Il
nome del mio nano viene da lontano.
E’
un nome antico, greco, presente nella mitologia (anche se identifica un
personaggio dalla sorte nefasta, ma comunque di nobile stirpe).
Volevamo
un nome privo di significati religioso, quindi non cristiano, non ebraico, non
islamico.
Un
nome che si portasse dietro il sapore di una antica civiltà, di una lingua che
ho studiato con passione al liceo, non il pesante fardello di secoli di soprusi
e oppressioni in nome di un qualche dio.
Volevamo
un nome che non fosse troppo comune, che fosse ancora capace di distinguere ed
identificare, un nome che non avessero altri dieci bambini nella stessa scuola
o nello stesso parco giochi.
Volevamo
un nome “di famiglia”, ma non di cugini o parenti con lo stesso cognome, per
non ingenerare confusione.
Volevamo
un nome che suonasse bene con il cognome, che non fosse troppo lungo, per
ridurre il rischio di diminutivi (che né io né l’Alpmarito amiamo), né troppo
corto, perché il nome è pur sempre importante.
Volevamo
un nome che si ricordasse ma allo stesso tempo non fosse troppo strano o
astruso da risultare “vecchio” o ridicolo.
Volevamo
un nome dal significato augurale, non banale.
Ne
abbiamo trovati due.
Uno
è greco antico, dal significato di “comandante di popoli, re”, privo di santi
e/o martiri (o almeno, mia suocera ha tentato in tutti i modi di cercarne uno e
non ci è riuscita quindi..).
Era
il nome di mio nonno, il mio amato nonno, ma anche di un grande sportivo di
altri tempi.
L’altro,
in teoria scartato all’ultimo, è di origine bretone, significa
“forte/coraggioso”, è discretamente diffuso e in altri paesi francofoni, poco in
Italia ma abbastanza dove viviamo noi ed è anche il nome di un forte alpinista
dei nostri tempi.
Il
santo c’è, la suocera l’ha scovato, ma giuro che non ne avevamo idea.
Avevo
sempre pensato che avrei dato a mio figlio un nome solo, per evitargli inutili
complicazioni, e che fosse assurdo il nome di nonni, bisnonni o altri parenti
non viventi.
Eppure,
ho cambiato idea con naturalezza, anche perché il secondo nome, che l’Alpmarito
a suo insindacabile giudizio riteneva “normale” e “comune”, glielo ha aggiunto
in ospedale, al momento delle dimissioni,spinto dai colleghi, stupiti del nome
“originale” da noi scelto.
E
niente, non avevo la forza (e neppure la voglia, a dire il vero, perché in
fondo era la nostra “seconda scelta”) di oppormi.
Così
ora il nano ha due nomi, che in realtà conterebbero come uno, visto che non c’è
la virgola a separarli e che sono entrambi nel codice fiscale, però tutti
continuano a usare solo il primo e mi guardano male ogni volta che lo presento
con entrambi (Tutti tranne mia suocera, che usa qualunque nomignolo o
vezzeggiativo pur di evitare quel nome che evidentemente non le piace e che il
secondo non lo prende neppure in considerazione. Ma questo è un altro
discorso.)
Chissà
perché Jean Luc o Maria Rosa o Pierangelo o Gianluigi vengono mantenuto integri
e altri nomi vengono spezzati senza pietà…
Abbiamo
incontrato resistenze quando annunciavamo al mondo il nome prescelto,
incrociamo ancora occhiate perplesse e richieste di chiarimenti e/o ripetizioni
ogni volta che lo presentiamo a qualcuno, eppure ogni giorno che passa sono più
convinta della scelta, perché gli abbiamo regalato due nomi che sono un
biglietto da visita, forti e decisi, e lui è perfetto per loro e chi ci/lo
conosce, conferma.
Questo post partecipa a Blog Tank di Donna Moderna, tema del mese: "Il primo dono che fai a tuo figlio è il nome."
qualsiasi sia il nome sarà fatto per lui, visto che ci avete lavorato con così tanto amore!
RispondiEliminaChe curiosità! :) come sai la nostra bimba si chiama Clementina, quindi in quanto a nomi anche noi abbiamo gusti un pò strani (ma l'adoriamo e le sta proprio bene)
RispondiEliminala sto cercando eh la tua email... (ma non la trovo)
Eliminamammaintoga@gmail.com
Eliminaeh ma ora io sono curiosa, vorrei sapere come si chiama?
RispondiEliminamandami una mail! mammaintoga@gmail.com
Eliminason curiosa anche io!!!!
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