mercoledì 19 aprile 2017

Vaccino contro la meningococco B: la nostra esperienza.

Io sono una di quelle mamme che, pur vivendo con terrore la notte prima ed il giorno delle vaccinazioni (poichè sono cosciente che, per quanto minimo, il rischio di una reazione allergica esiste sempre), non ha mai avuto alcun dubbio sul "se" vaccinare il proprio figlio.

Qui avevo spiegato la mia posizione al riguardo (esternando nello stesso tempo i miei timori di neomamma).

Il ricciolino ha fatto tutte le vaccinazioni (ed i richiami fino ad ora richiesti) offerte dal piano vaccinale della Regione in cui viviamo, sia quelle classificate come "obbligatorie" (che poi tali nella realtà non sono, come orami sanno tutti), sia quelle solo consigliate.

So perfettamente che non posso proteggere mio figlio da ogni rischio, come ovviamente vorrei: ci sono troppe variabili che sfuggono al controllo di ciascuno di noi, per quanto genitori attenti possiamo essere.
Non esistono strumenti di protezione, per alcuni rischi.
Per altri, invece, sì.
E se posso eliminare o, perlomeno, ridurre le possibilità che capiti qualcosa di male a mio figlio, io cerco di farlo: per questo in bici o in pattini insisto perchè indossi il casco anche in cortile, per questo non ho mai sgarrato sull'uso del seggiolino auto e non ho lesinato sulla scelta dello stesso, per questo ho scelto di vaccinare mio figlio.

Da qualche anno (se non sbaglio il 2014) è disponibile anche in Italia il vaccino contro il meningococco B, ovvero quello volto a prevenire la meningite meningococcica di tipo B, una forma di meningite causata dal batterio Neisseria meningitidis (o meningococco). 
I sierogruppi di meningococco finora identificati sono 12, di cui 5 (A, B, C, W135 e Y) sono responsabili della quasi totalità delle meningiti meningococciche.
In particolare, la meningite di tipo B è la forma più frequente di meningite in Europa, Italia compresa, Australia e Canada e colpisce soprattutto i bambini piccoli e gli adolescenti.
Pur se non frequente, è una malattia gravissima.

Ebbene. Dopo essermi documentata ed aver chiesto il parere di tre pediatri, ho deciso di vaccinare il ricciolino e di farlo il prima possibile, sia per garantirgli ampia copertura sia per evitare di dimenticarmente in futuro, presa dalla nascita dei gemelli, o di esporre al rischio i fratellini quando sono ancora molto piccoli.
Tanto più che il vaccino contro il meningococco B, stando alle notizie riportate dai media, dovrebbe rientrare nel piano vaccinale, in modo gratuito, per tutti i nuovi nati dal primo gennaio 2017, in tutta Italia. 

Per gli altri, al momento, è possibile solo su richiesta, con numero di dosi diverse a secondo dell'età del vaccinato e a pagamento, con l'eccezione di alcune illuminate Regioni d'Italia.
Perchè il nostro paese è uno Stato solo quando si tratta di riscuotere tasse da Roma o di tifare la nazionale di calcio, non quando si tratta di offrire servizi o uniformità di trattamento (perdonate la vena polemica) nell'interesse dei cittadini.

Nel nostro caso, arrivare alla vaccinazione ha richiesto una buona dose di determinazione: telefonate e colloqui con la pediatra, il centro vaccinale regionale, il personale preposto alla vaccinazione presso gli ambulatori locali, le farmacie locali.
Dopo due anni di rimbalzi e rinvii, risposte evasive e promesse di essere richiamata, ho gettato la spugna e cambiato Regione.
La mia indignazione, a distanza di mesi, non si è ancora placata, soprattutto dinannanzi alle pubblicità che invitano alle vaccinazioni ed alla propaganda sull'ottimo servizio sanitario nazionale di cui disponiamo: a quanto pare, infatti, il diritto alla salute dipende ancora dalle condizioni economiche e dal luogo di nascita.
A 3 km di distanza, è bastata una sola telefonata per avere i due appuntamenti, peraltro il primo a neppure un mese, e riuscire a vaccinare il ricciolino.

Il costo non è stato trascurabile ma, con un figlio solo e considerando che si tratta di salute, sostenibile: due dosi a distanza di due mesi, ticket di 89,34 per la prima, 73,34 Euro la seconda, con tanto di visite del pediatra dell'asl di zona appena prima dell'iniezione per verificare che gola, orecchie e temperatura fossero a posto e dunque non vi fossero evidenti malattie in corso.

Il ricciolino non ha avuto febbre. La prima volta, con vaccino fatto la mattina alle 8,30, la sera era semplicemente più stanco del solito e si è addormentato un'ora prima, poi nei tre giorni successivi ha lamentato male al braccio dove è stata praticata l'iniezione, ma senza edemi o rossori.

Al richiamo, neppure una particolare stanchezza, solo il dolore al braccio dalla sera e, decrescente, nei tre giorni successivi.

Insomma, certamente un fastidio ma nulla di preoccupante!

Va aggiunto, ad onor di cronaca, che non è ancora certo che il nuovo vaccino sarà in grado di proteggere per tutta la vita i vaccinati, però a me qualche decennio di copertura (peraltro quelli più a rischio) sembrano meglio di nulla.

Terminata la gravidanza, anche io e l'Alpmarito abbiamo in  programma di richiedere le vaccinazioni, sia contro il meningococco B, sia contro gli altri ceppi, per i quali durante la nostra infanzia non era ancora offerta la copertura.

E voi? Avete vaccinato contro il meningococco B o avete intenzione di farlo? Se sì, quale è stata la vostra esperienza?





 


Nessun commento:

Posta un commento

Un commento educato è sempre gradito!