venerdì 8 luglio 2016

Le letture di Mamma Avvocato: "Maternità. Il tempo delle nuove mamme"

"Maternità. Il tempo delle nuove mamme. Testimonianze, appunti e riflessioni" a cura di Laura Ballio e Giusi Fasano, ed. Le opere del Corriere della Sera, febbraio 2016, Euro 7,90, pag. 335.

Un libro difficile da definire, che nasce dal blog del Corriere della Sera, la "27esimaOra" e dalle inchieste de "Il tempo delle donne".

 

Non un romanzo, non una biografia e neppure un saggio. Piuttosto una raccolta/inchiesta sulla maternità di oggi, con dati, contributi e riflessioni di giornalisti, blogger, donne comuni, professionisti, medici, maestri e perfino presentatrici/ attrici e scrittrici, da Umbero Veronesi a Michelle Hunzicher e Ambra Angiolini, da Silvia Avallone a Chiara Gamberale, passando per Emma Bonino, Veronica Pivetti e Dacia Maraini.

Tanti anche i temi trattati: la conciliazione famiglia- lavoro, l'insegnamento, la disparità di trattamento in ambito lavorativo, il congedo parentale, la tutela della maternità sul lavoro, la "nuova" paternità, la discriminazione sessuale, la scelta della maternità e della "non maternità" , i modi diversi di intendere "il materno", mamme e tecnologia, i millenials, la menopausa e la maternità surrogata.

Un caleidoscopio di riflessioni che fanno pensare, aiutano a guardare alle parole ed ai concetti con diversi punti di vista, suggeriscono possibilità.

A parte una impostazione politica di fondo che in parte non condivido (la prefazione di Valria Fedeli, ad esempio, che ho trovato eccessivamente autocelebrativa, mi ha lasciata perplessa) e alcuni interventi in tema di maternità surrogata che personalmente mi fanno rabbrividire, forse perché io sono troppo liberista per certi versi, e' un libro che secondo me merita una lettura, per approfondire e capire le diverse sfaccettature della maternità.

"Interessante l'annotazione sulle obiezioni delle aziende americane a dotarsi di un top management femminile: il modo di fare network. Trascurano le relazioni con quello che definiscono un 'club di vecchi ragazzi', non partecipano a cene sociali e non giocano a golf." Pag. 32

Pag. 43: "Un altro grande mito infranto dalla crisi è quello del partit time. Dal 2000 al 2013, secondo i dati ISTAT gli occupati a tempo parziale sono aumentati del 40 per cento: da poco meno di tre milioni a quattro milioni di persone. Tre part time su quattro sono al femminile, un rapporto rimasto sostanzialmente costante nell'ultimo decennio. Il problema è che negli anni della crisi è nettamente aumentato il part time involontario. Le donne insoddisfatte del l'orario ridotto erano il 34 per cento nel 2000 e sono diventate il 58 per cento - quindi la maggioranza- nel 2013. Cosa non funziona in quella che doveva essere la soluzione di tutti i problemi della conciliazione? Spesso la difficoltà sta in una distribuzione oraria che non aiuta. Prendiamo il settore del commercio, dove il part time femminile è particolarmente diffuso. Sovente il lavoro è concentrato in orari in cui nidi e materne hanno già chiuso da ore. In questa condizione l'orario ridotto non aiuta le donne (né gli uomini) nella gestione familiare. Da rilevare poi il fenomeno del lavoro nero legato al part time. Sono purtroppo numerosi i casi di dipendenti a orario ridotto che in realtà lavorano a tempo pieno. Soprattutto in settori "maschili" per la verità, come l'edilizia. Ma a ben guardare, la principale cartina al tornasole di un modello che non ha funzionato e un'altra. Mente in Europa l'aumento del part time fa crescere l'occupazione delle donne, ciò non avviene in Italia. Negli ultimi dieci anni, nonostante un incremento del part time femminile superiore agli altri Paesi UE, il nostro tasso di occupazione femminile è rimasto inchiodato al 45 per cento o giù di lì. Non si può dimenticare, poi, che gli effetti positivi del part time sul l'occupazione femminile hanno un prezzo. In termini di maggiore "segregazione". E' così che gli economisti come Luisa Rosti chiamano il fenomeno per cui le donne sono costrette ad accontentarsi di bassi livelli di carriera in settori meno pagati degli altri.

...una società che teme la maternità più della mediocrità, e premia il tempo più del risultato, escludendo le donne dai percorsi di carriera, spreca la risorsa più preziosa delle economie moderne: il capitale umano."

Pag. 44: "...la spesa pubblica per la famiglia è pari al 2 per cento della spesa totale della pubblica amministrazione e appena all'1 per cento del Pil, a fronte degli interventi per gli anziani che, tra pensioni e spesa per la salute, corrispondono al 20 per cento del Pil. In altre parole per 1 euro speso a favore della famiglia se ne dedicano 20 agli over 65. Il basso livello di spesa per la famiglia colloca l'Italia al 22esimo posto tra i Pesi UE per la quantità di risorse destinate a questo capitolo di interventi pubblici ..."

Con questo post partecipo all'appuntamento settimanale con il venerdì del libro di Homemademamma.

 

mercoledì 6 luglio 2016

Tra l'incanto dei monti: escursione in Val d'Ayas con il bambino

L'estate, per la nostra famiglia, è tempo di escursioni in montagna.
Perchè essere circondati da verde e azzurro è rigenerante, per la mente e per il cuore.
Perchè è fresco, con quell'aria frizzantina che ti rende piu' vivace e reattivo ed, allo stesso tempo, con il sole che scalda come al mare
Perchè permette di stare tanto all'aria aperta, facendo il pieno per la settimana in ufficio.
Perchè ai bambini (e a me) muoversi mette quel sano appetito che li fa divorare la cena e crescere.
Perchè non si puo' non approfittare delle bellezze naturali che abbiamo intorno a noi.

Naturalmente, andare in montagna con un bambino significa anche adattare la meta alla sua resistenza, senza sottovalutarla troppo !

Particolari di Mascognaz
  Cosi' questa volta abbiamo scelto la Val d'Ayas (AO), la vallata valdostana che diparte da Verrès (dove si trova uno dei caselli autostradali della Torino - Aosta) e abbiamo parcheggiato davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco (a sinistra della strada che collega Verrès a Champoluc), nell'apposito parcheggio, poco dopo gli abitati di Ayas e Pilaz e prima di Champoluc.

 Abbiamo quindi imboccato il sentiero n. 14 che, in un'oretta di salita nel bosco (mezz'ora per gli adulti), ci ha portato a sbucare nel pianoro in cui si trova l'antico villaggio di Mascognaz, 1821 mt, un gruppo di rascard, con l'immancabile chiesetta e l'abbeveratoio, sempre incantevole, anche per il panorama che consente di vedere pressochè tutta l'alta valle d'Ayas.






Siccome il ricciolino biondo non era ancora stanco ed era presto, abbiamo proseguito la nostra passeggiata attraversando il torrente dopo l'abitato, dirigendoci verso il villaggio di Cuneaz (segnavia 13B) ed il Crest, dove arriva la funivia che collega Champoluc alle piste da sci del comprensorio Monterosa ski.
In alternativa avremmo potuto continuare a salire, ad esempio verso il Lac Perrin, il Lago Pinter e la Testa Grigia, ma si tratta di escursioni molto piu' lunghe per ora non alla portata del ricciolino.


Appena passato il ponte si trova una hostellerie recentemente costruita, con tanto di piscina e area relax dall'aspetto molto invitante, incastonata tra i monti. 
Confesso che un fine settimana li' me lo passerei volentieri!



Il sentiero che conduce a Cuneaz, nel bosco, è particolarmente bello e fresco e, inoltre, il dislivello è minimo (dai 1821 mt di Mascognaz ai 20439 mt di Cuneaz), quindi è quasi pianeggiante.




Con un'altra oretta di camminata, siamo quindi giunti al piccolissimo borgo, dove ci siamo fermati per il nostro pic nic e per bere un caffè e scambiare due chiacchiere al bar/ristorante "L'Aroulla".




Quindsi, siamo scesi verso Champoluc passando dal Crest e poi imboccando il sentiero n. 13, che sbuca proprio dietro la chiesa, in Via Prabochon, sulla piazza principale del paese.
Ripido (meno di un'ora di discesa) ma rapido!





Gelato, poi anguria e birra fresca con i cugini di Frachey (dove si pedala tra le sculture di legno) e infine, il ritorno a casa, stanchi ma felici!

p.s. In inverno, il sentiero che conduce a Mascognaz è il punto di partenza per molte classiche gite di scialpinismo e ciaspolate.

Post non sponsorizzato.

venerdì 1 luglio 2016

Le letture di Mamma Avvocato: "Le invasioni quotidiane"

"Le invasioni quotidiane" di Mazarine Pingeot, ed. Baldini e Castoldi, ed. Aprile 2015, pag. 201



Questo bel romanzo mi è stato regalato da mia madre e mi ha permesso di trascorrere delle piacevoli ore serali.
La protagonista, Charlotte, e' una trentottenne parigina, professore universitario alla facoltà di Filosofia e scrittrice di libri per bambini, alle prese con una separazione di fatto dal marito Jose', un portoghese che si comporta come se vivesse ancora con lei ma facendo solo i suoi interessi, i figli Adrien e Gabriel, punti fermi e centro di affetto della sua vita, una madre sempre pronta a criticarla ed il nuovo direttore della casa editrice.
Una donna che suscita una immediata simpatia, con la goffaggine, i suoi dialoghi interiori, le sue preoccupazioni materne e le sue esasperazioni di moglie.
Il suo lato irritante (almeno per me) e' l'incapacità di farsi rispettare e imporre dei limiti all'ex marito, almeno finché un nuovo amore e un apprezzamento professionale non le consentiranno di riconquistare la propria autostima.
Sinceramente, trovo triste che sia necessario un uomo per consentire alla protagonista di chiudere la porta in faccia all'ex. D'altro canto, però, e' innegabile che spesso nella realtà sia davvero così e che, comunque, sentirsi apprezzate in ambito lavorativo e/o affettivo, regali una serenità impagabile, creando nuova energia e voglia di cambiamento.
Insomma, un romanzo al femminile che mi sento di consigliare, anche come lettura estiva!
Con questo post partecipo al venerdì del libro di Paola.

giovedì 30 giugno 2016

Peschiera del Garda e Gardaland con un quattrenne

La nostra recente esperienza di campeggio "formato famiglia", ci ha consentito di percorrere un tratto della ciclabile Peschiera del Garda - Mantova ma anche di visitare Peschiera del Garda, incontrare amici che abitano nelle vicinanze e portare il nostro ricciolino biondo, quattro anni e mezzo, ed una amichetta, anche lei di quattro anni, a Gardaland.

Peschiera ci è piaciuta tanto quanto, ormai tantissimi anni fa, Sirmione.
E' piccola ma regala paesaggi suggestivi, grazie alle sue fortificazioni ed al suo affaccio sul Lago  di Garda.
Il centro pedonale e la presenza delle ciclabili, inoltre, consente di passeggiare o arrivarci con bimbi al seguito senza tanti pericoli.




Noi l'abbiamo girata nel pomeriggio di un venerdì quando, pur essendo comunque frequentata, non era però affollata.



Il luogo preferito del ricciolino biondo è stato senza dubbio "Il bar dei pirati", così da noi ribattezzato per via della bandiera che vi sventolava..


Si trova su una collinetta, vicino all'ufficio di informazioni turistiche e proprio di fronte si trova un bel parco giochi con fontanella. Sotto la collinetta, vi sono anche i bagni pubblici.


La domenica, invece, l'abbiamo dedicata a Gardaland.
Le previsioni non erano rosee ed infatti, nella serata di sabato, ha piovuto a lungo.
La mattina, nonostante il cielo si presentasse così...


..noi ci siamo fatti coraggio e ci siamo dati appuntamento con la famiglia di amici all'ingresso.

In realtà, pur avendo preso pioggia per tre ore, il brutto tempo è risultato molto utile.
Abbiamo fatto comunque tutte le attrazioni che volevamo e non abbiamo mai praticamente incontrato alcuna coda!



Certo, ci siamo bagnati ma non è cosa che ci possa fermare.



Erano anni che non andavo più a Gardaland (una decina) e, se da un lato ho trovato molte nuove e belle attrazioni, dall'altro mi pare che siano rimasti i suoi difetti: assenza di aree per il pic nic libero coperte, poche attrazioni appassionanti per i bimbi di altezza inferiore ai 110 cm e biglietto di ingresso decisamente caro.




Il ricciolino, infatti, è stato sommariamente misurato in 109 centimetri e, per questo, pur pagando un biglietto di 33 Euro uguale al nostro (noi con la prevendita abbiamo avuto lo sconto, quindi 32,50 Euro a testa, sui ridotti invece non c'era, più 5 Euro di parcheggio), non ha potuto salire sulla maggioranza della attrazioni, comprese alcune, come "le tazze rotanti" che in ogni altro parco divertimenti avevamo sempre fatto, i Mammut e la nuova Kung Fu Panda Accademy.
Sinceramente, per quanto comprenda le necessità di sicurezza (anche a livello assicurativo) mi è parso un eccesso di prudenza non giustificato da 1 cm, soprattutto considerando che hanno fatto entrare, in momenti di distrazione, bimbi ben più bassi di lui!




Inoltre, Fantasy Kingdom, per un quattrenne (o almeno per lui), è decisamente "da piccoli", dunque pur avendo apprezzato molte attrazioni, ha giustamente osservato che "è molto meglio Leolandia!"
Anche secondo il mio parere personale, per i bambini, specie fino ai sei anni, e per i genitori (comodità, pulizia, costo) Leolandia (qui il racconto della nostra visita) batte Gardaland.







In ogni caso, non per questo non ci siamo divertiti, anzi!
Tra le attrazioni io consiglio di provare l'Oblivion: adrenalina pura.
Io casualmente sono anche finita in prima fila. Non so se lo rifarei però, sia chiaro!



I tronchi d'acqua (Colorado boat), la nave corsara, le rapide della jungla, Magic Mountain, il risveglio di Ramses, blu tornado, la Magic House e la giostra dei cavalli rimangono le mie preferite e sono piaciute moltissimo anche al ricciolino biondo ed alla sua amichetta.

Per cena (il pranzo lo abbiamo consumato al sacco), prima di rimetterci in viaggio, abbiamo scelto un ristorante interno e ci siamo trovati bene (prezzo in linea con i ristoranti esterni), anche per l'ambientazione "molto tematica" che ai bimbi è piaciuta!



Entrati alle 10.00 e usciti alle 20.00, la visita ci ha lasciati esausti: non eravamo neppure al vicino casello di ingresso in autostrada che il ricciolino già dormiva e non si è svegliato fino alla mattina dopo, nel suo letto!