martedì 29 novembre 2016

Tra i colori dell'autunno, a cercare pitture rupestri sulle tracce dell'artista ladruncola della scuola!

Quanto le maestre della scuola dell'infanzia di mio figlio siano brave nell'inventarsi sempre nuovi modi di intrattenere ed insegnare ai bambini, l'ho già detto. Così come ho già detto che li portano fuori ogni volta che possono, anche solo per semplici passeggiate sul territorio.

Ebbene.
Quest'anno si sono inventate una nuova avventura, per insegnare l'arte ai bambini.

Una mattina, a scuola, i piccoli non hanno più trovato astucci, matite e pennarelli colorati. Spariti tutti. In cambio, solo piccoli indizi che gli hanno coinvolti in una caccia al tesoro alla riceca di una spiegazione, attraverso l'arte primitiva (pittura rupestre, scrittura con i materiali naturali, dai mattoni alle foglie, alle buste del thè, al carbone ecc.), fino alla pittura moderna.



Uno dei disegni primitivi trovati dai bambini nei boschi!

Uno dei mezzi utilizzati per coinvolgere i piccoli è stato portare i bimbi in passeggiata in un boschetto nelle vicinanze, appositamente "attrezzato".
Nei giorni successivi, i bambini hanno disegnato e raccontato su grandi cartelloni le loro scoperte e formulato ipotesi.
Poi hanno provato a disegnare con le foglie, le bustine del thè, succhi di frutti, il carbone, il legno, i mattoni, le pietre sbriciolate, le piume ecc.
Infine, sono stati in gita all'"Archeoparco" di Bard (AO).
Solo pochi giorni fa, l'artista ladruncola si è finalmente palesata, riportando ai bimbi i loro colori (con enorme sollievo del ricciolino, che temeva di non rivedere il suo adorato astuccio dell'Uomo Ragno) e  donando in cambio dei dipinti.

Il ricciolino è stato così entusiasta della camminata con la scuola che ha voluto a tutti i costi portare anche mia madre prima e noi dopo.
Abbiamo quindi approfittato delle domeniche senza pioggia per godere dei colori dell'autunno, prima del rapido arrivo dell'inverno.

Il ricciolino, munito di "nappa" da lui stesso disegnata, ha fatto da guida e da cicerone, pieno di orgoglio.




La nostra piccola guida ci ha mostrato ogni singola macchia di colore, spiegandoci anche dove mettere i piedi per non scivolare sulle foglie e come aprire i ricci con i piedini...




Io e mia madre abbiamo avuto l'occasione di scoprire un pezzetto di natura in mezzo al paese ...



 ...il ricciolino ha potuto mostrarci le sue capacità di orientamento e trasmetterci un pò del suo "vissuto" a scuola, di solito così difficile da fargli raccontare.


La natura ci ha allietato con i suoi colori, così belli quanto effimeri.

La seconda volta, c'era anche l'Alpmarito e il ricciolino ne ha approfittato per fare un pò di boulder sulle rocce.



Io, invece, ho semplicemente camminato e fotografato....




...felice di poter uscire di casa a piedi e ritrovarmi nel verde e grata alle maestre per la splendida idea!


E voi, siete andati a passeggio nei boschi o nei parchi, a raccoglier foglie o castagne?
Nelle scuole dell'infanzia o primarie dei vostri bimbi, le maestre si inventano storie creative per insegnare? Portanto in giro i bambini o svolgono solo attività in classe? Raccontatemi, sono curiosa!

lunedì 28 novembre 2016

Le letture del ricciolino biondo: trattori giganti e storie del mondo di Ondablu

Oggi è lunedì, non venerdì.
E io ho a disposizione dieci minuti netti.
Però io a parlare di libri, per adulti o bambini, su questo blog, ci tengo troppo e aver saltato l'ultimo appuntamento con il venerdì del libro mi è dispiaciuto molto.
Motivo per cui, abbiate pazienza, ma questa settimana parlerò di libri sia oggi che venerdì!!!

Libri per bambini, due recenti letture del ricciolino biondo scovate in biblioteca.

"Il librone dei trattori giganti", ed. Usborne, euro 12,00




Un libro che ha bisogno di poche presentazioni, come d'altronde tutti i libroni giganti della Usborne.
E' composto da grandi pagine ripiegate con illustrazioni fedeli di tanti modelli di trattori (compresi gli spazzaneve) e macchine argicole del presente e del passato, dai colori vivaci, in cartonato robusto.


E' ricco di informazioni ma di tipo semplice, adatte a bambini anche piccoli (direi dai tre anni), che soddisferanno anche i cinquenni.


Difficile che possa non piacere,  agli appassionati di motori e non solo!

***

"Nel magico mondo di Ondablu" 

di Alberto Melis, con illustrazioni di Sandra Bersanetti,

 della collana "Le Incantastorie", ed. Deagostini



Una raccolta di favole sul mare, introdotte da un bel preambolo in rima, brevi ma davvero carine, ideali come letture della buonanotte (una sola o due tre, lo deciderete voi).

Mi hanno incantato sia le storielle, tutte utili ad insegnare ai bambini semplici lezioni e originali, sia le illustrazioni, davvero fiabesche.


 

Accompagnato dal CD con una voce narrante maschile piacevole e la sigla,  per quando non avete voglia o tempo di leggere o per i viaggi in auto!

Non ci resta che andare in biblioteca e trovare altri volumi della collana.

mercoledì 23 novembre 2016

Caccia al tesoro per bambini di 4-6 anni (con pdf scaricabili)

Quest'anno, per la festa del ricciolino biondo e del suo amichetto, ho pensato di organizzare una caccia al tesoro.

Per me era la prima volta, dunque non ero ben certa nè di come strutturarla nè del fatto che sarebbe piaciuta ai bambini.
Per fortuna, invece, è stata apprezzata (non tutti i bimbi hanno voluto partecipare al gioco ma la maggioranza sì e ne è rimasta soddisfatta).
Per questo, ho pensato di scriverne, per aiutare altri genitori in cerca di ispirazione.


Nel mio caso gli invitati bambini erano davvero tanti e con età diverse.
Escludendo i più piccoli, andavano prevalentemente dai 4 ai 6 anni, a cui si aggiungevano cinque bambini dagli 8 ai 13 anni.
Ho quindi pensato di strutturare il gioco per la fascia d'età prevalente, a cui appartenevano anche i due festeggiati, e chiedere ai bimbi grandi di aiutare i piccolini a leggere e interpretare la mappa. E così è andata.

PREPARAZIONE E ORGANIZZAZIONE

Ho preparato il gioco in questo modo:

- due squadre;
- sette bigliettini-prova (pensando che con troppi, avrei corso il rischio di annoiare i più piccoli) per squadra, con giochi-prova diversi ma dello stesso tipo, anche se consegnati in ordine differente;
- sette bigliettini-indizio per squadra;
- due mappe (identici);
- matite colorate (da far usare per i giochi)

Preparati i bigliettini (per fare quelli "indizio", dovrete pensare in anticipo a dove nascondere le prove), piegateli e numerateli, usando due colori diversi per le due squadre.
Io ho indicato con 1, 2, 3 ecc. i bigliettini - prova e con 1bis, 2bis ecc. i bigliettini-indizio, per non sbagliarmi.

Poi nascondete i bigliettini -prova in sette posti diversi, seguendo l'ordine dei bigliettini-indizio.
Per ultima nascondete la mappa.

SVOLGIMENTO
Al momento di giocare, 
- create le squadre (che è stata la parte più difficile),
-consegnate il bigliettino - prova n. 1 ad ogni squadra,
- superata la prova, consegnate a ciascuna squadra il bigliettino- indizio n. 1bis, da seguire per trovare il secondo bigliettino-prova e così via, fino all'ultimo bigliettino-inidizio, che ha condotto i bmabini non ad un'altra prova, ma ad una mappa.

In pratica, ad ogni prova superata veniva consegnato un indizio sul luogo in cui era nascosta la prova successiva e così via, fino alla mappa.

Le prove erano molto semplici: figure da disegnare, quiz su colori e forme, trova l'intruso, contare le figure, indovinelli sui cartoni animati e "prove di abilità" (capriole, saltelli su una gamba sola).

I bigliettini-indizi, invece, vanno ovviamente personalizzati in base al luogo dove nasconderete i biglietti prova.

Ecco, infine, la mappa trovata dai bambini nell'ultimo nascondiglio...disegnata a mano!



Molto artigianale e tutt'altro che perfetta ma comunque efficace.
Il percorso da far compiere ai bambini prevedeva degli "esercizi" (come da indicazioni sulla mappa) che sono piaciuti molto e hanno movimentato la festa....

Il salto della cavallina

 ...portando infine i bimbi a trovare il tesoro: in due posti diversi per le due squadre, che si sono mosse separatamente, ma uguale per tutti !
Cosa? Barrette di cioccolato kinder, sempre apprezzate, per la gioia dei genitori salutisti.

Che dite, vi piace? Se avete suggerimenti per il prossimo anno, scrivetemeli e non me li perderò!

Se vi interessa, qui trovate, in formato pdf da scaricare gratuitamente,

i bigliettini-prova 





ed i bigliettini indizi





entry-title: Caccia al tesoro per bambini di 4-6 anni updated: data ultima modifica: 25 settembre 2018 author: Mamma Avvocato

martedì 22 novembre 2016

Open space: prima e dopo un figlio

C'è stato un periodo in cui l'open space andava molto di moda.
Non so se sia ancora così, poichè per fortuna da tre anni a questa parte abbiamo smesso di visitare appartamenti.
In ogni caso, non lo avrei più preso in considerazione.

Perchè?
Perchè ci vivo.
Con un figlio.

In origine erano cucina, corridoio, camera da letto e salottino, senza porte, aperti.
La scelta nasceva dalla volontà di mantenere il bell'impatto estetico del tetto in legno (eh sì, open space in mansarda!), non sacrificare spazi già ridotti con l'ingombro dei muri e, in ultimo ma non per importanza, non litigare con i padroni di casa, restii al cambiamento.
Poi si è aggiunto un salotto/ingresso, per fortuna separato dal resto della casa da una porta.
Ovviamente a vetri. Non vorrai mica che si faccia un passo avanti decisivo, vero?!?

Comunque noi eravamo in due e ci stavamo bene.

 Poi è arrivato il ricciolino e ciò che sembra un vantaggio, è diventato un difetto!




ANTE FIGLIO
- Nessun tipo di isolamento acustico. 
Chiaccherate mentre uno cucinava e l'altro riordinava, dialoghi mai interrotti, la sensazione di sentirsi ed essere vicini sempre, anche mentre uno leggeva e l'altro si guardava un film.
Romantico e rassicurante.

- Nessun tipo di isolamento visivo.
Sembrava di respirare, l'aria, la luce e noi circolavamo liberamente.
Sempre a portata di vista, sempre insieme.
Romantico ed accogliente, come un nido.

- Nessuna barriera, a parte la porta del bagno.
Il profumo della moka, l'odore invitante della pasta alla carbonara sul fuoco, il sentore di cavolo bollito ecc. ecc. fungevano da richiamo a tavola, senza tanti drammi.
L'unico problema si creava quando era necessario, per qualche motivo, isolare la gatta (perchè bagnata, perchè malata, perchè ancora non usava la lettiera ecc.): eravamo costretti a confinarla in bagno, con l'ovvia conseguenza dei suoi miagoli disperati!
Quasi sempre romantico.

POST FIGLIO
- Nessun tipo di isolamento acustico. 
Se uno dei due o il pargolo vuole/deve dormire, non ci si può fare una doccia, accendere la tv o ascoltare musica. 
Inutile svegliarsi prima per riordinare, impensabile fare le pulizie di casa di sera. 
Per far dormire il bambino, bisogna stare fermi, immobili, possibilmente al buio.
Se la sveglia per uno di noi suona prestissimo (e con l'Alpmarito è uno strazio settimanale), anche l'altro è buttato giù dal letto dai rumori della vestizione e degli spostamenti in casa. Non resta che pregare che il piccolo della famiglia sia ancora in fase rem, altrimenti son dolori.
Impossibile non sentire i risvegli o la tosse del pupo.
Impossibile non sentire i movimenti della gatta, la lavastoviglie, la lavatrice, il traffico della statale che scorre sotto di noi, la pioggia che batte sul terro.
Perchè, nel nostro caso, ci sono ben due aggravantI: il pavimento in legno e, trattandosi di mansarda, i lucernari.
Il pavimento non lo cambierei (a parte in cucina, da cui sarà per sempre bandito), però è indubbio che scricchioli ad ogni passo. Quanto ai lucernari, sono una delle cause dei miei episodi di insonnia, tra luce e pioggia.
Un incubo.

- Nessun tipo di isolamento visivo
Gli ospiti vedono tutto, ma proprio tutto.
Se c'è un ospite ed  il bambino deve dormire, magari perchè malaticcio o perchè si è fatto troppo tardi, è durissima farlo addormentare.
Non puoi nascondere disordine o stendini in una camera, chiudendoti la porta alle spalle.
Non puoi ignorare il disordine che solo un figlio sa creare. Ti tocca riordinare.
Per non parlare dei giochi sparsi in tutta la casa, perchè il povero bambino in fondo non ha una cameretta tutta sua dove giocare, ma solo qualche metro quadro, prima adibito a salottino, ora sufficiente appena per letto, armadio e comodino. 
Vi lascio immaginare le difficoltà a lasciarsi andare a momenti di tenerezza coniugale, quando il pargolo è in casa (che dorma o meno, sembra sentire e vedere tutto).
Nessuna privacy, nessun romanticismo, addio ordine.

- Nessuna barriera, a parte la porta del bagno.
Il bagno è diventato il nostro rifugio, fino a quando il ricciolino non è riuscito a restarci chiuso dentro, da solo.
Giochi, odori e bambino circolano impunemente e liberamente per tutta la casa.
E pure il gatto.
Nessun luogo è più sicuro, figuriamoci romantico.

Quindi, mi smentisca pure qualcunque lettrice/lettore o architetto, ma se state pensando ad un open space e avete dei figli o pensate di averne in futuro, ripensateci. 
Davvero, ripensateci.

E voi, cosa ne pensate? Ci siete passati e condividete oppure no?




lunedì 21 novembre 2016

Cinque anni


CINQUE ANNI

Cinque anni, che a viverli giorno per giorno mi sembrano tantissimo ma poi, ad ogni ricorrenza, mi guardo indietro e sono volati via in un soffio.

Ti ho fatto gli auguri, ti ho stretto, abbracciato, festeggiato e sbacciucchiato.

Poi è stata, semplicemente, festa. 

Tantissimi amici, giochi, torte, cioccolatini, regali, patatine, chiacchere, caccia la tesoro, tiro alla fune, divertimento.
 


A noi hai chiesto gli scarponcini nuovi da montagna, perchè quelli che avevi dopo due anni stavano un pò stretti in discesa.
Li hai scelto con orgoglio tu, in negozio.
Come quelli di mamma e papà.
Poi li hai indossati in casa tutta la sera e per andare a scuola la settimana dopo.
Li avresti voluti anche oggi, al posto degli stivali da pioggia, perchè ti piacciono. Perchè tu sei così.

Già cinque anni.
Io stento ancora a crederci.



venerdì 18 novembre 2016

Le lettura del ricciolino biondo e di Mamma Avvocato: libri a gogò!

Oggi vorrei consigliarvi non uno, ma più libri per bambini.
Un pò perchè me ne sono passati tra le mani di bellissimi, un pò perchè sto iniziando a guardarmi in giro pensando ai regali di Natale e magari anche a voi servono spunti, un pò semplicemente perchè mi mettono allegria!

Ecco allora alcuni titoli che vi consiglio:

"Le pazze giornate della mamma" di Elise Raucy ed Estelle Meens

Aliberti Kids, Euro 13,00


Devo la scoperta di questo albo a Erika, che ne ha parlato qui.

E' la storia di una famiglia come tante, papà, mamma e due bimbi, alle prese con la quotidianità, però sempre di corsa.
Perchè la mamma ha fretta e corre sempre: la mattina a colazione e per portare i figli a scuola, al lavoro, a casa.
Corre per incastrare telefonate, faccende domestiche, e-mail, pasti, lavoro ed orari. Corre anche il padre ma, non essendo il protagonista di questa storia, lo fa solo al mattino. Poi sparisce. Direi abbastanza significativo.
Con lei, sono costretti a correre anche i bambini e persino il gatto.


Le immagini danno l'idea della vita famigliare in movimento e della frenesia delle giornate della mamma, raccontate in prima persona dalla figlia Margherita, che sentenzia: "Mamma non ha mai tempo".


Però, ad un certo punto, i ritmi rallentano, le immagini si fanno più rilassate e gioiose, la mamma gioca con i suoi figli a palla, fa giardinaggio con loro, osserva le nuvole stesa a pancia in su sul prato. 
Perchè una mamma, il tempo per i suoi bambini lo trova sempre!


Un albo che mi ha colpito sia perchè è facile immedesimarsi in questa mamma, sia perchè, leggendolo, il ricciolino ha subito esclamato: "Mamma, anche tu sei così!"
Aggiungendo poi che secondo lui i momenti di gioco e svago insieme non erano mai abbastanza (almeno ha ammesso che ci sono!)

Confesso che ci sono restata un pò male e la lettura insieme è stato lo spunto per parlare con il ricciolino e farmi un esame di coscienza.
Da allora, la mattina ho ridotto drasticamente i miei: "Presto, è tardi!" e gli "Sbrigati, siamo in ritardo!", "Non abbiamo tempo!".
Non che abbia rallentato, questo non è materialmente possibile quasi mai, però almeno cerco di non stressarlo anche verbalmente.
La strada è ancora lunga ed in salita e alcuni giorni sono più brava di altri, in cui ripiombo nel loop, però ci sto lavorando.

Il bello di questo albo è che, comunque, permette di spiegare ai bambini in modo semplice che anche i genitori, se potessero, vorrebbero fermare il tempo ogni giorno e stare con loro senza pensieri!

***

"Un magico inverno pop - up" di Lara Jones, 

Emme edizioni, Euro 19,90

Un libro pop-up dai testi semplicissimi e dalle immagini molto colorate, con Poppy Cat che gioca con la neve ed i suoi amici.


Lo ha scelto il ricciolino in bibliteca, sia per la voglia di entrare nella magica atmosfera dell'inverno, pensando alle nevicate ed al Natale, sia per le linguette da tirare, le finestrelle da aprire ed i pop-up.


Una proposta adatta anche ai più piccoli (purchè maneggiato con un pò di attenzione), adatta alla stagione!

***


Si tratta di due libri che avevamo avuto modo di apprezzare prendendoli in prestito in biblioteca e di cui ci siamo ricordati al momento di scegliere un regalo di compleanno.

"Piuma e il sommergibile" di Hans de Berr, 

Nord-Sud Edizioni


L'orsetto polare Piuma era già un nostro tenero amico di letture, protagonista di molte storie, anche nella versione francese ("Plume").
Ve ne avevo già parlato qui.
Ci piace perchè le illustrazioni sono incantevoli e conducono in una atmosfera di neve e ghiaccio che però sa di calore e tenerezza, perchè le storie raccontano sempre di amicizia, affetto e aiuto reciproco.

***

"Albero" di Britta Teckentrup,

ed. Sassi Junior
 


Un albo che aiuta a scoprire l'alternarsi delle stagioni, attraverso l'osservazione dei cambiamenti che subisce un albero nel corso dell'anno e della vita che ruota intorno a lui, con le pagine forate che inducono a prestare attenzione ai particolari ed incuriosire i lettori e il testo semplice e descrittivo, sempre in rima.

Molto poetico e istruttivo.


***

Cosa ho letto io nel frattempo?

"La legge di lupo solitario" di Massimo Lugli, 

 ed. Netwon Tascabili, 2010, Euro 6,90, pagine totali 437


Si tratta del seguito di "L'istinto del lupo", di cui ho parlato pochi venerdì fa.
L'edizione scovata in biblioteca li conteneva entrambi, in ordine di età del protagonista, Lapo diventato Lupo.
Scelta saggia.
Infatti il secondo romanzo, in realtà, è stato scritto per primo dall'autore e questo spiega perchè non contiene riferimento all'infanzia ed alla giovinezza di Lupo ed è privo di collegamenti con le vicende passate del protagonista che, se non si è già letto "L'istinto del lupo", si conosce come ormai adulto e perfettamente integrato nella vita di strada, senza sapere che prima era tutt'altra persona, lasciando però il lettore un pò spiazzato dalle suen particolarità.

Se c'è un aspetto negativo del romanzo è questo, superabile con l'accortezza di leggere i due libri nell'ordine in cui sono proposti in questa edizione.

Lo stile è sempre crudo, diretto, sboccato e non privo di macabri dettagli. 
La storia intrisa di violenze, con le tinte fosche delle vicende di cronaca nera a cui ci hanno abituatoi mass media.
Non a casa, lo scrittore è un giornalista.

Personalmente trovo più facile digerire questo tipo di libri rispetto a molti gialli nordici o storie di medici legali (a parte quelle di Alessai Gazzola), poichè vi è meno tensione, che è ciò che detesto, però credo non sia adatto a chi si lascia impressionare facilmente 
A tutti gli altri, invece, lo consiglio.

Con questo lunghissimo post, partecipo come i consueto all'appuntamento del Venerdì del Libro di Paola.
 

giovedì 17 novembre 2016

Crescere forti e determinati

Il ricciolino, per i suoi cinque anni, ha domandato, tra le altre cose, un paio di pattini a rotelle, come quelli dei grandi.

La nonna lo ha accontentato e, quando li ha scartati, ne è stato entusiasta e ha voluto provarli subito, già in casa!


Grande è stato il suo stupore quando ha compreso che, per usarli, era meglio dotarsi di tutta una serie di protezioni (nel nuovo "color Capitan America", come ha ribattezzato l'accoppiamento blu e rosso) e, soprattutto, che non era affatto "facile come andare in bicicletta" o come "lo sci di fondo".




Eh sì, perchè per nostro figlio andare in bicicletta, prima con quella senza pedali a 18 mesi, poi con quella da grandi praticamente subito senza rotelle, è sempre stato semplice e quasi immediato. 
E neppure con gli sci ha avuto particolari difficoltà, trovando in un baleno il suo equilibrio.

Si aspettava che fosse la stessa cosa con i pattini e invece....

E' ruzzolato a terra più volte (trascinandosi anche il papà, ma vi risparmio la foto!) e comunque, nelle sue prime due uscite in pattini (per ora non abbiamo potuto farne di più, causa meteo, buio serale ed impegni), ha spesso stretto la mano del suo papà o del nonno, per farsi aiutare.

E' stato bello, per me, fotografare il ricciolino impegnato ad imparare con il supporto del papà.


E' stato bello vederlo affidarsi a lui e capire, una volta di più, quanto sia importante il ruolo dei genitori (ma anche dei nonni).

Un ruolo di supporto e di guida, di rassicurazione ma anche di incoraggiamento all'autonomia, di spinta a provare e riprovare (come recentemente ha scritto anche Veronica, prendendo spunto da criiche ricevute), affrontando le paure e le difficoltà.

E' stato bello vederlo rialzarsi ancora ed ancora e provare a "fare da solo", anche nell'indossare le protezioni ed allacciarsi/slacciarsi i pattini.


Ed è stato bello vedere la sua stanchezza e la sua soddisfazione, dopo.


Non so se e quando imparerà a sfrecciare sui pattini come pedala o scia.
Non so ancora se la voglia di pattinare sarà passeggera o se diventerà un altro modo duraturo per divertirsi e muoversi.

Quello che so, però, è che solo grazie alle cadute ed alle difficoltà, si impara a crescere e diventare forti.

Per quella che è la mia esperienza personale, ciò che si conquista regala soddisfazioni durature e spesso apprezziamo più ciò che otteniamo con un pò di fatica che ciò che ci viene quasi instintivo, a meno di non avere per esso una grande passione o inclinazione (e qui tocchiamo un tema di cui ha parlato da poco Beat).


Per questo, anche se l'instinto di facilitare mio figlio in tutto e proteggerlo è sempre presente, a volte forzo me stessa a non intervenire, a lasciar provare, a renderlo autonomo.
In questo, suo padre, che vede ovunque meno pericoli di me, è ancora più bravo, trasmettendo al ricciolino molto fiducia in se stesso (e un pizzico di incoscienza!). E' un'attitudinedi cui sono grata, che ci bilancia come genitori.

Vorrei che il ricciolino imparasse a gestire piccoli fallimenti e frustrazioni fin da piccolo, quando si tratta di delusioni tutto sommato di poca importanza oggettiva (anche se per lui contano tantissimo), perchè impari a superarle e ripartire e diventi un adulto sicuro di sè e determinato.

Chissà se ci riuscirò.

Intanto, lo porto a pattinare!






mercoledì 16 novembre 2016

Sola

Sono stata assente dal blog per qualche giorno, circostanza per me non usuale.
La verità è che non ho trovato nè il tempo nè la voglia di scrivere.

Perchè? Per tanti motivi: il lavoro che mi ha assorbito (per fortuna), l'organizzazione del compleanno del ricciolino, questioni di salute, feste di compleanno tutti i fine settimana a cui partecipare, il cantiere - casa che assorbe tempo ed energie ecc. 

Il motivo principale, però, a ben guardare è uno solo: la solitudine.

In questo periodo, più che in altri, mi sento il peso del mondo, il mio mondo, sulle spalle.
Perchè in realtà sono sola.
Non moralmente: ho amici e parenti che mi chiamano, supportano e vogliono bene. Dunque non è questo il punto.

Non credo di aver mai spiegato chiaramente in questo mio spazio virtuale che, ormai da tre anni a questa parte, la mia ruotine familiare è a due, anzichè a tre.
L'Alpmarito è all'estero per gran parte della settimana e, anche quando dorme a casa, di solito il venerdì ed il fine settimana, di giorno in pratica non c'è. Il più delle volte sparisce prima delle otto del mattino e torna per cena, pure il sabato.
Non è una critica a lui, è un dato di fatto, anche se so che egli negherebbe energicamente.

In tutto questo essere sola, c'è il mio lavoro, che a volte mi impegno di più ed altre di meno ma che gestisco interamente da sola e non è il tipo di mestiere che puoi scordare una volta chiusa la porta dell'ufficio. Che mi stimola, mi appassiona, a volte mi regala soddisfazioni e botte di adrenalina, ma genera anche uno stress non indifferente.

C'è un cantiere ormai eterno, che se non raggiungeremo i tempi della Sagrada Familia è solo perchè i suoceri finiranno per cacciarci di casa.
Un cantiere a cui non riesco ad appassionarmi, perchè la verità è che quando gli impegni sono troppi, non hai le competenze tecniche (e di ingegneria ed edilizia non ti è mai fregato un tubo) per starci dietro e assorbono tutto il tuo tempo libero ed anche di più, è facile stufarsi. 
E no, ancora non intravedo la fine di questo buco nero, che inghiotte tempo e denaro quasi in eguale misura.
Non ho scelto io di ristrutturare anzichè comprare già fatto, però ormai siamo in ballo ed è inutile recriminare e rimproverare, si balla e basta.

C'è la casa in cui abitiamo, che bene o male va tenuta abitabile.
Ci sono gli impegni domestici di tutti.
C'è la famiglia, ci sono gli amici, ci sono eventi, inviti e ricorrenze, come penso per tutti.

C'è il ricciolino, che a volte è causa del mio girare come una trottola, altre ne è la vittima.
Che patisce la sveglia alle 6.45, le corse mattutine, uscire da scuola sempre tra gli ultimi alle 17.30, gli impegni fuori casa, lo stress mio e di suo padre.
Che ci ha detto chiaramente più di una volta che della storia della ristrutturazione non ne può più perchè quella casa per lui è solo tempo sottratto alla vita.
E dargli torto è sempre più difficile 
E che anche il mio lavoro per lui è tempo sottratto alla vita.
E qui è più facile dargli torto ma anche pensare che sia ingiusto che il lavoro della mamma sia sempre sacrificabile agli occhi dei figli, mentre non ho mai sentito bambini chiedere ai padri di non andare a lavorare.

In tutto questo io a volte sono troppo stanca.
Stanca di abbaiare ordini.
Stanca di tenere insieme i pezzi.
Stanca di scene di disperazione mattutina e di isteria serale.
Stanca di arrivare a casa tardi con il ricciolino e dover ancora fare commissioni, cucinare, preparare tavola, sparecchiare, riordinare, lavare, mettere a letto e tutto il pacchetto completo, da sola. Anzi, solo io e lui, un cinquenne bravo e intelligente ma pur sempre un cinquenne.
Stanca di incastrare impegni e svaghi e inviti e riunioni e spese e faccende di casa sempre e solo nelle mie 24H e tenendo conto di mio figlio, perchè è come se fossi una madre single.
Non è una critica, anche perchè non è certo stata una scelta libera, ma è un dato di fatto.

Con l'aggravante, rispetto ad una madre single, di dover pure rendere conto al marito che comunque esiste e talvolta ricompare.
E che, quando c'è, si trova incastrato in ruotine ed orari pensati senza di lui, perchè non è quasi mai possibile programmare la sua presenza.Non è bello neanche per lui.
Lui negherebbe energicamente, ma è così.

Sono talmente stanca che finisco per comprendere solo a posteriori che ci sono stati anche bei momenti.
Finisco per dimenticarli nel mare dei casini e delle corse. 
Se non fosse per le foto.
E allora scatto a raffica ogni volta che posso, guardo le immagini a distanza di giorni e mi dico che devo essere forte, perchè sono stanca ma pur sempre innamorata, di lui piccolo e di lui grande, anche quando nella contingenza vorrei solo essere sola per davvero, per un momento, due ore, un pomeriggio, un giorno intero.

C'è di peggio, lo so.
Poi passa, lo so.
Si sopravvive, lo so.
Però questa volta avevo bisogno di scriverlo.
Come avrei bisogno di ballare in due, accantonando i pensieri.
 

Foto del grande Elliott Erwitt, tratta da web, GREAT BRITAIN. 1966. Brighton, England