lunedì 15 marzo 2021

Riflessioni sparse del momento.


Questo post sarà confuso e arrabbiato.

Però ho bisogno di scriverlo.

Ho troppa voglia di urlare e piangere per ciò che non riesco a farmi andare bene, a "digerire".

In qualche modo ho bisogno di buttarlo fuori.

 Il lavoro. Non il mio, il lavoro in generale. 

Ci sono professioni, posizioni e mestieri tutelati ed altri no. 

Non mi interessa perchè e per come la stuazione sia quella che è, mi interessa il fatto che il Covid sia stato l'ennesima occasione sprecata per modificare lo status quo, per portare davvero uguaglianza.

E invece è ormai un anno che c'è chi gode di congedi, non retribuiti o  parzialmente retribuiti, permessi, malattie e diritto allo smart working e chi non ha nulla di ciò. Chi lo smart working non lo vuole proprio, perchè in realtà è multiworking, eppure è obbligato.

Chi percepisce uno stipendio intero sempre, che lavori 8 ore in presenza o 4 a casa o non lavori proprio e chi non ha neppure più la possibilità di lavorare o di trovarlo, un lavoro.

Chi ha diritto di assentarsi e rinviare se si prende il Covid o è in quarantena e chi questo diritto non lo ha e deve pagarsi un sostituto, sperando di averne le risorse, di trovarlo e che lavori bene.

Chi ha la pensione o il reddito di cittadinanza senza aver mai lavorato o avendo lavorato per una manciata di anni e chi non ne maturerà mai il diritto, perchè appunto non può lavorare. 

E sorvoliamo sugli importi della pensione e dei sussidi e sulla disuguaglianza interna, tra chi ha contribuito e chi no.

Chi è stato vaccinato perchè fa un certo mestiere e poi è a casa comunque, molto spesso costretto, anche se vorrebbe essere in presenza.

E non è che il mal comune sia mezzo gaudio. 

Io non voglio che si tolga a chi ha più tutele, vorrei che si dessero a tutti gli stessi diritti. E invece continuano ad esserci lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. 

Tra questi ultimi, anche chi un lavoro fuori casa non lo ha e quindi si pretende che faccia di tutto e di più e per giunta in silenzio.

La scuola.

Io ho frequentato 5 anni di elementari a tempo pieno con due maestri che si alternavano. Sempre gli stessi. I miei maestri erano "I" maestri, per me. Io per loro non ero solo un nome sul registro. A distanza di quasi 30 anni vengono ancora alle nostre cene di classe, se li incontro si ricordano i nomi dei miei fratelli, la professione che esercito, dove vivo o si informano di tutto. Erano un punto fermo.

Le questioni tra compagni si risolvevano in classe, tra compagni spontaneamente e, se necessario, compagni e maestri. Non con note o colloqui. E vi assicuro che funzionava.

Mio figlio di maestri e maestre in 4 anni ne ha già cambiati, per fortuna non tutti, non la maggior parte.

A molti studenti italiani è andata decisamente male.

 Durante il primo lockdown,  lui li ha sentiti dopo tre settimane in una vidoechiamata di gruppo di 45 minuti, una volta a settimana. Adesso  la DAD viene attivata solo se è a casa tutta la classe (se no e-mail o registro elettronico per i compiti a casa), rigorosamente con il programma che ha deciso la scuola (e chissene se non funziona con un altro marchio di pc o su quelli più obsoleti), nell'orario che ha deciso la scuola.

In altre scuole, funziona diversamente, in alcuni posti meglio, in altri peggio. Scuola che vai, situazione che trovi e le famiglie devono far andar bene tutto.

Non metto in discussione la preparazione o la bontà delle insegnanti, perchè noi siamo fortunati in questo.

Eppure mi sembra non ci sia un particolare rapporto, effettiva vicinanza.

Era arrabbiato, mio figlio, quando a Pasqua dell'anno scorso si è sentito augurare "Buona Pasqua" . Perchè cosa c'era di bello in quella Pasqua chiusi in casa con la propria famiglia stretta (nella migliore delle ipotesi) e basta, da un mese ormai? E d'altro canto, cosa dire a questi bambini, al di là dallo schermo?

Ai piccoli è andata meglio, con videochiamate e messaggi. E senza il rpoblema di DAD, compiti e didattica,certo. 

Non è scuola dell'obbligo, ma spiegalo a bimbi di due anni e mezzo che l'educatrice con cui stavano mezza giornata o tutto il giorno cinque giorni su sette, da quando avevano sei mesi, di punto in bianco non la possono più vedere e toccare? Non è un trauma psicologico? Non è un pò come essere abbandonati? E il sentimento di queste educatrici, che con i bimbi che accudiscono sviluppano un forte rapporto affettivo?

La scuola che apre - chiude- riaprirà o forse no. Perchè chi ci crede più?

In cui non si sa il giorno prima che libri verranno usati il giorno dopo perchè si preferisce decidere all'ultimo in base a come va, però i bambini dovrebbero imparare a programmarsi compiti e studio e dividiamo tutti i mille fascioletti da foderare. Pero' si portano tutti a scuola, perchè non si sa.

In cui  non si può scegliere con chi giocare perchè  "bisogna giocare con tutti" , anche con chi magari proprio non ti piace o si lamenta sempre con la maestra se non si fa come dice lui/lei, ma con il Covid giocare rigorosamente senza toccare nessuno, senza toccare la palla o altro, con la mascherina e possibilmente a distanza.

Una scuola in cui a  giugno, quando erano aperti i centri estivi, i bimbi frequentavano i parchi giochi, mezza Italia ricominciava a viaggiare e stare al mare o con gli amici, non ci si poteva incontrare tutti neppure per un saluto informale perchè la singola dirigente scolastica non era d'accordo e questo prevaleva su tutto.

La scuola che doveva spostarsi all'aperto, rinnovarsi, migliorare per sfuggire al contagio ed invece si sta comunque sempre in aula e con sempre più divieti e limiti ed è la prima ad essere chiusa, quando i numeri salgono, come se in fondo, fosse cosa da poco.

La scuola, in cui è stata reintrodotta la materia "educazione civica", con fondamenti di diritto, che chiede a bambini delle elementari di firmare (ripeto, minori di anni 16, firmare) un patto di "corresponsabilità" in cui i bambini stessi si obbligano a monitorare il proprio stato di salute e segnalare i compagni che non rispettano le regole. 

Tra delazione ed omertà, forse c'è una via di mezzo?

In cui un anno fa veniva imposto addirittura quando far mangiare la frutta o lo yogurt (merenda obbligatoria da portarsi da casa), se come merenda del mattino o del pomeriggio perchè: "La scuola deve educare, anche in campo alimentare !"  (come se tutti avessero le stesse esigenze nutrizionali e lo stesso metabolismo, peraltro). 

L'anno dopo, visto che c'è il Covid, non si lavano neppure più i denti dopo pranzo, la merenda ognuno faccia come pare e in mensa un trionfo di monouso e rifiuti.

La scuola dei protocolli, ma solo quando fanno comodo, e dell'ipocrisia, in cui bambini ed insegnanti si barcamenano come possono, cercando di sopravvivere e magari lasciare un pò di spazio alla didattica. Tradizionale, ovviamente.

Perchè poi, in tutto questo, io mi preoccupo del bisogno di socialità e confronto con i coetanei dei miei figli, ovviamente perchè "non ho capito che c'è chi è in TI o in una bara, ci sono altre priorità, loro hanno tutta la vita davanti, pensa alle cose serie"  ; ho necessità di "parcheggiarli" a scuola perchè "sono un genitore degenere che non sa educare i propri figli e li ha fatti solo per sbolognarli" ; mi preoccupo anche che imparino qualcosa perchè "sono il tipico prodotto di una società in cui conta solo il nozionismo e sfornare piccoli robot che producano un domani un reddito e si mantengano".E già, mi avete beccata.

I vaccini

Io credo nella libertà di scelta, soprattutto in termini sanitari. 

Ciò posto, vogliamo procurarci o no questi benedetti vaccini, svizzeri, inglesi, italiani, russi o americani che siano, purchè siano?

Vogliamo consentire a chi vuole correre il (relativo) rischio, di vaccinarsi?

Vogliamo proteggere i più anziani e fragili che continuano a morire o solo guadagnare consensi elettorali (ah già , votare è fuori discussione da anni) vaccinando per categorie, dipendenti pubblici del comparto sanità, scuola e forze armate in primis?

E poi pure la popolazione carceraria, prima dei pensionati?

Senza considerare l'età, se abbiano davvero maggior probabilità di ammalarsi, se abbiano già una sorta di immunità (seppur temporanea da malattia o no) ecc.

E poi comunque chiudiamo i reparti ospedalieri e le scuole e mandiamo ai domiciliari i carcerati, vaccinazioni o non vaccinazioni effettuate.

Ma tranquilli: "Potenzieremo il sistema di vaccinazione e tracciamento!" Da domani, sempre da domani.

Leggo le notizie, cerco di capire cosa capita o nonn capita all'estero e non mi capacito.

I criteri e le zone

Semplicemente, non se ne può più.

Non se ne può più di annunci al venerdì o alla domenica sera, per regole che forse valgono dal giorno dopo, forse ci concedono il fine settimana per abituarci. Forse no perchè poi la gente "se ne approfitta" o forse sì "perchè lo avemamo promesso".

Non se ne può più delle "cinquanta sfumature di arancione" , con regole sempre diverse, da sommarsi alle ordinanze regionali, provinciali, comunali, che ovviamente il cittadino deve scovare, leggere ed interpretare.

Decreto o dpcm, opinioni del CTS o scelta della forza politica del momento....in ogni caso, confusione su confusione.

Senza contare la nuovissima fonte del diritto italiano: "Le faq del Governo"!

Il mio insegnante di diritto costituzionale si starà rivoltanto nella tomba.

D'altro canto, siamo passati dall'Europa unita al divieto di circolazione fuori dal Comune di residenza, domicilio o abitazione (prego, scelgasi un criterio tra i tre, tanto non si capisce neppure quale prevalga), passando per la "frontiera regionale" e le zone rosse provinciali (ma non dovevano essere abolite? Ah no, solo sulla carta) eppure dopo un anno, un anno intero, la situazione non è che sia migliorata molto.

E' colpa dei cittadini che non rispettano le regole. 

E allora andateli a cercare, magari fuori dallo stadio o a pregare per la morte di Maradona, o per le vie dello shopping (pero' che comprino e paghi con la carta, mi raccomando, perchè se no c'è evasione e poi i negozi chiudono e via così), se proprio pensate sia colpa loro, non impedite a tutti gli altri poveri cittadini allo stremo della resistenza psichica di passeggiare in parchi e giardini, in campagna o in montagna o sul lungo mare, o ai bambini di scendere dallo scivolo o andare in altalena.

E intanto, vaccinate, tracciate e curate. INvece di promettere e parlare, che tanto ormai la credibilità  è evaporata.

I medici

Qui si apre un mondo. Quelli che curano seguendo il protocollo, quelli che prescrivono diversamente, quelli che continuano a visitare e quelli che manco rispondono al telefono.

Quelli negazionisti e quelli terrorizzati. Quelli che parlano in tv o sul web e quelli che fanno ciò che possono, come possono, in silenzio.

Quelli che, a sentir loro "gli ospedali sono pieni, lavoriamo con ritmi disumani" e altri, che lavorano nello stesso posto, che rassicurano: "non è vero niente, è occupato solo il 20% dei posti letto, sono i colleghi che ora che devono lavorare si lamentano".

Quelli che serve la vitamina D, quelli per cui preghiere e tachipirina curano tutto e quelli che se non inizi subito con un cocktail di farmaci non hai speranza.

Io so solo che sono estremamente disorientata. Confusa, spaventata e disorientata.

Continuo ad avere fiducia ma è sempre più un atto di fede.

Virologi / infettivologi / opinionisti / giornalisti e politici.

Niente. Li considero tutti alla stessa stregua e non li sopporto proprio più. 

Non intendo sprecare altre parole, per loro.


E...basta.

Adesso vado a seminare piantini di verdure e fiori e fare yoga, i primi perchè "non si sa mai", i secondi perchè c'è bisogno di bellezza e colore (non sulla mappa dell'Italia) e la terza perchè ho necessità di sviluppare endorfine e la palestra di arrampicata e la piscina sono ancora chiuse, per dpcm. No anzi, forse per decreto. Vabbè.




4 commenti:

  1. Non ne hai sbagliata una!
    Per digerire tutto ci vorrebbe una damigiana di genepy!

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  2. Sottoscrivo. Comunque senza scomodare il prof ti posso dire che Sabino Cassese tempo fa ha dichiarato in un'intervista che chi ha scritto i Dpcm andrebbe deportato in Siberia. Direi che come giudizio è esaustivo.
    Io invece, dopo aver decifrato il compito di grammatica di mia figlia che piagnucolava di non aver capito niente durante la dettatura in Dad perché tutti parlavano e lei ha scritto "la prima cosa che pensava di sentire", vado a riposarmi. Eh sì, anche io sono una mamma nozionista.

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  3. Viviamo in una bruttissima situazione! Purtroppo dura per tutti. Io nonostante questa situazione tremenda ho avuto un dono della vita prezioso il mio bambino tanto atteso. Ho letto in uno dei commenti che si parlava della clinica Feskov. Grazie a loro sono diventata mamma. Vorrei condividere con tutto il mondo la mia felicità. Speriamo che tutto passi in fretta. Vi abbraccio

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  4. Come affrontare la tragedia e aiutare gli altri ad affrontarla

    L'editore di Monaco ha pubblicato il libro intitolato “Ogni terza donna”. La scrittrice, ha dedicato il libro a tutti i bambini stellati e ai loro genitori.
    I bambini stellati in Germania vengono chiamati mai nati, quelli che sono morti durante il parto o quelli che sono deceduti poco dopo la loro nascita. Nel suo libro, la scrittrice dà voce alle donne che hanno perso i loro figli non ancora nati, ma non hanno rinunciato a una gravidanza con lieto fine, e anche al uomo che è sopravvissuto al dolore della interruzione della gravidanza della sua dolce meta. Queste storie dimostrano: coloro che hanno vissuto un trauma psicologico così grave dovrebbero assolutamente lavorarci su e non essere lasciati nella solitudine con il problema.
    La stessa scrittrice ha affrontato un problema simile ai suoi tempi. – “Mi dispiace signora, ma non sento più il battito cardiaco del feto”, la stessa è rimasta senza parole dopo le fatidiche parole del medico durante uno dei suoi controlli di routine. Come ammette l’autrice del libro, non aveva mai vissuto un tale shock.
    Gli specialisti della clinica di medicina riproduttiva del prof. Feskov hanno a che fare con storie simili ogni giorno e sanno quanto sia importante il sostegno per le famiglie che lo attraversano. Sono sempre pronti ad offrire soluzioni per coloro che sognano di diventare genitori.

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