In questi primi giorni di autunno, con pioggia e temperature in discesa libera, con l'umore che stenta a risalire ed una sonnolenza tipica del cambio di stagione (o forse solo della ripresa della routine), sento il bisogno di ricordare la primavera, il sole che c'è stato (poco!) e che ora illumina le foglie, le temperature miti ed i colori accesi.
Come quelli di questo giardino del Piemonte....
Quando ti soffermavi ad ammirare una tartaruga affamata...
e le corse in bicicletta dei bambini...
Tra un fiore e l'altro..
Per poi rituffarmi in questa stagione di mezzo, preludio dell'inverno che verrà, ricco di occasioni "mangerecce", feste di compleanno e, spero, amicizia.
Nel weekend appena trascorso ne abbiamo già avuto un intenso e piacevolissimo assaggio (anche se ora crolliamo di stanchezza).
Mi chiedo, però, perchè non si possa ritrovarsi e stare bene anche con chi dovrebbe esserti più vicino, quando si riesce a coltivare un rapporto, seppur senza assidua frequentazione, ma comunque piacevole e intenso, con coloro con i quali non hai legame di sangue o li hai molto diluiti.
Perchè spesso vedi di più cugini alla lontana che i tuoi "parenti stretti" e no, secondo me non è normale.
Comunque.
Ritornerà l'estate e le tartarughe usciranno di nuovo dal letargo,
noi con loro, sempre in bicicletta.
E forse nuove amicizie sboccieranno nel freddo dell' inverno.
(I fiori fucsia, però, sono solo per te)
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