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martedì 15 settembre 2015

Amica mia

Oggi sono triste.

Oggi avresti compiuto 37 anni se, meno di un anno fa, un male subdolo e schifoso, lo stesso che si era portato via prematuramente mio nonno, mio cugino e tante altri conoscenti, amici e parenti, non te lo avesse impedito.

Amica mia.

Un anno fa correvo e pensavo a te.
Oggi lavoro e penso a te.

Rivedo il tuo sorriso, la tua cura nel vestire, le cene insieme, i pomeriggi di lavoro, fianco a fianco, quel tuo modo di pronunciare il mio nome, usando un'abbreviazione che sapevi  che concedevo solo a te di usare.

Avrei voluto essere capace di dirti di più, meglio, quanto contavi per me, quanto tenevo a te, ma credo che lo avessi capito.

Oggi, questa vita preziosa e mai scontata, la vivo anche per te.

Amica mia.


mercoledì 26 agosto 2015

14 anni insieme

"Dovunque tu andrai, amore mio, io ti seguirò.

Sarò la tua ombra e il tuo respiro.

Sarò per te quello che l'ape e per il fiore,

Quello che il convolvo azzurro è per lo stipite della casa a cui si attorciglia,

Sarò l'uccello che vola nel tuo cielo,

La luce che illumina i tuoi pensieri,

Il viso sorridente che ti viene incontro nel sogno..."


Da quattordici anni, niente altro che noi. Prima in due, ora in tre.

Ovunque, tranne che in Antartide!!! (Capito, Alpmarito?!?)

domenica 23 agosto 2015

13 cose che non mi piacciono della maternità e altrettante che adoro!

Ho letto questo post di Gina e questo di Lucia e mi sono piaciuti così tanto che non posso fare a meno di prendervi spunto.
Della maternità non mi piace:
1- essere identificata, almeno in certi contesti, come "la mamma di..."
2 - non conoscere i nomi dei genitori dei compagni e amichetti del ricciolino, perché tutti si presentato e sono chiamate, anche loro, "mamma di...", "papà di..."
3- dover cucinare SEMPRE due pasti al giorno, oltre alla colazione, possibilmente pure completi, anziché aprire il frigo e mangiare ciò che capita o decide di cenare con una tazza di tè e due biscotti
4 - "mi scappa la pipì" in ogni supermercato, cerimonia, negozio, viaggio o luogo pubblico e situazione inadeguata che si presenti
5- non poter restare seduta a tavola tranquilla, non dico il tempo di un pasto, ma neppure quello di una portata
6- la tovaglia sempre tirata e stropicciata, le briciole ovunque, pure nel bicchiere,l'acqua rovesciata e il ricciolino biondo che mangia SEMPRE in movimento sulla sedia, tutto scomposto
7- l'invasione di giochi in ogni più remoto angolo della casa, resistente a tutti i quotidiani tentativi di arginare il caos
8- dover lottare per far alzare il cucciolo la mattina nei giorni feriali e farlo dormire ancora un po' nei giorni festivi quando, ovviamente, e' sveglio come un grillo dalle sette
9- le discussioni per farlo lavare e andare a dormire, quasi quotidiane
10- le riunioni scolastiche, i giudizi delle altre madri
11- quando neppure mia nonna e mia madre si accorgono che mi sono tagliata (e tanto) i capelli, perché i loro occhi sono solo per mio figlio
12- gli armadi pieni di scatoloni di vestiti che non gli vanno più e "non riesci più a buttare via, nel labirinto della nostalgia", come direbbe la Pausini
13- più di tutto, la paura costante che gli accada qualche cosa di brutto, il peso di essere responsabile
sempre e comunque della sua salute, sicurezza ed educazione e il senso di colpa quasi onnipresente.

Eppure, il bilancio è sempre positivo. Perché?
Perché adoro:
- quando mi corre incontro sorridente, con gli occhi che brillano, e mi salta in braccio
- "stai benissimo così mamma!", anche quando ho indossato pantaloni da montagna e una t-shirt, manco coordinati, e sono pure spettinata
- le sue braccine calde strette intorno al collo, la sua guancia sulla mia spalla
- "mamma", "mamma", "mammamammamammaaaa", perché a volte mi scoccia un po' essere chiamata sempre ma sotto sotto mi riempie anche di felicità
- le coccole del mattino, i suoi riccioli arruffati, il corpo caldo, gli occhi stropicciati dal sonno e la voglia di stare vicino a me
- quando arriva nel lettone di notte e si fa spazio tra me ed il papà, a volte abbracciandomi forte
- l'entusiasmo che irradia e trasmette in ogni attività, la curiosità insaziabile, la capacità di essere felice sempre, con quello che ci sembra poco o niente. Il tutto in modo altamente contagioso
- "grazie mamma!"
- "ti voglio bene mamma", detti abbracciandomi, anche quando sono super sudata e puzzolente perché ho appena messo piede in casa dopo una corsa
- Osservarlo giocare, mangiare, dormire, con il sorriso sul volto, la serenità in viso e avere il privilegio di vederlo crescere e poter contribuire
- la gioia di essere lì, la prima volta che cammina, va in bicicletta senza pedali e poi con i pedali e senza rotelle, al primo tuffo, alla prima nuotata, alla prima parola, alla prima volta che mangia da solo ecc. Ecc. Ecc.
- l'amore è le attenzioni dei parenti, tutti per lui
- la consapevolezza di essere sua madre.

martedì 14 luglio 2015

Di malinconia, innamoramento materno e film da perdere e NON perdere

Sono un po' assente da blog e social.
Leggo sempre ma scrivo poco.
Un po' e' che avrei solo bisogno di buttare fuori e non riesco a farlo sul blog, ancora, anche se ne avrei un gran bisogno.
Un po' e' solo che sto cercando di passare più tempo possibile con il mio ricciolino biondo, prima che inizi il centro estivo.
Così qualche volta lo porto al lago al pomeriggio o lo raggiungo nel secondo pomeriggio e facciamo tardi in barca o in piscina, questa mattina l'ho portato a fare commissioni in Tribunale con me, alte in biblioteca, altre lavoro in giardino, mentre lui gioca nella piscinetta gonfiabile che gli hanno comprato i nonni e chiacchiera con loro, altre ancora facciamo aerei di carta o giochiamo e leggiamo, Semplicemnte.E poi torno a preparargli tutti i pranzi e la sera dopo cena portiamo a spasso il cane della cognata, che è al mare e lo ha lasciato in pensione dalla nonna paterna. E di tempo per fissare i pensieri ne resta poco.
Il caldo, poi, genera un surplus di lavoro: doccia/ bagnetto tutte le sere, lavatrici a go'go', casa molto più sporca perché è tutto un entrare e uscire, costumi e ciabatte da risciacquare, asciugamani da lavare.

Le difficoltà ad addormentarsi si sommano al carico e anche il lavoro d'ufficio pare più pesante, anche se probabilmente è solo stanchezza.
Non faccio che pensare che devo godermi ogni attimo con il mio bambino, il mio unico figlio, che cresce cosi in fretta!E mi prende male a pensarci e pensare che chissà se ne avrò un altro. Che poi forse farei gli stessi pensieri, moltiplicati per due.
E poi arrivo alle 10.30/11 di sera, quando è sveglio dalle 7.30 senza riposini che non siano quando sto guidando, e non vedo l'ora che chiuda gli occhi, ovviamente sentendomi in colpa per averlo desiderato.

Guardo il suo sorriso, ascolto le sue chiacchiere, lo sbircio nel sonno e mi sembra incredibile averlo fatto io: forse ho un solo figlio perché la perfezione si è concentrata in lui.
Pensieri di ogni mamma, insomma.
Comunque la stanchezza accumulata in un anno non certo facile, dopo la scorsa estate senza vere
vacanze, tanto meno a tre, ha raggiunto l'apice.
Forse è solo che da sola con il nano ed il caldo, non posso correre, perché o non posso lasciare il ricciolino o ci sono 34 gradi. E mi manca questa valvola di sfogo.
Intanto, complice l'insonnia serale e la solitudine, sto guardando tanti film in dvd che non sono cartoni.
Che poi. Forse cinque film in due mesi non sono tanti ma per me è il record degli ultimi tre anni!
Ho visto "Avengers", con il nano e l'Alpmarito ed è l'americanata farcita di buoni sentimenti che mi aspettavo, però Dottor Jakyll e Mister Hyde hanno sempre il loro fascino e il ricciolino biondo ne è stato entusiasta.
Il mio preferito è da sempre l'incredibile Hulk e no, posso confermare che non ho cambiato idea crescendo.
Ora aspettiamo che esca in Dvd il secondo, quello che davvero ci interessa vedere, perché girato ad Aosta e Bard. A casa nostra, insomma.
Poi c'è stato The blind side, con una bravissima Sandra Bullock, la storia vera di Michael Oher,
adolescente nero dall'infanzia difficile, laureatosi è diventato giocatore di football professionista grazie ad una scuola cristiana e, soprattutto, ad una famiglia che lo ha adottato, credendo in lui.
Io amo i film sportivi, se poi sono anche storie di formazione e crescita, allora è fatta e questo merita.
Poi un altro film tutto combattimenti, effetti speciali e simil fantascienza, ovviamente con Angelina Joly. Bella, non c'è che dire, ma non ricordo neppure il titolo del film e ci manca la scena finale. Abbiamo preferito dormire. Indizi che la dicono lunga.
E ancora: "Educazione siberiana", crudo e impegnativo nella morale e assolutamente non adatto ai bambini ma non particolarmente violento.
Raccoglie e sintetizza le due prime autobiografie di Nicolai Lilin, di cui avevo parlato quasi due anni fa ("Educazione Siberiana" e "Caduta Libera") lo fa rendendo abbastanza il senso della comunità siberiana e delle scelte di Lillian ma anche con molte licenze poetiche, tagliando all'inverosimile e perdendo gran parte delle riflessioni dell'autore e del "succo" dei libri.
Assolutamente da vedere, ma dopo averli letti (anche perché sono scritti molto bene e interessanti) dunque.
E infine, "Il lato positivo". Il protagonista, l'attore Bardley Cooper, e' veramente bravo, oltre che attraente (secondo il mio gusto personale), il tema del film tutt'altro che banale, il tono appropriato, la morale degna di nota. Non c'è niente di facile e scontato ma neanche di così impossibile o "forzato" e Robert De Niro, a fare il padre di un figlio un po' matto...impareggiabile.
Anche in questo film è lo sport (in questo caso la corsa e la danza), lo strumento per aprirsi, confrontarsi, affrontare i propri demoni e sfogarsi. Riscattarsi. Anche qui lo sport e la fiducia degli altri, saranno la via d'uscita, l'inizio e la fine.
E poi c'è tutto il resto: il relativismo, la difficoltà di capire chi è sano di mente e chi no, il senso delle convenzioni sociali, i rapporti famigliari e di coppia, la forza d'animo, la gioia di vivere comunque sempre, l'amore.
E' un film che secondo me colpisce. Difficile da spiegare. Sicuramente da vedere.
Tutto questo, un post senza capo né coda, per dire che comunque ci sono.

venerdì 12 giugno 2015

Tre storie che scaldano il cuore

Questo venerdi, come al solito dedicato ai libri , ho voglia di parlare di storie per bambini che colpiscono anche i grandi.
Storie delicate, dal messaggio forte ed emotivamente coinvolgente.







So che sono albi molto conosciuti ma in casa nostra sono arrivati solo un mesetto fa, grazie al prestito interbibliotecario.

Il primo, è quello che a me piace di più.
Perchè parla dell'amore dei genitori, così grande, forte e incondizionato che non si ferma dinnanzi ai peggiori capricci, i disastri, le trasformazioni.
Neppure di fronte alla morte.
Perchè non sappiamo se ci saremo sempre, in questa vita o in un altra, ma sappiamo che ci saremo

sempre per i nostri figli, vero?

Mini si sente un piantagrane proteste e teme che nessuno gli voglia bene, m la mamma lo rassicura: niente di quello che fa o di come si comporta potrà mai far venire meno il suo amore per lui.
"Ma l'amore si consuma?
Se si scolla si riattacca?
se si rompe, se si strappa
Poi si aggiusta, si rattoppa?"




Una storia delicata ma forte, sincera e dolce, tutta in rima (con un ritmo molto musicale) che il nano ha dimostrato di apprezzare moltissimo.





Il secondo diverte molto mio figlio ed, infatti, è una storia simpatica ed originale, pensata per aiutare i bimbi a superare la paura del buio, della solitudine notturna e dei mostri, senza ricorrere al classico (povero) lupo !




Ed infine, un libro di cui avevo sentito molto parlare e sempre bene, le cui immagini, però, non mi entuasiasmavano.
E invece mi sbagliavo.

La storia è poetica e coinvolgente, le parole sono scelte con cura e colpiscono, come le immagini.
Mio figlio sembra adorarlo.
Perchè non c'è ricompensa più bella che vedere gli occhi di un amico (o di tuo figlio o delle persone che ami) brillare di gioia.





Ringrazio quindi Mammamogliedonna per il prezioso consiglio di lettura.

giovedì 4 giugno 2015

Voglia di rallentare. Forse

Sono mesi, forse anni, che mi sembra di correre sempre. Sempre.
Corro per andar a lavoro, in Tribunale, dai nonni.
Per portare il figlioa scuola, prima al nido, all'autobus per la gita, ai giardinetti dagli amici.
Corro per andare a riprenderlo, per fare la spesa e per preparare la cena.
Corro nel fare le faccende domestiche, corro a riordinare, a fare i letti, a preparare gli zaini per la montagna.
Corro in auto, a piedi, sulle scale, dal medico, dai clienti, dagli amici.

Salto da un'attività all'altra senza posa.
Mi sono accorta che persino leggere, ultimamente lo faccio di corsa, magari mentr mi sto lavando i denti o asciugando i capelli.
Ok, questo l'ho sempre fatto ma con calma, ora no, scorro veloce righe e parole.

E sono comunque sempre, perennemente, in ritardo.

In ritardo con gli impegni lavorativi e con la scuola, ma anche quando si tratta di andare a trovare gli amici ed i parenti, andare in montagna o al museo.

Vorrei riuscire a rallentare un po'.
Stare male ciondolando per casa senza nulla a cui pensare tranne il mio raffreddore/mal di gola/ affanno respiratorio/allergia, perché ormai ci ho fatto l'abbonamento e non guarisco perché non ho tempo per guarire.

Vorrei riuscire a stare con gli amici o chiacchierare con mia nonna senza dover lanciare un occhio all'orologio a intervalli regolari.

Vorrei giocare con il nano senza pensare che è ora di andare a scuola, di cucinare, di andare a nanna, di uscire per la spesa ecc. Ecc. Ecc. Ecc.

Vorrei scambiare due parole con mia madre senza fretta, fermarmi fuori dalla scuola a salutare le altre mamme senza essere pressata dagli impegni, godermi la coda dal medico per pensare, invece di digitare freneticamente mail e controllare la posta.

Vorrei fermarmi ad ammirare la bellezza di ogni fiore, di ogni giardino, di ogni momtagna e di ogni essere vivente.

Vorrei correre solo con le mie scarpe da Running ai piedi, per sport e non come stile di vita.
E non ci riesco, anzi, correre per correre e' proprio ciò che sto facendo meno in questo periodo!

E forse, se ci riuscissi, mi sembrerebbe di vivere meno intensamente, di sprecare tempo.

Perché non faccio che pensare che la vita è breve, che il mio ricciolino cresce troppo in fretta, che ogni giornata di sole passata in ufficio e' persa, che se non faccio, vedo, mi muovo subito perderò occasioni irripetibili.
Perché in realtà ho sete di vita, libri, sapere, natura, sport, famiglia e anche lavoro.
E 24 h al giorno sono sempre troppo poche.

E così corro, finendo per perdendomi il sapore delle cose, lasciandomi sfuggire dettagli e momenti preziosi.
Con il panico di non riuscire a rallentare e, contemporaneamente, di rallentare e perdere occasioni e momenti preziosi.

Un paradosso che mi logora, questo sì, lentamente.

Ditemi che non sono l'unica così schizzata, per favore!

Tutte le foto,tranne la margherita, sono del giardino delo zio, a Scarmagno (TO). Un piccolo angolo di paradiso colorato.

















martedì 19 maggio 2015

Il vecchio castagno della Valle del Lys

Ci sono luoghi che sembrano magici.
O forse lo sono.

Luoghi in cui si respira un'aria diversa,
una sensazione di pace interiore.

Luoghi in cui senti la potenza e la grandezza della natura,
in cui ti senti parte di un tutto più grande di te,
in simbiosi, completo.

A volte questi luoghi sono più vicini di quanto credi,
solo che ancora non conosci il sentiero per arrivarci.

Domenica scorsa, grazie ad un cugino che vive nei pressi e non ha perso la memoria dei tempi,
io credo di averne trovato uno.

 La casa di un vecchio castagno, 700 anni o forse più.


 Arrivarci non è neppure stato lungo: un'oretta in un sentiero poco battuto fino ad arrivare ad un pianoro con un roccione dalla splendida vista ed una piscinetta naturale





 per poi scendere per  pietraie in equilibrio instabile, guidati dai ricordi, e arrivare a lui.


 Che se ne sta lì, un pò abbandonato dall'incuria dei forestali che non sanno neppure dov'è (ma sanno che c'è) e non se ne curano, un pò tranquillo, forse, di non essere meta del turista di massa.





Per poi scendere a valle da un altro sentiero, ritracciato e pulito da un gruppo di ragazzi/uomini che hanno aperto delle nuove vie di roccia e si curano del posto, finalmente.





E poi a bersi un buon caffè in compagnia.






 P.s. Il vecchio castagno è nella Valle di Gressoney (AO), con partenza da Gaby, loc. Crusmato  o Pont De Trenta.



venerdì 15 maggio 2015

"Noi"

"Noi" di David Nicholls, Neri Pozza Editore, pag. 430, euro 18,00



Ho letto questo libro per caso.
Era sullo scaffale della biblioteca tra le novità e io avevo letto una recensione molto positiva nel corso di uno dei Venerdì del Libro di qualche tempo fa ( non so chi ne avesse parlato ma se leggi, scrivimelo nei commenti!).
Mi era sembrato un po' triste e non lo avevo cercato. Vederlo sullo scaffale, però, e' stata una tentazione forte!!
Ebbene, che dire?

Mi è piaciuto molto, davvero molto.
Tanto che ieri al Salone del Libro di Torino non ho esitato ad acquistare un altro libro dello stesso autore.
Mi ha trasmesso perfettamente le emozioni del protagonista scrivente, un padre di famiglia scienziato molto innamorato che però non riesce ad instaurare un rapporto con il figlio ed una mattina scopre anche che la moglie non ha più intenzione di vivere con lui.
Perché? Non sopporta l'idea di trascorrere la vecchiaia con lui, nel momento in cui il figlio sta per partire per l'università.
Il pover uomo, però, decide di cercare di riconquistarla, approfittando del viaggio in Europa in tre che avevano programmato da tempo, per "preparare il figlio all'ingresso nell'età adulta".
Peccato che non tutto filerà liscio, anzi proprio nulla, anche se non sarà un completo fallimento.
Il racconto di viaggio si interseca con il racconto dell'innamoramento, del fidanzamento, dei primi anni di vita matrimoniale, della nascita del figlio, sempre raccontati in prima persona.

Perché mi è piaciuto? Per il modo coinvolgente e corretto in cui è scritto (la correttezza grammaticale e logica non è scontata!!), per la storia così anomala e allo stesso tempo così comune, quasi banale, considerando il numero di matrimoni che ormai finiscono in separazione.

Perché affronta con delicatezza e profondità il tema della "sindrome del nido vuoto" e della crisi della maturità e del rapporto padre e figlio.
Perché per una volta non è l'uomo a lasciare la donna con il cuore infranto, ma viceversa.
Per la sfaccettatura del carattere dei personaggi: una donna complessa, difficile ma sincera; un figlio adolescente scontroso, ferito, incapace di empatia con il padre.
E soprattutto questo padre, questo uomo, che mi ha ispirato una tenerezza infinita, tanto da prendere le sue parti senza se e senza ma, nei confronti di figlio e moglie, nonostante l'esame di coscienza che lui stesso si fa nelle pagine del libro.

Voi lascio alcuni passi che mi hanno colpito.

Sul giorno del matrimonio: "Fu il giorno più felice della nostra vita? Probabilmente no, perché di solito i momenti felici non richiedono preparativi, non avvengono in pubblico, ne' costano tanto denaro. I momenti felici capitano da se', quando meno te l'aspetti. Però, almeno per me, quel giorno fu l'apice di molti giorni deliziosi e il preludio di molti altri a venire. Tutto era come prima, eppure c'era qualcosa di diverso,.." Pag. 241
"E mi resi conto ancora una volta che il lutto e' rimpianto per quel che hai perduto ma anche rammarico per ciò che non hai mai avuto." Pag. 290
"E dopo tanti anni di obbedienza e affidabilità, non avevo diritto anch' io a un'alzata di testa? Ma il guaio quando vuoi vivere il momento è che il momento passa in fretta. L'istinto è la spontaneità non reggono a lungo, sono incompatibili con doveri e responsabilità, debiti da pagare, promesse da mantenere." Pag. 303

Il romanzo si chiude con questa bellissima poesi, tanto triste quanto vera.
"La casa e' così triste. Resta come fu lasciata,
Adatta ai bisogni di chi per ultimo parti',
Come volesse richiamarlo. Invece, senza,
Qualcuno a cui piacere, appassisce
E non ha cuore di scordarsi il furto,

Di tornare come al suo principio, 
Tiro gioioso alla vita che vorremmo,
Caduto fuori centro. Guarda com'era: 
Osserva le foto e le posate.
la musica nel panchetto del piano. Quel vaso."
Philip Alarkin, "La casa e' così triste." Pag. 415

Insomma: consigliato, molto consigliato!
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma.

mercoledì 6 maggio 2015

Gli occhi di un amico innamorato

Ad aprile si è sposato un nostro caro amico e mi ha chiesto di fargli da "fotografa " per la giornata.
Raccolta l'attrezzatura, comprata una nuova scheda di memoria, ho atteso con timore e nervosismo il gran giorno, temendo di sbagliare e sprecare momenti preziosi ed irripetibili, per via della luce sbagliata, del diaframma troppo aperto o chiuso, della priorità di tempi sbagliata, della mia incapacità.

E' stata una giornata intensa, faticosa, fisicamente e mentalmente: ho scattato tanto, immortalato tutto e tutti, cercato inquadrature particolari, rubando attimi, studiando pose, cercando di cogliere la naturalezza ed i sentimenti.

















E ho capito la responsabilità che devono sentirsi addosso i fotografi quando realizzano questo tipo di servizi!
Il risultato finale a loro sembra  piaciuto molto, mentre io avrei molto da criticare e migliorare (d'altro canto, il mio mestiero è un'altro!).






Il più bel complimento ricevuto, però, è arrivato dalla sposa, che mi ha confessato che era così felice e rideva così di cuore perchè per una volta era a suo agio davanti all'obiettivo, perchè non si sentiva in imbarazzo davanti a me, un'amica.
E' stato un matrimonio civile semplice, con pochi invitati, curato nei minimi dettagli e con un menù eccellente, ottimi vini ed un rinfresco/aperitivo molto valdostano.



Il mio ricciolino biondo, a parte una scenata capricciosa tra la cerimonia e l'inizio del pranzo, si è comportato benissimo ed ha portato molta pazienza, rendendosi perfino utile!


E' stata la giornata di un amico che, da quando lo conosciamo, è sempre stato vicino a me ed all'Alpmarito, di quelli su cui si può sempre contare.
E di una nuova amica, la sposa, che è entrata nella sua vita rendendolo felice e che siamo ben lieti di aver conosciuto e di poter ora frequentare.











Soprattutto, però, sono stati gli occhi di due amici innamorati.

E ho sentito, una volta di più, che la felicità può essere molta contagiosa e nulla scalda il cuore più della gioia delle persone a cui vuoi bene.