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giovedì 17 novembre 2016

Crescere forti e determinati

Il ricciolino, per i suoi cinque anni, ha domandato, tra le altre cose, un paio di pattini a rotelle, come quelli dei grandi.

La nonna lo ha accontentato e, quando li ha scartati, ne è stato entusiasta e ha voluto provarli subito, già in casa!


Grande è stato il suo stupore quando ha compreso che, per usarli, era meglio dotarsi di tutta una serie di protezioni (nel nuovo "color Capitan America", come ha ribattezzato l'accoppiamento blu e rosso) e, soprattutto, che non era affatto "facile come andare in bicicletta" o come "lo sci di fondo".




Eh sì, perchè per nostro figlio andare in bicicletta, prima con quella senza pedali a 18 mesi, poi con quella da grandi praticamente subito senza rotelle, è sempre stato semplice e quasi immediato. 
E neppure con gli sci ha avuto particolari difficoltà, trovando in un baleno il suo equilibrio.

Si aspettava che fosse la stessa cosa con i pattini e invece....

E' ruzzolato a terra più volte (trascinandosi anche il papà, ma vi risparmio la foto!) e comunque, nelle sue prime due uscite in pattini (per ora non abbiamo potuto farne di più, causa meteo, buio serale ed impegni), ha spesso stretto la mano del suo papà o del nonno, per farsi aiutare.

E' stato bello, per me, fotografare il ricciolino impegnato ad imparare con il supporto del papà.


E' stato bello vederlo affidarsi a lui e capire, una volta di più, quanto sia importante il ruolo dei genitori (ma anche dei nonni).

Un ruolo di supporto e di guida, di rassicurazione ma anche di incoraggiamento all'autonomia, di spinta a provare e riprovare (come recentemente ha scritto anche Veronica, prendendo spunto da criiche ricevute), affrontando le paure e le difficoltà.

E' stato bello vederlo rialzarsi ancora ed ancora e provare a "fare da solo", anche nell'indossare le protezioni ed allacciarsi/slacciarsi i pattini.


Ed è stato bello vedere la sua stanchezza e la sua soddisfazione, dopo.


Non so se e quando imparerà a sfrecciare sui pattini come pedala o scia.
Non so ancora se la voglia di pattinare sarà passeggera o se diventerà un altro modo duraturo per divertirsi e muoversi.

Quello che so, però, è che solo grazie alle cadute ed alle difficoltà, si impara a crescere e diventare forti.

Per quella che è la mia esperienza personale, ciò che si conquista regala soddisfazioni durature e spesso apprezziamo più ciò che otteniamo con un pò di fatica che ciò che ci viene quasi instintivo, a meno di non avere per esso una grande passione o inclinazione (e qui tocchiamo un tema di cui ha parlato da poco Beat).


Per questo, anche se l'instinto di facilitare mio figlio in tutto e proteggerlo è sempre presente, a volte forzo me stessa a non intervenire, a lasciar provare, a renderlo autonomo.
In questo, suo padre, che vede ovunque meno pericoli di me, è ancora più bravo, trasmettendo al ricciolino molto fiducia in se stesso (e un pizzico di incoscienza!). E' un'attitudinedi cui sono grata, che ci bilancia come genitori.

Vorrei che il ricciolino imparasse a gestire piccoli fallimenti e frustrazioni fin da piccolo, quando si tratta di delusioni tutto sommato di poca importanza oggettiva (anche se per lui contano tantissimo), perchè impari a superarle e ripartire e diventi un adulto sicuro di sè e determinato.

Chissà se ci riuscirò.

Intanto, lo porto a pattinare!






lunedì 31 ottobre 2016

#Scintille di gioia (nonché "bignami" degli ultimi tempi) n. 5

La settimana appena trascorsa è stata ricca di impegni, pregna di stress e piena di lavoro ma anche di tanti piccoli momenti di soddisfazione e gioia.

Foto Di

Per ricordarli, oggi partecipo all'iniziativa "scintille di gioia" di Silvia.

Ecco le mie scintille:

1. Soddisfazioni sportive. Domenica scorsa ho partecipato ad una gara di corsa di quasi novembre chilometri per beneficienza. Nonostante fossi molto raffreddata, sono riuscita a correre con un tempo molto migliore al mio solito per i primi sei chilometri e, nonostante gli ultimi due, anche a causa di una salita e dell'allegria, abbia dovuto rallentare, sono stata molto soddisfatta di avercela fatta. E poi ho corso con mio padre a fianco per gran parte della gara (era lui a "tirarmi") e condividere una passione con lui mi ha fatto bene.

In palestra di roccia, tra lo scorso venerdì equello appena trascorso, ho chiuso i miei primi boulder verdi della stagione. Probabilmente solo chi arrampica può comprendere ma vi assicuro che vedere che l'impegno costante, seppur limitato ad una volta alla settimana, da i sui frutti, regala una gioia intensa. In più, condivido questi appuntamenti in palestra con l'Alpmarito, il ricciolino biondo, che intanto arrampica a e gioca spensierato, e degli amici. È questo è il massimo

Sempre sul fronte sportivo, i miei tempi nella corsa finalmente migliorano, anche aggiungendo ogni tanto qualche chilometro. Ed è una bella sensazione.

E poi abbiamo pedalato, tutti e tre insieme, in mezzo ai prati e le sterrate, tra le foglie tinte di giallo ed arancione ed i ricci e l'umidità della terra d'autunno, con il sole caldo ad indorare il paesaggio.

2. Gioie materne. Abbiamo riesumato dalla cantina della nonna uno scatolone di Lego "da grandi" appartenuto a me ed ai miei fratelli e io ed il ricciolino biondo abbiamo passato delle ore intense nel ricostruire tante piccole creazioni "vintage". Un ritorno all'infanzia, tra i ricordi, ed un momento di gioco divertente con il mio bambino che mi piace tantissimo (anche perché mi permette di evitare per un po' gli scontri con le macchinine e le battaglie tra supereroi!)

 

3. Piaceri culinari. E' stata una settimana all'insegna del buon cibo e del buon vino. Il che non va tanto bene. Considerando che la linea influisce un po' sulle prestazioni di cui al punto 1 però, ogni tanto, va bene così!

Abbiamo mangiato dei buonissimi pizzoccheri con cavolo e patate al forno da una coppia di amici, innaffiandolo con vino e chiacchiere, ho cucinato e gustato le prime vellutate di zucca della stagione con il ricciolino biondo e sperimentato una vellutata di cavolfiore e patate che ci è piaciuta moltissimo e che rifaremo presto.

Abbiamo partecipato ad un'altra festa di compleanno di un amichetti del ricciolino, tra patatine e piacevoli chiacchiere, ed avuto amici a cena per una bella polenta (con vino e spazzatino, ovviamente).

Insomma, bagordi.

E poi, soprattutto, ho festeggiato il giorno dei morti (seppur in anticipo, visto che oggi è domani io e l'Alpmarito abbiamo anche da lavorare e lui sarà via) in famiglia, con la fantastica e tradizionale zuppa di cavoli di mia nonna!

Un gusto che non si può descrivere!

Ah, quasi dimenticavo: l'Alpmarito è stato con noi un intero fine settimana! Evento che non si verificava più dalle vacanze estive e dunque degno di nota.

E voi? Avete vissuto Scintille di Gioia?

Se volete partecipare, le regole, tratte dal blog di Silvia, sono queste:

Come fare?

1- utilizzando l'hastag #scintilledigioia condividete con una foto su Instagram, Facebook, Twitter e/o un post sul blog tre momenti felici vissuti la settimana precedente;

2-nominate il mio blog e date le istruzioni su come partecipare;

3- invitate chi volete a partecipare a questo bellissimo gioco;

4- inviatemi i vostri momenti felici alla mail fiorellinosn@gmail.com mettendo come oggetto "Scintille di Gioia", in modo che io non me ne perda nemmeno uno!

 

martedì 27 settembre 2016

La corsa ai corsi

Settembre.
E' ricominciata la scuola.
E' ricominciata la routine.
Sono ricominciate le corse.



No, non mi riferisco alle corse del mattino, per arrivare in orario a portare i figli a scuola ed entrare in ufficio, o della sera, per andarli a riprendere, fare la spesa ecc. ecc.
Perchè quelle, a parte i giorni di vacanza, se non si è insegnanti o casalinghe o donne che lavorano da casa, sono continuate per tutta l'estate, forse anche peggio che durante l'anno scolastico.

Io mi riferisco alle corse alle iscrizioni.

Da ogni parte, è un proliferare di volantini, avvisi sui diari, avvisi sulle porte, foglietti distribuiti al parco giochi e disseminati nei negozi, numeri telefonici ed informazioni su orari, costi e luoghi scambiati in ogni dove, con ogni mezzo.
Perchè è settembre e bisogna scegliere le attività extrascolastiche, per i figli ma anche per i genitori, pianificare, programmare ed iscrivere.

L'offerta di anno in anno sembra farsi più numerosa e articolata, dall'inglese (ormai pure per neonati) allo yoga per bimbi, dall'avvicinamento alla musica al karate, dal rugby al calcio, passando per pallavolo, scherma, danza, ginnastica artistica e ritmica, basket, atletica, nuoto, arte, recitazione ecc. ecc. ecc.

Solo che non basta scegliere. Bisogna anche provare, perchè non vorrai mica decidere a scatola chiusa, no?
E via i giri di prova!
E poi, una volta scelto, bisogna correre ad iscrivere.
Perchè se aspetti, rischi di non trovare più posto o di beccarti l'orario sbagliato, il giorno sbagliato, il luogo sbagliato, la compagnia sbagliata.

Perchè, in tutto questo turbinio di corsi, perdersi è un attimo.

Io quest'anno ho tagliato.
Ho deciso e sono andata avanti a testa bassa: nuoto, solo nuoto, per ora.
Che poi non è proprio così, perchè tanto verrà con noi in palestra di arrampicata e d'inverno ci sarà lo sci, come d'estat c'è stata la mountain bike.

Non importa se il ricciolino non ne ha gran voglia, per me imparare a nuotare è un dovere prima che un piacere e poi già ho visto negli anni scorsi che i capricci pre piscina si sciolgono come neve al sole appena entra in acqua, perchè a lui stare in acqua piace, è innegabile, quel che non gli garba tanto è l'idea di obbedire ad un istruttore.

E' solo fortuna se giorno o orario coincidono con quello di altri amichetti, perchè questa volta ho deciso io.

Sci d'invero, bici d'estate, sono state scelte sue. Guidate, quanto allo sci (fondo anzichè discesa), ma sue.
Giocomotricità in città lo scorso anno è stata un'idea sua e c'è da dire che ha tenuto duro fino a maggio, quando la noia e la stanchezza gliela si leggevano in faccia. Tanto che quest'anno gli è passata la voglia.
Ora, però, decido un pò io.
Perchè lo scorso anno il ricciolino a giungo è arrivato stanco, seppur felice. Forse non per gli impegni extra, ma con certezza non posso dirlo.
Perchè la logistica è un problema mio, non dell'Alpmarito che in settimana non c'è (per carità, non per sua volontà ma tant'è), non dei nonni che fanno già il possibile dividendosi tra i vari nipoti e che comunque per le emergenze ci sono ma la routine è un'altra cosa.
E ' mio.
E allora faccio come riesco e credo meglio io, per lui e per me.

Ascoltassi la voglia, lo porterei a musica, inglese, karate, nuoto, giocomotricità, yoga e a mille altre attività.
Perchè nulla è sprecato, nella vita.
Tuttavia, è innegabile che i corsi costino: denaro, tempo, fatica, impegno.
Dei figli ma anche dei genitori.
Quindi si impongono scelte.

Ci sarà tempo per le seconde/terze lingue (che comunque mi auguro impari a scuola, visto che le tasse le pago anche perchè abbia un'istruzione decente) e per la musica.
Ci sarà tempo per l'agonismo, qualunque sport scelga in futuro.
Ora ha bisogno di sfogarsi, fondamentalmente, giocando a casa o in giardino e praticando sport.

Sento genitori lamentarsi che alcuni sport, purtroppo, si possono praticare con i corsi solo dai 5/6/7 anni e "peccato non si possa fare prima", altri che si lamentano che alcuni sono solo estivi o invernali e allora gli istruttori "non  potrebbero pensare alla presciistica o ad un corso di bici dentro la palestra per l'inverno?"

Capto i discorsi tra gli istruttori e i dirigenti di varie società sportive, che tentano di inventarsi "corsi di avviamento" per piccolissimi o cercano soluzioni per "prolungare la stagione" perchè altrimenti si mettono a praticare altri spot "e poi li perdiamo".
E non parlo solo di persone che con l'insegnamento di attività sportive, ricreative o simili ci campano, ma anche di chi lo fa solo per passione, nel suo tempo libero.

Il risultato, mi raccontava proprio qualche giorno fa la mamma di una bimba di sette anni, è che iniziando a 4, quando arrivano all'agonistica e/o a dover apprendere davvero la tecnica ed i fondamenti di quello sport, sono già stufi, perchè per tre anni hanno fatto più o meno le stesse cose "di avviamento."

E poi sento i genitori dire che i bambini devono provare tanti sport e cambiare tutti gli anni, se vogliono, perchè "se non lo fanno adesso, quando?"
Io non sono molto d'accordo, su questo concetto, però devo ammettere che, alla fine, di certezze me ne sono rimaste ben poche.
Non è che così facendo si passa il messaggio che lo sport sia SOLO divertimento e non anche impegno, costanza e fatica?
Non è che si abituano a "consumare" le esperienze come le cose ?
Non è che non ne trarranno mai una soddisfazione duratura perchè appena la strada si fa in salita li autorizziamo a mollare e cambiare?
Non è che, per contro, insistendo perchè scelgano una strada e la mantengano, si rischia di fargli odiare lo sport in generale o di non dargli la possibilità di trovare quello davvero fatto per loro o, più semplicemente,  di renderli infelici?

Ecco.
Io non lo so.
Navigo a vista.
Però, dovendo navigare, quest'anno il mare me lo sono scelto un pò più io, anzichè gli altri.
E vedremo come andrà!

Fuori dalla scuola, intanto, osservo un pò stranita la folle corsa ai corsi.

P.s. Voi, come la vedete questa folle corsa ai corsi?
Cosa ne pensate di far iniziare ormai ogni attività nei primi anni di vita?



lunedì 11 luglio 2016

Piccola guida di arrampicata per principianti

Parlo spesso, su questo blog, delle falesie di arrampicata in cui andiamo con il nostro bimbo e della palestra che frequentiamo, con tanto di foto, dando per scontato che tutti sappiano di cosa parlo.
In realtà, probabilmente non è cosi' e non é poi cosi' strano, dal momento che l'arrampicata non è uno sport diffuso quanto il calcio, la pallavolo o il nuoto.
Ecco allora che, su richiesta di alcuni "lettori", ho pensato questa piccola e breve "guida" al mondo dell'arrampicata sportiva, ovviamente molto semplificata e senza alcuna pretesa di completezza!



Innanzi tutto, esistono diversi tipi di arrampicata:
  • il boulder, che prevede una concatenazione intensa di pochi movimenti su massi, con un tappetino e compagni pronti "a parare" sotto, senza corde, prese e imbrago ma anche senza salire piu' di tre/quattro metri da terra;
  • l'arrampicata in palestra, che puo' assomigliare a quella in falesie attrezzate, laddove si usano le corde, oppure al boulder, a seconda di come è configurata la palestra (quella che frequentiamo noi, ad esempio, non prevede l'uso delle corde);
  • l'arrampicata in falesie attrezzate, ossia pareti di roccia con "soste" e chiodi già pronti, a cui assicurarsi.
    La falesia a sua volta puo' comprendere:
  1. solo "monotiri", ossia salite di 10/12 rinvii, in cui si sale per 20/30 metri, si giunge in sosta e poi si scende facendosi "calare" dal compagno di cordata a terra o calandosi "in corda doppia" da soli;
  2. solo "vie lunghe", ossia sequenze di "tiri" (lunghezze di corda) una sopra l'altra, fino ad arrivare in cima alla parete, per poi scendere lungo sentieri che si dipartono dalla cima o calandosi "in doppia" fino alla base;
  3. sia monotiri che vie lunghe;
  • l'arrampicata "da proteggere", che i francesi chiamano "en terrain d'aventure", ossia su pareti di roccia in cui non ci sono soste nè chiodi già pronti a cui assicurarsi (oppure parzialmente protette, con solo le soste), come di solito le vie in alta montagna.
    In questo caso chi sale usa degli appositi "blocchetti di arresto" (nut e/o friends) che si sistema da solo e poi toglie, lasciando cosi' la parete "pulita" o "vergine".
  • free solo, ovvero libera senza protezione. Consiste nell'arrampicare senza corda né rinvii (od eventualmente con una corda nello zaino per una doppia di emergenza) e nell'arrampicare senza alcuna protezione dall'inizio alla fine della via.
Corda a terra nel suo zaino con apposito telo.

Il tipo di arrampicata piu' bello, vero, affascinante ed avventuroso, secondo me, è senza dubbio l'arrampicata da proteggere.
Certamente, pero', comporta anche piu' rischi, piu' esperienza ed attrezzature e non è a portata di "famiglie".
Anche le vie lunghe, dal momento che richiedono di restare appesi in parete per ore, anzichè per qualche minuto, e fare molte manovre di corda, non è adatta ai bambini.
Il free solo non ho mai pensato di prenderlo in considerazione.
Il boulder non ha mai veramente conquistato il cuore mio e dell'Alpmarito, percio' ultimamente, a parte la palestra di inverno, frequentiamo falesie attrezzate di monotiri o miste.
Ed è di queste che intendo parlarvi, anche perchè piu' o meno nelle vie lunghe funziona allo stesso modo.

Pronti?

Per prima cosa, con la corda si arrampica in due: uno sale e l'altro gli fa "sicura", ossia "fa sicurezza", da terra (o dalla sosta nei casi di vie lunghe).
Entrambi indossano un imbrago, ossia una imbragatura ed il casco (vabbè, non tutti e non sempre, pero' noi con il ricciolino ci sforziamo di dare il buon esempio!) .



Chi sale "da primo" lega un capo della corda alla sua imbragatura con un "nodo ad otto", ripassato.


Poi si attacca all'imbrago "i rinvii", ossia una fettuccia con un moschettone per parte, tanti quanti sono i "chiodi" della via attrezzata.

Un rinvio: fettuccia centrale e due moschettoni, uno per parte

Calza "le scarpette" (strette e scomode, pero' con molto grip e in grado di garantire molta sensibilità) e parte.
Scarpette da arrampicata attaccate all'imbrago

Arrivato al primo spit, ossia un anello di acciaio (come quello che vedete sul centro della parete nella foto)



 prende un rinvio, inserisce uno dei moschetto nello spit (dal verso giusto, quello opposto al verso di possibile caduta), poi passa la corda nel secondo moschettone.


A quel punto, è assicurato, nel senso che puo' stare fermo appeso alla corda (che ora è piu' in alto del suo bacino, mentre prima non era ancora attaccata a nulla se non al suo imbrago) oppure salire e, se dovesse cadere, la sua caduta sarebbe arrestata dalla corda nel rinvio.
Questo, se il compagno a terra lo frena facendo il suo dovere, ovviamente!

Piu' si sale, piu' aumentano i rinvii messi, fino ad arrivare in cima, dove c'è la sosta, in genere due spit collegati da una catena di ferro, con un moschettone a ghiera o comunque di sicurezza oppure un maillon in cui passare la corda per l'ultima volta, cosi' da farsi "calare a terra".


Chi è a terra, a sua volta, fa sicurezza utilizzando dei sistemi di ritenuta, in cui fa passare la corda, "dandola" al compagno mentre sale e "recuperandola" quando cade.
Ci sono molti "attrezzi" utilizzabili, dal gri-gri, ai discensori a otto o a quelli a "secchiello"...l'importante è usarli bene e con la corda di diametro giusto!
Discensore a secchiello


Discensore gri-gri

Discensore gri-gri e un rinvio appesi all'imbrago

Chi sale "da secondo", si trova invece la corda già passata nella sosta in alto e dunque si lega ad un capo, toglie i rinvii mentre sale ed è sempre in sicurezza, poichè la sua caduta sarà sempre minima, non so se mi spiego. 
Fila di rinvi appesi in salita e corda che, già passata nella sosta in cima, scende dalla parte opposta, dopo la calata del primo.
 
 Chi arrampica "da primo", invece, oltre a non essere assicurato fino al primo spit, ogni volta che sale sopra un rinvio e fino a che non giunge a piazzarne un altro nello spit successivo, ha la corda sotto di sè, quindi se cadesse arriverebbe fino a sotto al rinvio piu' prossimo, piu' precisamente cadrebbe per il doppio dell'altezza dall'ultimo rinvio "passato".
Per questo di solito arrampicare da primo è piu' adrenalinico ma anche piu' bello, perche il pensiero di una caduta, per quanto protettae quindi di pochi metri, spinge ad essere molto piu' attenti e concentrati.

Sela falesia è ben attrezzata, il "materiale" in buono stato ed adatto e gli scalatori sanno il fatto loro, il rischio di incidenti è davvero minimo.
Come avrete capito, pero', non è uno sport da improvvisare, bisogna andare con qualcuno gia' esperto oppure una guida o un istruttore fino a che non si è imparato tutto quanto necessario ad arrampicare con i propri amici o compagni in sicurezza.

Tutto chiaro?
Io spero di si' ma sono a disposizione per chiarimenti o domande!

La prossima volta, invece, vi parlero' di gradi e difficoltà dei monotiri/vie.


lunedì 27 giugno 2016

La ciclabile Peschiera del Garda - Mantova e Borghetto di Valeggio sul Mincio: 34 km in bici con il bambino!


A metà giugno abbiamo approfittato di un fine settimana fuori porta per "testare" la resistenza del ricciolino biondo in bici e trascorre del tempo alla scoperta della zona in modo sportivo, ecologico e divertente.

Avevamo notato nel centro di Peschiera del Garda, nei pressi della quale avevamo piantato la nostra tenda, la partenza di una pista ciclabile per Mantova, che avevamo visitato ormai tra anni fa (lo racconto qui), distante 45 km.


Il ricciolino biondo ha subito esultato all'idea.
Non avevamo, però portato con noi le biciclette.
Così il giorno seguente, approfittando della bella giornata di sole, siamo andati a noleggiarle in un negozio ben fornito fuori dal paese, in direzione Sirmione.
Ci hanno dotati di tra biciclette moderne, ammortizzate ed adatte a fondi misti e sterrati, con grande gioia del ricciolino.

Parcheggiata l'auto in un parcheggio libero gratuito nelle vicinanze del negozio (purtroppo al sole), siamo partiti in direzione di Mantova.
Il primo tratto di ciclabile, per la verità, scorreva a lato della strada, piuttosto trafficata, alternandosi al marciapiede, con tutti gli attraversamenti e gli incroci del caso.
Dopo 2 km, però, siamo arrivati a Peschiera e abbiamo intercettato la ciclabile che, uscendo da una delle porte di accesso alla città, si infila (con una ripida ma corta discesa), con fondo a ghiaietta (ma fattibile anche con una bici da corsa, magari a mano nella discesa), in un bel parco verde che  costeggia le mura e prosegue, lungo il Mincio, oltre il ponte di accesso e l'area di attracco delle canoe.

Usciti rapidamente dalla città, la ciclabile corre lungo il Mincio, in una strada asfaltata chiusa al traffico veicolare, comoda e larga, con qualche punto d'ombra per le soste concesso dalla presenza degli alberi ed il refrigerio dell'arietta del fiume.


Arrivati alla diga di Salionze, nei pressi di Monzambano, ove si trova una panchina per la sosta ed una fontana (attenzione: la seconda fontana da Peschiera, non ne abbiamo viste altre), la ciclabile per  Mantova si sposta sull'argine sinistro del fiume, prima in un boschetto e poi di nuovo lungo il fiume, sempre su ciclabile asfaltata chiusa al traffico veicolare e ricca di vegetazione ai lati.
Abbiamo incontrato tantissimi altri ciclisti ma anche persone con i rollerblade e molti runners.

Poco prima di  Borghetto, frazione di Valeggio sul Mincio, sulla sinistra si incontra un grande ristorante con ampia area verde attrezzata con tavoli all'aperto e giochi per i bambini ("Speck Stube" Valeggio sul Mincio).
Noi vi abbiamo fatto tappa per il pranzo al ritorno e ci siamo trovati bene.

All'esterno, il pannello informativo della ciclabile.

C'era, comunque,  anche un altro bar - ristorante molto comodo circa 5 km prima.

Proseguendo verso Mantova, abbiamo prima visto le mura esterne di Borghetto...

e poi visitato, con le bici portate a mano, come da indicazioni ...

...questo piccolo ma davvero suggestivo, borgo storico, pieno di ristoranti e bar (e molto affollato, ma era comunque sabato).






Poichè il ricciolino biondo aveva già pedalato per più di 17 chilometri (circa 14 km da peschiera a Borghetto + 3 km dal campeggio in cui alloggiavamo a Peschiera), senza mai lamentarsi (ovviamente con soste per bere e mangiucchiare caramelle !), abbiamo quindi imboccato nuovamente la ciclabile,
questa volta in direzione Peschiera del Garda, fermandoci dopo pochi chilometri per mangiare nel ristorante "addocchiato" all'andata, giocare e prendere il sole!



Infine, la biciclettata fino a Peschiera, un bel gelato e poi gli ultimi chilometri fino al negozio, dove abbiamo fatto ritorno alle quattro e mezzo, stanchi, felici e con almeno 34 km sulle gambe, un vero record per il ricciolino biondo e molto più di quanto ci aspettassimo!

Una perfetta giornata di vacanza estiva.

Se avete bimbi più grandicelli o siete tra adulti e avete voglia di pedalare, sappiate che la ciclabile offre molte deviazioni per visitare tanti paesini, per il parco Sigurtà e per luoghi di interesse culturale, non avrete che da sbizzarrirvi!

Info pratiche: noi abbiamo noleggiato le bici da "Hyghroad Bike Shop s.r.l.", in Via Bell'Itlia n. 31, al prezzo di 35 Euro per le tre bici per l'intera giornata (fino alle 19,00, ora di chiusura), pagati in anticipo alla consegna delle bici, che nel nostro caso erano in ottime condizioni e perfette per il tipo di ciclabile.
Il parcheggio libero si trova appena più avanti al negozio, in direzione Peschiera del Garda, subito dopo la rotonda.
Una pista ciclabile che conduce a Peschiera  (o a Sirmione nell'opposta direzione) passa proprio lì davanti.
La ciclabile è interamente pianeggiante e, da Peschiera a Borghetto, transita sempre lontano da auto, dunque è perfetta per i bambini.
Un pò di attenzione va prestata nel primissimo tratto, quello che uscendo da Peschiera, costeggia su un sentiero sterrato il fiume, dal lato opposto alle mura: è stretto e vicinissimo all'acqua!
Attenzione: munitevi di una buona scarta di acqua e di qualche snack, soprattutto se viaggiate con i bambini. Noi abbiamo trovato solo due fontane in tutto il percorso Peschiera - Borghetto.
P.s. Mettete il casco in bici!

Post non sponsorizzato, come di consueto.

lunedì 20 giugno 2016

Di manifestazioni sportive e momenti di svago collettivo

E' periodo di europei di calcio e sono tantissimi gli italiani che si ritrovano davanti ad una tv per seguire le partite.
Noi non siamo tra loro, anche se quando l'Italia gioca in orari serali o in cui comunque si è a riposo, non disdegnamo di guardare e tifare.

Alla nostra famiglia, tuttavia, lo sport piace praticarlo, più che guardarlo.
Così, sono poche le occasioni che ci lasciamo sfuggire.

La scorsa domenica, ad esempio, abbiamo partecipato ad una manifestazione che ormai da anni nella mia città riscuote un discreto successo: gli Eporedia Active Days.

L'Alpmarito è un pò orso, non ama le competizioni e le manifestazioni di gruppo, preferisce fare sport da solo o con noi o con qualche amico.
Io, invece, penso che a volte stare insieme sia trascinante, trasmetta entusiasmo e sia anche istruttivo per il ricciolino.
Così domenica lo abbiamo portato alla Junior Bike: un anello di 12 km in bici, bambini fino ai 14 anni, accompagnatori dello staff e, in coda, i genitori dei più piccoli.
Una folla di ciclisti colorata e festosa, che ha attraversato la città ed i suoi dintorni, fermandosi anche a fare merenda a metà strada.



Rispetto allo scorso anno, l'organizzazione è stata migliore, la sosta "spuntino" ha permesso di ricompattare il gruppo di piccoli ciclisti ed il ricciolino biondo, essendo più grande e con una bici con ruote dal raggio maggiore, è riuscito a stare con gli altri bambini dall'inizio alla fine, completando tutto il percorso!

 
Era il più piccolo della compagnia e, a fine anello, ha spiegato ad una delle donne dello staff di essere stanchissimo ma di non voler mollare mai.
Devo dire che questa determinazione è una delle caratteristiche che più ammiro in mio figlio.

Tutti i bimbi si sono meritati la loro medaglia, orgogliosi e felici!



Per me è stato bellissimo non solo accompagnarlo nella sua "avventura" ma anche vedere tantissimi bambini pronti a pedalare insieme e tante famiglie sfruttare l'occasione per fare sport in compagnia e far provare a ragazzi e piccoli attività un pò meno comuni dei classici giochi con la palla, come la canoa, la subacquea, l'arrampicata sportiva, i percorsi in mountain bike e il parkour.






Il tutto senza farsi fermare neppure dalla pioggia, che nel pomeriggio ha "bagnato" una manifestazione di per sè già non asciutta!!!

Tornando a casa, io e l'Alpmarito abbiamo però riflettuto sulla constatazione che, nonostante il successo che riscuotono sempre questi "appuntamenti sportivi", così come le gare di corsa e le giornate di sport "a porte aperte", l'obesità, in adulti e bambini, sembra essere sempre più in aumento (almeno stando alle statistiche), con tutti i rischi per la salute che ne derivano (ed i costi per il SSN).

Sembra che i genitori, forse perchè consapevoli dell'importanza dello sport, si sforzino nella prima infanzia di assecondare l'esigenza naturale dei bambini di muoversi, iscrivendoli a vari corsi sportivi, compatibilmente con i propri ritmi e luoghi di vita, e portandoli spesso al parco piuttosto che in bici o a passeggiare.
Poi, però, con all'avvento dell' adolescenza e il progredire del percorso scolastico, l'attenzione per lo sport sembra venire meno.

A volte sono i genitori a "frenare" l'attività sportiva, perchè non tolga spazio allo studio, incentivati in questo dagli insegnanti che, ahimè, in larga parte, per quella che è la mia esperienza, sembrano non conoscere il saggio brocardo "mens sana in corpore sano" ed ignorare la valenza, formativa del carattere ,della pratica sportiva (oltre ai benefici in termine di salute).
Come se conoscere una terza lingua o saper suonare uno strumento musicale sia molto più importante e utile nella vita che saper andare in bicicletta o nuotare, anichè essere abilità o conoscenze di pari livello.
Altre volte mi pare subentri la pigrizia e non solo da parte dei ragazzi, bensì anche dei genitori.
Perchè è difficile insegnare ai propri figli a muoversi se non si da in prima persona l'esempio, accettando di faticare un pò.

Secondo me, sia le istituzioni che tutti noi genitori dovremmo cambiare mentalità e chiedere a gran voce spazi a misura di sport, come piste ciclabili, parchi e palestre comunali, nonchè una maggiore attenzione all'educazione fisica nelle scuole.

Senza diventare dei fanatici del fitness, ovviamente!

E voi, cosa ne pensate? Partecipate a manifestazioni come gli Eporedia Active Days, quando li organizzano dalle vostre parti? Secondo voi perchè si tende a perdere, con l'età, la voglia di muoversi dei bambini?