterlo spingere o prendere a spalle all'occorrenza. Invece lui ci ha fatto viaggiare ad una media di 6:48 /km, stroncandomi con i primi tre chilometri a 4:55/ km!!!

Il tutto, ovviamente, con una umidità al 98% ed un caldo afoso. Mia madre, più furba, ci ha accompagnato in bici.

L'ultimo chilometro il mio ometto, orami stravolto, ha ancora accellerato per arrivare e ci ha fatto ridere esclamando, mentre pedalava: "E' stato complicato, vero?" "Una gara luuuungaaa!"

Quando siamo arrivati, gli altri bimbi stavano già facendo merenda ma a lui non è importato, era fiero e felice di avercela fatta e si è messo in coda diligente per la sua medaglia, serio e soddisfatto

A casa, ha mostrato la sua medaglia alle nonne, alla nonna bis ed al nonno e continuato a ripetere che vuole fare presto un'altra gara!

 

Il pomeriggio, divorato un piattone di pasta e smaltita l'adrenalina, e' crollato per due ore, ancora con il suo braccialettino rosa indosso.

Questo dovrebbe sempre essere lo sport: un'occasione di crescita, per stare insieme, mettersi alla prova, muoversi e...divertirsi!!!

 

mercoledì 18 febbraio 2015

Il "mio" Carnevale, quello degli eporediesi.

I quattro giorni appena trascorsi sono stati all'insegna del Carnevale.
Dopo giovedi' grasso ed il minicarnevale storico del mio biondino e della sua scuola materna, è stato un susseguirsi di momenti intensi, divisi tra il paese dell'Alpmarito e la mia cittadina.
Domenica e lunedi' sono stati dedicati ad Ivrea ed alla battaglia delle arance.


Il Borghetto, rione dei Tuchini, pronto per la battaglia dei "corvi neri"!

Il carnevale di Ivrea è difficile da descrivere, suscita ogni anno sterili polemiche e cori di protesta in chi non lo conosce e non lo vive e parla di sprechi (in realtà inesistenti).
Nello stesso tempo, agli eporediesi e a chi vuole davvero cercare di capirlo, almeno un po', regala emozioni irripetibili, gioia, allegria, sfogo, colori, odori e impressioni.
Regala un'esperienza di aggregazione, di socialità e di festa senza eguali.
Difficile spiegarlo a parole, sarebbe come spiegare il parto a chi non è ancora madre, la musica a chi non ha mai ascoltato nè suonato.

Per questo è stato bello, quest'anno, portare un'amica blogger e suo marito a viverne un pezzettino (QUI trovate il suo racconto).
Solo un pezzettino, perchè il carnevale di Ivrea è talmente ricco di momenti storici, riti e battaglia che bisognerebbe passare 7 giorni in città per vedere tutto, provare tutto cio' che offre.
E non basterebbe.
I preparativi e le prime cerimonie iniziano all'epifania ed il fermento delle squadre di arancieri non si esaurisce in pochi giorni, dura un po' tutto l'anno, come il fuoco cova sotto le ceneri, come la nostra voglia di fare festa, per esplodere poi nella battaglia, a partire da domenica.
 


I miei tuchini, piccolo e grande, si avviano per andare a tirare!

Perchè Ivrea è il suo Carnevale.
Perchè per apprezzarlo bisogna viverlo in prima persona, possibilmente fin da bambini ed, in ogni caso, sentendosi a casa propria.


Borghetto in battaglia contro i carri da getto, che rappresentano i feudatari contro cui il popolo si ribella!







E questo: bandiere, cavalli e colori.














Il suo simbolo è Violetta, la figlia del mugnaio che ha liberato Ivrea dal tiranno, Ranieri di Biandrate, ed il berretto frigio (non un cappello rosso qualunque o una strisciolina rossa che non significa niente!!), che il proclama del Generale ordina di indossare da giovedi' a martedi' sera e senza il quale non è prudente attraversare le piazze del tiro.
Tiene anche caldo, il che non guasta a febbraio!


Le sue radici, affondano nella storia, come le sue tradizioni, e spaziano dall'anno 1000 all'ottocento, con qualche modifica dopo la sconda guerra mondiale (come l'introduzione delle prime squadre di arancieri a terra). 





Ed anche i piccoli possono tirare in sicurezza, ai carri ed ai canestri improvvisati!! (p.s. L'unica parte dle corpo da proteggere sempre, grandi e bambini, sono gli occhi: il resto non patisce!)






 E vi assicuro che il tiro di alcuni bimbi è moooolto potente (e pure un po' fuori mira!!), mentre dal carro si lancia con dolcezza, per non fare male ai piccoli arancieri.


In casa nostra, poi, non manca neppure la goliardia!

Perchè non è mai troppo presto per pensare all'istruzione ed alla università, vero?



Come sempre, quando tutto finisce, rimane l'odore di arancia, la melma per le strade e sui vestiti, le braccia che fanno male e si fatica un po' ad alzare, la stanchezza, qualche livido e tanta tanta soddisfazione mista a tristezza.

Perchè ora, con  nostalgia, non resta che aspettare il prossimo anno, tornando al lavoro, tra scrivania, telefoni, divise e scarpe da lavare (il lato negativo del nostro carnevale), lavatrici arretrate da recuperare, raffreddori, vacanze d'inverno (le scuole in basse Valle d'Aosta sono chiuse fino a lunedi' prossimo) e "incastri nonni".

Quante a te, cara amica, che so che mi leggi: non crucciarti, il prossimo Carnevale arrivera' in un lampo e tu sarai ancora piu' carica del solito e pronta a dar battaglia...magari davvero sul carro!!! (E io sotto a cercare l'occhio nero!!!)

"Arved'ze a giobia n'bot"

giovedì 17 luglio 2014

L'estate a casa mia



L'estate a casa mia è la Festa della Birra di giugno, quella buona, tedesca, servita ai piedi del Monte Rosa.

Ho inziato ad andarci da ragazza, quando uscivo in montagna con le amiche, ho continuato dopo aver conosciuto l'Alpmarito e non manco neppure ora, con il nano al seguito.
Certo, sono cambiati giorni ed orari, ma non l'atmosfera, quella sensazione di inizio dell'estate, il ritrovare volti e persone familiari e amiche, anche se le vedi una volta all'anno, quell'incontrare conoscenti e scambiarsi aggiornamenti, in un clima rilassato e allegro, gustando polenta, spezzatino, salsicce, salamelle, toma e fontina e una bella fetta di torta. E la birra nel boccale di vetro da 1lt, ovviamente.


L'estate a casa mia è la fiera equestre di luglio, San Savino.




 Anche in questo caso, non ho mai mancato, pur cambiando orari e divertimenti (finita l'era delle giostre per me, non ancora inziata per il nano, fortunatamente)

Questa volta è stata l'occasione per far salire il nano su un cavallino per la prima volta.


Il prezzo esagerato ed il giro di due minuti netti, non hanno scalfito il suo entusiasmo e la nostra gioia di assistere ad un'altra graditissima prima volta.

Il palloncino della Pimpa, comprato dalla nonna, ci ha confermato una volta di più quanto basti poco a fare felice nostro figlio, forse anche perchè era il suo primo vero palloncino "di quelli che volano"...sempre una prima volta.
Anche se non si capacita dell'assenza di Armando (produttori, ditemi, perchè manca???)


Il giro su ogni trattore in esposizione, invece, è già una tradizione!


Estate a casa mia è il lago e la piscina, i giri in barca e le corse sul prato, la sabbiera e le scalate.....i bagni improvvisati, tra un temporale e l'altro.












 L'estate a casa mia è la fortuna di vivere all'ombra delle rosse torri, circondati da laghi, colline e montagne.
Il mare manca, è vero, ma non si può avere tutto!!