"Ma come fa a far tutto" di Allison Pearson, pag. 380, ed. Mondadori, gennaio 2003
Ora, dopo aver letto il libro, come consigliatomi anche da Deborah, posso confermare quelle riflessioni ed aggiungere che il romanzo e' davvero ancora più coinvolgente e ricco di spunti di riflessione della sua trasposizione cinematografica.
Si legge in modo scorrevole, ci si immedesima (anche se si fa tutt'altro tipo di lavoro e non si vive in America) ed è sempre attuale, purtroppo.
E' il diario di una madre in carriera, divisa tra le soddisfazioni del suo lavoro, gli impegni ed i ritmi che quest'ultimo le impone, e la voglia di stare insieme ad i propri figli ed essere anche una moglie.
E' la storia di una donna con i classici sensi di colpa materni, che va sempre di fretta e, pur avendo chiare in testa le sue priorità, si sente prigioniera del successo professionale, delle esigenze economiche e delle aspettative di familiari, insegnanti, colleghi e capi.
Eppure non vuole rinunciare alla propria realizzazione, vuole essere madre e moglie ma anche altro.
Un romanzo al femminile che fa sorridere, riflettere e commuovere. Non certo un capolavoro letterario o un classico imperdibile, però comunque un libro che fa piacere leggere!
Vi riporto i brani che mi sono sembrati più significativi:
"Sono cose che succedono, ma il fatto che succedessero quando noi non c'eravamo ci faceva stare male. E poi eravamo segretamente convinte, benché nessuna avesse il coraggio di dirlo ad alta voce, che noi saremmo riuscite ad arrivare in tempo, che noi avremmo messo una mano sullo spigol prima che il bambino battesse la testa, che noi avremmo raggiunto l'asfalto prima del suo ginocchio. Sistema avanzato di identificazione: non è così che si chiamano i dispositivi di ricognizione degli aerei Awacs? La natura dota la madre di un sistema avanzato di identificazione e la madre è convinta che nessun uomo o baby- setter del mondo sia in grado di batterla, quanto a tempestività e capacità di previsione." Pag. 114
"Qualsiasi moglie commette una specie di adulterio per il solo fatto di diventare madre. Il nuovo amore che si schiude nel nido e' come il cuculo, così vorace che al vecchio non resta che aspettare pazientemente, sperando nelle briciole. Il secondo figlio, poi, lascia ancora meno spazio all'amore tra adulti....Durante le ore e i giorni successivi al mio ritorno, mi riprometto ogni volta di non partire mai più. La storia che mi racconto- che il lavoro e' una delle tante scelte possibili e non influenza più di tanto la vita dei miei figli- viene smascherata per quello che è: una pia illusione. Emily è Ben hanno bisogno di me, e' me che vogliono. Naturalmente vogliono bene anche a Richard, lo adorano, ma lui è il loro compagno di avventure, di giochi. Io sono il contrario. Il papà e' l'oceano, la mamma il porto, il rifugio sicuro in cui si ricaricano per poi avventurarsi ogni volta un po' più lontano, Ma io so di non essere un posto; di tanto in tanto, quando le cose vanno veramente male, penso di essere una nave nella notte e che i miei figli strillino come gabbiano al mio passaggio." Pag. 191
" Ho bisogno di avere soldi miei come ho bisogno dei miei polmoni...E come mi sentire, sola con i bambini tutto il santo giorno? I bisogni dei bambini sono incolmabili. Puoi riversare su di loro tutto l'amore è la pazienza che hai senza arrivare mai a soddisfarli. No, non è mai abbastanza. E per immolarsi così bisogna sottomettere una parte di se'. Io ammiro le donne che ci riescono, ma il solo pensiero di farlo mi da' i brividi. Detto fra noi, smettere di lavorare e' un po' come diventare una desparecido. Chi l'ha vista? Gli uffici postale della Gran Bretagna dovrebbero essere pieni di foto di donne che si sono perse nei figli e non si sono mai più viste." Pag. 192
"Un uomo che annuncia di doversi assentare dall'ufficio per andare a vedere sua figlia in piscina passa per un padre esemplare, affettuoso e sensibile, una donna che annuncia di doversi assentare dall'ufficio per restare al capezzale del figlio malato, invece, viene tacciata di disorganizzazione, irresponsabilità e scarsa disponibilità. Che un padre faccia il Padre e' una dimostrazione di forza; che una madre ammetta di essere Madre e' un segno di deplorevole vulnerabilità. Belle le pari opportunità, eh?" Pag. 290
"Il fatto è che ci trattano come se ci facessero un favore a lasciarci tornare in ufficio dopo aver avuto un bambino" mi aveva detto. "E noi dobbiamo stare zitte e er non faci accorgere che la nostra vita è cambiata. Ma ricordati sempre che invece siamo noi che facciamo un favore a loro. Noi assicuriamo la continuità della specie, e non c'è nulla di più importante al mondo. Dove li prenderebbero i loro maledetti clienti, se noi smettessimo di riprodurci?" Pag. 250
Con questo post partecipo al venerdi del libro di Paola.
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