mercoledì 6 luglio 2016

Tra l'incanto dei monti: escursione in Val d'Ayas con il bambino

L'estate, per la nostra famiglia, è tempo di escursioni in montagna.
Perchè essere circondati da verde e azzurro è rigenerante, per la mente e per il cuore.
Perchè è fresco, con quell'aria frizzantina che ti rende piu' vivace e reattivo ed, allo stesso tempo, con il sole che scalda come al mare
Perchè permette di stare tanto all'aria aperta, facendo il pieno per la settimana in ufficio.
Perchè ai bambini (e a me) muoversi mette quel sano appetito che li fa divorare la cena e crescere.
Perchè non si puo' non approfittare delle bellezze naturali che abbiamo intorno a noi.

Naturalmente, andare in montagna con un bambino significa anche adattare la meta alla sua resistenza, senza sottovalutarla troppo !

Particolari di Mascognaz
  Cosi' questa volta abbiamo scelto la Val d'Ayas (AO), la vallata valdostana che diparte da Verrès (dove si trova uno dei caselli autostradali della Torino - Aosta) e abbiamo parcheggiato davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco (a sinistra della strada che collega Verrès a Champoluc), nell'apposito parcheggio, poco dopo gli abitati di Ayas e Pilaz e prima di Champoluc.

 Abbiamo quindi imboccato il sentiero n. 14 che, in un'oretta di salita nel bosco (mezz'ora per gli adulti), ci ha portato a sbucare nel pianoro in cui si trova l'antico villaggio di Mascognaz, 1821 mt, un gruppo di rascard, con l'immancabile chiesetta e l'abbeveratoio, sempre incantevole, anche per il panorama che consente di vedere pressochè tutta l'alta valle d'Ayas.






Siccome il ricciolino biondo non era ancora stanco ed era presto, abbiamo proseguito la nostra passeggiata attraversando il torrente dopo l'abitato, dirigendoci verso il villaggio di Cuneaz (segnavia 13B) ed il Crest, dove arriva la funivia che collega Champoluc alle piste da sci del comprensorio Monterosa ski.
In alternativa avremmo potuto continuare a salire, ad esempio verso il Lac Perrin, il Lago Pinter e la Testa Grigia, ma si tratta di escursioni molto piu' lunghe per ora non alla portata del ricciolino.


Appena passato il ponte si trova una hostellerie recentemente costruita, con tanto di piscina e area relax dall'aspetto molto invitante, incastonata tra i monti. 
Confesso che un fine settimana li' me lo passerei volentieri!



Il sentiero che conduce a Cuneaz, nel bosco, è particolarmente bello e fresco e, inoltre, il dislivello è minimo (dai 1821 mt di Mascognaz ai 20439 mt di Cuneaz), quindi è quasi pianeggiante.




Con un'altra oretta di camminata, siamo quindi giunti al piccolissimo borgo, dove ci siamo fermati per il nostro pic nic e per bere un caffè e scambiare due chiacchiere al bar/ristorante "L'Aroulla".




Quindsi, siamo scesi verso Champoluc passando dal Crest e poi imboccando il sentiero n. 13, che sbuca proprio dietro la chiesa, in Via Prabochon, sulla piazza principale del paese.
Ripido (meno di un'ora di discesa) ma rapido!





Gelato, poi anguria e birra fresca con i cugini di Frachey (dove si pedala tra le sculture di legno) e infine, il ritorno a casa, stanchi ma felici!

p.s. In inverno, il sentiero che conduce a Mascognaz è il punto di partenza per molte classiche gite di scialpinismo e ciaspolate.

Post non sponsorizzato.

venerdì 1 luglio 2016

Le letture di Mamma Avvocato: "Le invasioni quotidiane"

"Le invasioni quotidiane" di Mazarine Pingeot, ed. Baldini e Castoldi, ed. Aprile 2015, pag. 201



Questo bel romanzo mi è stato regalato da mia madre e mi ha permesso di trascorrere delle piacevoli ore serali.
La protagonista, Charlotte, e' una trentottenne parigina, professore universitario alla facoltà di Filosofia e scrittrice di libri per bambini, alle prese con una separazione di fatto dal marito Jose', un portoghese che si comporta come se vivesse ancora con lei ma facendo solo i suoi interessi, i figli Adrien e Gabriel, punti fermi e centro di affetto della sua vita, una madre sempre pronta a criticarla ed il nuovo direttore della casa editrice.
Una donna che suscita una immediata simpatia, con la goffaggine, i suoi dialoghi interiori, le sue preoccupazioni materne e le sue esasperazioni di moglie.
Il suo lato irritante (almeno per me) e' l'incapacità di farsi rispettare e imporre dei limiti all'ex marito, almeno finché un nuovo amore e un apprezzamento professionale non le consentiranno di riconquistare la propria autostima.
Sinceramente, trovo triste che sia necessario un uomo per consentire alla protagonista di chiudere la porta in faccia all'ex. D'altro canto, però, e' innegabile che spesso nella realtà sia davvero così e che, comunque, sentirsi apprezzate in ambito lavorativo e/o affettivo, regali una serenità impagabile, creando nuova energia e voglia di cambiamento.
Insomma, un romanzo al femminile che mi sento di consigliare, anche come lettura estiva!
Con questo post partecipo al venerdì del libro di Paola.

giovedì 30 giugno 2016

Peschiera del Garda e Gardaland con un quattrenne

La nostra recente esperienza di campeggio "formato famiglia", ci ha consentito di percorrere un tratto della ciclabile Peschiera del Garda - Mantova ma anche di visitare Peschiera del Garda, incontrare amici che abitano nelle vicinanze e portare il nostro ricciolino biondo, quattro anni e mezzo, ed una amichetta, anche lei di quattro anni, a Gardaland.

Peschiera ci è piaciuta tanto quanto, ormai tantissimi anni fa, Sirmione.
E' piccola ma regala paesaggi suggestivi, grazie alle sue fortificazioni ed al suo affaccio sul Lago  di Garda.
Il centro pedonale e la presenza delle ciclabili, inoltre, consente di passeggiare o arrivarci con bimbi al seguito senza tanti pericoli.




Noi l'abbiamo girata nel pomeriggio di un venerdì quando, pur essendo comunque frequentata, non era però affollata.



Il luogo preferito del ricciolino biondo è stato senza dubbio "Il bar dei pirati", così da noi ribattezzato per via della bandiera che vi sventolava..


Si trova su una collinetta, vicino all'ufficio di informazioni turistiche e proprio di fronte si trova un bel parco giochi con fontanella. Sotto la collinetta, vi sono anche i bagni pubblici.


La domenica, invece, l'abbiamo dedicata a Gardaland.
Le previsioni non erano rosee ed infatti, nella serata di sabato, ha piovuto a lungo.
La mattina, nonostante il cielo si presentasse così...


..noi ci siamo fatti coraggio e ci siamo dati appuntamento con la famiglia di amici all'ingresso.

In realtà, pur avendo preso pioggia per tre ore, il brutto tempo è risultato molto utile.
Abbiamo fatto comunque tutte le attrazioni che volevamo e non abbiamo mai praticamente incontrato alcuna coda!



Certo, ci siamo bagnati ma non è cosa che ci possa fermare.



Erano anni che non andavo più a Gardaland (una decina) e, se da un lato ho trovato molte nuove e belle attrazioni, dall'altro mi pare che siano rimasti i suoi difetti: assenza di aree per il pic nic libero coperte, poche attrazioni appassionanti per i bimbi di altezza inferiore ai 110 cm e biglietto di ingresso decisamente caro.




Il ricciolino, infatti, è stato sommariamente misurato in 109 centimetri e, per questo, pur pagando un biglietto di 33 Euro uguale al nostro (noi con la prevendita abbiamo avuto lo sconto, quindi 32,50 Euro a testa, sui ridotti invece non c'era, più 5 Euro di parcheggio), non ha potuto salire sulla maggioranza della attrazioni, comprese alcune, come "le tazze rotanti" che in ogni altro parco divertimenti avevamo sempre fatto, i Mammut e la nuova Kung Fu Panda Accademy.
Sinceramente, per quanto comprenda le necessità di sicurezza (anche a livello assicurativo) mi è parso un eccesso di prudenza non giustificato da 1 cm, soprattutto considerando che hanno fatto entrare, in momenti di distrazione, bimbi ben più bassi di lui!




Inoltre, Fantasy Kingdom, per un quattrenne (o almeno per lui), è decisamente "da piccoli", dunque pur avendo apprezzato molte attrazioni, ha giustamente osservato che "è molto meglio Leolandia!"
Anche secondo il mio parere personale, per i bambini, specie fino ai sei anni, e per i genitori (comodità, pulizia, costo) Leolandia (qui il racconto della nostra visita) batte Gardaland.







In ogni caso, non per questo non ci siamo divertiti, anzi!
Tra le attrazioni io consiglio di provare l'Oblivion: adrenalina pura.
Io casualmente sono anche finita in prima fila. Non so se lo rifarei però, sia chiaro!



I tronchi d'acqua (Colorado boat), la nave corsara, le rapide della jungla, Magic Mountain, il risveglio di Ramses, blu tornado, la Magic House e la giostra dei cavalli rimangono le mie preferite e sono piaciute moltissimo anche al ricciolino biondo ed alla sua amichetta.

Per cena (il pranzo lo abbiamo consumato al sacco), prima di rimetterci in viaggio, abbiamo scelto un ristorante interno e ci siamo trovati bene (prezzo in linea con i ristoranti esterni), anche per l'ambientazione "molto tematica" che ai bimbi è piaciuta!



Entrati alle 10.00 e usciti alle 20.00, la visita ci ha lasciati esausti: non eravamo neppure al vicino casello di ingresso in autostrada che il ricciolino già dormiva e non si è svegliato fino alla mattina dopo, nel suo letto!

martedì 28 giugno 2016

In campeggio con un figlio, ovvero l'evoluzione delle tende come metafora delle vacanze, da coppia a famiglia #diversamentevacanze.

Dopo più di cinque anni di assenza, io e l'Alpmarito ci siamo rimessi a viaggiare in tenda, come facevamo da giovane coppia innamorata.

E nulla è più uguale a prima.
A cominciare dalla tenda.

Premetto che da bambina e ragazzina io non ero mai stata in campeggio. Ricordo di aver dormito qualche volta in alberghi terribili, sporchi e cupi, di aver passato una notte (o quasi, il ricordo si è sbiadito ma mia madre lo sa di certo) in auto, perchè mio padre aveva la fastidiosa tendenza a non prenotare mai in anticipo e aspettare l'ultimo minuto per cercare un luogo dove trascorrere la notte.
Ricordo ostelli della gioventù, pensioncine, tanti rifugi di montagna con i bagni, ovviamente esterni e gelati, a picco sugli strapiombi e pure grandi hotel, ma niente campeggi.

Poi ho conosciuto l'Alpmarito e, essendo giovani e squattrinati ma volendo viaggiare, abbiamo iniziato a campeggiare.
La nostra prima tenda era in realtà la sua, una tendina da montagna da un posto, super resistente ad acqua e vento ma decisamente stretta e scomoda.
Tipo questa, per intenderci:

Immagine dal WEB
Veloce da montare, sicura e pure romantica (nel senso di intimità garantita), però provate a immaginare le contorsioni per vestirsi e vestirsi, l'assenza di zanzariera e, soprattutto, la temperatura raggiunta all'interno dopo una giornata al sole al mare.
Aggiungetevi una persona non abituata al campeggio, che parte con una valigia di quelle rettangolari, classiche , grandi e rigide, con praticamente tutto il guardaroba estivo e...capirete il mio trauma!

Però il risparmio era consistente, si poteva cambiare campeggio ogni notte, per una tendina così piccola si trovava posto sempre e comunque, io adoravo i viaggi itineranti e, soprattutto, la nostra tenda ci ha salvato in più di una occasione di pioggia torrenziale e vento forte, quando nel resto del campeggio c'era il fuggi fuggi generale e tutti erano inzuppati.

Anche le cose belle, però, hanno una fine e, rotte praticamente tutte le stecche della tenda e lacerato il telo dall'uso, è stato il momento di un nuovo acquisto.
Ha prevalso la comodità (cioè le mie proteste!), il caldo estivo che ci aveva stremato in tenda più di una volta e  lo spazio che, finalmente, in auto c'era, nonostante viaggiassimo con una piccola utilitaria a tre porte: io, infatti, negli anni avevo imparato a razionalizzare il bagaglio, a minimizzare i cambi e portare con me l'indispensabile per il campeggio, 
come un beauty con gancio e tanti scomparti chiusi e impermeabili, da appendere in bagno, 
l'antizanzare a pile, 
le pile frontali per leggere ed andare in bagno di notte, 
una scopetta per pulire la tenda, 
filo e mollette per stendere asciugamani ed eventuale bucato,
 un completo pantaloncini e maglietta come pigiama, per non girare di notte  in desabillé 
ecc. ecc.

E allora è stata la volta di una tenda come questa (anche se non rosa!):

Immagine tratta dal web.

Due (tre nel nostro caso) secondi per montarla, almeno dieci minuti per richiuderla (soprattutto le prime volte), tenuta all'acqua mediocre, resistenza al vento così così ma se "zavorrata" di bagaglio ottima, zanzariera e aereazione decisamente migliore dell'altra, perfetta anche arrivando in camping al buio e/o sotto la pioggia o l'invasione delle zanzare.

Però, però...
dopo un altro buon numero di viaggi, è arrivato infine il ricciolino biondo e l'opzione "campeggio" è stata scartata.
Lo so che francesi e tedeschi con lattanti al seguito insegnano che è possibile, ma io proprio non ce la potevo fare e, in fondo, lavorando entrambi qualche soldo in più lo avevamo (mentre i giorni di ferie si erano drasticamente ridotti).

Poi, archiaviate le fasi "seggiolone, passeggino, svezzamento, pannolini", lo scorso anno abbiamo deciso di riprovarci.

Riesumata la tenda dalla cantina della nonna bis, l'amara sopresa:
non ci sta in auto (sempre utilitaria ma un pò più grande e cinque porte) !!
Che poi l'Alpmarito, da bravo ingegnere, mi aveva avvisato ma io, che sono come San Tommaso, ho dovuto sbatterci il naso: il diametro era tale da occupare quasi interamente il retro dell'auto, senza lasciare spazio alle gambine del ricciolino biondo.
Dinnanzi alla scelta: o il figlio o la tenda, abbiamo dovuto desistere.

Quest'anno, però, ci abbiamo pensato per tempo e...ta dà!


Tenda quattro posti, con due camere laterali e "soggiorno" centrale!


Un mostro la cui grandezza, complessità e peso, anche da chiusa, non avevamo attentamente ponderato.
In auto ci sta, per carità, ma certo non rimane tanto spazio (dunque niente sgabelli, tavolino o simili).

Una volta montata, operazione che ha richiesto un'ora abbondante per un risultato che, alla prova pioggia, prontamente giunta ad allietarci, ha dimostrato essere stata effettuata con qualche "piiiiiiccolo" errore (con conseguente allagamento del "soggiorno" centrale), la tenda si è rivelata comodissima e gigante, comunque.
A prova di famiglia e con pure un pò di privacy !

Credo, però, che il tempo di "un campeggio diverso ogni sera" sia, almeno momentaneamente, tramontato.

Risultato di tre giorni/due notti in tenda? Io sono tornata a casa con un mal di schiena allucinante e le occhiaie profonde da "neomamma" dei primi giorni, l'Alpmarito ha dormito come al suo solito anche se maluccio, io ho impiegato due giorni a lavare la tenda infangata in giardino, farla asciugare e ripiegarla (ovviamente da sola) e abbiamo appreso che il costo dei campeggi è decisamente aumentato (o forse siamo noi che siamo rimasti indietro)
Anche se, per tranquillità, pulizia (impeccabile), vista sul Lago di Garda con spiaggia e piscina (due per bambini, una per adulti, di fianco a bar/ristorante e minimarket), presenza di giochi per bambini, questo li meritava tutti.






In compenso, il ricciolino biondo si è divertito, ha dormito come un ghiro nella sua "stanzetta", ora non vede l'ora di tornare in campeggio e da giorni chiede con insistenza, nei momenti più improbabile, di costruirgli, nella casa nuova, un bagno a misura di bambino come quello del camping, questo:






Per il resto, devo ammettere, campeggio, ostello o hotel non fa differenza, se si viaggia con un bambino:
le lagne in auto, le sgridate ed i richiami continui,
la fame improvvisa ed insopportabile cinque volte al giorno,
la carenza di sonno,
la mole di vestiti sporchi,
le corse in bagno,
le lotte per fargli la doccia e fargli lavare i denti
la necessità di programmare svaghi che siano anche a misura di bambino,
la difficoltà di fermarsi a leggere un libro,
la crema solare ovunque,
la stanchezza cronica,
ecc. ecc.,
non cambiano.
Solo che in campeggio devono sorbirseli pure gli altri poveri campeggiatori!

Come sopravvivere? Con tanta ironia e, soprattutto, ricordando che si è insieme e lontani dall'ufficio.

p.s. Glielo spiegate voi, a mio figlio, che non si resta bambini per sempre e un bagno così, per quanto bello, pulito e accogliente, in casa proprio non si può fare ?

Con questo post, partecipo al tema del mese delle #stormoms, #diversamentevacanze. Qui la pagina facebook delle StorMoms.