Parlo spesso, su questo
blog, delle falesie di arrampicata in cui andiamo con il nostro bimbo
e della palestra che frequentiamo, con tanto di foto, dando per
scontato che tutti sappiano di cosa parlo.
In realtà, probabilmente
non è cosi' e non é poi cosi' strano, dal momento che l'arrampicata
non è uno sport diffuso quanto il calcio, la pallavolo o il nuoto.
Ecco allora che, su
richiesta di alcuni "lettori", ho pensato questa piccola e
breve "guida" al mondo dell'arrampicata sportiva,
ovviamente molto semplificata e senza alcuna pretesa di completezza!
Innanzi tutto, esistono diversi tipi di
arrampicata:
il boulder, che prevede una
concatenazione intensa di pochi movimenti su massi, con un tappetino
e compagni pronti "a parare" sotto, senza corde, prese e
imbrago ma anche senza salire piu' di tre/quattro metri da terra;
l'arrampicata in palestra,
che puo' assomigliare a quella in falesie attrezzate, laddove si
usano le corde, oppure al boulder, a seconda di come è configurata
la palestra (quella che frequentiamo noi, ad esempio, non prevede
l'uso delle corde);
l'arrampicata in
falesie attrezzate, ossia pareti di roccia con "soste"
e chiodi già pronti, a cui assicurarsi.
La falesia a sua volta
puo' comprendere:
solo "monotiri",
ossia salite di 10/12 rinvii, in cui si sale per 20/30 metri, si
giunge in sosta e poi si scende facendosi "calare" dal
compagno di cordata a terra o calandosi "in corda doppia"
da soli;
solo "vie
lunghe", ossia sequenze di "tiri" (lunghezze di
corda) una sopra l'altra, fino ad arrivare in cima alla parete, per
poi scendere lungo sentieri che si dipartono dalla cima o calandosi
"in doppia" fino alla base;
sia monotiri che
vie lunghe;
l'arrampicata "da
proteggere", che i francesi chiamano "en terrain
d'aventure", ossia su pareti di roccia in cui non ci sono
soste nè chiodi già pronti a cui assicurarsi (oppure parzialmente
protette, con solo le soste), come di solito le vie in alta
montagna.
In questo caso chi sale
usa degli appositi "blocchetti di arresto" (nut e/o
friends) che si sistema da solo e poi toglie, lasciando cosi' la
parete "pulita" o "vergine".
free solo,
ovvero libera senza protezione. Consiste nell'arrampicare senza
corda né rinvii (od eventualmente con una corda nello zaino per una
doppia di emergenza) e nell'arrampicare senza alcuna protezione
dall'inizio alla fine della via.
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Corda a terra nel suo zaino con apposito telo. |
Il tipo di arrampicata
piu' bello, vero, affascinante ed avventuroso, secondo me, è senza
dubbio l'arrampicata da proteggere.
Certamente, pero',
comporta anche piu' rischi, piu' esperienza ed attrezzature e non è
a portata di "famiglie".
Anche le vie lunghe, dal
momento che richiedono di restare appesi in parete per ore, anzichè
per qualche minuto, e fare molte manovre di corda, non è adatta ai
bambini.
Il free solo non ho mai
pensato di prenderlo in considerazione.
Il boulder non ha mai
veramente conquistato il cuore mio e dell'Alpmarito, percio'
ultimamente, a parte la palestra di inverno, frequentiamo falesie
attrezzate di monotiri o miste.
Ed è di queste che
intendo parlarvi, anche perchè piu' o meno nelle vie lunghe funziona
allo stesso modo.
Pronti?
Per prima cosa, con la
corda si arrampica in due: uno sale e l'altro gli fa "sicura",
ossia "fa sicurezza", da terra (o dalla sosta
nei casi di vie lunghe).
Entrambi indossano un
imbrago, ossia una imbragatura ed il casco (vabbè, non
tutti e non sempre, pero' noi con il ricciolino ci sforziamo di dare
il buon esempio!) .
Chi sale "da
primo" lega un capo della corda alla sua imbragatura con
un "nodo ad otto", ripassato.
Poi si attacca
all'imbrago "i
rinvii", ossia una
fettuccia con un moschettone per parte, tanti quanti sono
i "chiodi" della via attrezzata.
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Un rinvio: fettuccia centrale e due moschettoni, uno per parte |
Calza "le scarpette"
(strette e scomode, pero' con molto grip e in grado di garantire
molta sensibilità) e parte.
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Scarpette da arrampicata attaccate all'imbrago |
Arrivato al primo spit, ossia un anello di acciaio (come quello che vedete sul centro della parete nella foto)
prende un rinvio, inserisce uno dei moschetto nello spit (dal verso
giusto, quello opposto al verso di possibile caduta), poi passa la
corda nel secondo moschettone.
A quel punto, è
assicurato, nel senso che puo' stare fermo appeso alla corda (che ora
è piu' in alto del suo bacino, mentre prima non era ancora attaccata
a nulla se non al suo imbrago) oppure salire e, se dovesse cadere, la
sua caduta sarebbe arrestata dalla corda nel rinvio.
Questo, se il compagno a
terra lo frena facendo il suo dovere, ovviamente!
Piu' si sale, piu'
aumentano i rinvii messi, fino ad arrivare in cima, dove c'è la
sosta, in genere due spit collegati da una catena di ferro,
con un moschettone a ghiera o comunque di sicurezza oppure un
maillon in cui passare la corda per l'ultima volta, cosi' da
farsi "calare a terra".
Chi è a terra, a sua
volta, fa sicurezza utilizzando dei sistemi di ritenuta, in
cui fa passare la corda, "dandola" al compagno mentre sale
e "recuperandola" quando cade.
Ci sono molti "attrezzi"
utilizzabili, dal gri-gri, ai discensori a otto o a
quelli a "secchiello"...l'importante è usarli bene
e con la corda di diametro giusto!
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Discensore a secchiello |
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Discensore gri-gri |
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Discensore gri-gri e un rinvio appesi all'imbrago |
Chi sale "da
secondo", si trova invece la corda già passata nella
sosta in alto e dunque si lega ad un capo, toglie i rinvii mentre
sale ed è sempre in sicurezza, poichè la sua caduta sarà sempre
minima, non so se mi spiego.
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Fila di rinvi appesi in salita e corda che, già passata nella sosta in cima, scende dalla parte opposta, dopo la calata del primo. |
Chi arrampica "da
primo", invece, oltre a non essere assicurato fino al
primo spit, ogni volta che sale sopra un rinvio e fino a che non
giunge a piazzarne un altro nello spit successivo, ha la corda sotto
di sè, quindi se cadesse arriverebbe fino a sotto al rinvio piu'
prossimo, piu' precisamente cadrebbe per il doppio dell'altezza
dall'ultimo rinvio "passato".
Per questo di solito
arrampicare da primo è piu' adrenalinico ma anche piu' bello, perche
il pensiero di una caduta, per quanto protettae quindi di pochi
metri, spinge ad essere molto piu' attenti e concentrati.
Sela falesia è ben
attrezzata, il "materiale" in buono stato ed adatto e gli
scalatori sanno il fatto loro, il rischio di incidenti è davvero
minimo.
Come avrete capito,
pero', non è uno sport da improvvisare, bisogna andare con qualcuno
gia' esperto oppure una guida o un istruttore fino a che non si è
imparato tutto quanto necessario ad arrampicare con i propri amici o
compagni in sicurezza.
Tutto chiaro?
Io spero di si' ma sono a
disposizione per chiarimenti o domande!
La prossima volta,
invece, vi parlero' di gradi e difficoltà dei monotiri/vie.