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martedì 23 settembre 2014

Perché corro.

Fondamentalmente amo lo sci, l'arrampicata, il nuoto, l'alpinismo, il ciclismo.
Eppure corro.
Ho iniziato la primavera dell'anno scorso. Poi l'Alpmarito e' partito per il Portogallo, lasciandomi sola con le carte e le trattative per l'acquisto di casa, la recentissima separazione dei miei genitori, il dolore di mia madre, la notizia della malattia di una delle mie migliori amiche, il nano in preda alla nostalgia e il caldo torrido...e va be', a fine luglio ho mollato, per riprendere ad aprile di quest'anno.
Come la volta scorsa, sono partita puntando a correre venti minuti di seguito, indipendentemente dai kilometri, anche perché non ho un orologio gps.
Obiettivo: perdere peso e prepararmi un po' di gambe in vista delle escursioni estive, anche perché con le mie allergie stare a dieta e' un incubo.
Me ne sono fregata di tabelle e allenamenti, ho iniziato e basta, dicendomi che in fondo sono stata un'atleta e meno di venti minuti sarebbe stato troppo degradante (Piccolo particolare trascurabile: ho fatto tanti anni di agonismo, e' vero, ma nella scherma, mica nell'ateltica leggera!!!)
Comunque ho sputato sangue ma ci sono riuscita e piano piano ho incrementato distanze e minuti, ci ho preso un pochino più di gusto (anche se non credo sarà mai uno dei miei sport preferiti) e passando dalle due alle tre volte a settimana, lavoro e nano permettendo, ovviamente. Ho interrotto giusto una settimana ad agosto.
PERCHÉ?
Continuo a chiedermelo, ogni volta.
Infatti, nonostante la costanza e l'allenamento, una cosa non è cambiata: continuo a fare una fatica del diavolo e a percepire il movimento della corsa come masochismo puro!!!
Comunque:
A. Non serve attrezzatura specifica, bastano delle ottime scarpe. Il resto è utile ma non indispensabile.
Tolta tale spesa, e' gratis. Niente abbonamenti e ingressi, tessere o assicurazioni.
B. Esco di casa e corro, senza perdere tempo in spostamenti e senza essere vincolata agli orari di palestra/ piscina, che nel mio caso sono pure lontane almeno venti minuti (a viaggio) da casa.
C. Si può praticare ovunque.
D. A mio parere, sembra lo sport con il miglior rapporto "tempo impiegato/benefici ricavati", salvo sci di fondo e sci alpinismo, ma per quelli servono la neve, attrezzatura e spostamenti. Per stancarti a nuoto o in bici si ha bisogno di almeno un'ora, un'ora e trenta. Correndo, già 30 minuti servono


I PRO.
1. I primi sei mesi non ho avuto alcuna variazione di peso, però i benefici nel tono muscolare di gambe e glutei si sono visti sin da subito.
Ora, ho finalmente perso gli ultimi due chili rimasti dalla gravidanza. Più altri due/ tre. In poco più di un mese (perché il mio corpo si sia deciso all'improvviso e tutto d'un colpo non lo so). Ancora una e sarò tornata al peso di quando mi sono sposata, il minimo mai raggiunto e quando stavo, complessivamente, meglio.
Conservare i risultati e' tutta un'altra storia ma, intanto, me la godo.
2. Sono più rilassata. Quando corro regolarmente, ovvio (perché dopo un po' la corsa da dipendenza). Quindi sono un po' (non fa miracoli, eh!) più paziente con il nano e con i clienti e mi sento più serena;
3. I vestiti mi stanno meglio e mi sento meglio nella mia pelle = l'umore ci guadagna. Non è un discorso di peso ma di senso di benessere psico fisico, non so se riesco a spiegarmi;
4. Riesco a lasciar vagare i pensieri, nella mezz'ora/ ora che dedico alla corsa. Un po' come mi capitava nuotando. E dopo mi sento più leggera;
5. È un momento solo mio o, al massimo, mio e dell'Alpmarito;
6. È un buon pretesto per ascoltare un po' di musica in santa pace, cosa che a casa non riesco più a fare.
E pazienza se e' da aprile che sento le stesse canzoni, perché non ho ancora trovato il tempo di cambiare compilation. Non si può avere tutto nella vita!!!
7. Mi consente di stare in mezzo al verde. Perche corro prevalentemente su asfalto ma sono circondata da prati e mi godo il verde e l'azzurro del cielo, la visione delle montagne intorno a me e le nuvolette...e colgo ogni raggio di sole e ogni refolo di vento (che qui non manca mai e di solito non è mai "carezzevole"). È questo e' bello.
8. Sviluppo utili endorfine (vedi sopra).
9. La mia fame nervosa e' sensibilmente diminuita. Mangio meno ma, soprattutto, meglio. Perché ho più voglia di frutta e verdura, meno di carboidrati e zuccheri. E finalmente bevo di più.
10. Regolarizza la mia attività intestinale. Sembra una cavolata ma per una che ha tonsilliti ricorrenti = cicli di antibiotici frequenti, e assume sempre farmaci (contro l'allergia), non è vantaggio da poco.
11. Riesco più facilmente a stare dietro al nano in bicicletta o a scattare in caso di pericolo imminente!
I CONTRO?
Ci sono, ovviamente, come in tutte le cose.
1. Se lo sapesse la mia allergologa mi ucciderebbe. Giuro.
2. Se lo scoprisse la mia allergologa mi ucciderebbe. Giuro. Perciò non diteglielo!
3. Soffro di dolori vari ai piedi, alle ginocchia, alle articolazioni, persino alle spalle. Ho cambiato scarpe ma non basta. E poi ci sono i dolori muscolari. Sani, per carità, ma ne farei anche a meno.
4. Più vestiti da lavare (per fortuna non si stirano) e docce da fare.
5. Sotto la pioggia, con gli occhiali, correre fa schifo.E pure paura, se si tratta di un temporale. Provare per credere.
6. Da' dipendenza.
Quindi, se non corro per troppi giorno, vado in crisi da astinenza e divento nervosa, stile sindrome pre mestruale.
7. Preso dall'iniziale entusiasmo, rompi le palle a tutti parlando di corsa. E scopri che vanno pure più forti di te!
Il rimedio? Sfogarsi nel gruppo facebook di runningformommies (utilissimo, peraltro)!

mercoledì 11 novembre 2015

A volte insistere serve (forse)

Dopo nove mesi di stop, ad ottobre sono tornata alla carica con il nuoto ed il ricciolino ha cominciato un nuovo corso da sei lezioni di 45 minuti, il sabato mattina, questa volta nella vasca degli adulti (e in quella dei piccoli per i momenti di gioco ad inizio e fine lezione) con le allenatrici ma senza mamma.

Io ho fatto un mini abbonamento, per approfittare del tempo del corso e nuotare anche io, guardandolo dalla corsia accanto.

Perché per quanto mi sia utile la corsa e per quanto mi piaccia l'arrampicata, il nuoto mi manca ancora tantissimo.

Le prime tre lezioni sono state una tragedia: pianti al momento di prepararsi a casa, pianti nello spogliatoio, pianti in vasca, proteste della serie "non ci voglio andare più", "ho paura", "non mi piace PER NIENTE" (con il "per niente" urlato a tutto volume.


Una mattina ha fatto di tutto per farci arrivare in ritardo, aiutato dalla desarpa (il rientro delle mucche dagli alpeggi in alta quota a valle, ovviamente transitando anche per le statali), gongolando: "Che bello, arrivai amiche sarà già finito!"

E invece no, abbiamo perso solo dieci minuti.

Un'altra, in auto, ha cercato di fare leva sulle mie paure di madre: "Mamma, e se affogo?" (Termine che ha imparato subito, peraltro) ed io a rassicurarlo che non era solo, c'era l'allenatrice; "Si', però se si distrae e io affogo?"; ed io a rassicurarlo che non poteva accadere e comunque non si muore annegati i dieci secondi;"Guarda mamma che anche le maestre si distraggono, qualche volta!", "Vuoi che "muoro"?"; ed io a spiegargli che tanto avrei nuotato in una corsia vicina o sarei stata sugli spalti pronta ad intervenire; lui a ribattere "Ma se sei vestita non fai in tempo e poi non sai saltare la ringhiera e io intanto affogo" e ancora "Ma mamma, tu non mi vedi perché non hai gli occhiali e poi non ci senti neanche!" (Perché uso i tappi per le orecchie) e via di questo passo.

Io, però, non ho mollato, anche perché, nei minuti finali delle lezioni, quando le allenatrici facevano giocare i bimbi nella piscina piccola, si vedeva che il ricciolino era contento. E dopo, ha sempre voluto fermarsi ancora a giocare in acqua con me, un quarto d'ora/venti minuti, fino a quando non ci buttavano fuori perché era ora di chiudere per il pranzo!!!

Forse sarà una mia fissazione, forse è irrazionale, ma sono da sempre fermamente convinta che non si possa crescere senza saper nuotare o andare in bicicletta. Che sia un po' come non saper respirare o camminare. Che sia essenziale, anche e soprattutto per una questione di sicurezza.

Lo sapete che ogni anno in Italia ci sono circa 400 morti per annegamento?E che viviamo in un paese con 7375,31 km di coste marine (dati Telefono Blu) senza contare gli innumerevoli laghi della mia zona, i torrenti di montagna che attraversiamo, i fiumi, la vasca da bagno in casa, le piscine e piscinette.

Ovviamente non sempre basta saper nuotare o si tratta di bimbi piccoli. Inoltre, sono ben consapevole che non potrò sempre proteggere mio figlio e che anche ai migliori genitori ed educatori, basta veramente un attimo di disattenzione o un piccolissimo errore. Però vorrei fare il possibile, ecco.

E poi io adoro nuotare e vorrei proprio provare a trasmettere queste sensazione a mio figlio.

Non è solo per il mio benessere che ho nuotato tre volte a settimana, se non quattro, per tutta la gravidanza e che l'ho portato al suo primo corso di acquaticita' a quattro mesi.

Perciò, anche se devo "sacrificare" il sabato mattina e arriviamo a casa alle 13.30, spesso con ancora il pranzo da preparare, anche se la piscina e' pur sempre a 11 km da casa, anche se è un costo ed una fatica, non ho mollato.

D'altro canto, una mia amica mi ha raccontato di aver portato la figlia a sette lezioni, contenta di andare in piscina ma poi bloccata sul bordo senza voler entrare per tutta la lezione. Altro che la mia pazienza e perseveranza (S., sappi che ti stimo molto per averlo fatto !!!)

Ebbene.

Alla quarta lezione, il ricciolino biondo e' riuscito a trattenere le lacrime e ha partecipato attivamente, ammettendo alla fine di essersi divertito, anche se non ha messo la testa sotto l'acqua e non ha voluto fare un tuffo (ma questo non mi interessa).

Sabato c'è stata la quinta lezione e, pur protestando il mattino, non solo non ha pianto ma ha chiesto lui stesso alla allenatrice di metterlo di nuovo nel gruppo dei bimbi da portare nella piscina grande.

Una volta dentro, poi, ho visto che chiacchierava allegramente con gli altri bimbi e rideva.

Alla fine, ha di nuovo confermato di essersi divertito.

Questa settimana ci aspetta l'ultima lezione ma, vista l'evoluzione finalmente positiva del corso, ho già anticipato alla allenatrice che vorrei farlo continuare con il corso successivo, che sarà di sole cinque lezioni, senza interruzioni.

Forse, e dico forse perché magari sabato saranno di nuovo pianti isterici e musi lunghi (da quando sono mamma, ho capito che non si può mai sapere con certezza in anticipo!!!), insistere e' servito.

Forse, e dico forse, il mio istinto di mamma non ha fallito e il ricciolino aveva davvero solo bisogno di essere spinto ad affrontare le proprie paure.

 

mercoledì 3 settembre 2014

Lo sport a casa mia

Prendo spunto dai post di Mary Doc e  Mamma Orsa Curiosona  per ribadire quanto lo sport sia importante, a casa mia.

Che amiamo la montagna, lo sci in tutte le sue salse  e varianti (anche quelle più faticose), le scarpinate e l'arrampicata, credo che ormai lo abbiate capito.

In passato, però, io ho fatto anche danza classica e scherma, oltre a tennis (molto saltuarimente) ed all'onnipresente nuoto, una delle costanti della mia vita.
Ci andavo tre volte alla settimana e mi ha accompagnato in gravidanza e nel post parto, aiutandomi a rimanere in forma  rilassarmi.
In piscina ho avuto molte piacevoli sorprese e riflettutto molto, nel bene e nel male.

Per questo abbiamo portato il nano a fare acquaticità fin dai primi mesi, continuando a cicli di otto lezioni con costanza almeno due volte l'anno.
Contiamo di fare lo stesso anche quest'anno.

C'è la bici, nostra e del nano, compagna di tante avventure, viaggi e ore di svago.

E la corsa, a cui mi sono dedicata dallo scorso anno, più che per tentare di tornare in forma che per passione, che correre non mi piace ancora molto.
Però il gruppo di facebook, running for mammies, aiuta.
Come le scarpe nuove, ovvio. Quale migliore scusa per un pò di shopping?

Infine l'arrampicata, in palestra e fuori, anche a scopo "educativo".
Ci portiamo il nano da quando è nato, perchè stia con noi e giochi sul tappetone.
Ora che è cresciuto, scalare con lui intorno è più difficile, tra la paura che qualcuno gli caschi in testa, le richieste di aiutarlo a salire e la sua voglia di partecipare.
Però è bellissimo vederlo apprezzare, osservare come prende confidenza con il suo corpo, come scopre il senso della verticalità.
In fondo, salire è uno degli istinti prinmordiali dell'uomo, in senso fisico e metaforico.

Ho già raccontato della festa della palestra che frequentiamo lo scorso anno.
Ora vorrei drivi che quest'anno è andata ancora meglio.
Ed è così, a parte il fatto che sto invecchiando e sono sempre più fuori allenamento.

La palestra, nata dalla voglia di fare e l'idea di un fortre arrampicatore locale, per l'allenamento dei climbers dei dintorni e come luogo di ritrovo "sano" per i bambini e ragazzi del paese è da sempre autogestita.
Io e l'Alpmarito siamo stati tra i primi ad esserci e crederci, anche se con la nascita del nano il tempo da dedicarle si è ridotto e abbiamo, per così dire, lasciato "ai giovani".
Il ritorno c'è stato, soprattutto in termini di afflusso di ragazzi e bambini, consentendo il trasferimento in uno spazio più ampio, che si apre su un bel prato.

E la festa è stata al contempo occasione per celebrare la chiusura della stagione e l'apertura dei nuovi locali.
Il nano ha partecipato a modo suo, un pò infastidio da tutta la gente che affollava la parete.



Ha disegnato, giocato con le macchinine, arrampicato con le sue scarpette (poco), girato in bicicletta (molto)...





...fuggendo ogni tanto al vicino parco giochi, per qualche acrobazia...
Noi?
Noi abbiamo gareggiato, tra una chiacchera e l'altra, tra una corsa per cercare il nano e l'altra, tra un gioco e l'altro...

Ci siamo sentiti scarsi e vecchiotti ma anche tanto, tanto orgogliosi del nostro ometto.



E poi ci siamo divertiti, abbiamo mangiato bene (grigliata seria, eh!!!) e ci siamo goduti lo spettacolo delle finali, perchè di gente forte ce n'era davvero tanta!!!










Che gesti!

martedì 1 dicembre 2015

Succede a novembre

Novembre è iniziata con la supa d'coj e con le vellutate di zucca.




E' proseguita con la festa per il quarto compleanno del ricciolino biondo (con annessi preparativi , pulizie e riordino) e tanta nostalgia da parte mia.



Sono continuate le serate in paelstra di arrampicata, spesso seguite da pizze in compagnia dei compagni di scalata (grandi e piccoli).



Non sono mancati gli esperimenti in cucina...



...e siamo anche riusciti a invitare di nuovo una famiglia di amici di lunga data a cena, come non capitava ormai da mesi.
Ed è sempre un gran piacere.

Il corso di nuoto del nano ormai prosegue alla grande, così come le mie micro nuotate in contemporanea ed il micro basket del ricciolino (mentre io leggo o chiacchero).



Continuo a correre, anche se non quanto dovrei e vorrei.
Il cantiere casa non si ferma ma neppure sembra arrivare ad un punto di svolta ed è decisamente logorante.

E' cresciuta la consapevolezza che il mondo non è ancora il posto che vorrei per mio figlio e la paura di essere impotente di fronte ad eventi e decisioni più grandi di me, di noi.

Qualche malanno di stagione è transitato da casa nostra e qualche visitina dal medico non ce la siamo risparmiata.
L'allergia ha iniziato a bussare con insistenza alla mia porta, ma io cerca di arginare in tutti i modi questa ospite sgradita.

Ho iniziato ad acquistare i primi regali di Natale anche se so già che alla fine, all'ultimo sarà la solita scocciante corsa al consumismo che mi sta sempre più stretta.

Il mese è finito con una garetta di corsa per il nano, che si è divertito un sacco e già programma gare in montagna per quando sarà "grande come te, mamma", e una partita di basket in cui hanno sfilato anche i bimbi del micro basket. E devo dire che assistere è stato molto divertente.

Mentre all'inizio di novembre ero carica di energie e idee, gli ultimi quindici giorni sono stati un crescendo di stanchezza mentale e sonno cronico, perchè quando vado a dormire poi non riesco a riposare bene.
Non so bene neanche io perchè sono un pò giù, forse come al solito è un insieme di motivi difficili da districare e l'avvicinarsi del Natale non mi aiuta, considerando la disgregazione familiare.
Forse è solo che mi sembra di girare in tondo senza mai arrivare ad una meta che sia una, come un criceto su una ruota.

In attesa che passi, mi consolo acquistando libri o passando ancora più spesso in biblioteca.
Anche se poi, a volte non riesco a leggere quanto vorrei.



Ah, dimenticavo: il ricciolino biondo ha voluto a tutti i costi tagliarsi i capelli di nuovo, a questo giro corti davvero.
E io ancora non me ne sono fatta una ragione e ho un tuffo al cuore ogni volta che lo guardo.


Succede a novembre è un'idea di Mamma Piky.

venerdì 11 settembre 2015

"Corro perché mia mamma mi picchia"

"Corro perché mia mamma mi picchia" di Giovanni Storti e Franz Rossi, ed. Oscar Mondadori, euro 10,00 pag. 190

"A quelli che mi domandano perché corro, vorrei rispondere:

Andiamo! Ci sono cose che si fanno solo perché in quel momento ti gira di farle. Cantare sotto la doccia, fermarti a bere una birra con i colleghi, passeggiare lungo il mare in inverno....omissis..
In ogni caso, ci sono decine di buoni, documentatissimi e ragionevoli motivi per correre: ...omissis.
Ma io corro perché mi piace l'inutilità della cosa." Pag. 8

Questo libro è per chi corre o sta pensando di farlo. Per chi ama le passeggiate in montagna e lo sport.
Per quelli che apprezzano la comicità e l'ironia del trio Aldo - Giovanni - Giacomo.
Il libro, che non è un romanzo ne' un vero e proprio diario, bensì piuttosto il racconto di una passione comune ai due autori e delle avventure e riflessioni che ne sono state scaturite, e' scritto in modo divertente e scorrevole.
La prefazione di Giacomo, poi, a me ha fatto ridere di gusto.
" Tra tante attività fini a se stesse, abbiamo scelto la corsa come paravento dietro al quale nascondere la voglia di fare qualcosa per noi. Qualcosa di personale (anche quando è condiviso con gli altri), qualcosa di profondamente egoistico. Correre ti fa sentire bene.
Rubare un'ora alla routine, al lavoro, alla famiglia, e regalare quell'ora a te stesso ti fa sentire ancora meglio.
Correre significa muoversi velocemente da un posto all'altro senza necessità di altro che delle tue gambe. Il movimento e' vita. È' scoperta. È' avventura. la magia della corsa e' tutta qui. Correre ti fa sentire vivo." Pag. 190
Per quanti di voi che corrono e' così? per me, si'. Ma potrebbe trattarsi di nuoto, pallavolo, bici ecc.
A me questo libro è piaciuto molto, forse perché l'ho sentito molto vicino ad alcune mie riflessioni ed esperienze. Ho visto più volte Giacomo in montagna, ad esempio, poiché pratica sci di fondo.
Ho fatto da volontaria al Tor des Geants e ho parenti acquisiti, uno in particolare, e conoscenti, che vi partecipano regolarmente. E quindi ho vissuto il clima di aiuto, sostegno, voglia di essere parte di una gara eccezionale, anche se dalla parte di chi accoglie gli atleti, quel senso di ammirazione e timore reverenziale per chi arriva alla fine o comunque ci prova. Quella comprensione di motivazioni altrui difficile da spiegare.
"La domenica, durante la cerimonia della premiazione, indossando orgoglioso la giacca rossa da "Finisher" (che viene data solo a chi completa la gara) mi sono sentito parte di una cosa più grande di me. Di un popolo del Tor, che unisce chi ci ha provato e chi ci è riuscito, chi ha dato una mano e chi ha sostenuto con il tifo gli atleti. A un popolo che condivide tradizioni e valori.
Per me, però, la dimensione più importante resta quella individuale, quella che ho scoperto nei momenti di solitudine e di crisi. Al Tor del Geants la lunghezza della gara distilla quello che sei veramente. La fatica ti prosciuga di dosso le sovrastrutture culturali, le mode, gli atteggiamenti. Rimangono le persone messe a nudo, con tutte le loro peculiarità." Pag. 188
" La natura, quando entri in profondo contatto con lei, e' una maestra potente. La montagna e' un'aula in cui impari in modo indelebile delle lezioni di vita che poi applicherai sempre. In ogni ambiente.
..Perché è questo che la montagna ti insegna. A far conto unicamente con te stesso. hai fame? Freddo? Dovevi portare con te più cose nello zaino. Sei stanco? Dovevi girarti e tornare indietro prima. E magari allenarti di più. Anno esistono sconti o scorciatoie. È vero che se tagli il sentiero percorri meno strada, ma fai più fatica e probabilmente impiegherai più tempo. Non esistono trucchi. Ade non hai la forza necessaria nelle gambe non puoi salire fino in cima.
Il bello è che spesso il primo avversario è la tua testa. È lei che ti illude che c'è la puoi fare , ed è lei che sancisce che sei stanco morto. ma in montagna impari che non è vero. la testa si perde in mille giochetti, in mille pensieri e intanto le tue gambe continuano a macinare passi, il tuo cuore pompa sangue, i tuoi polmoni immagazzinano ossigeno. E tu sali. Poi la testa inizia a cedere, al sonno, alla paura, alla preoccupazione, e tu devi staccarla, fidarti del tuo corpo e dell'istinto (che è la parte più profonda del nostro bagaglio culturale)." Pag. 58-59
Consigliato!!!
Con questo post, torno a partecipare all'amato appuntamento con il Venerdì del Libro

mercoledì 15 febbraio 2017

Facciamo il punto

E così, in un lampo (si fa per dire) siamo arrivati a metà febbraio.
Cosa è accaduto nel frattempo, oltre a quello che ho già scritto in questo spazio virtuale?
Di tutto, eventi brutti ed eventi belli,  soddisfazioni quotidiane e altrettante preoccupazioni, però oggi ho voglia di mettere "nero su bianco" solo le note felici, perchè è questo ciò che voglio ricordare.

Il ricciolino ha finito il corso di nuoto a dicembre e quest'anno non ha mai fatto storie per andarci, perchè c'erano anche i suoi amichetti.
Ha imparato poco, perchè il gruppo era decisamente disomogeno e l'insegnante meno brava di quella degli anni scorsi, però ha fatto movimento, si è divertito e io ho approfittato dei 40 minuti di lezione per un pò di nuoto libero. Quindi il bilancio è comunque positivo.
Per qualche strano motivo, non ho scattato una foto in tutto il corso e ora me ne pento.
Sarà per il prossimo giro.



Sempre a dicembre, è iniziato lo sci di fondo.
Quest'anno abbiamo iscritto il ricciolino allo sci club, anzichè "comprare" il pacchetto di lezioni collettive.
Il rapporto costo/numero di lezioni è migliore, lui ha compagni fissi, l'insegnante (peraltro una giovane cugina) è sempre la stessa, l'orario più comodo e la qualità stessa delle lezioni è decisamente migliore di quella delle collettive pensate per "i turisti" (il che secondo me è assurdo).



Abbiamo però curato di scegliere quello tra gli sci club della zona meno votato all'agonismo, cosicchè non ci sono pressioni di sorta e questo ci piace.
Il ricciolino va volentieri (a parte un giorno in cui si è lanciato in una scenata madre), noi giriamo per la pista a nostra volta.



La durata delle lezioni è aumentata, dall'ora del primo anno, all'ora e mezza dell'anno scorso, alle due ore attuali. D'altro canto, il ricciolino è cresciuto e dunque è in grado di reggere un "carico" di lavoro maggiore (la componente "esercizi sotto forma di gioco" è comunque rimasta fondamentale, come è giusto che sia).
Anzi.


Finisce sempre che ha ancora energie da vendere e quindi vuole rimanere a sciare con noi oppure giocare con la neve con gli altri bambini.
Poi, appena salito in macchina, crolla.
Tutto ok, dunque.
Nelle ultime settimane ha finalmente nevicato ed il paesaggio ora assomiglia a quello che è normale attendersi in montagna d'inverno.



Tra gennaio e domenica scorsa il ricciolino ha partecipato anche a due gare di corsa da 400 mt l'una, in sterrato nella campagna, accompagnato dal nonno.
Io sono andata a vederlo alla seconda ed è stato bellissimo osservare con quanto impegno i piccoli atleti si riscaldavano e gareggiavano, in un clima di complicità e divertimentoche mi è piaciuto.

riscaldamento con il nonno


L'arrivo
Il ricciolino è stato soddisfatto del risultato perchè, come mi ha spiegato, aveva "fatto del suo meglio" (come gli chiediamo sempre noi di fare, di qualunque attività si tratti), perchè aveva "superato tanti bimbi grandi come lui" (i più piccoli non li considera) anche se altri ancora erano arrivati prima, i suoi "compagni di squadra" più grandi avevano fatto il tifo per lui e...io avevo portato due toast al prosciutto da mangiare subito dopo, perchè a lui il pane e marmellata che offrono "fa schifo e ho sempre fame"!!!

Il cibo e la pulizia delle scarpe infangate sono infatti stati la sua prima preoccupazione al traguardo.

tecnica di pulizia delle scarpe del ricciolino

Insomma, lo spirito sano dello sport per ora sembra averlo compreso!
In più, hanno premiato con la medaglia tutti i bambini, con loro grandissima soddisfazione.





Infine, i preparativi per il Carnevale si sono fatti pressanti.
Alla scuola materna è già tutto organizzato per la sfilata del Carnevale storico dei piccoli, sul ponte romano del paese il diavolo è stato appeso e quello della scuola, che sarà bruciato al termine della sfilata, preparato.
Ogni giorno i bambini ripassano le canzoni del Carnevale, seguono settimanalmente il "corso di percussioni" della scuola, per preparsi allo spettacolino e provano per la sfilata, con i ruoli ormai assegnati (a sorteggio).
Strade e scuola del paese si sono riempite di bandiere e anche nella mia cittadina le vie e le piazze si sono riempite dei colori delle squadre.



Domenica siamo stati a vedere l'uscita degli Abbà (i piccoli rappresentanti dei rioni cittadini) ad Ivrea, abbiamo controllato che le divise fossero pronte ed il ricciolino ha potuto esercitarsi al tiro in Piazza Ottinetti, con palline morbide arancioni, provando anche l'ebrezza di tirare da un carro!!!



Un'esperienza che lo ha entusiasmato e cercheremo di ripetere la prossima domanica, quando sarà riorganizzato in attesa dell'inizio della vera battaglia!



E per ora, questo è tutto!
E voi, come avete trascorso le ultime settimane? Qualche evento degno di nota con i vostri bambini?