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venerdì 2 marzo 2018

Le letture del ricciolino biondo: tra draghi gelosi, piccoli cavalieri e fiabe classiche per prime letture autonome

Le letture del ricciolino biondo: tra draghi gelosi, piccoli cavalieri e fiabe classiche per prime letture autonome


Il ricciolino quest’anno ha imparato a leggere autonomamente in stampatello maiuscolo.
Inciampa ancora e la sua lettura è incerta ma, grazie ad una simpatica raccolta di fiabe ed ai libri della Pimpa, da qualche giorno ogni sera è lui stesso ad abbandonare i cartoni per leggere, a me ed ai suoi fratellini, nel lettone, qualche pagina ad alta voce, acquistando così via via maggior sicurezza.
La raccolta in questione è:

 “Io leggo da solo. Le fiabe per primi lettori”, ed. DeAgostini, 2017



Ci è stato regalato a Natale da un'amica insegnante di lettere al liceo, che ha una nipotina poco più grande del ricciolino ed ha colto nel segno.
Le illustrazioni sono vivaci ed espressive, le fiabe classiche, anche se con qualche variazione, sono sintetizzate per non risultare troppo lunghe e scritte, con pagine non troppo piene, in stampatello maiuscolo con caratteri grandi, così da facilitare le prime letture, non annoiare e non far perdere il filo del racconto ai bambini, pur restando complete e non eccessivamente brevi.
Il formato è maneggevole.


La raccolta, che comprende  sei fiabe ( I tre porcellini, La regina delle Nevi, Pinocchio, Cenerentola, Cappuccetto Rosso ed Hansel e Gretel), consente di accedere, scaricando gratuitamente l’apposita App (su App Store e Google Play), agli audiolibro di ciascuna storia e ad alcuni giochini per tablet relativi alle storie, dal riordino delle sequenze, al memory, ad una specie di flipper ecc. E’ inoltre possibile registrare la propria voce che legge la fiaba, per poi farla ascoltare al bambino (o registrare il piccolo lettore).
Insomma, un completamento tecnologico carino che può stimolare la lettura e divertire per qualche minuto (mio figlio non regge molto davanti ad uno schermo, a meno che non si tratti di cartoni!)


Naturalmente, terminata la lettura autonoma, è l’ora di quella della buonanotte di Mamma o papà.


In questo periodo, il ricciolino ama molto le storie di Federico Della Bretella Depantalon, un piccolo e simpatico nobile vissuto nel Medioevo, appartenente ad una famiglia poverissima ma felice, alle prese con avventure che richiedono molto coraggio: una notte nella foresta, a caccia con papà e accerchiati dai lupi, il brigante strappabraccia che ha rapito mamma e sorellina, un torneo di giovani cavalieri e la scuola dell’abbazia, dove si nasconde un segreto. 
Soprattutto, però, Federico deve confrontarsi con Martino, l’antipatico e spocchioso figlio del ricco duca, che gliene combina delle belle e lo prende in giro, chiamandolo con i nomi più strani.
Federico, però, è sveglio è bravissimo a maneggiare il suo spadino di legno e alla fine, trionfa sempre.




Quattro libriccini:
Il segreto dell’abbazia”, 
“La notte dei lupi”, 
“Il torneo di Tristelandia”, 
“Il brigante Strappabraccia”, 
 di Dodier Dufresne e illustrati da Didier Balicevic, Lapis edizioni, di 45 pagine ciascuno, 
proprio carini, da leggere in una sera o due, con un lessico ricercato, arricchiti  un piccolo glossario ed un mini quiz al fondo, per “testare” l’attenzione dei giovani lettori e apprendere nuovi vocaboli.
Consigliato, dai sei anni, a piccoli/e cavalieri/cavallerizze coraggiosi/e!


Restando in tema “cavalieri”, un albo illustrato della casa editrice Babalibri, 2008,

“La principessa, il drago e il prode cavaliere” di Geoffroy De Pennart

Protagonista del racconto è il drago Giorgio, da sempre al servizio della principessa Maria, maestra elementare, e della sua famiglia.
Giorgio è contento del suo ruolo e, quando alla scuola fa improvvisamente capolino un cavaliere, Giulio, farà di tutto per allontanarlo dalla sua principessa.
Peccato che il cavaliere sia davvero coraggioso e, più viene lasciato nei pasticci, più dia prova di grande valore, facendo innamorare Maria!
A Giorgio, non resterà che battere in ritirata, restando a vegliare sulla principessa brontolando.
Dello stesso autore e casa editrice, esiste anche “Giorgio, il drago geloso”, altrettanto simpatico, se non addirittura di più!
Maria sta per sposare il cavaliere Giulio che Giorgio proprio non sopporta, decidendo di scappare dal castello.

Diventerà un attore di film di successo ma si accorgerà, anche, di quanto poco importi di lui ai produttori e di quanto, invece, manchi alla principessa Maria ed al prode Giulio.
Così, alla fine, farà ritorno a casa, dalla nuova coppia.
Due storie insolite, con protagonisti lontani dagli stereotipi e pieni di sentimenti, postivi e negativi, ed efficaci illustrazioni.


Con questo post partecipo al “Venerdì del libro” di HomeMadeMamma.

venerdì 9 febbraio 2018

Le letture di Mamma Avvocato: "L'informatore", "Il libro dei Baltimore" e "Le petit grumeau illustre''"

Eccomi qui, a partecipare di nuovo all’appuntamento ideato da Home Made Mamma, “il venerdì del libro”.

Avrete mica pensato che fossi a corto di letture di cui parlare?
Se sì, vi siete sbagliati perché ne ho tantissime!

Iniziamo dai primi due libri del 2018:

L’informatore” di Jhon Grisham

Io amo i romanzi di Grisham, sia per lo stile narrativo, sempre preciso, accattivante e dal ritmo veloce, sia per i temi trattati.
Di solito si tratta di legal thriller, come in questo caso, ma l’autore si è cimentato con successo anche in altri generi romanzeschi.
L’esito per me è sempre positivo: lettura scorrevole e appassionante.
Questo titolo non fa eccezione.
Gli ingredienti della narrazione sono un giudice corrotto che fa affari con gli indiani e la malavita, due avvocati investigatori appartenenti ad un ufficio statale deputato al controllo della legalità dell’operato dei giudici (che nel sistema statunitense sono eletti, non scelti per concorso), due omicidi, un innocente nel braccio della morte, una spia e due “intermediari”, pronti a svelare un gigantesco caso di corruzione.
Un libro che sicuramente apprezzeranno gli amanti del genere.
***

Il libro dei Baltimore” di Joel Dicker, 
ed. La Nave di Teseo, 2016, pag. 587

Riconoscete l’autore? È lo stesso de “La verità sul caso Herry Quebert”, un successo editoriale che aveva diviso i lettori tra critici ed amanti e che io avevo apprezzato molto ( qui  trovate il mio post sul romanzo).
Il rischio per me, leggendo un altro titolo dello stesso scrittore, era di incorrere in una cocente delusione.
Fortunatamente, non è stato affatto così.
Anche questo romanzo, infatti, secondo me è molto riuscito.
Non quanto il primo, poiché l’io narrante è sempre uno scrittore che parla del suo romanzo, in questo caso incentrato sulla sua infanzia, che racconta con una continua alternanza di episodi presenti e passati: dunque la stessa tecnica già utilizzata nel libro precedente.

Tuttavia non ci si perde affatto e le quasi 600 pagine di questo romanzo, certamente non poche, scorrono una dopo l’altra senza annoiare mai.
Soprattutto, però, il libro è contemporaneamente la storia di una grande amicizia tra tre ragazzi e una ragazza, e la storia di due famiglie, i Goldman di Baltimore e i Goldman di Montclair, con a “capo” due fratelli.
I primi sono ricchi, vivono in un quartiere di lusso e nel lusso, hanno una casa estiva negli Hamptons e sono perfetti (professionisti di successo, gentili, generosi, buoni, belli ed eleganti), osannati dai genitori.
I secondi appartengono alla classe media e, pur vivendo bene e apparendo senza macchia, non brillano quanto i primi e perdono sempre “la sfida” agli occhi dei genitori
Marcus, il protagonista, appartiene i Goldman di Montclair e, inizialmente, ne soffre, vergognandosi a tratti della sua famiglia relativamente più povera. 
Egli non è altri che lo scrittore de “La verità sul caso Harry Quebert”.
Con questo romanzo, Marcus acquista un passato, lo si segue negli anni d’oro dell’infanzia con i due cugini di Baltimore (in realtà non entrambi consanguinei), Hillel e Woody, ed alle prese con l’amore comune a tutti e tre, Alexandra. 
Lo si ritrova adulto, scrittore di successo, e si viaggia con lui nel passato, a scoprire la storia della straordinaria amicizia dei cugini Goldman e i fatti che portarono alla “Tragedia”.
Un evento svelato solo alla fine del romanzo ma che, lo si comprende subito, ha segnato in modo indelebile la vita di tutti i Goldman, ribaltando le apparenze e, soprattutto, l’opinione che Marcus ha di se stesso e della sua famiglia.
Insomma, un romanzo che tiene incollati alle pagine, se anche a voi piacciono le saghe familiari e le storie di amicizia.

Infine, per farsi due risate, un libro a fumetti che mi ha allietato durante gli ultimi giorni dell’anno:

Le petit grumeau illustre’. Chroniques d’une apparenti e maman” di Nathalie Jamard, ed. Michel Lafon, 2009.






Una serie di vignette che si presentano da sole e che raccontano, in modo ironico e, a tratti, tragicamente vero, le piccole e grandi difficoltà delle mamme, soprattutto alle prese con il primo figlio ed i “dolori” delle primipare.

sabato 16 dicembre 2017

Le letture del ricciolino biondo: tra simpatici pirati, sostitute di Babbo Natale, mostri amanti della sporcizia, bambine geniali e ...topigli!

Il ricciolino sta crescendo e ora inizia a leggere qualche parole in stampatello.
Non abbiamo perso il gusto per le letture della buonanotte ma, ormai, accanto ai classici albi illustrati e qualche libretto "da piccoli" che continua ad adorare, il bimbo grande di casa pretende storie un po' più articolate.
Da qualche tempo, quindi, affianchiamo gli albi a letture più lunghe, divise "a puntate".
Ultimamente, le migliori sono state queste:

"Il pianeta dei topigli" di Renata Schiavo Campo, ed. Mondadori, collana "Libro per ragazzi".


Un libro un po' datato (1989), che è stata forse la mia prima lettura autonoma. E' consigliato dagli otto anni ma, se lo leggono mamma e papà, va bene anche prima.
La storia è particolarmente simpatica ed originale, ambientata in un pianeta acquistato da una coppia che, prima del trasferimento, ordina all'apposita " fabbrica" , degli animali da compagnia che creeranno non poco scompiglio, a causa delle condizioni ambientali del pianeta.
Tra l'altro, cibandosi dei buonissimi frutti - torta pasticcera che crescono spontanei nel luogo.
Chiamato a rimediare, l'aiutante inventore che sostituisce il capo in vacanza, combinerà un bel po' di pasticci, combinando specie animali tra loro senza mai chiedersi cosa ne pensino le povere bestie.
Per forutna, il capo inventore tornerà appena in tempo per rimediare, ricompensando gli sventurati proprietari del pianeta e salvando i malcapitati gatti "geneticamente modificati".

"Chi ha rubato la barba al pirata Barbagrossa? " di Bernhard Lasshan, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie bianca, dai sei anni (malgrado purtroppo non sia in stampatello maiuscolo).




Carine le illustrazioni e diversa dalle solite questa storia di pirati bambini che ha subito attratto il ricciolino e che si può leggere sia in due sere, sia tutta d'un fiato.

"Matilde" di Roald Dahl


Ormai un classico, che non ha bisogno di presentazione!
Noi lo abbiamo letto in una collana creata in occasione del centenario dell'amore nascita dell'autore e, mentre per me è stato come ritrovare un piccolo gioiello, per il ricciolino è stato un innamoramento.
La storia gli è piaciuta tantissimo, perché si è immaginato in classe con Matilde, ha avuto paura della sadica direttrice come lei, si è dispiaciuto per la situazione famigliare della bambina e ha riso felice delle sue "vendette", soddisfatto del finale.

Infine, un romanzo di una trilogia conosciuta:
 "Inkiostrik, il mostro dello zainetto" di Ursel Sheffler, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie azzurra, dai sette anni,



Un mostro amante della sporcizia che si nutre di inchiostro che, come "Matilde" , ci ha tenuto compagnia per diverse sere di seguito, portandoci con il suo amico vagabondo per città, campagna, circo e...prigione! Fino al successo del vagabondo come poeta ed alla sua conversione all'igiene e pulizia, non gradita dal piccolo Inkiostrik!

Visto il periodo, voi farti mancare un titolo natalizio? Certo che no!
E allora ecco:


"Mamma Natale" di Marco dI Tillo, ed. Mursia, collana "Il becco giallo"




Un libro illustrato di una serie che ho molto amato da bambina, per le vivaci illustrazioni colorate e, quando si trattava di classici, i sunti ben costruiti.
Anche questo titolo ci ha soddisfatto, con una storia divertente da leggere tutta d'un fiato: Babbo Natale ha la febbre alta proprio la sera della Vigilia ed il medico gli vieta di uscire. Come salvare il Natale? Ecco che Babbo decide di chiedere aiuto alla sorella.
Peccato che Mamma Natale viva in un'isola tropicale, odii il freddo, i vestiti pesanti e soprattutto...i camini sporchi!
Alla fine, comunque, con l'aiuto della renna Camilla e di un amico inventore, riuscirà a portare a termine con successo la sua missione e rendere felici tutti i bambini del mondo!
Con questo post partecipo, con qualche ora di ritardo, all'appuntamento del venerdì del libro di Paola.


venerdì 1 dicembre 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Il giudice delle donne", "Le mamme ribelli non hanno paura", Breve storia di due amiche per sempre"

Ultimamente, pur non avendo smesso di leggere, trovo difficile riuscire anche a scrivere.
Oggi rimedio, almeno in parte, parlandovi di tre romanzi.

“Il giudice delle donne” di Maria Rosa Cutrufelli,
Ed. Frassinelli, pag. 252, marzo 2016



Un romanzo che racconta, con attenzione alla verità, un periodo importante della storia italiana, un tassello poco noto del cammino per l’emancipazione e l’eguaglianza delle donne: il riconoscimento del diritto di voto.

Siamo ai primi del ‘900, in un paesino dell’Emilia Romagna. Un gruppo di maestre, capitanate dalla moglie del sindaco, decide di iscriversi nelle liste elettorali del Comune, consapevoli di scatenare un contenzioso ma decise a provocare il mondo politico ed ottenere l’attenzione della stampa nazionale.
E’ lo stesso periodo e quasi lo stesso ambiente in cui si muove la ciclista Alfonsina Strada, di cui ho parlato nel mio ultimo venerdì del libro.
Il clima sociale e’ ostile al voto alle donne ed ai “poveri”, i pregiudizi sono pesantissimi e alle donne si prospetta ancora solo una scelta limitata tra matrimonio, istituzioni religiose e istruzione, ma qualcosa sta cambiando.

Non tutta l’opinione pubblica, ormai, è contraria e anche nella magistratura vi sono persone illuminate, pronte ad assumere decisioni impopolari.
Anche perché il testo di legge si presta.
Un libro che è un romanzo scorrevole, in cui si intrecciano politica, scene familiari ed amore, ma dalla cui lettura si apprende anche molto.

Assolutamente consigliato.

“Le mamme ribelli non hanno paura” di Giada Sundas, 

ed. Garzanti, 2017, pag. 198.


“Un giorno qualcuno ti domanderà se, secondo te, fa bene a mettere al mondo un bambino, e tu dovrai spiegarle che ci sono troppe ragioni per non diventare madre e troppe poche per diventarlo, così dovrai tirare fuori tutta la razionalità che hai per convincerla che non fa bene, ma ne vale la pena.” (Pag. 189).

Un romanzo sulle mamma moderne, disposte ad ammettere i sacrifici e le fatiche della loro condizione, senza paura di apparire snaturate, pronte a mostrare debolezze e fragilità, accanto all’amore per i loro figli.
A dire il vero, ormai è un filone che conta numerosi romanzi che si somigliano un po’ tutti però, devo ammetterlo, leggerli è divertente, a tratti commovente e quasi  terapeutico.
La scrittura, in questo caso, è pure scorrevole e ironica.
L’autrice narra episodi della sua gravidanza e della prima infanzia della figlia e, soprattutto, i suoi pensieri sulla maternità, il tutto sotto forma di racconto alla figlia stessa.
Perfetto per mamme che hanno voglia di non sentirsi sole nella loro normalità e…di farsi sane risate, annuendo poi con gli occhi lucidi dinnanzi ad alcune riflessioni più serie.
Peraltro, questo libro secondo me mostra un aspetto spesso sottovalutato: l’importanza dei padri. Non tanto per il neonato, quanto per la neomamma.
Vi si coglie, infatti, tutto l’amore della scrittrice per il marito e la volontà di fornire alla propria figlia un modello di coppia sano, basato sul reciproco rispetto.

Unico appunto: il titolo.
Davvero non ho capito a cosa si riferisse: l’autrice non mi pare una ribelle, ne’ il suo essere madre mi sembra diverso da quello di molte altre donne che conosco e/o che scrivono sul web, ne’ capisco il riferimento alla paura.
Comunque, non e poi così importante.
Il libro mi è stato consigliato da Mamma Piky, che dunque ringrazio!

“Un giorno io non ci sarò più e tu rimpiangerai quei momenti che non hai saputo apprezzare con me, così come io rimpiangerò quelli che non sono riuscita ad apprezzare con il giorno che te ne sarai andata.
La verità è che ho passato molto tempo ad aspettare che passasse.
La vita da genitori è fatta di fasi che trascorriamo cercando di farci coraggio sapendo che passeranno.
Passerà, è solo il primo mese.
Passerà, sono solo i dentini.
Passerà, deve solo farsi le difese immunitarie.
Passerà, prima o poi dormirà tutta la notte.
E mentre aspetto che passi, passano anche quei momenti meravigliosi che rimpiangerai guardandoti indietro.” (Pag. 183)

“Breve storia di due amiche per sempre” di Francesca del Rosso, pag. 177

Ho letto questo romanzo dopo la recensione di Mimma e, per quanto non mi abbia entusiasmata, non mi è neppure dispiaciuto perché mi ha fatto pensare all’importanza delle amicizie, anche a distanza di anni.
Mi sono sentita fortunata ad avere una amica vicina, che ho ritrovato dopo qualche anno, e ho un po’ fatto pace con i miei ricordi in merito ad un’altra, che mi aveva lasciato l’amaro in bocca.



Con questo post partecipo all’appuntamento del Venerdì del Libro.

venerdì 3 novembre 2017

Le letture di mamma avvocato: Più veloce del vento

“Più veloce del vento” di Tommaso Percivale, ed. Einaudi Ragazzi


Finalmente torno a scrivere in occasione del Venerdì del libro di Paola.
Ad essere sincera, di libri di cui parlare ne avrei più d’uno perché, se ho saltato l’appuntamento con i libri, non è per mancanza di letture.
Oggi voglio consigliare un libro che appartiene ad una serie per ragazzi, indicato dai 12 anni ma che, secondo me, e’ una lettura adatta anche agli adulti, sia per lo stile, molto curato e dal lessico affatto povero o semplice, con l’uso di una sintassi complessa e non semplificata per giovani lettori (come avviene in altre collane per bambini/ragazzi), sia per la storia.

Si tratta, infatti, della biografia romanzata di Alfonsina Morina, coniugata Strada.
Nata a Castenaso, nella campagna nei pressi di Bologna, nel 1891, seconda di nove figli di contadini poveri, Alfonsina divento’ la prima ciclista italiana di rilievo, la prima donna a correre il giro di Lombardia ed il Giro di Italia, detentrice del record mondiale di velocità femminile nel 1901, dopo otto anni da quello stabilito da una ciclista francese, partecipante al Grand Prix di Pietroburgo nel 1909 (quando lo zar Nicola II le consegno’ un premio di incoraggiamento in denaro).

La sua storia e’ la storia di tutte le donne che, negli anni, hanno lottato contro pregiudizi, convenzioni e limitazioni, per poter accedere a sport (ma anche mestieri) ritenuti appannaggio degli uomini, scontrandosi con la propria famiglia e il proprio paese, pur di inseguire un sogno, il loro sogno.

Alfonsina impara a pedalare di nascosto, recandosi di notte nel fienile di famiglia, dove il padre teneva una bicicletta sgangherata, partecipando alle prime gare domenicali mentendo alla madre, subendo punizioni corporali dal padre  e aperte denigrazioni da compaesani e giornalisti perché osava correre e, per giunta, indossando pantaloncini corti che lei stessa si era cucita.
Perché Alfonsina era una sarta, sposatasi giovanissima con quello che divento’ il suo primo sostenitore, che amava troppo il vento tra i capelli e l’ebrezza della velocità e non voleva arrendersi al galateo ed al matrimonio come una prospettiva di possibile felicità.
Una ciclista che correva per il semplice e puro piacere di pedalare e lo faceva bene, meglio di molti uomini.

Un racconto interessante e appassionante che non potrà non piacere agli sportivi, ma anche a semplici appassionati di ciclismo e di storia, perché è anche uno spaccato delle vita nelle campagne bolognesi all’inizio del novecento e un pezzo di storia del ciclismo italiano (con le prime gare al Parco del Valentino di Torino, dove è nato il primo “club ciclistico” italiano).


Un libro dedicato ad un target giovanile forse perché ideale per insegnare che i sogni e le passioni, se coltivate con tenacia, possono condurre lontano.

sabato 9 settembre 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Magari domani resto"

“Magari domani resto” di Lorenzo Marone
Ed. I narratori,Feltrinelli, 2017, pag.315

Ho letto questo libro su consiglio di Maris (qui trovate il suo parere) e dopo aver apprezzato “La tentazione di essere felici”, di cui ho raccontato qui.

Il romanzo narra la storia di Luce, una trentenne cresciuta nei Quartieri Spagnoli di Napoli con la madre ed il fratello Antonio.
Il padre è sparito dalle loro vite un giorno qualunque, fuggito per un motivo che sarà svelato solo alla fine del libro.
Luce, ancora nubile, è una donna forte e determinata, che fa l’avvocato in uno studio che si occupa, in sostanza, di sinistri stradali, in modo non proprio trasparente. 
Il suo lavoro, però, nel romanzo è solo il pretesto per far conoscere alla protagonista un bimbo molto intelligente che, in qualche modo, la costringerà a fare i conti con il suo passato, ripensare il suo futuro e rivedere il rapporto con sua madre.


Una protagonista che mi è risultata subito simpatica, un anziano vicino di casa molto saggio, un bambino dall’intelligenza pronta, due figure materne molto diverse tra loro e un avvocato titolare dello studio insopportabile e disonesto: questi i personaggi principali per una storia che, come nel precedente romanzo dell’autore, non è fatta tanto di numerosi avvenimenti o colpi di scena, quanto di dialoghi e riflessioni, con le quali è facile essere d’accordo.
Sullo sfondo Napoli, città dalle mille contraddizioni.

Una lettura molto piacevole, con qualche parola in dialetto che non rende difficoltosa la comprensione, pur donando “colore” al testo.
Non mi è piaciuta solo l’immagine della professione di avvocato che lo scrittore ha deciso di veicolare.
Luce non si comporta come un legale, ne’ in realtà lo fanno gli altri avvocati del suo studio o, perlomeno, non sono affatto così  la stragrande maggioranza dei legali italiani (anche se la piaga delle truffe assicurative nel Sud Italia è una triste realtà).

Questo ad ogni modo è il mio consiglio di lettura per un venerdì del libro che…arriva di sabato!!!

“Se questo ragazzino con il caschetto fosse davvero mio figlio, ora mi sentirei appagata nell’incrociare i suoi occhi felici che hanno dentro uno sfolgorio di luce accecante, un bagliore di fiducia nella vita, nel futuro e, soprattutto, in te stesso.
Quella luce è l’unico grande dono che possa e debba farci un genitore.
Tutto il resto è scarto.” Pag. 143

“Tutti bramiamo una vita di grandi avventure, amori impossibili, sogni da inseguire e idee da far valere. Tutti moriamo dalla voglia di lanciarci a braccia aperte nel mondo per mostrare le nostre capacità, per farci dire che valiamo qualcosa, per succhiare le attenzioni altrui e trovare un senso a questa cosa immensa eppure così piccina che chiamiamo vita.
La sera, però, tutti torniamo a casa e ci rimettiamo comodi sul divano, ad aspettare che qualcuno infili i piedi freddi sotto le nostre gambe o ci dica che è pronto in tavola. Non le chiamerei semplicemente abitudini, ma un modo per rendere il cielo sopra di noi meno imponente, per sentire di avere un posto dove bastano i nostri soliti piccoli gesti quotidiani a far funzionare le cose.
Essere abitudinari non è poi così da sfigati.
I bambini sono abitudinari. E i cani.
Il meglio che c’e in giro.” Pag. 146


venerdì 25 agosto 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Il caso Maluassene" e "Finché sarò tua figlia"

Venerdì, tempo di consigli di lettura, tempo di Venerdì del libro, appunto.


 "Il caso Malaussene" di Daniel Pennac

Torna la scrittura creativa e sempre impeccabile di Pennac, un autore che personalmente adoro.
Torna il "caso umano" Malaussene, torna la sua improbabile famiglia, tornano le storie inverosimili 
eppure divertenti e dissacranti che sanno mettere in piedi i suoi componenti.
Peccato solo che, essendo trascorsi molti anni dall'ultima lettura inerente la famiglia, ho faticato a ritrovare il filo del discorso e, in ogni caso, non abbia trovato questo romanzo all'altezza dei primi della serie.
Insomma, piacevole ma non imperdibile.

***

"Finché sarò tua figlia" di Elizabeth Little, pag. 324


Un giallo particolare, un romanzo che indaga un rapporto burrascoso tra una madre che non è quella che sembra essere ed una figlia cinica e ribelle, accusata e condannata proprio per l'omicidio della madre.
Due città minerarie gemelle, tre famiglie di possidenti terrieri, un mistero, quello dell'omicidio,  che dopo la propria scarcerazione Janie, la ragazza, è decisa a risolvere, anche se ciò significa scavare in un passato pericoloso e non potersi fidare di nessuno, cercando al contempo di sfuggire alla stampa che la considera colpevole e vuole il suo linciaggio.
Un finale per nulla scontato e un ritmo incalzante per un romanzo che ho letto rapidamente, catturata da una storia intrigante.
Perché spesso non arriviamo neppure ad immaginare chi siano i nostri più stretti familiari.
Nulla di impegnativo, ma sicuramente un bel giallo, scoperto grazie al venerdì del libro (anche se non ricordo di chi fosse il consiglio).

sabato 5 agosto 2017

Le letture di Mamma Avvocato: Il caso Fitzegerald

“Il caso Fitzgerald” di John Grisham
Ed. Mondadori, giugno 2017, pag. 273

Grisham è una certezza, per me.
Amo i suoi legal thriller, a partire dagli indimenticabili “Il Cliente” ed “Il socio”, però ho apprezzato anche i romanzi ambientati lontano dalle aule di tribunale, come “La casa dipinta” ed il primo libro della serie dedicata ai ragazzi.
Per questo motivo, quando vedo un suo nuovo scritto, non me lo lascio sfuggire.


Questa volta la storia, estranea all’ambito giudiziario,  ruota intorno ad un clamoroso furto di manoscritti ed al commercio delle prime edizioni autografate di famosi scrittori americani e vede coinvolti una giovane scrittrice a corto di ispirazione, cinque ladri professionisti, un libraio affascinante dalla morale discutibile, con la moglie parigina e una scaltra investigatrice, in un romanzo dallo stile asciutto ed incalzante tipico di Grisham che si legge piacevolmente e che certamente non annoia, ambientato sulle rive dell’oceano, in una comunità di artisti della penna stravagante e variegata.
Non manca uno sguardo acuto ed ironico verso l’editoria, i gusti del pubblico  e le strategie commerciali, che non sempre premiano i “buoni” scrittori.
Per gli amanti della suspense e/o del mondo dell’editoria e/o di questo autore.

È questo il mio consiglio di lettura per il venerdì del libro di Paola, anche se…è già sabato!