"Elogio del limite.Sogna in grande e osa fallire. Divagazioni sull'arte di correre" di Fabrizio Pistoni, Ed. Ediciclo editore, pag. 157, euro 14,50
Questo libro non è un romanzo ma neppure una autobiografia.E' il racconto in prima persona del "Tor de Geants" , una gara di corsa in montagna dai numeri impressionanti: 330 km, poi di 24.000 mt di dislivello.
Una gara che si vince con la testa, prima ancora che con il fisico, privandosi del sonno, credendo in se stessi e conoscendosi bene, limiti compresi.
Lo scrittore, eporediese e dunque mio compaesano, è stato campione italiano juniores di canoa fluviale e tra i primi tre ai mondiali di rafting e, all'edizione del Tor di cui parla nel libro (2010), si è piazzato ventesimo.
Ma tra le pagine non si parla tanto della gara in se', e' il racconto del flusso di pensiero di un corridore.
Le riflessioni, gli incontri e i dialoghi di tre giorni di gara, giorno e notte.
Perché dietro una gara come questa ci sono ore e ore di preparazione in solitaria e in compagnia, ore di sogni ad occhi aperti, riflessioni e dialoghi con se stessi, mentre si corre e si va in montagna.
E c'è una organizzazione di tecnici, politici, medici, guide alpine e volontari, tantissimi volontari, che da alpeggi sperduti, rifugi in quota base- vita nelle vallate, offre assistenza, pasti, posti letto, conforto e aiuto a tutti i concorrenti, al solo prezzo di un grazie e di un sorriso, magari solo mentale. perché i corridori sono stanchi!
Perché lo fanno? Cosa li spinge a fare i volontari, in modo completamente gratuito?
E il pubblico, perché migliaia di persone in paesini sperduti e nelle vallate, anche a tarda notte incita applaude i concorrenti, che magari nemmeno conosce?
Si domanda spesso l'autore.
Io, che lo scorso anno, per la prima volta, ho fatto la volontaria, ho sposato un valdostano e vivo in Valle ormai da 8 anni, posso rispondere che ogni valdostano conosce almeno un concorrente, magari pure suo parente, anche alla lontana, e tutti ammirano la forza d'animo e quel pizzico di follia che spinge tante persone a mettersi in gioco in questa straordinaria gara di resistenza, nella quale anche solo arrivare alla fine per ultimi e' un traguardo degno di nota.
E poi c'è una sorta di invidia, la voglia di vedere in faccia i concorrenti, di capire i LORO PERCHE', di essere d'aiuto, lo spirito di solidarietà e fratellanza che è tipico della gente di montagna e di paese, la voglia di esserci, di far parte di qualcosa di grande che abbraccia l'intera Valle d'Aosta.
Un flusso di pensieri intelligenti, acuti, interessanti, che secondo me merita di essere letto, anche se non scritto alla perfezione, da tutti quelli che, guardando il Tg, si domandano chi sono "quei pazzi", oppure che amano correre o amano la montagna.
Con la consapevolezza che a volte non ci sono risposte, solo istinto di movimento!
E da oggi: "Sogna in grande e osa fallire" diventerà anche uno dei miei mantra.
"..e' il prezzo da pagare per il mantenimento di questo strano equilibrio:la morte del sogno. In un mondo dove puoi fare tutto, il desiderio non ha spazio, se manca la libido te la compri in farmacia e ogni bisogno si placa con una banconota di taglio adeguato. Ma la voce ne ha per tutti e a un certo punto mi chiedo quante volte i miei bimbi hanno ricevuto qualcosa senza il piacere di poterlo prima desiderare. domanda scomoda: credevo di essere il genitori è perfetto." Pag. 37
"..Una carrellata di frazioni disabitate collegate dalla mulattiera che stiamo percorrendo, sono tutte simili tra loro per esposizione delle facciate e costante presenza di un vecchietto, sempre solo, che toglie ortiche e innaffia le patate; quando se ne andrà anche lui, sarà tempi di convertire i ruderi in seconde case per quelli che arrivano dalle città nel weekend, per il popolo dei cibi bio, della filiera corta e dei cereali contro la stitichezza." Pag. 70
Mai definizione e' mai stata più azzeccata, per i turisti di città, il popolo delle seconde case.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma.
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