venerdì 16 gennaio 2015

Leggendo...come l'ambiente in cui cresci influenza il tuo futuro e un incontro fortuito possa cambiare il tuo destino.

Nei giorni di festa legati al Natale ho letto molto.
Tra gli altri, ho finalmente finito due romanzi diversissimi tra loro, presi a piccole dosi per un mese, anche se per motivi differenti.

"Little Boy Blue" di Edward Bunker, ed. Einaudi, pag. 455, Euro 14,00




Faceva parte del "carico" di libri acquistati a settembre .
Ho impegato un pò di mesi a prenderlo in mano, perchè sapevo che, per come sono fatta io, l'avrei trovata una storia forte.
Però ne valeva la pena.

Perchè racconta la storia una educazione al crimine non cercata e non voluta.
Racconta il sistema carcerario americano, i meccanismi di imitazione e ribellione che si possono innescare quando un bambino, bisognoso d'affetto, trova solo repressione e abuso di potere.
Racconta il peso dell'infuenza dell'ambiente e del pure caso, sulla vita e la crescita di un bambino intelligente.
Forse, spiega il perchè dell'esistenza di molti "cattivi".


E lo racconta con una scrittura asciutta, corretta, accattivamente, sincera e dura di chi sa di cosa parla e sa come si scrive.
L'autore, nato a Hollywood il 31.12.1933 e morto a Los Angeles il 19.07.2005, è entrato per la prima volta nel duro e famoso penitenziario di San Quentin a 17 anni, passandone poi più di 18, nel corso della sua vita, dietro le sbarre.
Molto di questa vita è raccontato in "Educazione di una canaglia", romanzo bellissimo che, secondo me, merita di essere letto al pari di questo.

Per capire, riflettere, immaginare soluzioni.

Little Boy Blue, poi, mi ha colpita più di Educazione di una canaglia, perchè il protagonista è un
bimbo di 12 anni, Alex Hammond, molto intelligente, istruito e buono, che tuttavia si trova senza madre e con un padre che, pur volendogli bene, pensa di non poter badare a lui.
E così Alex vive in istituti di educazione para militari, dove manifesta la sua voglia di amore con episodi di rabbia e ribellione incompresi da tutti, fino ad una rocambolesca fuga con un tragico risvolto, che lo lascerà solo e darà inizio, secondo me per puro caso, ad una vita nel crimine non consapevolmente voluta.
Ed il lettore lo segue in questo cammino in istituti per malattie mentali, "scuole di disciplina" ed istituti di pena, mentre non è ancora che un bambino, quasi con incredulità e stupore, sperando fino all'ultimo che qualcuna comprenda e aiuti Alex.
E in effetti, a suo modo, qualcuno ci proverà.
Il tutto ambientato nella California della Grande Depressione.

Capite bene perchè ci ho messo un pò a finirlo, quasi un mese.

Lo consiglio vivamente, pur essendo difficile da digerire, anche perchè è difficile descrivere le complesse sensazioni che lascia ed il numero di riflessioni che continua ad alimentare anche dopo averlo finito.

Il secondo romanzo è di tutt'altro genere.

"Il giorno in più" di Fabio Volo, ed. Oscar Mondanroi, pag. 287, Euro 12,00

 


Una storia d'amore imprestatami da mia madre che ho faticato a proseguire, visto l'inizio lento e non  molto promettente.
Superato lo scoglio dei primi capitoli, si prende il ritmo e la narrazione scorre.
Non posso dire che mi sia piaciuto ma neanche che non mi sia piaciuto.

Il protagonista maschile è troppo infantile per i miei gusti, quello femminile troppo lontano dalle mie scelte di vita per immedesimarmi, la seconda figura femminile a mio parere non tanto credibile.
Però il lieto fine è assicurato e vi sono tante piccole riflessioni sulla vita e sull'amore condivisibili e originali, che sorprendono per la loro lucidità e per come sono rese.

Insomma, va bene come lettura di evasione non banale però secondo me c'è di meglio.
Se qualcuna/o  ha letto questo romanzo o altri dell'autore, sarei felice di sapere la sua opinione!

Con questo post, partecipo al Venerdì del Libro di Home made mamma (che mi sia mancato a Natale è evidente, visto che ora vado avanti a doppi post per recuperare!)





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