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venerdì 28 luglio 2017

Le mie letture di mezza estate di Mamma Avvocato: 6 libri per voi


Negli ultimi due mesi non ho smesso di leggere, sfruttando le ore al tiralatte e le poppate notturne.
Ecco quindi una rassegna dei libri letti: spero vi sua utile se state partendo per le ferie o cercate spunti per le lunghe serate estive o caldi pomeriggi di ozio!

"Le otto montagne" di Paolo Cognetti, 

Pag. 199, ed. Einaudi


Un bel romanzo, da quel che ho compreso autobiografico, che racconta di un'amicizia speciale, quelle istintive dell'infanzia, che non hanno bisogno di molte parole e si nutrono di giochi ed avventure insieme.
Di quelle amicizie che si mantengono nel tempo, come cristallizzate, perché sono impresse nel profondo e basta un incontro a distanza di anni per riprendere il filo.

In questo caso, l'amicizia lega un bambino di montagna, lasciato un po' a se stesso, tra mucche e baite diroccate, e un bambino di città, i cui genitori amano la montagna, che li ha fatti incontrare e ha segnato il loro destino,, più di ogni altra cosa.

Ma vi è di più. Molto spazio è dedicato anche al rapporto 
genitori e figli, padre e figlio in particolare e, soprattutto, all' amore per la montagna ed alla sua forza magnetica.
È ambientato in Val d'Ayas (l'autore non lo dice ma per chi conosce la zona non è difficile comprenderlo), ossia in una delle vallate della "mia" Val d'Aosta, descritta con amore ed attenzione.

La storia parla di scelte, di destino, di legami, in un modo che mi ha tenuta incollata alle pagine. La descrizione delle passeggiate, poi, mi ha riportato alle decine che ho fatto, con i genitori, gli amici, mio marito, da sola,nel corso degli anni, così come ai giochi estivo nei prati, sulle pietraie e nei pressi dei torrenti, alla scoperta della natura e della libertà.
Bellissima, perché complessa, tormentata e dolorosamente verosimile, la figura del padre del protagonista.
Unico lato negativo: quella retorica sulla montagna e la figura un po' stereotipata dei montanari tipica della visione dei "cittadini" delle grosse città. Fastidiosa ma comprensibile.
Molto consigliato dunque, soprattutto se la vostra meta estiva è, o è stata, la montagna.

"Un chien de saison" di Maurice Denuriere, 

Ed. Le libre de poche, euro 5,50, pag. 218


Una lettura ironica, divertente e piacevole, per gli amanti degli animali domestici, cani in primis, ma non solo, visto che è piaciuta molto anche a me.
Scritto in un francese abbordabile e con un stile scorrevole, è la storia di uno studioso single di Parigi che, di colpo, per amor di amicizia, si ritrova a far da baby sitter ad un boxer dal carattere forte che, tra mille disastri ed inaspettate esigenze, gli stravolgerà la vita, finendo per conquistarlo.
In sottofondo, una amicizia a senso unico ed una famigliola di opportunisti che verranno, infine, castigati come meritano.
Consigliato (ma se già eravate propensi ad adottare un cucciolo, potrebbe darvi il colpo di grazia, io vi ho avvisato).

"Qualcosa" di Chiara Gamberale,

Ed. Longanesi, febbraio 2017, pag. 176




Della Gamberale avevo già letto due romanzi, di cui ho parlato qui e qui.
Dal momento che il suo stile narrativo e l'originalità delle sue storie mi avevano positivamente colpito, quando ho visto questa novità in biblioteca non ho perso l'occasione e ho fatto bene.
Anche in questo caso la narrazione è molto originale, sia per 
la trama che per lo stile, una sorta di racconto con tanto di illustrazioni, quasi fumetti, in cui i protagonisti hanno nomi evocativi, anziché classici.


La protagonista è "Qualcosa Di Troppo", una principessa che non sa cosa siano i limiti e, fin dalla nascita, esagera in tutto, poiché non sa accettare e gestire i propri sentimenti e, soprattutto, non riesce a stare bene con se stessa e con i propri dubbi esistenziali, che poi sono quelli di tutti noi. 
Per questo, cerca, con mille attività e una disperata ricerca di amore e attenzioni, qualcosa in grado di comare il vuoto che sento in se' (che poi non è altro che la ricerca del senso della vita) e lenire il dolore per un grave lutto.
Sarà il "Cavalier Niente" ad aiutarla, progressivamente, a far pace con se stessa.
La storia è infatti un insieme di iperbole e improbabili avventure che trasmettono efficacemente il messaggio del libro,dal valore universale.
Uno di quei romanzi che forse vale la pena leggere e poi rileggere, per cogliere nuovi spunti, anche perché è breve e molto scorrevole.

"Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza" di Luis Sepulveda, 

ed. Guanda


Letto in eBook, non mi ha affatto convinto.
Un racconto breve, ben scritto ma di "poco spessore", a mio parere un po' forzato, che ha come protagonisti una lumachino curiosa e coraggiosa e una tartaruga saggia.

Una favola che vuole insegnare più che l'importanza della lentezza, l'importanza di essere se stessi e la ricchezza della diversità e delle proprie peculiarità.
L'ho raccontata in sintesi al ricciolino biondo, come fiaba della buona notte, però non ha convinto del tutto neppure lui (forse anche per colpa della mia narrazione!).

"Nessuno come noi" di Luca Bianchini

Ho preso in prestito questo romanzo, in formato eBook, nel periodo in cui sono stata in ospedale a Torino, dopo aver letto la recensione positiva delle Mamme nel deserto (se non erro), scegliendolo proprio poiché ambientato a Torino e negli anni '80, in cui sono nata. Circostanze che mi hanno aiutato a gustarlo, per quanto, per il resto, le dinamiche della cittadina di provincia in cui sono cresciuta fossero diverse da quelle della grande città o, almeno, così mi è parso, ripensando al passato.
Oppure ero solo molto più ingenua!
È la storia della vita di quattro ragazzi, due maschi e due femmine, tre della periferia ed uno della collina di Torino (ovvero della Torino benestante), durante un anno scolastico, in un liceo pubblico,  a cui si intreccia la vita di una professoressa e dei genitori degli studenti.
Affronta il tema della crescita e della amicizia, dei primi amori e delle prime delusioni.
È sicuramente una lettura più adatta ad un pubblico giovane (quindi anche a me ;-)), con il pregio di far tornare gli altri lettori un po' indietro nel tempo, a ricordare i propri anni scolastici ed i primi amori, le compagnie, i tormenti ed i dubbi adolescenziali e le feste del periodo.
Il linguaggio è basico e non manca di termini gergali, dal momento che a parlare sono dei ragazzi, ma la narrazione è scorrevole.
Consigliato per qualche ora di tranquillo svago e per un tuffo nostalgico nel passato.

"Come una bestia feroce" di Edward Bunker, 

Ed. Einaudi, pag. 358

Un romanzo forte, ambientato nei bassifondi di Los Angeles: un criminale recidivo esce di prigione dopo anni, deciso a rigare dritto. 
La società, il sistema della libertà vigilata e il suo stesso passato, lo portano però ben presto a tornare alle uniche dinamiche ed attività che conosce.
Un racconto che prende spunto da una realtà che l'autore, ex galeotto, ben conosce, e porta il lettore a comprendere la difficoltà del reinserimento sociale e l'attrazione devastante della droga e del crimine su chi, nella vita, ha conosciuto poco altro che miseria e degrado.
Uno sguardo lucido, intelligente, introspettivo ed impietoso che indaga l'animo umano, per un romanzo che, a mio parere, non può lasciare indifferenti e che, peraltro, è scritto molto bene.
Dello stesso autore, io avevo apprezzato anche l'autobiografico "Little boy blue", di cui ho scritto qui.
Caldamente consigliato.

E ora? Ecco i libri che mi attendono sul comodino o meglio....davanti al tiralatte!


E voi, che letture mi consigliate per questa estate?


Con questo post torno a partecipare all'appuntamento del Venerdì del libro di Paola.

venerdì 23 giugno 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Il quaderno di Maya"

“Il quaderno di Maya” di Isabel Allende
ed. Feltrinelli, pag. 398



Con questo romanzo, sono tornata a leggere Isabel Allende dopo averla amata con “La Casa degli Spiriti” ed  “Eva Luna” e averla abbandonata con “Paula”.

Ero titubante e in effetti la storia ha iniziato a catturarmi solo dopo le prime cento pagine, per poi appassionarmi sempre di più e diventare più interessante e scorrevole.
Non ho amato i continui salti dei tempi verbali, non collegati solo ai salti temporali (questi ultimi funzionali alla storia) e ho trovato il finale decisamente affrettato rispetto al ritmo del resto della narrazione.
La storia, invece, è carina, soprattutto grazie alla caratterizzazione dei personaggi.
Maya Vidal, cresciuta con due nonni alquanto originali e molto affettuosi, una cilena sfuggita alla dittatura ed il suo secondo marito, professore di astronomia afroamericano, piomba in un’adolescenza difficile per vicissitudini familiari che non voglio svelarvi.

Il viaggio verso gli abissi della degradazione, della tossicodipendenza e della violenza avrà però fine grazie ad un’isoletta del Cile, dove inaspettatamente Maya ritroverà serenità, equilibrio e un ambiente familiare.

Un romanzo che si fa leggere, in cui si ritrovano i riferimenti alla storia travagliata del Cile, aire credenze mistiche e gli ambienti dei primi libri ma che non ho trovato indimenticabile come i primi romanzi dell’autrice.

Con questo post, partecipo come di consueto all’appuntamento del venerdì del libro di Paola.


sabato 17 giugno 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Apro gli occhi e ti penso" e "Volevo solo andare a letto presto"

I miei consigli di lettura per il venerdì del libro, in ritardo di un giorno intero, sono due romanzi rosa leggeri, da leggere per svagarsi, anche sotto l’ombrellone o distesi in un bel prato.
Non capolavori ma trame carine, seppur poco credibili, che forse non lasceranno il segno ma fanno passare qualche ora di piacevole relax.

Apro gli occhi e ti penso” di Jenny Colgan


La protagonista, Ellie, è una trentenne in crisi sentimentale e lavorativa, culminata proprio il giorno del suo compleanno.
Ragazza degli anni ‘80, romantica e incapace di accettare che le promesse di felicità tanto decantate dai film cult siano una pura illusione, con amici stravaganti ma molti affettuosi ed un padre che conta su di lei, decide ad un certo punto di partire per l’America alla ricerca del suo attore preferito.
Un colpo di testa in cui trascina l’amica di infanzia e l’amico gay, che la porterà a vivere situazioni stravaganti, affrontare imprevisti di tutti i tipi, tra cui un lutto, per tornare poi a casa con una diversa consapevolezza e…non più sola!


Volevo solo andare a letto presto” di Chiara Moscardelli


Stesso giudizio per questo romanzo di autrice italiana, preso in prestito su consiglio di Mimma. 

Una trama improbabile ma ambientata interamente in Italia, anche nei quartieri malfamati della periferia, con una protagonista femminile, Agata Trambusti, simpatica nelle sue nevrosi e imprevedibile decisioni, un protagonista maschile tormentato e solo apparentemente pericoloso, dal fascino un po’ enigmatico, una rocambolesca ricerca di un venditore di quadri improvvisamente scomparso, dal sapore del giallo ma in stile frizzante

sabato 3 giugno 2017

Le lettura di Mamma Avvocato: tra alpinisti e cantanti

E' qualche giorno che non scrivo: lavoro freneticamente per fare tutto il possibile prima del parto (pura utopia...), continuo con visite ed esami (oltre a passare un intero pomeriggio al pronto soccorso), riempio scatoloni, libero cassetti subito occupati da tutine e bodies freschi di bucato, accedno lavatrici ecc. ecc.), cerco di riposare quando posso. Che poi tutto dipende da cosa si intende per riposo.
Comunque.
Non sono più riuscita a scrivere, però ho continuato a leggere e oggi vorrei consigliarvi tre libri che mi sono piaciuti molto, di cui due a tema montagna.
Perché parrà strano, ma più fa caldo più io sogno le cime!!!

"La montagna dentro" di Herve' Barmasse

ed. Laterza, pag. 225



"Alcune persone sembrano non capire che l'esistenza è un cammino, un'evoluzione, una crescita."

"Ognuno di noi nella propria vita lascia, nel bene o nel male, una traccia: non c'è bisogno di gesti eroici, bastano piccole azioni che nella maggior parte delle persone parranno sciocchezze, inutilità. Come scalare le montagne.
Ma sono quelle cose di poco conto per gli altri, e per noi di importanza vitale, quelle in cui noi crediamo, alle quali diamo un senso, a rendere la nostra vita differente, unica. A regalarci la felicità". Pag. 224

Barmasse è un alpinista valdostano che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, perchè frequenta la palestra di arrampicata dove andiamo noi.
Inoltre, tiene regolarmente conferenze in Valle ed ogni volta, ascoltarlo è un piacere.
Perchè sa essere coinvolgente, sa trasmettere la sua passione e la sua filosofia di vita e di scalata, di alpinismo, che poi è esattamente quella che apprezziamo io e l'Alpmarito e che, se avessimo dedicato la vita all'alpinismo, avremmo abbracciato.
Scalate in vie possibilmente nuove, anche su montagne non famose ma ancora inesplorate, salite "in stile alpino", ovvero veloci e con la sola attrezzatura indipensabile, senza corde fisse, portatori, ossigeno ecc. ecc. , anche in solitaria.
Il libro racconta alcune delle sue imprese, le ragioni delle sue scelte ed il suo modo di concepire la vita in montagna, senza tralasciare le difficoltà, la perdita di amici e i numerosi infortuni.
Al centro, il Cervino, montagna simbolo e re della "sua vallata".
Un Cervino su cui l'Alpmarito è già salito due volte e che io ancora non ho avuto occasione di affrontare (non volendo affidarmi ciecamente ad una guida ma preferendo provare a scoprirlo con l'Alpmarito, contando sulle nostre capacità, come sempre abbiamo fatto fino ad ora).


Una lettura adatta a tutti gli amanti della montagna.

 ***

"L'ultimo abbraccio della montagna" di Silke Unterkircher, con Cristina Marrone

ed. Bur, pag. 216



"Non mi sono mai pentita di averlo lasciato andare, anche l'ultima volta. Se avessi chiesto a Karl di non partire, di rinunciare all'avventura, forse lui oggi sarebbe ancora qui, accanto a me. Ma non sarebbe stato l'uomo, un po' sopra le righe, ma unico e speciale, che ho conosciuto e amato..(...). Aveva nel cuore la sete dell'infinito. Io l'ho sempre saputo. Ed è per questo che ho accettato le angosce delle separazioni, le lunghe assenze, le ore di ansia e trepidazione, quando non avevo più sue notizie..." pag. 203

"Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c'è la vita. Io lo chiamo il mistero del quale nessuno di noi ha la chiave..." Karl Unterkircher

Non si tratta di un'autobiografia, come il libro precedente, ma della storia delle ascensioni e della vita di un altro grande alpinista, questa volta altotesino, raccontati dalla sua compagna, rimasta vedova, con tre bimbi piccoli da crescere, nel 2008, a seguito della caduta di Karl in un crepaccio sul Nanga Parbat.

Non è, pero', un libro intriso di tristezza, tutt'altro. E' il racconto di un grande uomo che "aveva nel cuore la sete dell'infinito" , delle sue avventure e dei suoi sogni, nonchè il racconto di un amore di coppia forte, disinteressato, profondamente altruista.



Come il libro di Barmasse, anche questo è perfetto per gli amanti della montagna ma anche per chiunque voglia capire il perchè di avventure ed imprese che, a chi non ha mai visto l'alba sorgere su un ghiacciaio o non ha mai provato la soddisfazione di raggiungere una cima di roccia, forse sembrano eccessivamente rischiose od insensate.

***

"Fuori e dentro il borgo" di Luciano Ligabue, 

ed. Baldini&Castoldi, "I tascabili", pag. 179


 Una raccolta di racconti, ciascuno relativo ad un ricordo, ad un episodio del passato vissuto direttamente dal cantante o dai suoi amici.

Tutti ambientati nel borgo emiliano di origine di Ligabue, con protagonisti personaggi tanto stravaganti e sopra le righe da apparire incredibili. 
La musica, la vita sociale, la droga e le pazzie di una generazione.
Da leggere anche senza necessariamente seguire l'ordine dei racconti, per ritrovarsi immersi in un'atmosfera particolare e intuire da dove arrivano le canzoni "del Liga", uno dei miei cantanti preferiti!

Da due dei racconti del libro è nata, nel 1998, la sceneggiatura del film "Radiofreccia". Se non lo avete ancora visto, fatelo.

Per gli amanti del genere!

Con questo post, seppur con un giorno di ritardo, partecipo all'appuntamento con il Venerdi' del Libro di Home Made Mamma.






venerdì 19 maggio 2017

Il mio yoga in gravidanza, grazie ad un libro.

Vi ho già raccontato della mia pratica dello yoga in gravidanza grazie all'ausilio di video lezioni.

Per quando non ho a disposizione il wi-fi o non ho voglia di sentire voci guida o guardare uno schermo, pero', ci sono sempre i libri.
Io mi trovo bene con questo:

"Yoga per la gravidanza e la nascita" di Francoise Barbira Freedman,

ed. Fabbri, 2005, Euro 18,50, pag. 160



Le spiegazioni sono esaurienti, le immagini ben fatte, anche se certamente, rispetto ad un video, bisogna leggere e poi provare ad interiorizzare, prima di pratica in modo fluido.

Il manuale è diviso in 6 sezioni:
"Fondamenti dello yoga", "Gravidanza iniziale", per il periodo dalle 0 alle 16 settimane, "Gravidanza inoltrata", dalle 16 alle 34 settimane,
 "Verso il parto", dalle 34 settimane al termine, e
 "Dopo la nascita", dal parto alle 16 settimane di vita del bambino, per recuperare gradualmente linea e forma muscolare, ma anche per affrontare in benessere e serenità spirituale il grande cambiamento apportato dalla maternità.

Per ciascuna, ci sono singole asana e intere sequenze, mudra, suggerimenti per il rilassamento, asana specifici per vari problemi comuni in gravidanza (dal dolore al nervo sciatico alle emorroidi, al mal di schiena ecc.), esercizi di visualizzazione e respirazione.


Insomma, un testo completo, ben illustrato e strutturato, che non si ferma ad asana super semplici e basiche, come molti altri libri che ho sfogliato e che soprattutto, non tratta la gestante come una malata, pur dando ampio rilievo alla visualizzazione, alla respirazione ed al rilassamento.
Per questo, se siete in cerca di un libro cartaceo di ausilio per avvicinarvi allo yoga in gravidanza o, praticando già, cercare una guida per questo particolare periodo della vita, vi consiglio questo manuale.

Se un solo libro non vi basta, sappiate che anche Beat, "Mamma e ora che faccio?", ne ha consigliato uno (qui il suo post).

Con questo suggerimento, partecipo all'appuntamento del venerdì del libro di Home Made Mamma.

venerdì 12 maggio 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "L'analfabeta che non sapeva contare" e "Equazione di un amore"


Di nuovo doppio consiglio di lettura per questo venerdì!

 ***

"L'analfabeta che sapeva contare" di Jonas Jonasson, 

ed. Bompiani, 2013, euro 19,00, pag. 482



Difficile descrivere questo romanzo.
Per darvi un'idea, però, posso dirvi che pur essendo quasi 500 pagine, e' tutt'altro che un mattone e in una settimana lo avevo finito.
Si legge infatti piacevolmente e la storia è talmente curiosa, stravagante, insolita e divertente che non si vede l'ora di sapere come proseguirà, portando quindi a divorare i capitoli.
Il punto fermo del romanzo è la protagonista, Nombeko, l'analfabeta sudafricana che sapeva contare (o meglio, che è un genio dell'aritmetica, dall'intelligenza vivace), che incredibilmente, per strani casi del destino, coraggio di mettersi in gioco e una bella dose di incoscienza, si ritroverà dal pulire le latrine della periferia di ...a pranzare con il Re ed il Primo Ministro di Svezia.

Intorno a lei ruotano personaggi stravaganti fuori dal comune, a volte così assurdi nella loro pazzia che si finisce per solidarizzare con loro, altre incredibilmente umani, altre ancora odiosi.

Il tutto condito da uno stile narrativo asciutto e divertente, che fa apparire normale ciò che non lo è e guida in naturalezza il lettore in un'avventura originale e ricca di colpi di scena.


Insomma, decisamente consigliato per molte ore di piacevole svago!

***

"Equazione di un amore" di Simona Sparaco, 

ed. Giunti 2016, euro 18,00, pag. 341


Un romanzo d'amore e, nello stesso tempo, di vita. 
La voce narrante segue infatti la protagonista, Lea, dal liceo fino ad oltre i trenta anni, raccontando il suo amore tormentato con un compagno, le sue scelte di studio e di vita, il matrimonio ed il trasferimento a Singapore, fino all'incontro, inaspettato, con il suo passato, che cambierà il corso del suo futuro.

Poca azione, molti tormenti sentimentali, nostalgia, rimpianti e tragicità a farla da padrone, nello stile lento, retrospettivo e sofferto che piace tanto a scrittori e registri italiani nelle storie d'amore, però con una scrittura scorrevole e coinvolgente. Io l'ho letto in fretta, curiosa di sapere che scelta avrebbe compiuto Lea e come sarebbe andata a finire ed il colpo di scena conclusivo mi ha colpita impreparata.
Di più non posso dire, per non rovinare il piacere della lettura.

Cercato perché consigliato da Mimma, il romanzo non mi ha affatto deluso, però devo confessare che avrei preferito una storia più allegra e che l'indecisione di Lea mi ha irritato, mentre non mi è piaciuto per nulla, neppure a verità rivelate, il personaggio di Giacomo.

Con questo post partecipo al consueto appuntamento del Venerdì del Libro di Paola.




venerdì 5 maggio 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "La tentazione di essere felici" e "Un pò di follia in primavera"

Questa venerdì, per il consueto appuntamento con i libri, ideato da Paola, ho due romanzi da consigliare

"La tentazione di essere felici" di Lorenzo Marone,

ed. Longanesi, 2015, pag. 264
Di questo romanzo probabilmente avrete già sentito parlare o letto, dal momento che è stato ampiamente consigliato anche sul web.
Io l'ho scoperto grazie a Drusilla e Maris.

Sulle prime, non mi ha attirato molto: un protagonista, vedovo ed anziano, che si presenta subito come una persona egoista e pigra, una figlia avvocato fredda nei suoi confronti, un figlio omossessuale affettuoso che si sente incompreso, una vicina di casa "gattara" da evitare .. insomma, ho iniziato a leggerlo con un pò di perplessità.
Dopo qualche capitolo, però, la narrazione si è fatta sempre pià interessante, grazie all'intreccio di vite di figli, vicini/e, accompagnatrici, amanti. 
Al centro lui, Cesare Annunziata. 
Un anziano che ha compreso solo nella terza età quanto sia preziosa la vita e che ammette di essersela lasciata scivolare troppo addosso, pur avendo vissuto facendo i suoi interessi prima di tutto.
Un personaggio che rimane un pò antipatico per via del costante cinismo ma di cui non si può non apprezzare la spietata sincerità, verso gli altri ma soprattutto verso se stesso, e la saggezza comunque maturata.

La storia, solo apparentemente povera di avvenimenti, rivela molte riflessioni e colpi di scena, tra cui segreti di famiglia svelati tardivamente e una tragedia che non mi sarei aspettata e che lascia l'amaro in bocca, perchè simile a tante vicende vere di cui purtroppo apprendiamo quotidianamente. 

E nel dipanarsi degli eventi, Cesare svela un altro lato, partecipe, empatico e coraggioso, della sua personalità, finendo per conquistare le grazie del lettore o, almeno, le mie.

Insomma, un romanzo che consiglio, a tratti leggero, a tratti dolce, a tratti amarissimo, sempre ironico.


***

"Un pò di follia in primavera" di Alessia Gazzola,

ed. Longanesi, 2016, pag. 296 


L'autrice, nella vita giovane (è mia coscritta, dunque giovane per definizione) medico chirurgo romana  specializzata in medicina legale, per me è ormai una certezza, dopo averla conosciuta grazie a Lucia (che qui parla proprio di questo romanzo).

Questo libro è l'ultimo della serie dedicata al personaggio di Alice Allevi, specializzanda in medicina legale e "combina guai" compulsiva, sul lavoro come in amore, che risolve casi di omicidio in modo quasi casuale, grazie alla sua inguaribile curiosità ed invadenza.

I tre rmanzi precedenti, per chi fosse interessato, sono: "L'Allieva", "Un segreto non è per sempre", "Le ossa della principessa", "Una lunga estate crudele" .
Io li ho letti in ordine sparso e, pur se sarebbe meglio cominciare dal primo, non vi sono particolari problemi anche a prenderne in mano uno a caso, dal momento che ogni "giallo" è a sè.
Esiste anche il prequel della serie, "Sindrome da cuore in sospeso", che ancora mi manca, e un altro romanzo che nulla c'entra, divertente e frizzante, "Non è la fine del mondo".
Insomma, una cospicua produzione!

In questo caso, come per gli altri libri, si tratta di storie che intrecciano le traversie della vita sentimentale e familiare della protagonista, con spaccati di vita lavorativa nell'Istituto di Medicina Legale e, soprattutto, indagini per omicidio che svelano storie originali.

Il tutto raccontato con uno stile leggero e piacevole, che consente di trascorrere ore di svago e relax.
 Ed è per questo (oltre al fatto che non riesco mai ad indovinare l'assassino), che ve lo consiglio. 

Buon fine settimana e...buone letture a tutti/e!

venerdì 28 aprile 2017

Le letture del ricciolino biondo: "Mina e il Guardalacrime"

Tanto avrei voluto scrivere questa settimana. Invece, fra lavoro, festività, visite mediche e malanni, il tempo è volato e siamo di nuovi a venerdì.
E venerdì sul blog fa rima con libri, quelli dell'appuntamento ideato da Paola, quelli di cui ho voglia di raccontarvi e di ricordare.
Questa settimana, si tratta di un libro per bambini, dai quattro anni in su.

"Mina e il Guardalacrime" di Vanessa Navicelli,

CreateSpace Independent Publishing Platform, Dicembre 2016, Euro 8,99, pag. 42


Vanessa Navicelli (qui trovate il suo sito e qui la sua pagina facebook), l'autrice, era già una nostra conoscenza grazie al libro "Un sottomarino in paese", una fiaba sull'assurdità dei conflitti, vista con gli occhi di un bambino, che sdrammatizza ed insieme insegna.

Con questo libro, l'autrice affronta invece il tema dei sentimenti, inaugurando una nuova collana, quelle delle fiabe "Bonbon", buone di nome e di fatto.
Lo fa con estrema delicatezza, con una fiaba originale che ha coinvolto il ricciolino fin dalla prima lettura, a cui ne sono seguite molte altre, tanto che ormai conosce la maggior parte dei dialoghi a memoria!

La storia è davvero particolare: una piccola lacrima, LacriMina, è triste di portare dolore alle persone e, per questo, fugge da casa. 
Il Guardalacrime, un maghetto blu dal viso simpatico, si mette immediatamente alla sua ricerca, preoccupato per la sua incolumità.
Intanto, Mina va alla scoperta del mondo, incontrando note musicali, gocce di rugiada, salici piangenti, risate e gocce di pioggia.
Ad ogni incontro, penso che la sua situazione sia la peggiore e vorrebbe cambiare.
Peccato, pero', che ciascuno  abbia la sua unicità, proprio come Mina e nulla sia come sembra, neppure il suo destino.


Questo le insegnerà il Guardalacrime, guidando i piccoli lettori alla scoperta di un sentimento difficile da descrivere ma fondamentale, la commozione, nonchè a capire l'utilità del dolore.



Una storia che, per usare le parole del ricciolino: "E' bellissima, anche se la fine è un po' triste, perchè Mina vuole buttarsi nella pozzanghera e morire ma poi il Guardalacrime arriva giusto in tempo e la salva. Il mago le spiega che è importante, anche se piccola e sembra faccia diventare tutti tristi!"

Il racconto, che si presta bene alla lettura ad alta voce (anche se vi toccherà fare una vocetta piagnucolosa per impersonare la piccola Mina, proprio quella vocetta che a volte viene benissimo ai bimbi), è accompagnato da illustrazioni vivaci e delicate, con il blu/azzurro dell'acqua che domina, in cui spiccano i bellissimi occhi di Mina e del maghetto!

All'inizio vi è una simpatica filastrocca e, alla fine della storia, LacriMina si rivolge direttamente ai lettori, per spiegare in poche righe efficaci, la morale della sua avventura e salutarli. 


Anche questo aspetto è piaciuto molto al ricciolino, che non manca di salutare Mina ad ogni lettura!

Se devo essere sincera, questo racconto mi ha colpito ancora di piu' di "Un sottomarino in paese", che già aveva fatto breccia, anche per lo stile di scrittura dell'autrice, coinvolgente e con un lessico ricco e ricercato, che spesso manca nelle storie dedicate ai bambini.
E poi parlare di sentimenti e unicità in modo efficace non è mai facile.

La fiaba per ora è disponibile solo in italiano, in formato cartaceo con copertina flessibile e si puo' acquistare su amazon.

Ne volete un assaggio? Ecco il booktrailer ! 
Confesso che noi aspettiamo con ansia altre fiabe della nuova collana.

Grazie Vanessa, anche a nome del ricciolino!




N.B. Post sponsorizzato tramite l'invio gratuito del libro in ebook.
 


venerdì 21 aprile 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Urlare non serve a nulla"

Ho preso in prestito questo manuale in biblioteca dopo aver letto la recensione di Luisa e ricordando altri pareri positivi trovati in rete.

"Urlare non serve a nulla. Gestire i conflitti con i figli per farsi ascoltare e guidarli nella crescita" di Daniele Novara

ed. BUR Varia, 2015, Euro 13,00, pag. 280

 

In realtà, però, non mi ha entusiasmato.
Intendiamoci: è scritto con proprietà di linguaggio e le tesi dell'autore sono ragionevoli e ben esposte, tuttavia non l'ho trovato particolarmente illuminante o utile a livello pratico, forse perchè ultimo di una lunga serie di manuali sull'educazione.
Già avevo letto e sapevo, ad esempio, che i conflitti genitori-figli non sono affatto qualcosa di negativo in sè, bensì occasioni naturali e sani di crescita e confronto e dunque non vanno evitati ma gestiti, conoscevo la tecnica del "silenzio attivo" (che in fondo già praticavo qualche volta, istintivamente) e ho sempre creduto che sia necessario mantenere un certo distacco emotivo nell'educare, come genitori, senza cadere nella tentazione di comportarsi da "amici" dei figli.

Ci sono sicuramente molti spunti di riflessione, a mio parere più per l'adolescenza che per la prima infanzia, ed è sempre utile leggere da esperti che non possiamo aspettarci "obbedienza" cieca da bambini di 4 -5 anni perchè non sarebbe nè normale nè sano, però io personalmente non ho trovato nessuna nuova "tecnica" da adottare per ridurre davvero ....le mie urla!!!
Nè mi ha rassicurato apprendere che, se per farmi ascoltare, devo ripetere la stessa esortazione per X volte, è forse perchè il bambino ha introitato il fatto che non subisce punizioni fino alla Y volta e dunque egli coglie la regola solo dopo le solite ripetizioni.
Perchè, se anche fosse, quale sarebbe la soluzione? Punire subito dopo il primo richiamo, anche se non si tratta di questioni "gravi"? L'autore non lo dice.

Non amo, poi, lo stile didattico nè l'uso di espedienti grafici ora molto in voga (come riportare alcune asserzioni  in carattere più grande e con una diversa impaginazione, riquadrati, a mezza pagina), anche sui social, che mi danno l'idea che gli autori non credano nella capacità di comprensione del testo del lettore (questa, però, è una nota puramente personale). Immagino, però, che per altri possa trattarsi di un punto di forza, soprattutto per una "rilettura veloce" del testo nei suoi passaggi più significativi.

" L'adulto educativo tiene una distanza, stabilisce un contatto che non è nè promiscuo nè confidenziale ma è basato sulla reciproca distinzione e sul rispetto".

"Invece che cercare la soluzione, è meglio darsi il tempo per provare a capire cosa si nasconde in quel conflitto. Bisogna cercare di cogliere e capire il punto di vista di tutti i protagonisti e chiedersi se queste ragioni nascondano qualche elemento che non emerge in maniera esplicita ma che contribuisce ad alimentare la tensione. Tale approccio comporta la sospensione dell'idea di risolvere il conflitto." (pag. 144).

Che poi è quello che insegnano ai corsi per formare i "mediatori" nell'ambito degli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi al processo e che tuttavia molto raramente lasciano soddisfatte le parti e hanno successo.

Inquietanti ma anche senza dubbio interessanti alcuni dati riportati, come quello sull'uso delle parolacce da parte dei figli nei confronti dei genitori, seppur la statistica si sia basata su un campione ridotto di studenti.

Ho cercato di memorizzare alcuni spunti per l'adolescenza e la preadolescenza, che già mi spaventano e ho trovato importante l'accento sulla necessità di stabilire regole chiare, concise e ferme con i bambini piccoli, esprimendole in modo impersonale e senza trasformarli in comandi (cosa che è facile che capiti, purtroppo, quando si perde la pazienza !!!).

Insomma, secondo me un manulae senza infamia e senza lode, che  consiglierei più ai genitori di preadolescenti che di bambini piccoli.


Con questo post partecipo all'appuntamento con il Venerdì del Libro di Paola.

venerdì 7 aprile 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Cosa tiene accese le stelle"

"Cosa tiene accese le stelle" di Mario Calabresi, 

ed. Mondadori "Strade Blu", 2011, Euro 17,00, pag. 130


Di cosa tratti, lo dice il sottotitolo: "Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro"

L'autore, giornalista presso l'Ansa, la "Stampa" e la "Repubblica", dal 2009 e' direttore della "Stampa".
Ha scritto anche "La fortuna non esiste" e "Spingendo la notte un po' più in là ".

Il libro, che ho cercato dopo aver letto l'opinione di Paola (proprio colei che ha inventato l'appuntamento del venerdì con i consigli di lettura), è una raccolta di 14 storie, a cominciare da quella della nonna dell'autore, Maria, che nel 1955 a quarant'anni, riconquisto' la sua libertà riuscendo a leggere di nuovo la sera nonostante cinque figli ancora piccoli, grazie a quella che secondo lei, e molte altre donne della sua generazione, mia nonna compresa, è stata l'invenzione del secolo: la lavatrice. 
Più preziosa di una Fiat Seicento!
E poi il venditore di alici, l'astrofisico, gli ingegneri del Politecnico di Torino, dalla Valle di Susa alla Silicon Valley, i progressi straordinari nella lotta ai tumori infantili raccontati da Umberto Veronesi ecc.

Il filo conduttore è la ricerca di speranza e possibilità di riscatto per un Paese che sembra sempre più affondare nell'apatia, nel senso di sconforto e nella stagnazione.
L'autore vuole raccontare che ci sono ancora italiani che ce la fanno, anche se più spesso all'estero che in Italia stessa. Italiani che non hanno smesso di sognare ed impegnarsi per crescere.

"In realtà molto di noi hanno ancora dei sogni. Quello che manca è l'ossigeno per raccontarli, persino a se stessi. A forza di scattare a vuoto, la molla si è inceppata. Il futuro non è un'opportunità e nemmeno una minaccia. Semplicemente non esiste. Il futuro è la rata mensile del mutuo o il bilancio trimestrale dell'imprenditore: nessuno ha la forza di guardare più in là e si vive in un presente perenne è sfocato, attanagliati dallo sgomento di non farcela. Sulle macerie della guerra, l'inconscio dei nonni riusciva a progettare cattedrali di benessere: quegli uomini avevano visto abbastanza da vicino la morte per immaginare la vita. Sulle macerie morali del turbo-consumismo, la cui crescita dotata ha ucciso i desideri (di fronte a tremila corsi di laurea o tremila canali televisivi l'impulso è di spegnere tutto),l'inconscio dei nipoti sembra paralizzato da un eccesso apparente di libertà e dall'assenza di punti di riferimento." Pag. 48

Non solo.
Le storie raccontate aiutano a ricordare che, seppur portati a sottolienare ciò che non va, molti passi avanti sono stati fatti rispetto al passato e non è vero che "si stava meglio quando si stava peggio", almeno dal punto di vista delle cifre sul crimine, la diffusione della povertà e le speranze di vita, anche se le ragioni dell'odierno pessimismo che aleggia come una cappa sul Bel Paese, forse sono proprio da ricercare nel periodo del boom economico ed il raffronto con i tempi attuali.

"Sono d'accordo con Moratti: oggi non c'è più violenza che in passato, non viviamo in una società in cui si aggredisce, si assalta e si uccide di più, ne siamo solo più informati...La vera differenza la fanno la televisione, Internet e la comunicazione globale, che moltiplicano all'infinito ogni singolo episodio di violenza e, di conseguenza, le nostre ansie e le nostre paure, provocando la sensazione che non esista altro e creando spesso meccanismi di emulazione. Questo senso di oppressione e di accerchiamento è da spiegarsi più con il mondo globale e l'informazione a ritmo continuo che non con un cambiamento della natura umana." Pag. 37

Paradossale che questa opinione, che condivido, la riporti proprio un giornalista, eh?

"Mi chiedi perché oggi c'è questo clima? È perché c'è la percezione che questo Paese non va avanti. Io sapevo che avrei guadagnato più di mio padre e anche lui lo sapeva, e questo lo faceva sentire bene, così i miei genitori avevano la ragionevole speranza che io e mio fratello saremmo vissuti meglio di loro. Oggi, invece, la sensazione è che i figli staranno peggio è che nel Paese non ci sia più spazio. Anche così si spiega il crollo del tasso di natalità: negli anni Sessanta c'erano 18 nati ogni 1000 abitanti, adesso siamo intorno a 10. Questa sensazione di asfissia è aggravata dalla quantità abnorme di burocrazia, tasse, costi e regole che gravano su ogni attività. Ma non è così in tutto il mondo, il resto del pianeta sta meglio di prima: il pil mondiale del 2010 è stato da record e ci sono sempre più Paesi che portano fuori dalla povertà centinaia di milioni di persone, dalla Cina all'India, dal Brasile alla Polonia, dall'Indonesia alla Turchia...." (intervista a Mario Deaglio, pag. 52)

Un libro che fa riflettere, su di noi e sul nostro atteggiamento di italiani, sulla nostra classe politica e sulla direzione che vorremmo far prendere alla nostra vita e lo fa raccontandoci storie che vale la pena di sentire, anche solo per cultura personale.

"Ma perché dovremmo andare su Marte, mi viene spontaneo di chiedergli. 'Because in there'. Soltanto tre parole in inglese:'Perché è lì' mi risponde. 'E perché queste visioni selvaggia sono le uniche a far fare salti immensi alla tecnologia e all'umanità: se penso a quante cose saremmo costretti a inventare, quanta ricerca verrebbe creata e a quanti passi avanti faremmo nella medicina come nella fisica, non posso che riempirmi di entusiasmo. Questo progetto sarebbe un incredibile volano di sviluppo....Abbiamo bisogno di grandi progetti, di grandi visioni e di stimolare la fantasia della gente. Dobbiamo tornare ad avere fame di avventura e di scoperte. Dobbiamo ricominciare a guardare in direzione delle stesse - si raccomanda mentre ci alziamo- perché significa alzare la testa, avere la vista lunga e immaginare altri mondi." Pag. 130

L'Alpmarito, dopo aver letto questo libro, mi ha detto che lui ha empre pensato che ci sia ancora speranza di crescita e miglioramento, purchè si abbia voglia di faticare ed impegnarsi. Il problema è che per far emergere le proprie capacità ed idee, bisogna uscire da questo paese, come ha fatto anche lui, purtroppo. Perchè qui nulla sembra andare nella direzione giusta, nonostante i formali cambi di Governo ed i proclami di ottimismo e tagli delle tasse (che poi puntualmente sono smentiti dai conti della  vita quotidiana)

E' dunque questo il mio consiglio di lettura per il consueto appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma.