martedì 19 febbraio 2013

Rispetto: la responsabilità di dare l'esempio



Rispetto.
E’ un sostantivo che sa di altri tempi, altre epoche, altri comportamenti.
Perché pare che siano pochi, oggi, ad avere rispetto.

Rispetto per le idee e le opinioni, che non vuol dire non criticare e non discutere, ma farlo e poi stringersi la mano e amici come prima; vuol dire avere l’apertura mentale e la volontà di “ascoltare” davvero l’altro, non tappargli la bocca con la prepotenza e la sopraffazione, non “lasciarlo parlare” passivamente; vuol dire avere il coraggio di cambiarle, le proprie idee e le opinioni.
Quanti sono oggi gli Stati, le famiglie e i luoghi di lavoro in cui questo rispetto per le idee viene calpestato? Troppi.

Rispetto per lo Stato, rispetto per il bene pubblico che è anche nostro, appunto, rispetto per le Istituzioni (e ribadisco, non vuol dire non poter criticare) e rispetto dello Stato verso i cittadini.
Perché se gli atti vandalici e le proteste che sfociano in distruzione di tutto e tutti e finanche lesioni, sono da condannare, altrettanto vale per le prese in giro dei cittadini perpetrate da Enti pubblici, enti pseudo privatizzati e politici di ogni schieramento.
Perché il rispetto, deve essere reciproco.

Rispetto per i ruoli e le “autorità”: insegnanti, professori, forza pubblica, “capi” ecc.
Perché se di fronte ai nostri figli mettiamo in discussione l’autorità del professore/allenatore/maestro ecc., rischiamo di far venire meno il senso del limite e di impedire a chi riveste tali ruoli di svolgere il proprio lavoro. Poi, magari, nella nostra testa o al di fuori di quell’ambito possiamo essere in disaccordo, ma di fronte ai figli, no.

Rispetto per la donna e per l’uomo.
Che non significa (o meglio, non solo) istituire un Ministro per le “pari opportunità” o scrivere nella Costituzione che gli uomini e le donne hanno “pari dignità sociale”.
Significa rispettare le nostre diversità e riconoscere pari diritti e doveri, in ogni campo.
Significa, nella coppia, fare insieme o alternativamente tutte le attività quotidiane, curare i figli, gestire le incombenze domestiche allo stesso modo, perché è forse proprio questo  rispetto “di tutti i giorni” ad avere il maggior impatto sulla nostra vita.
E significa che non deve essere sempre la “mamma” o la “donna” ad arrivare in ritardo a lavoro per accompagnare i figli a scuola, a chiedere i permessi per guardarli o portarli dal medico quando sono malati, a ricordarsi che non c’è più latte in frigo o carta igienica in bagno, a segnarsi le date dei vaccini o le scadenze delle bollette, a stendere il bucato o caricare la lavatrice /lavastoviglie anche se sono le undici di sera e sei stanchissima, e..il senso è chiaro, mi pare.

Rispetto nella professione / lavoro, perché non è tollerabile che nel 2013: giovane donna, anche se in tailleur e con una ventiquattrore = segretaria; giovane uomo, anche se in jeans e/o polo = avvocato/medico ecc. (giuro: è così e non importa se dalla porta dello studio entra un cliente uomo e donna, giovane o vecchio!)

Rispetto verso gli anziani, che hanno dato tanto ai noi e non meritano di essere maltrattati, insultati, abbandonati quando hanno bisogno (anche se vanno ai 30 Km/h su una strada extraurbana a scorrimento veloce!!!!E qui, non sono esente da colpa).

Rispetto per i bambini, che passa attraverso asili nido, spazi gioco adeguati, prati e cortili in cui sia consentito giocare a calcio e ridere, ritmi di vita che tengano conto di loro, delle loro esigenze.
E ancora: atteggiamenti, programmi televisivi, vestiario non da adulti “miniaturizzati” ma da bambini davvero.

Rispetto per le sconfitte e per le vittorie.
Perché vincere piace a tutti e rinforza l’autostima, ma è attraverso le sconfitte che si cresce e si diventa più forti.
E per vivere, vi vogliono forza e coraggio, anche il coraggio di accettare un rifiuto, una porta sbattuta in faccia, un (uno? Cento!) curriculum cestinato senza risposta, la fine di un amore.

Rispetto.
Ho sempre pensato che il mio primo figlio sarebbe stata femmina e  immaginavo che avrei dovuto insegnarle a lottare, dimostrare quanto vale, essere sempre più intelligente, attenta e studiosa degli uomini, per raggiungere il suo personale obiettivo, valorizzare il fisico ma ricordare che la bellezza è effimera e soggettiva, invitarla a camminare a testa alta con orgoglio in un mondo di uomini pieni di preconcetti.
Invece ho un maschietto e quando l’ho realizzato (dopo la nascita), mi sono sentita sommergere dalla responsabilità: responsabilità di educare un futuro uomo, insegnandogli che non esistono mestieri da uomo e incombenze da uomo e altri da donna, che i sentimenti possono essere manifestati pur avendo un pisellino, che è lecito piangere.
Soprattutto, responsabilità di insegnarli che essere più forti fisicamente non vuol dire poterne abusare ma, al contrario, avere il dovere di controllarsi e non fare del male agli altri.

Spero di dimostrarmi all’altezza di quest’arduo compito che per me passa dall’esempio dei genitori e dei familiari.
Perché i fatti, più delle parole, in questo campo fanno la differenza.

Questo post partecipa al blogstorming di genitori crescono: tema del mese, “Rispetto!” http://genitoricrescono.com/tema-mese-rispetto/

http://genitoricrescono.com/blogstorming/cosa-e-il-blogstorming/ 

domenica 17 febbraio 2013

Se non è masochismo questo..

Domenica.
Sveglia alle 6.45, colazione rapida, vestizione del nano, borsa del cambio e "consegna" ai nonni.
Poi si parte.
Più di un'ora d'auto, 8 Euro di autostrada, - 4 gradi al posteggio.
Caffè, croissant, pelli, scarponi, zaino e via.
Ombra fino all'arrivo, temperatura tra i -10 e i -15.
Fatica, fatica (almeno per me!) e freddo.
Un panino veloci seduti su una panchetta di legno in mezzo alla neve, il sole che va e viene, e comunque, attenua di poco il freddo, un pò di vento (per non farsi mancare nulla).
Discesa rapida, perchè il nano aspetta e la domenica è anche per lui.
Altra ora d'auto.
A casa, si disfano gli zaini, si stendono vestiti e attrezzatura bagnata, si fa doccia e bagnetto e si gioca..

Perchè?
Per l'Alpmarito, per la linea, per passione, per il silenzio, il candore, le nuvolette del nostro respiro, per sentire i muscoli, per i pini innevati, le vette, la luce, i gesti....per vivere, in ogni modo.
Per questo.


Tutte le foto sono di proprietà di Mamma Avvocato - è vietata qualunque forma di riproduzione, copiatura e pubblicazione.

venerdì 15 febbraio 2013

Quattro lettere

Non ho parole d'amore profonde e originali
perchè gli amori felici son più difficili da raccontare;
non ho parole d'amore profonde e originali,
perchè dopo più di 11 anni insieme,
le ho esaurite;
non ho parole d'amore profonde e originali,
e non ha importanza,
perchè tu sei schivo e riservato
e guardi ai fatti e non alle parole;
non ho parole d'amore profonde e originali,
e non ha importanza
perchè probabilmente non le leggerai
perchè tu sei schivo e riservato e quindi rispetti i miei spazi,
anche senza chiedertelo,
non ho parole d'amore profonde e originali,
e comunque, se le leggessi, ti darebbe fastidio trovarle qui.

E quindi
non mi rimangono che quattro lettere, quelle incise sulle nostre fedi,
quelle di cui solo tu, io ed una persona speciale conosciamo il significato.

E bastano, perchè la nostra vita a volte è una parete di granito, a volte una placca di gneiss, altre una cresta di misto, altre ancora una cascata di ghiaccio, o ancora, uno strapiombo di calcare
ma noi scaliamo insieme, sempre
e solo questo conta.

mercoledì 13 febbraio 2013

ARVEDZE GIOBIA N'BOT

C'è un odore forte
aspro
pungente
nell'aria tersa del mattino.
Sole, pioggia,
fuoco, cenere,
e mille colori
si confondo nella mia mente.
Nelle orecchie
rieccheggiano ancor
le sonate dei pifferi,
suggestivo accompagnamento
di ogni Carnevale,
a lungo atteso,
a lungo desiderato
e sempre amato
e vissuto
fin nel profondo del cuor.
Ora non mi resta altro che il silenzio che ti porta via
una campana a morto.
 ARVEDZE GIOBIA N'BOT

Tanti anni fa, così scrivevo sul mio quaderno, un martedì sera, dopo la marcia funebre.
E oggi, nulla è cambiato.
La neve ha reso la giornata di lunedì molto suggestiva e un po' eroica..

Zona tiro bimbi (3-14 anni, più o meno)






 Nano muniti, abbiamo girato per le vie acciottolate e scivolose,
per vedere dal vivo se anche le altre squadre, nelle altre piazze, si stavano facendo onore...




















 Ed era così, in effetti.
Pausa per scaldare e asciugare il nano, approfittando di uno strategico balcone, per qualche scatto dall'alto..





 e di nuovo via, per le piazze...






 mentre il nano, eccitato, diceva "aance bum bum" e salutava i carri ed i cavalli con le manine, gridando:"baavo baavo!" (o qualcosa di simile!)

E ieri, in una giornata finalmente limpida ma fredda, mentre il corteo storico sfilava festante tra un giro di carri e l'altro, già pensavo, tra me e me...


Arrivederci a giovedì, all'una.

 p.s. Tutte le foto di questo post, come tutte le altre presenti sul blog, salvo diversamente indicato, sono di proprietà di Mamma Avvocato (e di chi altri, se no?). E' vietata la riproduzione, anche parziale, e la diffusione non autorizzata tramite qualunque genere di mezzo e/o supporto. Grazie.

domenica 10 febbraio 2013

TIRA MUGNAIA!!!!!!!

Dopo due notti passate più in quella stanza della casa dedicata alle riflessioni intime che a letto
e una giornata intera, per contro, trascorsa in orizzontale (e grazie all'Alpmarito che me lo ha permesso),
dopo aver ingoiato un bel mix di antidolorifici, aspirine e antistaminici, evitando solo gli antibiotici che, si sa, contro i virus nulla fanno,
oggi ero di nuovo in piedi e allora...CARNEVALE SIA!
Abbiamo iniziato da quello, di impronta romana, sotto le porte di casa..
dando la caccia al diavolo

in una mattinata limpida ma molto frizzante


per poi proseguire verso il "mio" Carnevale......al grido di.....


 TIRA MUGNAIA!!!!!!!

Siam del borghetto, 
è il nostro ghetto
tiriamo arance per divertir
per divertire e non per far male 
è carnevale 
tira che bello
tira anche tu!

Come al solito, ai primi carri ero fredda (oggi il clima era tutt'altro che mite, ma abbiamo vissuto di peggio) e un pò svogliata ma poi, come tutti gli anni, la piazza, le bandiere, le canzoni, gli incitamenti, gli amici ritrovati, l'allegria dei bambini, l'entusiasmo degli adulti, i sorrisi, la voglia di sana competizione e di divertirsi hanno prevalso e allora.....
via, sotto il carro, e...
BATTAGLIA!



e sì, 
ci sporca, ci si fa qualche livido ma...ne vale la pena!!!!





 E alla fine, si torna a casa, con il nano al seguito...c'era, c'era, in zona sicura, in mani sicure ma con la sua brava casacca, perchè il Carnevale, beh, è Carnevale





P.s. Come potete vedere, la reflex è rimasta al sicuro, sostituita da una più maneggevole ed economica compattina, perché tra tirare e fotografare, preferisco ancora tirare, e tra proteggere il nano, gli occhi o la macchina fotografica, preferisco i primi due, nell'ordine indicato.
E poi, di bravi fotografi il mondo è pieno, di arancieri appassionati, solo eporedia è piena!

sabato 9 febbraio 2013

E' la legge di Murphy

Proprio mentre ci preparavamo ad entrare nel clou del Carnevale/i (partecipiamo a due) questa sera, l'influenza gastrointestinale ha colpito.
Per ora a terra, nel vero senso della parola, sono solo io, ma non è che l'Alpmarito si senta molto in forma.
Il nano regge, invece, e ci mette a dura prova.
Ci tenevo così tanto al Carnevale...non poteva che accadere: è sfiga, niente da dire, c'è di peggio, molto peggio, ma è sfiga comunque.

venerdì 8 febbraio 2013

Venerdì del libro: “Controllo a distanza” di Andy Mc Nab



Venerdì del libro: “Controllo a distanza” di Andy Mc Nab

Libro d’azione, è solo uno della lunga serie di romanzi scritti da questo autore, di cui Andy Mc Nab è solo lo pseudonimo utilizzato per motivi di sicurezza, poichè dal 1984 al 1993 ha fatto parte del SAS - Special Air Service, il reparto d’elite dell’esercito britannico.
La storia è di quelle per persone non facilmente impressionabili però è appassionante e coinvolgente, da leggere tutto d’un fiato (ricordatevi che il giorno dopo si lavora e, comunque, ci sarà/anno il/i nani a cui badare e non state sveglie tutta la notte a leggere!Avvertiti..mezzi salvati!)
Ciò che mi piace di questo romanzo, come tutti gli altri dell’autore, è lo stile asciutto (ma mai povero della narrazione) e chiaro (non sempre gli “action-thriller” sono immediatamente comprensibili per chi nulla sa di armi o spionaggio – come me – e nulla gliene importa – ma non vi annoierete comunque).
Inoltre, è tutto incredibile ma – incredibilmente - plausibile, sia nelle dinamiche di potere e protocolli governativi desccritti sia nei comportamenti e nelle reazioni dei personaggi, il tutto in uno scenario socio-politico ricostruito con accuratezza.
Io alla fine, rimango sempre meravigliata di quello che mi sembra essere un mondo parallelo di cui la gente “comune” non sa nulla e forse neppure sospetta (perchè nonostante sia una “missione” inventata, molti particolari, scenari e azioni sono assolutamente credibili e credo che tali siano).
Di romanzi “d’azione” e di spionaggio, sono piene le librerie e io stessa ne ho letti molti, negli anni, ma il protagonista dei testi di Andy McNab, Nick Stone, è diverso da tutti gli altri perchè sembra profondamente umano, lucidamente consapevole, incredibilmente intelligente, nel senso autentico del termine...perchè per certi “lavori”, ci vuole qualcuno che non esegua soltanto ordini, ma che sappia improvvisare e, soprattutto decidere autonomamente.
E lui, alla fine, prende decisioni che non ti aspetteresti dalla classica spia/agente segreto, per quello che è lo stereotipo comune.
Niente a che vedere con James Bond, Nick in fondo è uno –  molto –“sfigato”, con pochi rapporti interpersonali (niente storie d’amore nei romanzi di Mc Nab) però...io ci trovo un non so che di moooolto intrigante....e basta, non dico altro che magari mio figlio (o mia madre) in futuro leggeranno questo post!

Come al solito, io la trama non la svelo, vi tocca leggere il libro anche questa volta!!!

Questo post partecipa all'iniziativa di http://www.homemademamma.com/category/venerdi-del-libro/

Di nido e di mamme

In questo periodo, sto pensando ad una riorganizzazione della giornata lavorativa (mia) e scolastica (del nano).
Ebbene.
Ho avuto questa surreale conversazione con una delle educatrici del nido.
Io: "Se passassimo dall'orario al 60% a quello al 100%, potremo in qualche modo gestire con flessibilità l'orario di entrata e di uscita"
Lei: "Certo, potrebbe entrare fino alle 10, però può uscire solo alle 16.30 o alle 17.30, indipendentemente dall'ora di entrata"
Io: "Ah, allora no grazie, non mi pare possa servire."
Lei: "Bè, serve se qualche volta vuoi lasciarlo dormire di più o fargli le coccole o prendertela con calma al mattino o.."
Io: "Sì, va bene, ma io lo iscriverei a tempo pieno per poter lavorare, non per andare a spasso!"
Lei: "Ah, già sì certo...(sottointeso, e lo so perchè me lo aveva già detto una volta: "ma non sei una libera professionista?Puoi fare come ti pare no???)...allora potrebbe pensare ad un orario all'80%, in cui entra un pò più tardi ma rimane fino a tardi"
Io: "Sì, forse! (Entusiasta). Più tardi vuol dire che lo terreste fino alle 18.30 o almeno 18, se io lo portassi alle 9.30 (non potrei, ma magari chiedendo a qualcuno..)?"
Lei, scandalizzata: "Eh no, esce sempre alle 17.30 al massimo e poi dovresti portarlo alle 10/10.30!"
Io: "......(silenzio perplesso)
Scusa, ma a chi serve un nido dalle 9.30/10 alle 17.30 (o 16.30, se preferisco ogni tanto averlo a casa prima, a parità di prezzo, si intende)?"
Lei: "Alle casalinghe! Lo abbiamo introdotto proprio perchè lo hanno chiesto in tante, sai, per non dover uscire di casa troppo presto e avere poi tempo per sè.."
IO: "........................ma il nido costa e poi capisco perfettamente il bisogno di socializzazione dei bambini e tempo delle madri, anche casalinghe (anzi, ancora di più perchè casalinghe), ma potendo fare 5 ore con retta a metà, fargliene fare addirittura 8 fuori casa..."
Lei: "Ha ragione, sa, ma a loro costa meno, perchè non hanno reddito!"
Io: "...nano andiamo,
che è meglio."

giovedì 7 febbraio 2013

Giovedì grasso..per bambini

A quello degli adulti, questa sera, purtroppo non parteciperemo, perchè anche il nano ha le sue esigenze.
Oggi pomeriggio, però, abbiamo fatto il pieno di coriandoli, bambini e rumore, nonostante il vento gelido..visto da mamma, il Carnevale è meno spensierato..




 per chi non lo avesse capito, era zorro..senza crederci troppo però, eh?
il simbolo della festa, da oggi sul capo di tutti i bravi cittadini...

E la storia...


che al "nostro" Carnevale,
non manca di certo...



Vabbè, le foto sono penose ma con un passeggino (vuoto), un nano (in braccio, ovviamente), la folla, i cavalli e i coriandoli, maneggiare la reflex non mi viene tanto facile...