Prendo spunto da un saggio che ho finito da poco di leggere per affrontare un argomento che in questo periodo mi ha fatto molto riflettere: il senso ed il valore dei blog.
BLOG Generation" di Giuseppe Granieri, ed. Laterza, 2005, Euro 10,00, pag. 169
Ho letto questo libro per cercare di capire qualcosa di più sul mondo dei blog, in cui bazzico ormai da un po' di anni.
In realtà, ho subito scoperto trattarsi non di un manuale ma di un saggio, una specie di piccolo trattato sociologico sul ruolo dei blog e dei motori di ricerca.
Seppur rivolto ad un pubblico che conosce Internet ed i blog, e' una lettura molto scorrevole ed interessante, che consente di capire l'importante collocazione che ormai i blog hanno assunto nella società e, soprattutto, nella comunicazione.
Lo sguardo è rivolto soprattutto agli Stati Uniti, considerando che il fenomeno dei blog negli USA e' esploso prima e con numeri maggiori che nella "vecchia" Europa. Tuttavia, quasi tutte le considerazioni dell'autore si applicano anche ai weblog nostrani.
Particolarmente interessante l'analisi dei rapporti politica-blog e mondo dei mass media-blog, in cui si mette in luce il timore e la diffidenza che molti giornalisti dei media tradizionali mostrano nei confronti dei blog, senza coglierne le potenzialità (tanto da cercare di denigrarli pubblicamente con dichiarazioni discutibili, come è avvenuto anche recentemente in una trasmissione televisiva, in cui, se anche c'era del vero nella sostanza, c'è stato comunque un errore nei modi) nonché le differenze tra giornali e siti web di informazione e blog, in primis la citazione delle fonti che spesso nei primi manca, la maggiore trasparenza dei secondi ed il modo in cui i blogger esprimono le proprie opinioni mettendoci la faccia, senza nascondersi dietro un'imparzialità e una professionalità talvolta solo apparente.
E poi il fatto che il web ed i motori di ricerca consentano quella memoria storica di fatti, episodi e dichiarazioni a cui attingere per ricostruire vicende o opinioni che i giornali da soli non hanno o addirittura ignorano e che costituisce un potentissimo strumento nelle mani di blogger e lettori di ogni genere che abbiano voglia di documentarsi ed esprimersi su qualunque tema.
Uno strumento che ha consentito spesso di smascherare le ipocrisie di politici, imprenditori, giornalisti e personaggi dello spettacolo.
Uno strumento che ha consentito spesso di smascherare le ipocrisie di politici, imprenditori, giornalisti e personaggi dello spettacolo.
Cio' che io personalmente ho trovato più illuminante è la parte dedicata a descrivere le regole che i blog si sono auto imposti ed il concetto di autorevolezza sul web.
Infatti, malgrado per certi versi si tratti di un piccolo mondo a se', le dinamiche descritte nel libro si producono anche tra i blog di mamme, di viaggi, di hobby creativi o di bibliofili che frequento e leggo, con qualche eccezione.
Non mancano infatti i blogger scorretti, che tendono a copiare i post altrui o quelli che, ignari del senso stesso di scambio e condivisione della blogsfera, tendono a chiudersi in modo autoreferenziale, senza mai citare fonti di ispirazione o altri blog e senza mai commentare altri "diari virtuali", ergendosi su un piedistallo che, però, stando all'autore del saggio, e' destinato a crollare presto.
"Per la logica stessa che governa le relazioni tra i blogger, ciascun individuo, scrivendo degli argomenti che gli interessano e leggendo ciò che attira la sua attenzione, finisce per frequentare più o meno assiduamente un numero variabile di piccoli mondi. E in ognuno di questi assume il ruolo che le sue conoscenze, le sue idee, la sua capacità di espressione e la sua visione dell'ambiente gli consentono, ottenendo una reputazione più o meno maggiore." Pag. 64
" Al di fuori della Rete, i gruppi, le piccole comunità, i piccoli mondi di cui parlavamo prima, tendono ad associarsi sulla base di interessi in comune e di affinità, e spesso sono abbastanza omogenei anche come modo di pensare e come comportamenti. Gli individui in contatto con ambienti differenti, come i fortunati che vivono nell'universo a relazione multipla del Web, hanno dunque maggior familiarità con modi di pensare diversi e con comportamenti differenti, il che gli offre maggiori possibilità di selezionale e sintetizzare alternative.
Gli individui connessi con gruppi diversi mediano la comunicazione tra vari piccoli mondi, questa mediazione è un capitale sociale che porta con se un vantaggio competitivo. In cui i mediatori possono elaborare progetti che integrano le diverse maniere di pensare o di comportarsi. Persone abituate a lavorare in due o più gruppi, a differenza di chi lavora in uno solo, sono più capaci di comprendere come convinzioni e pratiche di un gruppo possano creare valore nell'altro (e sanno cometradurle nel linguaggio dell'altro gruppo). Sanno creare analogie, mentre spesso la mentalità di chi vive in un unico gruppo è abbastanza renitente a comprendere le differenze. Per dirla con Burt, "Non e creatività che viene dal profondo dell'abilita intellettuale. E' creatività che viene da un modello di import- export". Per sua natura dunque, quando c'è qualcosa che merita, la blogsfera lo fa emergere: e' un sistema in cui il valore totale è superiore alla somma delle parti.
Il Web, oggi, è una palestra per le idee." Pag. 65
Il Web, oggi, è una palestra per le idee." Pag. 65
Ciò che io ho imparato ad apprezzare, scrivendo e frequentando altre/i blogger, è perfettamente riassunto nel passo sovra riportato.
Stimoli continui provenienti da persone diverse, con hobby ed interessi differenti ma nello stesso con una affinità di fondo con il mio modo di pensare, la possibilità di confronti civili con persone che vivono realtà familiari, di coppia, lavorative e geografiche lontane dalle mie, dalle quali apprendere, oppure molto simili, in cui trovare un eco e un appoggio nel momento del bisogno.
E poi la possibilità di approfondire la conoscenza senza costrutti sociali rigidi, con tempi magari dilatati ma sempre congeniali a ciascuno, adatto ad una vita spesso frenetica ma non per questo necessariamente fatta di rapporti superficiale.
Infine, la scoperta di tanti talenti, di tante persone a loro modo eccezionali ed una maggiore apertura mentale e curiosità.
Non poco, a mio parere!
Ciò non toglie, ovviamente, che i rapporti personali del mondo "fisico" tradizionale abbiano molti altri vantaggi e pregi.
"Unendo la capacità cognitiva di milioni di persone ad un potentissimo strumento di connessione, (la Rete) ha realizzato un modello che incrocia la libertà del dibattito tipica dello spirito ateniese con la valutazione individuale dell'auctoritas latina. I sistemi di filtro consentono di accedere alle opinioni di individui che non vivono nel nostro stesso spazio fisico e di avere un confronto comunque diretto. La memoria della Rete e le logiche di costruzione distribuita della reputazione, ci permettono di stabilire rapporti di fiducia spesso più saldi di quelli che si riescono a costruire in una taverna o una piazza, perché il mondo reale ha solo la profondità della parola detta e non quella della ricerca nella conoscenza collettiva e, soprattutto, non tiene traccia della storia intellettuale dei nostri interlocutori. Infine, il ruolo degli esperti, che sul Web fanno da hub cognitivi lavvode ad Atene spiegavano il mondo alla gente." Pag. 147
In una realtà moderna in cui, come spiega l'autore all'inizio del saggio, non conosciamo quasi più niente direttamente perché ci troviamo costantemente alle prese con problemi e notizie sempre più complessi, che coinvolgono un numero crescente di paesi e persone connesse tra loro, laddove noi abbiamo un'esperienza diretta, in prima persona o per racconto altrui, di un numero assai limitato di fatti; in una realtà moderna in cui e' sempre più facile manipolare l'opinione pubblica e distorcere le informazioni, forse i weblog sono uno dei pochi aiuti che abbiamo a disposizione.
E voi, cosa ne pensate?
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