Il ricciolino, per i suoi cinque anni, ha domandato, tra le altre cose, un paio di pattini a rotelle, come quelli dei grandi.
La nonna lo ha accontentato e, quando li ha scartati, ne è stato entusiasta e ha voluto provarli subito, già in casa!
Grande è stato il suo stupore quando ha compreso che, per usarli, era meglio dotarsi di tutta una serie di protezioni (nel nuovo "color Capitan America", come ha ribattezzato l'accoppiamento blu e rosso) e, soprattutto, che non era affatto "facile come andare in bicicletta" o come "lo sci di fondo".
Eh sì, perchè per nostro figlio andare in bicicletta, prima con quella senza pedali a 18 mesi, poi con quella da grandi praticamente subito senza rotelle, è sempre stato semplice e quasi immediato.
E neppure con gli sci ha avuto particolari difficoltà, trovando in un baleno il suo equilibrio.
Si aspettava che fosse la stessa cosa con i pattini e invece....
E' stato bello, per me, fotografare il ricciolino impegnato ad imparare con il supporto del papà.
E' stato bello vederlo affidarsi a lui e capire, una volta di più, quanto sia importante il ruolo dei genitori (ma anche dei nonni).
Un ruolo di supporto e di guida, di rassicurazione ma anche di incoraggiamento all'autonomia, di spinta a provare e riprovare (come recentemente ha scritto anche Veronica, prendendo spunto da criiche ricevute), affrontando le paure e le difficoltà.
E' stato bello vederlo rialzarsi ancora ed ancora e provare a "fare da solo", anche nell'indossare le protezioni ed allacciarsi/slacciarsi i pattini.
Ed è stato bello vedere la sua stanchezza e la sua soddisfazione, dopo.
Non so se e quando imparerà a sfrecciare sui pattini come pedala o scia.
Non so ancora se la voglia di pattinare sarà passeggera o se diventerà un altro modo duraturo per divertirsi e muoversi.
Quello che so, però, è che solo grazie alle cadute ed alle difficoltà, si impara a crescere e diventare forti.
Per quella che è la mia esperienza personale, ciò che si conquista regala soddisfazioni durature e spesso apprezziamo più ciò che otteniamo con un pò di fatica che ciò che ci viene quasi instintivo, a meno di non avere per esso una grande passione o inclinazione (e qui tocchiamo un tema di cui ha parlato da poco Beat).
Per questo, anche se l'instinto di facilitare mio figlio in tutto e proteggerlo è sempre presente, a volte forzo me stessa a non intervenire, a lasciar provare, a renderlo autonomo.
In questo, suo padre, che vede ovunque meno pericoli di me, è ancora più bravo, trasmettendo al ricciolino molto fiducia in se stesso (e un pizzico di incoscienza!). E' un'attitudinedi cui sono grata, che ci bilancia come genitori.
Vorrei che il ricciolino imparasse a gestire piccoli fallimenti e frustrazioni fin da piccolo, quando si tratta di delusioni tutto sommato di poca importanza oggettiva (anche se per lui contano tantissimo), perchè impari a superarle e ripartire e diventi un adulto sicuro di sè e determinato.
Chissà se ci riuscirò.
Intanto, lo porto a pattinare!
"Se un bambino si arrendesse alla prima caduta, non imparerebbe mai a camminare. "- Louise L. Hay
RispondiElimina