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martedì 9 dicembre 2014

Scuola materna: i primi tre mesi, tra alti e bassi

Ormai sono tre mesi che il mio biondino frequenta la scuola dell'infanzia (che per e resta "materna").
La mattina e' ancora una lotta farlo alzare, mangiare colazione, vestire ed uscire di casa.
Mentre nei giorni di "vacanza", che per lui sono tutti i sabati e domenica, salta giù dal letto alle sette e si veste da solo senza che glielo si dica neppure, in settimana e' un susseguirsi di minacce, ricatti e urla disperate (sia mie che sue, eh!)
Almeno, però, non piange più al momento del distacco, limitandosi a ripetuti baci ed abbracci ed a salutarmi con la manina dalla finestra, gesto che mi stringe il cuore di affetto e senso di colpa ogni giorno feriale.

La didattica sembra prevedere tante ore dedicate al disegno ed alle attività di pittura, che personalmente non ho mai amato. L'Alpmarito, cattivello, insinua che così le maestre abbiano meno da fare; io credo che serva per sviluppare manualità, immaginazione e pensiero astratto (insegnanti o pedagogia che leggete, ho ragione io, vero?)
Ogni mese le maestre chiedono ai bimbi di disegnare il loro autoritratto, in modo da vedere come la percezione di se' cambia e si evolve nel tempo...ed è davvero affascinante osservare i disegni appesi alle pareti!
In più, le maestre creano bellissime scenografie e decorazioni per ogni stagione, cambiandole frequentemente, con materiali poveri e riciclati: non so davvero dove trovino tante idee e tanta abilità manuale!
Il momento del pranzo e' in lingua francese e stanno insegnando ai bimbi molti vocaboli.
La pecca è che l'insegnamento non è veramente bilingue e non tutte le insegnanti paiono sapere benissimo il francese. Confesso che noi speravamo in molto di più, visto il bilinguismo storico è ufficiale della Regione.

Il tema scelto per l'anno e' l'alimentazione ed infatti hanno iniziato a settembre con lo studiare  le patate, facendo abilità di manipolazione con pannocchie, farine ecc, cucinando insieme ai bimbi gli gnocchi di patate (raccolte  nell'orto della scuola e piantate in primavera, durante le giornate di inserimento).
I bimbi hanno persino ricevuto la visita di uno spaventapasseri in carne ed ossa che ha inzaccherato di fango la scuola (o almeno, questo è ciò che ha colpito il nano, perché le maestre: "non l'hanno neppure sgridato, mamma!!!"), costruendone poi uno loro con rametti, stracci, scampoli di lana e pannocchie!

La prima gita della vita scolastica del nano e' stata all'area verde del paese limitrofo: al momento di prendere l'autobus il nano era elettrizzato! Io ero emozionata come se stesse partendo per l'America e mi è scappata pure la lacrimi via (ma senza farglielo vedere).
Per capire cosa ha visto e imparato, però, ho dovuto chiedere alle maestre.

Lui, infatti, ci ha detto che c'erano le guardie forestali, hanno raccolto castagne e poi visto "animali morti ma non morbidi di peluche".
In realtà, hanno mostrato loro le piante e le diverse foglie e poi raccontato della vita di alcune specie di uccelli, gufi e aquile, usando animali impagliati!

Della gita ai campi di mais vicino alla scuola, invece, il nano ha raccontato solo di aver visto un uccellino morto tra le pannocchie!!! Vabbè!
C'è stata la raccolta delle castagne ed un pomeriggio di castagnata solo con i nonni (che però al nano non è piaciuta molto per l'assenza di mamma e papà), iniziativa molto carina.


Ed ancora, la gita al mulino ad acqua del paese vicino (ancora in autobus, per la gioia del nano e di tutti i bimbi!!!), con successiva polenta preparata dai bimbi e pranzo al sacco.

Poi sono passati allo studio del latte ed in programma c'è la gita in una vicina fattoria, per cercare la mucca Emilia, che pare si sia persa, e assistere al momento della mungitura.

Insomma: tante attività, compresa la musica e giochi all'aperto ogni volta che non piove!
Unico problema: le maestre insegnano un sacco di canzoncine e disegnano delle bellissime macchinine, in stile Saetta McQueen e il mio biondino ora si aspetta lo stesso da me e dal papà!!!

Note negative? Il fatto che non facciano lavare i denti ai bimbi dopo pranzo, sostenendo che poi si scambierebbero gli spazzolini e non sarebbe igienico.
Gli episodi di "aggressione" di alcuni bimbi più grandi ai piccolini, peraltro normali. Di buono c'è che il nano racconta di altri bimbi grandi che, in questi casi  intervengono a difendere i piccolini.
Scioperi, festività, "recita di Natale": lunedì scorso le maestre hanno scioperato in blocco, avvisandoci, ovviamente di venerdì, solo dietro richieste insistenti.
Il calendario che ci è stato consegnato mostra una quantità impressionante di giorni di chiusura: santo patrono del paese vicino, recupero del santo patrono del paese perché cade a luglio (!!!), vacanze di Natale, vacanze di Pasqua, vacanze di inverno e Carnevale, ponte del 1 maggio, Festa della Repubblica, 1 Novembre, 8 dicembre, Fiera di Sant'Orso...vacanze estive di due mesi e 15 giorni.
Io l'Alpmarito ci siamo fatti un rapido calcolo: nella migliore delle ipotesi, due genitori lavoratori entrambi dipendenti, magari pubblici (perché nel privato mica lasciano sempre fare tutte le ferie previste per legge!), dovrebbero farsi tutti i giorni di ferie e permessi per coprire i "buchi" della scuola, ovviamente alternandosi e non incrociandosi mai!
Ah: guai ad ammalarsi e salvo scioperi ed assemblee sindacali!

Questo mi sembra il metro della civiltà della nostra Italia. È tutto dire.
Ed infine la chicca: ho appreso da un bel cartellone colorato appeso all'ingresso, che la recita di Natale si svolgerà venerdì alle ore....14.00
E seguirà: "merenda gentilmente offerta da Voi genitori".

Ora, capisco che anche le maestre hanno una famiglia e che nessuno paga loro gli straordinari ma...i genitori che lavorano? I bimbi i cui genitori non riescono proprio a venire? Come si sentiranno, anche ammesso che possano partecipare i nonni? Perché mettere in difficoltà famiglie e bambini?
Noi, per esempio, non sappiamo ancora come organizzarci.
Secondo me, non farla proprio sarebbe stato decisamente meglio! Oppure fare uno sforzo e fissarla alle sei e trenta o subito dopo la fine della scuola, alle 17.30.

Infine: la merenda per i bimbi e' già compresa nel costo della mensa.
Non vedo perché dovrei offrirla anche a nonni e genitori. Non è una questione economica ma di principio.
Un conto è coinvolgere in attività didattiche (ben venga), un altro e' costringere i genitori, quasi sempre le mamme, a far salti mortali per non mancare e portare cibi e bevande!!!
Cambierà mai, in meglio, la scuola italiana? Ne dubito, sempre di più.
E' facile lanciare campagne populiste come "La buona scuola": offrire più ore e meno costi, invece, implica scontentare le insegnanti e mettere mano ai conti dello Stato, quindi...nulla di fatto.

mercoledì 15 ottobre 2014

Tra monotonia culinaria e passione per il punto croce

Ho iniziato l'anno inaugurando una nuova "rubrica", Mamma avvocato in cucina, che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto essere settimanale.

Dopo un paio di post convinti però, mi sono arresa all'evidenza.
La cucina non solo non è il mio forte ne' la mia passione, ma neanche un interesse.
Quando mi applico riesco anche, intendiamoci, solo che non riesco ad applicarmi.

Leggo di mamme che studiano menù settimanali perfettamente bilanciati, ascolto mamme e nonne che preparano e prozio nano il weekend cibo per tutta la settimana, vedo foto di manicaretti che mi fanno venire l'acquolina in bocca e poi....i pasti della nostra settimana tipo, soprattutto ora che pranzo sempre sola (e di corsa) e l'Alpmarito non c'è mai neanche alla sera, cinque o sei giorni su sette, si riducono a: pasta (rigorosamente "ruote", nano imperat) olio e parmigiano o al massimo panna o panna al salmone (grande invenzione!!!), insalata o verdure bollite o in insalata, qualche volta carote o zucchine passate in padella, uova al tegamino o alla coque, formaggio di tutti i tipi, banane o uva, qualche volta affettati.
Non tutto nello stesso pasto, ovviamente.
Polenta e spezzatino / arrosto nel fine settimana.

Fortunatamente, il nano pranza a scuola, con menù ottimo e bilanciato.

Questa lunga premessa per dire che no, la cucina non è una mia passione ma..il punto croce si!!!

In questi giorni mi sono dunque dedicata ad arricchire il corredino per la materna, poiché mi sono subito accorta che con l'inverno alle porte e impegni vari, non sarei mai riuscita a lavare, far asciugare e e stirare bavaglini e federe settimanalmente.
Ecco allora la seconda federa



La copertina, che avevo iniziato lo scorso inverno

Un pile singolo su cui ho cucito, centrale, questo ricamo.

E tanti bavaglini, alcuni realizzati in gravidanza e altri subito dopo.








Oltre all'asciugamano per il bagno di casa, visto che gli altri due ora sono destinati alla materna!


Cosa ve ne pare?Voi preferite cucinare o ricamare/cucire/ Tricottare?

E soprattutto, quanti cambi avete preparato per la scuola materna???




lunedì 13 ottobre 2014

Senza ciuccio, no, non è che si stia bene!

Martedi' il nano, con una delle sue solite improvvise e imprevedibili decisioni, ha detto addio al ciuccio.
Sono andata a prenderlo a scuola al pomeriggio, ultima (ma a pari merito con un'altra) delle mamme (io, madre degenere e ritardataria già dopo un mese scarso di scuola!), e l'ho trovato con la maestra che leggeva, tranquillo e senza ciuccio.
Mi ha subito informata che Il ciuccio era rotto e che quindi lo aveva messo nell'armadietto, poi lo ha preso e ha dichiarato deciso di volerlo buttare.
La circostanza che fosse l'ultimo, che ormai i negozi fossero chiusi e che comunque ai bimbi grandi sia vietato per legge (????!!!) vendere altri ciucci, non lo ha fatto desistere.
E dire che da quando è entrato alla materna non se lo era più tolto di bocca, mentre prima lo usava solo per dormire e viaggiare in auto o per consolarsi in caso di cadute.
Io stessa, con la maestra e l'inserviente, abbiamo cercato di farlo ragionare e appurare se si trattasse di una decisione consapevole e definitiva e lui, come al solito, si è mostrato determinato.
La sera ha faticato un po' ad addormentarsi, ma è andata senza drammi. Dalla mattina dopo, invece, e' diventato nervoso, ribelle e irrascibile.
A scuola no, pare che venerdì abbia fatto il sonnellino senza proferire verbo.
A casa sembra indemoniato e mette a dura prova sia me che l'Alpmarito (che si salva con la scusa del lavoro, arghhh!!)
Venerdì ci abbiamo messo un'ora e trenta minuti di pianti e proteste ininterrotti (giuro!) per uscire di casa e l'ho consegnato alle maestre scalzo, senza neppure le calze.
O così o pomi', come diceva una nota pubblicità dei tempi antichi.
Sabato ha pianto per due ore, dico DUE, prima di addormentarsi sfinito e dopo non c'è stato verso di portarlo al corso di nuoto.
Ecco. Ora ditemi.
Questo insolito nervosismo, questa assurda ribellione, la circostanza che sembri caricato a molla e il fatto che abbia ricominciato a venire nel lettone, dopo che tutto era appena tornato alla normalità in seguito agli incubi post nserimento a scuola, possono dipendere dell'abbandono del ciuccio?
Perché io, sia chiaro, su questa decisione, che peraltro è stata sua, non torno più indietro, ma almeno vorrei capire.
E magari anche sentirmi dire che passerà presto ed è "normale", qualunque cosa possa significare questa espressione.

mercoledì 8 ottobre 2014

Alla ricerca di una nuova routine

Il mio ricciolino biondo alla materna fa progressi.

Piange ancora al mattino, però ora mi saluta dalla finestra in braccio alla maestra.
Certo, rimane uno strazio convincerlo a vestirsi e prepararsi, poichè sembra voler rallentare il tutto per rimandare l'inevitabile e, soprattutto, resta uno strazio sentire il suo abbraccio forte e dover dire basta alle sue richieste: "Ancora un bacino mamma. Ancora una carezza, ancora un abbraccio."
 Fosse per me, lo sbaciucchierei tutto il giorno!

Però poi va e gioca, felice. A fine giornata ammette persino di essersi divertito, pur precisando che preferirebbe comunque restare a casa con me o con i nonni, se proprio io devo lavorare.
Salvo poi volere i nonni quando io ci sono. Ma vabbè.

Non è passato neppure un mese dall'inizio della scuola e lunedì ci sarà già la seconda riunione.
Alle 17.30, ovviamente.
Sempre ovviamente, giovedì il nano uscirà prima per "riunione sindacale".

La scuola pubblica si paga cara, purtroppo, per lo meno in termini di orari, chiusure, scioperi e riunioni sindacali.
Nel nostro caso, per una peculiarità tutta regionale, le scuole materne ed elementari sono chiuse il mercoledì pomeriggio, ufficialmente per permettere alle maestre di seguire i corsi di aggiornamento.
Verò è che molte attività sportive nella zona sono strutturate al mercoledì pomeriggio, tenendo conto di questa peculiarità, ma il nano è ancora troppo piccolo per questo e poi, qualcuno lo dovrà comunque andare a portare e prendere.
Quindi, ancora una volta, sono costretta a ricorrere ai nonni, che aiutano con piacere, per fortuna.
Idem se ho impegni oltre le 17.15, visto che i bimbi sono fuori al massimo alle 17.30.
Per loro è già tanto, me ne rendo conto, però io ho dovuto accorciare la pausa pranzo, sacrificandola quando vado a correre, per recuperare e non pesare sempre e solo sui santi nonni.
Poi, ovvio, almeno un paio di giorni a settimana faccio tardi lo stesso.
Negli altri, la sensazione di aver ternminato la giornata lavorativa alle 17.15, nonostante il buio delle giornate autunnali, è impagabile.

Orari a parte, le maestre si stanno confermando molto in gamba, sono affettuose e accoglienti quanto basta, anche se il nano vive più che mai con il ciuccio in bocca e chiede di poter dormire vicino alla porta o alla finestra per avere più luce, dopo essersi portato a scuola il frontalino (ossia luce che si monta sulla testa, per andare in montagna) per una settimana e averlo tenuto sempre acceso per l'ora della nanna.

Insomma, gli vengono incontro con fermezza e gentilezza: lui apprezza e pian piano si adegua.

Ieri sono andati tutti a fare la spesa a piedi in un vicino piccolo supermercato e oggi hanno fatto colazione insieme all'asilo.
Piccoli, grandi insegnamenti.

E poi abbiamo ricominciato con la palestra di arrampicata, la stessa di sempre, che ha riaperto i battenti, dopo essersi ingrandita e arricchita di intrattenimenti per grandi e piccini.
Ora abbiamo anche le porte piccoline da calcio con il pallone di gomma piuma, la struttura per saltare, qualche attrezzo ginnico da palestra, il ping pong e tanto spazio in più, oltre a calcio balilla e pareti per scalare, ovviamente!!!
 E così, orgogliosamente, il nano "si allena", come dice lui!
I progressi, rispetto agli anni scorsi, sono enormi.
Sembra ieri che correva incerto sui tappetoni!


Un pò di magnesite, come i grandi, e...

 si riparte!!


Da sabato, ricomincia anche il corso di acquaticità.
Insomma, siamo quasi a pieno regime, anche se stento ad abituarmi.

Ah, il biondino a scuola ha anche imparato l'inglese: sa dire "Yes!!!"
E pensare che l'insegnamento della seconda lingua straniera (la prima è il francese) non è ufficialmente previsto!


martedì 16 settembre 2014

Aggiornamento dal fronte "scuola materna"

Eccoci arrivati al quarto giorno di scuola materna  (o scuola dell'infanzia, come la chiamano adesso, anche se io continuo a parlare di "asilo" - son vecchia, che volete farci).

Giovedì, primo giorno, il nano, dopo l'iniziale eccitazione (durata il tempo dei preparativi il giorno prima e svanita nell'atrio della scuola)  ha  pianto sia al mattino sia quando siamo andati a prenderlo, alle 16.30.
Stava giocando in giardino, ci ha visti e la tensione che probabilmente aveva accumulato si è sfogata in un pianto liberatorio.
Venerdì, pianto a casa prima di arrivare a scuola, poi un saluto magonato ma senza lacrime.
Peccato che quando l'Alpmarito è andato a prenderlo, il nano ha chiaramente dichiarato che lui in quella scuola non ci sarebbe tornato.
E lo ha ripetuto per tutto il fine settimana, tra un pianto e l'altro, nei momenti più improbabili.
Ieri, tragedia ad andare, momenti di crisi durante la giornata e piantino all'uscita.
Questa mattina, pure peggio, con tanto di lettone di notte, incubi notturni e dichiarazioni d'amore e fedeltà al "suo asilo nido" e alla "sua maestra Marina".

Devo ammettere che sono rimasta spiazzata.
Forse nella vita è sempre così, in quella di mamma in particolare.
Ti aspetti problemi e difficoltà, ti prepari psicologicamente e non al peggio, ti armi di pazienza e temi il peggio e invece...tutto fila via liscio e veloce, qausi senza sforzo, e tu ti senti una stipuda per esserti fatta per giorni settimane inutili paranoie (vedi "spannolinamento" e "inserimento al nido").

Pensi che sia tutto pronto, che sarà facile me parti fiduciosa e tranquilla e invece...difficoltà e ansie che non ti aspettavi.
Persino quello che pensavi sarebbe stato un punto di forza, avere a fianco della scuola nuova il nido, a portata di saluto, con i giardini separati solo da una siepe e le maestre che si salutano e chiaccherano, si rivela invece un'arma a doppio taglio, alimentando la nostalgia del nano.

Non gli piace neppure più la cucina, che è rimasta la stessa e che adorava!

Mi sto ricredendo sulla storia dell'inserimento graduale, che pensavo non essere necessario, visto che aveva già frequentato senza problemi il nido.
Come al solito, non si sa finchè non si prova sul campo.

Per ora tengo duro e continuo ad andarlo a prendere alle 16.30 (già un'ora prima della ruotine prevista), tanto domani è mercoledì e le scuole qui il mercoledì fanno solo il mattino, sino a dopo pranzo.
Ditemi che è normale, però, e che passerà presto, perchè fingo serenità e tranquillità ma magono e soffro, eccome se magono!!! (Tra l'altro, forse il verbo "magonare" neppure esiste, però rende l'idea di quella stretta allo stomaco, alle viscere, che non molla e ti salire il groppo in gola).

p.s. Per non farci mancare nulla, pare ci siano già i pidocchi in giro, al secondo giorno.
Che dite, si inizia con trattamenti preventivi? Servono? Suggerimenti?

mercoledì 10 settembre 2014

Un nuovo inizio

Fra poco andrò a prendere il mio bambino al nido e, come al solito, metterò le sovra scarpe e entrerò nell'aula, parlerò con le maestre, vedrò gli altri bimbi nei lettini o cullati sul passeggino per cercare di farli addormentare, chiccherero' e sorriderò a quelli svegli che aspettano i genitori o in bagno sul fasciatoio che vengono cambiati e poi magari scambiaro' due parole con altre mamme e papà.
Per l'ultima volta.
Eh, si', perché da domani il mio bimbo varcherà un'altra porta (affianco alla solita, non è una distanza chilometrica, quella da affrontare, per fortuna), avrà nuovi compagni, nuove maestre, spero presto nuovi amici, un nuovo armadietto, nuovi giochi, nuovi spazi, nuovi prati in cui correre.
Cambieranno orari e abitudini, non solo per lui ma anche per me, che ancora una volta dovrò rimodulare i miei ritmi lavorativi per renderli il più possibile compatibili con il suo orario di entrata e uscita.
Confesso di avere il magone perché se sono certa che il nano si troverà bene ed è pronto, tuttavia mi dispiace lasciare queste educatrici che gli hanno fatto un po' da mamme, con la quale e' stato facile instaurare un rapporto di fiducia e che mi hanno supportato e facilitato in ogni passaggio, in ogni fase, sempre con il sorriso sulle labbra, la voglia di essere li' con i bimbi e tanto affetto.
E le notizie che trasmettono i Tg in questi giorni mi ricordano come tutto questo non è scontato, anche se dovrebbe esserlo.
Ora, però, e' tempo di guardare avanti.
E allora spunto ad una ad una le voci della lista che ci è stata consegnata alla riunione di giugno:
Pennarelli, forbici, quadernone e colle sono state etichettate ad uno ad uno in modo molto artigianale ma, speriamo, efficace.
Astuccio e grembiuli di plastica per la pittura (due, tanto so già che non dureranno), hanno fatto conoscenza con il pennarello indelebile, come faranno questa sera i sandaletti in uso al nido, che sostituiranno le pantofoline.
Nel dubbio ho contrassegnato anche il pacco di salviettine e la confezione di fazzoletti di carta.
Il resto? Ecco i frutti del mio lavoro serale di agosto!!!
Bavaglini e porta tovagliolo
bavaglini e porta tovagliolo..

Particolari di asciugamani e sacchetto porta cambio...

Particolare della federa...la seconda, quella di ricambio, e' ancora in lavorazione...
Il tutto, ovviamente, con anche primo e secondo nome del nano (che poi sarebbe un unico nome, in realtà), rigorosamente nelle varie sfumature di arancione e giallo, con qualche puntatina in rosso...
Avete dubbi sul suo colore preferito?!?
Questa, invece, e' la copertina preparata da mia suocera...in alto c'è ricamato anche il nome del nano..
Voi mamme più esperte, dite che mi serve pure la copertina di ricambio o ho dimenticato qualche cosa? Perché se si, devo provvedere.
Ora non mi resta che preparare lo zaino, salutare il nido e...incrociare le dita per domani!!!



lunedì 2 giugno 2014

Di inserimento alla materna, di orti, di bici e di emozioni: in una parola, mamma.

E poi, all'improvviso, lo vedi grande.
Cresce, troppo in fretta.
Te lo avevano detto, prima che diventassi mamma, ma tu non ci avevi creduto.
I primi mesi, poi, sembravano non passare mai (e in certe giornate è ancora cosi').
E invece.

Fai l'inserimento alla scuola materna e presto dovrai salutare le maestre del nido, quasi delle seconde mamme.
Lui è felice ed entusiasta, non vede l'ora di andare alla "scuola dei bimbi grandi ma ancora un po' piccoli", come la chiama lui (perché quella "dei bimbi grandi" è quella dei cuginetti, la scuola elementare).
E lo vedi timido, con il suo doudou in mano ed il ciuccio, che nasconde nella tua borsa prima di entrare, pero' non ha il coraggio di presentarsi con il suo nome e vuole stare in braccio a te.
Canzoncine di benvenuto, giochi per conoscersi, bolle di sapone nel prato, con una bacinella ed una cannuccia e lui che da confidenza solo ad un'altra bambina timida come lui.
Pero' dopo non vorrebbe andare via e a pranzo vuole rientrare al nido, "con i suoi amici", "tanto poi tu vieni a prendermi dopo, mamma".
E la volta dopo, un altro mercoledi' mattina, il secondo incontro di questo inserimento anomalo con la mamma o il papà, pensato per i genitori piu' che per i bimbi (e le maestre te lo dicono pure, perché sono mamme anche loro e sanno come è), lui è di nuovo timidissimo e se ne sta in disparte.
Poi le maestre consegnano ad ogni bambino un vasetto con il suo nome, una bacinella piena di terra e un barattolo con semi di fagiolino, da cui pescare per creare la propria piantina e lui è entusiasta e tu ancora di piu' perché questa è la scuola che volevi, quella in cui coinvolgono i bimbi in attività semplici ma istruttive, quella in cui la natura convive con l'alfabeto, i numeri, i giorni della settimana e lo studio del francese.
E finalmente smette di piovere e allora...stivali e via, nell'orto della scuola, a piantare le patate.
Gli altri bimbi fanno un giro e poi vanno a giocare con farina e altalene, lui no.




Chiede "posso, ancoa una?", in un ciclo infinito, e pianta patate con la maestra e rastrella e ascolta attento mentre gli insegnano che bisogna lasciare uno spazio di piede di bimbi tra una patata e l'altra perché possano crescere, che prima di seminarle vanno tagliate e lasciate riposare perché mettano fuori i butti e poi in autunno con quelle patate tutti i bimbi, anche lui, faranno la farina e poi i gnocchi, che il nano adora.
I suoi occhi brillano, è attento e felice, conquistato.
E la foto di gruppo non gli interessa, il vasetto da portare a casa si' e "mamma vai pure, io vado a mangiare con i miei amici".
E tu hai le lacrime agli occhi e scappi via, vai a correre e pensare...il magone è tutto tuo, perché sta crescendo e un po' ti fa paura e se lui sembra pronto, tu le mura rassicuranti del nido non le vorresti lasciare, pero' non bisogna farglielo capire, questo mai.
E' il tuo bimbo, quella che la mattina vuole essere portato a fare colazione in braccio e coccolato, quello dell'ancora un bacino, con il ditino sollevato a sottolineare uno.
Quello che quando è stanco o spaventato vuole ciuccio e doudou, quello che vuole mamma e papà.
E invece.


Torni dall'ufficio e lo trovi in cortile con i nonni che ti chiama orgoglioso e felice e ti mostra che ha imparato a pedalare sul trattorino: "e adesso io sono pronto, posso avere la bici dei grandi? Guarda mamma sono capace adesso, posso averla anche io?"
E dopo una settimana cosi' ti convinci e parti con il papà per andarla a cercare, questa bici tanto sognata, "con i pedali veri!!!"
E quando entri nel negozio e vedi le piu' piccole e ti sembrano grandi e invece la prova, gli va, pero' insiste che sia quella arancione, non quella rosa che gli sta facendo testare il commesso, e lo guardi negli occhi e vedi l'emozione, la felicità, l'entusiasmo, l'appagamento ed il nervosismo della prima volta....lo vedi grande e ti tornano le lacrime, di nuovo.
E sai che questo giorno, 29.05.2014, lo ricorderai.
E poi, vabbè, torni a casa seduta davanti, al posto del passeggero, con la bici incastrata tra ginocchia, cruscotto, spalle e mascella e preghi che non ti arrestino e di non avere un incidente.
E poi lui va, con lo stesso sconfinato entusiasmo che riversava sull'altra bici, la prima, compagna di tante avventure.


Solo che, questa volta, spinge sulle sue gambette magre e tu devi correre per stargli dietro.
E ride, felice.





E tu pensi, un po' orgogliosa e molto preoccupata, che adesso non lo ferma piu' nessuno
(e ti toccherà pure metterti a piantar patate in giardino!!!).

martedì 28 gennaio 2014

Ma le altre mamme come fanno??!! Scuola dell'infanzia e sensi di colpa, ancora.

Riunioni di presentazione della scuola dell'infanzia. Ne seguo due: quella del paese in cui vivo (A) quella del paese vicino (B) dove già il nano e' al nido.

Lascio perdere il terzo istituto, privato parificato, in centro al paese perché troppo scomodo per il parcheggio e perché, appunto privato.

Asilo B: le maestre sono sei per 56 bambini, età media quaranta /quarantacinque al massimo, con figli.

Ci illustrano i loro progetti e lo svolgimento della giornata al nido, mostrandoci un video di foto raccolte negli anni, l'entusiasmo nella voce e nei gesti, la voglia di rendere partecipi.

Parlano di progetti sulle emozioni, di psicomotricità, di castagna te con i nonni, recite, carnevale! gite sul territorio! scoperta degli elementi! appello e momento del pasto in francese! momenti di gioco libero! della scelta di non far indossare il grembiulino perché scomodo per i bimbi che devono imparare ad andare in bagno e togliersi/ mettersi la maglia da soli, perché devono imparare a sporcarsi ed a non farlo, degli autoritratti, dell'elaborazione delle esperienze attraverso autoritratti.

Ci mostrano aule spaziose e luminose e tanto spazio verde.

Aggiungono che qualche progetto verrà tagliato dal Comune, che in piscina non li portano perché non hanno i soldi, che non c'è il dopo scuola per lo stesso motivo.

Entrata: dalle 7.45 alle 9.00, uscita, dalle 16.15 alle 17.30.

Il mercoledì uscita alle 15 al massimo. In questa regione "d'eccellenza' funziona così, almeno le insegnanti fanno aggiornamento negli orari di lezione e non nelle ore libere e i genitori possono far fare attività extra ai figli (si, certo, averne di tempo).

E niente lavaggio dei denti, se no i bimbi se si scambiano lo spazzolino e non è igienico. E quando giocano fuori, li lasciano a briglia sciolta (parlano di autonomia ma io temo sia voglia di prendersi una pausa e stare ne in pace).

Per me non basta, io fino alle sei e trenta/ sette sono in ufficio. Dovrei tagliare la pausa pranzo, quando la faccio e correre, oppure appoggiarmi ancora ai nonni, anzi tutte e due.

Con i nonni ho parlato e mi hanno fatto capire, con parole non dette e incoraggiamento a scegliere la scuola A, che non vogliono impegni fissi, neppure se si tratta di un'ora quattro sere a settimana e tre il mercoledì pomeriggio, alternandosi tra loro.

D'altro canto, il figlio e' mio, loro hanno già dato, si sono arrangiati e hanno fatto le loro scelte e poi in questi due anni ho pesato tanto e lo so bene. Non posso pretendere, lo capisco.

Però.

Sono uscita dalla scuola B con l'idea di un posto stimolante e allegro. Come me, l'Alpmarito.

Sono uscita dalla scuola A cercando di convincermi che non è tanto male, che tutti in paese ne parlano comunque bene, che è comoda e che gli insegnanti al giorno d'oggi sono preparati e che è semplicemente molto simile alla scuola materna di una volta, quella dove sono andata io e mi sono sempre trovata benissimo, non ho avuto difficoltà alle elementari e mi divertivo.

Ma non riesco ad ingannarmi: l'impressione e' quella della precarietà, del caotico e della mancanza di entusiasmo.

Le maestre, tre su quattro, hanno letto il POS che avevano stampato, alquanto generico, e dato le informazioni pratiche su orari, mensa, grembiulino, ma senza spiegare il perché, senza metterci del loro, senza foto ne' tante parole.

Una non ha parlato, l'altra andrà in pensione a settembre, un'altra e' in maternità e torna a settembre ma non c'era, il dopo scuola lo fa una ragazza di cui non dicono e non sanno nome e cognome e poi non si sa se sarà sempre lei.

Le aule sono più piccole, l'edificio più vecchio, il giardino e' un fazzoletto di erba finta a lato strada, anche se dicono (e so che è così) che li pertano spesso a spasso nelle vigne dietro la scuola.

Però ha il dopo scuola e quindi, a prezzi modici, terrebbero il nano fino alle sei e trenta tutti i giorni. Ed è esattamente davanti al mio studio, basta attraversare la strada.

Non so decidere e mi chiedo come facciano le altre mamme.

E ' giusto lasciarlo dalle 8 del mattino alle 6.30 di sera a scuola e/ o con estranei, anziché farlo stare un'oretta con i nonni quando non posso e se no con me?

E' meglio l'entusiasmo o la comodità organizzativa?

I nonni saranno disponibili, al di la della resistenza e del formale "non impegno", o no? Saranno altri tre anni di richieste di favori e salti ad incastro?

La mia e' solo un'impressione e mi lascio influenzare troppo dalle apparenze?alla scuola A l'Alpmarito non è potuto venire ma un'altra mamma mi ha riferito di aver avuto le stesse sensazioni, più un parcheggio che un luogo formativo, anche se tutti parlano bene di tutte e due le scuole.

E poi ci sono le altre mamme, la maggior parte e' a casa o non ha problemi di orario alle cinque e trenta., le poche che ne hanno scelgono la scuola A senza farsi domande perché è comodo.

Ai miei tentativi di proporre una soluzione condivisa tra le mamme con lo stesso problema (coprire il mercoledì pome e un'ora la sera), avanzata con tanta fatica perché in queste occasioni sono super timida, ho ricevuto un risposta solo sguardi vacui e nessun cenno di intesa o incoraggiamento.

Ma le altre mamme come fanno????!!!

E oggi devo decidere. Avrei voglia di tornare in entrambe le scuole prima, di chiedere ancora e ancora in giro ma so che, in fondo, non servirebbe.

La verità e' che tutta questa angoscia decisionale riflette i miei sensi di colpa latenti, che razionalmente scaccio perché so essere inutili, dannosi e comunque ingiustificati, faccio già il meglio che posso; nel subconscio, però, riemergono prepotentemente e mi rendono fragile emotivamente ed insicura.

La verità e' che, per quanto non aspiri a imitare nessuna in particolare e sia convinta di fare bene, dedicando tempo ed energie anche al lavoro e al marito (che poi non sono così tante), non sono la mamma che mi immaginavo o, ancor meglio, mi immaginavo che non avrei sofferto particolarmente nel lasciarlo al dopo scuola o con i nonni per andare a lavorare e, magari, a farmi una nuotata ogni tanto.

E invece.

venerdì 29 marzo 2013

Mettici un'ora al nido e...

.......trovi positività
Ieri è stata una giornata intensa.
Io e l'Alpmarito, insieme alle mamme di altri due bimbi della stessa età del nano, siamo stati al Nido un'ora e mezza per vedere i nostri bimbi nel loro ambiente.
E' stato emozionante e bellissimo.
Il nano era sorpreso e felice di vederci, abbiamo giocato a fare travasi con la farina gialla e tanti vasetti e mulinelli, come quelli per la sabbia, a piedi nudi, con i tre piccoli e altri bimbi appena più grandi.
Tutti interagivano serenamente con noi, il nano mi lanciava la farina e sporcava i pantaloni tutto felice, ed incredibilmente, proprio i tre piccoli sono stati quelli che si sono concentrati più a lungo sul gioco, per quasi un'ora.
Forse forse, nei momenti di crisi potrei riempire la vaschetta del bagnetto di farina gialla e piazzarla in salotto!!!!
Poi ci siamo sposati in un'ampio salone dedicato a corse e capriole, abbiamo fatto una battaglia di palline asserragliati nel castello contro il papà e i bimbi fuori, e poi scivoli, saltelli sulla palla gonfiabile e tuffi in un mare di palline (ma quanto mi piacciono????)
Sono stati dei momenti gioiosi, spensierati, allegri, teneri e commoventi al tempo stesso.
E quando siamo usciti, lasciando i bimbi a prepararsi per il pranzo, il nano non voleva allontanarsi dal papà, poi però è bastato che la sua maestra preferita gli proponesse di aiutarla a riordinare i giochi, che le ha preso la mano e ci ha salutati.
E si vede che la maestra lo conosce bene, il mio nanetto già tanto grande, per molti aspetti, e tutto precisino.
Quando sono andata a prenderlo, un'altra maestra mi ha riferito che mentre mangiava la pappa continuava a racconatrle che aveva "oato" con la "faina" con mamma e papà.
Ho sempre saputo che al Nido il nano è ben inserito e si diverte, perchè ci va volentieri e fosse per lui, anche se è contento di vedermi quando arrivo, credo si fermerebbe anche qualche ora in più. Vederlo con i nostri occhi, però, è stato veramente bello e rassicurante.
Ho persino provato un pò di invidia per le maestre che trascorrono il loro tempo lavorativo con dei nanetti così simpatici, allegri, teneri. Io, che ho sempre pensato fosse un lavoro massacrante e che non farebbe per me prendermi cura di tutti quei bimbi non miei, in quel momento le ho invidiate.
Anche se ogni tanto il nano torna a casa con qualche graffio o livido, ho avuto la conferma che abbiamo fatto la scleta giusta per lui. Rassicurante.
E poi dopo cena sono anche andata al corso di fotografia ed è stato bello, anche se ora ho sonno da morire.
Ho bisogno di positività, in questo momento di difficili decisioni, conflitti e discussioni per una casa che non è quella che vorrei, perchè non so quello che vorrei e non riesco a trovare il coraggio di rischiare e la chiave per farmi capire, ma di cui non si può più fare a meno.
E incredibilmente, ora splende anche il sole.
Speriamo duri.